Don Bosco, un cuore che ama – La Vita Casalese

Si riporta di seguito l’articolo comparso su La Vita Casalese.

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Don Bosco, un cuore che ama

Il Vescovo, in visita pastorale al Valentino, ha evidenziato la passione educativa del “Santo dei giovani”

Al Valentino batte il cuore per don Bosco! Lo testimoniano le tante iniziative che ogni anno vengono proposte alla comunità per preparare e celebrare degnamente il Santo fondatore dei Salesiani. Ma è soprattutto la generosa e immancabile partecipazione delle persone a confermare quanto affetto e devozione susciti questa figura di “Santo sociale” le cui opere sono sparse in tutto il mondo.

Una Novena online molto seguita ha offerto l’occasione per conoscere le figure che maggiormente hanno ispirato e aiutato Giovanni a diventare don Bosco e l’intensa testimonianza di Lucia, giovane Figlia di Maria Ausiliatrice, ha toccato il cuore di giovani e adulti nella serata di preghiera vocazionale. Il carisma di don Bosco affascina, provoca e interpella chiunque abbia a cuore l’educazione e l’accompagnamento delle giovani generazioni, fino a diventare una scelta di vita dedicata.

È così non solo per i religiosi e le religiose che compiono una scelta di speciale consacrazione entrando nella congregazione, ma anche per i laici che si spendono per la missione salesiana là dove sono chiamati a vivere quotidianamente: i Salesiani Cooperatori, terzo “ramo” della Famiglia Salesiana, voluti fortemente da don Bosco, che a Casale sono rappresentati da un nutrito gruppo di giovani e adulti. Proprio domenica hanno rinnovato la loro promessa di continuare a camminare sulla strada tracciata da don Bosco durante la celebrazione delle 10.30, presieduta dal Vescovo Gianni, che ha offerto ai tanti fedeli presenti una preziosa riflessione ispirata sia alla Solennità della presentazione del Signore che alla festa del Santo dei Giovani, compiendo la sua visita pastorale nella parrocchia del Sacro Cuore.

Nell’omelia il Vescovo Gianni, dopo aver richiamato il significato della Luce che è Gesù e dell’importanza di mantenere vivo questo dono ricevuto nel battesimo, ha evidenziato la passione educativa di don Bosco, che si è messo al fianco dei giovani accompagnandoli con il suo stile fatto di ragionereligione e amorevolezza, cercando collaborazione da chiunque fosse in grado di poter offrire aiuto, sia morale che materiale, per realizzare progetti e opere a favore della gioventù più povera e bisognosa. Una figura che resta punti di riferimento per tutti gli adulti, genitori, educatori, volontari che quotidianamente sono impegnati in una “missione” impegnativa ed entusiasmante: l’educazione.

Sabato sera l’Oratorio del Valentino ha nuovamente offerto a più di un centinaio di ragazzi e ragazze una serata di aggregazione e animazione in stile Salesiano, che in questi anni è diventato un atteso e partecipato evento: il “Don Bosco Pub“, con giochi, sorprese e anche la possibilità di mangiare insieme. Diventato ormai un appuntamento imperdibile, anche quest’anno la serata è stata molto apprezzata, coinvolgendo amici con il passaparola.

Il sassolino di don Bosco: ad Alessandria una manifestazione artistico-musicale sulla prima spedizione missionaria salesiana

Dai salesiani di Alessandria.

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Il sassolino di don Bosco” è stato il titolo della manifestazione artistico-musicale che si è tenuta nella chiesa parrocchia di San Giuseppe artigiano in Alessandria.

La drammatizzazione a più voci del racconto della prima spedizione missionaria salesiana, la presenza di persone e gruppi provenienti da Paesi in cui i Salesiani svolgono la loro missione (Ucraina, Nigeria, Senegal…) e l’animazione canora del coro parrocchiale hanno reso l’evento interessante e partecipato.

Un momento particolare è stato il ringraziamento a don Remigio da parte dell’associazione dei commercianti del Cristo.

Un grazie riconoscente va a coloro che hanno ideato, guidato e realizzato questo evento, in particolar modo a Guido Astori e Roberto Venturini.

La notizia è stata ripresa anche da La Stampa e altri quotidiani, clicca sulle immagini di seguito per leggere gli articoli:

Un premio letterario in memoria di don Ricca

Da La Voce e il Tempo.

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«In ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è di cercare questo punto, questa corda sensibile del cuore e di trarne profitto».

Sono parole di san Giovanni Bosco che ancora oggi rivolge ai suoi figli, i salesiani, e alla famiglia che si ispira al suo carisma, presente in 133 nazioni dei 5 continenti.

Parole che, per chi ha avuto la fortuna di incrociare le sue strade, sintetizzano la vita di don Domenico Ricca – per tutti don Meco – salesiano e cappellano per 40 anni all’Istituto penitenziario minorile di Torino «Ferrante Aporti», ai tempi di don Bosco «La Generala», il riformatorio dove il santo trascorreva molti pomeriggi con i ragazzi «discoli e pericolanti del tempo». E fu proprio dietro quelle sbarre che don Bosco inventò il suo sistema preventivo e gli oratori: per questo da allora i cappellani del «Ferrante» sono salesiani.

A don Ricca, scomparso il 2 marzo scorso a 77 anni, il Forum del Terzo settore in Piemonte (di cui fu tra i fondatori) e i Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta promuovono la prima edizione del Premio letterario «Meco» rivolto a giovani e adulti (19 anni e oltre) e adolescenti (14-18 anni). Una sezione speciale è riservata ai giovani ristretti all’Ipm «Ferrante Aporti» a cui don Meco ha dedicato la sua vita di sacerdote e cappellano, servizio che ora prosegue con passione e il suo confratello don Silvano Oni.

Tema scelto per il concorso, sostenuto da numerosi enti e associazioni con cui don Ricca ha collaborato (La Voce e il Tempo è media partner), è «Dietro le Sbarre» inteso come detenzione in sia in senso fisico che psicologico e sociale. I partecipanti sono invitati a condividere, attraverso la scrittura, riflessioni, esperienze reali o immaginate legate al tema, «mettendo in luce sia le difficoltà che il potenziale di rinascita».

Gli elaborati (saggio breve, poesia o racconto) vanno consegnati entro il 31 marzo e il 5 maggio verranno comunicati i finalisti La premiazione si terrà al Salone del Libro di Torino (15-19 maggio) dove verrà presentata una pubblicazione con i migliori elaborati il cui ricavato della vendita sarà interamente devoluto alla Comunità Harambée di Casale Monferrato che accoglie e sostiene minori fragili. Fanno parte della giuria scrittori – tra cui Margherita Oggero e Younis Tawfik – il giudice minorile Ennio Tomaselli, Claudio Sarzotti, docente di sociologia e direttore della rivista Antigone, esperti di educazione e scienze sociali.

Sostenibilità e tecnologia, così l’Università dei Salesiani continua a crescere – Torino Cronaca

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Torino Cronaca.

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L’inaugurazione del nuovo anno accademico 2024-2025 della IUSTO, Istituto Universitario Salesiano di Torino, è stata un’occasione di celebrazioni e riflessioni. L’evento è stato aperto dall’amministratore delegato di IUSTO, Alessio Rocchi, che ha sottolineato il percorso ventennale dell’università e il suo impegno verso una formazione sempre più aperta e innovativa.

«Ci poniamo come un punto di riferimento per l’educazione, accompagnando i giovani nel loro cammino verso un futuro più sostenibile»

ha dichiarato.

Al centro della giornata il seminarioCrisi climatica ed ecologica: la tecnologia ci salverà?”, condotto dal noto climatologo e divulgatore scientifico, Luca Mercalli. Durante l’incontro si è discusso intorno al rapporto tra tecnologia e sostenibilità, con l’obiettivo di tracciare nuove traiettorie di educazione e crescita.

«IUSTO si differenzia dagli altri atenei perché ha sempre avuto lo sguardo vigile su queste tematiche»

ha affermato la direttrice accademica Claudia Chiavarino.

L’ateneo nell’anno 2023-2024 ha registrato l’afflusso di 945 studenti e 112 docenti, numeri che dalla fondazione dell’università ad oggi continuano a crescere. Tra le autorità presenti, l’assessora all’Istruzione Carlotta Salerno, che ha ricordato il suo legame con IUSTO, che sostiene attivamente dal 2016.

«Oggi vogliamo scuole aperte al territorio, capaci di accompagnare i ragazzi e che sappiano dialogare con il mondo esterno»

Salerno ha ribadito l’importanza di coniugare tecnologia ed educazione per creare istituzioni più vicine ai bisogni della comunità. Fra gli interventi, anche quello di Antonio Dellagiulia, decano dell’Università Pontificia di Roma.

Dellagiulia ha ricordato il motto scelto dal rettore per questo anno accademico, “In cammino con i giovani, pellegrini di speranza”.

«La speranza è la capacità di individuare quali percorsi intraprendere per raggiungere i nostri obiettivi, l’educazione è un atto di speranza»

ha concluso Dellagiulia.

All’inaugurazione presente anche Valerio Lomanto, presidente di Circoscrizione 6, che ha ribadito il ruolo delle istituzioni locali nel promuovere una maggiore conoscenza tecnologica.

«La Circoscrizione è un’istituzione a cui i cittadini possono affidare le criticità del luogo, affinché queste possano essere migliorate. La tecnologia può aiutarci, diventando un mezzo capace di aprire nuovi canali di comunicazione con i cittadini».

IUSTO come gli altri atenei Piemontesi collabora con Edisu, ente regionale per il diritto allo studio universitario. «È un modello di integrazione tra tecnologia e sostenibilità», ha affermato Alessandro Sciretti presidente dell’Edisu, constatando come l’Università Salesiana continui ad essere un luogo di innovazione e un punto di riferimento, per la Circoscrizione 6, la Città di Torino e la Regione Piemonte.

Premiata allieva salesiana – Bra Oggi

Da Bra Oggi.

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In queste poche righe voglio condividere con voi, con i professori e con tutta la Scuola Media Salesiana di Bra, la soddisfazione per aver ricevuto la Borsa di Studio, concessa dall’Unione Veterani dello Sport assieme ad altre associazioni di volontariato come Aido, Avis… nell’ambito del progetto “Lo Sport fortifica, lo Studio nobilita“.

La mcerimonia si é svolta sabato 9 novembre nel gremito ed elegante Auditorium della BPER a Bra.  In totale 20 borse di studio assegnate a studentesse e studenti di tutta la provincia
che si sono distinti nello studio e nello sport, tra cui la sottoscritta. Molti altri hanno ricevuto un premio, tra questi anche alcuni della scuola salesiana. Sono anni che pratico la ginnastica artistica/acrobatica, una disciplina sia individuale che a squadre.

Ho iniziato all’età di sei anni. Mai avrei pensato di raggiungere livelli così alti. Sono inserita in una squadra agonistica, di conseguenza ho già partecipato a diversi campionati nazionali ed internazionali arrivando sempre sul podio e molto spesso sul gradino più alto.

Ovviamente non è stato tutto semplice: ore ed ore di allenamento, impegno al massimo, cercando sempre di far combaciare tutto per ottenere il massimo anche nello studio. Il livello degli esercizi che si compiono è estremamente alto, difatti non è raro farsi male, come è successo a me poche settimane fa.

I risultati ottenuti mi hanno fatto capire che l’impegno ed il sacrificio, prima o poi ripagano ampiamente. Essendo una mia passione, spero di riuscire a praticare la ginnastica ancora per molti anni e perchè no, magari un giorno diventare allenatrice, dal momento che già adesso affianco la mia insegnante nei gruppi preagonistici.

Ringrazio in modo particolare il Signor Preside per essere stato presente alla premiazione.

-Rebecca Tuninetti
3^ media A

Viaggio nelle Sale della Comunità in occasione dei 75 anni di ACEC – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Famiglia Cristiana.

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Qui facciamo cultura del bene e del bello

PARLA IL PRESIDENTE DON GIANLUCA BERNARDINI

«Da 75 anni lavoriamo per educare in maniera umana e cristiana attraverso film, teatro e incontri»

Le sale della comunità sono un luogo dove le persone possono incontrarsi e ritrovarsi. Dove da settantacinque anni lavoriamo per educare in maniera umana e cristiana attraverso i film, il teatro e gli incontri.

È con questo spirito che i teatri parrocchiali costruiti tra ‘800 e inizio ‘900 sono diventati sale della comunità. Perché è in questi luoghi che si esercita la carità della cultura al servizio del bene e del bello degli uomini e delle donne che abitano questo tempo, questo spazio e questa storia. Questi presidi sono vere e proprie strutture non soltanto parrocchiali, ma pastorali, che accolgono tutti e diffondono i nostri valori.

È questa la forza delle sale della comunità che a distanza di 75 anni dalla costituzione dell’ente che le riunisce”, spiega don Gianluca Bernardini, presidente ACEC, Associazione Cattolica Esercenti Cinema, “permette a questi luoghi di esistere e resistere alla fortissima crisi che attraversa il settore cinematografico tutto dall’avvento della pandemia“.

Le vostre sale come hanno vissuto il periodo della pandemia e come sono ripartite dopo il trauma?

“Le sale della comunità sono esercizi commerciali sul mercato che come tutti con le chiusure hanno sofferto. Dopo il Covid, però, ricreare un rapporto di fiducia con il nostro pubblico è stato naturale. È questa la nostra vocazione. Riportare le persone al cinema dopo gli anni della distanza richiedeva anche una risposta valoriale. E gli oltre 600 presidi che fanno parte dell’ACEC in tutta Italia hanno nelle fondamenta la malta per rispondere ai periodi di crisi: le persone“.

Intende i volontari?

“Certo. Loro sono uno degli aspetti più belli, dinamici e resilienti dei nostri cinema. E sono una comunità, letteralmente”.

Quanti sono in tutta Italia?

“Oltre 20mila e sono il cuore di queste sale, appassionati di cinema, ma anche alleati di una comunità che vuole crescere attraverso la cultura. Grazie a loro i nostri cinema sono a pochi minuti di auto o raggiungibili a piedi da una popolazione di quasi 26 milioni di persone. Uno degli aspetti su cui ACEC lavora da 75 anni, dalla sua nascita insomma, è la passione di questi volontari e la loro professionalizzazione, soprattutto tra i più giovani”.

Ci spieghi meglio.

“Sono tante le storie di registi e attori che si sono innamorati del cinema nelle nostre sale e sono sempre disponibili a tornarci per incontrare gli spettatori. Le dico questo perché, da anni, stiamo puntando a professionalizzare i volontari che nella vita fanno altri lavori o sono in pensione e vogliono essere operatori della sala della comunità. E con ancor più energia dedichiamo tempo e, soprattutto, investimenti economici per dare un contributo ai ragazzi che vogliono lavorare nell’ambito della programmazione culturale di un cinema. E dove possibile, assumerli”.

È questa la priorità della sua presidenza nazionale?

“Assolutamente sì, stiamo ricominciando proprio dalla qualità della proposta e di chi ragiona sulla scelta dei film della domenica, del cineforum, degli incontri e dei teatri che vanno in scena. Perché ciò che dobbiamo continuare a fare è incontrare il nostro pubblico e fargli venire voglia di tornare in sala. Quelle stesse persone che negli anni hanno usufruito e riconosciuto il potenziale e il valore delle nostre proposte, che non sono solo cinematografiche ma utilizzano anche altri linguaggi, come il teatro e la musica. Sempre di più stiamo notando che molte volte abbiamo bisogno di competenze aggiornate all’interno delle nostre sale che sono presidi culturali inseriti a tutti gli effetti in una logica di mercato e di proposta che richiede professionalismo e non improvvisazione”.

La mattina le vostre sale sempre più spesso si riempiono di scolaresche. Perché?

“La cultura visiva permea sempre di più la nostra quotidianità e spesso si chiede alla scuola di educare i ragazzi alla lettura delle immagini. Invece che portare il cinema a scuola, noi lavoriamo per portare le scuole al cinema. Ormai si usano quotidianamente gli audiovisivi in classe, ma anche durante gli incontri di catechesi e in tante occasioni pastorali delle nostre comunità cristiane. Come ACEC non abbiamo fatto altro che accogliere le domande provenienti da più parti. E le nostre matinée sono sempre di più strumento di di formazione e un modo per dialogare e far appassionare i ragazzi al cinema. Ma anche l’occasione per educare alla lettura delle immagini in movimento grazie all’intervento dei nostri critici preparati e spesso cresciuti a loro volta sulle poltroncine della sala della comunità del loro quartiere o paese. In un continuo passaggio di testimone“.

Il 1° novembre torna la Corsa dei Santi

Da Roma Sette.

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Si corre venerdì 1° novembre a Roma la “Corsa dei Santi”, arrivata alla XVI edizione. 4mila i runner iscritti, da 53 nazioni. Percorreranno 10 chilometri che li porteranno da piazza Pio XII – dove il ritrovo è per tutti alle 8 – ai luoghi più significativi della città, dal Colosseo ai Fori Imperiali, fino ad arrivare in piazza San Pietro, per ricevere, al termine dell’Angelus, la benedizione di Francesco.

Il progetto associato a questa edizione è promosso da Missioni Don Bosco e si intitola: “Subito in campo per ripartire”. Si può contribuire inviando un sms solidale al numero 45594, attivo fino al 5 novembre.

Il progetto è destinato alla realizzazione di una infrastruttura sportiva a Leopoli, in Ucraina: si prevede di ristrutturare un campo di calcio del centro Don Bosco di Leopoli. La struttura  sarà utilizzata dai circa 600 giovani, tra cui 70 bambini e ragazzi, accolti nella casa famiglia Prokova, di età compresa tra i 6 e i 19 anni. Si tratta di orfani o minori sfollati dalle zone più colpite della guerra. A beneficiare del campo di calcio saranno anche 45 ragazzi che hanno subito lesioni agli arti a causa del conflitto. «Il 45594 non è solo un numero. Dietro quel numero ci sono delle persone, i volti di bambini e di ragazzi che chiedono un segno di speranza», dichiara presentando l’iniziativa don Daniel Antùnez, presidente di Missioni don Bosco.

A gareggiare con il pettorale numero 1 sarà la primatista italiana di maratona Sofia Yaremchuk, una degli atleti di elite in gara.

Questa manifestazione – commenta – è un messaggio di sport e solidarietà in un periodo così tragico che sta vivendo la mia Ucraina e la mia Leopoli, città nella quale sono nata e sono cresciuta. Fa male sentire le cose terribili che sta vivendo il mio popolo a causa della guerra. E il pensiero va soprattutto ai bambini che hanno diritto di futuro, hanno diritto di vivere liberi e felici. Grazie allo sport possono crescere migliori perché lo sport apre porte e unisce le persone».

 

Le proiezioni più seguite dalle famiglie premiano il virtuoso Cinema Monterosa – La Stampa

Si riporta di seguito l’articolo comparso su La Stampa a cura di Giulietta De Luca.

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L’AGIS assegna un riconoscimento
alla sala di Barriera di Milano

L’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (AGIS) di Piemonte e Valle d’Aosta lancia la terza edizione del progetto “Cinema al cinema” e premia le sale più virtuose, tra cui spicca il Cinema Monterosa di Torino. AGIS, che da decenni si impegna per tutelare il futuro del buon cinema, con il sostegno di Regione Piemonte torna anche quest’anno per invogliare le famiglie a riempire le sale: da sabato fino ad aprile saranno 140 le proiezioni che animeranno i weekend dei torinesi al costo promozionale di 3,50 Euro.

Nata nel 2022, l’iniziativa continua a riscuotere un crescente successo. Nelle prime due annualità di “Cinema al cinema”, infatti, sono stati organizzati 446 tra spettacoli ed eventi, con 107 titoli proposti al pubblico (di cui 27 produzioni piemontesi) per 8 province e 40 comuni. Gli eventi, organizzati in 46 sale, hanno registrato più di 20.000 presenze complessive, con un pubblico sempre più appassionato.

Proprio per questo motivo, AGIS ha scelto di premiare le sale che hanno riscontrato la più alta media di presenze durante le proiezioni della scorsa edizione. Le sale Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) vedono la vittoria del Cinema Monterosa, seguito dal Lumière di Asti e dall’Aurora di Savigliano. Per quanto riguarda le sale Anel (Associazione nazionale esercenti cinema), invece, al primo posto figura il multisala Vittoria di Bra, con dietro il cinema Margherita di Cuorgné e l’Italia di Vercelli.

“Ci siamo resi conto che il pubblico che ha stentato a tornare al cinema dopo la pandemia è in primo luogo quello delle famiglie – commenta Luigi Boggio, presidente AGIS Piemonte e Valle d’Aosta. – Lavorare per riportarlo in sala è impegnativo, ma incominciamo a vedere i frutti. Torino è molto sensibile a questa tematica, quindi continueremo a portare avanti i nostri sforzi”.

Importante quanto quello per le famiglie è il lavoro che AGIS fa assieme alle scuole, per educare e sensibilizzare. Quest’anno sul territorio verranno infatti realizzate 11 attività per il corpo docenti e i dirigenti scolastici, per promuovere un nuovo modo di fare lezione con il cinema e renderlo parte del percorso didattico.

Cuspo e ASD Don Bosco, nuova intesa per lo sport alessandrino, con Open Day il 28 settembre – Il Piccolo

Da Il Piccolo.

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Un nuovo accordo è stato stretto dal Cuspo per la stagione sportiva 2024/2025: ad affiancare la proposta consolidata degli Universitari di Basket, Scherma e Rugby, già arricchita dalle novità di stagione Powerlifting e Multisport, ci saranno le discipline offerte dalla ASD Don Bosco Alessandria – pattinaggio, flag football e ginnastica artistica.

Dichiara Alessio Giacomini, segretario generale Cuspo:

«La nostra attività cresce con partner affermati sul territorio. Con l’ASD Don Bosco in particolare abbiamo analoga visione dell’attività sportiva, intesa anche come valore educativo, oltre alle prestazioni tecniche. Grazie all’intervento del nostro dirigente Federico Botti che ringrazio, abbiamo potuto identificare il centro sportivo Don Bosco come primaria casa del Basket e delle attività sportive universitarie della prossima stagione. Il nostro Team University si allena già qui come il Settore giovanile con gli Esordienti e gli Under13, questo accordo sarà un passo in più per essere la vera polisportiva della città».

Federico Aime, coordinatore delle attività sportive ASD Don Bosco:

«Questa collaborazione nasce in principio da un’amicizia interna al Cuspo, con Federico Botti. Abbiamo pensato quindi di utilizzare il nostro centro, che ha molti spazi per lo sport e per la convivialità, e accogliere il Cuspo, una Società sportiva che condivide i nostri stessi valori, trasmessi da Don Bosco: collaborazione, condivisione, amicizia. Vogliamo dare insieme una svolta sportiva alla città, che ne ha bisogno. Dopo l’Openday organizzeremo altre iniziative, abbiamo già in mente una bella festa per il Natale da poter condividere!».

Open Day sabato 28 settembre

Per presentare le attività congiunte e le novità, dando l’occasione di provare tutti gli sport, si svolgerà un Open Day sabato 28 settembre al Centro Don Bosco di Alessandria, in corso Acqui 398, dalle ore 11 alle 16 circa. Dirigenti e tecnici saranno presenti sui campi per accogliere gli sportivi e i curiosi in cerca di informazioni; sarà attivo anche il servizio bar dell’ASD Don Bosco. Durante la giornata è previsto anche l’intervento di Don Mauro, direttore della Casa Salesiana, che formulerà gli auguri di inizio anno sportivo.

Cibo e farmaci per i poveri da tre chiese del quartiere Cristo ad Alessandria – La Stampa

Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Stampa.

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È una carità, quella del quartiere Cristo di Alessandria, che non fa rumore, ma c’è e fa grandi numeri. Qui le tre parrocchie San Giovanni EvangelistaSan Baudolino e San Giuseppe Artigiano continuano a raccogliere beni di prima necessitàcibo e vestiti per chi ha più bisogno. Lo fanno insieme alla Caritas diocesana, la Bottega della solidarietà, l’associazione San Vincenzo De Paolo e Sie (Solidarietà internazionale ed emergenze).

Solo per dare qualche numero: fino a oggi sono stati raccolti 500 litri di olio e 30mila uova, oltre a decine di chili di scatolamezucchero e prodotti a lunga conservazione. Ma anche medicine e vestiti oltre a buoni pastosostegni per gli affiti e offerte di lavoro regolari.

Ci siamo messi a disposizione delle associazioni che quotidianamente sono impegnate per aiutare il prossimo“, racconta don Giuseppe Bodrati, parroco della parrochia di San Giovanni. Che spiega anche come l’iniziativa di oggi non è altro che l’eredità del suo predecessore, don Claudio Moschini.

“Prima del Covid -dice- era stato attivato il servizio della prima colazione per gli indigenti. Di quel progetto è senz’altro rimasta l’idea di continuare a impegnarsi in nome della solidarietà”.

Il materiale che viene raccolto è poi smistato nei vari punti di contatto della Caritas e delle altre associazioni che si trovano in città e che poi si occuperanno di distribuirli. In questa catena della solidarietà un importante contributo arriva anche dall’associazione dei commercianti.

“Li ringraziamo -rimarca don Giuseppe- soprattutto per l’opera di sensibilizzazione nel donare”.

Chi vuole contribuire alla raccolta dei beni può andare in una delle tre parrocchie oppure nel negozio La Castellana di Simona Battisti, in corso Acqui.

“Siamo in un quartiere multietnico -aggiunge-. È giusto avere una possibilità per chi non frequenta la chiesa, ma vuole dare il suo contributo”.

Ciò che si sta muovendo nel quartiere non riguarda solo i beni materiali ma anche quella che don Giuseppe definisce “carità intellettuale” con incontri in cui si leggono passi della Bibbia per contrastare la solitudine.