Chieri, oratorio San Luigi – Accoglienza dei senza tetto

Si pubblica l’articolo a cura di Enrico Bassignana (Corriere di Chieri) che descrive, grazie anche alle parole di don Eligio Capriogliodirettore del San Luigi di Chieri -, la realtà dell’Hotel don Bosco che ospita ed accoglie i senza tetto:

Le vite difficili all’Hotel don Bosco
Un letto, un bagno e un tè: cosi l’oratorio San Luigi accoglie i senza tetto

Quando ti passano di fianco non le riconosci, le persone che abitano all’Hotel don Bosco. Ma hanno un tratto caratteriscito: dimostrano molti più anni di quanti non ne abbiano in realtà. Segni lasciati sul volto e nell’anima da una vita grama, che ha tolto loro quasi tutto.

Cosi, quando le notti si allungano e la temperatura scende, queste persone bussano alla parta dell’oratorio salesiano San Luigi, in Via Vittorio Emanuele 80. Qui, fino alla primavera, troveranno una stanza calda ed un letto. Insieme a un pò di speranza.

Quattro anni fa ho ricevuto una telefonata da un mio conoscente – spiega don Eligio Caprioglio, direttore del San Luigi – Mi ha detto:”Davanti al mio risotante c’è uno che dorme per la strada, che cosa di può fare?”. Ce lo siamo chiesto anche noi, con i cooperatori salesiani e con alcuni genitori della nostra scuola. Cosi abbiamo allestito il dormitorio invernale, dove accogliamo solo uomini.

I locali sono quelli che in passato ospitavano gli spogliatoi per le squadre di calcio: una camerata con una decina di letti a castello, docce e servizi. 

L’ingresso è dalle 20,30 alle 22, alle 7,30 l’uscita. Non diamo da mangiare, ma sia alla sera sia al mattino serviamo tè caldo e biscotti. Di notte è sempre presente un volontario.

  • Quanti sono gli ospiti?

In questo periodo da tre a cinque, con età tra i 50 e i 60 anni: in passato ne abbiamo avuti anche di più, dai trent’anni in su. Persone che non hanno centrato degli obiettivi che si erano prefisse per la vita, oppure che si sono “perse”. Persone in sé buone, che se avessero avuto un aiuto al momento opportuno ora non si troverebbero in questa situazione.

  • Sono dei “barboni”?

Tutt’altro. All’apparenza sono persone normalissime, e questo è già un dato importante, perchè vuol dire che non si sono lasciate andare del tutto. Ma molto spesso dimostrano più anni rispetto a quelli che hanno, a causa della loro vita difficile. C’è anche chi ha alle spalle storie di droga, oppure un pessimo rapporto con l’alcol.

  • Voi date solo un tetto?

No, chiediamo un percorso. Significa essere già in contatto con l’assistente sociale, oppure farsi prendere in carico, e seguire le tappe che vengono proposte: la disintossicazione dall’alcol, per esempio. Altrimenti non c’è prospettiva per il futuro.

  • E il ruolo dei volontari?

Al di là degli aspetti pratici, è quello di “seminare buone idee”, ascoltare e parlare: fermo restando che quasi sempre si incontrano situazioni troppo complesse per sperare in soluzioni positive rapide.

  • In passato lei non ha mai parlato volentieri di questo servizio: perchè lo fa adesso?

Da un lato il silenzio va a tutela delle persone di cui ci occupiamo. Dall’altro, però, è importante far sapere che intorno a noi succedono anche queste cose. Il male è sotto gli occhi di tutti ma, per fortuna, intorno a noi c’è anche tanto bene.

 

Progetto Tech Pro2 – Decimo compleanno

Si riporta qui a seguire l’articolo pubblicato dalla redazione di “Avvenire” in data 28 Dicembre 2018, relativo al progetto Tech Pro2: un’iniziativa realizzata in collaborazione con Fca, Cnh Industrial e scuole salesiane. Dal 2008 formati quasi 13mila giovani. Oltre 60 sedi nel mondo.
Buona lettura!

Compie dieci anni Tech Pro2, il progetto di sviluppo professionale e sociale realizzato in partnership tra Fca, Cnh Industrial e le scuole salesiane. L’iniziativa, nata nel 2008 in Italia ed estesa a tutto il mondo, è stata pensata per offrire un’opportunità ai giovani che hanno terminato la scuola dell’obbligo e che provengono da situazioni socialmente disagiate. Fino a oggi il programma ha formato quasi 13mila giovani con 380mila ore di corsi e 6.500 stage presso le reti assistenziali di Fca e Cnh Industrial. È attivo con oltre 60 sedi scolastiche nel mondo: dall’Argentina alla Cina, dall’India all’Etiopia, ma anche in Europa, dalla Polonia all’Italia. Ultima nazione in ordine di tempo a entrare a fare parte dell’iniziativa è la Francia, dove da luglio sono operative sette sedi che nei prossimi tre anni prepareranno oltre 200 studenti.

«Tech Pro2 è un progetto che conosco molto bene e che da anni porta avanti un modello vincente di relazione tra istituzioni formative e impresa, alla base della sinergia che deve esistere tra scuola e lavoro – spiega Pietro Gorlier, chief operating officer di Fca della regione Emea -. Questa partnership di tre realtà importanti e leader nei loro settori continua a creare professionisti maturi: è un’ottima combinazione tra un eccellente contributo tecnico e un forte sistema di valori che permette di raggiungere un alto livello personale e professionale, fondamentale per i nostri tecnici di domani».

Di recente inoltre Fca ha ampliato l’offerta all’area dell’accettazione per la formazione di consulenti del servizio e ha avviato un corso per la figura di racing team technician, in collaborazione con Abarth.

Nel progetto convergono e si amalgamano gli obiettivi di due realtà internazionali e globali come Fca e Cnh Industrial, con quelli formativi promossi da Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – formazione aggiornamento professionale) che si pongono come priorità la formazione e la crescita dei giovani.

«Il grande successo della collaborazione tra Cnos-Fap, Fca e Cnh Industrial nel Tech Pro2 nasce dalla necessità di guardare insieme la realtà formativa con il cuore di don Bosco e la responsabilità di cittadini: giovani, famiglie, attività produttive, formazione professionale e territori, per dare insieme le risposte che sono necessarie – commenta Enrico Peretti, direttore generale del Cnos-Fap -. L’attività congiunta di Cnos-Fap, Fca e Cnh Industrial è un caso positivo nella formazione dei giovani al lavoro, un caso da studiare in tutte le sue potenzialità e che può fare scuola a tante aziende».

 

 

Muzzano, Biella – Capitolo Ispettoriale IX

Si riporta qui di seguito un articolo a cura di “News Biella” inerente al Capitolo Ispettoriale IX dei Salesiani che si sta svolgendo nella casa di Muzzano.

NewsBiella

Un grande momento di ritrovo per un centinaio di salesiani dell’Ispettoria del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania: il IX Capitolo Ispettoriale (CI 9).
Il percorso del Capitolo Ispettoriale è iniziato in autunno a livello locale, con una prima fase lo scorso 24 novembre a Torino-Valdocco seguita da una fase straordinaria di coinvolgimento dei giovani, il 9 dicembre scorso, e ora si giunge alla seconda sessione ordinaria di lavoro, che si terrà a Muzzano dal 26 al 29 dicembre, in forma residenziale.

Parteciperanno i 35 direttori delle opere salesiane del Piemonte, l’intero Consiglio Ispettoriale, un salesiano delegato per ciascuna opera e 18 salesiani eletti dall’intera Ispettoria. Il Rettor Maggiore, don Ángel Fernandez Artime, ha assegnato al Capitolo tre i compiti principali:

  • approfondimento sul tema del Capitolo Generale 28° (CG28) “Quali salesiani per i giovani di oggi?”;
  • approfondimento su tematiche più specifiche dell’Ispettoria;
  • elezione dei tre Delegati al CG28.

Si entrerà nel vivo della sessione capitolare mediante i contributi raccolti nelle varie case del territorio, nei settori ispettoriali, tra i giovani confratelli e i ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano, grazie al lavoro del Regolatore del CI 9, don Luca Barone – accompagnato dalla Commissione Preparatoria composta da don Alberto Martelli, don Stefano Mondin, don Chrzan Marek, don Giorgio Degiorgi e don Fabiano Gheller – che sottolinea il valore simbolico di:

“vivere questo Capitolo a Muzzano, nella nostra casa, che da decenni ospita e continua ad ospitare giovani per esperienze di animazioni, esperienze spirituali, esperienze sacramentali, ci aiuterà a sentire più vicini ai giovani a cui noi stessi siamo mandati”.

La casa di Muzzano, fondata nel 1957, è un punto di riferimento del territorio biellese. Prima come scuola e per ritiri spirituali e ora coma casa di accoglienza per gruppi, famiglie, comunità parrocchiali, a sostegno di attività religiose, spirituali e sociali. Nei mesi scorsi, in vista del Capitolo Ispettoriale, l’opera di Muzzano ha rivisitato, con alcuni interventi di manutenzione e miglioria, i propri spazi grazie al prezioso supporto di un gruppo di Ex-Allievi volontari – provenienti non solo dal Biellese ma anche da Torino, Vercelli, Asti e dal lontano Veneto – che hanno nel cuore la casa di Muzzano.
La seconda sessione di lavoro del Capitolo Ispettoriale si terrà a Torino-Valdocco, il 4 e 5 marzo 2019, per la conclusione dei lavori.

 

 

 

Spazio Anch’io: è tempo di ricollocarsi, reinventarsi, replicarsi e progettare

Nell’edizione online del 13 Dicembre 2018 del quotidiano TorinoOGGI.it, è apparsa la notizia relativa a Spazio Anch’io, il progetto di decennale esperienza di educativa di strada nel parco del Valentino, che dovrà cambiare presto casa in funzione del nuovo campus universitario del Politecnico. Si riporta qui di seguito l’articolo a cura di Manuela Marascio:

 

Lo Spazio Anch’io del Valentino trasloca e si allarga: arriverà in altre zone della città

Il Padiglione 5 verrà riqualificato e inserito nel nuovo campus universitario del Politecnico. Progetto dell’educativa di strada entro il 25 dicembre

Il Politecnico cresce e l’educativa di strada si reinventa. In vista dell’avvio cantieri nel 2020 per la creazione del Campus universitario all’interno del Valentino, gli attuali ospiti fissi del prato nel Padiglione 5 sono già in cerca di una nuova casa.

All’Oratorio San Luigi si è tenuto martedì un focus group dedicato al futuro di Spazio Anch’io, il luogo di ritrovo, gestito dalla cooperativa sociale ET, per i ragazzi più bisognosi di San Salvario, soprattutto stranieri. Lì, ogni pomeriggio, si tengono laboratori didattici e di intrattenimento, sia d’inverno che d’estate. Ora, con il nuovo progetto del Comune di Torino in partenza, dovrà essere trasferito altrove.

Dopo un primo incontro tra Don Mauro Mergola, parroco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, e la sindaca Chiara Appendino – che ha visitato personalmente lo Spazio nel 2017, in occasione dei dieci anni della sua fondazione -, gli operatori hanno voluto incontrare cittadini e altre realtà attive nel quartiere in ambito sociale.

“La sindaca è molto contenta di ciò che facciamo – ha spiegato Matteo Aigotti, della cooperativa ET – perché il nostro lavoro con i giovani permette di contenere i processi di microcriminalità e devianza. Per questo possiamo ragionare insieme sul suo spostamento”. E non si stratta solo di ricollocarlo in un altro punto del parco, ma di moltiplicare, nella città, le “stazioni” in cui coinvolgere i ragazzi, individuando altri centri urbani problematici dove vi sia un forte rischio di emarginazione e devianza.

Tra le domande sottoposte ai partecipanti dell’incontro: perché replicare Spazio Anch’io e cosa c’è di significativo in questa esperienza; quali nuovi luoghi potrebbero ospitarlo; che coinvolgere e in quali fasce orarie; quali elementi non potranno mancare. Erano presenti, tra gli altri, la Casa del Quartiere di San Salvario, Libera, il Gruppo Abele, i servizi sociali territoriali; oltre a tanti adolescenti abituali frequentatori delle attività salesiane.

Entro il 25 dicembre dovrà essere redatto un progetto da sottoporre poi al Comune. In seguito si terrà un incontro per illustrare pubblicamente i risultati e procedere quindi lungo il nuovo percorso.

Don Bosco Cuneo – L’amore con il teatro Babel

La Sala della Comunità Cinema Teatro Don Bosco di Cuneo presenta il terzo spettacolo della rassegna di teatro giovanile “Ad Astra”.
Venerdì 7 dicembre, alle ore 18, saranno protagonisti sul palco gli attori del Teatro Babel, con lo spettacolo Prendo Amore, ideazione e regia di Lorena La Rocca.

Visualizza l’articolo completo su CronacaCuneo.it cliccando sul pulsante qui sotto.

Edificare comunità in cui tutti gli abitanti si spendono per il bene comune: l’accoglienza a San Salvario

Si segnala la pubblicazione a cura della redazione de “La Voce e il Tempo” circa la presentazione della Terza assemblea dell’Agora Sociale, il convegno promosso dalla diocesi del 17 Novembre 2018, dove si incontreranno i vertici delle istituzioni e del volontariato torinese per ragionare sulla crisi dell’assistenza pubblica e sulle risorse del provato sociale. Qui di seguito la pagina completa del quotidiano con l’approfondimento di don Mauro Mergola e il sistema San Salvario.

Mergola, «perché il sistema S. Salvario funziona»

Un’officina professionale per la riparazione di elettrodomestici rivolta ai minori che hanno abbandonato i circuiti della formazione. Un percorso lavorativo in un’azienda grafica di Mappano per giovani svantaggiati che si sta avviando in queste settimane. Una postazione che tutti i pomeriggi al Parco del Valentino intercetta i ragazzi
nel disagio. Educatori di strada in 7 scuole torinesi per non perdere gli studenti che stanno finendo ai margini
della società. Sono alcuni dei progetti virtuosi del «sistema San Salvario», dove la parrocchia Ss. Pietro e Paolo e l’oratorio salesiano San Luigi in rete con associazioni, cooperative, aziende, fondazioni bancarie e istituzioni a tutto
campo cercano di dare un futuro ai ragazzi più fragili attraverso numerosi progetti di inclusione.

Parte da queste esperienze concrete il contributo di don Mauro Mergola, salesiano, parroco di Ss. Pietro e Paolo a San Salvario, ai lavori dell’assemblea dell’Agorà del Sociale sul welfare di inclusione del 17 novembre.

«Nel nostro quartiere puntiamo a fare in modo che tutti i giovani, stranieri e italiani, possano far parte attivamente della comunità torinese», evidenzia il sacerdote, «che senso ha lasciare dei ragazzi nei circuiti della devianza solo perché non esistono percorsi per loro? Non tutti i giovani sono in grado di ‘stare dentro’ alle ordinarie attività formative e professionali».

Ed ecco che le parrocchie e gli oratori diventano «laboratori di accoglienza e integrazione». Come comunità ecclesiale e civile», prosegue il sacerdote, «siamo chiamati ad investire risorse per formare cittadini che siano corresponsabili della città e protagonisti del proprio futuro».

Per don Mergola l’integrazione deve mirare ad accogliere persone non solo come destinatari di servizi ma soprattutto come risorse. «Questo è possibile», sottolinea, «solo se si parte dall’ascolto, se si coinvolgono attivamente i migranti nei percorsi verso l’autonomia. Ecco che allora edificheremo comunità in cui tutti gli abitanti si spendono per il bene comune».

Don Mergola su questo fronte lancia l’appello alle istituzioni «a favorire condizioni sociali per mettere il prima possibile ogni immigrato che vive in Italia in un cammino di legalità».

«L’operazione di ricollocamento dei profughi delle palazzine dell’ex villaggio olimpico Moi», conclude, «è un esempio virtuoso, un modello per l’Italia».

Rai: “Sulla via di Damasco” – San Domenico Savio

Nella programmazione Rai di sabato 3 novembre 2018, alle ore 8,10, vi sarà una testimonianza sul valore di San Domenico Savio a cura della dottoressa Letizia Garbarini. Una bella testimonianza su di una figura molto significativa nella storia Salesiana.

Buona visione!

 

Novara: ottimizzazione del comfort con la termoregolazione dinamica

Si pubblica, qui di seguito, la notizia a cura di Infobuildenergia relativa a  l’efficientamento energetico e l’ottimizzazione del comfort dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara.

Tecnologie ad alta efficienza e intelligenti per il miglior comfort

I sistemi efficienti Hoval per l’efficientamento energetico e l’ottimizzazione del comfort dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara, che è passato dalla termoregolazione statica a quella dinamica

L’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara, fondato nel 1893, è stato recentemente oggetto di un intervento di efficientamento energetico realizzato in varie fasi e fortemente voluto per ottimizzare il comfort termico di una vasta e molto articolata platea di utenti fra studenti, professori e personale vario della scuola, che attualmente ospita un liceo, una scuola media, un collegio universitario e un istituto di formazione professionale.

L’istituto nel complesso registrava alti consumi energetici dovuti prima di tutto alla produzione di acqua calda sanitaria coperta da un’unica caldaia a vapore a servizio delle cucine, della lavanderia e della palestra. L’impianto è stato sostituito con sistemi Hoval ad alta efficienza: due caldaie murali TopGas® Classic e due scaldacqua con scambiatore di calore Combival, attualmente utilizzati a settimane alterne, anche nei periodi di maggiore necessità. Questi possono essere combinati con pompe di calore, caldaie a olio/gas e a biomassa e in teleriscaldamento, garantendo così ulteriore risparmio energetico ed economico e minori perdite di calore.

Cnos-Fap Saluzzo e il mondo del legno: corsi gratuiti

Nell’edizione online di TargatoCN.it di Sabato 6 Settembre 2018 è apparsa la seguente notizia circa l’attivazione di un corso gratuito IFTS di specializzazione post diploma nel settore del legno, in partenza a Novembre, della durata di 800 ore: 400 saranno dedicate alla formazione in aula, presso il Cnos-Fap di Saluzzo, le restanti ore saranno destinate all’alternanza Scuola-Lavoro.

Corsi totalmente gratuiti al CNOS FAP di Saluzzo:
per inserirsi e lavorare nel mondo del legno

La figura che viene formata è quella di addetto alle vendite in showroom nel settore del legno (mobilifici, serramenti, falegnameria) o alle fiere di settore, con conoscenze in progettazione, realizzazione fisica del manufatto, inglese tecnico di settore, marketing

A partire dal mese di novembre partirà presso il CNOS FAP di Saluzzo, via Griselda 8, un nuovo corso IFTS di specializzazione post diploma nel settore del legno, dal titolo “Tecniche per la realizzazione artigianale di prodotti del made in Italy”.

Il corso è stato approvato e finanziato interamente dalla Regione Piemonte attraverso il Fondo Sociale Europeo, pertanto per gli iscritti è totalmente gratuito. Per la presentazione del progetto si è costituita un’associazione temporanea della quale fanno parte: il CNOS FAP Saluzzo come capofila, l’Università di Torino – Dipartimento di marketing, il Consorzio Saluzzo Arreda, l’IIS “Denina” e la “Bertolotto porte” spa; 14 aziende del territorio, con la collaborazione del “Polo del legno” del Saluzzese, hanno confermato la disponibilità alla collaborazione nell’alternanza scuola lavoro per il periodo di stage o apprendistato.

Il corso è di 800 ore (indicativamente dall’8 novembre alla metà di luglio) e prevede 400 ore di lezione in aula, in parte al CNOS, in parte al Denina e al laboratorio di progettazione e falegnameria di Isasca e le restanti 400 ore in alternanza scuola-lavoro. Il corso è aperto a maggiorenni disoccupati o inoccupati con titolo di studio di istruzione secondaria di secondo grado (diploma) o qualifica previo accertamento delle competenze, non è prevista un’età massima: è necessaria una conoscenza anche elementare dell’inglese e del cad o di programmi di progettazione (indicativamente diplomati in grafica, disegno industriale, geometri, Istituto d’arte, studenti delle facoltà di architettura, design, etc…).

La figura che il corso formerà sarà un addetto alle vendite in showroom nel settore del legno (mobilifici, serramenti, falegnameria) o alle fiere di settore, con conoscenze in progettazione, realizzazione fisica del manufatto, inglese tecnico di settore, marketing: la risorsa, a seconda delle proprie capacità personali potrà essere indirizzata maggiormente verso la progettazione oppure verso la vendita/marketing o la segreteria. Durante il corso sarà progettato un complemento d’arredo o personalizzato un complemento già in parte progettato dalle aziende partner e reso “made in saluzzo”; il progetto sarà poi realizzato sottoforma di prototipo nel laboratorio del Consorzio Saluzzo Arreda di Isasca e saranno studiate tutte le tecniche e le strategie di marketing per la vendita dello stesso.

L’orario sarà dal lunedì al giovedì dalle 17 alle 22 (corso serale), mentre i periodi di alternanza scuola/lavoro sottoforma di stage o apprendistato saranno nei mesi di gennaio e maggio con orario diurno, in accordo con le aziende ospitanti.

Per informazioni: CNOS Fap Saluzzo, via Griselda 8 (aperti 8-13 e 14-17 dal lun al ven) oppure mandare una mail a info.saluzzo@cnosfap.net oppure contattare il referente del progetto, arch. Paolo Trucco al numero 3203575031 nell’orario indicato – Iscrizioni aperte per tutto il mese di ottobre.

(Accedi alla notizia sul portale
di TargatoCN.it, clicca qui)

“Stop tratta”: così i Salesiani contrastano la migrazione illegale dall’Africa

Si segnala la notizia pubblicata da La Stampa, in data 27 settembre 2018, a cura di Cristina Uguccioni, sul progetto mandato avanti dalla onlus torinese, Missioni Don Bosco, intitolato “Stop Tratta”: questo si propone di informare capillarmente chi intende emigrare dall’Africa sub-sahariana per ragioni economiche, dei gravi rischi che il viaggio comporta e offrire opportunità di lavoro a chi decide di restare in patria.
A seguire l’articolo.

«Siamo consapevoli che il nostro progetto sia una goccia nell’oceano ma se non ci fosse – come diceva madre Teresa di Calcutta – l’oceano avrebbe una goccia un meno. Noi non vogliamo far mancare la nostra goccia». Così dice a Vatican Insider Giampietro Pettenon, 53 anni, salesiano, presidente di Missioni don Bosco, la onlus torinese che sostiene i missionari salesiani nel mondo. La “goccia”, il progetto cui fa riferimento, è denominato Stop Tratta: si propone di informare capillarmente chi intende emigrare dall’Africa sub-sahariana per ragioni economiche dei gravi rischi che il viaggio comporta e offrire opportunità di lavoro a chi decide di restare in patria: «Il progetto è cominciato nell’autunno del 2015», racconta Pettenon: «Nel giugno di quell’anno Papa Francesco venne in visita a Torino e, incontrando la famiglia religiosa salesiana, parlò della “vocazione alla concretezza” dei figli e delle figlie di don Bosco. Inoltre, durante quella visita, manifestò le sue preoccupazioni per la sorte di migliaia di giovani che cercavano di raggiungere l’Europa rischiando la vita. Ci sentimmo interpellati da quelle parole e capimmo di dover agire per offrire alle giovani generazioni africane un’alternativa concreta e credibile all’emigrazione illegale. Così demmo vita a Stop Tratta chiedendo ai missionari salesiani presenti in Africa la disponibilità a portare avanti il progetto nelle loro zone di residenza: noi, in collaborazione con il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) li avremmo supportati economicamente fornendo anche consulenza e attrezzature».

La fase dell’informazione 

Il progetto, che ha durata quinquennale, coinvolge 14 opere salesiane in sei Paesi – Etiopia, Ghana, Senegal Mali, pettenonNigeria, Liberia – e prevede tre fasi. La prima, quasi sostanzialmente conclusa, è quella informativa: migliaia di giovani e di genitori – attraverso incontri nelle parrocchie, depliant, brevi video, programmi radiofonici promossi dai missionari – sono stati informati dei molti rischi cui i ragazzi sono esposti durante il viaggio verso l’Europa e le difficoltà che incontrano una volta giunti alla meta. «Nonostante i molti mezzi di informazione presenti anche in Africa, le persone spesso ignorano la pericolosità di questi viaggi», sottolinea Pettenon. «I ragazzi, appena giungono in Europa, telefonano alle famiglie senza raccontare i soprusi e le brutali violenze subite; ne provano vergogna. Nei villaggi si sa solo che ce l’hanno fatta: così molti decidono di seguirli. Inoltre in questi Paesi operano spregiudicate agenzie che offrono ai ragazzi viaggi “all inclusive”, presentandoli come viaggi sicuri e comodi. I prezzi sono piuttosto elevati e le famiglie si indebitano anche pesantemente pur di assicurare ai figli un futuro dignitoso. Noi spieghiamo ai genitori che queste proposte sono una truffa: quando lo scoprono iniziano a dissuadere i figli dal partire».

 

Le queen mothers del Ghana 

In questa opera di informazione i missionari salesiani hanno potuto contare sull’appoggio dei governi e delle autorità locali: «In Ghana si è rivelato prezioso anche l’aiuto delle queen mothers, le figure più autorevoli dei villaggi, cui tutti fanno riferimento: queste donne hanno dato la loro benedizione al progetto sollecitando le famiglie a prestare ascolto ai missionari».

 

La formazione 

Attualmente è in corso la seconda fase del progetto, quella formativa: prevede l’offerta di corsi professionali di breve durata (da uno a nove mesi): i missionari salesiani hanno individuato le figure professionali maggiormente richieste nel loro territorio in modo da avviare i corsi più adatti: dall’agricoltura all’allevamento, dall’idraulica alla meccanica, dalla sartoria all’informatica. «Tenuti da insegnanti ed educatori – prosegue Pettenon – i corsi sono circa mille e stimiamo possano coinvolgere complessivamente 18mila giovani e madri: in molti Paesi africani sono infatti le donne il vero punto di riferimento della famiglia, sono loro che, lavorando duramente, mantengono i figli. Ad esempio, in Etiopia un gruppo di signore ha seguito un corso di allevamento dei maiali che ora sono diventati “le banche delle famiglie”: una volta macellati e venduti, questi animali assicurano all’intero nucleo familiare il denaro necessario a vivere decorosamente».

 

Il lavoro, finalmente 

Conclusa la formazione – ed è la terza fase del progetto – i giovani e le donne si possono rivolgere ad alcune banche locali per ottenere il finanziamento necessario ad acquistare gli strumenti necessari ad avviare una piccola attività. In passato, dice Pettenon, i missionari salesiani avevano già promosso il microcredito, senza molto successo poiché spesso le persone – contando sulla benevolenza dei sacerdoti – non restituivano il prestito ricevuto impedendo quindi di assicurare questo sostegno economico ad altre famiglie. Così, nell’ambito del progetto Stop Tratta, si è voluto coinvolgere il sistema creditizio locale: sono le banche che, ricevuti dai salesiani i finanziamenti, provvedono a erogarli. «Sino ad oggi, grazie alla generosità dei nostri benefattori, molti giovani e donne hanno iniziato piccole attività: ci sono ragazzi che si dedicano alla raccolta e al commercio dei fichi d’India, altri che hanno costruito serre per la coltivazione di ortaggi, ci sono madri che hanno imparato a cucinare piccoli dolcetti che poi vendono nei mercati e ragazzi che lavorano come idraulici ed elettricisti nelle grandi città. In Ghana quattro giovani sono diventati mentor farmers: non solo hanno avviato una attività agricola ma offrono stages agli studenti dei nostri corsi professionali».

 

I migranti di ritorno 

Nel progetto Stop Tratta sono coinvolti anche migranti che tornano nella loro patria: «Tre giovani senegalesi, emigrati illegalmente in Italia alcuni anni fa, hanno seguito un corso professionale presso il centro d’accoglienza siciliano gestito dall’associazione salesiana Don Bosco 2000: sono diventati mediatori culturali e hanno iniziato a lavorare con noi salesiani», conclude Pettenon. «A loro abbiamo proposto di fare ritorno in Senegal e affiancare i missionari nella gestione dei corsi professionali, in qualità di educatori. Hanno accettato».