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Giovani Salesiani e accompagnamento. Risultati di una ricerca internazionale

È stato pubblicato in questi giorni dalla “Editrice LAS” il volume “Giovani Salesiani e accompagnamento. Risultati di una ricerca internazionale”. Il libro, del sig. Marco Bay, SDB, docente di Metodologia della Ricerca Pedagogica e Statistica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, vede la presentazione dei Consiglieri Generali per la Formazione e la Pastorale Giovanile, rispettivamente don Ivo Coelho e don Fabio Attard.

Nelle sue oltre 580 pagine la pubblicazione intende presentare i risultati dell’ampia inchiesta internazionale realizzata su impulso del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e del suo Consiglio, per ascoltare l’esperienza di vita dei giovani Salesiani in formazione iniziale, dei giovani in ricerca che desiderano diventare Salesiani, di chi ha concluso la formazione iniziale e di parte di coloro che guidano spiritualmente e accompagnano i formandi.

I Dicasteri per la Formazione e la Pastorale Giovanile si sono pertanto fatti promotori dell’inchiesta sul campo – con 38 domande rivolte a (3500) giovani Salesiani e 44 domande alle loro (500) guide spirituali – che ha coinvolto esperti, Delegati ispettoriali per la Formazione, le équipe dei Dicasteri, centinaia di volontari provenienti da una sessantina di Paesi in tutto il mondo e da praticamente tutte le circoscrizioni salesiane, e che si è conclusa grazie al prezioso lavoro del sig. Bay e di don Silvio Roggia, del Dicastero per la Formazione.

Pur nell’intenzione di presentare una ricerca al tempo stesso teorica ed operativa, si è scelto di agire prioritariamente in modo induttivo a diversi livelli, privilegiando l’approccio descrittivo, esplorativo e in parte comparativo per fasi formative e per regioni continentali salesiane, e lasciare ad ulteriori pubblicazioni successive quello interpretativo e prospettico.

Cosa può essere di maggior interesse per un lettore salesiano ordinario? Probabilmente la maggior parte dei commenti liberi ad alcune domande aperte (riportati interamente in questa pubblicazione), che offrono una profonda intuizione dell’anima dei giovani Salesiani di oggi.

Le domande della ricerca potrebbero inoltre essere molto utili per una crescita personale della propria vocazione quotidiana e alcuni fatti possono aiutare a portare avanti e a creare condizioni migliori per l’accompagnamento salesiano.

Il libro è disponibile sul sito della LAS o se ne può fare richiesta presso il Dicastero per la Formazione.

Ecco la video-presentazione del libro “Giovani Salesiani e accompagnamento”:

(Articolo tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana)

Si segnala, inoltre, l’articolo di Veronica Petrocchi che su www.unisal.it, il sito dell’Università Pontificia Salesiana, così presenta il libro “Giovani Salesiani e accompagnamento. Risultati di una ricerca internazionale”:

Sinodo dei giovani e accompagnamento, una ricerca internazionale

di Veronica Petrocchi

Un’inchiesta internazionale per conoscere e rafforzare l’accompagnamento personale e spirituale tra i salesiani è l’obiettivo del volume a cura del prof. Marco Bay “Giovani Salesiani e accompagnamento. Risultati di una ricerca internazionale”.
La ricerca si inserisce all’interno della collaborazione tra il mondo salesiano, da sempre attento alle tematiche giovanili, e la Santa Sede per il Sinodo dei Vescovi che sarà ospitato presso l’UPS dal 20 al 23 settembre prossimo. (https://www.giovaniesceltedivita.org/).

L’inchiesta consta di 4.000 interviste, tra giovani salesiani in formazione iniziale e più di 500 guide o accompagnatori spirituali provenienti da una sessantina di paesi in tutto il mondo, situati in centinaia di case di formazione appartenenti a quasi tutte le circoscrizioni o ispettorie salesiane. Si evince, quindi, la portata mondiale della ricerca realizzata su suggerimento del Rettor Maggiore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, don Ángel Fernández Artime che, insieme al suo Consiglio, hanno deciso di ascoltare l’esperienza di vita dei giovani salesiani in formazione iniziale, dei giovani che desiderano diventare salesiani, di chi ha concluso la formazione inziale e di coloro che li guidano spiritualmente.

Le interviste sono state svolte utilizzando questionari in italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, polacco, grazie alla collaborazione dei Dicasteri per la Formazione e della Pastorale Giovanile della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, promotori dell’inchiesta sul campo che ha coinvolto esperti, delegati ispettoriali per la formazione, le équipe dei dicasteri e centinaia di volontari.

Un ringraziamento particolare per il lavoro svolto va a don Ivo Coelho (Consigliere Generale per la Formazione), Fabio Attard (Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, a Silvio Roggia (Dicastero per la Formazione) e agli altri membri dei Dicasteri, tra i quali Salvador Cleofas Murguía Villalobos, Francisco Santos Montero e Patrick Anthonyraj.

Un’altra grande novità riguarda la possibilità di acquisto del libro, disponibile sia in formato cartaceo sia in e-book, consultabile direttamente a questo link, clicca qui.

Adozione e speranza: un viaggio nel libro di Paolo La Francesca con Amici di Don Bosco

In edicola, a partire da Sabato 31 Marzo 2018, nella nuova edizione de “La Voce e il Tempo“, settimanale della diocesi di Torino, si trova il seguente articolo – curato da Marina LOMUNNO – relativo alla presentazione del libro, tenutasi nei giorni scorsi presso la sede dell’Associazione “Amici di don Bosco”, «Il profumo della speranza» edito da Armando Editore, che racconta il viaggio nell’adozione di Paolo La Francesca alla ricerca delle proprie radici.

 

 

AMICI DI DON BOSCO – PRESENTATO IL VOLUME DI PAOLO LA FRANCESCA

Le adozioni, aroma di speranza

Il profumo della speranza può inondarti all’improvviso, in un momento buio della vita con una scia persistente che ti indica una luce in fondo al tunnel: è la storia di Paolo La Francesca, 30 anni, sposato, una figlia, poliziotto alla Questura di Torino , nato in Brasile e adottato a 20 giorni da una famiglia italiana di Trapani. La sua testimonianza che ha raccontato in un libro (consigliato a tutti i genitori e i figli adottivi) intitolato appunto «Il profumo della speranza» (Armando Editore, Roma 2017), è stata al centro del secondo appuntamento dell’itinerario sulla ricerca delle proprie radici promosso dall’Associazione Amici di don Bosco.

L’incontro, molto partecipato, si è tenuto sabato 24 marzo in via Maria Ausiliatrice 32 a Torino, presso la sede dell’Associazione, accreditata dal Governo italiano per le adozioni internazionali in India, Colombia, Filippine, Mongolia e Benin. Un percorso aperto a tutti gli interessati e pensato per sostenere le famiglie adottive, i figli adolescenti e quanti sono coinvolti nelle storie di adozione nel momento delicato della ricerca delle origini e della doppia appartenenza.

Un tema molto delicato, come è stato sottolineato nell’introduzione da Daniela Bertolusso, di amici di Don Bosco «in un tempo dove alcuni organi di informazione – anche sull’onda dei presunti facili ritrovamenti tramite i social media di genitori naturali tra parte degli adottati – orientano l’opinione pubblica a pensare che tutte le storie dei ricongiungimenti siano a lieto fine…». Ma, come ha raccontato Paolo La Francesca alle numerose famiglie presenti con i loro figli in adozione, l’inquietudine che ogni figlio adottato si porta dentro, soprattutto se nato in un paese lontano, ha bisogno di tempo per trasformarsi da sofferenza in speranza. E, soprattutto, c’è bisogno di rispetto per l’adottato che ha diritto a sapere la verità sulle sue origini; per la scelta della madre e del padre (quando c’è) naturali che spesso non hanno alternative a far crescere il proprio figlio in un’altra famiglia; e rispetto per i genitori adottivi che hanno cresciuto un figlio o una figlia che ad un certo punto sembra voler scappare.

Paolo La Francesca narra con lucidità e fermezza, senza nascondere luci ed ombre e la paura di essere abbandonato due volte (tutte le storie non sono a lieto fine!), il percorso che l’ha condotto all’incontro con la mamma di nascita e i suoi fratelli e dell’integrazione tra le sue due famiglie. Ma ci sono voluti 30 anni, il superamento – grazie a due genitori pazienti e tenaci, delle crisi adolescenziali – dei silenzi, delle porte sbattute, dei «tanto non siete mia madre e mio padre…». E poi l’incontro con la donna giusta e la nascita di una bambina che ha convinto Paolo ad andare in Brasile «a cercare la seconda nonna».

Una vita insomma, un percorso di conoscenza di se stesso prima che delle sue doppie origini. E che, a 30 anni, fa scrivere a Paolo alla fine del suo libro, dopo aver ritrovato la madre che l’ha partorito e riabbracciato al ritorno dal Brasile la madre adottiva: «L’amore di una mamma è sempre amore, è un assoluto che può sbocciare e spandere il suo profumo nei modi più diversi, al di là dei modi in cui si diventa mamme, al di là dei vissuti differenti, al di là di tutto».

Gli insegnavo a camminare: Proposta di Lettura in preparazione al prossimo Sinodo

In un tempo nel quale si avverte l’emergenza educativa e la comunità cristiana è impegnata a riflettere sul grande tema della educazione, è necessario mettersi in ascolto della Parola di Dio, che è il massimo esperto di questo campo.

La Bibbia non propone una teoria dell’educazione né offre le indicazioni metodologiche che spettano alle scienze dell’educazione, ma è ricca di una saggezza pedagogica, che sarebbe un peccato trascurare.

“Gli insegnavo a camminare – Bibbia e Educazione” di Francesco Mosetto edito da LAS – ROMA presenta cinque percorsi biblici. Il primo delinea come, secondo le Scritture del Primo Testamento, “Dio educa il suo popolo”. Il secondo è dedicato ai maestri di sapienza, il cui insegnamento è trasmesso negli scritti detti appunto “sapienziali”. Il terzo invita a guardare a Maria e Giuseppe “educatori” di Gesù. Nel quarto osserviamo il cammino educativo che Gesù maestro fa compiere ai discepoli. Il quinto capitolo è dedicato a san Paolo, pastore ed educatore delle giovani comunità che ha fondato.

 

 

I MIEI PAPI del Cardinal Tarcisio Bertone: Mercoledì 14 marzo 2018 a Valdocco, ore 17

Gli incontri, i ricordi, i segreti di un testimone del nostro tempo

“I MIEI PAPI” di Tarcisio Bertone – Editrice Elledici –

Mercoledì 14 marzo 2018 ore 17:00 Aula Sangalli – Valdocco

Il Cardinale Tarcisio Bertone ha vissuto i momenti salienti della storia contemporanea del Vaticano ed è oggi testimone del cuore della cattolicità.

Questo volume raccoglie un percorso che comprende sette incontri con i sette grandi Pontefici (Pio XII, Giovanni XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco) che hanno costruito, negli ultimi settant’anni, la Chiesa che oggi viviamo.

Il volume si avvale della Prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Numerosi sono i richiami ai rapporti tra i Papi e il mondo salesiano.

Il libro – come scrive nella introduzione il Cardinale Ravasi – «è proprio una storia di incontri, un “percorso concreto”, come lo definisce il suo stesso autore che qui testimonia “il suo desiderio di incontrare i Papi”. L’itinerario che propone comprende una collana settenaria di incontri che partono da lontano e progressivamente si avvicinano fino al punto di trasformare l’incontro in un abbraccio».

L’avvincente lettura di questo libro di memorie, ricco di testimonianze inedite, permetterà di conoscere meglio la figura di questo Cardinale, ex Segretario di Stato del Vaticano, a contatto con i “suoi” Papi.

Il libro verrà presentato Mercoledì 14 marzo 2018, alle ore 17, presso la Sala Sangalli Valdocco, Via Maria Ausiliatrice, 32 a Torino, alla presenza dell’autore.
Sua Eminenza risponderà alle domande del giornalista Domenico Agasso jr. de La Stampa – Vatican Insider.

 

Lettere di Santa Giovanna di Chantal

Santa Giovanna di Chantal è poco conosciuta dal pubblico italiano. Eppure, fondatrice con san Francesco di Sales dell’Ordine della Visitazione, è un gigante della santità. Non ha scritto trattati ascetici o libri di teologia, ma soltanto lettere. Secondo gli esperti ne ha scritte o dettate circa trentamila, di cui tremila sono giunte a noi. Scrive quasi unicamente alle sue Figlie, alle superiore dei monasteri che si vanno diffondendo in Savoia, in Francia, in Piemonte (alla sua morte saranno ottantasette!). Nelle sue lettere si respira una grande umanità, che si traduce in capacità di comprendere, libertà di amare, generosità nel perdonare, forza nell’incoraggiare e nel sostenere, gioia nel condividere. Ed è questa umanità che la conserva mamma dei suoi figli e, al tempo stesso, la trasforma a poco a poco in Madre delle sue Figlie. A distanza di quattro secoli queste lettere, per la prima volta in Italia, conservano tutta la loro freschezza, semplicità e luminosità e sono una miniera preziosa per quanti oggi intendono seguire e percorrere il cammino verso la santità salesiana.