Il CFP di Valdocco: un cantiere nel cuore della Salesianità

Lunedì 3 settembre: questa la data per l’inizio del nuovo anno formativo a Valdocco. Una giornata che si apre con l’incontro di tutto il personale presso la casa salesiana di Avigliana, per cominciare col giusto input e lo sguardo a don Bosco.

Verranno poi i collegi dei formatori, gli staff di direzione e i vari team di corso per programmare l’attività educativa e formativa. In realtà il Valdocco non si è fermato durante la pausa estiva perché impegnato nel cantiere della nuova cucina: muratori, elettricisti, installatori, idraulici ed imbianchini si sono succeduti durante i mesi di luglio e agosto e in questi giorni stanno ultimando i lavori di ristrutturazione che porteranno il Cfp ad annoverare tra i propri laboratori, a fianco del collaudato locale di panetteria-pasticceria, una rinnovata cucina ed una nuova sala bar. I primi ragazzi si affacceranno a Valdocco la prima settimana di settembre, chi per i recuperi delle unità formative con qualche debito e chi per l’attività di ristorazione legata alla Fiera Nazionale del Peperone a Carmagnola: un impegno che si rinnova per il quarto anno consecutivo e che vede i nostri ragazzi cimentarsi nella preparazione di tre cene.

Il 12 settembre si apriranno le porte ai nuovi allievi di prima dei corsi dell’obbligo di istruzione e formazione: 126 nuovi iscritti ai triennali di grafica, elettro, trasformazione agroalimentare e ristorazione. Seguiranno a ruota, tra il 13 e il 14 settembre, i ragazzi più “anziani” delle seconde classi dei triennali e degli ultimi anni dei percorsi di qualifica. Ultimi a partire, ad inizio ottobre, i ragazzi del quarto anno duale del “Tecnico grafico”, i giovani del percorso biennale del Prelavorativo e i ragazzi del percorso ITS post diploma “Tecnico Superiore della valorizzazione delle produzioni agroalimentari – Gastronomo”.

Un totale di circa 340 allievi – tanto per iniziare – in attesa degli esiti del Bando “Mercato del Lavoro”, per il quale ci siamo proposti con diversi percorsi su tutte le categorie di utenza, dai disoccupati con licenza media inferiore ai diplomati, dai giovani a rischio agli immigrati.

Completa l’attività del Valdocco l’organico dello sportello dei Servizi al lavoro e alle Imprese; il lavoro relativo ai corsi per gli apprendisti e l’erogazione dei corsi di formazione continua individuale per gli occupati che sono pubblicati su http://torino.cnosfap.net/valdocco. In definitiva anche quest’anno mancheranno occasioni per annoiarci. Il mio personale augurio di buon anno formativo ai ragazzi, ai loro genitori ed educatori, ai formatori ed al personale amministrativo.

Articolo a cura di
Marco GALLO,
Direttore Cnos-Fap Torino Valdocco

 

 

CNOS-FAP Saluzzo Savigliano: pronti a partire con le attività 2018-2019

Le attività della Formazione Professionale Salesiana a Saluzzo e Savigliano sono pronte per il nuovo anno 2018-2019, che si contraddistinguerà anche con una moltitudine di iniziative per il quarantesimo anniversario del Cnos-Fap (per maggiori info, clicca qui).

Ultimo appuntamento estivo del 30 Agosto con la tradizionale “costinata” al lago della Sirenetta. A seguire si parte con le “riunioni collegiali” d’inizio attività: il CFP di Savigliano lunedì 3 Settembre alle ore 9,00, mentre il CFP di Saluzzo si riunirà martedì 4 settembre.

Le novità che caratterizzeranno il nuovo anno di formazione sono: l’avvio dei quarti anni di Acconciatura (duale) a Saluzzo, di Ristorazione (ordinamentale) a Savigliano e il passaggio in duale del diploma di Agroalimentare a Savigliano; si completano i percorso FIxO/Duale ed avremo una prima Acconciatura a Saluzzo, 2 quarti anni con Acconciatura e Panificazione  a Saluzzo, una Terza a Saluzzo, 2 quarti anni Acconciatura a Saluzzo e AgroAlimentare a Savigliano.

465 gli alunni iscritti nei corsi dell’Obbligo d’Istruzione: 260 a Saluzzo e 205 a Saviglianole ore di attività formativa nell’Obbligo di Istruzione, con i quarti anni passano, da 16.120 del 2017-18 a 18.360. C’è il nuovo percorso di IFTS post diploma di “Tecniche per la realizzazione artigianale di prodotti del Made in Italy”, che sarà in collaborazione con il Denina e con il consorzio di Isasca. Quest’ultimo percorso introduce importanti sfide sia dal punto di vista dei destinatari – giovani adulti – che dal punto di vista dell’applicazione di nuovi modus operandi, in quanto si renderà necessario ampliare e consolidare i  rapporti con le aziende ed il territorio.

In attesa degli esiti del Bando “Mercato del Lavoro” – è stata inviata, infatti, la candidatura con diversi percorsi su entrambe le sedi –  si avvia la progettazione tesa alla trasformazione del percorso di Estetica che, senza perdere la dimensione del “Benessere”, mira a: potenziare l’offerta e l’organico degli sportelli dei Servizi al lavoro e alle Imprese, consolidare la presenza ed azione del Cnos-Fap nell’Apprendistato, promuovere e potenziare i percorsi FCI, ovvero i corsi di formazione continua individuale, vetrina di presentazione dei Centri sul territorio.

Insomma tantissime cose che richiederanno tempo, attenzione, professionalità e serietà: tutto per il bene dei nostri allievi! Un saluto a tutti“, questo l’augurio per l’avvio del nuovo anno da Don G. Miglietta, direttore dei CNOS-FAP Saluzzo-Savigliano.

A Santi Pietro e Paolo Omar e l’evangelizzazione in musica: “la Chiesa ha bisogno dell’arte per comunicare con efficacia”

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Omar, 34 anni, vicentino, laico impegnato da anni nella nuova evangelizzazione con la comunità Abramo di Vicenza, a Torino da 3 anni, dove insegna religione in una scuola media nel quartiere Barriera di Milano. Sabato sera, nella Chiesa di Santi Pietro e Paolo in Largo Saluzzo, al consueto appuntamento con la Movida Spirituale, ha animato l’adorazione eucaristica del sabato sera con i canti e la chitarra, come racconta lo stesso:

È stato un momento di adorazione eucaristica che abbiamo animato, questa sera, alla Chiesa Santi Pietro e Paolo, attraverso la musica. Noi lo chiamiamo “ingresso libero”, cioè vogliamo invitare le persone ad entrare in Chiesa per vivere un momento personale con Dio, e questo lo facciamo non solo attraverso il dialogo con le persone ma anche attraverso la musica, attraverso i canti. La Chiesa ha bisogno dell’arte per trasmettere il messaggio di Cristo. E poi, come dice Sant’Agostino, chi canta prega due volte.

Il nostro obiettivo è quello di portare Gesù alle persone, perché Gesù ha cambiato la nostra vita, l’ha cambiato in meglio, ha rinnovato il nostro cuore, e lo facciamo attraverso la musica, che è uno strumento, un mezzo per annunciare agli altri che Gesù è vivo, che Gesù è gioia, amore, e riempie il cuore. Siamo qua a Torino anche per questo, soprattutto qui nella Movida, centro pieno di giovani che purtroppo, tante volte, non non hanno ancora scoperto che Gesù può dare tanto alla loro vita.
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La testimonianza: N. e il suo Spazio Anch’io alla ricerca di un impiego

Cosa vuol dire Don Bosco in San Salvario? Ecco la testimonianza di N., 22 anni, di origine egiziana, che grazie a Spazio Anch’io, progetto inserito all’interno delle attività dell’Educativa di Strada dell’Oratorio San Luigi, sta ricevendo un sostegno medico e psicologico, oltre che un orientamento al lavoro e alla formazione che la porti alla ricerca di un solido impiego, come racconta la giovane:

Ciao, Sono N., ho 20 anni e sono egiziana. Sono arrivata in Italia quando ero piccola insieme ai miei due fratelli e ai miei genitori. I miei genitori sono tornati entrambi in Egitto, io e i miei fratelli siamo stati inseriti in una comunità che poi ho lasciato quando sono diventata maggiorenne. Successivamente sono riuscita ad ottenere un’abitazione tramite un progetto ma alla fine ne sono rimasta esclusa perché mi incontravo con il mio ragazzo la sera, violando il regolamento della comunità. Così ho deciso di andare a vivere con lui in una casa che riuscivo a pagare facendo diversi lavori, soprattutto come cameriera. Tuttavia riesco a tenermi un lavoro solo per pochi mesi perché ho problemi di dipendenza, quindi spesso non mi presento nei giorni a lavoro.

Da circa un mese non ho più un lavoro e non riesco a trovarne un altro, a differenza del mio ragazzo che nell’ultimo periodo ne ha trovato uno. Ora è lui che mi mantiene economicamente occupandosi di tutte le spese della casa. In questa nuova situazione sono diventata un po’ succube di lui, non posso più fare ciò che voglio con la stessa libertà di prima, venendo sempre ricattata implicitamente per via del fatto che non posso contribuire alle spese. Qualche giorno fa ho deciso di incontrarmi con mia sorella e portare una canna per fumarla insieme a lei, quando l’ha saputo, si è arrabbiato molto dicendo che è lui che paga le canne e in uno raptus d’ira mi ha picchiata. Per ora ho trovato una sistemazione da un’amica che vive con il ragazzo e nel frattempo vengo seguita dagli educatori di Spazio Anch’io, una seconda casa per me.

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La testimonianza: A. e il suo Spazio Anch’io dal Parco del Valentino alla cucina

Cosa vuol dire Don Bosco in San Salvario? Ecco la testimonianza di A., 22 anni, originario del Marocco, che grazie a Spazio Anch’io, progetto inserito all’interno delle attività dell’Educativa di Strada dell’Oratorio San Luigi, sta ricevendo un sostegno legale, un orientamento al lavoro e alla formazione che gli ha permesso di lavorare come cuoco in un ristorante, come racconta lo stesso:

Mi chiamo A., sono nato in Marocco, sono arrivato qui in Italia con mia madre quando ero piccolo. Ho frequentato le scuole in Italia fino ad arrivare al 4° anno delle superiori. Durante quest’ultimo anno ho avuto dei problemi di salute che mi hanno costretto a lasciare la scuola. Sono però riuscito, tramite percorsi di sostegno e supporto, e anche grazie al San Luigi, a inserirmi in percorsi formativi sulla ristorazione che mi hanno permesso di lavorare come cuoco in un ristorante.

Negli ultimi tempi la mia condizione di salute è migliorata, nonostante prenda ancora determinati farmaci. Ho ripreso, negli ultimi mesi, in modo costante, le attività del San Luigi dove mi sto ricevendo sostegno per la formazione e per il lavoro. Tra poco comincerò il volontario nel progetto “M’interesso di te”, in bassa soglia, e avrò anche la possibilità di svolgere l’attività di mappatura del territorio  andando in giro per San Salvario e spargendo la voce sul progetto. Ho dato la mia disponibilità al mattino il lunedì e il mercoledì.  Sono molto fiducioso riguardo a questo progetto perché personalmente potrebbe aiutarmi anche a crescere e sentirmi utile per qualcuno.

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La testimonianza: Matthew Alfino e l’esperienza di noviziato in Piemonte: “Vocazione è dire di sì ogni giorno a Cristo!”

Cosa vuol dire oggi Don Bosco per i giovani? Ecco la testimonianza di Matthew, 31 anni, di Malta, novizio salesiano che a settembre di quest’anno farà la prima professione per diventare un salesiano di Don Bosco. Matthew ha svolto un anno di discernimento, insieme ad altri 9 novizi e alle guide spirituali, a Monte Oliveto, a Pinerolo, sede del Noviziato dei Salesiani di Piemonte. All’Oratorio Salesiano San Luigi di Torino ha prestato servizio insieme ad altri 3 novizi, esperienza questa che gli è servita a rafforzare ancora di più la sua decisione di entrare nella congregazione salesiana, come racconta lo stesso:

La mia prima esperienza con i salesiani l’ho vissuta all’oratorio di Sliema, dove svolgevo il ruolo di “sergente maggiore” della Brigata salesiana, e mi dilettato nelle attività di teatro e di coro. Con i salesiani ho lavorato per più di 10 anni, nel frattempo vivevo una vita “normale”, come un qualunque coetaneo. Ho avuto diverse relazioni con le ragazze ma percepivo sempre dentro di me che tutto quello non mi bastava, e in me cresceva sempre più il desiderio di approfondire la vita salesiana e di conoscere più da vicino Gesù. Ed eccomi qui come novizio, con tante domande a cui spero di dare risposte. In collina, sul Monte Oliveto, mi sento felice, a casa, perchè so che potrò approfondire e vagliare la mia vocazione, che potrò approfondire ogni giorno chi è Don Bosco, cosa è stato per tanti ragazzi, per tanti salesiani, osservando più da vicino la vita comunitaria e le 196 regole dello statuto salesiano, il nostro manuale per la vita. 

La gente mi domanda spesso, incuriosita, cosa è un novizio: io rispondo che il novizio è colui che intende approfondire la vita salesiana, che vuole conoscere molto più da vicino il cuore del nostro fondatore, del nostro papà, Don Bosco, per potersi avvicinare ancora di più a Dio. E che tutti possono vivere questa esperienza anche se non sceglieranno la vita consacrata. Ad un patto: che accettiamo noi stessi. Non possiamo avere tante maschere per piacere agli altri. Solo così possiamo ascoltare la nostra vocazione. Sono consapevole che non sarà sempre facile, che la tentazione è dietro l’angolo, ma con l ‘aiuto del Signore, con la protezione della nostra mamma celeste, si può andare avanti.  

La testimonianza: Antonia e l’affido leggero di Ahmed, minore straniero della comunità al San Luigi

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Antonia, mamma di tre figli e casalinga torinese, che da settembre ha accolto la proposta di volontariato di “affido leggero” di Ahmed, senegalese di 17 anni, minore straniero residente alla Comunità Minori stranieri non accompagnati dell’Oratorio San Luigi di Torino.

Mi chiamo Antonia, sono mamma e casalinga, vivo a Torino, nel quartiere di San Salvario, vicino alla comunità del San Luigi, dove il martedì vengo per aiutare a preparare il pranzo coi ragazzi della comunità MSNA. Da qualche mese insieme alla mia famiglia seguiamo Ahmed, che invitiamo il sabato e la domenica a passare del tempo da noi in famiglia. Con lui via via si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca, abbiamo cominciato a conoscerlo e a farci conoscere, e sempre in famiglia ha passato il giorno di Natale.

Il nostro non è un affido leggero ma è proprio un accompagnamento: siamo più un punto di riferimento per questi ragazzi, con cui speriamo di costruire un ponte fino al raggiungimento dei 18 anni,  quando poi cammineranno da soli. Ci siamo magari per un consiglio, per passare del tempo insieme, affinché non si sentano mai da soli.  Per tenerli per mano sperando di avere trasmesso loro i valori più importanti, aiutandoli ad integrarsi nella nostra comunità. Con Don Mauro, che è tutore dei minori stranieri della comunità, vorremmo costituire un gruppo di famiglie per elaborare un percorso di accompagnamento per i ragazzi che raggiunta la maggiore età, vivranno l’Housing Sociale, nei locali della canonica di via Saluzzo 25 bis, proprio per evitare di immetterli subito nella vita da adulti.

Perché non si diventa grandi dall’oggi al domani, in un batter d’occhio a 18 anni, età in cui si è ancora fragili e più soggetti a innumerevoli rischi e pericoli se manca una guida. Per questo abbiamo bisogno di altre famiglie che accolgano questa proposta: perché se uno è genitore, è genitore anche degli altri. Nel cuore di una mamma c’è spazio per tutti.

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Druogno – Messa in pineta per onorare don Bosco

Anche a Druogno si festeggia il 203° compleanno di San Giovanni Bosco. Riportiamo l’articolo apparso su http://www.24newsonline.it/

DRUOGNO – 18-08-2018 – A 203 anni dalla nascita di Giovanni Bosco, avvenuta il 16 agosto del 1815 a Castelnuovo d’Asti, ieri, venerdì 17 agosto, il Santo canonizzato da Pio XI è stato ricordato con una messa nella cappelletta a lui dedicata che si trova nella bella pineta dietro la grande struttura del consorzio case vacanze dei Comuni novaresi.

Il parroco di Druogno, don Paolo Mantagnini, insieme al rettore dell’Istituto salesiano San Lorenzo di Novara, don Giorgio Degiorgi, ha celebrato la funzione religiosa invitando a pregare chi si occupa dei giovani, proprio come ha fatto don Bosco. Don Giorgio ha riportato la frase di Papa Francesco: “è bene non fare il male, ma è male non fare il bene”.

La messa, che qui viene fatta una sola volta all’anno, è stata molto partecipata. Diverse persone erano villeggianti che risiedono tutta estate nell’ex colonia.

Mario Bobic e l’esperienza pastorale in San Salvario: “i salesiani esistono per dare la possibilità di rispondere al progetto di Dio”

Cosa vuol dire Don Bosco in San Salvario? Ecco la testimonianza di Mario Bobic, 35 anni, croato, laurea ingegneria meccanica, già diacono della congregazione salesiana che il prossimo 23 giugno sarà ordinato sacerdote nella Cattedrale di San Vito, a Fiume, in Croazia. In questo video racconta l’esperienza pastorale salesiana nel quartiere di San Salvario, a Torino, dove ha trascorso gli ultimi 2 anni di formazione tra l’Oratorio San Luigi dove ha prestato servizio, la Movida Spirituale in Largo Saluzzo e gli studi teologici alla Università Pontificia Salesiana – Crocetta previsti dal percorso formativo salesiano.

La prima volta che ho sentito la voce di Dio avevo 12 anni, frequentavo le medie, facevo il chierichetto, non badavo tanto a questo sentimento. Ho sempre però cercato di mantenere la vocazione donando la mia vita agli altri. Prima di diventare salesiano, mi sono laureato in ingegneria meccanica, la mia vocazione è così potuta maturare piano piano. Essendo poi figlio unico, diventa più difficile, i familiari e le loro aspettative sul futuro dei figli, si sa, per cui la risposta alla vocazione ha tardato ad arrivare. Fortuna che accanto a me ho avuto sempre ottime e valide guide spirituali che mi hanno accompagnato nel mio cammino di ricerca.
Sono stato tanti anni fidanzato con una ragazza ed è proprio questo sentimento che mi ha portato ad accettare la mia vocazione, perché ho scoperto cosa significa veramente amare qualcuno e donare la vita a e per qualcuno. Perché prima di chiederti cosa vuoi davvero essere, fare, è importante, più di tutto, comprendere e sentire che sei amato da qualcuno.  Proprio da questa esperienza di amore incondizionato mi sono deciso a donare la mia vita incondizionatamente per gli altri. La molla che mi ha portato a conoscere più da vicino il mondo salesiano è stata l’esperienza di dolore che ha vissuto un mio compagno delle superiori che durante la guerra ha perso il papà, per aiutare i fratellini più piccoli ha dovuto lasciare la scuola ed è andato a lavorare.
E lì mi sono posto questa domanda:  “com’è possibile che un ragazzo a cui Dio ha dato certi doni, che ha un talento, non può usarlo, svilupparlo?”. Adesso lavora, è sposato, ha due figli, ma in quel momento è stata dura per lui perdere il padre, interrompere gli studi per andare a lavorare. Dopo ho incontrato nella mia vita i salesiani: ad un direttore della casa salesiana ho chiesto una volta: “ma perché esiste l’ordine dei salesiani?” E lui: “i salesiani esistono nel mondo per dare la possibilità a tutti di rispondere al progetto di Dio”. Ecco, per questo mi sono fatto salesiano.
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La testimonianza: Giusto Signoretti e l’esperienza di didattica della lingua italiana agli stranieri

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giusto Signoretti, ex docente di lettere e religione, oggi in pensione, che all’Oratorio salesiano San Luigi di Torino ha tenuto il corso di lingua italiana per i minori stranieri, all’interno delle attività di volontariato che è possibile attivare nella struttura salesiana:

Sono un ex insegnante in pensione con 39 anni di docenza alle spalle e con una lunga esperienza di attività come volontario negli oratori e ai corsi serali della zona. Per questo motivo non ho incontrato molte difficoltà nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri della comunità, nemmeno coi ragazzi più piccoli, sia essi marocchini, albanesi, rumeni. Sono arrivato al San Luigi grazie ad un amico che mi ha detto che mancavano docenti per insegnare italiano. Così, per riconoscenza e amicizia, ho accettato immediatamente, senza troppi ripensamenti.

La mia famiglia ha avuto la fortuna di entrare in contatto diretto con Don Bosco: il fratello di mio nonno era salesiano, il padre di mio nonno aveva invece una cava di pietra e grazie a questa ha potuto procurare a Don Bosco un bel po’ di materiale per la costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Per riconoscenza Don Bosco offri la possibilità di studiare ai suoi figli, mio nonno colse subito l’occasione, permettendo a tutti i miei zii una buona istruzione dai salesiani.

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