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Le “24 ore per il Signore” stabili, instancabili e abituali con la “movida spirituale” di San Salvario e e le iniziative di Maria Ausiliatrice

Anche quest’anno il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione propone la 5ª edizione di “24 ore per il Signore”, nei giorni di venerdì 9 e sabato 10 marzo. Il tema di quest’anno è un’espressione del Salmo 130: “Presso di te è il perdono”: il desiderio è quello di aprire il cuore per farvi entrare la vita di Dio, che lo cambia e lo trasforma e rende felici.

Si pubblica il reportage di “Famiglia Cristiana” a cura di Lorenzo Montanaro, Alberto Laggia e di Maria Elefante che ritraggono, attraverso la loro penna, alcune realtà parrocchiali “sempre aperte” del Piemonte, del Veneto e della Campania che cercano di offrire anche in orari insoliti, e non solo in occasione delle “24 ore per il Signore”, iniziative diverse all’insegna della preghiera e delle confessioni. Qui di seguito, una parte del reportage, che si affaccia alle porte dei salesiani nel quartiere di San Salvario e a Maria Ausiliatrice:

L’anima della notte

VIAGGIO NELLE CHIESE APERTE ANCHE DOPO IL TRAMONTO

IL 9 E 10 MARZO IN TUTTA ITALIA PREGHIERE E CONFESSIONI NON STOP IN OCCASIONE DELLE “24 ORE PER IL SIGNORE”, UN APPUNTAMENTO ANNUALE VOLUTO DA PAPA FRANCESCO. MA CI SONO CITTÀ IN CUI QUESTA È UNA REALTÀ QUOTIDIANA. O QUANTO MENO SETTIMANALE. SIAMO ANDATI SUL CAMPO A VEDERE DOVE E COME.

PARTENDO DAL PIEMONTE

DAL KEBAB ALL’INCENSO, L’ALTRA “MOVIDA”
Le iniziative dei salesiani nel quartiere di San Salvario e a Maria Ausiliatrice

di Lorenzo Montanaro

«In chiesa non vado mai, non so nemmeno se sono credente. Però qui, a quest’ora di notte, c’è qualcosa di speciale: un silenzio che mi piace». Entrano alla spicciolata, qualcuno dopo aver dato l’ultimo sorso al bicchiere di plastica che tiene in mano o l’ultimo morso a un trancio di pizza. C’è chi, all’ingresso, si fa un segno di croce. Chi si guarda un po’ intorno, come per “assaggiare” l’aria.

Di solito si fermano cinque o dieci minuti, ma c’è anche chi si trattiene più a lungo. Entrano perché le porte sono spalancate. Già, una chiesa senza confini e senza barriere. Aperta sulla piazzetta che ogni fine settimana viene invasa da migliaia di ragazzi in cerca di divertimento e locali alla moda. Aperta al punto da assorbire voci, rumori, perfino odori. Dal kebab all’incenso. È

un chiaro esempio di quella Chiesa in uscita voluta da papa Francesco. Ma questa parrocchia ha “giocato d’anticipo”. Questione di un soffio. Era infatti il 2 marzo 2013 (11 giorni prima dell’elezione di Bergoglio) quando don Mauro Mergola, salesiano, parroco della comunità Santi Pietro e Paolo, nel cuore del multietnico quartiere torinese di San Salvario, decise di tenere aperta la chiesa il sabato notte per incontrare i “ragazzi della movida”. Doveva essere un esperimento, legato alla Quaresima. Invece, dopo cinque anni di rodaggio, la “movida spirituale” è una realtà stabile e affermata. Un’esperienza di frontiera. Sì, perché

nelle notti di San Salvario si incontra di tutto. Accanto al divertimento sano, c’è il dolore urlato nello sballo: il consumo di alcol è elevatissimo, come quello di stupefacenti (cannabis, il cui odore dolciastro si sente ovunque, ma anche cocaina e droghe sintetiche dagli effetti devastanti). A questo mondo dai mille volti, chiassoso quanto ignorato, la parrocchia non risponde con la condanna, ma con la presenza. «Noi stiamo sulla porta» racconta Paulo Bošković, salesiano croato, che a Torino si prepara per l’ordinazione sacerdotale. «Tanti ragazzi si avvicinano per incontrarci e fare domande. È il segno di un desiderio spirituale vivo, nonostante tutto».

Tra mezzanotte e le due c’è un flusso continuo di gente che varca le porte della chiesa. Si tratta, per lo più, di piccoli gruppi di ragazzi tra i 18 e i 25 anni. Sara e Laura, entrambe diciottenni, sono entusiaste. «La proposta ci piace molto. È bella la possibilità di un istante di preghiera, magari prima di un’uscita di gruppo con gli amici». Se per loro la vita di parrocchia è esperienza quotidiana, c’è anche chi arriva da percorsi diversi. «No, non mi definirei credente, almeno non nel senso  tradizionale» dice Lorenzo, anche lui neomaggiorenne. «Eppure qui vengo spesso. Mi piace il contrasto tra il frastuono di fuori e la calma che si respira oltre la porta». Chi vuole può scrivere su un foglietto di carta la sua personale domanda e pescare da un

cestino una citazione biblica. In piedi davanti all’altare, don Mauro incontra tutti e con tutti condivide una parola, un saluto, un preghiera. «Affidiamo al Signore esperienze e persone care. Insieme diamo un senso a questo momento. A volte, qualcuno mi chiede di confessarsi».

Col buio ha a che fare anche la proposta che arriva dal santuario di Maria Ausiliatrice, cuore pulsante del mondo salesiano. Alle 21 della domenica c’è la Messa, ma, specialmente in questa Quaresima, già dalle 20.30 sono disponibili quattro o cinque confessori. E la fila di fedeli (soprattutto universitari e giovani coppie) è continua. «Non è solo questione di comodità» osserva il rettore, don Cristian Besso. «La sera è il tempo della riflessione. Come ci ricordano tanti passi biblici, è l’ora in cui l’uomo sente l’angoscia delle giornate che sfumano via, a volte nel non senso. In quest’ora è prezioso l’incontro spirituale».

 

Ecco, il reportage integrale:

24/03: A tu per tu con l’autore di BUONGIORNO, PROFESSORE!

Cosa accade a scuola durante l’ora di religione?
Una domanda difficile, alla quale Andrea Monda, autore del libro edito da Elledici “BUONGIORNO, PROFESSORE!, ha provato a rispondere grazie all’esperienza maturata con il programma televisivo Buongiorno Professore! (34 puntate andate in onda su TV2000). Lo scrittore, nonché saggista e docente di religione egli stesso, ha cercato di indagare sul segreto di quell’unica ora settimanale, rilevando una verità importante: la scuola è innanzitutto una relazione tra persone, il professore e gli studenti, così diverse per età, linguaggi e sensibilità e che, forse, quell’unica ora di religione potrebbe rivelarsi molto edificante nel percorso di crescita e di studio dei ragazzi.

I ragazzi di Andrea Monda hanno scritto i testi per le meditazioni della Via Crucis del Papa del prossimo Venerdì Santo, 30 marzo 2018, al Colosseo a Roma.

Un riconoscimento ai giovani, alla scuola e agli insegnanti da parte di Papa Francesco che affida i testi della Via Crucis del venerdì santo ai liceali romani guidati dal loro professore di religione, Andrea Monda.

Questo il punto di partenza che innescherà una riflessione più ampia in occasione della presentazione del libro, Sabato 24 marzo 2018 alle ore 17,00 presso il Salone Don Bosco a Valdocco (Via Maria Ausiliatrice, 32 – Torino).

Con l’autore, interviene Francesco Antonioli de “Il Sole 24 Ore“. L’introduzione dell’incontro sarà a cura di Don Valerio Bocci, Direttore Generale Editrice Elledici.

 

 

«Cicatrici di guerra. Matrici di pace», convegno sulla Colombia a Valdocco

«Cicatrici di guerra. Matrici di pace»
Giovedì 15 marzo 2018
ore 18 – Valdocco (Sala Sangalli)

Cinquantadue anni di conflitto hanno lasciato sul terreno oltre 260 mila morti, 45mila desaparecidos e 6,9 milioni di sfollati: è il bilancio della guerra civile tra Governo colombiano e le Fuerzas armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), conclusasi il 24 novembre 2016 con un accordo di pace ratificato a Bogotà il giorno 30 dello stesso mese. Del processo di pacificazione in corso si darà conto attraverso un particolare angolo visuale al convegno «Cicatrici di guerra. Matrici di pace» giovedì 15 marzo alle ore 18, a Valdocco, in via Maria Ausiliatrice 32 a Torino – Sala Sangalli (parcheggio auto: ingresso da piazza Sassari), organizzato da Missioni Don Bosco.

Interverranno don Rafael Bejarano, direttore di “Ciudad Don Bosco”, centro salesiano di recupero e di riabilitazione nella città di Medellin, Jazmín, ex- ragazza soldato delle Farc accompagnata da Jovana Ruíz, incaricata dell’inserimento lavorativo e dei tirocini, Bruno Desidera, giornalista di AgenSIR specializzato sulla Colombia e Alessia Andena, referente del progetto di Medellin per Missioni Don Bosco.

Presiederà l’incontro Giampietro Pettenon, Presidente di Missioni Don Bosco; modererà Elisabetta Gatto, antropologa di Missioni Don Bosco.

L’incontro è aperto al pubblico senza necessità di prenotazione, con la possibilità di avvalersi del servizio di baby sitting offerto dall’organizzazione.

Poiché si tratta dell’unica manifestazione pubblica della delegazione in Italia, il convegno sarà trasmesso in diretta streaming nel sito www.missionidonbosco.org.

Per prepararsi all’incontro si può vedere il documentario “Alto el fuego”, letteralmente “Cessate il fuoco”, è un documentario sul progetto di riabilitazione e reinserimento sociale dei bambini soldato delle Farc portato avanti dai salesiani della Colombia:

 

23/02: Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Si celebra oggi, 23 febbraio, primo venerdì di Quaresima, una Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 4 febbraio.

All’Angelus, Papa Francesco propone di guardare “al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo” invitando anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.

Preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice

Nel clima della giornata di preghiera e digiuno indetta dal Santo Padre per impetrare il dono della pace, i fedeli riuniti oggi nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino sono invitati ad offrire la loro preghiera per le necessità della Famiglia Salesiana presente in Siria.

Questa intenzione è espressa da un cero accesso dinanzi al quadro dell’Ausiliatrice in Basilica. Si tratta di una tappa ulteriore del cammino di ringraziamento e preghiera inaugurato dal Rettor Maggiore don Angel Fernandez Artime nel contesto delle celebrazioni per il 150° anniversario della consacrazione della Basilica di Valdocco.”

Uniti insieme, dunque, per indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, sono l’emblema di quelle che il pontefice chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate che TV2000 ha dedicato alcuni servizi, proposti qui di seguito.

Sud Sudan e Congo, nel cuore del Papa e
al centro della Giornata di digiuno e preghiera

Siamo alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera per la pace fortemente voluta dal Papa. Nel cuore di Francesco, la situazione drammatica in Congo e in Sud Sudan, oltre a quella della Siria, paese in cui, negli ultimi giorni, la guerra si è di nuovo infiammata. Da tutto il mondo continuano ad arrivare adesioni all’iniziativa rivolta ai fedeli di tutte le religioni, non solo cristiani. Grande l’impegno della chiesa nei processi di pacificazione nei due paesi africani, dilaniati da guerre civili e piegati da massacri e carestie. Servizio di Maurizio Di Schino

PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE

Nell’Angelus del 4 febbraio 2018 Papa Francesco è tornato a parlare del tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, in particolare in Sud Sudan e Congo. Ha così invitato tutti a partecipare ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace che si terrà venerdì 23 febbraio 2018. In questa occasione abbiamo incontrato alcuni membri della comunità cattolica congolese a Roma: Padre Rigobert Kyungu sj, segretario regionale dei Gesuiti per l’Africa e segretario dei Consiglieri ed Assistenti Religiosi Congolesi di diverse congregazioni a Roma; Barthélemy Hemedi Nasibu, Ricercatore e studente in filosofia politica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e Suor Marie-Pierre OTIBA, segretaria francofona della Sacra Famiglia di Bordeaux. Con loro abbiamo ripreso le parole del Papa del 23 novembre 2017 nella Preghiera e digiuno per il Congo e il Sud Sudan.

In vista della Giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, nata dall’invito di Papa Francesco per evidenziare la situazione drammatica che i due paesi stanno vivendo a causa dei conflitti in atto, dedichiamo il nostro incontro di oggi al Sud Sudan. Abbiamo incontrato tre testimoni di missione in Sud Sudan: Sr Paola Moggi, Direttrice del Centro di Comunicazione Combonifem; Sr Lucia Disconsi missionaria comboniana e Padre Richard Iga Alao dell’Arcidiocesi di Khartoum in Sudan. E con loro, abbiamo riascoltato le parole di Papa Francesco nell’Angelus del 4 febbraio 2018 e in Visita del Santo Padre Francesco alla Comunità Anglicana nella Chiesa «All Saints’» di Roma del 26 febbraio 2017.

 

Ecco, ancora, un interessante articolo di Avvenire a cura di Giulio Albanese che spiega il significato di questa Giornata di preghiera e digiuno per la pace.

 

Con la vita degli ultimi. Questa giornata indetta dal Papa

Ciò che conquista gli animi nei discorsi di papa Francesco è il punto di vista: un inedito sguardo extra moenia o “fuori le mura”, che pensa la Chiesa a partire dal mondo, non viceversa. L’odierna giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan Meridionale, alla quale Francesco invita tutti, si inserisce in questo contesto e dovrebbe indurre chiunque a un serio discernimento su quanto sta avvenendo nei bassifondi della storia. In effetti, i due Paesi dell’Africa subsahariana per cui pregare e digiunare, duramente provati dalle violenze, costituiscono l’emblema di quelle che il pontefice, nel suo magistero, chiama «periferie del mondo».

Ed è proprio la storia di quelle terre insanguinate, pur passando dai resoconti della memoria in mani sempre diverse, quante sono le generazioni, che dovrebbe aiutarci a comprendere quanto aberrante sia l’egoismo umano. Essa, infatti, continua a costituire la narrazione permanente, modulata con generi letterari diversi, di modelli di civilizzazione che in fondo hanno sempre generato, oltre alle guerre, esclusione a dismisura.

Il Congo di cui stiamo parlando, ex possedimento personale di re Leopoldo dei Belgi, è un Paese dove le ingiustizie e le sopraffazioni più terribili hanno rappresentato una costante fin dai tempi del colonialismo. E lo stesso ragionamento può essere riferito al Sud Sudan, la più giovane nazione africana, nata a seguito di una consultazione referendaria nel 2011. Ma anche in questo caso, sia prima dell’indipendenza che poi, a dettare le regole del gioco, sono stati i violenti. Pertanto, la licenza di uccidere, calpestando la dignità umana,va condannata e soprattutto scongiurata, promuovendo cammini di pace. Non basta, cioè, invocare la fine delle ostilità perpetrate dai signori della guerra.

Come diceva il compianto arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, «la pace ha un costo, la pace si paga. Anche il Vangelo, quando dice “A chi vuole toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello”, fa capire che c’è un prezzo da pagare, che non basta invocare la pace». Bisogna essere disposti a sacrificare anche qualcosa di proprio, per questo grande bene; e non solo a livello personale, ma anche di gruppo, di popoli e nazioni. Andando, soprattutto, al di là di quel perbenismo endemico del nostro tempo, per cui le miserie del mondo sono da addebitare, paradossalmente, alle vittime stesse della miseria, sarebbe opportuno interrogarsi sulle cause, quasi mai mediatizzate, che generano morte e distruzione. Ecco che allora scopriremmo intrighi d’ogni genere legati al diktat dell’interesse, poco importa se di questa o quella oligarchia, di questa o quella multinazionale.

È evidente che una vasta umanità dolente, vittima di soprusi a non finire, patisce innanzitutto e soprattutto le conseguenze di legami interessati, maliziosi e artefatti che dipendono dall’ingordigia di chi guarda solo e unicamente alla massimizzazione dei propri profitti. Bisogna chiedersi, allora, pregando e digiunando – se il nostro presente e il nostro futuro non siano intrappolati nelle strutture di peccato, di cui lo sfruttamento e l’abbandono delle «periferie» sono il segno più evidente.

L’impegno deve essere quello di un decentramento, guardando al mondo dalla parte degli ultimi. Non esserne capaci equivarrebbe al sonnambulismo di una fede disincarnata, oppiacea, relegata nelle sacrestie vetuste che sono l’antitesi della frontiera del Vangelo.

Un percorso di conversione, che la mistica quaresimale propone, nella consapevolezza che «essere morali – con le parole del grande sociologo Zygmunt Bauman – significa sapere che le cose possono essere buone o cattive. Ma non significa sapere, né tanto meno sapere per certo, quali siano buone e quali cattive. […] Essere morali significa non sentirsi mai abbastanza buoni…». Il mistero della predilezione di Gesù per i poveri e la loro centralità nei dinamismi del Regno e della missione suggeriscono a ogni Chiesa, nel Nord come nel Sud del mondo, di condividere la vita dei poveri e questa giornata ce lo ricorda.

(Articolo pubblicato su Avvenire.it)

Il Card. Gualtiero Bassetti a Valdocco per celebrare i 150 anni della Basilica di Maria Ausiliatrice

Continuano le iniziative del programma del 150º Anniversario della Basilica di Maria Ausiliatrice, clicca qui per il calendario completo.

Inizierà nel pomeriggio di Venerdì 9 Marzo 2018, la visita del Card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI – Conferenza Episcopale Italiana,  presso la casa madre dei Salesiani del Piemonte e Valle D’Aosta, a Valdocco. Nel programma della visita è prevista alle ore 18,30, nella splendida cornice della Basilica di Maria Ausiliatrice, la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da Sua Eminenza reverendissima. Alle ore 21,00 un Suo intervento dal titolo “LA CHIESA IN ITALIA E IL CAMMINO PROPOSTO DA PAPA FRANCESCO”.

 

Weekend di esercizi spirituali al Colle. Com’è andata?

Il 15 e 16 Febbraio 2o18 si sono tenuti, presso il Colle don Bosco e alcune tappe limitrofe (a Buttigliera e Cascina Moglia), gli Esercizi Spirituali per i ragazzi e le ragazzi che frequentano il biennio delle scuole superiori.

Con “un freddo da Lapponia“, come lo ha definito il delegato di Animazione Vocazionale, don Fabiano Gheller, il quale ha accompagnato i ragazzi in questo fine settimana, qui si sono immersi in un clima di famiglia, di condivisione e di introspezione salesianamente allegra!

Ecco alcune testimonianze fotografiche dell’esperienza:

Il gruppo delle ragazze del Biennio

Il gruppo dei ragazzi del Biennio

>>> Settimana Comunitaria in arrivo!

Si ricorda che è in arrivo a Valdocco un’altra occasione concreta per confrontarsi tra coetanei e salesiani: la Settimana Comunitaria per i giovani (ragazzi) del triennio delle scuole superiori. Si terrà a Valdocco da domenica 25 febbraio a venerdì 2 marzo. Come sempre, sono garantiti i tempi di studio.

Per chi non fosse ancora iscritto, inviare i propri nominativi a don Fabiano Gheller entro mercoledì 21 febbraio.

Festa don Bosco 2018

Giornate di spiritualità della famiglia salesiana: il racconto

La Strenna 2018 e le GSFS2018

Pochi giorni sono trascorsi dalla conclusione, nella Casa Madre della Congregazione Salesiana a Valdocco, di un evento capace di riunire centinaia di persone da tutto il mondo: le GSFS2018 – 36° Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, che hanno lasciato alla Congregazione e, in particolare, all’Ispettoria un grande patrimonio documentale e non solo.

Le GSFS2018 hanno iniziato la scrittura di nuovo capitolo a Valdocco, luogo ove Don Bosco donò il primo messaggio ai suoi figli spirituali e che nel tempo assunse il nome di “Strenna”. Quest’ultima ha ispirato ampiamente i lavori delle GSFS2018: Don Ángel Fernández Artime ha recentemente presentato mediante un video, proposto qui di seguito, la STRENNA 2018 che ha per titolo: “Coltivare l’arte di ascoltare e di accompagnare” e che approfondisce il testo biblico “Signore, dammi di quest’acqua” (Gv 4,15).

Approfondimenti dalle Giornate di Spiritualità:

Guidate dal Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, la Famiglia Salesiana si è dunque avvicinata ulteriormente al Sinodo sui Giovani del prossimo ottobre grazie alla 36a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, tenutesi dal 18 al 21 gennaio.

L’ascolto e l’accompagnamento dei giovani saranno, dunque, gli atteggiamenti che gli educatori salesiani, grazie alle Giornate di Spiritualità, intendono scoprire sempre più e interpretare sempre meglio, seguendo l’esempio di Don Bosco.

Ecco il video dell’intervento di Don Ángel:

L’apertura delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, presso il Teatro Grande di Valdocco a Torino, è stata affidata alle parole del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, X Successore di Don Bosco, che ha accolto e dato il benvenuto agli oltre 400 partecipanti provenienti da più di 50 nazioni di tutte le aree del mondo. Sono stati quattro giorni di condivisione, agape e serio impegno per crescere ancora nel servizio ai giovani di tutto il mondo. Inoltre, il Rettor Maggiore ha lasciato il messaggio nella Strenna 2018

Il video dell’intervento di Suor Paola Casalis:

Il cuore pulsante sono state le testimonianze segnate da quello che è il tema della Strenna: l’ascolto e l’accompagnamento. Suor Paola Casalis, FMA del Piemonte, attraverso un percorso visuale ed artistico avviato a partire dalla contemplazione dell’opera d’arte, ha narrato e descritto i tratti tipici dell’ascolto secondo la tradizione spirituale cristiana e salesiana. Un intervento particolarmente gradito per la ricchezza esperienziale di cui è stato intriso. 

 

Il video dell’intervento di don Juan Crespo:

Nella conferenza tenuta da don Juan Crespo l’esperienza vissuta è diventata riflessione teologale e trinitaria sulle caratteristiche proprie del discernimento e della decisione nel processo di accompagnamento: un percorso in cui comprensione dell’uomo e della sua vocazione e l’introduzione nel mistero trinitario si alimentano a vicenda. La condivisione per gruppi linguistici, oltre a facilitare una maggiore conoscenza reciproca, ha reso evidente la molteplice ricchezza con cui il carisma di Don Bosco si è sviluppato nel corso della storia.

Il video dell’intervento di don Michal Vojtas:

Don Michal Vojtas, Salesiano slovacco, docente all’Università Pontificia Salesiana, ha tratteggiato il contributo tipico del carisma salesiano in un viaggio tra storia della prassi di Don Bosco e pedagogia, mostrandone l’assoluta attualità: come? Con un percorso in più tappe attraverso il quale realizzare l’accompagnamento dei giovani, valorizzandone libertà e personalità. Don Michal ha ancora delineato i margini per inquadrare correttamente tale atteggiamento educativo: “L’accompagnamento non è un percorso lineare, standardizzato…”.

Conclusione delle Giornate di Spiritualità: un sogno che continua

A margine degli ultimi momenti che hanno radunato davvero una moltitudine di affezionati a Don Bosco, l’Assemblea delle Giornate di Spiritualità 2018 ha omaggiato il Rettore Maggiore con un video, a cura di Missioni Don Bosco, per dimostrare ed imprimere sui fotogrammi dello stesso un impegno costante che continuerà sempre a coltivare l’arte di ascoltare e di accompagnare i giovani: 

Guarda la Photogallery su Flickr

 

Si propone qui di seguito il racconto delle 36° Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana a cura della redazione de “La Voce e Il Tempo” mediante la penna di Federico BIGGIO: 

Le giornate di spiritualità,

«Ascolto e relazione»

Il tema della Strenna 2018, «Coltiviamo l’arte di ascoltare e accompagnare. Signore dammi quest’acqua», è stata la colonna portante della 36° edizione delle Giornate di spiritualità della Famiglia salesiana, tenutasi a Valdocco, Torino, da giovedì 18 a domenica 21 gennaio.

Per la prima volta, alla casa madre di don Bosco, 21 gruppi provenienti dai cinque continenti si sono ritrovati insieme al Rettor maggiore, don Àngel Fernàndez Artime, per vivere quattro giornate di fraternità, confronto e condivisione, e per riflettere sull’arte di ascoltare e accompagnare i giovani, con l’essenza del carisma salesiano, il metodo preventivo: un’arte che va coltivata e tramandata, non senza discernimento e forza spirituale – un tema sul quale ha fatto luce l’intervento di don Michal Vojtas, che richiede una trasformazione e fondato sulla relazione educativa, oltre che un «ascolto come condizione, sguardo, silenzio, fiducia e attesa». Le giornate si sono così strutturate, tra conferenze, preghiere, incontri collettivi, lavori di gruppo nel teatro Valdocco presentati dal delegato del Rettor maggiore, don Eusebio Munoz, la solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia. L’ascolto e l’accompagnamento sono i due ‘atteggiamenti’ che gli educatori salesiani personificano nella propria esperienza. Durante la giornata di sabato 20, uno spazio è stato riservato anche alle testimonianze di Sebastiano Coticelli e Titta Boccia, del gruppo Testimoni del Risorto, che hanno presentato, in questo contesto, la storia della loro famiglia, seguiti da Alejandro Sanz e Pili Lance della Pastorale giovanile salesiana spagnola.

Infine, a presiedere l’Eucarestia di domenica 21 gennaio, don Àngel Fernàndez Artime ha ripreso l’invito di Papa Francesco a prestare attenzione alle preghiere liturgiche, autentico motore dell’azione in favore dei giovani, che parte da una «contemplazione a occhi ben aperti», perché don Bosco è accompagnatore proprio perché «discepolo».

Quello degli operatori e dei cooperatori è un impegno serio e consapevole, ha avvertito don Eusebio Munoz, «che deve tenere sempre al centro il Sistema Preventivo, lavorare in sinergia, curare una pastorale vocazionale che faccia conoscere tutti i gruppi della Famiglia Salesiana».

I Luoghi Salesiani: luoghi vivi per la Famiglia Salesiana e i giovani del mondo

La valorizzazione dei Luoghi Salesiani, quei luoghi cioè in cui è nato e si è sviluppato nei suoi primordi il carisma salesiano, è stato uno dei temi affrontati durante lo scorso 27° Capitolo Generale (2014), che infatti li ha posti sotto la speciale e specifica responsabilità del Rettor Maggiore e del suo Consiglio. Oggi dalla “Commissione Luoghi Salesiani”, l’organismo deputato proprio a tutelare, sviluppare ed esaltare tali luoghi, arriva un invito a tutti i membri della Famiglia Salesiana perché li conoscano, li visitino e “li vivano”.

di Gian Francesco Romano (fonte: ANS – Agenzia Info Salesiana

Il Colle Don Bosco, Chieri e Valdocco: questi sono, nello specifico, i tra ambienti che la Commissione Luoghi Salesiani intende promuovere. Ed il motivo è semplice: “i luoghi delle nostre origini sono i luoghi della nostra originalità” spiega don Luca Barone, Direttore della comunità del Colle Don Bosco. Il Colle non è solo il posto in cui Don Bosco nacque. È anche il posto in cui il piccolo Giovannino ebbe il sogno dei 9 anni, che avrebbe orientato la sua intera esistenza e il suo carisma, ed è l’ambiente in cui apprese dall’esempio di Mamma Margherita tanti insegnamenti che si sarebbero rivelati utili per il futuro.

A Chieri si è sviluppato il cammino vocazionale del giovane Giovanni Bosco, è lì che il futuro santo fu aiutato a discernere “come” realizzare la sua missione.

Valdocco, infine, è lo spazio del primo Oratorio stabile, è dove prende concretamente forma, si stabilizza e si sviluppa la pedagogia del Santo dei Giovani.

La proposta della Commissione riguardo a questi luoghi non è solo quella di visitarli, ma comprende partecipare alle celebrazioni, pregare, pensare, riflettere, confrontarsi, condividere insieme, approfittando anche delle numerose opportunità di ospitalità: per immergersi in quel fiume di santità che, originato oltre 200 anni fa, bagna ancora tutti i continenti. “Desideriamo invitarvi a vivere un vero e proprio itinerario spirituale e carismatico” dichiara don Guido Errico, Direttore della Casa Madre Maria Ausiliatrice di Valdocco. “La nuova evangelizzazione in chiave salesiana passa attraverso questi luoghi” conclude don Barone.

Per la maggiore diffusione di quest’invito, grazie alla collaborazione di “Missioni Don Bosco di Torino”, la Commissione ha realizzato un video in tre lingue in cui presenta e illustra la proposta.

 

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Ulteriori informazioni sono disponibili sul:

 

 

La benedizione di Don Ángel Fernández Artime della cripta della basilica di Maria Ausiliatrice

Lo scorso 20 gennaio, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, alla presenza dei rappresentanti della Famiglia Salesiana che hanno partecipato alle Giornate di Spiritualità, ha reso omaggio e benedetto la cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, sacrario delle sepolture dei Rettori Maggiori Salesiani.