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Il Torinese – Missionari e civiltà contadina, i musei del Colle Don Bosco

Pubblichiamo l’articolo de Il Torinese sul Museo etnologico missionario al Colle don Bosco.

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Ci sono le spade dei samurai, i mitici guerrieri giapponesi, le armi da lancio dei gauchos delle pampas argentine, il tucano, l’anaconda, utensili giunti dall’India e dalla foresta amazzonica per la tessitura, la pesca e la caccia, statue dei Buddha, arnesi domestici, abiti e ornamenti. Non mancano oggetti di uso quotidiano realizzati con abilità e con materiali a noi più o meno sconosciuti come la fibra intrecciata, la corteccia battuta, le penne di vari uccelli, la seta, la lacca. Un’ampia parte del Museo etnologico missionario al Colle don Bosco è dedicato alla natura e agli animali imbalsamati come felini, serpenti e volatili di ogni specie.

La collezione comprende più di 10.000 reperti, non tutti esposti, giunti in Italia nel 1925 provenienti da quattro continenti e portati al Colle dai missionari salesiani presenti in 134 nazioni. La mostra permanente, divisa per continenti, inizia dall’America Latina per passare all’Africa, Asia e Oceania. Oggi come ieri i missionari di Don Bosco diffondono nel mondo il messaggio cristiano dedicandosi all’educazione dei giovani, alla formazione professionale, al volontariato in ospedali e ambulatori e prestando il loro aiuto in occasione di emergenze come calamità naturali, guerre e carestie. Dedicato al cardinale Giovanni Cagliero, il salesiano castelnovese che guidò la prima spedizione missionaria voluta da don Bosco nel 1875 in Argentina, il Museo etnologico missionario fa parte del complesso di strutture edificate intorno al Colle Don Bosco.

Tutto il materiale artistico e culturale raccolto dai missionari in Giappone, America Latina, Sud-est asiatico e Paesi africani, documenta la loro attività e fa conoscere le tante culture presso le quali hanno vissuto e dove continuano ancora oggi la loro missione. Aperto il 31 gennaio 1988, nel centenario della morte del Santo dei giovani, il Museo è stato riordinato nel 2000 con un nuovo allestimento. Il percorso della mostra inizia dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco dove è iniziata l’attività dei missionari mandati da Don Bosco tra gauchos argentini e popolazioni minacciate dalle malattie e dagli allevatori di bestiame. Poi si entra in Paraguay e in Bolivia, Ecuador, Brasile e Venezuela. Gli oggetti usati nelle case in Kenya ci portano in Africa con contenitori per gli alimenti, coltelli, pestelli per il granoturco, collane o tabacchiere. Maschere e strumenti musicali sono i protagonisti delle danze che ritmano gli eventi della vita quotidiana in Africa come le invocazioni agli spiriti e agli antenati o gli incontri delle società segrete. Dopo una breve puntata in Oceania si passa in Giappone e in Cina e poi in India e nel Sud est asiatico. L’ingresso al Museo missionario è gratuito, le sale sono aperte da martedì a sabato con orario 10-12 / 14,30-18,00, domenica 10,30-12,30 / 14-18 (lunedì chiuso).
Dall’altro lato del complesso salesiano, a pochi passi dalla casetta dove nacque don Bosco, si trova il Museo della Civiltà contadina dell’Ottocento dove ci sono le radici contadine del Santo. É allestito in un vasto salone scavato nel cortile della casa del fratello Giuseppe e nelle stanze della stessa abitazione. Oltre 700 fotografie, raccolte nelle cascine di campagna, mostrano i luoghi e gli oggetti del tempo di don Bosco che visse immerso nella mentalità contadina “nutrita dal vivo senso familiare, dal molto lavoro, dal duro sacrificio, dalla estrema povertà e dalla fede cristiana”. Si vedono per esempio il forno di Giuseppe, le attrezzature per la vinificazione, gli arnesi per la casa e il lavoro nei campi, la cantina, le camere e la stalla. Tutti gli oggetti e le fotografie del museo testimoniano perfettamente questo stile di vita. Il Museo della vita contadina dell’Ottocento è aperto da martedì a domenica con orario 10-12 / 14,30-18,00.

“Li amò sino alla fine”: una mostra temporanea al Museo Etnologico Missionario del Colle Don Bosco

Dal sito InfoANS.

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Nel Museo Etnologico Missionario (MEM) del Colle Don Bosco, a Castelnuovo Don Bosco, è stata allestita una nuova mostra temporanea, pensata per il tempo di Quaresima e Pasqua, riguardante la Morte e Risurrezione di Gesù.

Si tratta di un’esposizione di oggetti che mette in risalto come la fede cristiana abbia trovato la concretezza anche attraverso l’artigianato dei luoghi dove sono presenti i missionari salesiani.

Sculture e dipinti, realizzate con materiali e tecniche differenti tra loro, raffigurano Gesù nelle ultime ore della sua vita fino al momento glorioso della Risurrezione, secondo le fattezze e i costumi tipici delle popolazioni extraeuropee rappresentate nella vasta collezione del Museo.

La mostra, intitolata “Li amò sino alla fine” (Gv. 13,1), non è composta solamente dagli oggetti. Viene infatti contestualizzata alla luce del tema della Strenna del Rettor Maggiore per il 2023 “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA D’OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”.

Seguendo il suggerimento del X Successore di Don Bosco, che nella Strenna elenca le 25 figure di santità salesiana laicale appartenenti alla Famiglia Salesiana (tra Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio), si è scelto di esporre le loro figure a cornice della mostra, perché, come hanno ribadito i curatori dell’esposizione citando il Rettor Maggiore

“si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, che hanno colmato la loro vita con il lievito dell’amore. Amore che si dona fino in fondo, fedele a Gesù Cristo e al suo Vangelo”.

Ciascuno di essi, in diversi modi e situazioni, ha offerto la propria vita per la causa del Vangelo. E l’unione alla Croce di Cristo, nella condivisione delle stesse sofferenze fisiche o spirituali, ha contribuito al concretizzarsi di quell’Amore per i fratelli “fino alla fine”.

Pur essendo dedicata al tempo di Quaresima e Pasqua, la mostra resterà comunque allestita fino ad ottobre 2023 ed è visitabile durante gli orari di apertura del MEM:

  • da martedì a sabato: 10:00 – 12:00 | 14:30 – 18:00;
  • domenica e festivi: 10:30 – 12:30 | 14:00 – 18:00.

Per ulteriori informazioni:

Il Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, da consultare e visitare

Nuovi progetti sono stati realizzati per il Museo Etnologico Missionario (MEM) del Colle Don Bosco, attraverso due canali web della Regione Piemonte: “Mèmora” e “L’arte con chi ne fa parte”. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia di Informazione Salesiana ANS.

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“Mèmora” è la vetrina che mette a disposizione il patrimonio culturale di Musei, Istituti culturali e Archivi storici del territorio piemontese. È il luogo virtuale dove poter condividere risorse e agevolare, attraverso approfondimenti tematici, la lettura del patrimonio stesso da parte di un pubblico ampio e non limitato a soli specialisti del settore. La piattaforma è, infatti, fruibile gratuitamente da studenti, turisti o professionisti che possono utilizzarla in diversi modi trovando in essa beni museali, archivistici, fotografici e naturalistici oltre che a svariati percorsi tematici e di approfondimento.

In Mèmora il MEM presenta 92 oggetti scelti tra quelli conservati nelle vetrine dell’esposizione permanente e due percorsi legati al tema del gioco e della musica tra le etnie. Selezionando i vari menu, è possibile approfondire nuove conoscenze sul grande patrimonio culturale che comprende la collezione del Museo di Colle Don Bosco ma anche degli altri Musei ed Enti che hanno aderito al progetto.

Questa iniziativa, realizzata dal Consorzio del Sistema Informativo (CSI) Piemonte, è stata presentata e resa attiva agli utenti in occasione del XXXIII Salone Internazionale del Libro, svoltosi a Torino dal 14 al 18 ottobre scorso.

Per accedere a “Mèmora” basta semplicemente collegarsi al sito: https://www.memora.piemonte.it

“L’arte con chi ne fa parte”, invece, è l’iniziativa proposta, durante il periodo di lockdown, dall’Associazione Abbonamento Musei Piemonte, con la quale il MEM è convenzionato dal 2002.

Il progetto, rivolto ai Musei del territorio regionale, consisteva nell’individuare un personaggio di rappresentanza che raccontasse il Museo stesso sotto una chiave diversa, caratterizzata da aneddoti e curiosità.

Il MEM ha scelto come protagonista il Cardinal Giovanni Cagliero, perché primo missionario salesiano inviato da Don Bosco in Patagonia, nel 1875, e poi primo Cardinale della Congregazione nel 1915. Nessuno meglio di lui può introdurre ed accompagnare i visitatori attraverso il percorso espositivo che inizia proprio con la vetrina della Patagonia.

Partendo dal suo incontro con Don Bosco a Castelnuovo (2 novembre 1851), si percorre una sintesi della sua vita: gli anni dell’Oratorio, la decisione di rimanere “frate o non frate” comunque con Don Bosco, la partenza verso nuovi orizzonti di missione, l’incontro e il lavoro tra gli emigrati italiani prima e successivamente con i popoli indigeni, il rientro in Italia per la consacrazione episcopale.

La vita del Card. Cagliero, ovviamente, non incrociò “fisicamente” le origini e l’allestimento del MEM del Colle, di molto successivo. Ma si può dire che quello del Cardinale è un “coinvolgimento indiretto” in quanto il Museo è dedicato a lui che insieme ad altri coraggiosi salesiani ha realizzato il sogno di Don Bosco: dilatare sempre più l’orizzonte della sua opera fino ad abbracciare tutto il mondo.

Scheda descrittiva, date e orari riguardanti le visite guidate dedicate a questo tema, sono consultabili al link: https://piemonte.abbonamentomusei.it/Mostre-e-Attivita/Museo-Colle-Don-Bosco-Cardinal-Cagliero

Il Consigliere Generale per le Missioni lancia un sondaggio sui Musei Missionari Salesiani

Venerdì 1 ottobre 2021, don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, in visita al Museo Etnologico Missionario del Colle Don Bosco, ha lanciato ufficialmente il sondaggio organizzato dal Settore Missioni sui Musei Missionari Salesiani. Tale indagine ha lo scopo di tracciare un quadro chiaro delle tipologie di musei missionari esistenti, al fine di favorire l’interscambio ed eventualmente elaborare delle linee guida sulla loro identità e finalità. Don George Menamparampil è stato incaricato come coordinatore del lavoro di ricerca.

Nella giornata, don Alfred Maravilla accompagnato da don George Menamparampil del Settore per le Missioni ha potuto incontrare don Gianni Rolandi, Direttore dell’opera del Colle Don Bosco, e la sig.ra Letizia Pecetto, responsabile del Museo Etnologico Missionario Don Bosco.

Il Museo Etnologico Missionario “Don Bosco” trova le sue origini nell’Esposizione Missionaria Vaticana del 1925 e nella Mostra sul Cinquantenario delle Missioni Salesiane nel 1926, a Torino. Nel gennaio 2000, in occasione del Grande Giubileo, venne inaugurato l’attuale allestimento, arricchito nel 2016 di nuovi contenuti multimediali.

Al Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, una mostra per ricordare Don Albera

Presso il Museo Etnologico Missionario presente al Colle Don Bosco è stata allestita una mostra temporanea per il centenario della morte di Don Paolo Albera, il secondo Successore di Don Bosco. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Al Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco è stata allestita una semplice mostra temporanea per ricordare la figura di Don Paolo Albera, II° Successore di Don Bosco, proprio nell’anno che celebra i 100 anni della sua nascita al cielo, avvenuta a Torino il 29 ottobre 1921.

Si tratta di una piccola esposizione che, attraverso alcune immagini, scritti ed oggetti, vuole far conoscere questo grande salesiano, definito “il piccolo Don Bosco” da tutti coloro che avevano ammirazione per l’Opera salesiana.

Dato il contesto nel quale fisicamente è collocata la mostra, si è scelto di svilupparne soprattutto l’aspetto missionario.

Tre gli elementi che compongono l’allestimento:

• le immagini che illustrano alcuni momenti legati al viaggio da lui intrapreso per visitare le Missioni salesiane d’America, l’incontro con gli Indios Bororo del Brasile, con quelli della Terra del Fuoco, ma anche con i grandi pionieri delle missioni come il Card. Giovanni Cagliero, Mons. Giacomo Costamagna, don Giovanni Balzola;

• i testi, tratti dal libro di don Aldo Giraudo “Don Paolo Albera, maestro di vita spirituale”, delineano perfettamente il suo profilo fisico e spirituale facendone trasparire una grandezza sorprendente;

• gli oggetti della collezione del Museo Etnologico Missionario. È un collegamento “indiretto” quello che unisce gli oggetti esposti e la figura di Don Paolo Albera in questa mostra temporanea a lui dedicata. Tra i circa 10.000 pezzi che compongono l’intera collezione del Museo, non sono presenti oggetti da lui personalmente raccolti. Quelli che il visitatore può ammirare in vetrina sono stati selezionati tra le collezioni portate da alcuni salesiani, inviati da lui stesso in occasione delle spedizioni missionarie organizzate negli anni del suo Rettorato (1910 – 1921).

L’allestimento è stato completato in concomitanza con il 206° anniversario della nascita di Don Bosco. Un “regalo di compleanno” per onorare questo suo figlio di cui ebbe una visione lungimirante, tanto da indicarlo come suo successore a capo della Congregazione salesiana.

Il 16 agosto scorso, tra i primi visitatori c’è stato anche il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, accompagnato dal Direttore del Colle, don Gianni Rolandi.

È possibile visitare la mostra fino al 21 novembre 2021, durante gli orari di apertura del Museo, che sono consultabili sul sito www.memcolledonbosco.it oppure sulla pagina Facebook @MuseoMissionarioColleDonBosco.