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Missioni Don Bosco: Concerto di Natale in Vaticano 2024

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco del 14 dicembre 2024.

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Concerto di Natale in Vaticano 2024

All’Auditorium della Conciliazione gli artisti cantano per “il futuro”

Coinvolti da Missioni Don Bosco per dare voce ai minori vulnerabili
Due progetti esemplari dei salesiani in Nigeria e in Ucraina

All’insegna della dichiarazione “il futuro è la nostra missione”, la Onlus radicata nella Casa Madre dei salesiani a Torino Valdocco, Missioni Don Bosco, invita il pubblico televisivo a seguire il 32° Concerto di Natale in Vaticano che sarà trasmesso da Canale 5 la sera del 25 dicembre in prima serata, con replica il 26.

Numerosi i cantanti italiani e stranieri che hanno accolto la proposta di esibirsi per l’appello solidale a inviare SMS solidali al numero 45594 a sostegno di due fra i numerosi progetti nel mondo che vanno incontro ai minori, soprattutto a quelli più ostacolati nella loro crescita affettiva e intellettiva.

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione a Roma salgono anche due testimoni diretti:

  • p. Linus Onyenagubo, responsabile accoglienza rete “Bosco Boys” in Nigeria
  • p. Mykhaylo Chaban, responsabile della comunità salesiana dell’Ucraina

intervistati da Federica Panicucci, amabile guida della serata.

È la prima volta che Missioni Don Bosco propone agli spettatori del Concerto di Natale di aiutare due particolari progetti, fra le centinaia in atto in tutto il mondo (i salesiani sono in 136 Paesi), che risultano esemplari degli interventi, secondo la pedagogia di Don Bosco, a favore dei minori più vulnerabili dal punto di vista fisico e psicologico.

Il Concerto di Natale gode del patrocinio della Fondazione Cultura per l’Educazione, del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione.

I numerosi artisti, di prestigio nazionale e internazionale, sono stati ricevuti in udienza privata dal Santo Padre questa mattina.

 

Missioni Don Bosco: la condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Ufficio Stampa Missioni Don Bosco,
27 Giugno 2024

Testimonianza di padre Antúnez di Missioni Don Bosco

La condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio
Due visite di solidarietà per raccogliere le speranze profonde degli orfani, delle vedove,
dei mutilati di guerra, degli sfollati

Uno sguardo partecipe sulla situazione delle famiglie ucraine è il contenuto dell’intervento di padre Daniél Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, nel programma “I viaggi nel cuore” in onda domenica 7 luglio alle ore 8,50 su Canale 5.

Dopo aver visitato Lviv (Leopoli) nella settimana successiva all’inizio della seconda invasione russa del 2022, è tornato la scorsa primavera con una piccola delegazione dei salesiani italiani nella stessa città, e si è spinto fino alla capitale Kiyv sotto i bombardamenti. In entrambi i viaggi, l’obiettivo è stato quello di mostrare la vicinanza morale e fattiva alla popolazione colpita dalla guerra, mediante il sostegno ai confratelli residenti in quel Paese. Per il loro tramite, e in base alle loro rilevazioni dei bisogni, sono stati inviati aiuti umanitari, mirati soprattutto ai minori.

Il ponte fra le due visite è stata l’accoglienza in Italia di un ampio gruppo di donne e di bambini, famiglie prive di casa e con gli uomini al fronte, nella Casa Madre dei salesiani a Valdocco (Torino), nel periodo più pericoloso. Fra gli ospiti anche Victoria, che a maggio del ’22 ha partorito il suo secondo figlio a Torino. È stata una delle permanenze più lunghe, insieme con i suoi genitori (il padre troppo anziano per essere chiamato alla leva militare) e con il primogenito Miror, fino al rientro nel suo Paese nei primi mesi del 2023. Al bambino è stato dato il nome Damir, che significa “dono di pace“.

Ad aprile di quest’anno p. Antúnez ha raggiunto la casa di Victoria a Kiev:

“Questo incontro mi ha aperto il cuore. Una bellissima usanza ucraina è quella di accogliere gli ospiti con del pane, per farli sentire parte della famiglia. E io mi sono sentito così: ci siamo seduti a tavola – in questo gli Ucraini sono molto simili agli Italiani e agli Argentini come me – ed è stato come essere a casa. Malgrado la guerra, malgrado l’ansia per il futuro, abbiamo respirato un’atmosfera di grande serenità e di condivisione”.

Oggi Damir ha due anni, è un bellissimo bambino, vivace e allegro, pieno di vita; suo fratello Miron frequenta la prima elementare. Il padre è tornato al fronte, dopo un breve permesso per conoscere il secondogenito.

Missioni Don Bosco: «In Ucraina siamo militanti per la pace» – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito la notizia apparsa su Famiglia Cristiana.

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«A Leopoli mi ha colpito il cimitero in centro città. Un luogo in cui l’intera comunità può onorare i soldati caduti, ma che è colmo di tombe di giovani. E in città ho visto anche tante persone mutilate dalla guerra».

Queste sono le parole di don Daniel Antúnez, salesiano argentino e presidente di Missioni Don Bosco, che è rientrato da pochi giorni in Italia da un viaggio che lo ha portato a visitare a distanza di alcuni mesi, i progetti dei salesiani in Slovacchia, Polonia e soprattutto in Ucraina.

«Queste missioni sono il segno tangibile: vogliamo essere militanti per la pace in risposta a chi genera guerra e violenza. Le armi e le bombe fanno perdere la dignità umana e non permetto alle persone di riconoscere nell’altro, un fratello».

È potente l’emozione provata da don Antúnez rientrato da Leopoli e Kiev dove Missioni Don Bosco continua a lavorare per portare aiuti e sostengo nel Paese invaso dalla Russia a inizio 2022.

«Dopo il primo soccorso spontaneo con cui abbiamo aperto anche le porte della nostra Casa Madre di Valdocco per ospitare madri con i figli, alcune donne incinte, e pochi uomini lasciati espatriare perché impossibilitati a combattere, oggi occorre assicurarsi dell’efficacia degli aiuti. Noi siamo da oltre due anni operativi nell’organizzazione di mense e nella fornitura di aiuti alimentari ma l’afflusso di beni non deve creare sul posto problemi di stoccaggio e di distribuzione»

spiega don Antúnez. Che aggiunge:

«Nonostante Leopoli sia lontana dai fronti più caldi del conflitto, spesso viene colpita di missili e droni. Anche lì ho avvertito tanta fatica, stanchezza e incertezza su cosa possa succedere non solo domani ma anche oggi stesso».

I salesiani oggi sono un interlocutore diretto per le autorità locali ucraine e per gli sfollati interni della guerra.

«Per questo è potuto nascere un programma immediato di interventi su misura di quanto richiesto dalle comunità – continua il presidente di Missioni Don Bosco -. Come ad esempio, è stato acquistato un furgoncino che i salesiani di Cracovia utilizzano per portare in Ucraina i beni richiesti e per tornare con chi espatria per fuggire. Inoltre, le case sostenute dai salesiani in varie località del Paese come Vynnyky dove abbiamo portato il nostro ex padiglione dell’Expo di Milano e nei Paesi limitrofi sono state convertite in centri per operare i soccorsi, con l’occhio rivolto al “dopo” quando – si spera presto – gli Ucraini potranno tornare a vivere nelle loro città e avranno bisogno di normalità».

Un contributo fondamentale arriva da Vis, l’ong salesiana all’interno della quale operano tanti volontari:

«Abbiamo maturato molta esperienza in zone ad alto rischio come la Siria e il Tigray, dove guerre altrettanto devastanti hanno creato morte e distruzione, e la fuga di milioni di profughi»

fa presente don Antúnez che però si dichiara

«mai davvero pronto davanti all’impressione che desta il dolore delle atrocità legate al combattersi tra uomini. Eppure mi ha colpito la resilienza dei semi di speranza che abbiamo piantato in questi anni. Mi sono emozionato alla visita alla casa-famiglia salesiana di Leopoli, con tanti bambini, la maggior parte dei quali orfani, ma anche della squadra di calcio dei soldati mutilati, la Pokrova calcio che milita nel campionato polacco e la testimonianza di Konstiantyn, il loro capitano, che ha perso la gamba sul fronte e che per sé e per la sua famiglia, cerca nello sport una riabilitazione anche psicologica. E come non citare – ricorda don Daniel – la visita a Mariapolis, un vero e proprio villaggio di container che dà accoglienza, da un anno e mezzo, a circa 950 sfollati, di cui più di 300 minori».

La missione della delegazione salesiana è riuscita a proseguire fino a Kyiv per portare solidarietà alla comunità salesiana che opera in quella zona del Paese.

«Abbiamo raggiunto la capitale e incontrato la piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice nella zona sud est. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla protezione dei residenti e dei giovani dell’oratorio dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili – spiega don Antúnez  -. Il prossimo progetto che abbiamo riguarda invece l’accessibilità della struttura, dove sono accolte anche persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra. A Kyiv siamo anche riusciti ad incontrare due persone che avevamo ospitato allo scoppio del conflitto a Valdocco e che successivamente erano tornate in Ucraina per stare con le loro famiglie. Erano felici di averci come ospiti a casa loro. Questo incontro mi ha fatto capire nel profondo quando sia importante essere qui, sostenere questa comunità colpita dalla tragedia della guerra, e rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco. Vogliamo continuare a essere seme di speranza come lo sono le parole del Pontefice che chiede la pace per questo popolo. Se Papa Francesco sarà in condizione di andare in Ucraina di persona, io e tanti altri siamo pronti ad accompagnarlo».

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
4 Aprile 2024

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini
per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

In questi giorni, a distanza di due anni, don Antúnez
con la nostra fotografa Ester Negro in visita a Lviv, Vynnyky e Kyiv

Si trova in Ucraina una piccola delegazione di Missioni Don Bosco Onlus che (insieme con alcuni responsabili del VIS, l’ong salesiana) porta la vicinanza dall’Italia ai salesiani e ai volontari presenti nel Paese ancora sotto il tiro dell’azione militare russa. È una fraternità che si esprime fin dallo scoppio della guerra in coordinamento con gli altri enti salesiani italiani di solidarietà internazionale.

Due anni dopo il primo viaggio, il presidente don Daniel Antúnez ritorna sul campo, accompagnato dalla fotografa di Missioni Don Bosco Ester Negro. Insieme con il missionario salesiano padre Michajl Chaban, visita i progetti che la stessa Onlus di Valdocco sostiene da prima del 2022: il centro salesiano di Lviv dove si trovano la comunità di accoglienza dei minori senza famiglia e famiglie di profughi in attesa di sistemazione, e il centro sportivo per la riabilitazione dei soldati mutilati. Nella stessa area di Lviv, Missioni Don Bosco visita anche Mariapolis, il villaggio di container che dà tetto da un anno e mezzo a oltre 200 famiglie sfollate, sfidando anche il duro inverno, e Vilniky dove il padiglione utilizzato dai salesiani per Expo 2015 è stato traportato e reso adatto alle attività dell’oratorio.

A seconda delle condizioni belliche, la delegazione potrà poi raggiungere Kiyv per portare solidarietà alla piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice a sud est della capitale. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla messa in protezione dei residenti e degli ospiti (i giovani dell’oratorio) dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili; il prossimo intervento riguarda l’accessibilità della struttura, dove sono accolte persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra.

Sono stato mosso da diversi motivi per tornare” spiega don Antúnez: “i miei fratelli salesiani, le persone che ancora soffrono gli effetti della guerra, le madri che abbiamo ospitate a Valdocco e che sono tornate in Ucraina. Ma soprattutto si tratta di essere qui, di sostenerli, di rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco”.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

CFP Fossano: Operazione Colomba – Corridoi umanitari e accoglienza (in casa nostra)

Dal sito del CFP di Fossano.

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Giovedì 9 novembre scorso le classi terze del nostro istituto hanno avuto l’occasione di incontrare e dialogare con Giorgio Falco, infermiere cuneese impegnato da anni nel volontariato in Italia e in giro per il mondo, in particolare nell’Operazione Colomba (“corpo non violento di pace” dell’associazione Papa Giovanni XXIII – per approfondire clicca qui)

Proprio negli anni Novanta, poco più che ventenne, Giorgio si reca in Bosnia durante la guerra nei Balcani, per provare a vivere concretamente la nonviolenza in una situazione di conflitto. Con il passare del tempo capisce che ha un “fuoco dentro di sé” e che è il caso di mettere a disposizione del mondo questo suo desiderio e i suoi talenti. La voglia di viaggiare e incontrare persone fa il resto.

Le emergenze globali di questi ultimi anni cadono quindi su un terreno fertile. Insieme alla moglie, dopo una breve esperienza a Reggio Calabria in cui vede con i suoi occhi i famigerati sbarchi di migranti, decide di aprire casa sua a chi ne ha bisogno. Sono gli anni della guerra in Siria e della diaspora di profughi siriani in giro per il mondo. Una famiglia siriana, da tempo rifugiata in Libano, diventa parte della sua famiglia, dopo essere giunta in Italia non con i barconi, ma attraverso lo strumento dei corridoi umanitari, un’alternativa legale e sicura agli sbarchi sregolati e pericolosi sulle nostre coste. (Per approfondire clicca qui)

La storia ci porta poi a febbraio 2022 e allo scoppio della guerra russo-ucraina. Con la scelta dichiarata di non prendere mai parte per nessuno all’interno di un conflitto, ma di essere sempre e solo contro la guerra e a favore degli esseri umani, insieme ad altre decine di persone parte per Leopoli (tornerà altre due volte in Ucraina). Vanno con pulmini carichi beni di prima necessità, tornano con pulmini carichi di 297 persone che vogliono scappare dalla guerra.

La storia continua con l’accoglienza, tra le mura di casa, di una famiglia ucraina, ed oggi eccolo con noi a raccontare le sue esperienze e i suoi progetti per il futuro, che non finiscono qui.

Una delle condivisioni più belle che ci lascia, e che noi lasciamo a voi lettori, è questa: ci sono tanti, davvero tanti giovani che collaborano volontariamente, senza ricevere alcun compenso, ad Operazione Colomba, nel loro piccolo, nella quotidianità, senza la pretesa di voler salvare il mondo, ma solo di fare la propria parte, senza starsene seduti sul tanto comodo divano. Tanti giovani che non sono così spenti, come spesso ci vengono dipinti. Tanti giovani, tra cui speriamo di vedere anche qualche nostro allievo o ex allievo.

 

Ucraina: “Non lasceremo indietro nessuno”, la promessa dei salesiani dopo 19 mesi di guerra

Dal sito infoANS.

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La guerra in Ucraina ha ormai superato i 19 mesi di ininterrotta durata. La speranza che possa finire presto e che arrivi la pace nei territori invasi rimane forte tra la popolazione ucraina, ma i bombardamenti e le necessità della popolazione aumentano. Alla vigilia di un’altra campagna invernale, i bambini e i giovani hanno iniziato un nuovo anno scolastico. A causa del perdurare dello stato di guerra, molte donne e i loro figli sono tornati in Ucraina e i salesiani cercano di continuare ad assistere tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, anche se in molti casi i beni di prima necessità scarseggiano.

“I salesiani non volteranno mai le spalle alle persone che soffrono a causa di questa guerra, che purtroppo non si ferma e continua a causare vittime innocenti”

ha spiegato don Mykhaylo Chaban, Superiore della Visitatoria salesiana “Maria Ausiliatrice” di rito greco cattolico. Dopo tutti questi mesi di guerra aperta, in Ucraina ci sono più di 17,6 milioni di persone che hanno bisogno di aiuti di emergenza per sopravvivere. Secondo le agenzie internazionali, la guerra ha già lasciato più di 5,1 milioni di sfollati interni e più di sei milioni di rifugiati in tutto il mondo.

Allarmi e bombe continuano a essere la vita quotidiana di milioni di persone che soffrono a causa di questa guerra. La Procura Missionaria salesiana con sede a Madrid, “Misiones Salesianas”, sta sostenendo i bambini che continuano a ricevere un’educazione a Zhytomir e a Leopoli, dove finanzia una scuola e un centro giovanile.

Grazie a questo, quasi 300 bambini hanno la possibilità di continuare ad andare a scuola, ma soprattutto di avere uno spazio sicuro dove poter imparare, giocare e sentirsi protetti. L’educazione nelle emergenze è ancora più centrale del solito, e per i bambini è un vero strumento salvavita. Ecco perché è importante che le scuole salesiane in Ucraina rimangano aperte.

Oltre all’educazione, i salesiani continuano a lavorare per offrire aiuti umanitari agli sfollati, come nel caso del progetto della cittadella di “Mariapolis” allestita a Leopoli, dove vivono più di 1.000 persone che ricevono cure, cibo, accesso all’assistenza sanitaria… Ma anche in altre parti del Paese.

I missionari continuano a recarsi nelle città dell’est, come Novohyhorivka, dove si impegnano a rispondere ai bisogni della popolazione civile rimasta nelle proprie case.

“Vogliamo portare gli aiuti il più vicino possibile al confine russo, dove la maggior parte dei villaggi è devastata, le case sono distrutte e la gente vive in rifugi sovraffollati. C’è molto bisogno, e grazie alla solidarietà che ci arriva da tutto il mondo, possiamo andare in queste zone e offrire cibo, acqua…”

spiega don Jozef Nuckowski, uno dei salesiani che ancora si reca in questi luoghi.

A questa situazione va aggiunto, anche quest’anno, il problema del freddo. Per questo, i salesiani stanno lavorando ai preparativi per rispondere ai bisogni derivanti dal freddo. “Misiones Salesianas”, da parte sua, hanno già destinato 100.000 euro di aiuti da inviare per alleviare queste necessità: coperte, riscaldamento, condizionatori, vestiti caldi…

I bisogni sono ancora tanti e grandi, ma la solidarietà salesiana continuerà finché non arriverà la pace in Ucraina, e anche oltre.

Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana: polentata solidale per l’Ucraina

Dal sito del Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana.

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Domenica 12 novembre 2023, dalle ore 12.45, presso il Centro Salesiano di Spiritualità Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana si terrà la polentata solidale promossa dai salesiani cooperatori.

Con un’offerta minima di €25 a persona sarà possibile accedere al menù che comprende:

  • Antipasti misti
  • Polenta concia, polenta con spezzatino
  • Frutta, dolce della casa e caffè
  • Bevande

Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto a favore dei bambini dell’orfanotrofioD. Bosco” di Leopoli, Ucraina, gestito dai confratelli salesiani.

Prenotazioni entro venerdì 10 novembre telefonando a:

Anna Maria | 347 280 6315

Chiamare DOPO LE ORE 18.00, massimo 70 posti disponibili.

Ucraina – Un’estate tra campi e oratori per i minori sfollati e rifugiati

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Kiev) – La guerra in Ucraina dura ormai da oltre 500 giorni. Molte famiglie stanno approfittando dell’estate per tornare nelle loro città d’origine e ricongiungersi con i propri familiari, ma milioni di rifugiati e sfollati non possono farlo a causa del pericolo dei bombardamenti. I bambini, che soffrono maggiormente per la separazione dalle famiglie e per i traumi dell’invasione russa, hanno l’opportunità in queste settimane di partecipare a numerosi campi estivi organizzati dai salesiani sia in Ucraina, sia nei Paesi che ospitano i rifugiati ucraini.

Polonia, Slovacchia, Ucraina, Italia… sono solo alcuni dei Paesi che, dallo scorso giugno, stanno organizzando campi estivi per i minori sfollati e rifugiati a causa della guerra in Ucraina. L’attenzione che dalla fine di febbraio dello scorso anno è stata riservata alla popolazione costretta a fuggire dal conflitto trova la sua massima espressione nei mesi estivi, quando l’impegno di tutti è quello di favorire il protagonismo dei minori: “L’estate è l’unica occasione per prendersi una pausa, non solo rispetto allo scuola, ma anche e soprattutto dall’ansia e dal pericolo che i minori rimasti in Ucraina provano quotidianamente”, spiegano i salesiani attivi in quel Paese.

La scuola salesiana “Vsesvit” di Zhytomyr, ad esempio, ha organizzato quest’estate due campi estivi nei mesi di giugno e luglio. Suddivisi in due turni di 12 giorni ciascuno: uno si è svolto nella stessa scuola ucraina, accogliendo 240 tra ragazzi e ragazze; e l’altro nella città italiana di Cervia, in Romagna, scelta per le sue caratteristiche di svago, cultura, alloggio e prezzi accessibili, di cui stanno usufruendo 140 bambini.

I campi estivi salesiani non sono improvvisati: vengono preparati per mesi, sono gestiti da animatori e volontari dei centri giovanili salesiani e sono resi possibili grazie alla solidarietà salesiana mondiale. Gli aiuti che continuano a essere inviati sia in Ucraina, sia nei Paesi limitrofi rispondono agli obiettivi di assistenza alla popolazione rifugiata e sfollata, di preparazione e riparazione delle scuole per il nuovo anno scolastico e di pianificazione di una nuova campagna invernale.

In Slovacchia è in corso un altro campo estivo per 150 minori ucraini, suddivisi in quattro turni, per promuovere ulteriormente la loro integrazione nel tessuto sociale slovacco e quella delle loro famiglie. Attraverso queste attività i bambini, in molti casi accompagnati dalle loro madri, svolgono attività di svago e di educazione non formale, e apprendono la lingua.

I campi estivi hanno un programma completo che comprende attività e laboratori ricreativi, educativi, artistici e sportivi, sia nelle strutture salesiane, sia a diretto contatto con la natura, e comunque sempre in ambienti sicuri. “L’obiettivo è in primo luogo quello di far dimenticare loro la guerra, fargli fare amicizie, sviluppare i loro talenti e godere di ciò che sono: ragazzi e ragazze”, sintetizza efficacemente un salesiano di stanza a Leopoli.

Da parte loro i Figli di Don Bosco attivi Zhytomyr sottolineano che organizzando questi campi estivi, “realizziamo la nostra missione salesiana di sostenere i giovani nel loro percorso di crescita personale e di preparazione alla vita adulta, soprattutto in condizioni drammatiche come quelle del conflitto di cui soffre la popolazione ucraina”.

Solamente “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria salesiana con sede a Madrid, sostiene finanziariamente quest’estate quattro campi salesiani con vari turni a Bratislava (Slovacchia), Cervia (Italia), Zhytomyr e Leopoli (Ucraina), di cui beneficiano complessivamente 650 minori ucraini, sfollati o rifugiati.

Ansa – Artime (Salesiani), lavoriamo per una pace giusta in Ucraina

Dall’agenzia ANSA.

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(ANSA) – CITTA DEL VATICANO, 30 MAG – “Sono pienamente d’accordo con il Santo Padre e credo che lui ci offre su questo tanta luce e tanta fortezza”: lo ha detto il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, parlando della missione di pace tra Ucraina e Russia voluta dal Papa.

“Penso che anche quando i movimenti politici e le nazioni vanno per una strada, noi dobbiamo continuare ad offrire questi elementi di speranza, di cercare l’incontro e il dialogo quando è possibile”, ha aggiunto il decimo successore di Don Bosco.

Il salesiano parla anche della giustizia: “Credo che dobbiamo fare un cammino di dialogo e, se possibile, come il Santo Padre cerca, un cammino per la pace nella giustizia”. Fernandez Artime ha parlato del conflitto in Ucraina a margine della presentazione del libro “Il carisma della presenza e della speranza”, a cura di don Giuseppe Costa, che ripercorre i viaggi del Rettor Maggiore negli ultimi quindici mesi. “Sono stato in Ucraina e in Russia prima della guerra, ora è difficile una visita, continuiamo ad accompagnarli diversamente”. “Questa realtà della guerra è un grande dolore, per me è incredibile che oggi stiamo di nuovo vivendo una guerra”.
I Salesiani sono in Russia con alcune presenze: “Lavoriamo in mezzo a quella gente con i ragazzi e le famiglie e la guerra non è l’espressione di quelle famiglie. In Ucraina abbiamo una presenza molto forte. Sedici opere salesiane tra l’Ucraina greco-cattolica e quella latina: accogliamo le famiglie e già prima della guerra avevamo una casa per orfani e ragazzi abbandonati, parrecchie scuole e spazi per i giovani. Ci sono anche i salesiani che quotidianamente vanno sulla linea del conflitto per portare gli aiuti. La nostra idea è continuare ad aiutare l’Ucraina salesianamente”.
“Le case salesiane hanno accolto i profughi ucraini scappati dalla guerra nei loro centri in Polonia, Slovacchia, in Italia e anche nella stessa Valdocco”, il cuore dei luoghi di don Bosco.
“E’ stata una grande emozione ricevere, un anno fa, nella casa di Don Bosco, le prime 84 persone che erano venute lì per poter vivere. La maggior parte di loro sono tornati in Ucraina”. (ANSA).

“Vincerà chi avrà servito meglio il suo popolo” – il presidente di Missioni Don Bosco interviene sulla guerra in Ucraina

Si riporta di seguito il comunicato stampa di Missioni Don Bosco sul primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina.

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24 Febbraio 2023

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina

 

Don Daniel, sei è stato in Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra. Hai condiviso la preoccupazione e l’impegno dei salesiani di Lviv e di Kyiv per salvare i bambini senza famiglia, le donne che fuggivano con i figli piccoli…

Non è facile esprimere i sentimenti di quel viaggio di pochi giorni che ho fatto con un confratello di Valdocco. Ma quello che mi è rimasto impresso è l’incredulità della gente, che fino al 23 febbraio pensava che le minacce russe non si potessero tradurre in un’aggressione.

E ancora dopo i primi giorni aveva la speranza che la guerra durasse così a lungo. Oggi invece la paura più profonda è che questo conflitto sia destinato a diventare una realtà endemica, un incendio che non si sa quando si estinguerà.

Ce lo insegnano le situazioni della Siria, in guerra da 10 anni, del Congo, con i suoi episodi di guerriglia che continuano da 30 anni.

Eppure si dovrà trovare un modo per uscire da questa tragica situazione.

La via è quella di abbassare la guardia. “Il più grande non è chi dirà di aver vinto, ma colui che meglio avrà servito la causa del suo popolo”, c’è scritto nel Vangelo.

Come nei conflitti fra persone, famiglie, gruppi, anche fra le nazioni si può ragionare quanto sia migliore chi sa rinunciare a qualcosa in vista di un bene superiore.

Questo non è perdere, è essere grande.

Questa è una considerazione che non piace a nessuna delle parti, nel conflitto russo-ucraino come in qualsiasi altro.

ll Papa ha detto che il grande male del modo è la corsa agli armamenti. Tornando dal Congo ha fatto notare che un anno di spesa per le armi corrisponde al fabbisogno alimentare della intera Africa.

Vediamo povertà, miserie morali, bisogni mai soddisfatti… e c’è la guerra.

Perché sostenere progetti di sviluppo in paesi in guerra?

Noi di Missioni Don Bosco proviamo a ristabilire un equilibrio, attraverso l’istruzione e la creazione di opportunità di sviluppo di quelle comunità.

Le guerre non hanno l’effetto di portare tutti allo stesso livello, anzi sono moltiplicatrici di corruzione, di discriminazioni, di violenze.

In questi casi può sembrare che l’aiuto esterno possa andare distrutto, ma attraverso i nostri missionari – anche in Ucraina in questo momento – arriviamo alle persone che hanno più bisogno, le aiutiamo a sopravvivere in assenza di protezioni, facciamo in modo che i giovani possano coltivare i loro sogni.

I benefattori danno generosamente anche in queste situazioni, come recentemente è accaduto per il soccorso alla popolazione terremotata di Siria e Turchia.

Resistenza per prepararsi al dopo, alla ricostruzione materiale e morale dell’Ucraina?

Certo. Noi siamo il ponte che fa arrivare l’aiuto anche in situazioni apparentemente senza sbocco. Questo aiuta ad alimentare la speranza che è possibile far finire la guerra.

Insieme con Papa Francesco che tutte le domeniche non perde l’occasione dell’Angelus per chiedere al mondo di pregare per la pace anche noi confidiamo che una forza superiore è la sola che può aiutare l’umanità a districarsi dai lacci dell’odio.

Padre Maksym Ryabukha, salesiano di Lviv – Leopoli che Missioni Don Bosco ha conosciuto a Kyiv qualche giorno prima dello scoppio della guerra, nel frattempo è stato consacrato vescovo di Donetsk.

A lui abbiamo chiesto di descriverci l’anima ucraina in questo lungo tempo di guerra:

“La vita di tutti i cittadini ucraini, come alla fine dei conti di tutto il continente europeo e di tutto il mondo si divide su “prima” e “dopo” quella data.

La vita di sicurezza, di valori garantiti, di possibilità aperte, di gioia e di felicità si è cambiata in un momento.

Le bombe, gli spari, il terrore, l’ingiustizia, l’urlo delle sirene hanno cambiato la vita di tutti, non risparmiando nessuno.

I ragazzi erano pieni di vita, di sogni, di gioia e di serenità. Si è tornati appena a scuola dopo lunghissimi mesi di chiusura a casa per il covid.

Da poche settimane si gustava la felicità di stare di nuovo insieme, la possibilità di studiare non attraverso lo schermo del computer ma dal vivo… Ritornare a sperimentare l’amicizia reale, i rapporti diretti, l’esperienza del gruppo.

Una sola notte ha rubato tutto. Da lì in poi tanta paura, tanto terrore, tanta delusione…”.