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La nuova vita del quartiere Cristo – TGR Piemonte

Nella giornata dell’11 Marzo è andato in onda un servizio del TGR Piemonte dedicato al quartiere Cristo di Alessandria, sede della casa Salesiana.

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Da zona popolare di periferia a realtà vivace che attrae nuovi residenti. Il quartiere oltre la ferrovia cambia pelle grazie alla vitalità di associazioni e tessuto sociale. Anche il parroco partecipa, per portare un contributo di spiritualità.

Una città nella città. Il quartiere Cristo è al di là, oltre la ferrovia. A testimoniare la distanza psicologica, qui quando si va in centro si dice “vado in Alessandria“. Periferia in ogni senso, con problemi di integrazione, povertà, degrado.

Ma le cose stanno cambiando. Non più soprattutto anziani e ferrovieri, come negli anni ’50, ma in arrivo nuovi residenti, molti giovani. In tutto 26mila persone, che rendono questa zona la più popolata della città.

Tante attività commerciali si trasferiscono sull’arteria centrale, corso Acqui, dove è raro trovare una saracinesca abbassata. Vitalità economica, culturale e associativa, testimoniata dal via vai alla Soms, storica società di mutuo soccorso, al Centro d’Incontro, all’oratorio del Salesiani, ai centri d’ascolto. Ora nel direttivo dell’Associazione attività e commercio è entrato anche il parroco, per “dare un contributo di spiritualità” .

Iniziative ogni domenica in tutto il quartiere, per costruire dialogo e integrazione. A Natale distribuite 1442 borse alimentari: all’interno non solo viveri, anche un libro.

Cibo e farmaci per i poveri da tre chiese del quartiere Cristo ad Alessandria – La Stampa

Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Stampa.

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È una carità, quella del quartiere Cristo di Alessandria, che non fa rumore, ma c’è e fa grandi numeri. Qui le tre parrocchie San Giovanni EvangelistaSan Baudolino e San Giuseppe Artigiano continuano a raccogliere beni di prima necessitàcibo e vestiti per chi ha più bisogno. Lo fanno insieme alla Caritas diocesana, la Bottega della solidarietà, l’associazione San Vincenzo De Paolo e Sie (Solidarietà internazionale ed emergenze).

Solo per dare qualche numero: fino a oggi sono stati raccolti 500 litri di olio e 30mila uova, oltre a decine di chili di scatolamezucchero e prodotti a lunga conservazione. Ma anche medicine e vestiti oltre a buoni pastosostegni per gli affiti e offerte di lavoro regolari.

Ci siamo messi a disposizione delle associazioni che quotidianamente sono impegnate per aiutare il prossimo“, racconta don Giuseppe Bodrati, parroco della parrochia di San Giovanni. Che spiega anche come l’iniziativa di oggi non è altro che l’eredità del suo predecessore, don Claudio Moschini.

“Prima del Covid -dice- era stato attivato il servizio della prima colazione per gli indigenti. Di quel progetto è senz’altro rimasta l’idea di continuare a impegnarsi in nome della solidarietà”.

Il materiale che viene raccolto è poi smistato nei vari punti di contatto della Caritas e delle altre associazioni che si trovano in città e che poi si occuperanno di distribuirli. In questa catena della solidarietà un importante contributo arriva anche dall’associazione dei commercianti.

“Li ringraziamo -rimarca don Giuseppe- soprattutto per l’opera di sensibilizzazione nel donare”.

Chi vuole contribuire alla raccolta dei beni può andare in una delle tre parrocchie oppure nel negozio La Castellana di Simona Battisti, in corso Acqui.

“Siamo in un quartiere multietnico -aggiunge-. È giusto avere una possibilità per chi non frequenta la chiesa, ma vuole dare il suo contributo”.

Ciò che si sta muovendo nel quartiere non riguarda solo i beni materiali ma anche quella che don Giuseppe definisce “carità intellettuale” con incontri in cui si leggono passi della Bibbia per contrastare la solitudine.