Châtillon: l’inaugurazione del nuovo anno scolastico dell’Istituto Don Bosco – TGR Valle d’Aosta

L’Istituto Orfanotrofio Salesiano “Don Bosco” di Châtillon ha inaugurato l’anno scolastico alla presenza dell’Assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri e della sovraintendente agli studi Marna Fey.
Era presente anche la RAI che ha effettuato delle riprese ed una diretta, che sono andate in onda nel TGR del 19 settembre alle ore 14.00 e di nuovo, con un servizio diverso, alle 19.35.
CLICCA QUI per vedere il servizio delle 19.35, a partire dal minuto 00:56 fino al minuto 03:28.
L’Istituto è lieto di questa attenzione da parte della Regione e degli amministratori politici, un segno di apprezzamento e stima per il lavoro educativo svolto a favore dei ragazzi.

CFP Serravalle: nuovo anno formativo – Il Piccolo

Lunedì 12 settembre è cominciato il nuovo anno formativo al CFP di Serravalle Scrivia. Di seguito la notizia riportata da Il Piccolo.

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Lunedì 12 settembre è suonata la prima campanella del nuovo anno formativo al CNOS-FAP di Serravalle Scrivia. A varcare la porta sono stati i ragazzi del primo anno del percorso triennale Operatore ai servizi di vendita: il percorso formativo che li porterà tra tre anni a ottenere qualifica professionale dopo aver fatto 2970 ore di formazione in aula e laboratorio di cui 300 di stage in azienda.

A regime anche il percorso annuale di Tecnico Commerciale delle Vendite – Vendita assistita e a libero servizio per i ragazzi che dopo aver conseguito la qualifica vogliono puntare al Diploma professionale dopo un percorso di 990 ore di cui 300 in azienda come alternanza scuola-lavoro o apprendistato di primo livello.

I ragazzi, assistiti dai formatori, hanno ripreso a pieno regime l’attività. Tante novità saranno messe in campo quest’anno a fianco delle aziende del territorio che collaborano con noi e per quelle che volessero candidarsi per ospitare i nostri ragazzi lo Sportello Servizi al Lavoro è sempre attivo (servizilavoro.serravalle@cnosfap.net).

Sono anche aperte le iscrizioni per i percorsi dedicati ai disoccupati nell’ambito del programma GOL (garanzia di occupazione dei lavorati) della Regione Piemonte inserito nel PNRR. Tali percorsi sono consultabili sul sito www.cnosfap.net alla sezione corsi e per il CFP di Serravalle sono:

  • Addetto vendite di 500 ore
  • Marketing per la promozione del territorio di 100 ore
  • Receptionist di 80 ore
  • Social Marketing di 80 ore

Chi fosse ulteriormente interessato può contattare il cfp di Serravalle anche telefonicamente al tel. 0143 686465 o con email info.serravalle@cnosfap.net.

Corso di formazione, gratuito, per addetto alla biglietteria con indennità di frequenza di 600 euro lordi

Per tutti i giovani dai 18 ai 30 anni non compiuti, disoccupati o in cerca di prima occupazione, domiciliati o residenti in Valle d’Aosta si avvia, dal 26 settembre al 18 novembre, un corso di formazione, gratuito, per Addetto alla biglietteria.

Da Aostasera.it

I giovani, fra i 18 e i 30 anni, non compiuti, hanno tempo fino al 20 settembre 2022 per iscriversi al corso di formazione, gratuito, per Addetto alla biglietteria.

L’iniziativa, organizzata dal CNOS/FAP RVDA – Don Bosco e cofinanziata dai Fondi europei, è rivolta ad un massimo di dodici disoccupati o in cerca di prima occupazione, domiciliati o residenti in Valle d’Aosta, in possesso di una qualifica triennale e/o di un diploma. Il 20% dei posti a disposizione saranno assegnati, se presenti, ai domiciliati nei territori dell’area interna Bassa Valle.

Articolazione del percorso:
L’iniziativa, in programma dal 26 settembre al 18 novembre, in orario diurno (8.30/12.30 e/o pomeriggio 13.30/17.30), prevede 160 ore di formazione, di cui 20 ore erogate in modalità FAD sincrona. Gli argomenti sulla sicurezza, sullo sviluppo delle competenze base e trasversali trattati durante il percorso, che si terrà prioritariamente presso la sede di Aosta del medesimo Ente, sono: l’accoglienza e presa in carico, l’orientamento e sviluppo professionale, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il primo soccorso, l’antincendio, la comunicazione nel contesto professionale, le pari opportunità e la non discriminazione, la strategia europea 2022 e FSE. La parte più cospicua del corso è tesa a trasferire ai partecipanti competenze tecnico-professionali, quali: la relazione e l’orientamento al cliente, la lingua francese nell’area professionale, la lingua inglese nell’area professionale, gli elementi di contabilità generale, gli strumenti di incasso ed infine il Laboratorio assistenza, vendita, incasso.

Indennità di frequenza:
È prevista un’indennità di frequenza di 600 euro lordi a corsista (corrisposta secondo le norme FSE vigenti).

Il prossimo corsi che sarà erogato a partire da Dicembre 2022 per il medesimo target è quello per Addetto paghe e contributi.

Modalità di iscrizione:

  • Domanda d’iscrizione FSE e modulo Questionario comunicazione FSE scaricabili dal sito www.cnosfapvda.it compilati e firmati in tutti i campi;
  • Fotocopia di un documento d’identità in corso di validità;
  • Fotocopia del titolo di studio (per titoli di studio stranieri copia della dichiarazione di valore o traduzione giurata);
  • Modulo iscrizione al Centro per l’Impiego.

 

Per informazioni e iscrizioni

CNOS/FAP RVDA – Don Bosco
Via Tornafol 1 11024 Châtillon (Ao)
Tel: 0166/563826
Mail: segreteria@cnosfapvda.it

Sito web: www.cnosfapvda.it

Il corso per Addetto biglietteria per le attività d’ufficio vede come partner del progetto Confartigianato, Cna, Confcommercio, Ente bilaterale edile, l’Ordine dei consulenti del lavoro, Ebc, Ebrt, le cooperative La Libellula e La Sorgente e il Centro donne contro la violenza.

I giovani dei SaleCuneo missionari in Albania e in pellegrinaggio nella città di Napoli – La Guida

Il quotidiano d’informazione di Cuneo e provincia La Guida dedica un articolo all’esperienza vissuta quest’estate da alcuni giovani della realtà salesiana di Cuneo in Albania grazie al percorso missionario proposto dall’Ispettoria e a Napoli con il pellegrinaggio MGS.

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(1/09/2022) Cuneo. Un’esperienza missionaria in Albania per alcuni giovani dell’Oratorio salesiano di Cuneo. Per tre settimane, da domenica 30 luglio a domenica 21 agosto, sono stati accolti nella parrocchia di Guri Izi in Albania.

“Cosa ci ha portato ad essere qui insieme? Potremmo dire la risposta a una chiamata che è arrivata in modi diversi. In queste settimane, ci siamo messi a servizio della comunità di Guri Izi, inizialmente proponendo dei momenti di formazione ai giovani animatori secondo il carisma Salesiano: essere buoni cristiani e onesti cittadini – dicono Irene Milone e Luca Coraglia – .

Abbiamo riflettuto sul senso di essere animatore, sull’importanza di fare affidamento sugli altri, abbiamo fatto giochi e attività per vincere le nostre paure di entrare in relazione con gli altri e imparare a buttarci senza vergogna. Con i ragazzi, che sono sempre aumentati in numero e che hanno manifestato sin da subito grande entusiasmo e voglia di partecipare, abbiamo scoperto che prima di tutto dobbiamo partire dalla conoscenza di noi stessi, accettando i nostri pregi e difetti”.

Nella seconda settimana si sono dedicati alle attività anche con i più piccoli, nel pomeriggio, proponendo giochi, balli, piccoli laboratori di teatro e di braccialetti.

“Siamo molto grati per l’accoglienza che ci è stata riservata da questa comunità e siamo fiduciosi che i ragazzi animatori possano continuare a dedicare il loro tempo, le loro energie e il loro entusiasmo ai più piccoli”.

Erano invece 250 i giovani piemontesi, una quindicina da Cuneo, nella settimana di pellegrinaggio a Napoli con il Movimento Giovanile Salesiano di Piemonte e Valle d’Aosta che si è svolta da martedì 9 a sabato 13 agosto.

“Il pellegrinaggio a Napoli, in linea con le esperienze degli anni passati, si è rivelato un momento di grande festa, di profonda spiritualità, di gioia intensa e di vera comunione”.

Così ha detto don Alberto Goia, fino all’anno scorso all’Oratorio salesiano di Cuneo ed oggi Delegato di Pastorale Giovanile per i salesiani del Piemonte.

Una grande festa che ha riunito i giovani, da diverse case salesiane, nello spirito di don Bosco, facendo nascere un grande senso di allegria e di gioia nella semplicità, nel canto, nel gioco, nei momenti di festa sia organizzati sia improvvisati. Ma anche un viaggio di pro fonda spiritualità: l’incontro con le testimonianze di santità dei primi cristiani nelle catacombe di san Gennaro e della figura di San Giuseppe Moscati, l’incontro con la vita di don Peppe Diana, un prete semplice, ucciso dalla camorra nel ’94, i racconti degli educatori e dei salesiani che quotidianamente danno fondo alle loro energie per educare i giovani in territori nei quali farlo è tutt’altro che scontato e senza pericoli.

Chieri – Pellicole storiche su San Giovanni Bosco: due proiezioni nel cortile del Comune – Corriere

Questa sera, giovedì 1 settembre, alle ore 21.15 presso il Cortile del Palazzo Comunale di Chieri (Via Palazzo di Città , 10) si terrà la proiezione di 2 pellicole storiche su San Giovanni Bosco datate 1935 e 1945. Di seguito l’articolo dedicato all’iniziativa pubblicato sul settimanale Corriere di Chieri e dintorni.

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“Per il film volevo persone di razza piemontese con caratteri somatici e che sapessero parlare piemontese. Questo film nasce sapendo di viaggiare oltre i confini nazionali, ma senza perdere la dimensione nativa di don Bosco”.

Sono le parole di Goffredo Alessandrini, regista del film “Don Bosco” (1935, 89 minuti) e del documentario “Don Bosco ritorna” (1945, 21 minuti), in programma giovedì alle 21,30 alla rassegna “Cinema e teatro in corte” (via Palazzo di Città 10,4 euro il costo del biglietto).

«Si tratta di due pellicole storiche di grande valore, e di notevole interesse per i chieresi introduce Gianni Deambrogio, titolare del cinema Splendor e organizzatore della rassegna estiva di proiezioni – Non solo perché riguardano don Bosco e i salesiani, presenze di spicco nel nostro territorio, ma anche perché offrono rapidi scorci della città e delle colline com’erano quasi novantanni fa».

La proiezione sarà preceduta da un inquadramento storico da parte di Elena Testa, responsabile dell’Archivio nazionale cinema impresa di Ivrea, e da Daria Magni che ha curato il restauro digitale della pellicola del 1935. Elena Testa riassume la trama della pellicola, prodotta dalla Lux Film:

«Racconta la vita del santo piemontese: dall’infanzia nelle campagne del Monferrato, alla giovinezza in seminario, dall’attività educativa e sociale compiuta a Torino con i ragazzi degli strati sociali più umili, fino alla fondazione dell’opera salesiana e alla canonizzazione», il film fu girato tra Torino, Chieri, il Monferrato e gli studi della Fert-Microtecnica Del Chierese che cosa si vede? «Soprattutto le colline, più qualche scorcio della città. Ma gran parte delle scene, comprese quelle torinesi, sono o in interni oppure in luoghi che è difficile localizzare». Per realizzarlo furono impressionati 40.000 metri di Alcune immagini del film sulla vita di San Giovanni Bosco girato nel 1935 pellicola, 2500 dei quali furono montati. Il costo del film fu di oltre 2 milioni di lire. Il film uscì un anno esatto dopo la canonizzazione di don Bosco, dopo soli sei mesi di lavorazioni. Dietro la macchina da presa c’è Goffredo Alessandrini, regista noto per le commedie “dei telefoni bianchi” ambientate nei palazzi dell’alta borghesia, ma anche per film di propaganda come “Luciano Serra pilota” o “Giarabub”. Per rendere più verosimile il film fa recitare persone reali, non attori professionisti: un centinaio tra sacerdoti, ragazzi d’oratorio, ma anche monsignori e vescovi, con la sarta Maria Vincenza Stiffi nei panni di mamma Margherita. L’unica eccezione è per l’interprete di don Bosco: il regista sceglie il torinese Gian Paolo Rosmino, anche per una evidente somiglianza col Santo.

«Nel film c’è una netta separazione tra la vita di campagna faticosa, povera ma ricca di valori, e la vita in città dove don Bosco trova un vuoto di valori da riempire – prosegue Elena Testa –  i salesiani seguono il film in ogni sua fase, sanno che la pellicola dovrà avere un valore catechistico ed educativo. Non abbiamo trovato documenti che provino un preaccordo tra la Lux e i salesiani, forse l’accordo era sulla distribuzione di cui i salesiani potevano garantire la diffusione in tutto il mondo. Di certo è che i salesiani sapevano che i diritti sarebbero stati ceduti a loro».

Proprio a causa dell’uso che si farà del film nascono contrasti tra il regista, più attento alla dimensione spettacolare, e i salesiani legati alla storicità dei fatti: «Nella prima versione uscita nell’aprile del 1935, Alessandrini inserisce un episodio inventato della vita del santo. Un gruppo di ragazzi della “Generala”, il riformatorio di Torino, esce dal carcere per una passeggiata con don Bosco. Ma alcunicli loro scappano, salvo poi ripresentarsi pentiti dal santo».

Nella versione successiva, la seconda (quella che è stata restaurata e sarà proiettata a Chieri), questa scena viene modificata: don Bosco non è più in rassegnata attesa di chi si e dileguato ma ha un ruolo attivo, quasi a far percepire un miracolo.

«Sembra che la difficoltà più grande sia stata quella di conciliare il documentario con lo spettacolo: la produzione e il regista sono più attenti all’uomo e meno al santo».

All’uscita il film ha più consensi di critica che di pubblico: ma dalla fine del ’35 inizia un viaggio che lo porta in Francia, Spagna, Ungheria, Stati Uniti, Olanda, Canada, Messico, Belgio, Brasile e Sud America, nel circuito delle case salesiane dove riscuote un enorme successo. Per il restauro si è partiti dal negativo conservato nel Fondo Salesiani depositato da Direzione Generale Opere Don Bosco nel 2016 a Ivrea.

Questa copia si è rivelata completa per quanto riguarda la seconda parte, ma lacunosa per la prima che è stata ricostruita grazie a una copia positiva della Cineteca di Bologna, una copia positiva del Museo Nazionale del Cinema e due copie in 16 mm conservate a Ivrea Per il secondo tempo, invece, è stato usato quasi interamente il negativo originale del fondo salesiano di Ivrea, eccetto che per la scena della “Generala”, ricostruita con le copie positive e sul cui lavoro è stato fondamentale utilizzare come riferimento sonoro una copia conservata alla George Eastman Museum di Rochester.

“Don Bosco ritorna”, sempre firmato da Alessandrini, racconta invece il rientro a Valdocco dell’urna di don Bosco, il 13 maggio 1945: «Per evitare che potesse andare persa in un bombardamento nel 1942 era stata trasferita in segreto al Colle, dov’era stata collocata nel santuarietto di Maria Ausiliatrice. Il ritorno a Torino, con una processione che attraversò la città, fu un evento con una partecipazione eccezionale».

Salesiani Vigliano: le Olimpiadi dell’amicizia

L’oratorio salesiano di Vigliano, durante l’estate ragazzi, ha organizzato una giornata dedicata alle Olimpiadi dell’amicizia, chiamando i giovani a vivere anche lo sport come occasione di condivisione e fraternità, opponendosi allo scenario della guerra che si sta vivendo in questi giorni.

 

Di seguito l’articolo pubblicato su Il Biellese:

Le bandiere di 23 nazioni (anche di Ucraina e Russia) ai giochi salesiani.

Ucraina e Russia fianco a fianco? In questi ultimi cinque mesi ha sempre fatto notizia la presenza di una persona ucraina e una russa nello stesso contesto, fosse questo musicale, sportivo o di qualsiasi altro genere. Anche a Vigliano è successo, con la partecipazione di un ragazzino ucraino, Nikita, e uno russo, Alexsandr, alle Olimpiadi del centro estivo dei Salesiani, nell’oratorio don Bosco.

Ma questo piccolo evento non ha il sapore della notizia ormai logora che si contrappone ai tragici scenari di guerra a cui assistiamo da febbraio a questa parte: è un segno di autentica condivisione, perché accanto ai due ragazzi c’erano altre 22 bandiere rappresentate da altrettanti giovanissimi partecipanti al centro estivo di don Gianni Moriondo, il parroco, che da sempre trasmette con la sua speciale benevolenza i valori dell’amicizia e della pace ai ragazzi.

Racconta il direttore dei Salesiani biellesi, don Marco Casanova, presente alla giornata inaugurale dei giochi sportivi, lunedì:

Le Olimpiadi hanno coinvolto i partecipanti al centro estivo per tutta la settimana, in diverse strutture: nell’oratorio, all’esterno e nel campo sportivo comunale. Per l’avvio ufficiale dei giochi abbiamo avuto come ospiti il sindaco Cristina Vazzoler, l’assessore alle politiche giovanili Luca D’Andrea, e don Alberto Goia, incaricato della Pastorale Giovanile Salesiana del Piemonte.

I giochi sportivi impegneranno bambini e ragazzi ancora nella giornata di oggi. Poi si tornerà alle altre attività del centro estivo, che prosegue fino a settembre, con una pausa di due settimane ad agosto.

Salesiani di Bra: il saluto del direttore uscente don Alessandro Borsello – lavocediAlba.it

Il saluto di don Alessandro Borsello come direttore uscente della casa salesiana di Bra. Di seguito la notizia riportata su lavocediAlba.it nella giornata di ieri, 13 luglio.

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Salesiani di Bra: il saluto del direttore uscente don Alessandro Borsello: “Ho trovato una comunità accogliente”

Dopo tre anni il religioso lascia l’incarico per spostarsi a Valsalice. “Il bilancio è assolutamente positivo: sono stati tre anni belli segnati purtroppo dall’arrivo del Covid”

Il prossimo settembre, Don Alessandro Borsello, dopo tre anni da direttore, lascerà i salesiani di Bra. Lo abbiamo contattato per parlare del suo operato e di cosa lo attende in futuro.

Il bilancio è assolutamente positivo: sono stati tre anni belli segnati purtroppo dall’arrivo del Covid, che ha portato alla sospensione delle attività da marzo a maggio 2020. Ho trovato una comunità accogliente in cui mi sono trovato bene“.

Proprio la pandemia è stata la sfida più grande con cui i Salesiani, in questo periodo, si sono trovati a fare i conti, facendosi trovare però sempre pronti.

Dal punto di vista scolastico, fin da marzo abbiamo iniziato le videolezioni con gli studenti delle Medie, mantenendo intatti i tratti caratteristici del nostro istituto. Ci salutavamo sempre con il buongiorno, proponevamo giochi, abbiamo festeggiato comunque Pasquetta. Anche al Cfp, gli studenti hanno continuato a svolgere i laboratori, seppur da casa propria. Stesso discorso per quanto riguarda la celebrazione delle Messe: abbiamo deciso di ripartire appena è stato possibile, e, per far fronte alla necessità di stare distanziati, abbiamo deciso di spostarci all’aperto. Ricordo ancora la prima volta dopo il lockdown: era il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, quando sono venuti tantissimi volontari ad aiutare con l’allestimento“.

Don Alessandro era tornato ai Salesiani di Bra nel 2019, dove aveva già svolto una prima esperienza in precedenza. Quello che è cambiato è stato in particolare il suo ruolo:

Sono passato da essere catechista della scuola Media a direttore dell’opera, che mi ha dato maggiori responsabilità e uno sguardo di sintesi che prima non potevo avere. Così, mi sono accorto che la comunità salesiana gode di grande stima tra i braidesi, che rimane immutata e indipendente dalle persone che di volta in volta ne fanno parte. Questo comporta dunque un impegno nel coordinamento progettuale, una cosa bella su cui abbiamo lavorato in questi anni”.

Il suo nuovo incarico sarà dunque direttore dell’opera di Valsalice, in una comunità diversa da quella braidese, in quanto prevalentemente scolastica, comprendendo un liceo (classico, scientifico e delle scienze applicate) e una scuola Media.

Tirocini, stage, apprendistato, l’importanza del tutor aziendale – LA STAMPA

Il 30 giugno 2022, il quotidiano LA STAMPA nella sezione Tuttosoldi, a cura di Sandra Riccio, ha ripreso e pubblicato l’articolo dell’evento Step-Up progetto Erasmus+ svoltosi a Torino Valdocco.

 

Scrive così:

Si è svolto a Torino l’evento conclusivo dedicato a Step-Up progetto Erasmus+ nella Sala Sangalli dell’istituto salesiano Valdocco. L’evento, promosso dall’Associazione Cnos-Fap Regione Piemonte, ha permesso di presentare il percorso svolto da Step-up fino ad oggi nell’identificare un modello di formazione per i tutor aziendali che hanno in carico i giovani in tirocinio, stage, apprendistato e formazione duale. La formazione in impresa è infatti parte integrante del percorso formativo ed educativo dei ragazzi e delle ragazze; inoltre le figure chiave dei tutor aziendali sono la base per la buona riuscita di questa attività che ha come scopo finale l’inserimento lavorativo.

Dopo l’introduzione ai lavori di Fabrizio Berta della Direzione Generale Cnos-Fap Regione Piemonte, si è passati al primo momento di confronto sul tema «Il tutor aziendale fa la differenza se…» moderato da Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli, al quale hanno preso la parola il vice direttore Unione Industriali Torino Riccardo Rosi, la responsabile del Settore Studi, Statistica e Orientamento al lavoro e alle professioni della Camera di commercio di Torino Barbara Barazza, il direttore generale Api Torino Luca Sanlorenzo, e il direttore del Centro Einaudi Giuseppe Russo. […]

Leggi tutto l’articolo:

Spazio Anch’io: lo “Spazio” che salva i giovani fragili – La Voce e il Tempo

Al Parco del Valentino ha riaperto, dopo due anni di fermo a causa della pandemia, “Spazio Anch’io“, la postazione educativa di strada dei Salesiani di San Salvario. Di seguito l’articolo pubblicato su La Voce e il Tempo a cura di Stefano Di Lullo.

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Parco del Valentino – ha riaperto, dopo due anni di stop per la pandemia, la postazione di educativa di strada dei Salesiani di San Salvario: modello contro il disagio.

Quando circa 15 anni fa noi educatori di strada arrivammo al Parco del Valentino iniziammo a sognare: incontrammo subito un gruppo di ragazzi. Uno di loro ci chiese se volevamo del fumo e noi rispondemmo: «‘no, vogliamo giocare e stare con te’!». Fu così che nel 2007 nacque «Spazio Anch’io», la postazione dei Salesiani di San Salvario al Parco del Valentino (tra via Carlo Ceppi e via Medaglie d’Oro) che ha preso per mano e accompagnato centinaia di ragazzi e giovani fragili: un modello virtuoso di prevenzione contro il disagio giovanile che ha fatto scuola.

Ora quello spazio, dopo oltre due anni di chiusura per la presenza prima del Covid Hospital, poi del Centro vaccinale e del Presidio sanitario nel padiglione 5 di Torino Esposizioni, ha finalmente riaperto per continuare quel sogno, che è il sogno da cui partì l’opera di don Bosco a Torino basata sul celebre metodo preventivo: ‘stare’ con i ragazzi e far vibrare la corda sensibile del proprio cuore.

«Appena sono state tolte le transenne nell’area»

racconta don Gianmarco Pernice, incaricato dell’oratorio salesiano San Luigi e responsabile dell’accoglienza comunitaria dei minori stranieri non accompagnati,

«i ragazzi sono subito venuti a cercarci chiedendoci quando avremmo riaperto ‘Spazio Anch’io’. Hanno poi iniziato a giocare e a riprendersi il loro spazio: un luogo dove possono incontrare adulti che diventano dei punti di riferimento per la loro vita».

L’educativa di strada dei Salesiani di San Salvario nel tempo della pandemia non si è mai fermata ma è stata portata avanti per le vie del quartiere: ora il progetto è completo, c’è di nuovo la «Casa» dell’oratorio in strada in cui incontrare i ragazzi, organizzare tornei sportivi e da lì iniziare un percorso per accompagnarli.

«‘Spazio Anch’io’», prosegue don Pernice,

«allora torna ad essere il quartier generale di un’attività educativa molto articolata su tutto il territorio di San Salvario: il punto da cui i ragazzi che arrivano con delle esigenze hanno l’opportunità di ripartire: qui convergono vere e proprie storie di rinascita».

Virtuoso in particolare il progetto «Spazio fratto tempo», promosso dai Salesiani con il sostegno della Compagnia di San Paolo, rivolto ai giovani inoccupati, sia italiani che stranieri, con l’obiettivo di sperimentare un nuovo modello di inserimento lavorativo che, attraverso un accompagnamento educativo e formativo mirato, valorizzi le capacità e le attitudini di ciascuno. Numerosi ragazzi dopo questa esperienza riescono ad inserirsi nel mondo lavorativo.

«Il punto di forza», evidenzia don Pernice,

«è rappresentato proprio dalla sinergia fra gli educatori e le aziende in cui i ragazzi svolgono il tirocinio».

Un’opportunità che parte anche grazie a «Spazio Anch’io» che nei mesi estivi sarà aperto tutti i pomeriggi dalle 15 alle 19 più 3 mattine: sono di nuovo attivi i corsi di italiano per stranieri, lo sportello di consulenza per la compilazione dei documenti e la ricerca concreta di un lavoro.

La postazione al Valentino rappresenta anche uno dei 4 poli dell’oratorio estivo dei Salesiani di San Salvario, oltre alle sedi degli oratori San Luigi, Ss. Pietro e Paolo e Sacro Cuore di Maria. Il martedì, in particolare, gli educatori sono presenti per accogliere i gruppi degli oratori estivi che chiedono di conoscere questa realtà. Infine a luglio prenderà il via, con il patrocinio della Circoscrizione 8 e il via libera del tavolo tecnico-artistico di arte urbana e Street Art, «Migrazioni di parole», un progetto che realizzerà una vera e propria opera d’arte a cielo aperto formata da circa 50 frasi sull’inclusione scelte dai ragazzi stessi insieme agli educatori.

In occasione della riapertura di «Spazio Anch’io», martedì 7 giugno, si è tenuto un pomeriggio con animazione, musica e sport per oltre 100 ragazzi a cui hanno preso parte, accanto a don Pernice, anche l’Ispettore dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta don Leonardo Mancini e il parroco e direttore dell’Opera di San Salvario don Claudio Durando. È poi seguito un momento di riflessione dal titolo «Educativa di strada: una grande storia con tracce di futuro» a cui sono intervenuti Patrizia Gugliotti, proget manager del progetto NoMiS della Compagnia di San Paolo a favore di minori e giovani a rischio e in situazione di disagio, Massimiliano Miano, presidente della Circoscrizione 8, e Monica Canalis, Consigliera regionale (Pd), che ha evidenziato come durante la pandemia

«il venir meno di attività come l’educativa di strada, in alcuni casi della scuola e di svariate altre realtà educative sui territori, abbia aumentato in alcuni giovani fobìe, tentativi autolesionistici, ansia, disturbi psichiatrici importanti e anche episodi più gravi: ora è necessario ritornare a lavorare con ancora più enfasi e forza perché quello che si è perso venga recuperato».

Per Vincenzo Camarda, presidente della Commissione Sanità e Servizi sociali del Consiglio Comunale di Torino,

«è importante lavorare perché il modello dell’edu- cativa di strada del Valentino possa approdare anche in altre zone periferiche della città, come a Torino nord».

-Stefano DI LULLO

Da Leopoli a Torino, e adesso anche ritorno – Famiglia Cristiana

Alcune famiglie Ucraine, accolte a Valdocco da Missioni Don Bosco in seguito all’emergenza della guerra in Ucraina, stanno per tornare a casa nelle zone più calme del Paese, ma la situazione rimane disperata. Di seguito l’articolo di Famiglia Cristiana a cura di Giusi Galimberti.

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Prosegue la nostra serie che accompagna il programma su Canale 5 la domenica mattina: sesta tappa, dall’Ucraina a Valdocco in fuga e accolte da Missioni Don Bosco, alcune famiglie Ucraine ora tornano a casa. “Ma solo nelle zone più calme: la situazione è ancora tragica, siamo pronti a tutto”, spiega il salesiano Don Czaban.

 

Non si può mai parlare di belle notizie quando si tratta di un Paese invaso e in guerra, ma ciò che ci spiegano i missionari salesiani di don Bosco, che da quando è iniziata l’offensiva russa in Ucraina ospitano nella sede torinese diverse famiglie di profughi, è di un certo sollievo: alcuni di loro cominciano anche a ritornare a casa. Abbiamo approfittato di un brevissimo passaggio dalla Casa di Valdocco di don Michajlo Czaban, missionario ucraino di Leopoli, per conoscere meglio la situazione nel suo Paese e comprendere insieme con l’argentino don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, come vengono ora organizzate emergenza e accoglienza di chi fugge dai territori invasi.

«Purtroppo, la situazione continua a essere tragica. Dobbiamo prepararci a tempi ancora più duri: non sappiamo quanto a lungo continuerà la guerra e dobbiamo essere pronti a tutto»

dice don Michajlo.

«Ora scappano soprattutto dalle zone calde della guerra, come Kharkiv e il Donbass»,

aggiunge padre Daniel.

«Quelli che prima vivevano in aree che sembrano ora più tranquille, cercano di rientrare. Sanno che se la situazione dovesse aggravarsi anche lì, qui da noi avranno sempre qualcuno ad accoglierli: così ripartono verso l’Ucraina con uno spirito più leggero. In questo momento vivono qui a Valdocco una quarantina di persone, tutte mamme con bambini. Con i vari flussi sono passate da qui circa 80 persone. Sedici ragazzini sono ospiti della scuola. ll primo pensiero di tutti, comunque, è sempre quello di tornare a casa appena possibile. Come li abbiamo aiutati a fuggire dalla guerra, ora aiutiamo alcuni – per ora purtroppo una minoranza – a rientrare in patria. Si sta verificando ai nostri occhi una sorta di controtendenza, ma per molti una casa non c’è più. Chi ce l’ha bombardata o sa che è ancora sotto le bombe, non ha un posto dove tornare. La nostra sfida, ne abbiamo parlato con don Michajlo nella speranza che la pace arrivi pre sto, è pensare proprio al futuro di queste famiglie dopo la guerra».

«Ci sono sei milioni di ucraini fuori dal Paese» , continua don Michajlo con un nodo nella voce.

«A Leopoli abbiamo organizzato un campo che accoglie fino a 300 mila persone in fuga dal fronte. Dalla Polonia sono arrivati centinaia di container, trasformati in case per i profughi: una sorta di cittadella dove il Comune ha fatto arrivare acqua e la luce. L’abbiamo chiamata Piccola Mariupol, in onore di una delle città simbolo di questa guerra».

Nel frattempo anche a Valdocco si è creata una piccola comunità.

«A gestire l’accoglienza nella Casa di Don Bosco siamo solo noi “due Daniel”»,

dice scherzando don Antúnez, riferendosi anche al padre missionario bosniaco don Danijel Vidovic:

«Sono le mamme ucraine che a turno preparano pranzi e cene, riordinano e tengono tutto pulitissimo. Proprio come se fossero a casa loro. E devono sentirsi a casa loro: deve essere così soprattutto per i loro bambini».

 

-Giusi Galimberti