Vivere e confrontarsi: lo spirito della settimana comunitaria per il triennio

I Salesiani organizzano la Settimana Comunitaria: un’occasione per confrontarsi, per fare esperienza di fede e preghiera, amicizia, condivisione, dialogo e ascolto, condividendo la vita di ogni giorno insieme ad altri giovani con un’ équipe mista di salesiani.
Una settimana in cui si partecipa alla propria vita ordinaria – viene garantito, infatti, il tempo di andare a lezione in università, studiare e lavorare – arricchendola quotidianamente con momenti di incontro, condivisione e preghiera nella forma della vita comunitaria.
La Settimana Comunitaria si terrà a Valdocco da Venerdì 23 Febbraio, a partire dalle ore 17.30, fino alle 16 di Venerdì 3 Marzo, ed è rivolta a tutti i ragazzi dalla 3ª alla 5ª superiore che frequentano (o hanno già frequentato) i gruppi “GR GxG” e per tutti i giovani che desiderano approfondire la conoscenza di una comunità salesiana.
Vi sarà la possibilità anche di parteciparvi solo un periodo:
– dal 23/02 dalle ore 17.30 al 25/02 alle 15.30
– dal 25/02 dalle ore 18.00 al 2/03 alle 16.00.
Per partecipare è necessario il confronto con il responsabile del proprio centro.
Alla domanda “Perché partecipare alla settimana comunitaria?” don Fabiano Gheller, delegato dell’Animazione Vocazionale dei Salesiani dell’Ispettoria, replica immediatamente: “Per vivere come don Bosco con altri giovani, nella normalità di settimane colme di studio, nella terra santa salesiana. Provare per credere!”

Per maggiori informazioni:

Don Fabiano Gheller
Telefono – +39 339 2880556
Mail – fabiano.gheller@31gennaio.net


Quaresima 2018: il materiale per l’animazione

Arriva la Quaresima. Ed arrivano anche i materiali per l’animazione di questo importante momento che ci prepara all’arrivo della solennità per eccellenza: la Resurrezione di Gesù. Una ricca offerta a vostra disposizione divisa in base all’età dei ragazzi: medie e superiori.

Ecco, la spiegazione a cura del delegato di Pastorale Giovanile, Don Stefano Mondin:

Carissimi confratelli e collaboratori laici,

Il nostro cammino al seguito di Gesù continua. A guidarci è ancora la Proposta Pastorale di quest’anno, che ci propone di riscoprire la Chiesa come: “Casa per molti, Madre per tutti”, nessuno escluso. Nella prima parte dell’anno ci siamo fatti prendere per mano da Maria, e lei lungo tutto l’avvento ha camminato con noi e ci ha portati con gioia al Natale. In questa quaresima ci accompagneranno altri discepoli. Maria continua a camminare con noi anche verso la Pasqua: la ritroveremo sotto la Croce accanto a Giovanni e nel Cenacolo con Tommaso e gli altri apostoli.
A tutti buon cammino, con l’augurio di arrivare preparati e con cuore sereno a celebrare la Santa Pasqua.
Il materiale è pensato come un percorso alla riscoperta del cammino fatto dai discepoli che hanno seguito Gesù: un cammino che si compone sempre di questi tre momenti:

1) desiderio di seguire Gesù,

2) conversione,

3) sequela.

I discepoli scelti e proposti per questa quaresima sono: Pietro, Giovanni e Tommaso. Ciascuna di queste figure guiderà due delle sei settimane. Per ogni discepolo scopriremo, di settimana in settimana, un aspetto che caratterizza il suo e nostro cammino nel seguire Gesù. Ci proponiamo di fare questo in particolare attraverso “Il Buongiorno”, testimonianze di vita, video, canzoni, celebrazioni e attività.

 

 

 

 

VIDEO

A breve verranno pubblicati alcuni video per accompagnarci in questo periodo quaresimale di commento al Vangelo del giorno.

Video Commenti al Vangelo

 

Infine, un video realizzato dall’ufficio di Pastorale Giovanile che si configura come un esercizio di conversione:

24-25 Febbraio: Savio Club al Colle

L’appuntamento con i weekend Savio Club, l’iniziativa rivolta a ragazzi e ragazze di 1°, 2° e 3° media, torna il 24-25 Febbraio 2018  dalle 16:00 del sabato alle 16:00 della domenica presso Colle Don Bosco.

L’esperienza regala un fine settimana in allegria insieme agli animatori del MGS Piemonte, ai salesiani e alle figlie di Maria Ausiliatrice. Per la partecipazione all’evento è necessario portare con sè: cena al sacco, quaderno ad anelli A5 e penna, federa, lenzuolo o sacco a pelo.

Si ricorda che le iscrizioni vanno effettuate entro Martedì 20 Febbraio 2018 previa comunicazione al responsabile del proprio centro. Si prevede una quota di partecipazione.

Lettera del Rettor Maggiore in risposta alla Dichiarazione di Mattarella per la festa di Don Bosco

Si riporta, qui di seguito, la lettera del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di don Bosco, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in risposta alla dichiarazione rilasciata dallo stesso in occasione del 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco:

Egregio e Illustrissimo Sig. Presidente della Repubblica,

Apprendiamo con gioia dai mezzi di informazione la Dichiarazione che Ella ha divulgato in occasione della Festa liturgica di San Giovanni Bosco, di cui questo 31 gennaio sono ricorsi i 130 anni dalla morte.

Le Sue parole hanno tratteggiato con precisione e con un diffuso affetto la figura del nostro Padre e Santo Fondatore. Il suo impegno sociale e la sua passione evangelizzatrice, rivolti primariamente ai giovani poveri e abbandonati, di cui Lei ha fatto memoria, sono vivi oggi nella nostra Congregazione e nei diversi gruppi della Famiglia Salesiana.

Nostra opera costante è quella, in comunione con le Istituzioni e con la Chiesa, di promuovere spazi e tempi di umanizzazione, di progresso e coesione sociale, di incontro con il messaggio evangelico. Don Bosco ha svolto storicamente la sua opera in quel tempo, ricco e contraddittorio insieme, che ha portato all’Unità d’Italia. Con il suo motto “buoni cristiani ed onesti cittadini” crediamo abbia contribuito a far crescere quel sentimento unico di passione sociale che unifica il popolo italiano da Lei rappresentato, concorrendo altresì a farlo conoscere nei diversi paesi dove l’opera del suo carisma è giunta.

Speriamo ardentemente e operiamo costantemente al fine di non venire meno al compito lasciatoci, fornendo il nostro aiuto a realizzare quello spirito comune, europeo e mondiale, di fratellanza, di solidarietà e di coesione, rivolto al progresso di ogni persona e conseguentemente della società intera.

Cordialmente in Don Bosco,

Don Ángel Fernández Artime

 

Dichiarazione del Presidente della Repubblica

in occasione del 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco

In data 31 Gennaio 2018, sul sito del Quirinale è stata pubblicata la dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione del 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco:

«Ricorre oggi il 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco, sacerdote fondatore dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice, educatore che la società italiana ha avuto modo di apprezzare per l’attenzione ai giovani, per la passione, per l’impegno nell’aiutare tante persone in condizione di avvilente povertà ed emarginazione.

Le umili origini sono state, nella vita di Don Bosco, una radice dalla quale ha tratto permanente orientamento. La sua intelligenza, le sue doti di socialità, le sue grandi capacità organizzative, ispirate alla testimonianza evangelica, sono state dirette alla realizzazione di opere che hanno raggiunto un gran numero di ragazzi, di bimbi lavoratori, di giovanissimi, offrendo loro spazi preziosi di accoglienza, istruzione, formazione, di solidarietà, di crescita individuale e comunitaria. Seppe fare propria la questione sociale e costruire crescenti spazi di cittadinanza.

In molte parti dell’Italia e del mondo l’impronta di Don Bosco, e delle congregazioni da lui promosse, è tuttora viva. Tanti italiani devono ai Salesiani un pò della loro cultura, della loro formazione di cittadini. La continuità delle opere di Don Bosco rappresenta un contributo alla coesione e al progresso sociale, valori che arricchiscono un Paese, e aiutano l’intera comunità ad affrontare le sfide dei tempi».

Roma, 31 gennaio 2018

Profili di Santità laicale

“Laici, Salesiani, in un mondo che cambia” – Profili di Santità laicale
Sabato 10 Febbraio 2018
Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice

La Famiglia Salesiana del Piemonte e della Valle d’Aosta organizza, Sabato 10 Febbraio 2018, un incontro di studio, riflessione e condivisione dal titolo “Laici, Salesiani, in un mondo che cambia” presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Piazza Maria Ausiliatrice, 35 a Torino.

Un’iniziativa rivolta ai membri della Famiglia Salesiana con la finalità di incontrarsi durante questo anno pastorale e riflettere intorno ad alcune domande ritenute urgenti in questo preciso momento storico.

In tale occasione, l’innesco del confronto sarà incentrato sulla Santità Laicale, cercando di sfogliare una galleria di ritratti di fedeli che hanno percorso il cammino della santità e generosamente si sono impegnati nell’ambito sociale ed ecclesiale.

Il programma osserverà i seguenti orari:

ore 14.30 – Accoglienza
ore 14.50 – Preghiera
ore 15.15 – Relazione
ore 16.30 – Confronto in gruppi
ore 17.30 – conclusione e Saluti

INFO & ISCRIZIONI entro il 3 Febbraio 2018 a: segretaria@fma-ipi.it  oppure a enrico.lupano@31gennaio.netù

 

Festa don Bosco 2018

Festa don Bosco 2018

Una ricorrenza che è “un contributo alla coesione e al progresso sociale e aiuta l’intera comunità ad affrontare le sfide dei tempi”

Un “guazzabuglio cromatico” non solo per gli astrofili che aspettavano da tempo la Superluna blu e rossa, ma anche per tutti gli amici che si sono mobilitati per la festa in onore di Don Bosco, colorando con ragione, religione e amorevolezza i cortili, le chiese, le parrocchie e le strade. Qui don Bosco ha pregato i suoi figli di continuare la sua opera: l’affluenza registrata nei luoghi salesiani del Piemonte e Valle D’Aosta, e non solo, conferma che la sua intuizione sul metodo educativo preventivo – che vede nel peccato del giovane il vero nemico da combattere – continua ad essere viva nei cuori di moltissimi che si sono ricavati 5 minuti o una giornata intera da trascorrere laddove si respira il profumo del Santo dei Giovani.

Ecco un racconto attraverso le voci, i volti e le parole di chi ha voluto spendere questo 31 gennaio appena trascorso in compagnia di Giovanni Bosco e dei suoi figli.

Dichiarazione del Presidente della Repubblica

in occasione del 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco



In data 31 Gennaio 2018, sul sito del Quirinale è stata pubblicata la dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione del 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco:

«Ricorre oggi il 130° anniversario della morte di Giovanni Bosco, sacerdote fondatore dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice, educatore che la società italiana ha avuto modo di apprezzare per l’attenzione ai giovani, per la passione, per l’impegno nell’aiutare tante persone in condizione di avvilente povertà ed emarginazione.

Le umili origini sono state, nella vita di Don Bosco, una radice dalla quale ha tratto permanente orientamento. La sua intelligenza, le sue doti di socialità, le sue grandi capacità organizzative, ispirate alla testimonianza evangelica, sono state dirette alla realizzazione di opere che hanno raggiunto un gran numero di ragazzi, di bimbi lavoratori, di giovanissimi, offrendo loro spazi preziosi di accoglienza, istruzione, formazione, di solidarietà, di crescita individuale e comunitaria. Seppe fare propria la questione sociale e costruire crescenti spazi di cittadinanza.

In molte parti dell’Italia e del mondo l’impronta di Don Bosco, e delle congregazioni da lui promosse, è tuttora viva. Tanti italiani devono ai Salesiani un pò della loro cultura, della loro formazione di cittadini. La continuità delle opere di Don Bosco rappresenta un contributo alla coesione e al progresso sociale, valori che arricchiscono un Paese, e aiutano l’intera comunità ad affrontare le sfide dei tempi».

Roma, 31 gennaio 2018


La redazione del TG regionale dell’emittente televisiva Rete7 ha realizzato lo speciale “Festa di Don Bosco: un’occasione per ricordare l’importanza dei giovani e della loro educazione. A ribadirlo da Valdocco, l’arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia.”

L’editoriale del vaticanista Francesco Antonio Grana della redazione online de “Il Fatto Quotidiano” ha scritto:

I sogni di don Bosco, quelli che piacevano anche ai laici

Sognare è lecito. Anche nella Chiesa. C’è chi sognava da tempo un Papa come Jorge Mario Bergoglio: pauperista e attento agli scartati del pianeta. C’è chi, invece, soprattutto nelle gerarchie ecclesiastiche, sogna che questo pontificato sia archiviato rapidamente e che resti soltanto come una parentesi nella bimillenaria storia della Chiesa cattolica. C’è ancora chi, come il popolo di quell’Argentina che ha dato i natali a Bergoglio, sogna un viaggio del Papa nella sua patria. Un vero e proprio miraggio dopo ben cinque anni di pontificato e mentre Francesco, dalla fine dell’agosto scorso, non ha ancora nominato il nunzio apostolico in Argentina.

Anche i santi sognano. Lo sa bene don Giovanni Bosco, il fondatore dei salesiani, e non solo perché ha fatto davvero sognare in grande migliaia di ragazzi di ieri e di oggi. Ma perché è stato un vero e proprio “sognatore”. Lo dimostra…continua a leggere….

Una galleria fotografica del 31 Gennaio 2018

grazie alla collaborazione del salesiano, don Antonio Saglia


Guarda le foto della Festa di Don Bosco 2018

Omelia dell’Arcivescovo di Torino

in occasione della Celebrazione della Festa di Don Bosco



La S. Messa della Festa di San Giovanni Bosco delle ore 11.00 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino è stata impreziosita dalla presenza di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino. Di seguito, l’omelia con la quale ha accolto i fedeli:

Cari amici, la festa di san Giovanni Bosco di quest’anno 2018 è molto importante, perché ci introduce nel tempo della preparazione prossima al SINODO DEI GIOVANI, in programma per settembre. Di questo Sinodo abbiamo a lungo trattato nell’Assemblea diocesana del maggio-giugno scorso, il frutto della quale è stata la lettera pastorale «Maestro, dove abiti?».

DON BOSCO OFFRE  agli educatori e ai giovani stessi un metodo concreto per evangelizzare il mondo giovanile, che è ancora valido e attuale oggi. Esso si basa sull’amore rivolto ad ogni giovane, accolto così come è e vive, senza pregiudizi o preconcetti, che allontanano il cuore e rendono sterile ogni tentativo di approccio e accompagnamento verso il Maestro divino.

IL PAPA A TORINO nel 2015 disse, proprio qui in questa basilica di Maria Ausiliatrice, che bisogna evangelizzare i giovani, educare a tempo pieno i giovani, a partire dai più fragili e abbandonati, proponendo uno stile educativo fatto di ragione, religione e amorevolezza, universalmente apprezzato come “sistema preventivo”. Si tratta di quella mitezza e tenerezza tanto forte di Don Bosco, che certamente egli aveva imparato da mamma Margherita.
Il Vangelo ci ha detto che noi adulti dobbiamo farci come bambini, se vogliamo entrare nel Regno dei cieli. Dobbiamo ASCOLTARE DI PIU’ E MEGLIO i giovani, non dando loro l’impressione di essere accomodanti solo per attirarne la simpatia e benevolenza. Tali atteggiamenti paternalistici ottengono il contrario di quello che pensiamo e allontanano i giovani, perché non prendono sul serio le loro ragioni e quei tipici atteggiamenti di indipendenza e autonomia che essi sentono e vivono come un loro diritto primario di libertà. Ogni ragazzo va accolto dunque così com’è, ascoltando i suoi appelli e cogliendone le necessità, riconoscendo e accompagnando la sua crescita spirituale e umana, in modo da promuoverne i talenti.
Vi amo perché siete giovani – diceva Don Bosco – e non perché siete bravi, intelligenti, educati, credenti… Per questo, LI CERCAVA NELLE CARCERI, PER LA STRADA, nei luoghi malfamati, dove questi ragazzacci – come li chiamavano – ne combinavano di tutti i colori (furti, bande di violenti…). Anche per noi una particolare ATTENZIONE VA RISERVATA A QUEI RAGAZZI DIFFICILI o “invisibili” a causa della nazionalità e della cultura, della malattia o di particolari condizioni di disabilità o disagio. L’educatore e l’animatore devono assumere la domanda di vita, spesso inespressa o implicita nel cuore di ogni ragazzo, anche quando si manifesta nel desiderio del divertimento, stimolando la sua creatività e intraprendenza. Essi devono avere un’ATTENZIONE PARTICOLARE AL PROBLEMA DELL’AFFETTIVITA’, nelle sue incertezze di identità e di dono, con proposte che promuovano l’amicizia tra ragazzo e ragazza nel rispetto di sé e dell’altro e nell’accettazione delle reciproche differenze, esigenze e attese, in vista della piena maturazione di sé nel dono verso l’altro. L’esperienza dell’amicizia e della vita di gruppo rappresentano una scuola che aiuta a formarsi una MENTALITA’ DI ACCOGLIENZA e di solidarietà. Questo fatto è oggi particolarmente importante, se teniamo conto della chiusura individualistica a cui sono spinti i ragazzi dalla RETE e dai NUOVI MEZZI TECNOLOGICI.

Insomma, ci ha ancora ricordato il Papa: dobbiamo educare a vivere e non a vivacchiare, ad andare controcorrente, ad attivare amicizie non autoreferenziali ma aperte a tutti, sincere e schiette, non interessate, disponibili al dono di sé per gli altri… Dobbiamo educare a vivere il vangelo SENZA SCONTI E COMPROMESSI, anche nelle scelte più difficili e radicali (come la castità, il sacrificio, il perdono…). Il punto decisivo della formazione, dunque, non è solo quello di saper organizzare bene le attività che si fanno con i ragazzi, ma quello di comunicare sinceramente il proprio cuore e amicizia con Gesù, mediante l’ESEMPIO DEL NOSTRO STILE DI VITA. In quanto discepoli, POSSIAMO DARE E RICEVERE AIUTO e sostegno anche dai ragazzi, poiché Dio ci parla e ci stimola attraverso di loro. Lo stare con il Signore, amandolo e cercandolo con sincerità di cuore, rappresenta la radice su cui si innesta ogni buon servizio di animazione e di annuncio.

Questa è oggi la frontiera piu’ avanzata del nostro impegno di educatori e animatori dei gruppi giovanili. Su questo compito, il nostro Sinodo dei giovani ha fatto emergere la grandissima DIFFICOLTA’ che tanti hanno ad annunciare il Signore e a testimoniarlo nel vissuto dei propri ambienti di vita, di lavoro, di studio e di tempo libero.
All’impegno di diversi giovani animatori dell’oratorio, capi e responsabili di associazioni e movimenti, non corrisponde un’uguale disponibilità per l’azione missionaria nella “città dell’uomo”. La COMUNICAZIONE DELLA FEDE è vissuta come un impegno da sviluppare dentro la comunità e non fuori di essa. E per “comunità” si pensa quasi esclusivamente alla propria parrocchia o associazione o movimento. Tutto ciò che viene proposto al di là delle mura di queste“cittadelle” è considerato superfluo o un’aggiunta faticosa, se non una perdita di tempo. Per cui, già a livello di unità pastorali, è difficile incontrarsi; tanto meno a livello diocesano. La “Chiesa in uscita”, di cui parla con insistenza Papa Francesco, è oggi la principale sfida che coinvolge le nostre parrocchie e ogni realtà ecclesiale – e in particolare proprio la pastorale giovanile.
L’ASSEMBLEA DIOCESANA e la mia LETTERA PASTORALE dello scorso anno hanno stimolato tutti i giovani a gettarsi con coraggio apostolico nel campo della missione, aprendo le porte del proprio cuore e impegno verso i coetanei, sia quelli delle parrocchie vicine, sia quelli che incontrano nelle iniziative diocesane e negli AMBIENTI DELLA LORO VITA, dall’università alla scuola, dal lavoro al tempo libero, al sociale… Non bisogna escludere da questo campo di azione gli AMBIENTI DI FRONTIERA, come i SUPERMERCATI e le varie movide disseminate nel territorio della diocesi, alcuni BAR o luoghi di ritrovo e la stessa strada, dove tanti ragazzi e giovani, come ai tempi di Don Bosco, passano la loro giornata e le serate. Don Bosco ANDAVA A CERCARE I GIOVANI anche più “lontani e invisibili” là dov’erano, perfino nelle carceri, e infondeva nel loro cuore un tale spirito missionario che a loro volta diventavano trascinatori degli amici per l’incontro con Gesù e il Vangelo. È giunto il tempo di fare altrettanto: annunciare il Vangelo della gioia e con gioia è il primo compito di ogni credente e della Chiesa, ci dice Papa Francesco. Occorre che i nostri giovani si chiedano allora con sincerità se veramente sono contenti di essere cristiani e di vivere da amici di Gesù e tra loro. Se sinceramente diranno di sì e avranno il coraggio di testimoniarlo a tutti, allora la loro gioia si raddoppierà e diventerà contagiosa per tutti.
ALCUNE SCELTE CONCRETE missionarie sono inoltre queste:
– favorire nei ragazzi e GIOVANI stessi l’assunzione di quest’impegno, perché siano PROMOTORI DI PROPOSTE ai loro coetanei, invitandoli all’oratorio o all’associazione, in determinate occasioni di incontro e di festa insieme;
– promuovere iniziative tra oratori e parrocchie della stessa unità pastorale per incontrarsi, conoscersi, e avviare
INIZIATIVE INSIEME SUL TERRITORIO;
– partecipare alle iniziative diocesane, che aprono i giovani a un’esperienza di Chiesa piena e necessaria, per viverla poi nel loro QUOTIDIANO impegno;
– favorire qualche uscita dei gruppi di ragazzi e giovani per impegni di  SOLIDARIETA’ IN FAVORE DEI POVERI, vera via di promozione umana e sociale delle stesse persone dei giovani, oltre che di esperienza della vera gioia del Vangelo che nasce dal dono di sé per gli altri.
Ricordo, a questo proposito, l’appuntamento della prossima estate – dal 9 al 10 agosto a Torino – per l’incontro con tutti i giovani delle diocesi del Piemonte e Valle d’Aosta, che comprenderà anche la CONTEMPLAZIONE RAVVICINATA DELLA SINDONE e successivamente, dall’11 al 12, il pellegrinaggio a Roma per INCONTRARE PAPA FRANCESCO.
C’è infine un passo ulteriore, particolarmente necessario, che va intrapreso da parte delle nostre famiglie e comunità con i giovani: la CURA DELLA PROPOSTA VOCAZIONALE, che orienta la vita sulle vie di Dio e non solo sulle proprie. Don Bosco affermava che un ragazzo su tre ha la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata. Oggi, può sembrare utopistico tutto ciò; eppure è ancora vero, se quando vado nelle scuole di ogni ordine e grado, le domande più insistenti che mi fanno i ragazzi e giovani riguardano la mia vocazione: cosa che mi desta meraviglia, ma che in realtà corrisponde a quel desiderio forte dei giovani di trovare un senso più pieno e meno superficiale e precario alla propria vita.
La nostra PROSSIMA ASSEMBLEA DIOCESANA di giugno tratterà della VOCAZIONE e già, fin da adesso, prego san Giovanni Bosco perché ci aiuti a promuovere un cammino vocazionale sempre più fruttuoso nella nostra diocesi, grazie all’impegno corale delle famiglie e delle comunità, ma soprattutto grazie all’impegno responsabile dei giovani stessi. Amen.

Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino

Omelia del Vicario del Rettor Maggiore

in occasione della Celebrazione per i Giovani del Movimento Giovanile Salesiano



La Solenne Concelebrazione serale per i giovani MGS – Movimento Giovanile Salesiano nella Basilica di Valdocco è stata presieduta da don Francesco Cereda, vicario del Rettor maggiore dei Salesiani con una speciale cornice musicale  a cura del coro dell’Oratorio di Casale Monferrato. Don Cereda, si è soffermato ampiamente sul legame profondo che intercorre tra Sinodo dei Giovani e Don Bosco, invitando gli astanti alla generosità di donarsi agli altri. Qui di seguito, il video e il testo dell’omelia completa:

Carissimi Giovani del Movimento Giovanile Salesiano e Amici tutti,

Quest’anno la festa di don Bosco si colloca nel cammino di preparazione al Sinodo dei Vescovi , indetto da Papa Francesco per ottobre, che ha come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Con questo Sinodo la Chiesa tutta intende interrogarsi su come aiutare i giovani a scoprire e ad accogliere il dono delle chiamata di Dio all’amore e alla pienezza di vita in Gesù. Nello stesso tempo essa desidera interrogare i giovani su come comunicare oggi il vangelo, ossia su come fare a tutti la proposta di vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta Gesù.
Ci ricorda il cammino verso il Sinodo la riproduzione della parte centrale del polittico del “discepolo amato”, che ai piedi della croce riceve da Gesù Maria come sua madre, a cui Gesù a sua volta affida il discepolo stesso. Giovanni, il discepolo amato, è l’icona di chi risponde alla chiamata di Gesù.
Le letture che abbiamo ascoltato ci aiutano a comprendere come fare il cammino al seguito di Gesù sui passi di Don Bosco; guardando a Don Bosco impariamo a essere discepoli di Gesù.

1. Il discernimento vocazionale
Nella prima lettura abbiamo ascoltato la narrazione della vocazione del giovane Geremia. Dio l’ha pensato quando ancora era nel grembo materno; lo ha costituito profeta delle nazioni, prima che nascesse. Tutti noi siamo stati pensati da Dio; egli su di noi ha un disegno che dobbiamo scoprire.
Geremia è timoroso di fronte a questa chiamata di Dio: “Ahimé, Signore. Ecco io non so parlare, perché sono giovane”. Nelle parole di Geremia ci sembra di sentire il dubbio di Maria all’annunciazione dell’angelo Gabriele: “Come è possibile questo? Io non conosco uomo” o la domanda di Giovannino nel sogno dei nove anni: “Chi siete voi che mi chiedete cose impossibili?”. Così conclude Geremia: “Il Signore stese la mano e mi toccò le labbra e mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca». Nulla è impossibile a Dio.
I giovani di oggi hanno paura di prendere decisioni definitive sulle prospettive della loro vita, di fare scelte per sempre. Per Giovanni Bosco sono stati decisivi gli anni trascorsi a Chieri dal 1831 al 1841. Sono gli anni più belli, ma anche gli anni del dubbio. Terminata la scuola superiore si domanda cosa fare e pensa di farsi frate francescano. In un sogno gli appare il convento dei francescani di Chieri e una voce che gli grida: “Tu cerchi la pace e qui pace non troverai”.
Giovanni Bosco non aveva una guida; scriverà nelle Memorie dell’Oratorio: “Oh, se allora avessi avuto una
guida che si fosse presa cura della mia vocazione! Sarebbe stato per me un grande tesoro, ma io quel tesoro non l’avevo. Avevo un buon confessore che pensava a farmi un buon cristiano, ma di vocazione non si volle mai mischiare”. Lo zio prete del suo amico Comollo gli dirà di fare una novena a Maria, all’altare della Madonna delle Grazie che si trova nel duomo di Chieri, al termine della quale gli consiglierà di entrare nel seminario di Chieri e che poi avrebbe avuto tempo per decidere.
Il discernimento vocazionale quindi va accompagnato dalla preghiera. E’ ciò che ci raccomanda anche il Rettor Maggiore nel messaggio al MGS: “Mi permetto di suggerirvi di aprire il vostro cuore e di lasciarvi sorprendere da Lui: Lasciate che entri nel profondo delle vostre vite. Non vi deluderà mai. Fate l’esperienza dell’incontro con Lui, e per quanto vi è possibile, pregate, entrate in dialogo con lui.

2. La necessità di una guida
Nella vita spirituale, ossia nella crescita come discepoli di Gesù, e soprattutto nel discernimento vocazionale circa la scelta del proprio stato di vita è necessaria una guida. I giovani hanno bisogno di figure autorevoli che si prendano cura di loro. Così come ci ha ricordato la seconda lettura tratta dalla prima lettera di Pietro, che si rivolge alle guide della comunità: “Prendetevi cura del gregge di Dio a voi affidato”.
Tutti i giovani, nessuno escluso, hanno bisogno di chi si pone al loro fianco, di chi li ascolti, di chi li accompagni, di chi cammini con loro; hanno bisogno di guide. Don Bosco è stato la guida di tanti giovani attraverso la Confessione, suscitando la loro confidenza, convocando numerosi educatori, con la creazione di ambienti ricchi di proposte stimolanti, con la parola appropriata per ciascuno: la parolina all’orecchio. Le tre biografie scritte da don Bosco a riguardo di Michele Magone, Domenico Savio e Francesco Besucco sono un esempio di come egli accompagnava ciascun giovane in modo personalizzato. Pietro nella sua lettera continua descrivendo come deve agire la guida nei confronti del gregge di Dio: “sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge”.
Cerchiamo una guida affidabile; non possiamo crescere facilmente senza guida. E a nostra volta, come educatori e animatori del MGS, apprendiamo l’arte dell’ascolto e dell’accompagnamento dei ragazzi e delle ragazze e di altri giovani; impariamo ad essere guide di altri. Così faceva Giovanni Bosco a Chieri con l’amico Giona l’ebreo. Chi non fa l’esperienza di essere accompagnato non è capace di accompagnare.

3. La cultura del dono
Nel vangelo Gesù di fronte alla discussione di chi fosse il più grande, invita i discepoli a scegliere l’ultimo posto: “Chi vuol essere il più grande sia l’ultimo e il servo di tutti. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”.
La mentalità individualista e narcisista di oggi esalta l’affermazione di sé e l’autorealizzazione. Gesù ci invita al dono di noi stessi e al servizio. Pensate per esempio all’economia del dono e non all’economia centrata esclusivamente sul profitto. Il dono di sé è garanzia di felicità. Dice Gesù: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Noi abbiamo il pensiero di Cristo. Don Bosco educava i suoi giovani alla generosità e al servizio; egli li appassionava con i sogni missionari; li inviava ancora giovani in Patagonia; gli affidava responsabilità; li mandava a cura i colerosi. Egli chiavava salesiani quei giovani disposti a imitare la dolcezza di San Francesco di Sales e a fare esercizi di carità verso i ragazzi più bisognosi. Egli fondò la Congregazione salesiana con la scelta e la chiamata di 17 ragazzi. La spiritualità del dono e del servizio che infondeva nei suoi ragazzi si può sintetizzare nelle parole di
Domenico Savio “voglio far del bene ai miei compagni” o nelle parole di Zeffirino Namuncurà: Voglio far del bene alla mia gente”.
Le scelte riguardanti il nostro futuro e le decisioni importanti sulla nostra vita potranno essere maturate e non improvvisate, stabili e durature, soprattutto non avremo paura di fare scelte e di decidere, se ci saremo allenati nel non continuare a pensare solo a noi stessi, ai nostri interessi, alla nostra riuscita, ma se impareremo a crescere nel dono e nel servizio.

In questa festa invochiamo don Bosco perché ci sia modello nelle nostre scelte di vita e perché preghi per noi perché non abbiamo paura di fare scelte generose e coraggiose, secondo il disegno che Dio ha su ciascuno di noi.

don Francesco Cereda,  Vicario del Rettor Maggiore 

Esercizi Spirituali 2018: una fonte dove abbeverarsi ad una speranza fondata e non illusoria

La Pastorale Giovanile dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta organizza una serie di Esercizi Spirituali guidati dal tema pastorale dell’anno “#nessunoescluso”, rivolti a ragazzi e giovani delle diverse fasce d’età.

 

Per ragazzi e ragazze del Biennio
15-16 Febbraio al Colle don Bosco

Iscrizioni: entro il 12 febbraio
(presso il responsabile del proprio centro)

Il tema degli Esercizi Spirituali del Biennio è il discepolato: andare dietro al Signore Gesù come fece Giovanni Bosco da ragazzo. Andremo sui luoghi che hanno visto Giovannino adolescente alla Cascina Moglia, percorreremo le colline che lui ha calpestato. Proveremo a capire cosa passava nella sua testa e nel suo cuore. Vivremo insieme un’esperienza unica per poter comprendere come vivere la nostra vita di adolescenti al 100% In pienezza, senza buttare un istante della nostra vita.
Nessuna paura a partecipare ad una esperienza come questa: ci sono tanti ragazzi della tua età che hanno voglia di divertirsi e di stare insieme. Di farsi delle domande belle per vedere e capire come essere felici a quest’età.

Contatti:

Don Fabiano Gheller
(fabiano.gheller@31gennaio.net)

Suor Paola Casalis
(suorp@libero.it)

 

Per universitari e giovani lavoratori
16-18 Febbraio a Colle don Bosco

Iscrizioni: entro il 12 Febbraio
(presso il responsabile del proprio centro)

Gli Esercizi Spirituali degli universitari e giovani lavoratori che si terranno al Colle Don Bosco avranno come tema il discernimento e la capacità di operare scelte autonome ed autentiche. Guida sul cammino sarà l’esperienza di Maria e di Don Bosco: luci che ci accompagneranno a distinguere gli aspetti importanti del quotidiano da quelli più futili e passeggeri. L’età di chi è invitato a partecipare richiama sulla necessità di non poter sempre rimandare le scelte importanti ed impone l’importanza di valorizzare quegli aspetti dell’esistenza personale che sono veri fautori di un futuro pieno e felice. La nostalgia di una vita ben spesa alimenta un desiderio custodito nel cuore di tirare fuori ciò che in ciascuno di noi profuma bellezza ed eternità.

Contatti:

Don Stefano Mondin
(stefano.mondin@salesianipiemonte.it)

Suor Carmela Busia
(carmelabusia@gmail.com)

Per ragazzi e ragazze dei Centri di Formazione Professionale
1-2 marzo a Muzzano

Iscrizioni: entro il 26 febbraio
(presso il responsabile del proprio centro)

Il tema di questa esperienza di Esercizi Spirituali aperta ai giovani dei Centri di Formazione Professionale è innanzitutto il fare esperienza del vivere assieme. Farlo in un modo diverso. Farlo secondo quel modo speciale che noi chiamiamo essere Chiesa. Questa una modalità speciale che si fonda sul preoccuparsi l’uno dell’altro. Occorre quindi fare delle scelte concrete per realizzarlo e durante l’esperienza ci confronteremo, insieme con gli apostoli, sull’esempio e sull’insegnamento del Signore Gesù. Insieme con lui ci saranno da guida tutti quelli che hanno provato a fare dei passi reali di santità. Nel partecipare agli Esercizi Spirituali ciascun ragazzo potrà quindi rafforzare il cammino già fatto scoprendo una serenità ed uno stare bene che va oltre il piacere di una serata stravagante.

Contatti:

Don Stefano Mondin
(stefano.mondin@salesianipiemonte.it)

Suor Carmela Busia
(carmelabusia@gmail.com)

Per fidanzati e giovani coppie
10-11 Marzo a Muzzano

Iscrizioni: entro il 6 Marzo
(presso il responsabile del proprio centro)

Gli esercizi spirituali per le giovani coppie di fidanzati e per gli sposi sono pensati come un momento unico e propizio per inserire il cammino di coppia all’interno della famiglia di Dio, la Chiesa. Scoprire ciò che permette al Signore di regnare all’interno di una coppia è la garanzia di poter assicurare all’unione di quei due cuori di fiorire nell’amore e nella pienezza di vita: abbeverarsi ad una speranza fondata e non illusoria, costruire una casa in cui il dono reciproco è più forte di ogni difficoltà, donare il proprio contributo alla Chiesa non semplicemente come isolati cristiani ma come famiglia. Nel partecipare a questi Esercizi Spirituali ciascuna coppia potrà così andare alle sorgenti di quel fuoco di Amore da cui l’unione sponsale scaturisce come fiamma viva.

Contatti:

Don Stefano Mondin
(stefano.mondin@salesianipiemonte.it)

Suor Carmela Busia
(carmelabusia@gmail.com)

 

Per ragazzi e ragazze della Scuola Media
22-24 Marzo al Colle don Bosco

Iscrizioni: entro il 19 marzo
(presso il responsabile del proprio centro)

Gli Esercizi Spirituali per le medie tratteranno il tema di come nella fede si può crescere. La vita è un cammino e ci sono momenti in cui la vita può essere molto generosa con noi. Così nel percorso di amicizia con Gesù possiamo trovare momenti belli e momenti in cui siamo un poco in difficoltà. Però se siamo sostenuti da un desiderio forte e da un poco di voglia, se ci mettiamo il nostro impegno, se proviamo a seguire i consigli del Signore Gesù i risultati non mancheranno ed una felicità sempre più bella e piena sarà pronta a riempire il nostro quotidiano. Partecipare ad una esperienza come quella degli Esercizi spirituali per i ragazzi delle medie è un modo di stare insieme tra amici, rompendo la routine del quotidiano e dei luoghi comuni che spesso abitano nelle nostre relazioni. E’ un modo di stare insieme che ci fa riscoprire l’amicizia con Gesù.

Contatti:

Don Fabiano Gheller
(fabiano.gheller@31gennaio.net)

Suor Paola Casalis
(suorp@libero.it)

 

 

Giornate di spiritualità della famiglia salesiana: il racconto

La Strenna 2018 e le GSFS2018

Pochi giorni sono trascorsi dalla conclusione, nella Casa Madre della Congregazione Salesiana a Valdocco, di un evento capace di riunire centinaia di persone da tutto il mondo: le GSFS2018 – 36° Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, che hanno lasciato alla Congregazione e, in particolare, all’Ispettoria un grande patrimonio documentale e non solo.

Le GSFS2018 hanno iniziato la scrittura di nuovo capitolo a Valdocco, luogo ove Don Bosco donò il primo messaggio ai suoi figli spirituali e che nel tempo assunse il nome di “Strenna”. Quest’ultima ha ispirato ampiamente i lavori delle GSFS2018: Don Ángel Fernández Artime ha recentemente presentato mediante un video, proposto qui di seguito, la STRENNA 2018 che ha per titolo: “Coltivare l’arte di ascoltare e di accompagnare” e che approfondisce il testo biblico “Signore, dammi di quest’acqua” (Gv 4,15).

Approfondimenti dalle Giornate di Spiritualità:

Guidate dal Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, la Famiglia Salesiana si è dunque avvicinata ulteriormente al Sinodo sui Giovani del prossimo ottobre grazie alla 36a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, tenutesi dal 18 al 21 gennaio.

L’ascolto e l’accompagnamento dei giovani saranno, dunque, gli atteggiamenti che gli educatori salesiani, grazie alle Giornate di Spiritualità, intendono scoprire sempre più e interpretare sempre meglio, seguendo l’esempio di Don Bosco.

Ecco il video dell’intervento di Don Ángel:

L’apertura delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, presso il Teatro Grande di Valdocco a Torino, è stata affidata alle parole del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, X Successore di Don Bosco, che ha accolto e dato il benvenuto agli oltre 400 partecipanti provenienti da più di 50 nazioni di tutte le aree del mondo. Sono stati quattro giorni di condivisione, agape e serio impegno per crescere ancora nel servizio ai giovani di tutto il mondo. Inoltre, il Rettor Maggiore ha lasciato il messaggio nella Strenna 2018

Il video dell’intervento di Suor Paola Casalis:

Il cuore pulsante sono state le testimonianze segnate da quello che è il tema della Strenna: l’ascolto e l’accompagnamento. Suor Paola Casalis, FMA del Piemonte, attraverso un percorso visuale ed artistico avviato a partire dalla contemplazione dell’opera d’arte, ha narrato e descritto i tratti tipici dell’ascolto secondo la tradizione spirituale cristiana e salesiana. Un intervento particolarmente gradito per la ricchezza esperienziale di cui è stato intriso. 

 

Il video dell’intervento di don Juan Crespo:

https://www.youtube.com/watch?v=26tVzHGKLmY

Nella conferenza tenuta da don Juan Crespo l’esperienza vissuta è diventata riflessione teologale e trinitaria sulle caratteristiche proprie del discernimento e della decisione nel processo di accompagnamento: un percorso in cui comprensione dell’uomo e della sua vocazione e l’introduzione nel mistero trinitario si alimentano a vicenda. La condivisione per gruppi linguistici, oltre a facilitare una maggiore conoscenza reciproca, ha reso evidente la molteplice ricchezza con cui il carisma di Don Bosco si è sviluppato nel corso della storia.

Il video dell’intervento di don Michal Vojtas:

Don Michal Vojtas, Salesiano slovacco, docente all’Università Pontificia Salesiana, ha tratteggiato il contributo tipico del carisma salesiano in un viaggio tra storia della prassi di Don Bosco e pedagogia, mostrandone l’assoluta attualità: come? Con un percorso in più tappe attraverso il quale realizzare l’accompagnamento dei giovani, valorizzandone libertà e personalità. Don Michal ha ancora delineato i margini per inquadrare correttamente tale atteggiamento educativo: “L’accompagnamento non è un percorso lineare, standardizzato…”.

Conclusione delle Giornate di Spiritualità: un sogno che continua

A margine degli ultimi momenti che hanno radunato davvero una moltitudine di affezionati a Don Bosco, l’Assemblea delle Giornate di Spiritualità 2018 ha omaggiato il Rettore Maggiore con un video, a cura di Missioni Don Bosco, per dimostrare ed imprimere sui fotogrammi dello stesso un impegno costante che continuerà sempre a coltivare l’arte di ascoltare e di accompagnare i giovani: 

Guarda la Photogallery su Flickr

 

Si propone qui di seguito il racconto delle 36° Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana a cura della redazione de “La Voce e Il Tempo” mediante la penna di Federico BIGGIO: 

Le giornate di spiritualità,

«Ascolto e relazione»

Il tema della Strenna 2018, «Coltiviamo l’arte di ascoltare e accompagnare. Signore dammi quest’acqua», è stata la colonna portante della 36° edizione delle Giornate di spiritualità della Famiglia salesiana, tenutasi a Valdocco, Torino, da giovedì 18 a domenica 21 gennaio.

Per la prima volta, alla casa madre di don Bosco, 21 gruppi provenienti dai cinque continenti si sono ritrovati insieme al Rettor maggiore, don Àngel Fernàndez Artime, per vivere quattro giornate di fraternità, confronto e condivisione, e per riflettere sull’arte di ascoltare e accompagnare i giovani, con l’essenza del carisma salesiano, il metodo preventivo: un’arte che va coltivata e tramandata, non senza discernimento e forza spirituale – un tema sul quale ha fatto luce l’intervento di don Michal Vojtas, che richiede una trasformazione e fondato sulla relazione educativa, oltre che un «ascolto come condizione, sguardo, silenzio, fiducia e attesa». Le giornate si sono così strutturate, tra conferenze, preghiere, incontri collettivi, lavori di gruppo nel teatro Valdocco presentati dal delegato del Rettor maggiore, don Eusebio Munoz, la solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia. L’ascolto e l’accompagnamento sono i due ‘atteggiamenti’ che gli educatori salesiani personificano nella propria esperienza. Durante la giornata di sabato 20, uno spazio è stato riservato anche alle testimonianze di Sebastiano Coticelli e Titta Boccia, del gruppo Testimoni del Risorto, che hanno presentato, in questo contesto, la storia della loro famiglia, seguiti da Alejandro Sanz e Pili Lance della Pastorale giovanile salesiana spagnola.

Infine, a presiedere l’Eucarestia di domenica 21 gennaio, don Àngel Fernàndez Artime ha ripreso l’invito di Papa Francesco a prestare attenzione alle preghiere liturgiche, autentico motore dell’azione in favore dei giovani, che parte da una «contemplazione a occhi ben aperti», perché don Bosco è accompagnatore proprio perché «discepolo».

Quello degli operatori e dei cooperatori è un impegno serio e consapevole, ha avvertito don Eusebio Munoz, «che deve tenere sempre al centro il Sistema Preventivo, lavorare in sinergia, curare una pastorale vocazionale che faccia conoscere tutti i gruppi della Famiglia Salesiana».

I Luoghi Salesiani: luoghi vivi per la Famiglia Salesiana e i giovani del mondo

La valorizzazione dei Luoghi Salesiani, quei luoghi cioè in cui è nato e si è sviluppato nei suoi primordi il carisma salesiano, è stato uno dei temi affrontati durante lo scorso 27° Capitolo Generale (2014), che infatti li ha posti sotto la speciale e specifica responsabilità del Rettor Maggiore e del suo Consiglio. Oggi dalla “Commissione Luoghi Salesiani”, l’organismo deputato proprio a tutelare, sviluppare ed esaltare tali luoghi, arriva un invito a tutti i membri della Famiglia Salesiana perché li conoscano, li visitino e “li vivano”.

di Gian Francesco Romano (fonte: ANS – Agenzia Info Salesiana

Il Colle Don Bosco, Chieri e Valdocco: questi sono, nello specifico, i tra ambienti che la Commissione Luoghi Salesiani intende promuovere. Ed il motivo è semplice: “i luoghi delle nostre origini sono i luoghi della nostra originalità” spiega don Luca Barone, Direttore della comunità del Colle Don Bosco. Il Colle non è solo il posto in cui Don Bosco nacque. È anche il posto in cui il piccolo Giovannino ebbe il sogno dei 9 anni, che avrebbe orientato la sua intera esistenza e il suo carisma, ed è l’ambiente in cui apprese dall’esempio di Mamma Margherita tanti insegnamenti che si sarebbero rivelati utili per il futuro.

A Chieri si è sviluppato il cammino vocazionale del giovane Giovanni Bosco, è lì che il futuro santo fu aiutato a discernere “come” realizzare la sua missione.

Valdocco, infine, è lo spazio del primo Oratorio stabile, è dove prende concretamente forma, si stabilizza e si sviluppa la pedagogia del Santo dei Giovani.

La proposta della Commissione riguardo a questi luoghi non è solo quella di visitarli, ma comprende partecipare alle celebrazioni, pregare, pensare, riflettere, confrontarsi, condividere insieme, approfittando anche delle numerose opportunità di ospitalità: per immergersi in quel fiume di santità che, originato oltre 200 anni fa, bagna ancora tutti i continenti. “Desideriamo invitarvi a vivere un vero e proprio itinerario spirituale e carismatico” dichiara don Guido Errico, Direttore della Casa Madre Maria Ausiliatrice di Valdocco. “La nuova evangelizzazione in chiave salesiana passa attraverso questi luoghi” conclude don Barone.

Per la maggiore diffusione di quest’invito, grazie alla collaborazione di “Missioni Don Bosco di Torino”, la Commissione ha realizzato un video in tre lingue in cui presenta e illustra la proposta.

 

Versione In Italiano

En español

In English

 

Ulteriori informazioni sono disponibili sul:

 

 

36a edizione Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana

Dal 18 al 21 gennaio si terranno le 36° Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Don Eusebio Muñoz, Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana e responsabile delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS2018), da vari mesi è impegnato nella Casa Madre della Congregazione Salesiana a Valdocco per organizzare un evento che riunisce centinaia di persone da tutto il mondo. I lavori saranno incentrati sulla Strenna 2018 “Coltivare l’arte di ascoltare e di accompagnare”, presentata recentemente da Don Ángel Fernández Artime, che approfondisce il testo biblico “Signore, dammi di quest’acqua” (Gv 4,15).

Le GSFS2018 iniziano un nuovo capitolo a Valdocco, luogo ove Don Bosco donò il primo messaggio ai suoi figli spirituali e che nel tempo assunse il nome di “Strenna”. Sono ormai più di cento anni che viene realizzato questo messaggio e il Rettor Maggiore approfondisce, anima ed orienta tale realtà: “Un tema che tocca in modo completo l’essenza del nostro carisma”.

Le giornate, prevista a Torino-Valdocco dal 18 al 21 gennaio, saranno inaugurate dal Rettor Maggiore. Suor Paola Casalis, FMA, curerà la prima relazione: “Ascoltare i giovani” mentre don Juan Crespo, SDB, approfondirà il tema della Strenna: “Il discernimento e la decisione nell’accompagnamento”.

Questa 36ª edizione delle GSFS saranno trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook di ANS.

 

 

CS delle Giornate di Spiritualità

La Famiglia Salesiana in cammino verso il Sinodo sui Giovani

(Torino, 12 gennaio 2018)

Guidata dal Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, la Famiglia Salesiana si avvicina al Sinodo sui Giovani del prossimo ottobre con la 36a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, in programma dal prossimo giovedì, 18 gennaio, fino a domenica 21. Tema di questo grande incontro tra i rappresentanti dei gruppi religiosi che si ispirano a Don Bosco sarà, come da tradizione, il messaggio che il Rettor Maggiore stesso ha affidato a tutta la Famiglia Salesiana nella “Strenna 2018”, dal titolo: «“Signore, dammi di quest’acqua” (Gv 4,15). COLTIVIAMO L’ARTE DI ASCOLTORE E DI ACCOMPAGNARE».

L’ascolto e l’accompagnamento dei giovani saranno dunque gli atteggiamenti che gli educatori salesiani grazie alle Giornate di Spiritualità, intendono scoprire sempre più e interpretare sempre meglio, seguendo l’esempio di Don Bosco.

Nonostante siano giunte alla 36a edizione, queste Giornate di Spiritualità rappresentano al tempo stesso una prima volta: è il primo anno infatti che avranno luogo a Torino, per la precisione a Valdocco, là dove Don Bosco donò il primo messaggio ai suoi figli spirituali, quel messaggio che nel tempo ha assunto il nome di “Strenna”.

Le attività si apriranno nel pomeriggio di giovedì 18 gennaio presso il Teatro di Valdocco, con il benvenuto del X Successore di Don Bosco, Don Ángel Fernàndez Artime e il saluto del suo Delegato per la Famiglia Salesiana, don Eusebio Muñoz. Sempre Don Á.F. Artime procederà, dopo una preghiera animata, alla presentazione della Strenna 2018.

Nei due giorni successivi saranno presentate tre relazioni e tre esperienze: suor Paola Casalis, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, curerà la prima relazione: “Ascoltare i giovani”; don Juan Crespo, Salesiano, approfondirà il tema: “Il discernimento e la decisione nell’accompagnamento”; e don Michal Vojtas, Salesiano, illustrerà “L’arte salesiana dell’incontro, l’accompagnamento e il discernimento”.

Quanto alle esperienze, “Accompagnati per accompagnare” sarà il titolo dell’intervento di Sebastiano Coticelli e Titta Boccia, del gruppo Testimoni del Risorto, cui farà seguito quello di Alejandro Sanz e Pili Lance, della Pastorale Giovanile Salesiana Spagnola, sulla “Formazione da animatori”, e l’ultimo, che verterà su un’unica domanda: “Come si sentono ascoltati e accompagnati i giovani della Famiglia Salesiana?”.

Nella serata di sabato 20 gennaio, a motivo del 150° anniversario della consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino (1868-2018), i partecipanti alle Giornate di Spiritualità potranno partecipare ad una speciale serata lirico-musicale.

Mentre nella giornata conclusiva dell’evento, Don Á.F. Artime presiederà l’Eucaristia Domenicale nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino (visibile anche in diretta su Telepace) e concluderà i lavori con una sintesi di quanto vissuto nei tre giorni precedenti.

Alle Giornate di Spiritualità sono attese circa 400 persone, provenienti dai cinque continenti e appartenenti a 21 gruppi (su un totale di 31) della Famiglia Salesiana.

L’appuntamento delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana sarà un grande esercizio di ascolto dei giovani, da vivere in un clima di famiglia, di riflessione e ovviamente anche di preghiera. Tutti i principali eventi saranno trasmessi in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Agenzia iNfo Salesiana:
www.facebook.com/agenziaans