Articoli

Tante attività in Valle d’Aosta e all’estero per l’Istituto Professionale di Châtillon

Notizie a cura dei salesiani di Châtillon.

***

Mese missionario al Don Bosco di Chatillon – Caritas diocesana di Aosta

Andrea Gatto, responsabile della Caritas di Aosta, è venuto a spiegare ai ragazzi della prima falegnami e meccanici come opera la Caritas sul nostro territorio.

I ragazzi hanno partecipato positivamente dimostrando interesse. Anche la nostra scuola nel suo piccolo aiuta la Caritas con la raccolta dei vestiti usati.

Partecipazione al Progetto “Alla scoperta della natura: studenti valdostani in rifugio!”

I ragazzi dell’Istituto professionale di Châtillon hanno passato due giorni a Machaby, sopra Arnad.

Una bellissima occasione per conoscersi meglio, giocare assieme e passeggiare tra le nostre montagne! Grazie all’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna per la bellissima esperienza!

Partecipazione alla Giornata divulgativa “La Protezione Civile siamo noi” a Pollein

Le Quarte e le Quinte hanno avuto la possibilità di conoscere e incontrare le realtà valdostane legate all’attività della protezione civile durante la Giornata divulgativa “La Protezione Civile siamo noi” a Pollein.

Stage al estero in Francia

12 ragazzi di quinta hanno partecipato per 4 settimane a degli stage all’estero realizzati grazie a fondi europei. Destinazione: Cluses, Francia.

Scambi internazionali a San Benigno

Dal CFP di San Benigno.

***

“Credo che l’incontro con altre culture e lingue sia molto formativo per i giovani che possono imparare ad apprezzare la propria cultura e quella degli altri”

dice il Direttore del Centro di formazione professionale CNOS-FAP di San Benigno.

In questi giorni il Centro salesiano sta ospitando un gruppo di ragazzi provenienti dalla Spagna.

Sono 8 ragazzi/e frequentanti i corsi di acconciatura ed elettricità a Madrid, accompagnati da due formatori, che fanno un’esperienza formativa di due settimane insieme ai ragazzi italiani.

L’obiettivo è conoscere la lingua e la cultura italiana attraverso il lavoro nei laboratori didattici e nell’interazione con i coetanei italiani.

Inoltre c’è l’opportunità di conoscere la regione dove don Bosco è vissuto e ha fondato le scuole professionali salesiane che poi si sono diffuse in tutto il mondo, in primis in Francia e, appunto, in Spagna.

Contemporaneamente, tre allievi del corso di Tecnico di cucina del CNOS-FAP di San Benigno, Enrico, Jasmine e Simone, stanno facendo uno stage di un mese in Slovenia, precisamente a Maribor.

Cosi scrive uno di loro:

“È una esperienza molto bella! La consiglio a tutti i ragazzi del corso di ristorazione.”

CFP Rebaudengo: un’esperienza inedita di stage nel Settore Elettrico

Dal sito del CFP Rebaudengo.

***

Nel corso di questo anno formativo il Settore Elettrico del CNOS-FAP Rebaudengo ha avviato una nuova forma di progetto di formazione professionalizzante che ha coinvolto due ex allievi del nostro CFP, David e Diego.

I due ragazzi, che al momento frequentano la classe quinta dell’IITS Carlo Grassi in modalità duale, hanno scelto il Rebaudengo come realtà dove svolgere il loro periodo di stage, al fine di sviluppare ulteriormente le loro competenze professionali.

Questa è la prima esperienza, a livello regionale, in cui il nostro ente accoglie stagisti, dimostrando il nostro impegno nell’educare e formare la futura generazione di tecnici elettrici.

I ragazzi saranno presenti due giorni a settimana, per un totale di 12 ore settimanali, per la quasi totalità dell’anno formativo. Non si limiteranno a vivere l’esperienza lavorativa e di studio in un ambiente di ricerca, ma si immergeranno anche nel carisma salesiano che è parte integrante della nostra mission.

Durante questo periodo gli allievi, oltre a migliorare le loro competenze nell’ambito dell’elettromeccanica e a fare ricerca in quell’ambito professionale, svilupperanno un project work che sarà un’occasione di raccontare la loro esperienza e allo stesso tempo di proporre miglioramenti per il settore.

CFP Torino Agnelli: i carpentieri ferraioli in stage a Roma

Sette allievi del corso per Addetto Carpentiere Ferraiolo al CFP di Torino Agnelli sono partiti alla volta di Roma per il loro periodo di stage. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP di Torino Agnelli.

***

Si sa, i confini dei Centri Salesiani sono molto ampi…ecco perché sette Allievi del Centro di Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP sono partiti dalla sede Torino Agnelli alla volta di Roma per il loro periodo di Stage.

I ragazzi hanno frequentato il corso per ADDETTO CARPENTIERE FERRAIOLO, un percorso gratuito di Qualifica Professionale, della durata di 600 ore di cui 240 di stage, finanziato sulla Direttiva Formazione per il lavoro Macro Ambito 1 dalla Regione Piemonte e dal FSE.

Si tratta di una figura professionale che lavora nell’ambito di cantieri edili, in particolare nel settore delle Infrastrutture, e il progetto è nato dalla collaborazione con una grande realtà aziendale come Pavimental Spa, che opera da oltre 40 anni nel settore della costruzione, manutenzione, ripristino e ammodernamento di strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie, aree di servizio.

Tale società è diretta e coordinata da Autostrade per l’Italia S.p.A., che detiene il 99,4% del capitale sociale, e che impiega c.a. 1.500 dipendenti con un valore della produzione pari a 495 milioni di euro.

Mesi fa il percorso del CFP Agnelli ha incrociato quello di Pavimental Spa e altri soggetti partner come OpenJob Metis, SFEP Città di Torino, Fondazione Operti, Ufficio Stranieri ed è nata una sinergia che quest’anno ha formato 30 carpentieri, già assunti e operativi nei vari cantieri in Italia.

Da qui l’idea di specializzare questo nuovo gruppo, attualmente impegnato in cantieri nelle province di Roma ed Avellino, per migliorare ulteriormente la qualificazione delle competenze dei Giovani e permettere loro di costruirsi un nuovo percorso di Vita e di Speranza nel Futuro. Ringraziamo Pavimental per l’accoglienza e l’ospitalità che ci ha accordato.

Altri quattro Allievi sono stati inseriti in cantieri in provincia di Torino, grazie alla collaborazione con l’azienda Calabrò Italia Srl.

I ragazzi sono stati accompagnati da validi insegnanti del settore, tra cui ci fa piacere citare il geom. Dino Fischetti che li ha accompagnati a Roma e sta monitorando il loro stage, e il prof. Garuccio, che li hanno seguiti in tutte le fasi pratiche di settore, oltre che i colleghi Formatori della sede Agnelli, a cui va il nostro ringraziamento per questa esperienza di successo formativo.

CFP Alessandria: “Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo” – Il Piccolo

Di seguito l’articolo pubblicato sul giornale della provincia di Alessandria “Il Piccolo” a cura di Massimo Brusasco, in merito alle attività di stage degli allievi del CFP di Alessandria.

***

Scuola – Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo

Incontro allo Cnos, storico centro di formazione professionale. Lo dirige un prete. «Le aziende hanno fretta di assumere, noi possiamo aiutarle»

Qui ci provano a capire cosa serve alle aziende e cosa ai ragazzi. Di solito, le cose collimano: quelle cercano persone con voglia di lavorare, questi di lavorare hanno necessità. In mezzo, ovvero “qui”, c’è lo Cnos, centro di formazione da anni sulla breccia.

Sede alla Don Bosco in corso Acqui, un prete che fa il direttore, 230 allievi e una trentina di realtà produttive alessandrine come partner: sono quelle che si mettono a disposizione per gli stage e che, da ultimo, siglano i contratti con chi si è specializzato nei laboratori salesiani.

«Però ci vuole pazienza: capisco bene che le aziende, talvolta, hanno urgenza di nuovo personale, ma è fondamentale seguire un percorso formativo corretto, così da mandare al lavoro gente qualificata».

La convinzione è di don Pietro Mellano, il direttore dello Cnos. Da come parla, capisci che ama quello che fa. E che si impegna affinché chi cerca e chi offre trovino qui un punto di incontro.

Voglia di crescere

Le ambizioni sono molte, la voglia di ingrandirsi anche. S’è cominciato con l’ampliare gli spazi, inglobando la vecchia scuola materna; si proseguirà col portare da due a tre anni il corso per riparatore veicoli, «in modo tale che, già dopo la terza media, gli interessati possano essere iscritti, senza attendere il compimento del 16esimo anno d’età».

E così verrà equiparato agli altri due corsi, molto gettonati: meccanica industriale e operatore servizi alle imprese.

Non solo:

«Avremo presto anche un corso annuale di saldo-carpenteria, in modo tale da accontentare chi vuole ottenere una qualifica dopo un solo anno di studio. Che è suddiviso in due parti: metà si svolge nel nostro centro, metà in azienda. È un settore interessante, perché c’è molta richiesta».

Il comparto della meccanica tira parecchio:

«Secondo me è importante che noi e le aziende si definisca insieme il percorso formativo. Le opportunità per chi vuole lavorare ci sono, certo è che a volte la politica non aiuta. Ad esempio, in alcuni casi è impensabile che chi gode del reddito di cittadinanza voglia rinunciare al beneficio per entrare in una fabbrica…».

Ultimamente, la richiesta delle aziende è di personale che abbia competenze trasversali, ovvero meccaniche ed elettriche. Lo Cnos, che è prettamente meccanico, sta valutando collaborazioni con altri istituti:

«Una ricetta vincente potrebbe essere unire gli interessi delle aziende con quelli della formazione professionale e di altre scuole del settore. Il territorio, a oggi, ha bisogno di far funzionare la logistica, e ne siamo ben consci. Anche per questo motivo abbiamo avviato contatti con Confindustria: insieme potremo operare ancor meglio».

Anche gli adulti

Intanto, sono 130 gli allievi che seguono i corsi di qualifica professionale; un centinaio, invece, gli adulti impegnati in lezioni diurne per un futuro da magazziniere o da impiegato nel commercio digitale. Il numero degli stranieri si aggira attorno al 30%:

«Nessun problema di integrazione, ma, in certi casi, bisogna superare le difficoltà linguistiche».

Altra percentuale importante riguarda quelli che trovano un lavoro coerente al titolo acquisito:

«Siamo tra il 67 e il 72%, che non è affatto poco. Mica ovunque si diplomano ragazzi che poi lavorano, in effetti, nel settore per il quale hanno studiato…».

MASSIMO BRUSASCO

m.brusasco@ilpiccolo.net

Valdocco: Erasmus+ ragazzi in stage a Marsiglia

Grazie al programma Erasmus+, domenica 27 febbraio, sono partiti 4 ragazzi del terzo anno del corso di ristorazione del CFP Valdocco  di Torino, per uno stage di un mese nei ristoranti stellati L’Épuisette e Une table au sud e negli Hotel Sofitel Marseille Vieux Port e l’Inter Continental Marseille – Hotel Dieu di Marsiglia.

Di seguito l’ articolo del CFP Valdocco. 

***

Sono partiti domenica 27 febbraio e per tutto il mese di marzo quattro dei nostri ragazzi di ristorazione si cimenteranno in uno stage presso altrettanti ristoranti di Marsiglia. Un’occasione davvero unica nel loro percorso triennale di qualifica che si è potuta realizzare grazie al progetto europeo DB Wave -Q.I., attività nell’ambito del Programma Erasmus+.

Uno degli obiettivi del programma KA1 – Mobilità individuali ai fini dell’apprendimento Progetto: DBWAWE – Q.I., consiste nell’incrementare la qualità della Mobilità nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale (VET) e nel sostenere l’internazionalizzazione delle organizzazioni attive nel campo VET.

George, Jacopo, Kevin e Jin – questi i nomi dei ragazzi di Valdocco da destra a sinistra nella foto insieme al loro collega Riccardo di Savigliano – stanno frequentando il terzo anno del percorso di qualifica in “Operatore della ristorazione – Preparazione Pasti” e sono alla loro seconda esperienza di stage dopo quella che si è svolta tra novembre e dicembre 2021. Esperienze che si sono potute concretizzare nonostante l’emergenza causata dalla pandemia. Tra i ristoranti che si sono resi disponibili ad accogliere i nostri ragazzi gli stellati L’Épuisette e Une table au sud e splendide realtà come l’Hotel Sofitel Marseille Vieux Port e l’InterContinental Marseille – Hotel Dieu.

Auguriamo ai nostri ragazzi, che sono accompagnati dal collega Nicola Dell’Aquila, di apprendere quanto più possibile da questa opportunità e di far conoscere la professionalità e l’allegria dei ragazzi di Don Bosco.

Un sentito grazie alla collega Paola Schinelli della Sede Regionale Cnosfap per tutta la parte organizzativa.

CNOS-FAP: la stagione degli stage – CFP Fossano

Il momento dello stage, è un’esperienza che riguarda in generale gli allievi e le allieve del terzo anno dei Centri di Formazione Professionale affinché possano “mettersi in gioco” e comprendere al meglio quali siano le dinamiche e le regole del mondo del lavoro. Il CFP di Fossano riporta sul sito una descrizione approfondita sul che cosa si intenda per “stage”: che cos’è, come funziona, a che cosa serve, perché è importante svolgerlo. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

***

La stagione degli Stage, in un Centro di Formazione, è una ricorrenza fissa, si ripete ogni anno. È la materia più importante della seconda metà dell’anno formativo, dunque richiede attenzioni, cure, coinvolgimento, come se fosse un ingranaggio delicato. È un momento di passaggio fondamentale, una delle caratteristiche irrinunciabili della formazione professionale… A meno che non si metta di mezzo una pandemia a farlo saltare, come è accaduto negli ultimi due anni.

Lo stage è un’occasione per mettersi in vetrina, cioè mettersi in mostra agli occhi del mondo del lavoro. È una valida opportunità per incontrare da vicino il mestiere che si è scelto di svolgere una volta ottenuta la qualifica.

In genere è un’esperienza che riguarda allieve/i del terzo anno, ma nei percorsi di alternanza scuola lavoro (i cosiddetti percorsi duali) la presenza in azienda è di 400 ore sia nel secondo, sia nel terzo anno di studio.

Perché si fa uno stage? Talvolta la formazione scolastica non permette di comprendere appieno quali sono le dinamiche e le regole del mondo del lavoro. Anche quando gli utensili in dotazione ai laboratori sono moderni e funzionali, simili o analoghi agli strumenti usati dai professionisti del settore, bisogna sempre tenere presente che le lezioni pratiche vengono svolte in un ambiente protetto, dove si bada maggiormente alla spiegazione che al risultato, un ambiente non legato ai tempi e ai rendimenti che bisogna raggiungere quando si svolge un lavoro vero e proprio. C’è una marcata differenza di relazione e rapporti tra il laboratorio scolastico e il laboratorio professionale: il CFP aspetta e rispetta i tempi dell’allievo; il lavoro rispetta i tempi del cliente che, in genere, è impaziente.

La risposta alla domanda sul perché si fa uno stage allora è: toccare con mano come ci si muove sul campo, fare un allenamento in una situazione sfidante, mettersi in gioco per davvero.

Come funziona? Semplificando molto si può affermare che lo stage è come un periodo di studio svolto lavorando presso un’azienda. Ipotizzando per esempio un percorso formativo nella falegnameria, svolgerò lo stage presso un mobiliere, un serramentista, un falegname o un ebanista. Qual è il compito di uno stagista? Dovrà avvicinarsi al lavoro e comprenderne il più possibile le regole e il funzionamento nel poco tempo concesso dal calendario (nel nostro caso sono 320 ore: circa due mesi). Per questo abbiamo parlato di esporsi come in una vetrina. Non come un manichino, però: al contrario dei manichini che sono immobili, inespressivi, innaturali, occorre darsi da fare.

Quali sono allora i comportamenti da tenere durante lo stage? Occorre essere educati, curiosi e umili. L’educazione è una carta di identità in cui si racconta la persona che ne è proprietaria. La maleducazione genera sempre una pessima impressione. La curiosità significa impegnarsi a osservare bene come funzionano e come si portano avanti i lavori, comprendere i segreti degli esperti, fare domande, sforzarsi di capire. Infine bisogna essere umili, cioè riconoscere la propria inesperienza rispettando ogni persona e il suo operato. Le caratteristiche personali vincenti sono la volontà e disciplina. Come sempre. Occorre allora sapersi organizzare, sapersi gestire, riconoscere le necessità e le urgenze del lavoro, anticipandole, se è possibile.Queste qualità sono già di per sé mansioni difficili, ma lo diventano ancora di più perché talvolta agli stagisti vengono affidati i lavori meno impegnativi, più noiosi e banali. Occorre perciò sapersi mettere in mostra partendo proprio da simili occasioni. Svolgere con impegno le mansioni più umili è un’indicazione di serietà e professionalità; è indicazione di affidabilità, la dote più richiesta da un datore di lavoro.

In genere quella dello stage è sempre un’esperienza significativa e importante; spesso è anche un periodo bellissimo che muta il modo di vedere il lavoro e genera entusiasmo. Per questo è un peccato sprecarla dimostrandosi svogliati e inadeguati: sarebbe come buttare nella spazzatura la torta che abbiamo appena estratto dal forno dopo avere faticato tanto per prepararla.

Stage in azienda: una corsia preferenziale per il mondo del lavoro – CNOS-FAP Serravalle

Gli stage in azienda si confermano come una “corsia preferenziale” per entrare nel mondo del lavoro nel modo giusto. Chiara Eligi, grazie al CNOSFAP di Serravalle ha ottenuto il primo impiego in un negozio della città. Si riporta l’articolo scritto in collaborazione tra CNOS-FAP di Serravalle e “Il Novese”, pubblicato su “Novi On Line”.

Ancora una volta gli stage in azienda si confermano come una “corsia preferenziale” per entrare nel mondo del lavoro nel modo giusto. Non a caso il centro di formazione CNOSFAP di Serravalle Scrivia ha da tempo adottato questa strategia: lo stage in azienda infatti serve da punto d’incontro tra gli studenti e le attività commerciali interessate ad assumere.

Questa volta incontriamo Chiara Eligi, 19enne di Novi Ligure, che proprio grazie a CNOSFAP ha ottenuto il primo impiego in un negozio della galleria commerciale Iper a Serravalle Scrivia.

«Frequento il corso triennale di addetto alle vendite presso il centro di formazione – spiega Chiara – Dal 10 dicembre 2020 al 18 febbraio di quest’anno ho fatto uno stage presso il negozio Tezenis. Finito lo stage, dopo un paio di mesi sono stata contattata dall’azienda che prima mi ha offerto un colloquio e, superato questo, mi ha proposto di entrare nello staff del negozio come tirocinante».

Per ora Chiara lavora 32 ore a settimana, che poi diventeranno 40 una volta finito il corso presso il CNOSFAP. «Penso di essere stata scelta per la mia capacità di adeguarmi al lavoro e per la disponibilità nei confronti del cliente», dice Chiara. E se ciascuno di noi ha alcune doti innate, il resto per forza di cose lo dobbiamo apprendere: «Quello che mi è stato insegnato durante le lezioni al CNOSFAP è stato fondamentale», conferma la 19enne novese.

«Quando l’abbiamo vista lavorare durante lo stage ci ha subito convinto – dice Samuela Melissari, 30 anni, store manager di Tezenis Serravalle – Ci è piaciuto il suo modo di fare e il comportamento con la clientela, peraltro in un momento non facile come quello che stiamo vivendo, in cui è necessario soddisfare le esigenze del cliente ma rispettando le regole contro il Covid, quindi mantenendo la distanza, disinfettando i capi e i camerini dopo ogni prova e indossando sempre la mascherina, che dopo un po’ inizia a farsi sentire».

CFP Bra: stage in smart working – Il Nuovo Braidese

Il giornale Il Nuovo Braidese di domani, sabato 16 maggio, dedica un articolo allo Stage in smart working che sta mettendo in campo il Centro di Formazione Professionale di Bra e l’esperienza di Francesca Bordino (in foto) con la quale è stato attivato un percorso di stage in smart working presso la Tesi Squere. Di seguito l’articolo a cura di Franco Burdese.

FORMAZIONE PROFESSIONALE A DISTANZA AL CNOSFAP
Stage in smart working: cosa cambia

La Formazione professionale Regionale prosegue a distanza con il percorso di Formazione Tecnica Speriore IFTS Tecnico Trasfertista gestito da Cnosfap Bra. Il gruppo di venti allievi sta in maniera variegata proseguendo il loro percorso. Sono 8 gli apprendisti che dal 14 febbraio sono tornati in azienda per l’apprendistato formativo mentre per Francesca Bordino (in foto) è stato attivato un percorso di stage in smart working presso la Tesi Squere che la ospita in stage. Proprio su questo argomento dello stage a distanza abbiamo voluto approfondire l’approccio impostato tra Associazione Cnosfap dei Salesiani di Bra e la ditta Tesisquere.

Francesca puoi descrivere cosa significa l’esperienza di stage IFTS in smart working?

L’esperienza di stage in smart working rappresenta per me una sfida alle tradizionali dinamiche di coinvolgimento nel mondo del lavoro e alla rapida evoluzione della tecnologia nelle modalità di interazione e apprendimento. Il continuo coinvolgimento dell’azienda su progetti prima analizzati in ufficio, ha consentito la prosecuzione del mio stage a distanza senza interruzioni, sebbene con modalità diverse.

Quali sono state le esperienze che hai vissuto in stage smart working con Tesisquere?

Tesisquare ha predisposto una serie di coinvolgimenti in web conference su progetti attivi differenti: in questo modo ho potuto partecipare da un lato a pianificazioni d’attività, incontri di analisi e presentazione di progetti ai clienti Tesi, nonché sessioni di formazione individuali con i colleghi per continuare ad essere allineata sugli sviluppi dei relativi argomenti.

Come può cambiare l’esperienza in smart working rispetto a quella che hai fatto in presenza nella prima parte del tuo stage?

Sebbene in prima battuta venga a mancare il contatto umano, aspetto importante in un percorso di inserimento perché permette di conoscere le persone con cui si dovrà collaborare, credo che l’approccio e gli strumenti schierati dall’azienda abbiano comunque consentito la possibilità di continuare a confrontarsi, rendendo così l’operatività nei fatti del tutto paragonabile a quella precedente all’emergenza. Una messa in atto di azioni vincenti che, a mio avviso, potranno diventare la futura normalità.

Come valuti il tuo apprendimento ed il coinvolgimento in questa esperienza?

Laddove il percorso in aula e in azienda nel suo complesso mi abbia permesso di implementare numerose conoscenze, lo stage in smart working mi ha invece consentito di sviluppare skills e accortezze nuove per riuscire a lavorare con i colleghi, seppur trovandomi a casa da sola e priva di esperienza nel campo dell’Information Technology. In merito al mio coinvolgimento, le mie aspettative non sono state disattese: il periodo d’emergenza sanitaria, pur ostacolando il normale svolgersi del percorso, non ha impedito all’azienda di continuare a formarmi e a farmi crescere professionalmente. A Michelle Crosetti , HR Talent Acquisition, ed Elio Becchis,Business e Solution manager SR, di Tesi Squere, abbiamo chiesto di analizzare questa esperienza.

Come valuta Tesi l’esperienza di smart working specifica con l’IFTS?

L’esperienza di smart working specifica con l’IFTS è stata sicuramente una sfida, che però siamo riusciti ad affrontare in modo ottimale. L’esperienza di smart working è nuova nell’azienda, non solo per quanto riguarda questo stage nello specifico, ma per tutti i colleghi che si sono ritrovati a dover svolgere il lavoro da casa e sono riusciti ad organizzarsi al meglio. Nel caso specifico di Francesca, l’organizzazione mirate delle attività da parte del suo responsabile ha reso possibile un risultato winwin.

Come cambiano le modalità di coinvolgimento di uno stage in smart working?

Sicuramente la risorsa deve imparare ad acquisire autonomia più velocemente ad organizzarsi in modo ottimale il tempo a disposizione, le richieste e i dubbi vengono “accumulati” per poi essere risolti tramite un unico meet o chiamata, ma sicuramente si ha la possibilità di testare in autonomia le proprie capacità. Per quanto riguarda le modalità di coinvolgimento sicuramente c’è un passaggio dalla comunicazione faccia a faccia ad una comunicazione digitale, anche il training del tirocinante stesso viene affrontato tramite webinar e videoconferenze.

Quali le potenzialità metodologiche dello smart working?

Il progresso e l’evoluzione tecnologica hanno modificato in modo radicale il nostro approccio, non solo alla vita quotidiana, ma anche a quella lavorativa. L’interesse e le potenzialità dello smart working riprendono aspetti legati al tempo, il risparmio dello stesso e la miglior organizzazione che permette un bilanciamento della vita privata con quella lavorativa (work life balance), la mobilità, quante persone devono affrontare ore di viaggio per raggiungere i posti di lavoro? Lo smart working permette di gestire, non solo il proprio tempo, ma anche le attività e i task lavorativi, la non possibilità di confrontarsi con i propri colleghi nell’istante stesso in cui c’è la necessità (come avviene negli uffici) permette di ragionare maggiormente sul proprio operato, di concludere le proprie attività nel miglior modo possibile e alla fine di cercare un confronto: costruttivo e soprattutto non sbrigativo.

Quali saranno le nuove figure ricercate da Tesi in questo nuovo mercato del lavoro e come possono essere formate con una esperienza IFTS?

Al di là della congettura esterna che stiamo affrontando in questo periodo, le figure di maggior interesse per il nostro settore, e nel particolar modo per Tesi, sono gli analisti di Supply Chain (gestione della catena di distribuzione ndr ). Queste figure devono, oltre a conoscere i processi di Supply Chain, saper dialogare con il cliente per raccogliere i requisiti di quest’ultimo, trasformarli in analisi funzionale e riportare questa allo sviluppatore che procederà con le implementazioni richieste. L’analista è quindi una figura cross tra la parte funzionale e quella tecnica, è il “ponte” tra ciò che il cliente richiede e ciò che viene sviluppato successivamente. È sicuramente una figura importante che richiede flessibilità, adattamento e proattività. Siamo molto soddisfatti, ha commentato Valter Manzone Direttore del CFP di Bra, della capacità di allievi, aziende e della nostra struttura nell’ aver saputo rispondere con prontezza a questa situazione straordinaria. Nuove sfide, nuove opportunità che certamente tutte le componenti sapranno cogliere al meglio.

Franco Burdese

Don Bosco Châtillon: le esperienze degli stage aziendali all’estero dei ragazzi al TGR

“Consentire agli studenti di fare una esperienza di vita e di lavoro all’estero per acquisire nuove competenze professionali e linguistiche” è l’obiettivo del progetto organizzato dall’Istituto Salesiano Don Bosco di Châtillon che anche quest’anno ha permesso a 17 studenti delle classi quarte e quinte di svolgere uno stage aziendale in alcune città della Spagna e della Francia.

Il 31 gennaio scorso, nel giorno della ricorrenza di San Giovanni Bosco, l’edizione del “Buongiorno Regione” del TGR della Valle d’Aosta ha dedicato un servizio alle esperienze di stage all’estero vissute dai ragazzi dell’Istituto. Ospite in studio per commentare il progetto, il direttore dell’opera don Vincenzo Caccia.

(Servizio TGR sull’Istituto Don Bosco di Châtillon dal minuto 14.13 al minuto 20.20)

Gli stage della durata da 1 a 3 mesi sono stati finanziati dalla Sovrintendenza agli studi della Regione Valle d’Aosta e dalla Fondazione CRT.

Uno degli obiettivi principali di questa esperienza è il poter imparare a vivere in autonomia.

La nostra soddisfazione è stata quella di vedere che ad alcuni ragazzi è stata proposta un’assunzione direttamente da queste ditte all’estero. Ci fa piacere e vuol dire che stiamo andando nella direzione giusta.

(Don Vincenzo Caccia in studio al TGR – Direttore dell’Istituto Don Bosco di Châtillon)