Salesiani Cooperatori Piemonte e Valle d’Aosta: Santa Pasqua 2020

Si riporta di seguito il messaggio di auguri di Pasqua da parte dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori del Piemonte e Valle d’Aosta.

Associazione Salesiani Cooperatori
Piemonte e Valle d’Aosta
Santa Pasqua 2020

Carissimi Salesiane Cooperatrici e Salesiani Cooperatori, Aspiranti Salesiane Cooperatrici e Salesiani Cooperatori, Delegate e Delegati,

vi mandiamo un semplice messaggio. In questi giorni di Quaresima, come Consiglio abbiamo deciso di non aggiungere altri messaggi a quelli che ogni Centro Locale sta facendo girare perché autoprodotti o perché inoltrati da altri. Che bella vitalità stiamo trovando e che bella voglia di fare famiglia e condividere.

In questo periodo di chat, call e videochiamate sentiamo il bisogno di trasmettervi la nostra voglia di abbracciare ciascuno di Voi personalmente e fisicamente. Vorremmo davvero poter essere lì con Voi: con chi soffre perché non sta bene, con chi piange perché ha perso un caro, con chi è preoccupato perché lo stipendio arriverà dimezzato o questo mese non arriverà proprio, con chi è stanco perché deve gestire una difficile quotidianità, con chi lavora il doppio, con chi pensa ai cari lontani, con chi vorrebbe solo un po’ di normalità…

I nostri giri nei Centri, le nostre equipe territoriali, i nostri incontri programmati non sono annullati, ma solo rimandati… e arriverà il tempo in cui ci riabbracceremo di nuovo.

Leggiamo di tante belle iniziative che nascono nei nostri Centri e vorremmo trasmettervi un forte senso di appartenenza, ma soprattutto di speranza.

I tanti momenti di preghiera e di riflessione che ci vengono proposti on line sono di grande aiuto per tutti. Non possiamo dimenticare neppure un attimo che NON SIAMO SOLI.

Deve esserci il Venerdì perché ci possa essere la Domenica.

E allora non fermiamoci. Andiamo avanti nel miglior modo possibile. Ricordiamoci che siamo Salesiani nel cuore e che l’allegria deve continuare a colorare le nostre giornate. E se ci sono giorni in cui proprio non ce la facciamo, telefoniamo a un amico, proponiamo un gioco a nostra moglie, balliamo, cantiamo.

Perché questo deve essere la Pasqua: musica nei nostri cuori, danza nelle nostre gambe.

Dobbiamo accumulare tutta l’energia possibile per poter gridare al mondo che Gesù è Risorto e non ci lascia soli. MAI!

Chiudiamo il nostro messaggio inoltrandovi la lettera del nostro Coordinatore Mondiale e valorizzando, in collegamento con la Pastorale Giovanile, il materiale per la riflessione preparato per questo Santo Triduo >>.
Il link dà accesso a materiali utili per tutte le fasce di età… magari anche nelle proposte per ragazzi o giovani potete trovare stimoli interessanti. In particolare, vi segnaliamo la pagina che contiene le conferenze video di don Silvio Roggia e don Cristian Besso per gli adulti e le famiglie >>.

Di cuore giunga a Voi e alle Vostre famiglie un caro augurio di Buona Pasqua con la rinnovata nostra disponibilità ad esserci per ciascuno.

Un affettuoso abbraccio, il Consiglio Provinciale.

“C’è silenzio nelle strade,
c’è silenzio negli androni,
c’è silenzio nei teatri
… e c’è silenzio nelle Chiese.
C’era silenzio anche sulla collina
dove hanno crocifisso Gesù.
Silenzio.
Ma forse serviva questo
perché tutti smettessimo di parlare.
Basta critiche,
basta bugie,
basta cattiverie.
Basta!
La Risurrezione ha portato
la musica a Gerusalemme.
E ritornerà la musica nelle nostre strade,
la musica nei nostri oratori,
la musica nelle nostre scuole,
la musica nelle nostre case,
la musica nei nostri cuori.
Gesù è Risorto …
e la Musica prende il VIA!”

110 anni dalla morte del Beato don Michele Rua: presto un documento inedito

Il 6 aprile del 1910 nasceva al cielo don Michele Rua, primo successore di don Bosco. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito ai 110 dalla morte del Beato e all’inedito documentario dei funerali di don Michele Rua il quale doveva essere proiettato alla chiusura del Capitolo Generale 28°, ma che sarà invece divulgato quando terminerà l’emergenza sanitaria in atto.

(ANS – Roma) – Era tutto pronto per la grande celebrazione della Messa d’oro di Don Michele Rua, il 24 giugno 1910. Il Signore lo chiamò a sé tre mesi prima, il 6 aprile, all’età di 72 anni. Ne aveva passati la metà accanto a Don Bosco e 22 come suo successore. Con lui aveva condiviso tutto: pane, lavoro, fatiche, ansie, gioie e dolori, delusioni e speranze, fin l’età della morte. Stessa passione per i giovani, stesso zelo per le anime, stesso amore a Gesù Sacramentato, all’Ausiliatrice, ai sacramenti, al Papa, stessa disponibilità al lavoro e al sacrificio, stessa capacità di mortificazione, stessi faticosi viaggi, accompagnati da grazie e miracoli. Hanno condiviso la stessa aspirazione alla santità, raggiunta da entrambi con la canonizzazione dell’uno (1934) e la beatificazione dell’altro (1972).

Le intuizioni del carismatico fondatore in Don Rua sono divenute realtà, istituzione, organizzazione, struttura. Lungo il suo Rettorato, segnato anche da grandi sofferenze, ha consolidato e sviluppato in misura impressionante l’Opera salesiana nel mondo, che si temeva potesse non sopravvivere alla morte del fondatore; ha conciliato la necessità di un intelligente decentramento del servizio di governo; ha rilanciato con forza ed arricchito di nuove espressioni giovanili gli oratori e l’associazione dei Cooperatori.

Don Rua ha immesso la società salesiana su inedite vie dell’assistenza ai lebbrosi, ammalati, portatori di handicap; ha affrontato salesianamente l’inedita sfida della “questione operaia”; ha sviluppato con abili collaboratori il patrimonio educativo e spirituale ereditato; ha fatto preparare con studi superiori degli educatori che fossero all’altezza della situazione; ha allargato gli spazi missionari…

Tutto ciò lo possiamo trovare in due volumoni, che raccolgono gli Atti di due Convegni promossi dieci anni fa (in occasione del centenario della morte del beato), dall’Istituto Storico Salesiano (ISS) e dall’Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA).

Alieno a ogni forma di azione politica e partitica, Don Rua ha declinato la dimensione sociale dell’opera salesiana con modalità adeguate ai tempi e le celebrazioni funebri di 110 anni fa furono non meno solenni e partecipate di quelli di Don Bosco.

Il 6-7 aprile 1910 Torino si è fermata, dal Consiglio comunale agli operai degli stabilimenti della FIAT: una folla immensa (decine e decine di migliaia di persone), è accorsa a dare l’estremo saluto al cittadino illustre e benemerito, al padre, all’amico, all’apostolo della gioventù, mentre sentite condoglianze arrivavano da tutta Italia, da decine di paesi d’Europa, America, Africa, Asia…

In Piazza Maria Ausiliatrice, accanto ad un fiumana di pedoni, fu tutto un succedersi di eleganti automobili, di vetture padronali e cittadine, comprese quelle di Sua Altezza Imperiale e Reale, la Principessa Maria Laetitia, dei rappresentanti del card. arcivescovo e delle più alte autorità cittadine, di altri arcivescovi e vescovi, di rappresentanti del Governo. Succedere a Don Bosco non era un’impresa facile, ma ancor più lo era mantenere intatta, dopo un quarto di secolo, tutta la simpatia che il nome di Don Bosco trascinava irresistibilmente dietro di sé.

Uno scoop rimandato

Era quasi pronto per essere proiettato pochi giorni fa Torino, alla prevista chiusura del Capitolo Generale 28°, lo scorso 4 aprile. Ma poi è arrivato il coronavirus e tutto si è fermato. Ma “che cosa” era quasi pronto? Era pronto un incredibile filmato di vari minuti con i momenti più salienti della due giorni dei funerali di Don Rua!

Una fake news, direte? No, un vero documentario con sequenze cinematografiche girate da varie angolazioni all’interno di Valdocco, in piazza Maria Ausiliatrice, in via Cottolengo… Con immagini in movimento di Don Rinaldi, don Barberis, don Lemoyne… Volti noti, ripresi anche in primo piano, che seguono la cassa di Don Rua trasportata a mano dai giovani salesiani nel cortile di Valdocco o su apposita carrozza adornata a lutto per le vie cittadine, fino a Valsalice. E con loro vediamo la folla di popolo, di giovani, di nobili abbigliata a lutto, con loro grazie, alle immagini cinematografiche, ovviamente mute, camminiamo per via Maria Ausiliatrice, via Cottolengo… e soprattutto viale Regina Margherita, percorsa da pedoni, biciclette, carrozze a cavallo, automobili, tram…

Il mondo torinese di Don Rua offertoci da una macchina da presa affittata per la straordinaria celebrazione funebre dai lungimiranti salesiani del tempo (la cinematografia faceva ancora i primi passi). Passata la tempesta del coronavirus, contiamo di potervelo mostrare. Rimanete in attesa.

don Francesco Motto, SDB

Presidente ACSSA  

Dicastero Comunicazione Sociale: Newsletter e Messaggio di Don Gildasio Dos Santos Mendes

Si riporta di seguito la Newsletter del Dicastero della Comunicazione con il messaggio per i Delegati da parte di Don Gildasio Dos Santos Mendes sdb, Consigliere per la Comunicazione Sociale.

Don Gildasio Dos Santos Mendes sdb Consigliere per la Comunicazione Sociale 

Belo Horizonte, Brasile, 7 aprile 2020. 

Carissimi Fratelli e Sorelle! 

È con gioia e gratitudine, che vi scrivo la mia prima Newsletter da Consigliere per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana. 

Io e voi crediamo di essere comunicatori con i giovani nella cultura digitale. 

Nel nome di Gesù Cristo, noi crediamo che comunicare è essere a servizio degli altri. 

Con questo sentimento voglio presentare i miei complimenti e ringraziare ognuno di voi che crede e si dedica all’importante servizio di comunicazione nella Congregazione Salesiana! 

I giovani sono i migliori comunicatori dell’era di Internet e delle reti sociali! 

Don Bosco amava e credeva nei giovani. Essi sono i comunicatori più originali. Sono con noi! Siamo con loro! 

Per questo motivo, la Congregazione Salesiana è nel mondo una delle maggiori istituzioni di comunicazione dei valori umani e cristiani. 

Durante il Capitolo generale 28, tenutosi a Torino, nei mesi di febbraio e marzo di quest’anno, noi Salesiani abbiamo rinnovato il nostro impegno e l’importanza della comunicazione nella Congregazione in questi tempi mediatici. 

In risposta di fede e gratitudine a questa nuova missione che la Congregazione Salesiana mi affida come Consigliere per la Comunicazione, prendo questo importante servizio con gioia e disponibilità, unitamente ai nostri Ispettori, ai Delegati per la comunicazione, ai Laici e ai Giovani. 

Sede Centrale Salesiana, Via Marsala, 42 – 00185 Roma – Italia – Tel. 06.4927221 – www.sdb.org – gmendes@sdb.org 

Con un profondo senso di Congregazione, unito al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e al Consiglio Generale, ai nostri Ispettori, Delegati per la comunicazione e alle nostre Comunità, continuiamo insieme ad amare, educare ed evangelizzare i giovani con speranza e tanto lavoro al servizio della nostra missione con i nostri destinatari. 

A don Filiberto Gonzalez Plasencia, che per dodici anni è stato Consigliere per la Comunicazione Sociale, vogliamo esprimere il nostro profondo apprezzamento e gratitudine per il suo impegno e servizio alla comunicazione nella Congregazione Salesiana. Egli ci lascia un bell’esempio di testimonianza e amore per la comunicazione. 

La Congregazione è maturata nel suo lavoro di comunicazione. Questo è il risultato dell’impegno, del sostegno e del lavoro degli Ispettori, dei loro Delegati, dei Direttori, dei Salesiani, dei Laici e dei Giovani delle nostre presenze e del lavoro svolto nelle diverse aree della comunicazione. 

Ogni Ispettoria e ogni Comunità porta una vasta gamma di esperienze di comunicazione sociale: radio, periodici, televisione, produzione di video, case editrici, reti di notizie, newsletter, siti web, reti sociali, produzione musicale, letteratura. E tutto ciò dev’essere sempre aggiornato e messo a servizio della nostra missione con i giovani, specialmente i più poveri. 

La comunicazione è molto dinamica, veloce ed esigente. Ecco perché è essenziale rafforzare la nostra comunicazione istituzionale, aggiornare i nostri sistemi e piattaforme di comunicazione, dare priorità ai processi di discernimento, al lavoro in collaborazione, alla condivisione di studi interdisciplinari e ricerche da parte degli educatori delle nostre Università, a continuare la formazione dei nuovi Salesiani con una visione sinodale, al servizio della missione evangelizzatrice dei Salesiani nella Chiesa e nelle culture in cui lavoriamo. 

Oggi abbiamo un buon testo di comunicazione sociale: il Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale, costruito lungo gli anni con la partecipazione di molti di noi. Ma è tempo di rivedere e aggiornare insieme questo documento, alla luce dei più recenti documenti della Chiesa e delle nuove sfide e opportunità della cultura mediatica. 

Questo sarà uno dei primi lavori che faremo, coinvolgendoci tutti in questo processo. 

La comunicazione va di pari passo con la comunità! Siamo una Famiglia Salesiana in comunicazione. Comunicare sempre di più nella rete tra Salesiani, FMA, Cooperatori, ADMA, Exallievi e altri rami della Famiglia Salesiana è un gesto profetico di comunicare in un modo sinodale. 

Sappiamo che comunicare in un modo sinodale richiede una nuova mentalità di presenza e un servizio incondizionato agli altri, specialmente ai più poveri della società. 

Ai giorni nostri, comunicare in modo evangelico significa abbracciare nella fede i dolori e le speranze delle persone. 

La più recente crisi del Coronavirus ha colpito tutto il mondo, causando grandi difficoltà, sofferenza e angoscia nelle famiglie e nelle società. 

Il Dicastero per la Comunicazione con la sua Équipe di lavoro ha fornito una copertura significativa di notizie e messaggi in questi tempi difficili che il mondo sta affrontando con questa crisi. 

Il 24 marzo, al termine della Novena Straordinaria a Maria Ausiliatrice, celebrata in tutto il mondo salesiano, il Rettor Maggiore ci ha invitato a fare un Atto di Affidamento, rinnovando la nostra fiducia in Maria Santissima con il cuore di Don Bosco in questo tempo di prova e sofferenza causate dalla pandemia di Coronavirus. 

Dalla Basilica del Sacro Cuore, a Roma, dove Don Bosco ha celebrato la Messa del 16 maggio 1887, il Rettor Maggiore, di fronte al quadro di Maria Ausiliatrice, ha affidato i popoli di tutto il mondo a Colei che ha fatto tutto

Di recente, Papa Francesco, in occasione della preghiera in solidarietà con le vittime del Coronavirus, ha condiviso con noi che la fede in Cristo ci apre a nuove speranze. “Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”. 

Possa la Madonna, comunicatrice di vita e speranza, proteggerci e guidarci affinché siamo, ovunque, annunciatori della Pasqua e della Nuova Vita. 

don Gildásio Mendes dos Santos – SDB Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale 

Salesiani Cooperatori, il messaggio di Pasqua del coordinatore mondiale

Pubblichiamo il messaggio per la Pasqua del coordinatore mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, Antonio Boccia.

Carissimi Salesiane Cooperatrici e Salesiani Cooperatori, Delegate e Delegati, Consiglieri Mondiali, siamo in prossimità della Pasqua e con piacere condivido con voi questo messaggio.

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni sta cambiando le nostre abitudini quotidiane. Le restrizioni che in molti Paesi si stanno attuando ci costringono ad un isolamento sociale al quale non avremmo mai pensato.

Tutti noi a vari livelli, familiare, lavorativo, associativo siamo convolti e la cosa non ci lascia indifferenti. Questa emergenza è entrata violentemente nelle nostre vite e, a volte, fatichiamo a reagire.
Ma non dobbiamo scoraggiarci.

Come Salesiani Cooperatori siamo chiamati a vivere la nostra Promessa nelle condizioni di vita in cui ci troviamo. Anche adesso che c’è questa pandemia.
Nel Congresso di Roma svolto nel 2018, come Associazione dei Salesiani Cooperatori, abbiamo accolto le sfide per il sessennio, ponendo l’attenzione su molti aspetti che ci interpellano anche in questo periodo.

Poniamo attenzione alle Famiglie, partendo dalla nostra e facendoci portatori di speranza verso quelle che vivono vicino a noi, preoccupandoci se hanno bisogno del necessario per vivere, perché ci potrebbero essere famiglie in cui manca il lavoro. Abbiamo cura degli anziani, dei malati, facendo sentire la nostra presenza nei modi in cui ognuno può fare.

Poniamo attenzione ai Giovani, che in questi momenti si sentono disorientati. Sono costretti a stili di vita non sempre vicini alla loro naturale voglia di aggregarsi e stare insieme. Diventiamo punti di riferimento da adulti nella fede trasferendo loro speranza nel futuro. Raccontiamo loro di esperienze passate vissute in situazioni simili (terremoti, guerre, …) per aiutarli a capire che insieme e con fiducia supereremo anche questi giorni difficili. Crediamo anche noi che “Tutto andrà bene”.

Poniamo attenzione ai Salesiani Cooperatori dei nostri Centri, i Delegati, gli Aspiranti per evitare il senso di abbandono che si può venire a creare per la difficoltà di comunicare, di incontrarci. Facciamoci prossimi ai familiari di coloro che sono morti a causa di questa pandemia.

Manteniamo vivi i contatti con tutti i nostri fratelli e sorelle della Famiglia Salesiana nelle realtà in cui viviamo. Fanno parte della nostra famiglia e dobbiamo avere gesti di attenzione anche verso di loro.

Accogliamo le parole di Papa Francesco che ci invita a fare emergere la creatività dell’Amore.

Come Salesiani essere creativi è un nostro tratto caratteristico.
Gli attuali mezzi di comunicazione ci vengono aiuto (video-chat, social,…). Sfruttiamoli per diffondere speranza.

Impegniamo il tempo donato per pregare, fare formazione, mantenere vive le relazioni, anche solo telefonicamente.

Troviamo modi nuovi di essere prossimi a tutti quelli che conosciamo anche con la solidarietà economica attraverso interventi locali. In questo momento sono più efficaci contatti con quelle situazioni che ogni Centro conosce.

Non possiamo far scorrere le giornate senza viverle da protagonisti dove ci troviamo, con i mezzi che abbiamo a disposizione, restando a casa e rispettando le norme imposte dai vari Governi. Anche questo è un modo per concretizzare il nostro essere “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini”.

L’entusiasmo, la gioia, la speranza che in questi momenti riusciremo a donare è basata sulla certezza che il Signore non ci abbandona.

Lui è in mezzo a noi adesso, anche se a volte è difficile scorgere la sua presenza, ci sostiene e ci invita ad avere speranza.

Lui che è passato dalla croce del Venerdì Santo continua a dirci che dopo c’è la Domenica della Resurrezione.

Questa è la creatività dell’Amore che dobbiamo far emergere dal nostro quotidiano di questi giorni.

Auguro una Buona Pasqua del Signore a tutti e a ciascuno con insieme tutti vostri cari.

Cristo è veramente Risorto

Il Coordinatore Mondiale

Vivere in un mondo digitalizzato. Un invito a coltivare uno sguardo profondo

Pubblichiamo l’editoriale di don Rossano Sala sul prossimo numero di Note di Pastorale Giovanile.

Sono connesso dunque esisto!

È sempre più una realtà che il mondo giovanile viva immerso nella nuova atmosfera offerta dalla connessione alla rete virtuale: la vita reale tende a coincidere con l’interazione senza interruzione con la rete, creando non semplicemente un doppione della vita “in carne e ossa”, ma un suo perfezionamento o una sua mutazione. Attraverso i personal media in qualunque momento si può essere contemporanei con tutti gli eventi che avvengono nel mondo (pensiamo, ad esempio, alle potenzialità di “Twitter” che ci rende partecipi in tempo reale degli eventi che accadono). Il concetto stesso di vita diviene socializzato in un modo nuovo, in una forma deterritorializzata in cui lo spazio e il tempo assumono forme differenti rispetto all’esistenza passata.
In questo nuovo mondo ciò che viene a mancare radicalmente, dal punto di vista educativo, è la possibilità dell’assistenza nel senso classico del termine: per definizione i personal media sono individuali e prevedono un uso “asociale” e non accompagnato, perché l’educatore non può essere presente e non può quindi “assistere”. Se invece il personal media è utilizzato per relazionarsi ad altri – come di solito avviene –, attraverso un social network, allora in questo nuovo areopago è possibile che un singolo educatore o un’istituzione di pastorale giovanile sia presente, ma certamente in una maniera molto differente rispetto al passato: egli è presente, ma in forma leggera e amicale, paritaria e non gerarchica. È il giovane che decide con chi essere collegato e con chi relazionarsi: la privacy garantita dal personal media esclude di principio la presenza di un educatore e lascia il soggetto in situazione di sostanziale solitudine autoreferenziale nella gestione della propria relazione con le offerte della rete.
Il vero fulcro della decisione e dell’azione è il soggetto individuale ritenuto in genere responsabile e capace di decidere al meglio delle sue amicizie, delle sue frequentazioni e soprattutto delle sue azioni in rete. Sappiamo però, dai dati emergenti e soprattutto dall’esperienza educativa, che non è sempre così: gli adolescenti e i giovani appaiono troppe volte vittime sottomesse di questi strumenti più che gestori responsabili della loro “libertà virtuale”. Solo per fare un esempio, la diffusione a macchia d’olio della pornografia, del sexting e del gioco d’azzardo via internet sono piaghe del mondo giovanile – e non solo – che non si possono sottovalutare, ma emergono come segni di un autismo esistenziale e una relazione oggettivante che deve far riflettere seriamente la società nel suo insieme, nel momento in cui si vorrebbe proporre come società educante.

Continuare a pensare nell’era digitale

La rete allora, potremmo dire, non solo tendenzialmente ci rende più stupidi – in quanto indebolisce e riduce la capacità di lettura profonda della realtà e ci toglie quello spirito critico che ha bisogno di concentrazione e distanza riflessiva per essere vigile e reattivo – ma ci offre opportunità inedite e non filtrate di scadere in alcuni comportamenti che rischiano di non solo di essere moralmente inqualificabili, ma di diventare patologici sotto ogni punto di vista, disgregando un tessuto sociale, culturale e morale condiviso che sempre fa da piattaforma ad una civiltà umana degna di questo nome.
Per i giovani questo non può che aumentare la fatica nello sforzo di diventare adulti, accordando la propria esistenza con le esigenze di verità, di bontà, di bellezza, di giustizia e di santità che risiedono nel loro cuore e che rischiano di essere sempre più schiacciate:

Alla fine, quello che è davvero importante non è tanto il processo del divenire quanto ciò che diventiamo. Negli anni Cinquanta Martin Heidegger osservò: “La rivoluzione della tecnica che ci sta travolgendo nell’era atomica potrebbe riuscire ad avvincere, a stregare, a incantare, ad accecare l’uomo così che un giorno il pensiero calcolante sarebbe l’unico ad avere ancora valore”. La nostra capacità di impegnarci nel “pensiero meditante”, che Heidegger vedeva come la vera essenza dell’umanità, potrebbe soccombere a un troppo rapido progresso. L’avanzata tumultuosa della tecnologia rischierebbe di sommergere quei raffinati pensieri, emozioni, e percezioni che nascono soltanto dalla contemplazione e dalla riflessione[1].

Un indebolimento e una maggiore fragilizzazione dell’umano sono delle conseguenze inevitabili al fatto che siamo sommersi da un’enorme quantità di materiale comunicativo, che non abbiamo il tempo di valutare, ma che siamo costretti ad assumere in forma bulimicamente irriflessa. Il sovraffollamento della carta stampata, delle centinaia di canali televisivi e di connessioni continue segnano certamente una vera e propria aggressione mediatica organizzata da cui difendersi e prendere distanza critica. Capacità che, senza ombra di dubbio, nessun adolescente e nessun giovane possiede per natura propria e nemmeno per grazia infusa. Ciò che fino a questo momento risulta essere assodato è che «siamo di fronte a una crisi di proporzioni epocali: si sta verificando una sorta di sfaldamento dello statuto antropologico tradizionale dell’individuo»[2].

Forti nella tribolazione: il testo della Via Crucis del Papa

La Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato il testo con le meditazioni della Via Crucis che Papa Francesco farà venerdì santo in Piazza San Pietro. Il testo, scaricabile, è disponibile in cinque lingue.

Cinque detenuti, una famiglia vittima di omicidio, la figlia di un ergastolano, un’educatrice, un magistrato di sorveglianza, la madre di un carcerato, una catechista, un sacerdote accusato ingiustamente, un frate volontario, un poliziotto, tutti collegati alla Cappellania della casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova: sono questi gli autori delle meditazioni.

Il libro pensato dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede  è disponibile gratuitamente sul sito internet della Libreria Editrice Vaticana: un compendio ausiliario per condividere, meditare e pregare assieme. “La fede – scrive Andrea Tornielli nell’introduzione – non annulla il dolore, non annulla la sofferenza e non toglie automaticamente l’angoscia. Però aiuta ad avere una speranza”.

La Via Crucis si svolgerà venerdì santo e verrà trasmessa in diretta TV su Rai Uno, a partire dalle ore 21.

 

VIS, con resto@ttivo percorsi didattici e formativi, digitali e gratuiti

Pubblichiamo il comunicato stampa del VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo con li quale viene lanciata una nuova campagna a servizio di chi è costretto a restare in casa, proponendo contenuti e strumenti digitali che per i prossimi due mesi saranno messi a disposizione di docenti, famiglie, giovani in formazione, bambine e bambini.

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Roma, 2 aprile 2020 – resto@ttivo è la campagna che il VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo lancia oggi pensando a chi è costretto a restare in casa, offrendo gratuitamente sui propri canali strumenti e risorse sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, dell’intercultura e della cittadinanza globale e continuando a svolgere la propria missione educativa con nuove modalità.

Un kit didattico pensato per spiegare ai più piccoli cosa sta succedendo con il coronavirus, web talk con esperti per aiutare gli adulti a riflettere sulle relazioni digitali o sul rapporto tra l’attuale emergenza e lo sviluppo sostenibile. E ancora, lettura di fiabe tratte dal libro “L’orizzonte alle spalle”, realizzato dal VIS sulla base di storie raccolte da migranti subito dopo il loro viaggio, videolezioni sulla progettazione nella cooperazione, l’invito a giocare online per vivere in prima persona l’esperienza di un bimbo che abita in Palestina in una città attraversata da un muro.

Queste e altre proposte saranno messe a disposizione di docenti, famiglie, giovani, bambine e bambini sui canali di comunicazione del VIS nell’arco dei prossimi due mesi, fino alla fine di maggio. Alcuni contenuti sono stati ideati e sviluppati specificamente per questo periodo; altri, già realizzati, vengono ora riproposti e attualizzati.

Il progetto si colloca nell’ambito delle iniziative già attive per aiutare tutti coloro che in questo periodo stanno fronteggiando l’emergenza coronavirus, affiancandosi all’appello già lanciato dal VIS a donare a favore della Protezione Civile per supportare medici, infermieri e personale sanitario.

 

La Rai propone lo speciale su Don Bosco

“Passato e presente”, il programma di Paolo Mieli su Rai3 e Rai Storia dedica (in replica) tutta la Settimana Santa ad argomenti di storia del cristianesimo. Domenica 5 aprile, delle Palme, tocca allo speciale su Don Bosco.

La programmazione

Lunedì su Rai3 (ore 13.15) è la volta di Ignazio di Loyola e i Gesuiti: difensori dei poveri e servitori dei potenti; liberi pensatori, ma fedeli a Cristo fino alla morte. Martedì (Rai3, ore 13.15) Paolo di Tarso, ebreo convertito, il più instancabile annunciatore del Vangelo di Cristo. Mercoledì (Rai3, ore 13.15) si parlerà delle persecuzioni di Diocleziano contro i cristiani. Mentre giovedì (Rai3, ore 13.15) il tema saranno gli ultimi giorni di Gesù: quali sono le fonti più significative, in ambito non cristiano, che testimoniano la figura storica di Gesù? Venerdì (Rai3, ore 13.15) la storia e le vicende del Santo Sepolcro fatto costruire da Costantino. E proprio Costantino e la Chiesa sarà la puntata conclusiva di sabato su Rai Storia alle 20.30.

 

UN SOGNO PER TUTTI: compiere vent’anni nel tempo del COVID-19

La Cooperativa sociale UN SOGNO PER TUTTI di Via Val della Torre di Torino compie 20 anni, anche al tempo dell’emergenza sanitaria. Si riporta di seguito il Comunicato Stampa a cura del Presidente Andrea Torra.

E’ il 30 marzo 2000 quando tre educatori scelgono di dare vita ad una nuova realtà educativa, scelgono di chiamarla UN SOGNO PER TUTTI, dai sogni di don Bosco a quelli di tutti i ragazzi più fragili.

E’ il 30 marzo 2000 quando non si può neanche immaginare di essere in più di 30 il 30 marzo del 2020.

E’ il 30 marzo 2000 quando non si può immaginare di essere in una situazione di pandemia come siamo il 30 marzo del 2020.

E’ il 30 marzo del 2000 quando si vive di incertezze, poi tutte superate grazie agli sforzi profusi da chi nel tempo è arrivato e si è fermato con noi, dopo 20 anni vorremmo forse tornare a quel tipo di incertezze, ma siamo qui a riconfermare il nostro impegno a favore sì dei ragazzi più fragili, ma anche delle loro famiglie, di chi vive ai margini, di chi potenzialmente può trasformarsi in escluso sia esso anziano o disabile.

Oggi i nostri servizi dopo un mese di convivenza con il COVID sono stati rimodulati ma continuano i loro cammini.

Cammina il Centro Diurno Minori con l’attività online che va ad intercettare i minori inseriti, offrendoci uno spaccato della loro vita domestica, che spesso ci sfugge.

Camminano i servizi scolastici educativi, con educatori inseriti nelle piattaforme didattiche delle scuole, che organizzano recuperi scolastici e doposcuola online, mettendo a disposizione le loro competenze relazionali e supportando cosi docenti e minori.

Camminano i Progetti Preventivi Mirati che continuano ad incrociare le famiglie con cui lavoriamo cercando momenti di rassicurazione e di ascolto e di supporto.

Camminano il progetto di Housing del Condominio Solidale che non ha mai smesso di accompagnare nelle difficoltà anziani residenti e ospiti temporanei nella quotidianità, inventandosi strumenti nuovi.

Corre il progetto di sviluppo comunitario CiVediamo a favore degli anziani che continua una incessante opera di monitoraggio della salute degli anziani e una continua informazione.

Vuole camminare lontano il Progetto nazionale WILL che attraverso asset building, accompagnamento educativo, formazione, orientamento e community engagement non ha interrotto la propria attività e ha colto questo momento di parziale pausa per esser pronto a ripartire a pieno ritmo.

Fanno piccoli passi alcuni laboratori extrascolastici grazie alla fantasia dei conduttori che hanno trovato ogni possibile forma online per stare vicini ai ragazzi.

Traguarda lontano la direzione di cooperativa che non smette di progettare, di raccogliere gli stimoli, di trasformarli in piccole azioni concrete, dai fondi per l’emergenza del bando #andràtuttobene, alla pianificazione delle coabitazioni giovanili solidali, all’attività di animazione estiva; si preoccupa di come trasformare l’assistenza specialistica nelle scuole, di programmare le azioni FAMI per tempi che verranno; si batte per garantire quanto dovuto ai propri utenti., ai propri soci, ai propri lavoratori.

Un sogno per tutti, risponde così, alle tante telefonate, richieste di call, di interviste, ai questionari e alle preoccupazioni di chi ci chiede cosa stiamo facendo: Un Sogno per Tutti continua a sognare.

Torino 31.03.2020

il Presidente

Andrea Torra

COVID-19, il messaggio del Rettor Maggiore

Il messaggio del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, per il tempo di emergenza sanitaria che sta vivendo il mondo: “Don Bosco continua ad accompagnarci e la nostra Madre Ausiliatrice ci porta nelle sue braccia. Preghiamo gli uni per gli altri”