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San Francesco di Sales ispiratore di cammini di santità – GSFS don Pierluigi Cameroni

Da info ANS – Nel corso delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2022, dedicate all’approfondimento spirituale e pastorale della Strenna del Rettor Maggiore incentrata su San Francesco di Sales, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha offerto un contributo che evidenzia come “il nostro cammino di santità e la promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della nostra Famiglia Salesiana traggono da lui grande ispirazione e forte motivazione”. Infatti, dalla sua persona e dalla sua dottrina emanano un’impressione di rara pienezza, dimostrata nella serenità della sua ricerca intellettuale, ma anche nella ricchezza dei suoi affetti, e nella “dolcezza” dei suoi insegnamenti che hanno avuto un grande influsso sulla coscienza cristiana.

Si direbbe allora che Francesco di Sales tanto nelle sue opere più rappresentative (Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio), quanto nella sua continua prassi pastorale si presenti sulla scena della storia della Chiesa come uno degli antesignani più rappresentativi di quella che il Vaticano II chiamerà “vocazione universale alla santità” (cap. 5 della Costituzione dogmatica Lumen gentium).

Nelle opere maggiori, tanto quanto nell’epistolario Francesco esorta, invita, sollecita a prendere coscienza che la santità non è di per sé legata ad uno stato di vita particolare, ma – insistendo direttamente sulla dimensione battesimale dell’appartenenza a Cristo – è un’esigenza richiesta dall’essere membra della Chiesa. È una santità per tutti come spesso ricorda Papa Francesco: “Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova” (Gaudete et exsultate n.14).

Da Don Bosco fino ai nostri giorni, è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.

Nel corso del 2022 oltre che ricordare il IV Centenario della morte di San Francesco di Sales, (Lione, 28 dicembre 1622), si fa particolare memoria anche di altre ricorrenze significative:

–         175° della nascita della Beata Maddalena Morano, Figlia di Maria Ausiliatrice (Chieri, 15 novembre 1847).

–         150° della nascita del Beato Giuseppe Calasanz (Azanuy – Spagna, 23 novembre 1872), capofila dei martiri della Spagna.

–         125° della morte del Venerabile Andrea Beltrami, Salesiano di Don Bosco (Torino-Valsalice, 30 dicembre 1897).

–         100° della nascita della Serva di Dio Rosetta Marchese, Figlia di Maria Ausiliatrice (Aosta, 20 ottobre 1922).

–         50° della morte del Servo di Dio Giuseppe Cognata (Pellaro – Reggio Calabria, 22 luglio 1972), vescovo salesiano, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

–         50° della Beatificazione di Michele Rua (Roma, 29 ottobre 1972).

–         50° della morte del Venerabile Attilio Giordani (Campo Grande – Brasile, 18 dicembre 1972), Salesiano Cooperatore.

La Famiglia Salesiana intende ravvivare il grande tema della chiamata universale alla santità, valorizzando la varietà e molteplicità di vocazioni presenti nei Gruppi di questa grande Famiglia carismatica.

L’intervento completo di don Cameroni è disponibile a fondo pagina in italiano (Relazione e Presentazione sintetica) e in inglese (Relazione).

Biblioteca Digitale Salesiana: musica per le feste salesiane di gennaio, e non solo

La Biblioteca Digitale Salesiana (SDL, nel suo acronimo inglese) ospita numerosi materiali utili e d’interesse sopratutto per il mese di gennaio. Da un semplice sguardo alla pagina di riferimento su SDL si possono trovare Inni e Canoni (Mantras), o brevi responsori per le varie figure di santità già elencate. Di seguito l’articolo ANS.

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Gennaio è il mese più impegnativo per le celebrazioni salesiane dei Santi e Beati della Famiglia Salesiana. Si comincia con il Beato Titus Zeman, l’8 gennaio, e si prosegue poi con il Beato Luigi Variara, il 15; la Beata Laura Vicuña, il 22; e San Francesco di Sales, il 24 – particolarmente importante in quest’anno in cui su celebra il 400° anniversario della sua morte –. E non è finita qui: perché il 30 quest’anno cade di domenica, ma non bisogna dimenticare il Beato Bronislaw Markiewicz; e, ovviamente, il 31 si celebra San Giovanni Bosco!

Bene, forse non tutti i lettori sono consapevoli che in rete sono disponibili dei brani musicali per il proprio liturgico di ognuna di queste figure di santità.

La Biblioteca Digitale Salesiana (SDL, nel suo acronimo inglese), infatti, ospita numerosi materiali utili in tal senso. Attualmente la selezione più ricca è indubbiamente quella per i lettori/cantori di lingua inglese, seguita dalla collezione di brani in italiano. Le versioni in altre lingue sono invece ancora da popolare, ma questa può essere proprio l’opportunità per favorire la condivisione di simili materiali, inviandoli all’amministratore del sito SDB.org – admin@sdb.org

Intanto, da un semplice sguardo alla pagina di riferimento su SDL si possono trovare Inni e Canoni (Mantras), o brevi responsori per le varie figure di santità già elencate.

Le melodie, e occasionalmente le armonie, elencate nella sezione inglese sono tutte opera di “un salesiano”, come predilige definirsi l’autore, preferendo rimanere in incognito per non distogliere in alcun modo l’attenzione dal dare gloria a Dio attraverso la sua abilità musicale. La sua speranza è che questo suo servizio incoraggi altri, in inglese o in qualsiasi altra lingua, che hanno scritto musica “salesiana”, a condividere i loro sforzi.

Mentre i materiali per gennaio sono già stati completamente inseriti in questa raccolta, e nonostante il fatto che le altre musiche per le altre celebrazioni successive siano già pronte, i brani per le memorie dei prossimi mesi devono essere ancora caricati sul sito.

I lettori sono invitati a frequentare con regolarità la Biblioteca Digitale Salesiana, e in particolare la sezioni relative ai documenti musicali, per trovare di volta in volta le novità che verranno progressivamente messe a disposizione.

Stati Uniti – Addio a don Lenti, grande diffusore della figura di Don Bosco

Il ricordo del salesiano don Arthur (Arturo) Lenti dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), originario di Bassignana in provincia di Alessandria, mancato lo scorso 6 gennaio. Di seguito l’articolo di ANS.

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Con un messaggio inviato ai salesiani della sua Ispettoria, don Melchor Trinidad, Superiore dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), ha informato della scomparsa, avvenuta ieri, 6 gennaio, presso l’ospedale di Downey, Los Angeles, in California, di don Arthur (Arturo) Lenti, salesiano noto in tutta la Congregazione e anche ben oltre per i suoi scritti su Don Bosco, e in particolare per la sua monumentale opera “Don Bosco: History and Spirit” (Don Bosco: Storia e Spirito), i cui sette volumi, tradotti in molte lingue, sono diventati dei classici della letteratura salesiana.

Don Lenti nacque il 31 gennaio (per inciso, festa di Don Bosco), del 1923 a Bassignana, in Provincia di Alessandria, Piemonte; entrato nel noviziato del Colle Don Bosco nel 1939, emise la prima professione già negli Stati Uniti, a Newton, il 14 settembre 1940, quella perpetua, sempre a Newton, il 10 agosto 1946, e venne ordinato sacerdote a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il 2 luglio del 1950.

Ha vissuto praticamente tutta la sua vita salesiana in quella che è diventata la sua patria d’adozione, gli Stati Uniti d’America, e ha speso i suoi talenti impegnandosi soprattutto nell’apostolato dell’insegnamento e della ricerca, come docente di Sacra Scrittura e come fondatore ed insegnante della “Don Bosco Hall” (1974) e dell’Istituto di Spiritualità Salesiana di Berkeley (1984).

Numerosi sono stati i suoi scritti sul Fondatore della Congregazione. “Don Bosco. His pope e and his bishop”, ad esempio, si concentrava sul rapporto del Santo dei Giovani con Pio IX e con l’arcivescovo di Torino, mons. Lorenzo Gastaldi.

Ma l’opera per cui don Lenti verrà più ricordato è certamente il suo “Don Bosco. Storia e Spirito”, della quale lo stesso autore disse: “Ho intitolato questa ricerca ‘Don Bosco, History and Spirit’ perché è un ‘storia’ della vita e del lavoro di Don Bosco in una epoca particolare, che ha generato una nuova realtà religiosa e politica e quindi ha modellato anche il suo modo di pensare e di agire. ‘Spirito’ perché attraverso il discernimento, l’interpretazione e l’accettazione, Don Bosco ha scoperto il significato di questo nuovo mondo e ha risposto con coraggio alle sfide che ne derivavano: la sua vocazione”.

I volumi, nati in classe come materiale di dispense, vennero poi ampliati poi con appendici di grande utilità e valore.

Sulla medesima opera, all’epoca della sua uscita in inglese, l’allora Consigliere per la Formazione e futuro Vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, scrisse: “Ora il mondo di lingua inglese ha un riferimento autorevole per garantire la conoscenza della storia e dello spirito salesiano e quindi per rafforzare l’identità carismatica. Occorre ora un altrettanto grande impegno per la diffusione ed utilizzazione di questo lavoro, specialmente in tutte le fasi della formazione iniziale”.

E quando il testo venne pubblicato in spagnolo, curato da don Juan José Bartolomé e don Jesús Graciliano González, i recensori dei testi sottolinearono il valore dell’autore, “definendolo uno storico che sa individuare il filo conduttore e unire le vicende umane, fissandone in maniera oggettiva il ricordo” e aggiunsero: “Facendo ricorso all’ermeneutica don Lenti individua, valorizza, contrasta e, spesso, corregge, documenti e interpretazioni su Don Bosco ritenuti indubitabili fino ad oggi. Abbatte con forza e in maniera definitiva miti e visioni superficiali… Opera straordinaria. Piena di temi e percorsi. Eccellente lo sforzo e la realizzazione, dove si uniscono armoniosamente una visione realistica della vita e dell’opera di Don Bosco e la sua autentica motivazione religiosa”.

In quest’anno 2022, in cui la Congregazione si prepara a celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales e ad approfondirne la figura attraverso la Strenna del Rettor Maggiore sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza”, può tornare utile anche leggere alcune righe che don Lenti spese sulla spiritualità “salesiana” di Don Bosco.

“Come Salesiani possiamo intendere la ‘spiritualità’ come il mezzo nel quale ci muoviamo e ci relazioniamo con i confratelli della comunità, con i ragazzi, con le persone che condividono la nostra missione di educazione-evangelizzazione dei giovani; con la gente in generale.

In sostanza, la spiritualità è amore, è carità. Non dovremmo essere ‘sofisticati’ in questo. In termini pratici, se sostituiamo il termine spiritualità con un altro che ci possa aiutare ad esprimere la nostra idea in un modo migliore, potremmo usare termini come amore, carità, amicizia, desiderio di aiutare, disponibilità agli altri… Nel loro insieme, questi termini possono ben definire la spiritualità quotidiana come l’intendeva Don Bosco.

È in questo aspetto che si può vedere chiaramente l’influenza di San Francesco di Sales. Possiamo essere praticamente certi che Don Bosco conosceva bene l’Introduzione alla vita devota’ (Filotea), capolavoro del santo vescovo di Ginevra. Ed è bene ricordare anche che Don Bosco visse come un mistico, vale a dire con un forte legame con Dio, i santi, in particolare con la Vergine, con cui parlava con vera familiarità. Ancora, egli intese la vita mistica (spirituale) come amore cristiano nella pratica, vissuto nell’apostolato.

In questo senso, la nostra spiritualità non ha orari e si vive nel quotidiano, soprattutto nei rapporti con gli altri”.

Disponibile il video ufficiale della Strenna 2022 del Rettor Maggiore

Fate tutto per amore, nulla per forza

Disponibile su ANSChannel il video ufficiale della Strenna del Rettor Maggiore per il 2022:

Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Dopo la presentazione ufficiale in anteprima alle Figlie di Maria Ausiliatrice, avvenuta lo scorso 27 dicembre, e dopo l’intervista del giorno successivo in cui il Rettor Maggiore ha illustrato il messaggio della Strenna per il 2022, sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza”, esce finalmente in via ufficiale ed accessibile a tutti il video della Strenna.

Il video, della durata di circa 20 minuti, parte da Annecy, la terra di San Francesco di Sales, per presentare le origini del “santo dell’amorevolezza”. E immediatamente il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, coglie i primi tratti comuni tra Francesco di Sales e Giovanni Bosco: entrambi savoiardi, entrambi con un legame particolare verso le rispettive madri, prime educatrici alla fede, ma soprattutto entrambi appassionati di Dio e dell’umano.

Così, nonostante le differenze di censo – il primo nasce in un castello, il secondo in una malandata casa di campagna – lo spirito che maturerà da Francesco di Sales arriverà fino a Torino, a Giovanni Bosco, e poi a tutto il mondo.

Il video ricorda chiaramente come Don Bosco sempre si mostrò debitore verso il vescovo ginevrino; ne ammirava la pazienza e l’amabilità messe al servizio del prossimo; la sensibilità e l’acume, che adoperava nella missione di direttore spirituale; la carità verso il prossimo come misura e cifra della preghiera e del rapporto con Dio; e infatti da lui raccolse alcuni spunti fondamentali per la sua spiritualità.

Come ricorda Don Á.F. Artime, alcune tra le più note massime di San Francesco di Sales – “Tutti potete essere santi, ovunque siate”; “Dobbiamo fiorire lì dove Dio ci ha piantato”; “Studia di farti amare” – oggi sono patrimonio dell’intera Famiglia Salesiana, che attraverso Don Bosco si è abbeverata di questa spiritualità.

“Il motto della Strenna, Tutto per Amore, nulla per forza, è per noi Salesiani come un quarto voto salesiano” sintetizza il Rettor Maggiore.

Da oggi, sabato 8 gennaio, il video della Strenna 2022 è disponibile in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese nei rispettivi canali linguistici di ANS.

Il Rettor Maggiore parla dell’identità del salesiano oggi

Lo scorso sabato il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, è intervenuto al ciclo di interviste di approfondimento sulle Linee Programmatiche successive al Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana, organizzato dal “Centro studi Opera Tabernacoli Viventi”.

Di seguito l’articolo di ANS Agenzia Info Salesiana

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(ANS – Roma) – È l’identità consacrata salesiana a fare da filo conduttore alla seconda edizione del ciclo di interviste di approfondimento sulle Linee Programmatiche successive al Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana – ciclo organizzato dal “Centro studi Opera Tabernacoli Viventi”, in collaborazione con la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione. Sabato scorso, su questo tema, è intervenuto nientemeno che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e qui forniamo una sintesi delle sue risposte.

“Questo sessennio si dovrà distinguere per un profondo lavoro in Congregazione per crescere nella profondità carismatica, nell’identità salesiana, in tutte le fasi della vita, con un impegno serio in ogni Ispettoria e in ogni comunità salesiana, per giungere a dire come Don Bosco: ‘Ho promesso a Dio che fin l’ultimo respiro, sarebbe stato per i miei poveri giovani” afferma la prima Linea Programmatica del sessennio 2020-2026.

Cos’è che ti sta veramente a cuore nell’aver scelto questa come prima tra le linee programmatiche per questo sessennio?

Quando pensiamo a noi stessi, alla missione salesiana, alle nostre opere… Sembra come un fitto “bosco” con tante cose dentro; ma quello che mi sta a cuore è dire: “Attenzione, non tutto ha la medesima importanza o valore!”. Al centro ci deve essere la nostra identità carismatica, il fatto che ciascuno di noi possa dire: “Io sono e mi sento un vero Salesiano di Don Bosco nel seguire Gesù”. Già don Viganò sottolineava che il genericismo non ci serve, e nel mondo di oggi, che è ancora più complesso, dobbiamo pensare a chi siamo, a cosa offriamo, e perché. Come salesiani siamo, per chiamata e nella nostra risposta, persone innamorate di Dio, che hanno visto nel fascino di Don Bosco un modo bellissimo di spendere tutte le loro energie. E a che scopo? Per condividere questa vita con i ragazzi e i giovani.

Come essere al tempo stesso sensibili alla profondità dello spirito e attenti alle sfide di questo mondo, com’era Don Bosco?

Alla domanda, di grandissima attualità, rispondo sulla base di quanto ho riflettuto per la Strenna 2022, sulla spiritualità di San Francesco di Sales: “Tutto si basa sulla capacità di amare”. Se io sento nel profondo del cuore un fascino straordinario per Gesù e mi sento profondamente amato da Dio, e se quando sto in mezzo ai ragazzi mi sento davvero al mio posto, allora ho maturato un cuore capace di amare e questi due elementi ci danno tutta la creatività per dare le risposte che servono per questo nostro tempo. La pandemia ha causato tanti problemi in tutto il mondo, e anche alla Congregazione, ma ci ha manifestato anche la grande creatività del mondo salesiano. Io non temo che non avremo la capacità di dare risposte per i bisogni sempre nuovi del nostro tempo: il punto è avere dentro un cuore riscaldato dall’amore, in grado di amare.

Perché tornare a Valdocco può essere una strada di futuro, e non un ritorno al passato?

Tornare a Valdocco, come ci ha detto anche il Papa, significa trovare la nostra “Galilea”, il nostro appuntamento con il Signore Risorto, che proprio dalla Galilea, terra della vita ordinaria e nascosta di Nazareth, manda i suoi in tutto il mondo. Per noi salesiani tornare a Valdocco non è nostalgia; vuol dire fare un passo verso la fonte dove trovare il luogo teologico per l’incontro con Dio, nei giovani d’oggi: è la nostra direzione per il cammino che ci sta davanti.

Qual è la sfida vocazionale oggi per tutta la Vita Consacrata?

In primo luogo, la Vita Consacrata, non è un cammino semplice: non è per chi vuole una vita tranquilla.

In secondo luogo, la vita consacrata è un cammino di umiltà. Non possiamo farci forti, inorgoglirci… Se così è stato un tempo, certamente oggi non c’è più spazio per questo. Questo è il tempo per essere umili, camminare in unità e sommare gli sforzi.

Infine, come si dice con chiarezza in questa prima linea programmatica, bisogna mantenere la centralità di Cristo nella propria vita personale. Se non c’è questo, prima o poi le fragilità umane emergono, si vedono e si fanno sentire.

La centralità di Cristo “funziona” anche nei contesti non cristiani, dove operano più del 60% delle presenze salesiane?

Assolutamente, anche nei Paesi dove non si può nemmeno pronunciare il nome di Gesù o di Maria. Perché questa centralità in quei contesti vuol dire aiutare tutti i nostri giovani e ragazzi a vivere con onestà e bontà una vita sintonizzata con i valori del Vangelo. Lo si fa attraverso la nostra presenza e testimonianza di vita.

Anche dove non possiamo parlare esplicitamente di Gesù Cristo Risorto, possiamo parlare del Dio di tutti noi e aiutare a crescere con un’umanità secondo il cuore di Dio.

L’intervista completa, condotta da don Silvio Roggia, SDB, è poi proseguita con le domande pervenute in rete dagli ascoltatori; e rimane sempre visibile sulla pagina Facebook dei Salesiani d’Italia.

Il Rettor Maggiore ospite al programma “Soul” di TV 2000: domenica 5 dicembre

Sabato 5 dicembre, in prima serata su TV2000 (canale 28 del Digitale Terrestre, 157 della piattaforma Sky), don Ángel Fernández Artime si racconterà al programma “Soul” condotto dalla giornalista Monica Mondo.

Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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(Roma, 2 dicembre 2021) – Domenica prossima, 5 dicembre, in prima serata (ore 20:50), su TV2000 ci sarà il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ospite della trasmissione “Soul”, il programma televisivo ideato e condotto dalla giornalista Monica Mondo. In mezz’ora di dialogo franco e aperto, il X Successore di Don Bosco parlerà della sua vita, del suo ministero, della Congregazione e della Chiesa.

Don Ángel Fernández Artime, X Successore di Don Bosco, al suo secondo mandato come Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, si racconterà a 360° gradi: uno spagnolo delle Asturie, abituato a fare il pescatore col papà, fin da piccolo, che non immaginava di diventare pescatore di anime. E parlerà di una Congregazione che è ancora la seconda più diffusa al mondo, nonostante i segni di una crisi, soprattutto in occidente, che deve diventare slancio e opportunità.

E poi la sfida educativa, la considerazione dei giovani, la spinta missionaria, anche in Paesi difficili e pericolosi. Come anche il dolore per una fede vissuta come abitudine, senza coraggio, irrilevante, e per il dramma degli abusi sessuali – con qualche doverosa sottolineatura: non tutti i sacerdoti sono dei delinquenti, non solo nella Chiesa ci sono scandali. Nessuna giustificazione, ma anche fermezza nel distinguere e non usare la chiave degli abusi sessuali per attaccare Cristo e la Chiesa.

Tutto questo andrà in onda domenica prossima, 5 dicembre, alle ore 20:50 (UTC+1) su “TV2000” (canale 28 del Digitale Terrestre, 157 della piattaforma Sky), e in replica martedì 7 dicembre alle 21 su “Radio InBlu”.

Già dalla mattinata di lunedì 6 dicembre, inoltre, sarà possibile rivedere la puntata su Internet: sul canale YouTube di TV2000 e sulle presenze di ANS su Facebook e su Twitter, che ri-condivideranno la puntata in favore di tutti gli amici e simpatizzanti dell’opera salesiana e di Don Bosco.

“SOUL”, il titolo ambizioso di uno dei programmi di punta di TV2000, l’emittente televisiva della Conferenza Episcopale Italiana, nasce in verità da un’idea semplice: incontrare “fino in fondo all’anima” uomini e donne che interessano, che incuriosiscono per il loro spessore. In ogni puntata, Monica Mondo dialoga con personaggi di statura e spessore intellettuale, umano, spirituale, disposti a raccontarsi, tirando fuori l’anima. Il programma va in onda il sabato e la domenica alle 20:50 su “TV2000” e le puntate sono riproposte in replica, rispettivamente il lunedì e il martedì, alle 21 su “Radio InBlu”, la radio dei vescovi italiani.

Per ulteriori informazioni, consultare i contatti sulle reti sociali del programma Soul:

Facebook – @SOULTV2000
Twitter – @SOULTV2000
Instagram – @SOULTV2000 

Il Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, da consultare e visitare

Nuovi progetti sono stati realizzati per il Museo Etnologico Missionario (MEM) del Colle Don Bosco, attraverso due canali web della Regione Piemonte: “Mèmora” e “L’arte con chi ne fa parte”. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia di Informazione Salesiana ANS.

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“Mèmora” è la vetrina che mette a disposizione il patrimonio culturale di Musei, Istituti culturali e Archivi storici del territorio piemontese. È il luogo virtuale dove poter condividere risorse e agevolare, attraverso approfondimenti tematici, la lettura del patrimonio stesso da parte di un pubblico ampio e non limitato a soli specialisti del settore. La piattaforma è, infatti, fruibile gratuitamente da studenti, turisti o professionisti che possono utilizzarla in diversi modi trovando in essa beni museali, archivistici, fotografici e naturalistici oltre che a svariati percorsi tematici e di approfondimento.

In Mèmora il MEM presenta 92 oggetti scelti tra quelli conservati nelle vetrine dell’esposizione permanente e due percorsi legati al tema del gioco e della musica tra le etnie. Selezionando i vari menu, è possibile approfondire nuove conoscenze sul grande patrimonio culturale che comprende la collezione del Museo di Colle Don Bosco ma anche degli altri Musei ed Enti che hanno aderito al progetto.

Questa iniziativa, realizzata dal Consorzio del Sistema Informativo (CSI) Piemonte, è stata presentata e resa attiva agli utenti in occasione del XXXIII Salone Internazionale del Libro, svoltosi a Torino dal 14 al 18 ottobre scorso.

Per accedere a “Mèmora” basta semplicemente collegarsi al sito: https://www.memora.piemonte.it

“L’arte con chi ne fa parte”, invece, è l’iniziativa proposta, durante il periodo di lockdown, dall’Associazione Abbonamento Musei Piemonte, con la quale il MEM è convenzionato dal 2002.

Il progetto, rivolto ai Musei del territorio regionale, consisteva nell’individuare un personaggio di rappresentanza che raccontasse il Museo stesso sotto una chiave diversa, caratterizzata da aneddoti e curiosità.

Il MEM ha scelto come protagonista il Cardinal Giovanni Cagliero, perché primo missionario salesiano inviato da Don Bosco in Patagonia, nel 1875, e poi primo Cardinale della Congregazione nel 1915. Nessuno meglio di lui può introdurre ed accompagnare i visitatori attraverso il percorso espositivo che inizia proprio con la vetrina della Patagonia.

Partendo dal suo incontro con Don Bosco a Castelnuovo (2 novembre 1851), si percorre una sintesi della sua vita: gli anni dell’Oratorio, la decisione di rimanere “frate o non frate” comunque con Don Bosco, la partenza verso nuovi orizzonti di missione, l’incontro e il lavoro tra gli emigrati italiani prima e successivamente con i popoli indigeni, il rientro in Italia per la consacrazione episcopale.

La vita del Card. Cagliero, ovviamente, non incrociò “fisicamente” le origini e l’allestimento del MEM del Colle, di molto successivo. Ma si può dire che quello del Cardinale è un “coinvolgimento indiretto” in quanto il Museo è dedicato a lui che insieme ad altri coraggiosi salesiani ha realizzato il sogno di Don Bosco: dilatare sempre più l’orizzonte della sua opera fino ad abbracciare tutto il mondo.

Scheda descrittiva, date e orari riguardanti le visite guidate dedicate a questo tema, sono consultabili al link: https://piemonte.abbonamentomusei.it/Mostre-e-Attivita/Museo-Colle-Don-Bosco-Cardinal-Cagliero

“La formazione per essere SALESIANI PASTORI OGGI”. Ripercorrendo il quarto video di “È ora di Capitolo 28”

I responsabili della Formazione salesiana tornano ad approfondire alcuni dei numerosi spunti che il Rettor Maggiore ha esplicitato nel quarto video della rubrica “È ora di Capitolo 28”.

In seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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“La formazione per essere SALESIANI PASTORI OGGI” non è solo il titolo della quarta Linea Programmatica che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha consegnato alla Congregazione per il sessennio 2020-2026; piuttosto, è un elemento fondamentale per definire il Salesiano di Don Bosco per i giovani di oggi. Ecco perché, a distanza di qualche settimana dalla pubblicazione in rete del quarto video della rubrica “È ora di Capitolo 28”, pare opportuno tornare ad approfondire, con il contributo dei responsabili della Formazione salesiana, alcuni dei numerosi spunti che il Rettor Maggiore dissemina in quel video.

Già il set del video è un elemento parlante: la cappella di San Francesco di Sales, nel cuore di Valdocco, dove Don Bosco pregava con i suoi primi ragazzi, dove egli crebbe, umanamente, pedagogicamente e spiritualmente i vari Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco, Michele Rua, Giovanni Cagliero…

Non è dunque un caso se è in quel luogo che colui che di Don Bosco è il X Successore decide di parlare della formazione. Pur circondato da tanti giovani in formazione iniziale, Don Á.F. Artime alza però lo sguardo verso l’alto, per attestare che “il vero protagonista della formazione è lo Spirito Santo”. Un protagonismo, però, che non annulla la libertà dell’individuo, ma che anzi ne richiede la convinta adesione per aiutare il soggetto a realizzarsi pienamente. Perché lo Spirito Santo può essere il protagonista “sempre che la nostra docilità permetta allo Spirito di fare un vero cammino” – nota subito dopo Don Á.F. Artime.

Egli evidenzia con gioia che Dio ama ancora molto la Congregazione e i giovani poveri “perché amando i giovani, chiama noi, e ci sogna in mezzo a loro” – e di fatti oggi un salesiano su quattro a livello mondiale è un giovane in formazione iniziale. Ma chiarisce pure che la formazione non riguarda solo “il passaggio per alcune delle nostre case”: semplicemente perché non può essere un percorso delimitato nel tempo, che si realizza nei primi anni di vita religiosa e si completa una volta per tutte. Al contrario, afferma il X Successore di Don Bosco, esso “un processo lungo”, che “dura tutta la vita”; un processo caratterizzato da due elementi fondamentali, l’amore verso Dio e l’amore verso i giovani poveri: “Se manca questo amore, questo fascino per Dio e questa generosità per i giovani, faremo altre cose, ma non formazione salesiana” aggiunge ancora.

Alla luce del video del Rettor Maggiore, anche il Consigliere per la Formazione, don Ivo Coelho, ci tiene a sottolineare un fatto: “il percorso formativo non serve a massificare i religiosi uniformandoli ad un unico ideale, ma piuttosto valorizza in ciascun individuo quei tratti che Dio gli ha donato per meglio servire i fratelli e le sorelle. In tal senso la formazione è un processo di grande personalizzazione che richiede processi di vera autenticità e un intenso lavoro artigianale. Ed è un lavoro graduale e delicato, che non si fa in solitudine e che non è limitato nemmeno ai formatori specificamente incaricati, perché è la comunità stessa ad essere formatrice, con quei confratelli che Dio mette sul nostro cammino”.

Da parte sua, invece, il salesiano coadiutore Raymond Callo, collaboratore del Settore per la Formazione, focalizza la sua attenzione su alcuni passaggi finali del video, laddove il Rettor Maggiore parla dell’internazionalità della Congregazione – qualcosa di quanto mai evidente a chiunque frequenti le case salesiane di tutto il mondo, e specialmente le case di formazione iniziale. “Il Rettor Maggiore – afferma – ci offre il giusto approccio: non si tratta di fenomeno da subire, deve essere assunto per quello che è, cioè un’occasione di testimonianza. In un mondo così complesso e con tante divisioni, la nostra realtà comunitaria da tutte le parti del mondo è una vera profezia”.

Il quarto video di “È ora di Capitolo 28” vuole essere una risorsa per l’animazione, la riflessione e il dibattito tra i giovani salesiani in formazione, così come tra tutti i Figli di Don Bosco sparsi per il mondo. È stato visionato già diverse migliaia di volte e viene continuamente scaricato e proiettato in molte comunità come sussidio per l’approfondimento del Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana.

Un grande religioso, salesiano, formatore: don Giuseppe Nicolussi (1938-2021)

Si è spento il 29 settembre, ad Ancona, don Giuseppe Nicolussi, già Ispettore del Cile (1978-1984) e Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma (2002-2008), nonché Consigliere Generale per la Formazione per due mandati (1990-2002).

“Don Nicolussi è stato un uomo di grande fede e umanità, un salesiano e un religioso esemplare, che ha dato un contributo fondamentale alla Formazione della Congregazione – ha detto di lui il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime –. Il suo cuore grande e generoso, da vero Figlio di Don Bosco, lo ha guidato in tutta la sua vita a spendersi per il bene dei giovani, soprattutto di quelli chiamati a servire nella Società Salesiana. Animato dallo zelo missionario, si è sempre speso nel servizio umile e discreto, dando in ogni circostanza la sua disponibilità a compiere la missione che gli veniva affidata, in qualsiasi parte del mondo gli venisse richiesta. Ha nutrito una robusta e filiale devozione verso Maria Ausiliatrice, e forse non è un caso che sia stato chiamato in Cielo non lontano dalla Santa Casa della Madonna di Loreto. È stato e rimane un testimone luminoso di vita consacrata e salesiana, che può essere certamente un modello per chi compie oggi i suoi primi passi nella Formazione salesiana”.

Nato il 19 ottobre 1938 a Bolzano, Giuseppe Nicolussi svolse il noviziato ad Albaré, dove emise la prima professione il 16 agosto del 1955. Dopo, vienne inviato come missionario in Cile e fu lì che  finì gli studi di Teologia e ricevette l’ordinazione sacerdotale, il 28 agosto 1965, dal cardinale salesiano Raúl Silva Henríquez.

Riconosciutene le dote intelettuale e umane fu inviato poi all’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio dove conseguì un dottorato summa cum laude in Teologia Dogmatica.

Rientrato in Cile, entrò a far parte del corpo docente e di formazione del Teologato salesiano a Lo Cañas, Santiago, e della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica. A livello ispettoriale, fu nominato dapprima Vicario, poi Superiore, negli anni dal 1978 al 1984.

Successivamente, su richiesta dall’allora Rettor Maggiore Don Egidio Viganò va a Roma per lavorare alla stesura della nuova Ratio e alla spiegazione delle nuove Costituzioni. Tornò nuovamente in Cile come Direttore del Teologato di Lo Cañas nel 1988, rimanendovi fino al 1990, quando il Capitolo Generale 23° lo elesse Consigliere Generale per la Formazione, incaricò in cui verrà confermato anche nel successivo Capitolo Generale.

Terminato questa missione, nel 2002 venne nominato Superiore della Visitatoria dell’UPS, e dopo un sessennio di servizio, nel 2008 divenne Direttore della Casa Generalizia salesiana.

Dal 2015 si adoperava come confessore della comunità degli studenti di Teologia “Ceferino Namuncurá”, presso l’opera “Gerini” a Roma, ed anche lì è stato molto apprezzato per la sua paternità, l’umiltà, la pietà e il servizio pastorale.

L’attuale Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, così ha voluto ricordarlo: “Conobbi don Nicolussi quand’era Consigliere Generale per la Formazione, anche se all’epoca non avevo molti contatti con lui. Era l’uomo della Ratio, colui che aveva presieduto all’ultima grande revisione di questo importante testo. Più tardi lo conobbi come Direttore della Casa Generalizia: gentile, discreto e sempre aggiornato su ciò che accadeva nella Chiesa. Era un grande lettore e aveva un’invidiabile capacità di sintesi e di comunicazione. Ma l’ho conosciuto meglio come confessore nella comunità “Gerini” degli studenti di Teologia, ed è questo il ricordo che più mi rimarrà. Mi stupiva il modo in cui quest’uomo, che aveva fatto parte dei più alti livelli di governo della Congregazione, riusciva a inserirsi senza cerimonie nella comunità e a conquistare la fiducia degli studenti. Ha offerto un servizio molto prezioso di confessione e di accompagnamento spirituale. Ho l’impressione che aiutasse anche studenti con i loro compiti e le tesi; e per certo ci ha aiutato con alcuni testi su cui stavamo lavorando nel Settore della Formazione. Ma soprattutto don Giuseppe ci ha consegnato il meraviglioso esempio di una vita salesiana vissuta con semplicità e serenità. Ci mancherà”.

Infine, anche il Direttore della comunità “Gerini” per gli studenti di Teologia, don Adam Kazimierz Homoncik, ha condiviso con ANS alcune considerazioni su don Nicolussi: “Era un uomo di una presenza discreta e amichevole. Però anche se voleva essere discreto, faceva un bellissimo lavoro. Era veramente umano e pieno di gioia, tutti i giorni ci faceva delle barzellette intelligenti che ci faceva sorridere e imparare allo stesso tempo. Era sempre aggiornato sulla Chiesa, il mondo, la Congregazione e con la vita di ogni uno di noi! Imparava per condividere e faceva sintesi per coinvolgerci. Cercava sempre la positività, la buona stampa, la speranza. Era amico, anche quando doveva essere serio! Durante la confessione ci faceva sentire vicino il Signore! Umano nei suoi consigli e paterno nell’atteggiamento. Don Giuseppe era totalmente un uomo di Dio: si è dedicato al Signore per donarsi agli altri. Era appassionato di Don Bosco e in tutto quello che ha fatto nella sua vita ha dimostrato quanto vale la pena essere salesiano per i giovani!”.

Incontro di Verifica degli Ispettori a metà del loro sessennio – ANS

L’Agenzia di informazione salesiana ANS, dedica un articolo sull’incontro di Verifica degli Ispettori giunti a metà del loro sessennio avvenuto tra il 12 ed il 21 settembre a Torino. L’appuntamento è stato presieduto dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime e coordinato dal suo Vicario, don Stefano Martoglio, con il suo segretario, don Saimy Ezhanikatt.

Si riporta l’articolo completo pubblicato su ANS, Agenzia di Informazione Salesiana.

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(ANS – Torino) – Per la prima volta dalla conclusione del Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana, si è svolto a Torino, nei giorni dal 12 al 21 settembre, l’Incontro di Verifica degli Ispettori giunti a metà del loro sessennio. L’appuntamento, presieduto dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e coordinato dal suo Vicario, don Stefano Martoglio, con il suo segretario, don Saimy Ezhanikatt, ha rappresentato un motivo di speranza e un segno di graduale ritorno alla normalità nella vita della Congregazione dopo i tempi più duri della pandemia.

All’incontro hanno preso parte otto Superiori, provenienti per lo più dall’Europa, ma non solo: don José Aníbal Mendonça, Ispettore del Portogallo (POR); don Wilfried Wambeke, Ispettore di Belgio Nord e Olanda (BEN); don Eunan Mcdonnell, Ispettore dell’Irlanda (IRL); don Reinhard Gesing, Ispettore della Germania (GER); don Angelo Santorsola, Ispettore dell’Italia Meridionale (IME); don Miguel Ángel Asurmendi, Ispettore di “Spagna-Maria Ausiliatrice” (SMX); don Natale Vitali, Ispettore di Brasile-Belo Horizonte (BBH); don Maria Arokiam Kanaga, Superiore della Visitatoria dell’Università Pontificia Salesiana (UPS).

Motivo fondamentale e asse centrale dell’incontro è il colloquio che ogni Ispettore ha con il Rettor Maggiore dopo tre anni di servizio ispettoriale: è quella l’occasione per valutare insieme il percorso compiuto dall’Ispettoria in questo tempo, alla luce delle indicazioni che lo stesso Rettor Maggiore aveva consegnato all’inizio del mandato di ciascuno di loro con la “carta di navigazione”, oltre che con le altre raccomandazioni inviate nelle Lettere redatte al termine delle rispettive Visite Straordinarie. Allo stesso tempo, questi colloqui costituiscono anche un’espressione di vicinanza e di accompagnamento da parte del Rettor Maggiore verso ciascuno degli Ispettori: la cura verso la persona dell’Ispettore, in primo luogo, così come l’ascolto attento delle sue necessità nei compiti di guida e animazione, le sue valutazioni sulla realtà ispettoriale, i punti di forze e le opportunità, le sfide e le aree di miglioramento… Sono tutti temi che vengono affrontati con parresia, amichevolezza e fraternità tipicamente salesiane. Nondimeno, il programma delle giornate ha previsto un ricco programma formativo: grazie in primo luogo alla collaborazione dei Salesiani della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), i partecipanti hanno potuto riapprofondire le radici del carisma salesiano, la spiritualità di Don Bosco, il tema del discernimento e della sequela di Gesù, la centralità di Maria nella spiritualità salesiana, l’identità consacrata salesiana nelle sue due forme, la testimonianza di docilità allo Spirito Santo di Santa Maria Domenica Mazzarello… E approfittando del trovarsi a Torino, e dell’attuale situazione che permette la possibilità di compiere delle visite – pur contingentate e nel rispetto dei protocolli vigenti –, i partecipanti all’incontro di verifica hanno potuto avvantaggiarsi anche del contatto diretto con tutti i Luoghi Salesiani: un elemento che ha costituito un indubbio valore aggiunto di quest’esperienza.