Don Bosco San Salvario: L’Educativa di Strada – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo a cura di Stefano DI LULLO in merito all’Educativa di Strada dei Salesiani dell’Opera San Giovanni Evangelista a San Salvario.

SALESIANI – PROSEGUE IL CONFRONTO SUL FUTURO DELLA POSTAZIONE AL VALENTINO

SAN SALVARIO «Apriamo gli Oratori di strada agli universitari»

L’oratorio sulla strada, nel cuore del Parco del Valentino, negli ultimi dieci anni è diventato sempre più fucina di futuro per i giovani più fragili, che da scarti diventano attori protagonisti della società, ma è anche punto di riferimento per ragazzi, famiglie e diverse associazioni attratte da quegli spazi, modello di inclusione.

I Salesiani dell’Opera San Giovanni Evangelista a San Salvario, con gli educatori che si occupano dell’Educativa di strada, hanno recentemente incontrato il vicesindaco Sonia Schellino e l’assessore alle Politiche giovanili Marco Giusta per fare il punto sul futuro della postazione «Spazio Anch’io» al Parco del Valentino in vista dell’avvio dei cantieri per la costruzione del nuovo Campus universitario del Politecnico a Torino Esposizioni. L’allora parroco di Ss. Pietro e Paolo, don Mauro Mergola, a fine 2018 aveva incontrato il sindaco Chiara Appendino chiedendo

«di non lasciare fuori dal progetto le fasce più deboli studiando momenti di integrazione fra gli educatori, i ragazzi che frequentano ‘Spazio Anch’io’ e gli studenti universitari della zona».

Il sindaco aveva incaricato gli edu- catori di stilare un progetto, regolarmente presentato.

Il Comune ad oggi ha garantito che per tutto il 2020 la postazione non dovrà trasferirsi. I Salesiani proseguiranno, quindi, un confronto con le istituzioni, il Politecnico e le associazioni del territorio per strutturare una soluzione non solo relativa ad una nuova collocazione ma ad un rinnovato modello di inclusione a beneficio del territorio ed «esportabile» anche in altre zone della città.

«Il continuo passaggio di classi scolastiche, oratori, associazioni ed anche gruppi universitari di studio da Spazio Anch’io», sottolinea don Mario Fissore, incaricato dell’oratorio salesiano San Luigi, «è indice che l’attività di Educativa di strada in quel contesto interessa e richiama l’attenzione. Non si tratta solo di un luogo di contrasto al disagio giovanile, di bassa soglia, ma anche un punto di integrazione e incontro a disposizione del quartiere e della città».

I Salesiani stanno, infatti, lavorando per inserire sempre di più anche i numerosi studenti universitari che abitano nella zona, divenuta negli ultimi anni a tutti gli effetti un quartiere universitario, nelle attività di accompagnamento, come la formazione professionale, per i coetanei in difficoltà.

In linea con questo spirito lo scorso giugno la parrocchia Ss. Pietro e Paolo ha avviato in casa canonica un’Housing sociale per universitari italiani stranieri con diversi percorsi alle spalle.

«Ci stiano interrogando sulla mission futura dell’Opera salesiana a San Salvario», evidenzia don Fissore, «che certamente può coinvolgere gli studenti degli Atenei torinesi nei diversi progetti portando un indiscutibile valore aggiunto».

Queste considerazioni saranno dunque portate nei tavoli di confronto che seguiranno nei prossimi mesi sul futuro delle nume- rose attività di Educativa di Strada al Parco del Valentino e nelle vie di San Salvario. Per informazioni: www.donboscosansalvario.it.

Stefano DI LULLO

Libero Quotidiano: intervista a don Enrico Peretti

In data odierna, il quotidiano Libero, ha pubblicato un’intervista fatta al Direttore Generale CNOS FAP, don Enrico Peretti, che parla del modo con cui formare i ragazzi nei Centri di Formazione Professionale, per far sì che diventino persone più responsabili a livello educativo e formativo.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato a cura di Giulia Cazzaniga.

«Bisogna avere il coraggio di copiare quel che funziona»

Peretti: «Il Mezzogiorno dev’essere aiutato a recuperare terreno»

Enrico Peretti: lei è un sacerdote, direttore nazionale di un ente storico, il Cnos-Fap, che coordina i Salesiani d’Italia impegnati nella formazione e aggiornamento professionale. Il messaggio di don Giovanni Bosco è ancora attuale?

«Di più: credo sia una delle necessità essenziali oggi. Don Bosco parlava di “buoni cristiani e onesti cittadini”, affiancando a una dimensione spirituale la necessità che i giovani diventino capaci di assumersi responsabilità. La competenza lavorativa non è solo un ambito economico, o politico, ma antropologico: solo una persona matura riesce a costruirsi la vita. Il nostro obiettivo è recuperare la dimensione educativa e formativa».

Un messaggio che vale per i ragazzi più fragili?

«Non solo. In questi 150 anni di storia, la formazione professionale è cambiata. Il 40% dei nostri ragazzi è in situazione difficile espulsi dalla scuola, con famiglie complesse, o immigrati – ma ben il 60% si rivolge a noi come prima scelta dopo un percorso di istruzione nella scuola. Il 50% di loro va a lavorare dopo il triennio e il 35% rientra in percorsi educativi, o per frequentare il quarto anno o in altri ambiti scolastici. Il successo formativo della nostra azione si avvicina al 90%».

Merito dell’impostazione?

«Ne sono certo, e anche del fatto che il 30% delle competenze professionali richieste dal mercato oggi passano dalla formazione professionale. La IeFP in tutte le Regioni è inoltre garanzia di riduzione della dispersione scolastica, ridotta infatti ai minimi nel Nord del Paese».

Nello Stivale c’è una grande frammentazione. Perché al Sud soprattutto la formazione è meno diffusa?

«C’è una corrispondenza con le aree più o meno sviluppate nel mercato del lavoro e si genera purtroppo un circolo vizioso. Le aziende hanno bisogno di 30mila saldatori in tutta Italia, 300 solo a Napoli, dove quest’anno abbiamo riaperto una sede. Quei saldatori non si trovano: mancano le persone qualificate. Anche l’aeronautica non riesce a trovare meccanici a Bari, per fare un altro esempio. Così, un nostro corso di logistica è stato apprezzato dalle compagnie navali, che si sono subito rese disponibili ad accogliere i ragazzi o direttamente o nell’indotto. Così avviene per altre figure in altre Regioni meridionali. Vedo una situazione fortemente differenziata tra le Regioni. In alcuni casi è questione di pigrizia: non si va a verificare come la IeFP funzioni – bene – in altre Regioni e si temono gli investimenti».

Avete un forte rapporto con le aziende: la finalità è portare i giovani al lavoro?

«Le imprese stanno diventando capaci di progettare il loro futuro, sia attraverso la formazione iniziale sia con quella continua. L’apprendistato duale è una grande opportunità. Ci siamo resi inoltre disponibili anche per la riqualificazione dei dipendenti: le imprese ne avranno forte necessità e sarebbe bello se i centri di formazione stessero aperti 10 ore al giorno anche per il personale dipendente. Questo sì che è un circolo virtuoso: le aziende riconoscono in noi fornitori di servizi positivi».

E le soft-skills che oggi sono ricercate dai selezionatori…

«Noi da sempre le insegniamo con la formazione laboratoriale. Perché i nostri ragazzi hanno l’intelligenza nelle mani. Non si insegna loro la regola, la scoprono applicandola. Così le competenze linguistiche e comunicative si imparano attraverso un libretto di istruzioni, ad esempio. L’indagine “Ocse-Pisa 2018” ci assegna risultati vicini a quelli ottenuti da un istituto tecnico: è il riconoscimento che il cammino è qualificante a tutti gli effetti».

Il Biellese – CFP Vigliano: “Cnos Fap, i diplomi per il lavoro”

Sabato scorso nel centro di Formazione Professionale di Vigliano Biellese si è tenuta la cerimonia per la consegna degli attestati di qualifica agli studenti del centro, accompagnati dalle famiglie. Si riporta l’articolo pubblicato in data 10 dicembre 2019 da Il Biellese riguardante la tradizionale cerimonia per la consegna degli attestati dell’anno formativo 2018/19, presenziata dai formatori.

Cnos Fap , i diplomi per il lavoro
Sabato scorso si è svolta la tradizionale cerimonia per la consegna degli attestati conseguiti dagli studenti Una mattinata di festa con studenti e famiglie all’istituto professionale dei Salesiani di Vigliano Biellese

Si è svolta sabato scorso la cerimonia di consegna degli attestati di qualifica, specializzazione e diploma conseguiti nell’anno formativo 2018/19 presso il centro di formazione professionale Cnos Fap dei Salesiani di Vigliano. Hanno presenziato alla cerimonia Lucia Azzolina (sottosegretario del Ministero dell’Istruzione); Cristina Vazzoler (sindaco di Vigliano); Elena Ottino (assessore alla Pubblica Istruzione di Vigliano); Paolo Monfermoso (funzionario Uib);
Cristiano Gatti (presidente Confartigianato Biella); Lucio Reghellin (direttore generale Cnos Fap Regione Piemonte); Mauro Teruggi (responsabile territoriale Area Piemonte Orientale Cnos Fap).
Tecnico per la conduzione e la manutenzione di impianti automatizzati (foto numero 11)
Alessio Bagatin, Diego Battistella, Emanuel Bertocco, Vasyl Bodnaruk, Luca Daglio, Lorenzo Diomedes, Davide Favro, Claudio Forza, Edoardo Giusti, Patrick Grandi, Andrea Guerrini, Joel Haka Arias Gilson, Juri Ngjela, Simone Nocella, Adel Nukic, Luca Paonessa, Sofiane Rachiq, Matteo Ramondetti, Juri Tromboni, Mattia Verzoletto.
Operatore meccanico costruzioni su Macchine utensili (foto numero 7)
Gabriele Baronio, Daniel Casieri, Alex Crestani, Federico Destro, Riccardo Gallo, Kevin Loscalzo, Samuele Marazzato, Paolo Mello Grand, Giona Mosca, Stefano Pozza, Mattia Ravagnani, Lorenzo Sarasso, Giovanni Tabone. Operatore Meccanico – Saldocarpenteria (foto numero 6)
Redouane Chafik, Samir Falco, Thomas Ferrari, Gregorio Fornesi, Fariz Hrnjic, Marius Lazar, Tommaso Macis, Baker Moumen, Riccardo Neggia, Andrea Pozza, Fabio Ruffino, Riccardo Tarabbo.
Operatore di Impianti Termoidraulici (foto numero 8)
Nicolò Bellossi, Lorenzo Bottura, Carlo Marsano, Nicholas Monte, Kevin Gabriele Ongaro, Ludovico Pillon, Leonardo Spigarolo, Eric Paolo Verdoia, Cristian Voltarel.
Operatore del Benessere – Acconciatura (foto numero 5)
Maria Victoria Benedetto, Carola Cesarini, Carola Cirillo, Anna De Rosa, Veronica Favretto, Simone Fiandaca, Vanessa Filippi, Silvia Gillio, Aurora Lonetto, Alessia Meneghini, Miriana Roffino, Grace Roveglia, Deborah Vidale, Annalisa Zoccola.
Operatore Elettrico (foto numero 3)
Andrea Bortoluzzi, Mattia Coggiola, Eduan Gemin, Simone Gusella, Manuel Levis, Domenico Massaro, Andrei Claudiu Matei, Raffaele Oliviero, Andrea Ozino.
Addetto Magazzino e Logistica (foto numero 2)
Samba Bah, Souwaibou Barry Thierno, Aziz Bodi, Mamadou Diarra, Blaise Fabou Ngongo, Baboucar Goudiaby, Yousuf Heidari, Ransford Korsah Kwadwo, Prince Will Owoh.
Operatore specializzato Import – Export (foto numero 9)
Michela Bazzan, Riccardo Becchia, Simona Cantono, Veronica Carà, Pamela Donadio, Barbara Floris, Francesca Maria Gibello, Ruben Gioele Manca, Simona Milani, Nicola Pezzoli, Sefora Porto, Raffaele Rossi, Valentina Russo. Addetto alle M.U. a C.N.C. (foto numero 1)
Davide Beggio, Marius Benchea, Nicholas Bertola, Roberto Bianco, Alberto Crepaldi, Obed Diaz Matos, Oussama El Aouni, Andrea Gruppillo, Ahmed Hamdi, Luca Volpi.
Preparazione al lavoro Lattoneria Carpenteria (foto numero 10)
Rilwan Afolabi, Mamadou Ba, Gibril Bojang, Abdoulaye Diallo, Oumar Diallo Alpha, Marcel Chisom Ebelebe, Youssouph Gomis, Mahamud Dauud Hassan, Demba Jawo, Daouda Kone, Musa Toure,
Manutentore meccatronico di Impianti automatizzati (foto numero 4)
Francesco Albarano, Gian Luca Basso, Fabio Blasi, Mohamed Delmaki, Stefano Gulmini, Simone Marangoni, Alberto Pivani, Sandro Rosso.

IUSTO nella classifica “Leader della crescita 2020” – Il Sole 24 Ore

Il rapporto “Leader della crescita 2020” de Il Sole 24 Ore, pubblicato il 26 novembre 2019, vede IUSTO (Istituto Universitario Salesiano di Torino) all’interno della classifica delle 400 aziende italiane autocandidatesi che hanno ottenuto la maggiore crescita di fatturato tra il 2015 e 2018. Un buon risultato per l’Istituto, dato anche dal fatto che, nel settore Istruzione e Formazione, sono presenti in classifica solo 5 realtà di tale tipologia.

Si riporta di seguito l’articolo dedicato con il rimando alla classifica.

Leader della crescita 2020: la classifica delle aziende italiane cresciute di più

Leader della crescita 2020 è la lista delle 400 aziende italiane autocandidatesi che hanno ottenuto la maggiore crescita di fatturato tra il 2015 e 2018 , realizzata da Sole 24 Ore e Statista. Per essere idonee all’autocandidatura le aziende dovevano rispettare diversi criteri (vai alla metodologia).

Nella classifica – che è al suo secondo anno (ecco quella del 2019) non troviamo grosse star, ma aziende piccole capaci di competere a livello europeo. Prima della fase di registrazione Statista, ricercando attraverso database, liste e registri di imprese pubblici, ha creato una lista di circa 7000 aziende potenzialmente rilevanti e ha invitato migliaia di aziende in Italia a partecipare al concorso tramite posta e email. I dati sono stati certificati da un membro del comitato esecutivo dell’azienda e controllati da Statista.

La classifica, basata sul tasso di crescita media annuale nel triennio (Cagr), è stata discussa e vagliata da Statista e dal Sole-24 Ore.

Formazione Professionale Valle d’Aosta: rinasce la Scuola Cogne

Rinasce la Scuola della ditta Cogne acciai speciali dedicata alla formazione professionale per gli operai valdostani del domani. Il percorso formativo si svolgerà nei locali messi a disposizione nello stabilimento aostano e sarà realizzato dal Cnos-Fap del Don Bosco di Châtillon. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano La Stampa, nella sezione Aosta&Regione.

Accordo tra Regione, Confindustria e acciaieria

IL CASO – Rinasce la Scuola Cogne due anni di formazione per gli operai del domani

F. S. – Rinasce la Scuola Cogne, dalle cui fila, tra il 1938 e il 1995 sono usciti gli operai specializzati dell’acciaieria valdostana. Agli allievi andranno circa 600 euro al mese per due anni.

Attraverso la firma di due protocolli d’intesa tra l’assessorato regionale agli Affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti, Confindustria e Cogne Acciai Speciali Spa, 14 giovani valdostani tra i 18 e i 29 anni, disoccupati, avranno la possibilità di accedere a due anni di formazione specifica per l’industria 4.0 e trovare impiego nel settore industriale locale.

I ragazzi interessati (in possesso di diploma in discipline tecniche, meccanica, elettrica e elettronica, o con cinque anni nella manutenzione del settore industriale) possono già da ora raccogliere la documentazione per il riconoscimento delle esperienze pregresse. A luglio si svolgerà la selezione. Ad oggi i possibili candidati che si diplomeranno l’anno prossimo sono un’ottantina tra studenti del Don Bosco, del Corrado Gex e del Brambilla di Verrès. Il percorso formativo si svolgerà nei locali messi a disposizione dalla Cogne nello stabilimento aostano e sarà realizzato dal Cnos-Fap del Don Bosco di Châtillon. Durerà due anni con 2.000 ore complessive. I partecipanti potranno ottenere la qualifica di tecnico delle manutenzioni meccaniche o di tecnico delle manutenzioni elettriche. Al termine si profilano possibili assunzioni da parte della Cogne o da aziende iscritte a Confindustria Valle d’Aosta. Ai ragazzi andranno circa 15 mila euro. La somma proviene per metà dal Fondo sociale europeo (che per tutto il progetto eroga 500 mila euro) e per l’altra metà da 13 borse di studio messe a disposizione dall’acciaieria e da una messa a disposizione da Nuova Carpenteria Aosta.

«Questa iniziativa corale risponde alle esigenze reali del territorio – dice l’assessore Luigi Bertschy -. Non c’è analisi di bisogno più sbagliata di quella che non trova occupazione finale».

Vestiva i bisognosi e curava le anime: il grande esempio salesiano di don Elio Arcostanzo

Il quotidiano Corriere della Sera riporta la notizia della scomparsa del salesiano don Elio Arcostanzo, 76 anni, vicario parrocchiale da settembre 2017 nella Chiesa Sacro Cuore di Maria di Torino – San Salvario. Si riporta l’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano, a cura di Antonio Chiera.

San Salvario – Vestiva i bisognosi e curava le anime, il grande esempio salesiano di don Elio

Antonio Chiera

«Io sono la Resurrezione e la vita».

Così la comunità Salesiana San Giovanni Evangelista e la chiesa parrocchiale Sacro Cuore di Maria di Torino hanno comunicato l’annuncio della morte di don Elio Arcostanzo, 76 anni, salesiano dal 1960 e sacerdote dal 1971. Era vicario parrocchiale da settembre 2017 nella Chiesa Sacro Cuore di Maria, in precedenza gestita dalla fraternità dei monaci apostolici diocesani di Torino ed ora curata dai salesiani.

Don Elio arrivò nel quartiere San Salvario in città, ed ebbe una grande attenzione, una forte sensibilità per la formazione di gruppi giovanili e di adulti verso la vita cristiana, curando anche personalmente alcuni rapporti e instaurando amicizie profonde. Il suo obiettivo è stato quello di dare forma, insieme alle altre realtà, a un’unica comunità cristiana impegnata al servizio del territorio per renderlo sempre più umano e solidale. Fu proprio la parrocchia Sacro Cuore di Maria a collaborare con la parrocchia SS. Pietro e Paolo di Torino, con lo scopo di sviluppare soprattutto la raccolta e distribuzione di abiti per le persone più bisognose, con un’attenzione particolare verso le singole persone e le famiglie numerose, anche se ancora oggi viene sempre meno l’attenzione per questi; il progetto di Don Elio è stato ampiamente raggiunto in modo solidale, tenendo conto delle richieste di tutti.

Per queste sue qualità oggi tutti lo ricordano con affetto, ammirazione e gratitudine, soprattutto per la sua testimonianza di fedeltà al Signore e per la sua lunga vita donata all’educazione dei giovani, alla formazione di chi frequenta gli oratori salesiani e nel servizio di guida delle comunità cristiane. Don Elio ha collaborato per molto tempo con Don Mauro, che lo ricorda con queste parole:

«Pastore animato da zelo missionario, guida competente e appassionata dei credenti verso il Signore».

Don Elio era amato dai giovani per il suo spirito vivace: amava scherzare e sorridere, per lui il tempo del divertimento non era mai uno spreco.

La celebrazione delle esequie oggi alle 11.30 nella chiesa parrocchiale Sacro Cuore di Maria di via Morgari 11, a Torino.

Famiglia Cristiana – “Le Parrocchie si raccontano”: la Parrocchia abbaziale di San Benigno Canavese

Il settimanale di ispirazione cattolica Famiglia Cristiana dedica un articolo alla Parrocchia abbaziale di Santa Maria Assunta di San Benigno Canavese. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato.

LE PARROCCHIE SI RACCONTANO/ A SAN BENIGNO CANAVESE (TORINO)

FEDE E STORIA A BRACCETTO

Sorse come abbazia benedettina nel 1003. Oggi, l’Assunta non vuole essere un silenzioso scrigno del passato, ma cuore pulsante del territorio.

Lorenzo Montanaro

Una chiesa dal cuore antichissimo, capace però di parlare alla gente di oggi: è la parrocchia abbaziale di Santa Maria Assunta a San Benigno Canavese (in provincia di Torino ma nella diocesi di Ivrea). Le radici di questo luogo sacro affondano nei secoli, fino all’epoca medievale. Era infatti il febbraio 1003 quando, per volontà di Guglielmo da Volpiano (figura di spicco della riforma monastica cluniacense), venne posta la prima pietra dell’abbazia benedettina di Fruttuaria, destinata nel tempo a diventare un punto di riferimento spirituale e culturale noto in tutta Europa. Molti secoli più tardi (era il 1776), il cardinale Amedeo delle Lanze, divenuto abate, diede un nuovo volto all’intero complesso, trasformandolo in una “piccola San Pietro”, sul modello della basilica romana, con uno stile in cui si fondono elementi barocchi e neoclassici. Oggi, grazie anche agli scavi archeologici che hanno riportato alla luce alcuni tra gli elementi più antichi, la chiesa, con le sue stratificazioni, è uno scrigno di raro pregio. «La sfida più grande» spiega il parroco don Gaetano Finetto,

«è far sì che questo luogo dalla storia millenaria non diventi un museo, ma resti una testimonianza di fede viva».

Attorno alla chiesa opera una comunità dinamica e dai tanti volti.

«Molti degli abitanti di San Benigno lavorano o studiano a Torino», spiega ancora il parroco, «il che rende più difficile organizzare dei percorsi strutturati».

Tuttavia, le proposte non mancano: la catechesi interessa 200 bambini e ragazzi tra la seconda elementare e la terza media. Il percorso coinvolge, per gruppi, anche i genitori: nelle “domeniche insieme” vivono con i propri figli dalla Messa al gioco, al pranzo condiviso. Ben viva è anche la tradizione dell’oratorio, che si riallaccia alla figura stessa di don Bosco: infatti, fin dal 1879, a San Benigno sono presenti i Salesiani che lì gestiscono anche una scuola media e un centro di formazione professionale.

Grazie a questa preziosa osmosi, la parrocchia può contare su un nutrito gruppo di animatori, che, dopo aver seguito un percorso di formazione, si mettono a disposizione dei più piccoli. La Messa domenicale di riferimento per famiglie e giovani è quella delle 10.30, animata anche dalla presenza di un coro. Durante alcune celebrazioni i legami con la storia dell’abbazia si fanno particolarmente intensi. È il caso della penultima domenica dell’anno liturgico, quando si fa memoria della dedicazione della chiesa a Santa Maria Assunta. I fedeli vanno in preghiera sulla tomba del cardinale Amedeo delle Lanze, che fu una figura di riferimento e che pare abbia rinunciato al soglio pontificio pur di prendersi cura dell’abbazia.

A proposito di Papi: molti ricordano ancora, con emozione, il 19 marzo 1990, quando papa Giovanni Paolo II visitò la chiesa e celebrò l’Eucarestia con la comunità.

SULLE ORME DI SAN GIOVANNI BOSCO

Salesiano, originario del Veneto, 67 anni, don Gaetano Finetto è da sei anni alla guida della parrocchia abbaziale di Santa Maria Assunta a San Benigno Canavese. Ordinato sacerdote nel 1980, prima dell’attuale incarico è stato parroco in diverse località italiane, da Gorizia a Terni. Attualmente è anche vicario episcopale per la vita consacrata. La sua scelta vocazionale sulle orme di don Bosco lo ha portato a cercare un dialogo privilegiato con i giovani.

«Con loro cerco di costruire un rapporto personale. Se li incrocio per strada, un pensiero o una semplice battuta possono trasformarsi in occasione di incontro».

Tra le sue proposte, il tentativo di coinvolgere nella vita di fede tutti i borghi che costituiscono il paese.

Salesiani Don Bosco Ivrea: riprende il programma radiofonico «Ribelli»

Il programma radiofonico di Eporadio «Ribelli», in collaborazione con l’Istituto Salesiano Cardinal Cagliero e il Comune di Ivrea, riparte per il secondo anno consecutivo. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal Quotidiano del Canavese il 21 novembre scorso in merito al programma.

IVREA – I ragazzi delle scuole medie entrano in radio con «Ribelli»

La prima puntata. domenica, sulla musica, mentre nel secondo appuntamento i ragazzi avranno l’occasione di raccontarsi.

«Ribelli» il programma radiofonico di Eporadio condotto dal Dj Alex Metticelli, in collaborazione con l’Istituto Salesiano Cardinal Cagliero e il Comune di Ivrea, riparte per il secondo anno consecutivo. La prima puntata andrà in onda questa domenica, 24 Novembre e sarà incentrata sul mondo della Musica, mentre nel secondo appuntamento i ragazzi avranno l’occasione di raccontarsi e far sentire la propria voce agli amici e anche agli adulti, una voce che troppo spesso resta inascoltata o incompresa.

La radio quindi entra a scuola, o è la scuola ad entrare in radio?

«Entrambe le affermazioni sono vere, poiché i ragazzi porteranno in trasmissione le proprie istanze, il proprio sentire, mentre la radio li aiuterà ad esprimersi in pubblico e ad articolare un discorso capace di intrattenere una platea – afferma il conduttore Alex Metticelli, che prosegue – gli ascoltatori avranno il privilegio di poter sentire ragazzi adolescenti, dalla prima alla terza media, senza alcun tipo di filtro, entrando nel loro mondo di sogni, valori e richieste di attenzioni, in cui spesso è difficile trovare punti di contatto. Sarà quindi un’occasione unica per superare alcuni preconcetti nei confronti del mondo giovanile e scoprire che il futuro è, probabilmente, in buone mani».

Il programma inoltre prevede anche delle interviste condotte dai ragazzi a politici, funzionari e persone che svolgono lavori socialmente utili. Sicuramente un modo divertente e interattivo di avvicinare anche i più giovani al mondo degli adulti, delle amministrazioni pubbliche e politiche.

Don Bosco Agnelli: L’iniziativa dell’Oratorio salesiano per i bambini dell’Ospedale Regina Margherita – La Voce e il Tempo

I ragazzi della Società Sportiva dell’Oratorio Salesiano dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli lanciano un’iniziativa per Natale: «Dona un dono», un regalo per i bambini e i ragazzi che si trovano all’Ospedale Regina Margherita. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo che uscirà questa domenica, 1 dicembre, a cura di Federico Biggio.

AL REGINA MARGHERITA – L’INIZIATIVA DELLA SOCIETÀ SPORTIVA DELL’ORATORIO SALESIANO

L’Agnelli diventa Babbo Natale per i bambini in ospedale

In occasione del Natale, i giovani atleti delle associazioni sportive dell’oratorio sono soliti fare dei regali ai propri allenatori, che durante tutto l’anno si prendono cura, spesso volontariamente, delle attività sportive e del loro cammino di crescita. «Da una decina d’anni, invece», racconta Antonio Liporace, responsabile della quindicenne Asd don Bosco Agnelli di Torino,

«abbiamo pensato di chiedere ai ragazzi di non portare più regali agli allenatori, ma di fare un dono – natalizio – ai bambini e ragazzi dell’ospedale Regina Margherita».

È così che è nato «Dona un dono», un’iniziativa ‘dal basso’, organizzata in modo indipendente da ogni squadra sportiva, e finalizzata a raccogliere giocattoli, giochi di società, materiale di bricolage, cancelleria e articoli di vestiario, esclusivamente nuovi; un’iniziativa che punta a sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della solidarietà verso i propri coetanei (ma non solo, l’invito è rivolto a tutte le famiglie e persone che frequentano l’oratorio don Bosco Agnelli, come il gruppo «Padri di famiglia» che ogni anno offre un contributo economico). Quest’anno la raccolta solidale è in corso e la consegna dei regali, da parte di una delegazione di allenatori vestiti da Babbo Natale, avverrà giovedì 19 dicembre. L’invito ai ‘donatori’ è sempre quello di portare regali utili e diversificati per fasce d’età, come pennarelli e risme di carta, con i quali i bambini possono disegnare, cercando di andare in contro alle esigenze specifiche espresse da chi, all’interno dell’ospedale, si occupa di questo servizio.

«La risposta dei giovani è stata finora entusiasta», racconta ancora Liporace, «ogni anno, e sempre in anticipo, si inizia a pensare, insieme ai genitori quale regalo fare: è un gesto di gioia e di bontà verso un coetaneo che è meno fortunato, e che non può che contribuire allo spirito dell’oratorio salesiano che frequentiamo».

È possibile partecipare alla raccolta doni portando il proprio regalo in oratorio, da lunedì a venerdì, entro il 18 dicembre, dalle 15 alle 19.

Per informazioni: cell. 320.8612130, pagina Facebook: «Oratorio Agnelli».

Federico BIGGIO

Aleppo, a scuola sotto le bombe “Ho visto in faccia la morte”

Valdocco, Torino. In occasione dell’Mgs Day di domenica 10 novembre, due giovani dell’oratorio salesiani di Aleppo sono stati ospiti per una testimonianza della loro vita. Ecco l’articolo a cura di Stefano Di Lullo che uscirà su “La Voce e il Tempo” domenica 24 novembre. Buona lettura!

“Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia”
San Paolo (Rm 5,20)

Citano San Paolo Nathalie ed Esper, due giovani dell’oratorio salesiano di Aleppo che la scorsa settimana a Torino hanno portato la loro testimonianza davanti a 450 coetanei radunati a Valdocco per la giornata di ritiro del Movimento giovanile salesiano. I due ragazzi, di 26 e 24 anni, con l’occasione hanno inaugurato il gemellaggio fra i giovani dell’ Ispettoria dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta e quella del Medio Oriente, in particolare con le Case salesiane di Aleppo e Kafroun nella Siria dilaniata dalla guerra. Un progetto che punta a favorire legami di fraternità formati da aiuti concreti e dalla preghiera gli uni verso gli altri.

Le parole dei due ragazzi siriani hanno, infatti, dato una scossa ai giovani piemontesi, spesso sfiduciati per la crisi del lavoro che attanaglia il nostro Paese: i due giovani di Aleppo vivono in una crisi perenne dove non manca solo il lavoro, ma tutto, e dove ogni giorno la stessa vita è messa a repentaglio. Ed ecco allora che al centro si pone, appunto, il senso vero del vivere.

Due storie drammatiche, quelle di Nathalie ed Esper, che raccontano di un’adolescenza spezzata dalla guerra che dal 2011 ha lacerato la città di Aleppo, distrutto affetti e sogni, ma non ha annientato la speranza sempre alimentata dall’ oratorio che ha saputo dare la forza per rialzarsi in piedi conferendo un significato profondo alla loro vita anche nei momenti in cui sembrava che nulla potesse più avere un senso. Entrambi i ragazzi hanno frequentato l’oratorio salesiano fin da bambini, hanno poi prestato servizio come animatori e catechisti. Ora seguono la formazione di alcuni gruppi giovanili e hanno iniziato il percorso per diventare cooperatori salesiani.

«Io e la mia famiglia abbiamo tentato in numerose occasioni di fuggire dalla Siria, soprattutto quando diventava impossibile riuscire a vivere per le bombe e i colpi di mortaio che si abbattevano in ogni angolo della città», racconta Nathalie, «nessun tentativo è mai andato a buon fine, a differenza di tante altre famiglie. Allora abbiamo compreso che la nostra vita è radicata nella nostra terra che confidiamo di vedere rinascere nella pace».

Nathalie ha sempre avuto la passione per il disegno e l’arte: «Dopo l’esame di maturità la situazione della guerra non mi ha permesso di iscrivermi all’ Università e di realizzare il mio sogno. Allora ho cercato di darmi da fare con qualche lavoretto per aiutare la mia famiglia e diventare autonoma. Con quanto guadagnato sono, quindi, riuscita ad intraprendere gli studi in Economia che sto per terminare».

Chiediamo a Nathalie quali sono stati i momenti di maggiore paura:

«Ho visto la morte in faccia numerose volte, in più di un’occasione sono caduti colpi di mortaio a pochi passi da me mentre andavo a lavoro, all’università o all’oratorio. Il momento peggiore si è verificato nella primavera del 2015: ero in casa con la mia famiglia, alcuni giovani dell’oratorio fra cui il mio fidanzato. All’ improvviso si è abbattuta una raffi ca di missili, pensavamo crollasse il mondo sulle nostre teste. Finito l’attacco i miei familiari mi hanno detto che due giovani e la loro mamma erano morti, uno era il mio ragazzo, Anuar. Appena ho appreso la notizia non ci ho creduto. Non ho pianto neanche durante i funerali perché non riuscivo a credere non ci fossero più. Solo quando le bare hanno lasciato la chiesa sono scoppiata a piangere gridando dentro di me che senso avesse una vita così. Era diffi cile anche tornare in oratorio. Eppure ho capito che dovevo rialzarmi e insegnare ai giovani più piccoli a lottare per costruire il nostro futuro nella nostra terra. Ho quindi intensificato il mio servizio, facendo anche la parte dei giovani che la guerra aveva portato via.

Nathalie lascia quindi un messaggio ai suoi coetanei italiani:

«Ho sempre cercato di essere una persona forte, nonostante le difficoltà causate dalla guerra che mi stava precludendo la possibilità di un futuro. Mi sento di dire ai ragazzi italiani credenti di non abbandonare la fede nei momenti difficili e, come giovane salesiana, di non lasciare l’oratorio che in questi anni è stato un punto molto forte di vicinanza a Dio che mi ha sostenuta nei momenti in cui ero a terra. L’oratorio ha rappresentato uno dei pochi segni di speranza e penso che lo sia anche in Italia, esattamente come lo ha voluto don Bosco: una fonte di acqua potabile, per noi in Siria uno dei beni più preziosi, da cui ripartire per cambiare la propria vita e quella della società. Rilanciate dunque gli Oratori».

L’altro ragazzo, Esper, si è laureato in Medicina pochi giorni prima del breve viaggio in Italia.

«Tutti i sei anni degli studi sono avvenuti durante la guerra», racconta, «nonostante le difficoltà di muovermi liberamente sono riuscito a finire gli studi accademici. Mi ricordo che il primo anno di università studiavo sotto la luce della candela in quanto non c’era energia elettrica. Durante i bombardamenti per proteggerci dovevano scendere nelle cantine del nostro palazzo: ho preparato lì molti esami. Spesso poi ero costretto ad interrompere gli studi o a saltare le lezioni perché dovevo andare a cercare acqua potabile per la mia famiglia che era difficilissimo trovare. Nel mio tirocinio presso i Pronto soccorsi degli ospedali di Aleppo ho visto scene strazianti che però hanno rafforzato la mia vocazione a diventare un bravo medico. Certamente in questi anni l’oratorio mi ha sempre sostenuto negli studi e nella formazione umana, cristiana e sociale».

«La santità giovanile non è soltanto un’idea», sottolineano don Stefano Mondin, delegato per la Pastorale giovanile salesiana di Piemonte e Valle d’Aosta, e suor Carmela Busia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, «è una realtà. L’abbiamo vissuto e sperimentato grazie alla testimonianza dei due giovani di Aleppo. Loro sono stati testimoni autentici di questa grazia, e sono riusciti a trasmetterla ai ragazzi, risvegliando in loro il desiderio e la voglia di santità».