Articoli

Piero Ramello in visita all’Agnelli

Dal sito dell’Istituto Agnelli di Torino.

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Piero Ramello, salesiano coadiutore che all’Agnelli è di casa, ha incontrato martedì 24 i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e superiori, per condividere con loro la sua esperienza missionaria in Pakistan.

Gli allievi hanno potuto ascoltare i suoi racconti sull’esperienza scolastica a Lahore, sull’incontro con la religione musulmana, su una lingua e una cultura diversa, sulla situazione politica e sociale di quella terra, sul suo rapporto con i giovani, sull’attenzione alla formazione delle ragazze pakistane.

Un’occasione preziosa di scoperta, riflessione e crescita per i nostri alunni.

Grazie Piero!

“Un caffè con…” intervista a don Serafino Chiesa, missionario salesiano in Bolivia

Ospite di una puntata del programma televisivo “Un caffè con…” il missionario salesiano don Serafino Chiesa, originario di Santo Stefano Roero (in provincia di Cuneo), il quale racconta i suoi 37 anni di vita missionaria a Kami in Bolivia.

Il mio sogno missionario, nel senso più ampio e più vero, è partito quando mi sono fatto salesiano: come Don Bosco si è lanciato nella missione giovanile, soprattutto con i giovani più in difficoltà, così è stato il mio sogno missionario fin dall’inizio.

Tra gli argomenti trattati nell’intervista da don Serafino Chiesa, la sua esperienza come missionario in Bolivia avviata il 2 gennaio 1985, le differenze di vita tra le popolazioni civilizzate e quelle indigene, i progetti realizzati in loco.

Una vita spesa in missione: la morte di don Matteo Marzano

Dopo una vita spesa in missione in terra venezuelana, per complicazioni legate al Covid è tornato alla Casa del Padre all’età di 79 anni il salesiano don Matteo Marzano, originario del chierese. Di seguito l’articolo pubblicato su La Repubblica del 17 febbraio e su Corriere della sera del 18 febbraio.

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La Repubblica: Una vita da missionario nel paese del Sudamerica

Il sacerdote salesiano italiano Matteo Marzano è morto in Venezuela a causa del Covid-19. Lo ha reso noto la Conferenza episcopale venezuelana (Cev) a Caracas.

Il sacerdote Marzano – si legge in un breve comunicato – aveva 79 anni ed era stato ricoverato diversi giorni fa nel Policlinico Metropolitano, con assistenza e cure mediche”. Il suo decesso, precisa la nota, “è avvenuto per complicazioni polmonari“.

Marzano era nato il 23 febbraio 1942 a Chieri, in provincia di Torino, ed era “fedele devoto di Maria, promuovendo la devozione alla Beata Vergine con ardore apostolico“. Dalla parrocchia di San Juan Bosco a Valencia fu trasferito anni fa a Petare, nello stato di Miranda, e quindi a Punto Fijo, nello Stato di Falcón dove ha contratto il Covid che lo ha portato alla morte. “Era anche vicino ai giovani – segnala il comunicato della Cev -, che incoraggiava a considerare Gesù come un amico e di mettersi al suo servizio“.

La mia vita, il mio cammino, la mia meta, – soleva ripetere – è Gesù di Nazaret“.

Corriere della sera: Una vita da missionario nel paese del Sudamerica

Il sacerdote salesiano italiano Matteo Marzano è morto in Venezuela a causa del Covid-19. Lo ha reso noto la Conferenza episcopale venezuelana (Cev) a Caracas.

Il sacerdote Marzano – si legge in un breve comunicato – aveva 79 anni ed era stato ricoverato diversi giorni fa nel Policlinico Metropolitano, con assistenza e cure mediche”. Il suo decesso, precisa la nota, “è avvenuto per complicazioni polmonari“.

Marzano era nato il 23 febbraio 1942 a Chieri, in provincia di Torino, ed era “fedele devoto di Maria, promuovendo la devozione alla Beata Vergine con ardore apostolico“. Dalla parrocchia di San Juan Bosco a Valencia fu trasferito anni fa a Petare, nello stato di Miranda, e quindi a Punto Fijo, nello Stato di Falcón dove ha contratto il Covid che lo ha portato alla morte. “Era anche vicino ai giovani – segnala il comunicato della Cev -, che incoraggiava a considerare Gesù come un amico e di mettersi al suo servizio“.

La mia vita, il mio cammino, la mia meta, – soleva ripetere – è Gesù di Nazaret“.

Rosignano Monferrato e Mons. Ernesto Coppo, apostolo dei tre mondi

La figura di Mons. Ernesto Coppo, Vescovo e Missionario Salesiano negli Stati Uniti, in Australia e in Italia. Di seguito l’articolo dell’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

Rosignano Monferrato e Mons. Ernesto Coppo, apostolo dei tre mondi

(ANS – Rosignano Monferrato) – Il paese ha una storia secolare, fonte di saggi storici importanti, tutta legata alla posizione strategica del paese, “sentinella di Casale”, sede perenne di guarnigioni militari. Sul Sasso che domina il paese c’è il castello, del secolo XII e sulla collina opposta emerge la parrocchia di San Martino.

A Rosignano, Don Bosco trovò un terreno fertile, grazie anche all’impulso del parroco, Mons. Giovanni Bonelli, suo amico fraterno. Le vocazioni fiorirono copiose. Celebre fu la “sentinella dell’Oratorio”, il coadiutore Marcello Rossi che per decenni fu a Valdocco il fedele custode della prima Casa fondata dal Santo. E poi ancora le sorelle Sorbone, tra cui emergono Suor Angelica, pioniera ed ispettrice in Argentina e Cile, e Madre Enrichetta, Vicaria Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice sino al 1942. E poi ancora, tra le molte vocazioni, i fratelli don Arturo e don Dante Caprioglio. Tra tutte queste straordinarie vocazioni salesiane spicca la figura di Mons. Ernesto Coppo, Vescovo e Missionario Salesiano negli Stati Uniti, in Australia e in Italia.

Mons. Ernesto Coppo nacque il 6 febbraio 1870, nella frazione Stevani di Rosignano. Inizia gli studi nella Casa che Don Bosco ha aperto a Borgo San Martino. Tra i compagni di Ernesto c’è il giovane Pietro Ricaldone, di Mirabello. Qui entrambi incontrano Don Bosco, un incontro che segnerà la loro vita.

Conclude la sua formazione nel seminario di Casale e il 7 agosto 1892 è ordinato sacerdote. L’anno successivo entrava nel noviziato Salesiano di Foglizzo, e il 4 ottobre 1894 emetteva la professione perpetua nelle mani del Beato Don Rua. Nel 1898, a capo di un gruppo di sacerdoti salesiani, raggiungeva New York per compiere un impegnativo e coraggioso apostolato a servizio dei migranti che giungevano in America in cerca di un futuro migliore.

“Venti anni di missione assorbirono tutte le forze di don Coppo a servizio degli emigrati e della loro gioventù, sia sotto il profilo religioso che sociale e civile”, ricorda anni dopo lo stesso don Ricaldone.

Questo impeto di fede e di servizio al prossimo più bisognoso, lo portarono nel 1923 in Australia, presso il Vicariato Apostolico di Kimberley. Consacrato Vescovo presso il Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, parte per il Kimberley, tra gli indigeni. Sono anni di intenso lavoro pastorale: raggiunge i villaggi, incontra le famiglie, dà impulso alle esigenze umane del lavoro, della formazione, dello sviluppo, del Vangelo. L’esperienza organizzativa e pastorale appresa in America la mette a disposizione della sua gente australiana.

Tornato in Italia, diventa un formidabile animatore per le Missioni. Don Ricaldone, divenuto Rettor Maggiore, così lo ricorda:

“Mons. Coppo ambiva dichiararsi vecchio Vescovo Missionario e con insistente zelo invitava gli uditori a pensare ai bisogni della Chiesa nelle più remote missioni”.

Sino all’ultimo istante visse il magistero sacerdotale, cessando la sua esistenza terrena ad Ivrea dove si era recato per presiedere un Congresso Mariano, nella serata del 28 dicembre 1948, a 78 anni.

Il paese natale, dove Mons. Coppo tornò tante volte, durante questo 2020 ricorda il 150° anniversario della nascita. Lo celebra come esempio di impegno missionario e passione evangelizzatrice di enorme attualità: per il lavoro intelligente tra i migranti in America, per il sostegno e la promozione delle popolazioni indigene australiane, per la carità paziente e accogliente verso tutti coloro che ha incontrato anche in Italia.

Monticello d’Alba: si è spento Elio Abbio, missionario salesiano in Madagascar

All’età di 81 anni, il 12 giugno scorso, in Madagascar, si è spento il missionario salesiano coadiutore Elio Abbio, originario di Monticello d’Alba. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato su IdeaWebTV a cura di Danilo Lusso.

Monticello d’Alba: si è spento Elio Abbio, era missionario salesiano in Madagascar

All’età di 81 anni, l’altro ieri a Ivato, è morto a causa di un malore improvviso. Originario del Comune roerino, era un salesiano coadiutore: 65 anni di servizio religioso, di cui 24 in Madagascar (dove era arrivato nel 1996 ndr). Prima dell’Africa, si era dedicato ai Salesiani di Venezia

All’età di 81 anni, l’altro ieri a Ivato (Madagascar), a causa di un malore improvviso si è spento Elio Abbio. Originario di Monticello d’Alba, era un salesiano coadiutore: 65 anni di servizio religioso, di cui 24 in Madagascar (dove era arrivato nel 1996 ndr). Prima dell’Africa, si era dedicato ai Salesiani di Venezia.

“Persona semplice e amorevole, simpatico, coraggioso e sempre disponibile, tantissimi di noi lo ricordano per essere stati accompagnati o prelevati in aeroporto ad ogni ora del giorno e della notte ed essere ospitati a Ivato. Era ben noto per aiutare i più poveri e, durante questo periodo di emergenza Covid-19, si è dedicato ai bisognosi ogni martedì e venerdì mattina“, lo ricorda così Marco Sassi, presidente Coordinamento VIM-Volontari Italiani per il Madagascar.

Nel pomeriggio, in Madagascar (dove sarà sepolto), si svolgeranno i funerali. Oggi Monticello d’Alba lo ricorderà in una Santa Messa, domani sarà ricordato nell’Eucarestia all’Istituto Salesiano di Bra.

Salesiani Novara: 40 anni di missione in Papua Nuova Guinea – Don Valeriano Barbero

Domenica scorsa, 14 giugno 2020, la Comunità Salesiana di Novara ha avuto il piacere di festeggiare i 40 anni di missione in Papua Nuova Guinea di don Valeriano Barbero. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

Un pranzo eccezionale, quello di domenica scorsa nella comunità di Novara: mentre la stampa salesiana riportava la notizia dei 40 anni dalla fondazione della presenza salesiana in Papua Nuova Guinea (InfoANS), alla tavola dei confratelli la storia si viveva in diretta!

Don Valeriano Barbero, festeggiato per l’occasione, fu proprio fra i primi salesiani a metter piede sulla grande isola a nord dell’Australia: non per una visita, ma per rimanere!

40 anni fa, il 12 giugno 1980 si celebrava nelle Filippine la festa nazionale: alla mezzanotte, 3 salesiani partivano in direzione sud, verso Papua Nuova Guinea (erano D. Valeriano, D. Fernandez Rolando – filippino – e Giuseppe Kramar, jugoslavo), precisamente alla volta di Port Moresby, la capitale.

Accompagnati dall’ispettore delle Filippine, don Josè Carbonell, trovano ad attenderli il segretario del nunzio, che li portò in nunziatura per la colazione: era già quasi l’alba del 13 giugno (festa del Sacro Cuore), quando D. Barbero e Kramar vanno a dormire a Kerema, ricevuti dall’arcivescovo Patrick Copas.

I pionieri del 1980

 

Alla sera del 14, raggiunti dagli altri due, attraversano la baia di Kerema per arrivare in jeep ad Araimiri, dove il vescovo locale aveva aperto la St. Peter’s extension school (nome inventato per l’occasione, trattandosi di un nuovo tipo di scuola) per accogliere la dispersione scolastica. Mancava tutto… ed anche allora l’opera salesiana è iniziata con un’Ave Maria (era il giorno del cuore immacolato di Maria, gli indizi si sprecano!)

Da allora, in Papua sono sorte nell’ordine: una scuola professionale a Port Moresby con don Giuseppe Savina (piemontese di Acqui), poi un’altra a Rabaul, una a Kundiawa (fra le montagne) e un’altra a Vanimo (al confine tra Papua e il territorio indonesiano che occupa la parte occidentale dell’isola). 

Tutte scuole per ragazzi più o meno giovani che non potevano altrimenti accedere all’istruzione.

Akapiru

Direttore ad Araimiri, Delegato ed economo a Port Moresby, dopo aver ricoperto ogni tipo di incarico formalizzato o meno, anche nelle diocesi … dopo 40 anni si trova a Rabaul come confessore ed economo della scuola, della quale sta tentando di costruire il dormitorio dei ragazzi.

Originario di Bellinzago (No), negli ultimi mesi è a Novara per alcune visite mediche, ma il cuore non si è mai mosso dalla terra papuana e dalla sua gente.

A don Valeriano abbiamo chiesto un paio di cose…

Il momento più bello di questi 40 anni in Papua? Quando, dopo i primi 9 anni ad Araimiri, Valeriano dà vita ad una scuola elementare a Lariau come estensione della missione di Araimiri: 5 anni vissuti praticamente da solo, viaggiando in barca o a piedi e in bici tra i villaggi.

Cosa impara un missionario? Che il fare può essere di tante persone, ma toccare il cuore è solo di chi ha il coraggio e il tempo di stare con la gente. Nell’andare a consolare una persona in lutto in un villaggio, questa gli dice “Non venire con il tuo crocifisso, vieni tu di persona, lasciami sentire l’odore della tua presenza, la tua vicinanza… allora poi parleremo anche del tuo crocifisso”.

Grazie don Valeriano per la tua storia, perché non è solo memoria ma ancora desiderio di futuro!

I festeggiamenti di Don Valeriano Barbero – Domenica 14 giugno 2020

Si è spento don Agostino Tardivo, per decenni missionario in Egitto

Il giornale d’informazione in Cuneo e provincia La Guida dedica un articolo al salesiano don Agostino Tardivo, sacerdote missionario originario di Chiusa Pesio (CN) arrivato all’età di 91 anni, purtroppo mancato nella giornata di ieri. Di seguito l’articolo pubblicato sul giornale a cura di Fabrizio Brignone.

Si è spento don Agostino Tardivo, per decenni missionario in Egitto
Il coronavirus lo ha strappato all’affetto della sua grande famiglia, che aveva dato sei figli alla Chiesa come missionari

San Benigno – La malattia è stata più forte delle avversità nella vita: nella mattinata di oggi (martedì 5 maggio) il coronavirus ha strappato all’affetto dei suoi cari don Agostino Tardivo, 92 anni, per decenni missionario salesiano in Egitto, che da marzo 2015 era nella struttura torinese di Valdocco.
Originario della frazione cuneese San Benigno, la sua numerosa famiglia aveva dato molto alla Chiesa: sei dei dieci figli maschi – cui si aggiungeva una sorella – sono diventati missionari (nella foto sotto, scattata nel 1960, i sei sono con Papa Giovanni XXIII). Una famiglia molto unita, da cui proviene anche la religiosa che lo ha aiutato in questi anni: suor Carmela, figlia del fratello Bartolomeo, trasferita da piccola a Caraglio e da anni anche lei a Valdocco. Don Agostino Tardivo aveva festeggiato i 90 anni a fine giugno 2018, nell’abbraccio della sua grande famiglia: viene ricordato con affetto per i suoi modi sempreumili e cordiali, per la sua grande fede e per la sua testimonianza continua, sempre con un sorriso.