Oggi la Chiesa rilegge la vicenda di don Titus Zeman, salesiano slovacco e martire del regime comunista, e la sua beatificazione, avvenuta Sabato 30 Settembre 2017, come un invito per i giovani. Don Titus, il primo beato salesiano sacerdote della Slovacchia, è la sintesi della scritta biblica “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.
Dopo la recita domenicale dell’Angelus, il Papa ha reso omaggio al sacerdote salesiano Titus Zeman che “si unisce – ha detto – alla lunga schiera dei martiri del XX secolo”. Morì infatti nel 1969 “dopo essere stato per lungo tempo in carcere a causa della sua fede e del suo servizio pastorale”. “La sua testimonianza – ha sottolineato Francesco – ci sostenga nei momenti più difficili della vita e ci aiuti a riconoscere, anche nella prova, la presenza del Signore”.
Ecco l’articolo della beatificazione di Don Titus pubblicato da Avvenire in data 30 Settembre a cura di A. Carriero:
Oggi, a Petržalka (Bratislava), viene beatificato don Titus Zeman. Martire sotto il regime comunista, salvò decine di chierici e sacerdoti, riuscendo ad accompagnarli oltre il confine verso Torino. Per questa sua attività il regime comunista cecoslovacco lo ha arrestato, torturato, processato come traditore della patria e spia del Vaticano e lo ha condannato a venticinque anni nelle più dure carceri del Paese, provocandone la morte nel 1969 a 54 anni. A presiedere il rito sarà l’inviato del Papa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Saranno presenti, tra gli altri, il rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, due sorelle di Zeman, diversi nipoti, amici e gli ex allievi, oltre a don Alois Pestun, l’ultimo dei giovani salesiani salvati dal neo beato ancora in vita. «La beatificazione di don Titus – spiega il postulatore generale della Famiglia salesiana, don Pierluigi Cameroni – è un forte stimolo per un rinnovato impegno non solo di testimonianza della fede, ma anche di promozione delle vocazioni al ministero sacerdotale, alla vita consacrata e al matrimonio». Il suo martirio è frutto di un’eroica “carità pastorale”, un richiamo al Buon Pastore che non abbandona il gregge quando arriva il lupo. «La sua testimonianza è di grande attualità – prosegue Cameroni – anche in vista del prossimo Sinodo dedicato ai giovani». Don Titus, infatti, attraverso passaggi clandestini, ha permesso lo svolgersi delle tappe fondamentali del processo di discernimento, strumento principale con il quale si offre ai giovani la possibilità di scoprire la propria vocazione. Attraverso la missione di salvare le vocazioni e soprattutto il dono della vita, il nuovo beato dimostra che non c’è nessuna sfida, nessuna difficoltà, nessun insuccesso che con l’aiuto del Signore non possa essere cambiata in bene. «Attesta che chi si affida e crede non porta al fallimento la propria vita, anche se dovesse perderla», osserva il postulatore. Educando i giovani alla “normalità” delle persecuzioni per la Chiesa, Zeman è riuscito ad abbracciare e far abbracciare “il futuro con speranza”. Ha considerato così prezioso il dono della sua chiamata a seguire il Signore e servire i giovani come don Bosco che, anche quando avrebbe potuto facilmente mettersi in salvo, ha preferito rimanere fedele a prezzo della stessa vita. Una scelta, questa, che ha reso possibile il sacerdozio di molti altri. Come vero figlio di don Bosco, racconta don Cameroni, il beato Zeman ha incar nato il «credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica». In un’epoca in cui in Cecoslovacchia si crea una Chiesa parallela e di Stato, con una falsa Azione cattolica, lui non tradisce, ma dà la vita per questa fedeltà al successore di Pietro e ai vescovi. A testimonianza di questa fedeltà verso il Papa, la sorella Veronica ricorda che al termine degli studi a Roma don Titus portò un grande quadro del Pontefice con la sua firma. Un altro salesiano, a sua volta, don Anton Kyselý, ha testimoniato che don Titus, dopo il primo passaggio riuscito verso l’Italia, fu ricevuto in udienza privata da Pio XII.
Il video della Beatificazione di Don Titus Zeman