Consulta Mondiale 2022: pubblicato l’opuscolo “La spiritualità e la pedagogia di San Francesco di Sales nei Gruppi della Famiglia Salesiana”

È stato pubblicato l’opuscolo intitolato “La spiritualità e la pedagogia de San Francesco di Sales nei Gruppi della Famiglia Salesiana”, frutto del lavoro della Consulta Mondiale radunata a Torino dal 20 al 23 maggio scorsi. Di seguito i dettagli nella notizia pubblicata dal sito ANS.

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La figura di San Francesco di Sales ha accompagnato il cammino spirituale e pedagogico della intera Famiglia Salesiana durante quest’anno 2022 che volge al termine, a motivo del quarto centenario della morte del santo di Annecy.

Il motto della Strenna del Rettor MaggioreTutto per amore, niente per forza” è stato una potente linea guida per conoscere più in profondità le radici del carisma comune a tutti i gruppi e per lasciarsi condurre spiritualmente e pedagogicamente dalla saggezza di San Francesco di Sales.

Ecco perché viene da oggi reso disponibile l’opuscolo intitolato “La spiritualità e la pedagogia de San Francesco di Sales nei Gruppi della Famiglia Salesiana”, frutto del lavoro della Consulta Mondiale radunata a Torino dal 20 al 23 maggio scorsi.

“La comunione della Famiglia Salesiana si fonda, oltre che sul comune carisma e sulla medesima missione, anche nella conoscenza e l’apprezzamento dei diversi Gruppi che la compongono. L’unità, infatti non è mai uniformità, ma pluralità di espressioni convergenti verso un unico centro”. “Per garantire l’unità dello spirito e la convergenza sulla missione… occorre imparare a pensare insieme, a lavorare insieme, a pregare insieme”.

Così si esprime la Carta d’Identità della Famiglia Salesiana nei numeri 38 e 39.

L’incontro annuale della Consulta Mondiale – la riunione dei Responsabili mondiali di tutti i Gruppi, presieduta dal Rettor Maggiore – è uno dei momenti più conviviali in cui si sperimenta la comunione, l’apprezzamento e la conoscenza reciproca, pregando insieme, pensando insieme e lavorando insieme.

La Consulta Mondale del 2022 è stata particolarmente fruttuosa per il clima di comunicazione, per la gioia dello stare insieme, per la qualità della preghiera e per la riflessione condivisa sulla figura di san Francesco di Sales.

Gli argomenti sono stati la Spiritualità e la Pedagogia di San Francesco di Sales. Nella presente pubblicazione si presentano i contributi dei Gruppi a due domande, condivisi dai partecipanti alla Consulta nel lavoro di gruppo:

  • Quali elementi di “salesianità” caratterizzano le Costituzioni-Regolamenti del vostro Gruppo o Associazione, e per tanto la vostra vita e missione?
  • Come si caratterizza la pratica della “bontà” all’interno del vostro Gruppo e nell’azione pastorale-educativa, rispetto a forme di indifferenze, di abusi e scarti? Quali forme ed esperienza profetiche di “visitazione” sono in atto nel vostro Gruppo in risposta alle nuove povertà ed emergenze?

Si presentano, anche, i dialoghi avuti con don Morand Wirth, Professore emerito dall’Università Pontificia Salesiana e tra i migliori conoscitori di San Francesco di Sales.

“Ci ringraziamo mutuamente per i doni condivisi, espressione della comunione in un medesimo carisma e della specificità nel modo di viverli. Anche alla Famiglia Salesiana possiamo applicare una bella parola del pensiero di San Francesco: ‘Unidiversità’. Un vero dono di Dio”

ha scritto nella presentazione dell’opuscolo don Joan Lluís Playà, Delegato centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato della Famiglia Salesiana.

Il testo in uscita oggi è stato editato in cinque lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese), e si può scaricare qui o sul sito www.famigliasalesiana.org. Verrà inoltre realizzata anche una versione stampata da distribuire ad incontri e raduni.

 

Valdocco: Conferenza Stampa del Rettor Maggiore con i giornalisti, un dialogo a 360° sulla realtà salesiana di oggi

Il 16 dicembre scorso il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha tenuto una Conferenza Stampa con i giornalisti partecipanti al “Press Tour” organizzato dal Co-portavoce della Congregazione Salesiana, don Giuseppe Costa, SDB. La Conversazione ha toccato la realtà salesiana di oggi a 360°. Di seguito la notizia a cura del sito ANS.

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Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, ha incontrato nel primo pomeriggio del 16 dicembre 2022, a Torino-Valdocco, i giornalisti partecipanti al “Press Tour” organizzato dal Co-portavoce della Congregazione Salesiana, don Giuseppe Costa, SDB.

Si è trattato di un momento molto arricchente di dialogo e di confronto tra il gruppo di 30 giornalisti accreditati presso la Sala Stampa Vaticana e la Stampa Estera Italiana e il Rettor Maggiore, che nell’occasione ha potuto illustrare loro la realtà odierna della Congregazione e che ha risposto con franchezza e apertura a tutte le loro domande.

La sessione è stata aperta dalle parole di benvenuto di don Costa ai vari vaticanisti e giornalisti esperti della comunicazione religiosa ed ecclesiale convenuti a Valdocco, “un gruppo estremamente qualificato e unito da una comune simpatia verso la figura di Don Bosco” come espresso dal Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Nella prima parte della Conferenza Stampa Don Á.F. Artime ha spiegato il suo servizio di animazione e governo della Congregazione, una realtà di 14mila salesiani in 134 nazioni – ancora in fase di espansione verso nuove frontiere missionarie – e che, pur “senza trionfalismi”, può vantare ancora ogni anno circa 450 novizi che emettono la prima professione e una media di un giovane salesiano in formazione ogni 4,2 Figli di Don Bosco.

Parlando di sé e dei suoi impegni, il Rettor Maggiore ha sottolineato la sua buona conoscenza della realtà salesiana globale, avendo egli viaggiato in 110 Nazioni negli ultimi 9 anni.

Quindi ha rimarcato gli inizi dell’opera salesiana ed elogiato la scelta di aver sviluppato un simile “press tour” sui passi di Don Bosco a Torino e dintorni, quei Luoghi Salesiani che il Capitolo Generale 27° del 2014 – in cui egli è stato eletto – ha indicato come spazio privilegiato da tutelare.

Terminata la fase della presentazione, il Rettor Maggiore ha risposto a tutti gli interrogativi ricevuti. Ha parlato della permanenza dei salesiani in Ucraina accanto ai bisognosi, portando cibo e medicine anche nei territori più a rischio; e del grande sforzo di accoglienza che ha coinvolto anche i Paesi limitrofi, e l’intera Europa, anche in collaborazione con gli altri gruppi della Famiglia Salesiana.

Quindi ha parlato anche della presenza salesiana animata dall’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” con sede con le sue opere a Hong Kong, Taiwan e Macao e il servizio qualificato di alcuni salesiani nel continente, in accordo con le autorità locali.

Sull’esperienza della pandemia ha confessato che il lockdown è stato pesante per tutti, in Europa, dove lui stesso ha sperimentato la difficoltà e la separazione dagli effetti; ma ancor più in quei Paesi – molti dei quali con una vasta presenza salesiana – dove milioni di persone vivono di economia informale, e nei quali la scelta di tante persone è stata preferire il rischio di morire contagiati da Covid-19 alla quasi certezza di morire di fame se fossero rimaste in casa.

Al tempo stesso la pandemia ha generato, in positivo, una grande ondata di generosità globale, con le Procure Missionarie e le organizzazioni salesiane che in tutto il mondo hanno saputo gestire, nella massima trasparenza, 12 milioni di euro di aiuti. Così come si è assistito ad un fiorire di creatività giovanile che attraverso i mezzi di comunicazione ha cercato di sopperire all’assenza di contatto umano.

In quest’epoca di post-Covid-19 c’è da segnalare sia la ripresa delle tradizionali attività di animazione in presenza; sia gli apostolati in linea con la Laudato Si’ e l’ecologia integrale e il Patto Globale per l’Educazione di Papa Francesco.

In risposta ad una domanda sulla politica salesiana in tema di abusi compiuti da religiosi, il Rettor Maggiore ha affermato con nettezza:

“Per noi che abbiamo promesso in modo pubblico di dedicare la vita agli adolescenti e giovani, anche un solo caso in cui si fa del male ad un minorenne, è un dolore terribile!”.

Inoltre, ha rassicurato sulla massima attenzione, anche procedurale, che già da anni si utilizza nell’affrontare questi problemi. Ha sottolineato pure l’impegno della Congregazione nel contrastare questi fenomeni e nel riparare con i mezzi opportuni ai casi concreti realmente occorsi; tuttavia non ha nemmeno taciuto come ci siano state in varie occasioni accuse pretestuose e infondate contro i religiosi, magari motivate da meri interessi economici, e ha anche invitato a gestire la realtà degli abusi per quella che è: un grave problema sociale, non solo della Chiesa.

Nell’accompagnamento dei giovani con disforia di genere o con dubbi sui loro orientamenti sessuali, e in tutte le sfide legate a questo tema, Don Á.F. Artime si è dichiarato perfettamente coerente con la linea di Papa Francesco e il magistero della Chiesa, e ha sottolineato tre priorità: non ridurre la risposta della Chiesa ad atteggiamenti di condanna o di punizione, ma mostrare un atteggiamento di misericordia e prossimità, senza con questo giustificare ogni pretesa; quindi, manifestare sempre il rispetto verso la persona; infine, impegnarsi ad aiutare chi vive queste esperienze a vivere al meglio la propria vita.

In rapporto a svariate, delicate situazioni a livello internazionale, come ad esempio nei Paesi di guerra che spesso vedono anche presenze salesiane, ha spiegato come il silenzio sia una risposta di saggezza e di prudenza, per proteggere le comunità locali e le persone cui esse si dedicano.

Ha affermato che sicuramente c’è un disegno della Provvidenza dietro i vari eventi umani legati all’eredità Gerini che hanno portato la Casa Generalizia al Sacro Cuore a Roma e il Consiglio Generale a radunarsi, in questi tempi, a Torino-Valdocco. Così ora, la nuova Casa Generalizia che sta sorgendo, viene ristrutturata affinché sia totalmente moderna funzionalmente ed ecologica.

Sul tema della trasmissione della fede, ha chiarito che dai tempi di Don Bosco ad oggi è cambiato moltissimo, ma non è cambiato nulla. I salesiani, infatti, ancora oggi si impegnano a preparare i giovani per la vita e anche a trasmettere la fede, pure laddove i cristiani sono minoranze numericamente insignificanti. Tutto questo senza fare proselitismo, ma con un annuncio aperto della fede cristiana dove sia possibile, e sempre e ovunque nel rispetto della libertà dei giovani e delle loro realtà, e mediante la testimonianza di vita. Ecco perché ha spiegato che la massima di Don Bosco “buoni cristiani e onesti cittadini” oggi si può ben rendere con l’espressione “buoni credenti e onesti cittadini”.

Don Á.F. Artime ha per questo ribadito l’importanza della libertà del giovane – a maggior ragione negli ambienti universitari, quando i ragazzi sono più grandi e consapevoli delle loro scelte – nella proposta educativo-religiosa salesiana. Una libertà che poi si traduce, in quei giovani che accettano tale proposta, in una fede autentica e verace, senza complessi e in grado di esprimersi anche nell’impegno pubblico e sociale.

L’oratorio, inteso come struttura – ha aggiunto ancora – resta tuttora saldamente attuale in realtà come quella italiana; in altre realtà lo è meno, ma non è decaduta la centralità della “dimensione oratoriana dell’educazione salesiana”: ad esempio ci sono in tante realtà salesiane “i centri giovanili”, che recuperano quelle dimensioni che abbracciano e promuovono il sano uso del tempo libero, l’associazionismo e il protagonismo giovanile… Tutti elementi che sono e restano centrali nelle opere salesiane in tutto il mondo.

In conclusione, ha affermato che il fine della Congregazione resta a livello globale quello di sempre: l’educazione dei giovani alla vita e alla fede, che si realizza attraverso le varie strutture a disposizione, come parrocchie, centri giovanili, oratori, scuole, università…

Nel concludere l’incontro il Rettor Maggiore ha illustrato con alcuni esempi – come le presenze salesiane nei campi profughi di Kakuma, in Kenya, o di Palabek, in Uganda – il bene che i salesiani fanno silenziosamente nelle realtà marginali e più dimenticate del mondo; quindi, ha invitato i giornalisti presenti ad assaporare in questi giorni il carisma di Don Bosco e la spiritualità di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti; e li ha anche esortati ad essere sempre più non solo operatori dei media, ma anche dei veri “comunicatori della verità”, capaci di diffondere con il loro lavoro e la propria professionalità anche il bene che viene compiuto, in silenzio, in tante case salesiane.

L’appello missionario del Rettor Maggiore

Domenica 18 dicembre 2022 il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha lanciato il suo appello missionario a tutti i suoi confratelli nel giorno in cui la Congregazione Salesiana ricorda quando, 163 anni fa, Don Bosco fondò la “Pia Società di San Francesco di Sales” a Valdocco, Torino. Di seguito la notizia a cura del sito ANS.

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Domenica 18 dicembre 2022 tutta la Congregazione Salesiana ricorda quando, 163 anni fa, il 18 dicembre 1859, Don Bosco fondò la “Pia Società di San Francesco di Sales” a Valdocco, Torino, con 17 membri oltre al fondatore.

Ed è proprio in questa ricorrenza che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, lancia il suo appello missionario a tutti i suoi confratelli, per sottolineare che fin dalla sua fondazione lo spirito e l’impegno missionario sono elementi essenziali della Congregazione Salesiana.

“Grazie allo spirito missionario nella nostra Congregazione, ci sono ancora confratelli che partono per donare la propria vita a Dio come missionari,”

scrive Don Á.F. Artime nel suo messaggio. Il Rettor maggiore vede tutto questo come un compimento di ciò che Don Bosco stesso disse nella sua omelia durante il primo Invio Missionario, l’11 novembre 1875:

“… Chi sa, che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? … Chi sa che questa partenza non abbia svegliato nel cuore di molti il desiderio di consacrarsi a Dio nelle Missioni, facendo corpo con noi e rinforzando le nostre file? Io lo spero. …”

(MB XI, 385)

Nella sua lettera il Rettor Maggiore sottolinea che oggi “le missioni” non possono essere comprese solo come movimento verso “le terre di missione”, come una volta. Oggi i missionari salesiani provengono dai cinque continenti e sono inviati ai cinque continenti, non solo per rispondere al bisogno di personale ma, soprattutto, per testimoniare che per i Figli di Don Bosco non esistono frontiere, per contribuire al dialogo interculturale, all’inculturazione della fede e del carisma, e per innescare processi che possano generare nuove vocazioni locali.

Con questa lettera il X Successore di Don Bosco invita i salesiani, a pregare e a fare un attento discernimento per scoprire se il Signore li chiama, dentro la comune vocazione salesiana, ad essere missionari per tutta la vita (ad vitam).

Invita pure gli Ispettori, con i loro Delegati per l’animazione missionaria (DIAM), ad essere i primi ad aiutare i loro confratelli a coltivare il desiderio missionario e a facilitare il loro discernimento.

Il testo completo dell’appello missionario del Rettor Maggiore 2022 è disponibile CLICCANDO QUI.

50° della morte del Venerabile Attilio Giordani

Ricorrono i 50 anni dalla morte del Venerabile Attilio Giordani, salesiano cooperatore dichiarato Venerabile da Papa Francesco il 9 ottobre 2013.

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Domenica 18 dicembre 2022 ricorrono i 50 anni dalla morte del Venerabile Attilio Giordani, marito e padre di famiglia, salesiano cooperatore.

Attilio Giordani nacque a Milano il 3 febbraio 1913 in una famiglia semplice e unita, di profonde convinzioni religiose. Dopo le elementari si iscrisse alla scuola tecnica, iniziò a lavorare a 16 anni e – ormai adulto – fu assunto alla Pirelli. La sua vera scuola fu però l’oratorio parrocchiale di Sant’Agostino retto dai Salesiani, grazie ai quali conobbe Don Bosco e ne acquistò lo spirito: animatore geniale e catechista preparatissimo, si contraddistinse sempre per la vivacità educativa e il valore della sua testimonianza. Chiamato nel 1934 al servizio militare, durante la guerra fu impegnato sul fronte greco-albanese e in Francia. Si era intanto fidanzato con Noemi Davanzo, conosciuta in oratorio e impegnata nel servizio educativo, a cui lo legò una profonda comunanza di intenti. Il 6 maggio 1944 si sposarono e dalla loro unione nacquero Piergiorgio, Maria Grazia e Paola. Giordani fu marito e padre presente, ricco di grande fede e serenità, in una voluta austerità e povertà evangelica a vantaggio dei più bisognosi.

Aderente all’Azione cattolica, nel 1957 entrò a far parte dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Nel 1962 un primo infarto lo costrinse a una lunga convalescenza, ma non ne frenò l’impegno apostolico e lo slancio missionario. Alla soglia dei sessant’anni, infatti, decise di condividere con la moglie l’esperienza dei figli per un periodo di volontariato missionario in Brasile con l’Operazione Mato Grosso. Più volte aveva detto:

La morte ci deve trovare vivi

Il 18 dicembre 1972, a Campo Grande (Brasile), nel corso di una riunione fu stroncato da un nuovo infarto. La sua salma, trasportata in Italia, riposa ora nella Basilica di Sant’Agostino a lui tanto cara. Papa Francesco l’ha dichiarato Venerabile il 9 ottobre 2013.

Attilio è un laico che come il «granello di senape» (Mt 13,32) del Vangelo è fiorito quale albero frondoso e ricco di frutti, sui cui rami tanti hanno trovato accoglienza e ristoro e nel cui esistere molti possono scoprire ancora oggi un amico. Il cammino di fede di Attilio è andato infatti progressivamente crescendo, raggiungendo quelle vette di santità che egli additava e a cui camminava in compagnia di tanti. La sua vita di cristiano impegnato ha preso un orientamento così deciso e personale da scoprire: «la gioia di servire Cristo», di «non essere dei buoni alla buona», di «andare controcorrente».

Nel 50° anniversario della morte del Venerabile Attilio Giordani, domenica 18 dicembre la sua parrocchia di Sant’Agostino a Milano (via Copernico) lo ricorda alle 10 nella Santa Messa presieduta don Giuliano Giacomazzi, Superiore dell’Ispettoria Italia-Lombardo Emiliana, e alle 18.30 nella Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Dopo la Messa celebrata dall’arcivescovo, in parrocchia sarà inaugurata una mostra. Anche in Brasile a Poxoréu e Campogrande sono programmate celebrazioni per commemorare il Venerabile Attilio Giordani.

Quaranta storie per imparare la saggezza: i podcast di don Bruno Ferrero

Don Bruno Ferrero presenta quaranta storie per imparare la Saggezza, una raccolta di racconti ripresi dalle sue pubblicazioni per ELLEDICI rivolte ai più piccoli, per concludere la giornata con una dolce storia ed un buon pensiero.

Tutte le storie sono disponibili come podcast, pubblicati sulle principali piattaforme, e come video. Trovate tutte le informazioni su come ascoltarle nella landing page dedicata:

 

Scopri inoltre le storie di don Bruno nei suoi libri, pubblicati per ELLEDICI:

 

Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023: tutti invitati a partecipare

Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023 si terrano a Torino-Valdocco dal 12 al 15 gennaio con alcuni momenti accessibili a tutti attraverso i collegamenti digitali. Di seguito la notizia con i dettagli a cura del sito ANS.

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Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana sono un appuntamento immancabile, da più di quarant’anni, per tutti coloro che si riconoscono nel carisma di Don Bosco. Sono un’occasione per condividere sogni, speranze, attese e, in quest’anno in particolare, una opportunità per conoscere e approfondire la dimensione laicale della Famiglia Salesiana e ascoltare dalla viva voce del Rettor Maggiore il messaggio della Strenna per il nuovo anno. È, in definitiva, l’occasione per attingere alle radici del proprio essere “di Don Bosco”.

Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS) del 2023 si svolgeranno a Torino-Valdocco dal 12 al 15 gennaio, con alcuni momenti accessibili a tutti attraverso i collegamenti digitali: in particolare, la Messa mattutina delle ore 9.00 e le sessioni pomeridiane dalle ore 15:00 alle 17:30 (UTC+1).

In totale sono attese presso la Casa Madre dei Salesiani circa 250 persone – molte delle quali si sono già iscritte ufficialmente all’evento – e oltre al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, saranno presenti tutti i membri del suo Consiglio Generale, diversi Superiori e Responsabili Maggiori, e dei rappresentanti di quasi tutti e 32 i gruppi della Famiglia Salesiana.

“Desideriamo realizzare una bella esperienza di vita salesiana, di condivisione tra noi tutti e di riflessione sulla Strenna del Rettor Maggiore”

ha commentato don Joan Lluís Playá, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato della Famiglia Salesiana.

Le giornate inizieranno nella mattinata di giovedì 12 con l’accoglienza degli ospiti e le visite a Valdocco e al Museo Casa Don Bosco per quanti lo desidereranno. Nel pomeriggio, dopo le attività introduttive e i saluti di benvenuto, si entrerà subito nel vivo dei lavori con la presentazione della Strenna da parte di Don Á.F. Artime. La Messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice e la “buonanottesalesiana chiuderanno la giornata.

Venerdì 13 si aprirà con la Messa in Basilica e una sessione di riflessione nei gruppi di appartenenza per i vari membri della Famiglia Salesiana; nel pomeriggio si procederà invece ad una tavola rotonda con diversi esperti, con possibilità di domande anche dalle diverse Regioni del mondo salesiano, così come di un dibattito successivo per i partecipanti in presenza. La serata si completerà con l’esperienza comunitaria della “Via Lucis”, percorso liturgico-devozionale nato proprio nella Famiglia Salesiana.

Le attività di sabato mattina procederanno analogamente a quelle del giorno precedente; nel pomeriggio, invece, la sessione assembleare prevedrà un approfondimento sulla santità salesiana, cui seguirà il momento giovanile durante il quale verranno condivise diverse buone pratiche di servizio con i giovani membri dei gruppi della Famiglia Salesiana, ed infine la serata di fraternità.

L’ultima giornata, infine, si aprirà anch’essa con la Messa mattutina dalla Basilica di Maria Ausiliatrice, proseguirà con un raduno per gruppi di appartenenza, un momento assembleare con la presentazione e il saluto di un nuovo Responsabile Mondiale, e le valutazioni e conclusioni finali da parte di don Playá e del Rettor Maggiore.

Nell’attesa di quest’appuntamento, diversi animatori dei vari gruppi della Famiglia Salesiana hanno lanciato i loro inviti a partecipare, e hanno ricordato la necessità di iscriversi, per tutti coloro che desiderano esserci in presenza, attraverso l’apposito link.

“Non puoi mancare! È proprio Don Bosco che ti aspetta nella sua casa, a Valdocco, dal 12 al 15 gennaio 2023, per ricaricare il tuo entusiasmo da portare nel quotidiano, nella missione verso i giovani e tutti coloro che incontrerai” conclude con entusiasmo la sig.ra Tiziana Basciu, dei Salesiani Cooperatori.

Brasile: Mons. Jonas Abib, fondatore di Canção Nova, ha raggiunto la Casa del Padre

Dal sito ANS.

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La Comunità di Canção Nova, il 25° gruppo della Famiglia Salesiana, ha annunciato la scomparsa del suo fondatore, Mons. Jonas Abib, di 85 anni, deceduto nella sua casa di Cachoeira Paulista, nello Stato di San Paolo lunedì 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe, alle 22:14 locali. Mons. Abib è stato uno dei religiosi che più si sono distinti nell’azione evangelizzatrice della Chiesa Cattolica in America Latina, utilizzando i media e organizzando grandi eventi di evangelizzazione.

Mons. Abib da maggio 2021 era sottoposto a un trattamento chemioterapico per un mieloma multiplo ed è spirato per un’insufficienza respiratoria.

Oltre ad essere stato il fondatore della Comunità di Canção Nova, Mons. Abib è stato Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, ente capogruppo del Sistema di Comunicazione Canção Nova e della Rete di Sviluppo Sociale Canção Nova, nonché Rettore del Santuario del Padre delle Misericordie a Cachoeira Paulista.

Predicatore, musicista, scrittore e redattore per il portale e la rivista “Canção Nova”, ha ricoperto la carica di Vicepresidente del Direttorio esecutivo della Fraternità Cattolica Internazionale, organo collegato al Pontificio Consiglio per i Laici della Santa Sede, a Roma, ed è stato uno dei membri del Consiglio Nazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico in Brasile (RCC).

Noto omelista e punto di riferimento per la musica cattolica, Jonas Abib era nato il 21 dicembre 1936, nella città di Elias Fausto, Stato di San Paolo, da Sérgio Abib, di origine siro-libanese, e Josepha Pacheco Abib, di origine italiana.

All’età di 12 anni si trasferì a Lavrinhas per iniziare gli studi nella Congregazione Salesiana. Studiò Filosofia presso l’Istituto Salesiano di Filosofia e Pedagogia di Lorena e Teologia presso l’Istituto Teologico Salesiano “Pio XI” di San Paolo. Venne ordinato sacerdote nel 1964, scegliendo come suo motto “Ho fatto tutto per tutti”.

Iniziò il suo lavoro con i giovani promuovendo incontri e ritiri per ragazzi e ragazze di San Paolo; e dopo aver aderito al Rinnovamento Carismatico Cattolico, nel 1971, si impegnò ancora di più nel lavoro con i giovani.

Il 2 febbraio 1978 fondò la Comunità Canção Nova, con la missione di evangelizzare comunicando Gesù e la vita nuova che è venuto a portare, attraverso incontri e mezzi di comunicazione sociale. Due anni dopo inaugurò “Rádio Canção Nova”, a Cachoeira Paulista (SP), e nel 1989 “TV Canção Nova”.

Nel 2002, mons. Jonas Abib ebbe modo di incontrare Papa Giovanni Paolo II, un incontro che rappresentò per lui la conferma della sua missione. Nel 2006 ricevette il dalla Conferenza Episcopale Cattolica Brasiliana il “Premio Santa Clara” per il documentario sul Concilio Vaticano II, prodotto da TV Canção Nova.

All’età di 70 anni fece registrare il DVD “Como é linda a nossa família” (Com’è bella la nostra famiglia), contenente lo spettacolo tenutosi presso il teatro dell’Academia Militare “Agulhas Negras”, a Resende, ed uscito il 2 febbraio 2008 in occasione dei 30 anni della Comunità. Era un’opera che raccoglieva alcuni dei brani simbolo del percorso della comunità nella musica cattolica.

Il 17 ottobre 2007 ricevette dal Vaticano il titolo di “monsignore”, su richiesta di mons. Benedito Beni dos Santos, allora vescovo della diocesi di Lorena (SP), nel cui territorio Canção Nova ha la sua sede. Si trattò di un riconoscimento ai rilevanti servizi da lui resi alla Chiesa e al popolo di Dio.

Nel gennaio 2010 poté celebrare l’ammissione di Canção Nova nella Famiglia Salesiana, approvata dal Consiglio Generale dei Salesiani a Roma. Il riconoscimento pontificio definitivo della comunità cattolica ha avuto luogo il 29 giugno 2014, nella solennità di San Pietro e San Paolo. Nello stesso anno, nella sede di Canção Nova si è tenuta la cerimonia di dedicazione del Santuario del Padre delle Misericordie e si è celebrato anche il 50° anniversario di sacerdozio di mons. Jonas Abib.

Un altro titolo che ricevette fu quello di Dottore Honoris Causa in Comunicazione Pastorale, conferitogli dal Centro Universitario Cattolico Salesiano Auxilium – UniSalesiano, il 31 marzo 2017.

Con tutta la sua vita mons. Jonas Abib ha insegnato che la santità è un’urgenza e si è speso fino all’ultimo istante per vivere nell’ottica “O santi o niente”; e durante l’esercizio del suo ministero sacerdotale ha dato “sangue, sudore e lacrime” per la salvezza le anime.

È scritto nella conclusione del comunicato inviato per questa circostanza da Canção Nova:

“L’intero corpo di Canção Nova si stringe in questo momento di dolore per la perdita del suo padre spirituale, il grande creatore di quest’Opera che oggi conta più di 1.300 membri sparsi in tutto il Brasile e all’estero. Allo stesso tempo, con cuore contrito e addolorato, la Comunità e tutti coloro che fanno parte della famiglia di Canção Nova riaffermano la loro speranza nella Risurrezione (…). Canção Nova è grata per l’affetto e le condoglianze per la perdita del caro mons. Jonas Abib e si impegnerà ancora di più affinché i suoi preziosi e innumerevoli insegnamenti possano raggiungere sempre più persone, affinché possano sperimentare un incontro personale con Gesù, così come egli fece e non si stancò mai di testimoniare”.

 

“I sorrisi di Banca Reale”: Banca Reale in sostegno dei bambini ucraini accolti da Salesiani per il Sociale

Pubblichiamo il comunicato stampa di Salesiani per il Sociale sulla donazione di Banca Reale a favore dei bambini ucraini accolti nelle strutture salesiane.

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Per contribuire concretamente ai bisogni delle famiglie ucraine colpite dall’emergenza umanitaria, in occasione del Natale, Banca Reale desidera offrire il proprio sostegno ai 300 bambini ucraini accolti dai Salesiani per il Sociale. Con l’iniziativa “I Sorrisi di Banca Reale”, tutti i dipendenti della banca hanno scelto di rinunciare alla loro tradizionale strenna natalizia devolvendo la cifra ricavata all’organizzazione no profit guidata dal Presidente Don Francesco Preite.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un contributo al supporto scolastico e psicologico dei bambini e dei ragazzi ucraini che, una volta inseriti nelle scuole italiane hanno necessità di ricevere un vero e proprio sostegno.

I Sorrisi di Banca Reale” si inserisce in un percorso di azioni intraprese da Reale Group che, da marzo 2022, ha agevolato una rete di sostegno virtuosa a favore della popolazione ucraina colpita duramente dalla violenza della guerra. Fin dall’inizio del conflitto, Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, ha affiancato diversi enti benefici, quali l’Ospedale Infantile Regina Margherita, CasaOz, Sermig, UGI, Adisco Sezione Piemonte – in collaborazione con la Regione Piemonte – per fornire una risposta pronta e immediata ai bisogni delle famiglie colpite da questa grave emergenza umanitaria.

Quest’anno i bambini ucraini hanno vissuto gli orrori della guerra e sono stati spettatori innocenti della brutalità del conflitto – ha dichiarato Giuseppe Pollio Direttore Chief Operating Officer di Banca Reale – Proprio per questo i dipendenti di Banca Reale desiderano dimostrare calore e vicinanza ai piccoli profughi ucraini e alle loro famiglie, accolte dai Salesiani per il Sociale, attraverso un gesto simbolico che speriamo possa facilitare la loro integrazione. La scelta di offrire un supporto scolastico e psicologico ai bambini,  colloca la nostra iniziativa in un percorso più ampio, che non guarda al presente bensì al futuro: crediamo che l’istruzione sia un veicolo d’inclusione ed equità sociale, che permette ad ogni persona di gettare delle solide basi per costruire il proprio domani”.

“L’emergenza Ucraina, passata l’ondata emotiva della prima ora, non ha cessato di esistere. Nei primi mesi abbiamo spalancato le porte delle case salesiane ed accolto chi fuggiva dall’orrore della guerra, specialmente famiglie, mamme con bambini di ogni età – dichiara don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale APS -. L’integrazione sociale, scolastica, culturale nonché l’assistenza medica, richiedono un costante sostegno. Per questo a nome di tutta la rete di Salesiani per il Sociale ringrazio Banca Reale e tutti i suoi dipendenti: il loro gesto generoso darà un contributo al percorso di sostegno messo in piedi per accogliere e accompagnare questi nostri fratelli e sorelle in difficoltà. Nello stesso tempo invochiamo la pace in Ucraina”. 

Gli auguri di Natale da Pechino di don Michele Ferrero

Pubblichiamo il messaggio di don Michele Ferrero, sdb e docente di letteratura latina all’Università di Pechino in Cina, per le festività natalizie di quest’anno.

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C’è una potenza nel Natale che le potenze di questo mondo non conoscono

Qui a Pechino, nel 2022, si vive nella paura. Non è un segreto. E’ un successo. Significa che il controllo funziona bene.

La gente ha il terrore degli uomini in tuta bianca. Ha terrore dei censori online. Ha terrore del prossimo ordine dall’alto, che viene sempre comunicato a tarda notte (tutti devono tenere il telefonino sempre acceso). Gli studenti hanno paura dei professori. I professori hanno paura di essere denunciati dagli studenti. Le autorità in università hanno paura di non essere abbastanza spietati, perché i dirigenti sopra di loro hanno la stessa paura. Le autorità hanno paura di perdere il controllo delle notizie.

La misericordia è un peccato. La dolcezza un crimine. Il dialogo un abominio. È scritto nei documenti ufficiali che gli ufficiali da promuovere sono quelli che non dimostrano pietà. E non basta obbedire ciecamente senza domande e senza obiezioni. Bisogna anche ringraziare, perché “potrebbe essere peggio.”

“Grazie padrone che mi bastoni solo due volte al giorno invece di tre”.

Quelli scaltri, furbi, senza scrupoli si adattano bene.  Non esiste vero o falso. Non esiste giusto o sbagliato. Non esiste buono o cattivo. Finalmente il frutto della decisione del bene e del male è di nuovo nelle mani umane.

Ma il Natale è diverso, anche qui a Pechino.  Il bambinello è così fragile. La madre così gentile e servizievole. Il padre confuso ma con un grande senso di che cosa sia giusto e che cosa non lo sia. C’è una potenza nel Natale che le potenze di questo mondo non conoscono.  Anche qui a Pechino.

I pastori si avvicinarono al bambino, come si avvicinano tanti Cristiani cinesi con una fede solida come la roccia. Insegno anche in seminario (controllato dal governo): vedo quanto pregano.  Seguo alcuni gruppi di studio della Bibbia: vedo quanto vogliono ascoltare la Parola. I Magi si inginocchiarono, ma senza dirlo a Erode, come alcuni studenti che conosco.

Anche qui, in un altro lockdown, i misericordiosi trovano misericordia, i miti possiedono la terra, coloro che piangono trovano un senso, e c’è chi usa i propri talenti per creare pace.

Anche qui a Pechino, come dappertutto dove Gesù nasce, c’è una schiera infinita di angeli invisibili.  Non cantano solo “Gloria”. Aprono anche le porte a un Regno che non è di questo mondo. Dove ognuno può entrare.  E dove si parla anche Cinese.

Pechino, Dicembre 2022

Don Michele Ferrero

Buon Natale a tutti.

Strenna 2023: le altre proposte dei poster

Dopo l’uscita del poster della Strenna 2023, su richiesta del Rettor Maggiore, il Settore per la Comunicazione Sociale ha contattato diversi grafici di varie parti del mondo perché ideassero delle loro proposte per il poster che accompagna il messaggio “Come lievito nella famiglia umana di oggi. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”.

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Nei lunghi mesi di lavorazione che precedono l’uscita ufficiale del messaggio della Strenna per il nuovo anno, il Settore per la Comunicazione Sociale, su richiesta del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha contatto diversi centri di comunicazione sociale e grafici di varie parti del mondo perché ideassero delle loro proposte per il poster che accompagna il messaggio. Sebbene, come noto, i poster ufficiali siano già stati individuati nelle due opzioni elaborate dell’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria del Portogallo e dal grafico spagnolo Agustín de la Torre, lo stesso Rettor Maggiore si è pronunciato per permettere la diffusione digitale delle altre proposte pervenute, tutte in grado di veicolare, in forme e stili diversi, il motto prescelto per il 2023: “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA DI OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”.

Le altre proposte vagliate dal Rettor Maggiore sono arrivate dall’India, ad opera del salesiano don Paul Sathish, dell’Ispettoria di India-Chennai (INM); dal grafico italiano Fabrizio Emigli, già ideatore di poster della Strenna in anni passati; e dal centro multimediale della Famiglia Salesiana cilena “Caetera Tolle”.

Per quanto riguarda la prima proposta, quella di don Sathish, il contesto rappresentato illustra un lavoro di squadra, in cui tutti contribuiscono a produrre il pane della vita per l’umanità. Tutti sono coinvolti e indaffarati con la propria capacità a produrre il pane. Anche Don Bosco e sua madre sono presenti sullo sfondo con l’intento di guidare e ispirare le persone incoraggiandole a impegnarsi. “Ognuno ha un ruolo e contribuisce alla realizzazione finale del prodotto. Il lievito nel quadro è appena percettibile e quasi nascosto, ma i suoi frutti appaiono visibilmente nei prodotti finali e soprattutto negli atteggiamenti e nei gesti dei personaggi rappresentati” ha spiegato il salesiano.

Da parte sua, il grafico Emigli ha così illustrato la sua proposta:

“Buon cristiano e onesto cittadino”. Mi son sempre sentito parte della ‘Famiglia Laica’ salesiana: prima da giovane oratoriano, poi impegnato nel Servizio Civile, nell’Associazionismo, fino a mettere a disposizione dei Salesiani la mia professionalità di grafico pubblicitario. Questa breve introduzione per ‘raccontare’ il mio rapporto con Don Bosco e coi salesiani che non è mai stato solo un rapporto di scambi professionali. Quello della Strenna 2023, quindi, è un tema a me particolarmente caro.

“Nel disegno è Don Bosco stesso che aiuta i due bambini a preparare la base per l’impasto e partecipa al rito della preparazione del pane (mi piaceva che fosse una preparazione giocosa; i bambini si divertono spesso a impiastricciare con acqua, farina e lievito, con accanto gli adulti complici e coinvolti in un’impresa che sta a metà tra l’insegnamento di come si prepara il cibo, del rispetto che bisogna averne, ma anche di come ci si possa divertire a unire la Famiglia in un gioco educativo). Ho volutamente inserito Don Bosco fra i membri della famiglia, senza distacco; una presenza discreta ma fondamentale nella scena. Lui partecipa al gesto di spolverare lievito sull’impasto, controlla, insegna, educa, guarda la scena (ed è ‘NELLA SCENA’) come amico, commensale ad aggiungere l’ingrediente stesso che influenza, condiziona e trasforma l’intera pasta.

Lo stile scelto è a metà tra la ritrattistica e il fumetto (mi sono ispirato alle vecchie copertine de ‘La Domenica del Corriere’ e ai disegni di Norman Rocwell). La base bianca su cui poggia e spicca il disegno, ha una leggera trama ruvida (appena percettibile) che aggiunge calore e senso di famiglia e di casa all’intera scena.

 

Infine, dal Cile, i responsabili del centro multimediale “Caetera Tolle” illustrano:

Abbiamo scelto un’illustrazione con colori vivaci che trasmettessero gioia e calore, interpretata con uno stile moderno che attirasse l’attenzione soprattutto di bambini, adolescenti e giovani, e contemporaneamente risvegliasse lo spirito giovanile in tutti gli altri membri della Chiesa.

A proposito dell’immagine centrale: per collegare il concetto di lievito nella parabola di Gesù con la riflessione e l’invito del Rettor Maggiore, ci siamo posti diverse domande: innanzitutto cosa fa il lievito nel pane? Poi, in che modo ciascuno di noi, nel suo ruolo di lievito, ha un effetto sulla famiglia umana (il pane)? In conclusione, ognuno di noi è parte di quel lievito che, in unione e condivisione con gli altri, nutre la società e fa crescere la Chiesa, proprio come cresce il pane.

Abbiamo così pensato al pane come simbolo del messaggio di Gesù e, ispirandoci all’Ultima Cena, ma adattandola alla figura della Famiglia Salesiana, abbiamo deciso di mettere Don Bosco al centro dell’immagine come primo messaggero di questa famiglia e come primo lievito. Intorno a lui c’è il resto della comunità salesiana, rappresentata da tutti noi che la componiamo e a cui questa Strenna 2023 è rivolta. Quindi a fianco di Don Bosco sono ritratti in primo luogo un sacerdote e una religiosa, e poi tutti coloro che hanno un ruolo più rappresentativo: i laici, uomini e donne di diverse razze, età, caratteristiche, professioni e ruoli in tutto il mondo. Tutti insieme condividono il pane (il messaggio di Gesù) e ognuno replica la condivisione, diventando così nuovo lievito, quindi un nuovo messaggero di Cristo, con la missione di portarlo nei loro diversi mondi, con i loro coetanei, nei loro diversi lavori e da coloro che soffrono le stesse afflizioni. In questo modo, il vigile del fuoco diventa un lievito nel suo ambiente, la suora africana porta il messaggio di Gesù negli angoli più abbandonati della società, la famiglia di immigrati, che cerca il proprio posto nel mondo, è il lievito per chi si trova nella stessa situazione, e così via…

Il nostro poster vuole indicare che ognuno di noi è chiamato a essere il lievito del mondo in cui viviamo, dove grazie alla nostra diversità, semplicità e umiltà possiamo portare il messaggio di Gesù in ogni luogo, esprimendo il suo amore con le nostre azioni e parole.