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Presente e futuro per i giovani poveri: la sfida di Salesiani per il Sociale nell’assemblea nazionale

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale che si terrà da domani a Roma.

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Dal 16 al 18 settembre, al Teatro Roma in via Umbertide – Roma, si terrà l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale, dal titolo: “Organizzare la speranza – Sogno, progetto, impresa”.

“L’assemblea vuole iniziare un processo di partecipazione dal basso, per riflettere e progettare il sociale della nostra realtà associativa. Laici, salesiani, esperti del settore che ci aiuteranno a riflettere sui contenuti per programmare insieme il “welfare salesiano” a misura dei nostri giovani che vivono nelle periferie, nelle case famiglia, nei centri diurni, negli oratori. Sarà importante ascoltare e coinvolgere i giovani del Servizio Civile, gli educatori delle opere e servizi sociali. Insieme scriviamo il presente e il futuro della nostra associazione“, spiega don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS.

Un programma ricco di interventi che aiuteranno la riflessione e saranno propedeutici al lavoro di scrittura dal basso che si terrà dal sabato pomeriggio.
Saranno con noi, tra gli altri: Lucia Abbinante, direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, Marco Pagniello, Direttore Caritas Italiana, Maria Grazia Mazzola, inviata speciale del TG1 e referente della rete informale accoglienza afgana, Marco Rossi Doria, Presidente Fondazione con i Bambini, Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum del Terzo Settore e don Stefano Aspettati, Ispettore delegato per l’Emarginazione e il Disagio giovanili.

FMA – Convegno internazionale sull’Apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’educazione

Dal 25 al 30 settembre 2022 si terrà a Roma il convegno internazionale “Apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’educazione“. L’evento, che si terrà presso la Casa Generalizia FMA in via dell’Ateneo Salesiano 81, è organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» e promosso dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).

Inserito nel movimento in atto per sostenere il Patto educativo globale lanciato da Papa Francesco e cooperare a un nuovo modello di sviluppo attraverso l’apporto originale delle FMA all’educazione, a partire da dati storici fa il punto su alcuni aspetti dell’apporto delle FMA all’educazione, stimola il confronto con le sfide del presente, rilancia la missione educativa delle FMA nell’oggi e nel domani.

Il convegno, che si svolgerà sia in presenza che online (con traduzione simultanea in italiano, inglese, francesce, spagnolo e portoghese), è aperto alle Figlie di Maria Ausiliatrice, agli Istituti di Studi Superiori FMA, ai collaboratori delle comunità educanti, ai membri della Famiglia Salesiana, agli educatori religiosi e laici, cristiani e non cristiani, agli esponenti di organismi o istituzioni interessati all’educazione, agli studiosi di scienze dell’educazione e ai giovani.

Contatti:

  • convegnofma150@gmail.com
  • segreteria.convegnofma150@gmail.com

Clicca qui per leggere il programma del convegno

Due salesiani nella lista dei nuovi cardinali annunciati

Papa Francesco ha annunciato, dopo la preghiera mariana del 29 maggio, la convocazione del concistoro del 27 agosto per la creazione dei 21 nuovi cardinali. Nella lista sono presenti anche due salesiani: Mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. – Arcivescovo di Dili (Timor Est) e Mons. Lucas Van Looy sdb – Arcivescovo emerito di Gent (Belgio).

Di seguito è riportato l’articolo pubblicato su ANS

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(ANS – Roma) – Oggi 29 maggio, domenica dell’Ascensione e 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco dopo la preghiera mariana del Regina Coeli e la riflessione sul Vangelo, ha annunciato la convocazione del concistoro del 27 agosto per la creazione dei 21 nuovi cardinali. È una gioia notare che due salesiani sono nella lista dei nuovi annunciati: mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. – Arcivescovo di Dili (Timor Est) e mons. Lucas Van Looy sdb – Arcivescovo emerito di Gent (Belgio).

Lucas Van Looy è nato il 28 settembre 1941 a Tielen, Belgio. Ha studiato presso i Gesuiti a Turnhout e presso il Collegio Don Bosco a Hechtel. Entrato nei Salesiani di Don Bosco, ha emesso la prima professione il 25 agosto 1962 e successivamente la professione perpetua il 6 marzo 1968. È stato ordinato sacerdote il 12 settembre 1970.  Ha lavorato in Corea del Sud dal 1972 al 1984. In seguito, ha ricoperto diverse responsabilità di leadership nella Congregazione: Consigliere generale per le Missioni salesiane dal 1984 al 1990, Consigliere generale per la Pastorale giovanile dal 1990 al 1996 e Vicario del Rettor Maggiore dal 1996 al 2003.  È stato nominato vescovo della dioesi di Gent da Papa Giovanni Paolo II il 19 dicembre 2003 e consacrato vescovo dal cardinale Godfried Danneels il 1° febbraio 2004. Papa Francesco ha accettato il suo ritiro nel dicembre 2018, ma gli ha chiesto di rimanere come vescovo fino alla nomina del suo successore. Il 27 novembre 2019, Papa Francesco ha accettato le sue dimissioni e ha nominato Lode Van Hecke come suo successore.

Virgílio do Carmo da Silva è nato il 27 novembre 1967 a Venilale, Timor Est. Dopo aver frequentato le scuole primarie e secondarie salesiane a Fatumaca, è entrato nei Salesiani di Don Bosco e ha emesso la prima professione il 31 maggio 1990. Ha emesso la professione perpetua il 19 marzo 1997 ed è stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1998.Dal 1999 al 2004 e di nuovo dal 2007 al 2014 da Silva è stato maestro dei novizi per i Salesiani. Dal 2005 al 2007 ha conseguito la licenza in Spiritualità presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Dal 2009 al 2014 è stato direttore della Scuola Tecnica di Nossa Senhora de Fátima a Fatumaca. Nel 2015 è diventato Ispettore di Timor Est e visitatoria d’Indonesia. Il 30 gennaio 2016 è stato nominato da Papa Francesco Vescovo di Dili. Nel settembre 2019, Papa Francesco ha nominato Mons. Virgílio do Carmo da Silva come primo arcivescovo di Timor Est.

CFP Torino Agnelli: i carpentieri ferraioli in stage a Roma

Sette allievi del corso per Addetto Carpentiere Ferraiolo al CFP di Torino Agnelli sono partiti alla volta di Roma per il loro periodo di stage. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP di Torino Agnelli.

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Si sa, i confini dei Centri Salesiani sono molto ampi…ecco perché sette Allievi del Centro di Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP sono partiti dalla sede Torino Agnelli alla volta di Roma per il loro periodo di Stage.

I ragazzi hanno frequentato il corso per ADDETTO CARPENTIERE FERRAIOLO, un percorso gratuito di Qualifica Professionale, della durata di 600 ore di cui 240 di stage, finanziato sulla Direttiva Formazione per il lavoro Macro Ambito 1 dalla Regione Piemonte e dal FSE.

Si tratta di una figura professionale che lavora nell’ambito di cantieri edili, in particolare nel settore delle Infrastrutture, e il progetto è nato dalla collaborazione con una grande realtà aziendale come Pavimental Spa, che opera da oltre 40 anni nel settore della costruzione, manutenzione, ripristino e ammodernamento di strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie, aree di servizio.

Tale società è diretta e coordinata da Autostrade per l’Italia S.p.A., che detiene il 99,4% del capitale sociale, e che impiega c.a. 1.500 dipendenti con un valore della produzione pari a 495 milioni di euro.

Mesi fa il percorso del CFP Agnelli ha incrociato quello di Pavimental Spa e altri soggetti partner come OpenJob Metis, SFEP Città di Torino, Fondazione Operti, Ufficio Stranieri ed è nata una sinergia che quest’anno ha formato 30 carpentieri, già assunti e operativi nei vari cantieri in Italia.

Da qui l’idea di specializzare questo nuovo gruppo, attualmente impegnato in cantieri nelle province di Roma ed Avellino, per migliorare ulteriormente la qualificazione delle competenze dei Giovani e permettere loro di costruirsi un nuovo percorso di Vita e di Speranza nel Futuro. Ringraziamo Pavimental per l’accoglienza e l’ospitalità che ci ha accordato.

Altri quattro Allievi sono stati inseriti in cantieri in provincia di Torino, grazie alla collaborazione con l’azienda Calabrò Italia Srl.

I ragazzi sono stati accompagnati da validi insegnanti del settore, tra cui ci fa piacere citare il geom. Dino Fischetti che li ha accompagnati a Roma e sta monitorando il loro stage, e il prof. Garuccio, che li hanno seguiti in tutte le fasi pratiche di settore, oltre che i colleghi Formatori della sede Agnelli, a cui va il nostro ringraziamento per questa esperienza di successo formativo.

Museo Casa Don Bosco al convegno internazionale “Carisma e Creatività”

Il Museo Casa Don Bosco è fra gli ospiti del convegno internazionale “Carisma e creatività. Catalogazione, gestione e progetti innovativi per il patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata”, presso l’Antonianum a Roma, il 4 e il 5 maggio 2022.

Il convegno, che ha come oggetto il patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata in tutte le sue espressioni, si prefigge di consolidare e rendere efficaci le azioni di tutela e di valorizzazione condivise con tutti gli attori che si occupano di questo patrimonio culturale.

La Dottoressa Stefania De Vita, Direttrice del Museo Casa Don Bosco, e don Cristian Besso, sdb, consultore scientifico del Museo e preside dell’Istituto Internazionale Don Bosco (Crocetta, TO) presentano una relazione dal titolo: “L’esperienza del Museo Casa Don Bosco a Torino: riflessioni e azioni intorno al patrimonio culturale dei Salesiani di Don Bosco in Piemonte e Valle D’Aosta” in diretta streaming oggi 5 maggio alle ore 15:30.

Il Convegno, presieduto dal card. Gianfranco Ravasi,  è una iniziativa congiunta della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e del Pontificio Consiglio della Cultura.

Il Santo Padre Francesco ha inviato, all’apertura dei lavori, un Messaggio a tutti i partecipanti del convegno, che trovate in allegato.

Roma: presentazione della ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti

Oggi, giovedì 28 aprile 2022, alle ore 16:00 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” (Aula Volpi) si terrà la presentazione della ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti del 1910, con prefazione di Patrizia Buccino e studio introduttivo di Giorgio Rossi. Di seguito la notizia pubblicata dal sito ANS.

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(ANS – Roma) – È stata edita in questi ultimi tempi, nella serie “Fonti” dell’Istituto Storico Salesiano, edizioni della LAS, la ristampa anastatica dell’opera “Ordinamento scolastico e professionale” di Francesco Tomasetti del 1910, con prefazione di Patrizia Buccino e studio introduttivo di Giorgio Rossi. La presentazione del volume è prevista per domani, giovedì 28 aprile 2022, alle ore 16 (UTC+2), presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma Tre” (Aula Volpi).

L’evento si aprirà con il Saluto del Direttore del Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd), Lorenzo Cantatore, e sarà introdotto e coordinato da don Francesco Motto, SDB.

I relatori invitati saranno:

Fulvio Ghergo, Ricercatore dell’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori);

Cecilia Costa, docente dell’Università degli Studi Roma Tre;

Rocco Pinneri, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio;

Patrizia Buccino, dell’Università degli Studi di Salerno;

don Giorgio Rossi, SDB, docente emerito dell’Università degli Studi Roma Tre

A stilare le conclusioni sarà don Thomas Anchukandam, Direttore dell’Istituto Storico Salesiano (ISS).

L’autore del testo, Francesco Tomasetti, è stato per 14 anni (1903-17) direttore dell’Ospizio Sacro Cuore in Roma al Castro Pretorio, Procuratore Generale della Congregazione Salesiana per 29 anni (1924-53) e anche Postulatore della Causa di canonizzazione di Don Bosco.

Il titolo completo dell’opera ne richiama anche il contenuto: Ordinamento scolastico e professionale. Programmi didattici, Programmi professionali degli alunni artigiani dell’Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma.

Il motivo della “opportuna ristampa” è stato egregiamente illustrato nella Prefazione da Patrizia Buccino, già assegnista di dottorato di ricerca in Archeologia Classica, nella quale richiama l’attualità del rapporto scuola-lavoro, l’interesse e la produzione scientifica intorno alla formazione professionale, la funzione della stessa in chiave educativa e sociale, inoltre la grande attività e l’organizzazione da parte dei Salesiani, specie nel periodo dell’industrializzazione, tale da destare interesse e meraviglia.

L’autore e il contenuto sono stati analizzati nell’accurato Studio introduttivo di Giorgio Rossi, dell’Università Roma Tre. Il lavoro del Tomasetti ebbe un immediato e riconosciuto successo nella stampa, sebbene ne fossero state tirate non molte copie per i maggiorenti salesiani, politici, persone influenti nel settore dell’istruzione e della stampa. Il motivo del successo era costituito dal fatto che si trattava di una pubblicazione agile, di utile uso a carattere teorico- pratico. Si presentavano programmi dettagliati, esempi di registri, tabella per la “mancia” agli artigiani, fogli informativi, l’organizzazione per le esposizioni, con richiami comunque di ordine pedagogico e religioso.

L’Osservatore Romano del 3 giugno 1910 scriveva:

“In Italia nessuno fin’oggi aveva pensato a organizzare l’insegnamento professionale in modo che ne risultasse un tutto armonico. Primo tentativo che meritava di essere segnalato, perché esso avvia l’insegnamento professionale su una nuova strada e gli apre più ampi orizzonti”.

Il giornale Perseveranza di Milano del 26 maggio 1910 intitolava addirittura il pezzo:

“Un primo riuscito tentativo di università professionale in Italia”.

Vogliamo inoltre segnalare che nei programmi di insegnamento era inserita anche la materia “sociologia”, ben presente nelle direttive della Congregazione. Si proponeva la conoscenza delle “varie scuole e dottrine sociali”, come il liberismo, il socialismo, la democrazia cristiana; inoltre, l’azione sociale della Chiesa, la soluzione della questione sociale, le varie forme della organizzazione sociale, il contratto di lavoro, le varie forme di salario, la legislazione sociale.

 

 

Il salesiano don Alberto Maria De Agostini al centro di un convegno internazionale di studio

Dal 25 al 27 aprile 2022 si terrà a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana, un convegno su Don Alberto Maria De Agostino, autore delle ultime foto degli indios AlakalufOna, Tehuelche e Yamana. Diversi studiosi universitari, centri di studio, musei d’Italia , Argentina e Cile andranno a illustrare la figura di Don Alberto Maria.

Di seguito la notizia pubblicata dall’ANS:

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(ANS – Roma) – “Don Alberto Maria De Agostini, l’uomo, la natura, l’arte, la scienza” è il titolo di un convegno internazionale di studio che l’Istituto Storico Salesiano terrà a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana, dal 25 al 27 aprile 2022. Studiosi di università, centri di studio, musei d’Italia, Argentina e Cile prenderanno la parola per illustrare la figura di questo salesiano, morto 62 anni fa, ma la cui eredità culturale continua ad essere attuale.

A lui si devono le ultime foto degli indios AlakalufOna, Tehuelche e Yamana, popolazioni ormai estinte. Se oggi sappiamo di quanto si sono ritirati i ghiacci alla fine del continente americano è grazie al confronto fra le foto attuali del satellite e quelle che lui fece agli inizi del secolo. Le sue riprese fotografiche e filmiche hanno permesso di stabilire quasi un secolo fa i confini sulle cime delle Ande Argentino-cilene. Se oggi vi è un flusso turistico imponente nella Patagonia e Terra del Fuoco è grazie anche alle sue guide turistiche, ai suoi film, ai suoi libri.

Nato a Pollone-Biella nel 1883 e fattosi salesiano sedicenne, appena ordinato sacerdote, nel 1910, partì missionario per la Patagonia Meridionale. Lavorò come insegnante all’interno delle opere salesiane, ma durante i mesi estivi si dedicò all’esplorazione delle terre, delle acque, delle tribù che vivevano al di qua e al di là dello Stretto di Magellano. Scalatore appassionato, cartografo per nascita, esperto fotografo, esploratore impenitente si improvvisò pure antropologo, geologo, botanico, zoologo, scrittore. Nel 1920 rientrò in Italia per stampare il suo primo libro “I miei viaggi nella terra del fuoco”. Fu un successo clamoroso, internazionale, che si sarebbe rinnovato anche per le altre pubblicazioni nei tre decenni seguenti.

Alla “fine del mondo” don de Agostini tornò otto volte, dal 1928 al 1958, accompagnato da studiosi e dalle migliori guide alpine. Ogni volta si soffermava alcuni mesi o alcuni anni. Nelle lunghe pause in Italia dava una mano come insegnante e confessore nelle case salesiane di Torino, mentre dedicava tempo ad ordinare le sue ricerche, a pubblicare libri, a scrivere articoli su riviste specializzate, a tenere conferenze, a partecipare a convegni scientifici. Non si dette pace finché coronò il suo sogno: a 74 anni organizzò con successo un’impresa sognata da 35 anni: la conquista del mitico monte Sarmiento (2235 m).

Dopo tanto girovagare in luoghi inesplorati ora poteva riposare all’ombra del santuario di Maria Ausiliatrice a Torino, dove la morte lo colse il giorno di Natale del 1960. Don Patagonia, come è stato soprannominato, è un salesiano che ha fatto onore alla Congregazione salesiana, alla Chiesa, alla scienza.

 

“Società, quale progresso?” Intervista a Suor Alessandra Smerilli – Corriere della Sera

Nella giornata di oggi, il settimanale del venerdì del Corriere della SeraSette” dedica un’intervista a Suor Alessandra Smerilli, F.M.A., docente di economia politica e statistica presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione «Auxilium» di Roma. Il tema dell’articolo è incentrato sul progresso della società dove il “prendersi cura” può diventare “cosa pubblica” per creare valore, soprattutto il questo periodo storico di pandemia. Di seguito un estratto dell’articolo redatto da Elisabetta Soglio.

SOCIETÀ QUALE PROGRESSO?
ALESSANDRA SMERILLI «PRENDERSI CURA DIVENTI COSA PUBBLICA: COSÌ SI CREA VALORE»

Dice che questa esperienza della pandemia è stata «un momento duro, ma fecondo». Anzi «rivoluzionario»: perché «questa fase storica ci ha insegnato l’importanza del prendersi cura gli uni degli altri». Ad Alessandra Smerilli, economista, consigliera del Papa e suora dell’ordine di Maria Ausiliatrice, la parola “cura” piace davvero tanto e la ripete di continuo. E cita la filosofa canadese Jennifer Nedelsky, che l’ha ispirata su questi temi: «Quando incontri una persona le chiedi di “cosa” si occupa. Invece proviamo a chiedere di “chi” si occupa». Poi, pensa che per il futuro sia necessario valorizzare le competenze e i talenti femminili, «perché le donne hanno chiaro il senso dell’I care , ne fanno esperienza nella vita privata e devono trasferire questo approccio nella dimensione pubblica». Infine suor Smerilli guarda al futuro con «grandissima fiducia», pensando soprattutto ai tanti giovani che ha incontrato e incontra e che «hanno visione, entusiasmo, capacità da mettere a disposizione».

Nata 46 anni fa a Vasto, Smerilli frequentava l’oratorio dei salesiani e lì matura esperienze di gruppo e di animazione. Inizia il liceo scientifico ed è brava negli studi: «Studiare mi piaceva proprio ed è rimasta una parte importante della mia vita».

La vocazione quando arriva?

«A 16 anni avevo già chiaro che avrei vissuto per mettermi al servizio. Stavo vivendo una storia molto bella con un ragazzo e ho avuto un lampo: neanche la persona più bella del mondo mi sarebbe bastata. A 18 anni ho lasciato casa e sono entrata dalle Figlie di Maria ausiliatrice a Roma».

E la passione per l’economia?

«Quando stavo scegliendo il corso di studi in realtà non ci pensavo per nulla. Volevo fare una facoltà scientifica, oppure scienze dell’educazione o psicologia e andare nelle periferie di Roma. Invece una madre superiora mi chiama e dice che c’è bisogno di una persona esperta di economia, culturalmente preparata alle sfide del futuro. Una donna che vede lungo, insomma».

E lei?

«Ho obbedito, anche se ero preoccupatissima perché mi vedevo già seppellita nei numeri. Invece mi sono appassionata, soprattutto ai temi dell’economia politica. Al terzo anno di studi mi sono orientata su Economia di sviluppo e ho conosciuto Luigino Bruni: mi sono resa conto che quello che studiavo poteva avere luce nuova. Io ero abituata ad un mondo in cui gli economisti consideravano la dottrina sociale della Chiesa come “giudicante”. Invece ho capito che poteva nascere da lì una teoria economica che ha in sé i presupposti di persona: questo mi ha illuminato e convinta».

Quindi ha deciso di diventare economista.

«Ne ho parlato molto con Stefano Zamagni. E alla fine ho proposto io alla superiora di continuare con la ricerca: mi sono laureata in Economia e commercio con indirizzo Economia politica a Roma 3 per poi proseguire negli studi».

Come la guardavano compagne e compagni?

«Beh, ovviamente all’inizio erano un po’ straniti: in mezzo a 250 persone arriva una col velo…. Ma nel primo anno in cui frequentavo, il grigio era tornato tantissimo di moda e quindi almeno ero di tendenza (ride, ndr ). In realtà sono stati anni bellissimi: avevo quattro anni di più, alcuni si avvicinavano attratti dalla stranezza della mia presenza, altri per dubbi di fede. Poi si è creato un senso di rispetto perché comunque andavo bene e mi fermavo a studiare con compagne e compagni, ci siamo aiutati a vicenda e alcuni rapporti sono diventati amicizie».

I voti perpetui?

«Sono arrivati durante il dottorato che ho fatto alla Sapienza. Poi ho fatto un visiting in Inghilterra e quindi un dottorato part time mentre avevo cominciato ad insegnare alla mia università».

Oggi insegna?

«Si. Economia politica all’Auxilium di Roma. Ho insegnato anche in Cattolica e alla Lumsa, ho tenuto un master di Economia civile in Bicocca».

In cattedra con il velo?

«Alcune volte non lo usavo perché mi pareva che la presenza di un velo nelle lezioni di Economia politica potesse rappresentare un ostacolo e costituire un pregiudizio in partenza».

Ma il fatto di essere una religiosa la fa sentire meno considerata?

«In linea di massima proprio no. Poi capita una volta durante un convegno in Calabria, ho dovuto dire a una persona che aveva evidenti pregiudizi che le cose che stavo dicendo le avevo pubblicato su una rivista scientifica non sul bollettino parrocchiale».

Fiducia?

«Ne ho sempre ricevuta molta: a 35 anni ero nel Comitato scientifico delle Settimane sociali, ad esempio (riunioni di studio per guidare l’azione cattolica nel mondo del lavoro, ndr ). Da una parte ho sempre ricevuto fiducia, dall’altra però ero sempre l’unica in un mondo maschile».

E come si è posta?

«Ho sempre cercato di non mettermi in contrapposizione e di portare competenze. Questo è l’unico modo per dimostrare che c’è bisogno di donne nel pensiero e nell’organizzazione, prima ancora che nei ruoli. Il fatto di essere economista e non teologa mi aiuta molto perché ho una professionalità in un ambito ancora prevalentemente maschile e non comune nella Chiesa».

Il suo rapporto con Papa Francesco?

«Sento molta stima da parte di Papa Francesco e gli sono profondamente grata. Da parte mia c’è il desiderio di essere al servizio della missione della Chiesa. Quando lo incontro ha sempre una battuta e con lui ho solo foto in cui rido».

Lei all’inizio parlava di un momento rivoluzionario.

«È cosi. Intanto dobbiamo smettere di relegare il tema della cura alla famiglia. Prendersi cura oggi significa parlare delle persone in generale, del Pianeta, della collettività. Un tempo rivoluzionario come quello in cui visse san Benedetto: allora si pensava che il lavoro manuale fosse cosa da schiavi, lui diede nobiltà e dignità al lavoro. Il lavoro di oggi è prenderci cura».

Lei come lo esercita?

«Nelle relazioni cerco di occuparmi delle persone che mi stanno intorno in ufficio, come dei miei studenti: di essere una con cui si può parlare e ci si può anche sfogare. Con le mie consorelle vorrei essere più presente: ma sono molto anziane e in questa fase è anche più prudente non avvicinarle troppo visto che io mi muovo comunque».

La vediamo in tivù: si è scoperta comunicatrice?

«La Rai me lo ha chiesto, ho provato e ho scoperto che mi piace. Prima era un programma radio con il pensiero del giorno, poi è cominciata questa trasmissione tivù (A sua immagine, ndr ) che mi coinvolge molto e posso collaborare con l’autore e il regista nella definizione di scaletta e testi. Accostare economia e Vangelo e farlo con volti e storie: mi piace proprio».

Non le manca una persona accanto, una famiglia?

«No, anche se so di avere fatto una scelta di rinuncia: non essermi legata a nessuno è per una risposta a una chiamata e a una missione che mi chiede di essere tutta donata. Non sempre è facile, ovvio. Ma la mia vita è piena e non penso lo sia meno di quella di chi ha scelto altri percorsi. Vivo amicizie profonde che fanno bene al cuore e all’anima. Ecco, se devo dire forse mi manca non avere avuto un figlio o una figlia, ma mi rendo conto che non sono conciliabili e questa rinuncia iniziale mi ha resa sorella e mamma di tutti».

Le donne continuano a faticare a trovare spazio anche nella Chiesa?

«Il tema è caldo e sofferto da tante donne. C’è un processo in corso che in questo momento non si può arrestare: dove lavoro, nella commissione Covid vaticana, siamo tante giovani donne in un team molto dinamico con tanta libertà di muoversi, fare e poter osare, sognare. Un famoso giornalista e conduttore quando è venuto a vedere cosa stiamo facendo mi ha detto: “Dovevo arrivare in Vaticano per trovare le novità”. Ecco, io credo si debba andare oltre certe letture. Questo non significa che il problema non ci sia. Però anche noi donne siamo un po’ timorose e timide e tante volte è difficile pensare che una responsabilità potrebbe essere affidata ad una donna perché stentiamo a farci avanti».

Servirebbero più donne nei posti di potere?

«Non tanto per il potere in sé. Ma perché se non ci sono donne a pensare e decidere, quello che viene deciso fatto e comunicato diventa escludente e tante donne non si riconoscono».

Una chiesa poco attrattiva sui giovani?

«Forse si fa fatica a trasmettere ai giovani il sapore del Vangelo. Ma giovani ne frequento tanti, in università e poi in tutta l’esperienza di Economy of Francesco; il problema non sono i giovani, ma siamo noi che non siamo capaci di affidare loro il cambiamento, e senza giovani non sarà vero cambiamento».

Economy of Francesco continuerà?

«Certo. La bellezza è aver creato una rete tra tanti giovani che desiderano cambiare il mondo e adesso sanno che c’è una comunità che la pensa allo stesso modo e che vuole sostenerli».

Cura solo anima e mente, suor Alessandra?

«È difficile fare di più. Però tutte le mattine mi alzo molto presto e cammino almeno 40 minuti sul Lungotevere o in giro per Roma prima che si svegli. Intanto prego: le mie lodi le prego camminando».

Convocata l’VIII Assemblea Generale IUS

Fissato l’appuntamento della VIII Assemblea Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS): dal 13 al 19 luglio 2021 si terrà presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Un’occasione per ripensare anche alle sfide emerse dal contesto dell’emergenza sanitaria che sta rimodellando la società e la vita dei giovani. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

In occasione della festa di Don Bosco, domenica 31 gennaio, don Marcelo Farfan, Coordinatore Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS), ha convocato l’VIII Assemblea Generale delle IUS, che si terrà dal 13 al 19 luglio 2021 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.

La decisione di tenere l’Assemblea in un contesto ancora segnato dagli effetti della pandemia di Covid-19 vuole essere un segno di speranza per le comunità educative salesiane di educazione superiore, nella misura in cui permetterà ai diversi membri di incontrarsi, condividere opinioni e rinnovare insieme le scelte in favore della vita dei giovani.

L’obiettivo proprio dell’assemblea sarà riflettere e programmare il processo delle IUS in modo che siano sempre più fedeli alla loro identità come settore della missione salesiana nel mondo.

L’Assemblea dovrebbe offrire risultati concreti quali la definizione delle politiche e del programma comune per il periodo 2021-2025, l’approvazione del documento sugli “Orientamenti per una pastorale nelle IUS” e l’elezione delle équipe di coordinamento continentale e regionale per i prossimi anni.

La partecipazione all’Assemblea Generale è un diritto e una responsabilità degli Ispettori e dei Rettori e/o Direttori dello IUS, perché durante l’Assemblea si stabiliscono insieme gli orientamenti e le linee di lavoro che guidano lo sviluppo della presenza salesiana nelle istituzioni di educazione superiore per gli anni successivi.

Durante l’Assemblea è prevista la presenza del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, del Consigliere per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, e dei Consiglieri Regionali che nelle loro regioni di pertinenza accolgono delle IUS.

“L’Assemblea sarà certamente un’occasione per ripensare le nostre istituzioni non solo a partire dalle sfide della Capitolo Generale 28° della Congregazione, ma anche dal contesto post-pandemico che sta rimodellando la società e influenzando la vita dei giovani, soprattutto dei più poveri” conclude don Farfán.

Tutte le informazioni in merito all’VIII Assemblea Generale IUS possono essere trovate sul sito.