“Quali Salesiani per i giovani di oggi?”. Don Marcoccio illustra e spiega il percorso formativo

Sul sito di ANS – Agenzia d’informazione salesiana, in data 27 novembre è stata pubblicata un intervista al Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC), don Francesco Marcoccio in merito al percorso di incontri Online organizzato dal CISI – Settore formazione e dal Centro Studi ‘Opera Tabernacoli Viventi’. Di seguito il testo integrale dell’intervista:

Per approfondire i contenuti del Capitolo Generale 28° (CG28), la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione e il Centro Studi “Opera Tabernacoli Viventi” hanno organizzato un percorso di incontri online. Ad illustrarcelo nei dettagli oggi è don Francesco Marcoccio, Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC).

Com’è nata l’idea di questo percorso e quali sono i risultati attesi?

Leggendo con attenzione, e quasi in sinossi, la lettera di Papa Francesco, i punti programmatici del Rettor Maggiore per il sessennio e i tre nuclei del CG 28 è risuonata un’interessante convergenza sulla parola “presenza”.

Papa Francesco nella lettera al CG28 ha richiamato il carisma della presenza per mostrare che l’educatore pone la sua fiducia nell’azione del Signore. La presenza del salesiano, in particolare si riferisce al coadiutore, è gratuita e gioiosa in mezzo ai giovani. Inoltre, come quella di mamma Margherita e delle donne dei nostri ambienti, è una presenza reale, effettiva ed affettiva, che si declina come ospitalità e come casa.

Il Rettor Maggiore nel discorso finale e nelle linee programmatiche per il sessennio pone l’apice delle sfide nella profondità carismatica, il cui fondamento è la relazione con Gesù Cristo, e nel vivere il “sacramento salesiano” della presenza.

Il CG28 al n° 37 ha indicato nella sinodalità missionaria la via per la conversione del cuore e della mente, la direzione della Pastorale Giovanile e la modalità per realizzare negli uomini e nelle donne di comunione la costruzione dello spirito di famiglia e la condivisione della missione. Al n° 3 ha inoltre indicato nel campo dell’affettività, con tutte le questioni legate al genere e all’identità sessuale, una sfida alla nostra visione antropologica. Ecco indicati alcuni modi per essere “presenti” a fianco e in mezzo ai giovani.

Dalla lettura di tali stimoli è nata l’idea di un percorso di incontri principalmente rivolto ai salesiani, ma che da subito è stato condiviso con i laici e gli altri membri della Famiglia Salesiana. Il Centro Studi dei Tabernacoli Viventi e la CISI – Settore Formazione hanno condiviso l’obiettivo che mira ad evidenziare l’identità carismatica del salesiano nel vivere la grazia di unità e la sua interiorità apostolica come due facce della stessa medaglia: la profonda unione con Dio e la passione apostolica verso i giovani. L’obiettivo è quello di approfondire la nostra identità carismatica riscoprendo la centralità della relazione personale con il Signore Gesù.

Come mai, tra le 8 priorità indicate nella Lettera Programmatica del Rettor Maggiore, il corso si concentra proprio sulla priorità del “sacramento salesiano” della presenza?

Tra le espressioni più “ad effetto” usate dal Rettor Maggiore c’è proprio quella riguardante il “sacramento salesiano” della presenza. Per qualche teologo sarebbe sicuramente un’espressione ambigua o comunque da precisare, tuttavia il Rettor Maggiore credo che abbia voluto segnalare che l’essere “segno e portatori dell’amore di Dio ai giovani” è l’identità profonda del salesiano. Il vivere non solo per i giovani, ma con i giovani, in mezzo a loro, “portando” la presenza di un Altro, che è il Signore Gesù buon pastore, attraverso la persona stessa del salesiano, rappresenta il dono più prezioso per i giovani. La Congregazione nasce per ispirazione divina proprio per questo motivo.

Sono previste altre iniziative per approfondire le altre priorità del sessennio?

Sicuramente ci sono anche altre priorità indicate dal RM: i giovani più poveri, la missione condivisa con i laici, la generosità missionaria, la sfida di un futuro sostenibile. Anche il CG28 ne ha indicate altre: l’educazione affettiva, la presenza nel mondo digitale, la prevenzione degli abusi. Papa Francesco ci ha ricordato, inoltre, che la formazione avviene nella missione e non solo per la missione. Sarebbe davvero bello, se ogni anno, si riuscisse a mettere a fuoco una priorità e svilupparla come una parte a beneficio del tutto, un po’ come le beatitudini: se uno riesce a viverne bene una, anche tutte le altre si amplificano e crescono.

La metodologia è stata suggerita dalla situazione della pandemia o si ritiene utile e valida in sé, da mantenere anche in futuro?

La metodologia dell’intervista in diretta Facebook e delle domande in chat attraverso una piattaforma è stata suggerita dall’attuale pandemia, ma è anche la modalità che riesce a coinvolgere il maggior numero di comunità salesiane e persone che vivono a notevole distanza. Credo che sia la prima volta che una serie di incontri formativi si rivolga a tutte le case salesiane d’Italia e Medio Oriente. Si potrebbe mantenere anche per il futuro, ormai le dirette streaming hanno lanciato una nuova modalità di formazione.

In che modo è coinvolto il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” e in cosa consiste la sua “mission”?

Il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” ispirato alla vita della serva di Dio e cooperatrice salesiana Vera Grita, della quale è stata introdotta a Dicembre 2019 la causa di beatificazione, e al suo direttore spirituale salesiano don Gabriello Zucconi, si pone l’obiettivo di approfondire dal punto di vista teologico i contenuti dei quaderni scritti da Vera tra il 1967 e il 1969, di coglierne la portata dal punto di vista spirituale e salesiano, di diffondere nella Congregazione e nella Chiesa il messaggio eucaristico e mariano contenuto nei quaderni.

Finora il centro studi ha pubblicato due testi: “Portami con te” (2017), il Diario spirituale di Vera Grita e “Vera Grita, una mistica dell’Eucaristia” (2019) contenente la corrispondenza epistolare di Vera Grita con tre salesiani che l’hanno accompagnata spiritualmente: don Zucconi, don Bochi e don Borra.

In questa missione, auspicata dal Rettor Maggiore, di far conoscere l’Opera dei Tabernacoli viventi alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, s’inserisce l’idea di proporre degli incontri di formazione sul CG28, sottolineando il sacramento salesiano della presenza e mettendolo in stretta relazione con la presenza eucaristica che siamo chiamati a portare tra i giovani nel nostro essere segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

La CISI formazione ha fatto propria la proposta e l’ha indirizzata a tutti i salesiani d’Italia e Medio Oriente.

 

Seminario sul “Direttorio per la catechesi” all’Università Pontificia Salesiana

L’Istituto di Teologia Pastorale e l’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana organizzano un Seminario di studio dal titolo: Direttorio per la catechesi: l’antico e il nuovo. Approfondimenti a partire dal numero monografico di Salesianum.

 Durante l’incontro si approfondiranno due aspetti rilevanti: il significato che il Direttorio assume per la riflessione catechetica e la pratica pastorale e il rapporto tra il documento e il recente Sinodo sui giovani. Sullo sfondo si colloca l’ultimo numero monografico della rivista Salesianum dedicato all’approfondimento da diversi punti di vista delle principali indicazioni presenti nel Direttorio.

Intervengono:

Ubaldo Montisci, introduzione al Seminario

Giuseppe Ruta: Il “Direttorio per la catechesi” nel contesto del cammino catechistico post-conciliare

Salvatore Currò: Pastorale e catechesi dei giovani tra Sinodo e “Direttorio”

Marcello Scarpa, conclusioni

Per partecipare: https://us02web.zoom.us/j/86829323012?pwd=YjhGZ1pBU3RaZy9RWFF2dlpndkJ1QT09

Meeting ID: 868 2932 3012

Passcode: 930920

Cagliero 11 dicembre 2020 e un ricordo per don Italo Spagnolo

Alle porte dell’Avvento, portando nel cuore la tristezza per la scomparsa, a così breve distanza, di due “grandi Padri” dell’Africa salesiana: don Italo Spagnolo e don Vincenzo Marrone. Partiti insieme quasi 40 anni fa, sono nuovamente partiti insieme anche per l’ultima Casa, quella eterna!

Un ricordo di don Italo scritto da don Theo a nome dei confratelli AFW:

Caro don Italo, sei stato un fedelissimo figlio di Don Bosco con un cuore ardente per i giovani soprattutto i più poveri.
Tu hai vissuto fino alla fine il DA MIHI ANIMAS CETERA TOLLE, da quel giorno in cui hai detto il tuo primo sì fino all’ultimo sì, alla morte, un sì alla vita eterna.
Hai trasmesso la spiritualità salesiana con gioia ed entusiasmo. Per te tutto era davvero meraviglioso. Vedevi tutto con gli occhi di Dio. Sia nella gioia che nel dolore, tutto era “wonderful”! Proprio questo ci hai trasmesso con la tua vita, vissuta buona parte con i poveri di Ondo, Sunyani, Akure ed Ijebu-Ode. Attorno a queste città andavi anche nelle periferie più lontane, perché c’erano dei giovani a cui sentivi il bisogno di portare l’amore di Dio, facendo carne le parole di don Bosco: Anime! Anime!
Sei stato un grande costruttore di edifici che servano ai giovani, ma soprattutto sei stato un costruttore delle anime.
Sei stato una finestre tramite la quale entra la luce di Dio raggiunge tutti i giovani.

Ecco il messaggio di don Italo del 20 novembre, a un confratello Nigeriano che gli aveva scritto. Gli risponde: “Grazie del messaggio. Ti spero sempre impegnato e gioioso. Credo che il coronavirus abbia modificato un po’ i tuoi progetti, ma “nulla ti turbi”. Sempre disponibili alla volontà di Dio, come Don Bosco. Ti abbraccio con fraterno affetto. CIAO”

Queste parole riassumono la spiritualità di questo fedelissimo figlio di Dio e figlio di don Bosco Carissimo: come i servi fedeli del Vangelo, senti anche tu adesso le parole di Dio che ti dice “Bene servo buono e fedele; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. ( Mt 25,23).
Don Bosco e tutti i salesiani nel cielo ti accolgano con le loro braccia spalancate! Ti diciamo soltanto grazie!

Di seguito l’intervista “Un caffè con Don Italo“.

 

Si riporta Cagliero 11 e l’intenzione missionaria salesiana del mese di Dicembre 2020.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

CAGLIERO 11 – N°144, DICEMBRE 2020

IL NOSTRO MESSAGGIO È CRISTO!
Don Alfred Maravilla SDB, Consigliere Generale per le Missioni

La festa di Natale ci porta nel cuore della nostra fede cristiana. Tuttavia, quando si elimina ogni riferimento alla nascita di Cristo, non è più Natale. Infatti, non c’è Natale senza Gesù Cristo! Siamo spesso invitati ad aprire una presenza salesiana in molti luoghi perché apprezzano la nostra pastorale per i giovani poveri e abbandonati, la formazione tecnica nei nostri centri o il nostro lavoro sociale a favore dei rifugiati, dei giovani emarginati e degli sfollati. Questa è una grande benedizione. Ma potrebbe anche diventare un rischio. Noi salesiani potremmo rischiare di concentrarci così tanto sul nostro lavoro per la promozione umana e lo sviluppo dei poveri e degli emarginati che potremmo finire meno come evangelizzatori e più come operatori sociali o fornitori di servizi sociali. Se questo accade, presto il desiderio di fare del bene si affievolirà e la gioia di evangelizzare non si sentirà più. Non c’è missione senza Cristo! Infatti, “Non c’è vera evangelizzazione se il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati”! (S. Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 22).

Certamente, “Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo: annunziare Cristo a tutti i popoli” (Redemptoris Missio, 3). Ma ci sono situazioni o contesti in cui non possiamo nemmeno menzionare il nome di Gesù né esibire simboli cristiani. In questi casi, anche se non è prudente parlare di Gesù, non dobbiamo mai perdere quel desiderio interiore e quell’intenzione intima di fare ciò che facciamo per testimoniare Gesù. La sfida è vivere in modo tale che la nostra testimonianza di vita diventi un mezzo per suscitare l’interesse a scoprire la persona di Gesù. Infatti, “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.” (Benedetto XVI, Deus Caritas Est, 1). Vivere oggi lo spirito missionario di Don Bosco significa rinnovare ogni giorno il nostro incontro personale con Gesù Cristo non per predicare noi stessi ma per essere credibili portatori del Messaggio che portiamo: nostro Signore Gesù Cristo!

Domande per la Riflessione e la Condivisione

  • Mi prendo cura di nutrire la mia fede in Gesù?
  • È credibile la mia testimonianza di vita come cristiano o come persona consacrata?

Testimonianza di santità missionaria salesiana

Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi Attilio Giordani (1913-1972), Salesiano cooperatore e missionario in Brasile visse da cristiano le diverse stagioni della sua vita: durante il Fascismo cerca la libertà nell’oratorio, nell’Azione Cattolica; in tempo di guerra e dopoguerra, quando per la politica e per i partiti si vive in un clima di contrapposizione e di conflitti, inventa la crociata della bontà; in tempo di contestazione, quando i giovani si appropriano del terreno che i vecchi lasciano vuoto d’ideali, egli appoggia l’Operazione Mato Grosso che i suoi figli gli hanno portato in casa. E tutto questo lo condivide con Noemi, la sua fidanzata e poi sposa, che si lascia coinvolgere fino alla fine dall’entusiasmo travolgente del suo Attilio: “Cara Noe, il Signore ci aiuti a non essere dei buoni alla buona, a vivere nel mondo senza essere del mondo, ad andare contro corrente”.

“Appello per i giovanissimi delle periferie”: la risposta del ministro Boccia

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomia, l’on. Francesco Boccia, ha inviato una lettera di risposta all’Appello per i giovanissimi delle periferie, con la quale un gruppo di associazioni chiedeva maggiore attenzione ai giovani che vivono nelle periferie delle grandi città, spesso impossibilitati a seguire la didattica  a distanza. Ringraziamo il ministro per l’attenzione data a una questione che ci invita alla riflessione e all’azione.

Gentilissimi,

il pericolo di un possibile aumento della dispersione scolastica e della marginalizzazione di molti dei nostri ragazzi, è tra i principali punti critici collaterali alla pandemia su cui c’è il continuo confronto tra Stato e Regioni, in un clima di leale collaborazione.

Il nostro obiettivo, d’intesa con gli amministratori locali, è il ripristino della didattica in presenza al più presto; un obiettivo tale da garantire sua il contenimento della dispersione scolastica, sia la necessaria socialità dei ragazzi.

Stiamo intervenendo sulle maggiori criticità emerse sui territori connesse alla riapertura degli istituti: differenziazione dell’orario di ingresso, incremento del messi di trasporto e uniformità di indicazioni per l’attività di tracciamento e isolamento.

Il principale impegno rimane quello di mettere in sicurezza tutto il Paese, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista sociale ed economico. Per questo anche la riapertura delle scuole è subordinata all’andamento dei contagi nel Paese costantemente monitorati dall’Istituto Superiore della Sanità.

Mi permetto di ricordare che, pur rappresentando una soluzione assolutamente temporanea e non ancora strutturata, la didattica a distanza è comunque supportata anche da numerosi incentivi messi in campo dal governo.

Grato per la vostra attenzione e il vostro impegno civico, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.

On. Prof. Francesco Boccia

Reportage del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa a Torino

Nell’edizione di Domenica 29 novembre di La Voce e il Tempo troviamo pubblicato un ampio reportage sulle giornate dedicate alla decima edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa. Ne scrive Marina Lomunno in un articolo dal titolo ‘Educazione e impresa: un’alleanza per il futuro‘. Si ringrazia la giornalista per la pubblicazione. Di seguito il testo integrale della notizia.

***

Articolo scritto da Marina Lomunno

«Prendi lezioni dal passato ma vivi nel tuo tempo. Ascolta e comprendi le voci della tua terra, della tua gente, dei poveri… Solo così imparerai a leggere i segni dei tempi e di Dio». La pensava così san Leonardo Murialdo, uno dei santi sociali torinesi che fecero della Torino dell’Ottocento capitale della formazione professionale per dare un’opportunità di riscatto e di futuro alle migliaia di ragazzi «discoli e pericolanti», quelli che don Bosco per primo accolse a Valdocco per dar loro una famiglia e un mestiere.

E proprio il Collegio Artigianelli di corso Palestro a Torino, che il Murialdo diresse per trent’anni, tormentato dai debiti per accogliere i giovani più poveri orfani e abbandonati e offrirgli un’opportunità di futuro, è stato scelto come luogo simbolo della santità sociale torinese per inaugurare il X Festival della Dottrina sociale della Chiesa, sul tema «Memoria del futuro» che si sta svolgendo dal 23 al 29 novembre per la prima volta in 24 città italiane da nord a sud della Penisola, da Aosta a Mazara del Vallo.

Il tema del Festival viene declinato nelle realtà locali a seconda delle urgenze del territorio: «Per Torino», spiega padre Danilo Magni, Giuseppino del Murialdo referente della diocesi subalpina per il Festival, «è stato scelto il tema ‘Comunità educanti e imprenditive: le radici torinesi della Dottrina sociale della Chiesa per alimentare il futuro’ proprio perché la memoria dei nostri santi sociali, come scriveva il Murialdo, mette al centro le persone, che insieme desiderano sporcarsi le mani per una formazione delle nuove generazioni adeguata alle sfide contemporanee e per una presenza delle imprese capaci di sviluppare nuove opportunità di lavoro, unitamente alla sostenibilità economica ed ambientale».

E nella mattinata di lunedì 23 novembre, in contemporanea con altri luoghi simbolo delle 24 città italiane dove si sta svolgendo il Festival, è stato piantato un albero di melograno, scelto come simbolo della Dottrina sociale della Chiesa. «Piantarlo in un luogo così simbolico per la storia della nostra città di Torino, qual è il Collegio Artigianelli, ci rende felici, ma anche più consapevoli della responsabilità che abbiamo per il tempo presente», prosegue padre Magni. «Gli Artigianelli per tanti ragazzi poveri hanno voluto dire: casa, affetto, formazione, avviamento al lavoro… Vangelo spezzato. Siamo eredi del Murialdo e tutti i santi sociali torinesi. Questo melograno potrebbe essere piantato in altre decine di luoghi significativi della nostra città. È quello che ci auguriamo avvenga nei prossimi anni».

Alla cerimonia (nella foto), presieduta dall’Arcivescovo Nosiglia hanno partecipato in rappresentanza della città, il vicesindaco Sonia Schellino, Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino in rappresentanza delle imprese, del commercio e del lavoro, Elena Cappai, dell’Ufficio scolastico regionale per il mondo educativo e formativo, Gaetano Quadrelli per Ufficio diocesano della Pastorale sociale e del lavoro che coordina i lavori del Festival a Torino. «L’albero è segno di vita e di pace», ha detto Nosiglia benedicendo la pianta. «Siamo vicini a Natale e tra i simboli della festa c’è l’albero addobbato di luci colorate per inneggiare alla nascita del Figlio di Dio luce del mondo. Così noi oggi vogliamo benedire questo alberello di melograno dalle forti radici che richiama la fecondità e abbondanza della generazione e lo facciamo proprio perché stiamo attraversando un momento difficile e tragico per la vita di tante persone a causa del coronavirus. La benedizione che di questo albero possa significare un’iniezione di speranza nel futuro confortata dal Signore che non cessa di donarci i frutti della terra per nutrirci e sostenerci nel nostro cammino ogni giorno. Le radici di questo melograno possano dar frutti soprattutto per le nuove generazioni».

Martedì 24 novembre è iniziata la giornata torinese con un collegamento streaming introdotto da un video messaggio dell’Arcivescovo che, richiamando la Carta dei Valori di Torino – che viene sottoscritta giovedì 26 novembre dalle aggregazioni laicali della diocesi e da tutti gli attori che sono coinvolti nella rete della rinascita della città e che verrà inviata a Verona al Festival nazionale – ha sottolineato come «cooperare, dialogare, confrontarsi e prendere decisioni insieme è un valore aggiunto sia sul piano metodologico che dei contenuti. Vi invito pertanto a prendere spunto da questa occasione per continuare, dopo il Festival, a proseguire nel lavorare insieme. Il tentativo di impastarsi con la realtà è nel pieno spirito del pensiero sociale della Chiesa: camminare insieme verso il bene comune. Torino è stata ed è una realtà viva e attenta nel coniugare sapientemente la dimensione sociale con quella economica. La storia della nostra città è fatta di grandi alleanze su questo campo, con il prezioso e decisivo contributo della realtà cristiana, la quale ha saputo mettersi in gioco in modo decisivo sulle problematiche sociali più urgenti ed importanti».

Sono seguite le presentazioni, a cura della Fondazione Operti, di alcune testimonianze della formazione professionale torinese – il Cnos dei Salesiani, l’Engim dei Giuseppini del Murialdo e La Casa di Carità Arti e Mestieri – che, sulla Memoria dei santi sociali, danno ancora oggi futuro a tanti giovani. «Il Festival», ha evidenziato Alessandro Svaluto Ferro direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro diocesano che ha introdotto il collegamento da Torino, «rappresenta un’ulteriore occasione per il nostro territorio diocesano. Con molte associazioni, realtà della formazione, realtà sociali abbiamo deciso di riflettere attorno a due parole chiave: educazione e impresa, elementi che hanno segnato la storicità della nostra città e che possono ancora essere veicoli di sviluppo sociale. La chiave educativa sappiamo essere l’energia principale con cui un Paese si struttura: e oggi, con l’emergenza sanitaria ancora in corso, si profila anche un collasso educativo per le giovani generazioni. Serve ripartire proprio dai giovani e dalle capacità che gli ambienti educativo possono generare. Educare significa infatti trarre fuori le migliori risorse che abbiamo per la promozione della persona».

Molto apprezzato l’intervento del teologo padre Salvatore Currò, giuseppino del Murialdo, direttore dell’Istituto di Teologia pastorale dell’Università pontificia salesiana di Roma che, richiamandosi al magistero di Papa Francesco, ha invitato a riflettere su come «l’educazione richieda uno stile di alleanze e di lavoro in rete, un patto di alleanza tra generazioni: non bisogna mai scavalcare il ‘con’, riconoscendo il protagonismo dei giovani, aprendo loro spazi, riconoscerli più ancora che accompagnarli, includendo i poveri come soggetti perché nessuno si salva da solo e anche in un’azienda il senso di appartenenza e di corresponsabilità è fondamentale». Secondo padre Currò economia e dono non sono in antitesi. «In un’impresa lo stile delle relazioni, il benessere delle persone, le competenze professionali, la produzione dell’azienda possono contribuire al bene comune se si mette al centro la persona». Infine la riflessione sul tempo che stiamo vivendo: «La pandemia mette a nudo la crisi della nostra cultura, la verità della nostra esistenza, siamo legati corporalmente (il virus lo ha messo ben in evidenza), nel bene e nel male e siamo corresponsabili: non ci si salva da soli, ‘siamo tutti sulla stessa barca’ e abitiamo la stessa casa comune nella memoria e nel futuro».

La novità di questo Festival della Dottrina sociale che si svolge nella sezione nazionale a Verona, dove è nato, è una celebrazione che sta vivendo le limitazioni dettate dal decreto sulla pandemia, ma che non ha penalizzato la partecipazione: sono migliaia di adesioni quasi a complemento del grande convegno «Economy of Francesco» che sta risuonando fortemente al Festival. Tutti i lavori si possono seguire in streaming sul sito www.dottrina sociale.it/festival e la Messa conclusiva domenica 29, su Telepace. L’apertura del Festival nazionale si tiene giovedì 26, alle 21, con il videomessaggio di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

“Appello per i giovanissimi delle periferie” le associazioni che operano con i giovani scrivono al governo

Pubblichiamo l’appello per i giovanissimi delle periferie, sottoscritto da molte associazioni che lavorano nelle grandi città con i più giovani – tra cui molti direttori delle case salesiane in Italia – rivolto al governo per richiedere la tutela di quei ragazzi che non possono ricorrere alla DAD per indigenza.

***

Gentilissimi
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina
Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia 

Apprezziamo le scelte operate con responsabilità dal Governo per contrastare la pandemia,  consapevoli delle numerose difficoltà. 

Avvertiamo l’urgenza e il dovere morale di segnalare il gravissimo problema delle ragazze e dei  ragazzi delle periferie del Paese riversati per strada, senza possibilità di ricorrere alla DAD, per motivi  di indigenza. Da Catania a Napoli, da Bari a Milano, da Torino a Roma, la pandemia con le sue  ricadute, sta colpendo in modo grave le periferie delle nostre città, già provate da povertà, disagio e  mafie. È un’emergenza alla quale non si può rimanere indifferenti. 

Stiamo parlando dei giovanissimi, minori di 16 anni, con 40 mq di casa – quando c’è – in obbligo  formativo, in condizioni familiari di forte disagio sociale che hanno resistito al lockdown di marzo e  che in questa seconda ondata di contagi, non potendo frequentare le scuole, né i centri di  aggregazione, né i Centri di Formazione Professionale, sono finiti per strada in balia dei clan, più  fragili e disperati di prima, senza punti di riferimento alternativi. 

I clan reclutano con violenza e forza economica manovalanza proprio tra i soggetti più fragili  garantendo giovani leve nelle proprie file. Il momento attuale è il più fertile per la criminalità: la  strada. Questi giovanissimi nella quotidianità sono invece impegnati in programmi educativi di  salvataggio che li tengono ancorati alla legalità e ora si sentono traditi perché non vedono alternative. 

Ora si rischia di distruggere ciò che è stato costruito e di farli sentire ‘abbandonati’ o ‘ingannati’. I ritardi nella consegna dei dispositivi per la DAD, l’assenza della connessione, e nei casi come nella  Formazione Professionale, il vuoto o il gravissimo ritardo di misure atte a garantire il diritto  all’istruzione costituzionalmente tutelato per i minori in obbligo formativo, tracciano un quadro buio  nelle nostre periferie.  

Abbiamo la certezza che se non interveniamo ora con misure adeguate e immediate, consegneremo  la prossima generazione nelle mani della criminalità. Subiremo un’ondata ancora più devastante di  giovani criminali se non riusciremo a prevenire l’aggravamento della povertà educativa. Dove c’è il  degrado e l’assenza dei presidi scolastici e formativi, la criminalità non può che ingrassare. 

Uno Stato previdente e democratico come il nostro ha il dovere di tutelare specialmente i soggetti più  fragili e meno abbienti come ci indica la nostra amata Costituzione. 

Chiediamo misure urgenti e immediate come la dote tecnologica per i minori in obbligo formativo e  la possibilità per i minori fragili della didattica in presenza ed eccezioni di aggregazione per i casi più  disagiati.  

Chiediamo l’attenzione del Governo e misure concrete di contrasto alla povertà educativa nelle  periferie con interventi infrastrutturali di riqualificazione urbana, sociale e formativa che restituiscono  dignità e futuro alle giovani generazioni. I nostri ragazzi più fragili si aspettano alternative concrete  e non parole. Interveniamo subito prima che sia troppo tardi, facciamo sentire ai giovanissimi nel disagio l’abbraccio e il sostegno dello Stato, con cordialità e stima, 

25 novembre 2020, seguono le adesioni: 

Don Luigi Ciotti, Presidente e Fondatore di Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie,  nonché del Gruppo Abele, mail: presidenza@libera.it 

Don Roberto Dal Molin, Presidente Nazionale APS Salesiani per il sociale, mail:  info@salesianiperilsociale.it 

Don Gino Rigoldi, Cappellano IPM Beccaria, Milano, mail: presidente@fondazionedonginorigoldi.it

Don Armando Zappolini, Consigliere Nazionale CNCA, mail: armando@zappolini.it 

Don Francesco Preite, Direttore dell’Istituto Salesiano Redentore di Bari, mail:  bari@donboscoalsud.it 

Cesare Moreno, Fondatore dei Maestri di Strada, Napoli, mail: info@maestridistrada.it 

Don Claudio Burgio, Comunità Kayros di Milano, “non esistono ragazzi cattivi”, mail:  associazione@kayros.it 

Maria Grazia Mazzola, inviata speciale TG1, mail: mazzolamariagrazia8@gmail.com 

Prof.ssa Maria Luisa Iavarone, ordinario Università di Napoli Parthenope, Presidente  dell’Associazione ARTUR, mail: iavarone@uniparthenope.it 

Unione Donne in Italia, mail: udinazionale@gmail.com 

Dania Mondini, giornalista e conduttrice del TG1, mail: dania.mond1963@gmail.com

Avv. Michele Laforgia, Presidente ‘La giusta causa’, movimento culturale Bari, Presidente, avvocato,  mail: email@lagiustacausa.it 

Don Gennaro Pagano, Cappellano dell’I.P.M. di Nisida e Direttore della Fondazione Centro  Educativo Regina Pacis di Napoli, mail: direttore@centroreginapacis.it 

Dott.ssa Fausta Sabatano, Docente e Pedagogista Fondazione Centro Educativo Regina Pacis, Napoli,  mail: fau.sabatano@gmail.com 

Marina Cocozza, giornalista Rai, mail: maricocozza@hotmail.it 

Terry Marinuzzi, Portavoce del Coordinamento ‘La scuola che vogliamo’, scuole diffuse in Puglia,  filosofa ed operatrice, mail: terrymarinuzzi@yahoo.it 

Ludovica Carli, Presidente Forum delle famiglie, Puglia, mail: segreteria@forumfamigliepuglia.org Alessandro Gaeta, giornalista Rai, mail: alegae@gmail.com 

Suor Isa Lops, Direttrice Figlie di Maria Ausiliatrice di Bari ‘San Girolamo’, mail: isa.lops@libero.it

Francesca Altieri, giornalista Rai, mail: knalti@tin.it 

prof.ssa Alfia Milazzo, Fondazione ‘La città invisibile’, Catania, mail: fondazione.lci@gmail.com

Nicoletta Dentico, giornalista, mail: nicolettadentico@libero.it 

Laura del Pezzo, Presidente Comitato “FA.RE. Onlus”, Campania, mail: fare.comitato@gmail.com 

Fortuna Longobardi, Presidente Associazione “Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli” mail:  fortunalongobardi@icloud.com 

Paola Sodo Zummo, ex docente nei licei e poi all’Istituto Universitario Orientale / Lingua e linguistica  francese, mail: paolasodo49@gmail.com 

dott.ssa Valentina Ercolino Presidente Sezione CONFAPI, Scuole Paritarie della Campania, mail:  valentina.ercolino@gmail.com

Luigi Iavarone, ingegnere, Napoli, mail: luigi.iavarone@libero.it 

Francesco Carrasco, Presidente A.S.D. Arcieri Club Napoli, mail: arcieri.clubnapoli@libero.it 

Dott. Antonello Pisanti Pediatra, Presidente dell’associazione Miradois onlus di Napoli, mail:  antonello.pisanti@gmail.com 

Associazione Antimafia e Legalità, Belpasso (CT), mail: antimafiaelegalita@gmail.com

don Stefano Mondin, Presidente AGS per il Territorio APS, Torino, mail: stefano.mondin@31gennaio.net

don Daniele Merlini, Borgo Ragazzi Don Bosco, Roma, mail: direttore@borgodonbosco.it 

Antonio Luigi Bonasera, Opere Sociali Salesiane, Riesi (CL), mail:  operesocialisalesiane@gmail.com 

Yuna Kashi Zadeh, La melagrana, Scandicci (Firenze), mail: info@lamelagranaaps.org

Sergio Pellini, Casa don Bosco, Genova, mail: genovaspdarena-direttoresdb@donbosco.it

Vittorio Pisu, Istituto Salesiano San Luigi, Ancona, mail: ancona-direttoresdb@donbosco.it

Carmela Desantis, Associazione Anche noi per una cittadinanza attiva, Bari, mail: 1954@gmail.com 

Antonio Carbone, APS Piccoli Passi Grandi Sogni onlus, Torre Annunziata (NA), mail:  apspiccolipassi@donboscoalsud.it 

Maria Pia Vigilante, Avvocata, Presidente dell’Associazione contro la violenza sulle donne “Giraffa  onlus”, Bari, mail: marypiavigilante@gmail.com 

Mirella Giannini, Sociologa e Docente Universitaria, Presidente Associazione “Stati Generali delle  Donne”, Bari, mail: mirellagiannini48@gmail.com 

Iulia Pantus, Mediatrice culturale, Presidente Associazione Italo-rumena “Concordia populorum”,  Bari, mail: pantusiulia@gmail.com

Annamaria Ferretti, Giornalista, Presidente ETS “Casa delle donne del Mediterraneo”, Bari, mail:  etscasadelledonnedelmediterraneo@gmail.com 

Corrado Caruso, Presidente Associazione Italiana Persone Down – sezione di Bari, mail:  aipdbari@libero.it 

Clorinda del Vecchio, Presidente Associazione AGEDO – sezione di Bari, mail:  agedopugliabari@gmail.com 

Angelo Cirone, Presidente Associazione italo-georgiana, Bari, mail: presidenza@assogeorgia.it 

Annamaria Leone, Docente, Presidente Associazione ACTO, Bari, mail:  annamarialeone.ba@gmail.com 

Maurizio Gatto, Operatore Sociale, Presidente Associazione “Cat surf”, Bari, mail:  catsurf2@gmail.com 

Felicia Positò, Gruppo Educhiamoci alla Pace odv, Bari, mail: felicia.posito@tiscali.it 

Don Angelo Cassano Parroco e Legale Rappresentante Parrocchia San Sabino – Bari, mail: info@parrocchiasansabino.it 

Don Angelo Cassano Presidente Associazione Giuseppe Moscati Onlus – Bari, mail: info@associazionemoscationlus.it 

Don Angelo Cassano Presidente di Libera Bari – Presidio “Luigi Fanelli”, mail: bari@libera.it

Dario Missaglia, Presidente Nazionale di Proteo Fare Sapere, mail: segreteria@proteofaresapere.it

Maurizio Moscara, Associazione PERIPLO odv, Bari, mail: associazioneperiplo@gmail.com 

Giuseppe Ruppi, Presidente APS Laboratorio don Bosco oggi, Bari, mail: laboratoriodonboscooggi@gmail.com 

Riccardo Cariddi, Presidente CNOS-FAP Puglia, ma”il: direzione.puglia@cnos-fap.it 

Maria Luisa Toto, Presidente Centro Antiviolenza RENATA FONTE, mail:  donneinsieme.rf@libero.it

“La sacramentalità della parola” il nuovo libro di don Bozzolo e padre Pavan

E’ appena uscito, per i tipi della Queriniana, un libro scritto da don Andrea Bozzolo e da padre Marco Pavan, intitolato “La sacramentalità della Parola.

Il titolo riprende un’espressione presente nell’Esortazione apostolica Verbum Domini, che costituisce il frutto di un lungo cammino di ripensamento del rapporto tra Parola e Liturgia. Il volume intende mettere a fuoco il significato dell’espressione attraverso un percorso strutturato in quattro momenti.:

Il primo ricostruisce il percorso che ha condotto il magistero a formulare il tema, seguendo le tappe principali della sua acquisizione.

Il secondo si interroga sulla possibilità di un discorso “biblico” sulla “sacramentalità della Parola” alla luce di alcuni passi scelti dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Il terzo momento esamina criticamente le proposte teoriche più rilevanti che nel corso del Novecento hanno offerto un’elaborazione coerente della sacramentalità della Parola.

La sezione conclusiva è dedicata a una ripresa delle questioni bibliche e teologiche implicate nel tema. Essa mostra che la proclamazione liturgica costituisce la destinazione originaria della Scrittura e il luogo sorgivo della sua ermeneutica ecclesiale, poiché restituisce alla Parola il carattere di evento vivo di Dio che parla al suo popolo. In questo modo la Parola contribuisce in modo determinante all’efficacia del sacramento, perché pone le condizioni perché esso si realizzi come libero dono di grazia e grato gesto di fede, fuori di ogni automatismo o asservimento del rito.

 

Al via l’evento ‘Economy of Francisco’ dal 19 novembre

Si segnala a partire da oggi 19 novembre fino al 21 novembre avrà luogo ‘Economy of Francisco‘. La partecipazione è libera e caldamente consigliata.

Si rendono noti alcuni link utili per seguire l’evento:

Inoltre si segnala che in data odierna partirà ‘EoF Marathon‘, tour virtuale con passaggi a staffetta che visiterà paesi di tutti i continenti. Il primo appuntamento è alle 18:00 in collegamento dal Portogallo.

Di seguito il link per partecipare:

Di seguito i link alle dirette giornaliere:

 

Progetto UsAid: tablet e pc contro le disuguaglianze scolastiche

Pubblichiamo il comunicato stampa di Vis, Salesiani per il Sociale APS e Cnos Fap sulla prima distribuzione di tablet al CFP del Pio XI di Roma, nell’ambito del progetto UsAid.

***

Problemi di connettività (44,7%), di mancanza di strumenti (42%) e limitata capacità di utilizzo del software necessario (25,9%) sono tra le cause che, secondo una recente ricerca, hanno aumentato le disuguaglianze tra gli studenti durante la didattica a distanza.
C’è una categoria di alunni per cui la dad rappresenta una sfida doppia: sono gli oltre 512mila studenti degli istituti di formazione professionale presenti in Italia. Per loro fare dad significa non solo seguire le materie teoriche tramite un pc o tablet a disposizione, ma anche cercare di esercitarsi nelle attività di laboratorio.

Per questo motivo con il supporto degli USA e in partnership con Salesian Missions, il progetto “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” prevede la distribuzione in 16 Regioni italiane di 470 dispositivi tra tablet per studenti vulnerabili, di cui 350 andranno ai centri di formazione professionale.

Tra gli studenti che beneficeranno subito di questa iniziativa, anche le ragazze che studiano al primo anno per diventare estetiste al Centro di formazione professionale salesiano Pio XI di Roma, parte di quegli oltre 35mila giovani che studiano nei centri di formazione professionale in Lazio. Oggi hanno ricevuto un tablet per poter seguire fin da subito le materie teoriche a distanza e per prepararsi a usarlo anche per i laboratori di onicotecnica, trucco e massaggi. Le materie pratiche, infatti, sono al momento le uniche ancora possibili in presenza, ma potrebbero in caso di nuove restrizioni essere svolte in dad, come è avvenuto nella scorsa primavera.

Il progetto “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” finanziato da USAID (agenzia governativa di sviluppo che opera in oltre 100 Paesi del mondo) punta a mitigare le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia e coinvolgerà più di 24.000 destinatari totali tra studenti, insegnanti, famiglie, migranti e rifugiati in 16 Regioni italiane per tutta la durata del progetto, 15 mesi.
Nella seconda fase del progetto, saranno sperimentate in alcune scuole nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali attraverso l’utilizzo della realtà virtuale.
Ad oggi, gli Stati Uniti hanno impegnato 60 milioni di dollari in assistenza all’Italia, attraverso l’esercito statunitense e USAID, per sostenere la risposta italiana alla pandemia e costruire la resilienza per il futuro

.
——————————————————————————————————-

Il progetto è realizzato da:
VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, Ong salesiana che si occupa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale in Italia e in 40 Paesi del mondo e promuove attività di sensibilizzazione, educazione e formazione alla cittadinanza globale.
Salesian Missions, organizzazione non profit statunitense che supporta progetti di aiuto in tutto il mondo a favore di giovani in condizione di povertà, emarginazione e sfruttamento.
CNOS-FAP Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale, ente che coordina 60 centri salesiani d’Italia che promuovono un servizio pubblico nel campo dell’orientamento, della formazione e dell’aggiornamento professionale con lo stile educativo di Don Bosco.
Salesiani per il Sociale Aps, organizzazione non profit costituita nel 1993 dai Salesiani d’Italia come strumento civilistico a sostegno della dimensione pastorale del disagio e della povertà educativa. Opera in tutto il territorio nazionale con case famiglia, comunità di accoglienza, centri diurni e altri servizi, ispirandosi al metodo educativo di Don Bosco.

Missioni Don Bosco nel festival cinematografico ‘Sottodiciotto’

Missioni Don Bosco ispira il tema della Famiglia nell’edizione virtuale della rassegna cinematografica ‘Sottodiciotto‘.

Di seguito il testo per intero della notizia pubblicata su La Stampa il 17 novembre 2020.

***

Articolo di Fabrizio Accatino

Era stato il primo festival a gettare la spugna lo scorso febbraio, due settimane prima del lockdown, ma ora che l’anno si sta concludendo Aiace recupera Sottodiciotto, proponendo un programma interamente online.

Dal 4 all’8 dicembre saranno 54 i titoli in streaming su mymovies.it (di cui circa la metà cortometraggi), oltre a una serie di incontri in diretta Facebook. «Cinema e scuole sono i settori messi maggiormente in difficoltà da questa pandemia. In questi quattro giorni si sosterranno a vicenda e faranno sentire la nostra vicinanza al pubblico», sospira il coordinatore di Aiace, il regista Enrico VerraFinanziata da Città di Torino e Regione Piemonte (con il sostegno delle fondazioni CRT e Intesa Sanpaolo), questa edizione virtuale – diretta da Enrico Bisi – si concentra sulla famiglia, un tema ispirato dalla partnership con i salesiani di Missioni Don Bosco.

Sette titoli nella sezione lungometraggi (tra cui il non proprio “familiare” «Samp» di Flavia Mastrella e Antonio Rezza) e un pugno di gioiellini nella divisione animazione: un omaggio al papà della Linea, Osvaldo Cavandoli (con l’intervento del figlio Sergio), tre episodi dell’ungherese la Famiglia Mezil e gli adattamenti sovietici anni Sessanta di due favole di Gianni Rodari. Completano il programma due documentari su altrettanti grandi nomi della fotografia contemporanea come Elliott Erwitt e Martha Cooper, e gli omaggi ai registi Alexandre Rockwell e Raúl de la Fuente (che interverranno in streaming). La sezione competitiva del festival (che ospita il concorso dei corti realizzati dai ragazzi delle scuole e il concorso OFF) si arricchisce quest’anno della Campus Short Competition, rivolta agli studenti post-diploma e agli universitari. Il miglior prodotto riceverà un premio di 1000 euro. Confermate anche le proiezioni, gli incontri e i laboratori (online) con le scuole, a partire dal 20 novembre. Il programma completo su www.sottodiciotto.it