Convegno Comunicazione 2024: “Shaping Tomorrow”

Dall’agenzia ANS.

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Dall’1 al 7 agosto 2024, presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma, avrà luogo il Convegno Comunicazione 2024, dal titolo “Shaping Tomorrow” (Dare forma al domani), un’iniziativa del Settore per la Comunicazione della Congregazione Salesiana e della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’UPS.

Il Convegno avrà un carattere scientifico, educativo e pratico e sarà anche una continuazione delle attività e dei temi della Scuola di Comunicazione e in parte degli eventi legati al Bicentenario del Sogno di Don Bosco dei 9 anni. Inoltre, darà l’opportunità ai partecipanti di visitare Roma, i luoghi salesiani e i media legati al Vaticano.

“Stiamo organizzando questo evento principalmente per i Delegati per la Comunicazione di tutto il mondo e per chi lavora con loro. Pertanto, oltre ai Delegati, sono invitate a partecipare all’incontro anche altre persone coinvolte nel lavoro di comunicazione”

afferma don Maciej Makula, coordinatore dell’iniziativa.

L’obiettivo principale del convegno, che si sviluppa lungo le linee guida del Settore per una comunicazione evangelica, sinodale, salesiana, convergente e artistica, è quello di aiutare a orientare la comunicazione sociale nella Famiglia Salesiana (FS), come pure aiutare ad educare a una comunicazione sociale corretta ed efficace all’interno della stessa FS. Contemporaneamente, il Convegno Comunicazione 2024 mira anche a conoscere ed approfondire sempre di più il mondo della comunicazione dei giovani, con i giovani e per i giovani, e di creare reti mondiali di narrazione comunicativa, per far crescere cristiani maturi e cittadini onesti. Perché comunicare per i salesiani significa sempre anche educare e testimoniare.

Tanti saranno gli argomenti che verranno affrontati durante il programma; ecco di seguito i principali temi di confronto:

  • Comunicare per crescere insieme e farsi prossimo;
  • Cambiamento epocale: cultura digitale e Intelligenza Artificiale;
  • Educatori e comunicatori nell’infosfera;
  • Creatori di nuovi linguaggi e paradigmi per l’evangelizzazione;
  • Comunicazione interna ed esterna nella Chiesa e nella Congregazione salesiana;
  • Ecologia, cambiamenti climatici, migranti e i rifugiati;
  • La comunicazione dell’incontro;
  • Linee guida della comunicazione salesiana.

Presentando il Convegno Comunicazione 2024, ideato e fortemente sostenuto dal Settore per la Comunicazione Sociale (CS), il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, ha commentato:

“Si tratta di un appuntamento davvero rilevante, perché è parte importante del ‘sogno’ che coltiviamo per la comunicazione della Congregazione. Attraverso di esso intendiamo formare i Delegati di tutto il mondo sui temi più emergenti della realtà odierna, dare vita ad una rete di comunicazione aperta, integrata ed efficace al servizio della Chiesa e arricchirci mutuamente nello scambio reciproco di esperienze e visioni”.

Attualmente sono ancora aperte le iscrizioni da parte dei Delegati per la CS e degli altri loro collaboratori che intendano partecipare; mentre nelle prossime settimane e nei mesi a seguire verranno offerti ulteriori spunti e comunicazioni che illustreranno con maggiore ricchezza i vari contenuti, significati, relatori e finalità dell’evento.

Sin da ora, intanto, è possibile visitare il sito: https://www.shapingtomorrowsdb.org/.

Italia – Il dinamismo apostolico di Don Bosco incalza i suoi Figli. E la Famiglia Salesiana, matura, lo segue… “alla lettera”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – La celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, ha aperto la 4° giornata dell’incontro della Famiglia Salesiana a Valdocco.

“La presenza qui di tantissimi Salesiani di Don Bosco da vari continenti, della Famiglia Salesiana con i superiori maggiori, i coordinatori e i presidenti mondiali dei gruppi” ha sottolineato, “è simbolo molto forte della famiglia di Don Bosco, qui presente anche per testimoniare l’impegno di fedeltà per il Regno nella Chiesa”.

Le letture della liturgia del giorno, in modo diverso connesse al tema della chiamata di Dio e dell’azione dell’uomo a seguito di questa, hanno preceduto l’ascolto di una “lettera del sacerdote Gio’ Bosco” che ne è come l’attuazione nel tempo odierno. Come è stato spiegato poi al termine della mattinata, si tratta della sintesi della riflessione e della preghiera dei partecipanti alle Giornate di Spiritualità Salesiana sul tema del Sogno dei Nove Anni.

L’inserimento di questo testo nell’omelia del Rettor Maggiore ha creato una forte attenzione fra i fedeli presenti o connessi in streaming. Usando le parole e il cuore di Don Bosco, è stata suggellata l’intuizione della Strenna 2024 – a duecento anni dall’evento che coinvolse il piccolo Giovanni e attraverso di lui il vasto movimento salesiano nella Chiesa – sul valore attuale e propulsivo di quella chiamata. “Se siete qui oggi è perché siete stati scelti per una missione. Questa è la vostra vocazione: voi siete chiamati a continuare quello che io ho incominciato. A realizzare tutti i sogni di Dio che sono anche i miei. E a realizzarli insieme, in famiglia” ha letto il Cardinale Á.F. Artime.

La concelebrazione solenne ha dunque assunto un carattere rifondativo per la Famiglia salesiana, non perché occorra calibrare un’azione già ampiamente generosa sul piano del servizio alla gioventù di tutto il mondo, ma perché questa sia riscaldata dal calore, che non è solo sentimentale ma anche teologico, del “sogno”. Dunque, questa lettera, “inaspettata” come ha precisato il celebrante – certamente non miracolosa ma sì espressione di un miracolo di bene che si ripete ogni giorno nei 136 Paesi toccati dal carisma salesiano – merita di essere riascoltata (l’omelia si trova dal minuto 1:01:01 di questo video).

Giona, come ha ricordato la prima lettura, si era spaventato della chiamata di Dio, troppo impegnativa. Ma è stato ri-accompagnato, dalle vicende da lui vissute, a quell’invito e ad accettarlo. “Anche noi abbiamo ricevuto il battesimo che è la nostra personale chiamata” ha ricordato il Rettor Maggiore, che ha avvertito: “Non abbiamo diritto di scoraggiarci, di vivere senza forti motivi di speranza”. Un pensiero che, applicato alla Famiglia Salesiana, si esprime con un “non abbiamo diritto di non essere profetici, di non essere coraggiosi, di non significare qualche cosa di buono per il mondo e per la Chiesa”.

Ecco l’attualità e la forza del sogno di Don Bosco. La “lettera” afferma: “Vi chiedo di partire. Ancora una volta, partire. Senza tregua, incessantemente partire. Come Abramo, come Giuseppe e Maria, come Levi, Simone, Andrea e tutti gli altri”. Il X Successore di Don Bosco ha ancora letto qualche frase della lettera: “Sia questa la vostra direzione: andare in Paradiso e portare con voi quanti più ragazzi, ragazze e giovani possibile”.

L’effetto condiviso è stato che le parole sembrassero proprio uscire dalla bocca di Don Bosco: conseguenza della fedeltà alle origini del carisma e della forte comunione di intenti della Famiglia Salesiana che si è riunita in questi giorni con piena disponibilità a farsi affascinare ancora una volta dalla dimensione del sogno. Che è parente stretto della poesia.

Come ha poi spiegato in assemblea don Joan Lluís Playà, Delegato centrale per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, il testo ha avuto una intensa preparazione nella giornata di sabato. I gruppi linguistici hanno prodotto una sintesi delle Giornate, che è stata riassunta in 12 pagine a loro volta rimeditate e riscritte dalla Segreteria in un processo fedele, teso a estrarre i pensieri più essenziali per la mente. Poi la mano di don Bruno Ferrero, pedagogo e scrittore sensibile, ha dato la veste lirica per toccare il cuore.

L’inedita “lettera di Don Bosco 2024”, tradotta nelle lingue dei presenti, è stata letta integralmente all’assemblea alla chiusura dei lavori: un ulteriore di richiamo alle radici della spiritualità salesiana, cordiale ma esigente:

“Ovunque siate, costruite! In piedi, sempre. Se siete a terra, alzatevi! Il mondo ha bisogno di voi! Amate le persone. Amatele a una a una. Rispettate il cammino di tutti, lineare o tormentato che sia, perché ogni persona è sacra. Piangete con chi piange, ma lavorate perché non ci siano più lacrime in questo mondo. Il vostro modo di amare sia una potenza di trasformazione che porta alla felicità. Abbiate un amore limpido, seminate allegria e ovunque passate siate una benedizione. Non sciupate la vostra vita. Contagiate il mondo con la vostra gioia”.

C’è stato il tempo di vedere il video di presentazione di uno degli ultimi gruppi associati alla Famiglia Salesiana, quello delle Suore della Visitazione di Don Bosco, congregazione religiosa femminile dedicata ai bisognosi di cure materiali e spirituali, fondata dal salesiano indiano, arcivescovo di Shillong-Guwahati, Mons. Hubert D’Rosario: esempio lampante di come incarnare nelle periferie del mondo il dinamismo apostolico di Don Bosco, tanto da maturare in venticinque anni una presenza missionaria all’estero, in Sudan del Sud.

A conclusione dell’evento il Rettor Maggiore ha commentato queste giornate traendone un bilancio positivo: “Abbiamo mostrato la maturità della Famiglia salesiana”. È stato l’ultimo saluto alle Giornate in veste di Rettor Maggiore. Ora questo Figlio di Don Bosco si appresta ad un servizio più vicino al Papa: un “sogno” anche questo.

L’inedita “lettera di Don Bosco 2024” si trova disponibile a fondo pagina in diverse lingue.

I Sogni di Don Bosco: una novena per conoscerli, approfondirli e riceverne nuove energie

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Inizia oggi, 22 gennaio, la novena in preparazione alla festa del Padre e Maestro dei Giovani, San Giovanni Bosco.

In quest’anno bicentenario del Sogno dei Nove Anni, l’Agenzia iNfo Salesiana vuole accompagnare questo cammino di preparazione con un percorso tematico tra i suoi innumerevoli “sogni”, per lasciarci ancora una volta guidare da Don Bosco e dalle sue profetiche visioni.

Don Bosco aveva un particolare dialogo con Dio: Egli gli parlava attraverso i sogni. Non erano mai delle comunicazioni dirette, ma sempre allegoriche, un po’ come nei Vangeli spesso Gesù parlava in parabole.

Qui vediamo una caratteristica importantissima del Santo: la disponibilità a lasciarsi guidare da un padre spirituale. Sempre, infatti, egli domandava e interrogava chi in quel momento lui riteneva la sua guida, sull’interpretazioni di questi sogni e cosa Dio volesse da lui.

E sul valore dei suoi sogni, lo stesso Don Bosco, inizialmente dubitava.

“Molte volte li attribuivo a scherzi della fantasia. Raccontando quei sogni, annunciando morti imminenti, predicendo il futuro, più volte ero rimasto nell’’incertezza, non fidandomi di aver compreso e temendo di dire bugie. Alcune volte mi confessai da don Cafasso di questo, secondo me, azzardato parlare”.

A sua volta, don Eugenio Ceria, biografo di Don Bosco, che compilò gli ultimi nove volumi delle Memorie Biografiche, classifica i sogni di Don Bosco in tre gruppi:

  • sogni che non sono altro che semplici sogni notturni;
  • sogni che non furono sogni, ma vere visioni avvenute in pieno giorno;
  • sogni fatti di notte, che rivelano cose oscure o future.

È difficile però distinguere tra le tre categorie. Ad esempio, una volta, Don Bosco sognò di trovarsi nella Basilica di San Pietro a Roma, dentro la grande nicchia che si apre sotto il cornicione a destra della navata centrale, perpendicolarmente alla statua bronzea di san Pietro e al medaglione in mosaico di Pio IX. Egli non sa capacitarsi come sia capitato lassù. Vuole scendere. Chiama, grida, ma nessuno risponde. Finalmente, vinto dall’angoscia, si sveglia. Un sogno da cattiva digestione, si direbbe. Ma chi guarda oggi quella nicchia di San Pietro vi vede la grandiosa statua di Don Bosco dello scultore Canonica. E allora si capisce che la cattiva digestione non c’entrava.

Innumerevoli sono stati i sogni riportati da Don Bosco: la prima raccolta completa, tratta dalle Memorie Biografiche, è quella di Rodolfo Fierro Torres, che ne trascrive e traduce 153, tra lunghi e brevi. Fausto Jiménez, che rivede e integra questa collezione, restituisce l’elenco cronologico di 159 sogni, offrendone anche i riferimenti bibliografici.

Tra tutti i sogni, alcuni sono certamente più significativi e rilevanti di altri: se il 2024 è dedicato da tutta la Famiglia Salesiana all’approfondimento del Sogno dei Nove Anni è proprio per il suo enorme valore carismatico.

Altre classificazioni fatte da varie autori hanno cercato di raggrupparli per finalità: don Giovanni Battista Lemoyne, altro noto biografo di Don Bosco, li divideva in quattro gruppi:

“la prima abbraccia quelli che gli indicavano le opere da compiere e il modo in cui compierle; la seconda quelli che gli svelavano lo stato delle coscienze, vocazioni, le morti imminenti; la terza categoria abbraccia i sogni didattici; infine vengono quelli che gli schieravano innanzi future vicende della Chiesa e delle nazioni”.

Una ripartizione che, come tutte le classificazioni, scrisse in materia don Pietro Scotti, SDB, “si applica sempre, più o meno propriamente alla realtà. Quanti sogni infatti sono insieme e didattici e profetici!

Ben consapevoli di questa vastità del campo onirico e visionario di Don Bosco; della difficoltà di separare i sogni dagli elementi aggiunti dalla tradizione o dallo stesso Don Bosco per fini pastorali; e della ristrettezza di spazio di queste poche giornate che ci separano dalla festa, nei prossimi giorni ANS cercherà, ad ogni modo, di presentare nove sogni di Don Bosco, alcuni più celebri, altri meno, provando a presentare attraverso di essi tre diverse tipologie dei sogni di Don Bosco:

  • quelli dalla valenza educativo-pedagogica per i giovani;
  • quelli cosiddetti “missionari”;
  • quelli di portata profetica per la Congregazione e la Chiesa tutta.

Sarà un modo, anche questo, per continuare a portare avanti la missione di Don Bosco e il suo sogno per i giovani di tutto il mondo.

Salesiani per il Sociale, Siamo con voi: la storia Mahdi e Tayeba, da Kabul a Prato per il sogno di una vita felice

Dal sito di Salesiani per il Sociale.

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Raccontiamo la storia della famiglia Moshtaq, scappata da Kabul dopo la presa dell’Afghanistan da parte dei talebani e accolta a Prato grazie al progetto Siamo con voi!, finanziato dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo.

La data che ha segnato le vite di Mahdi e Tayeba è sicuramente il 15 agosto del 2021, giorno in cui la città di Kabul è passata sotto il governo dei talebani. Questo avvenimento ha reso necessaria la fuga dal proprio Paese di tutta la famiglia Moshtaq.  Prima di quel momento i coniugi Mahdi e Tayeba vivevano tranquillamente in Afghanistan, abitavano con la famiglia nello stesso condominio ed erano sempre in contatto con i loro cari.  Tayeba è cresciuta in Iran, ma dopo il matrimonio con Mahdi si è trasferita a Kabul, perché lui lavorava per la NATO. Anche Tayeba lavorava, prima in una mensa ospedaliera, poi in una mensa di un istituto medico. Dopo un po’ hanno deciso di aprire una fabbrica tessile, che hanno gestito insieme, fino al giorno della presa di Kabul.  Nel frattempo, la coppia ha avuto due figli, Narges nel 2014 e Amir nel 2017; i bambini erano quindi molto piccoli quando è iniziata la loro fuga dal Paese, sono passati prima da Harat, proseguendo per Dubai per poi arrivare in Italia il 26 gennaio 2022, dove sono stati accolti presso l’Oratorio Sant’Anna di Prato.

Nel suo racconto, Mahdi ripete più volte che non sapevano dove sarebbero stati diretti esattamente, ma l’unica cosa che contava era raggiungere l’Italia, dove avrebbero poi trovato quella che oggi definiscono la loro “seconda famiglia”.  Dopo aver esplicato tutte le procedure per ottenere il permesso di soggiorno, le tessere sanitarie e lo status di rifugiati, aver conseguito la certificazione di italiano di livello A2 e il diploma di terza media, Mahdi ha iniziato a lavorare presso una Cooperativa, mentre Tayeba si prendeva cura dei figli. Nel marzo 2023 Mahdi ha iniziato un tirocinio in un’azienda di  filatura, che da poco si è trasformato in un contratto a tempo indeterminato.

Nel frattempo, la famiglia è entrata nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) di Prato e si è trasferita in una delle residenze del circuito. Nonostante la distanza dal centro don Bosco della città continuano a frequentare l’Oratorio. Tayeba, infatti, sostiene che per loro non è stato solo un’abitazione, ma una vera e propria casa, anche dal punto di vista affettivo. Anche Mahdi ribadisce che le cose più belle, e di cui sono più grati, sono la vicinanza e la gentilezza delle persone che hanno trovato lungo il loro cammino.

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Festa di San Giovanni Bosco 2024: tre interessanti novità ELLEDICI dedicate al santo dei giovani

Si segnalano tre interessanti novità editoriali edite da Elledici in occasione della Festa di don Bosco 2024.

Di seguito le principali informazioni e il rimando alla scheda dei libri sul sito Elledici.

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Né lupi né agnelli – Il sogno di don Bosco a occhi aperti

di Antonio Carriero

Attraverso l’analisi del celebre sogno dei nove anni di San Giovanni Bosco, questo libro rivolto ai giovani invita a riflettere su questioni che toccano tanto l’esistenza umana quanto la vita spirituale.

Da temi come la vocazione e la risposta alla chiamata di Dio, al potere e significato del proprio nome, il libro offre degli spunti per riconoscere ed esercitare i propri talenti e per diventare guide di altri, sempre mantenendo l’umiltà di riconoscersi bisognosi dell’aiuto di Dio.

Interessante e caratteristico è l’approfondimento di ogni passo del sogno di don Bosco, valorizzando alcuni dettagli spesso trascurati.

Ad esempio l’idea di “trasformare i lupi in agnelli” è una metafora che richiede una comprensione più sfumata. È infatti essenziale riconoscere che in ogni persona coesistono due aspetti: quello del lupo e quello dell’agnello ed è necessario trovare un equilibrio tra queste due componenti dell’animo umano.

DETTAGLI

  • Pagine: 104
  • Prezzo: € 10,00
  • ISBN: 9788801068917
  • Codice Elledici: 06891

I Salmi nella pedagogia di don Bosco

Di Morand Wirth

Lo scopo di questo volume è di presentare al lettore una breve riflessione di don Bosco su ciascuno dei centocinquanta Salmi per aiutarlo a pregare meglio questi testi ispirati dallo Spirito del Signore.

Per ogni singolo Salmo è indicata nel titolo una idea guida propria di don Bosco, poi il versetto o alcuni versetti che hanno ispirato la sua riflessione e preghiera. Segue una breve meditazione con alcune citazioni dei suoi scritti o discorsi.

Tra i testi citati di don Bosco l’autore ha dato la priorità a quelli che hanno attinenza con la sua pedagogia.

DETTAGLI

  • Pagine: 160
  • Prezzo: € 6,90
  • ISBN: 9788801068870
  • Codice Elledici: 06887

Don Bosco e il suo stile

Di Natale Cerrato, a cura di Marco Bay, SDB

Questa pubblicazione è la prima di una serie di volumi che intendono raccogliere i contributi dell’autore, il salesiano sacerdote e missionario piemontese don Natale Cerrato, sul periodico “Il Tempio di don Bosco” e sul “Bollettino Salesiano”.

I testi di poche pagine ciascuno evidenziano curiosità su don Bosco, la sua gente, i suoi luoghi, la sua “rete sociale”, alimentando l’immaginazione dei lettori.

DETTAGLI

  • Pagine: 192
  • Prezzo: € 12,00
  • ISBN: 9788801068849
  • Codice Elledici: 06884

Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana approfondiscono l’attualità del Sogno dei Nove Anni

Dall’agenzia ANS.

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Venerdì 19 gennaio le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2024 sono state dedicate ad un confronto stringente sull’attualità del Sogno dei Nove Anni. Dopo l’inquadramento generale offerto dal Rettor Maggiore nella prima giornata, i quasi 400 partecipanti in presenza a Valdocco (insieme con i 4.000 collegati online) hanno ascoltato testimonianze scelte per comprendere come tradurre nei fatti il contenuto della Strenna. Oltre all’ascolto, anche l’esperienza tangibile delle origini mediante le visite, nel pomeriggio, ai luoghi dove è sorta l’opera di Don Bosco, è stata parte costitutiva di questa giornata.

La mattina si è aperta con una presentazione video della vita di Mons. Giuseppe Cognata, SDB, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore di Gesù (SOSC): un doveroso omaggio alla ricorrenza di un anno dalla dichiarazione di validità giuridica, da parte del Dicastero per le Cause dei Santi, del processo per la beatificazione del vescovo di Bova (11 gennaio 2023), ma anche l’ esempio di come la risposta ai bisogni di una popolazione abbandonata a sé dal punto di vista spirituale abbia trovato risposta generosa secondo Don Bosco, affidandosi al sogno della creazione, nel periodo fra le due guerre, di una comunità di religiose dedicata ai più poveri nella Calabria.

Tulio Lucca, dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, (ADMA) ha poi presentato i quattro protagonisti della tavola rotonda: don Bruno Ferrero, Emilde Cuda (Argentina), don Rafael Bejarano (Colombia) e Blažka Nerkac (Slovenia). A loro il compito di presentare considerazioni ad ampio raggio sul tema del Sogno dei Nove Anni e in seguito di rispondere a una domanda mirata da parte del moderatore.

Molto commossa e coinvolgente la riflessione del Direttore del Bollettino Salesiano d’Italia, don Ferrero. “La vocazione è la cosa più importante che esiste” ha premesso, e quella di Don Bosco deve essere considerata nel contesto in cui si manifestò. “La sua famiglia era povera, la casa dove abitavano era poco più che una tettoia per ripararsi la notte”. Mamma Margherita era pressata dalle difficoltà economiche ed era stata chiamata anche davanti al giudice per qualche debito in corso. Giovannino venne raggiunto da una chiamata che sembra estrarlo da quel contesto per aprirgli una prospettiva assolutamente diversa. Non è una chiamata con possibilità di sottrarsi. Come racconta don Giovanni Battista Lemoyne, primo biografo di Don Bosco, l’avverbio usato per descrivere il tono con cui nel sogno Gesù si esprime è “imperiosamente”: e il ragazzino si mette in movimento, obbedisce al comando “seguimi” senza la certezza del dove. Con il metodo di Maria, tenerezza e mansuetudine, si avvia nel deserto dei giovani del suo tempo. Un deserto che oggi è fatto di aridità dei sentimenti.

Il cammino è faticoso, a volte delude, ma il giovane prete non disarma: come per pagare le spese per i suoi studi andava chiedendo la carità di cibo da portare alla dispensa del seminario, così ha continuato a elemosinare le risorse per servire i suoi ragazzi. Con la stessa modalità di stendere la mano, per loro ha costruito l’oratorio di Valdocco e la Casa di Maria Ausiliatrice. Per questo volgendosi ai presenti, don Ferrero ha raccomandato:

“Ricordiamoci che tutte le volte che entriamo nella basilica dell’Ausiliatrice entriamo nel sogno di Don Bosco. Sappiate che in quel sogno c’eravate anche voi. Quel che ha scritto per descriverlo lo ha fatto per noi”.

Dal passato dal presente, dalla dimensione educativa a quella sociale. Emilde Cuda, docente di scienze politiche e teologa, capo ufficio della Pontificia Commissione per l’America Latina, ha insistito sullo stretto rapporto fra il “sogno” per ciascuno di divenire “immagine di Dio”, all’impegno collettivo di costruire la speranza. È in corso un vasto processo di dialogo fra i giovani universitari di tutti i continenti, voluto dal Papa, proprio per far emergere i loro sogni. Ma ci sono situazioni – come quella espressa da uno studente di Haiti che in un’assemblea ripeteva “non posso sognare” – in cui manca il fondamento della dignità umana. “Non si può vivere senza sognare” ha ribadito la professoressa Cuda, “mentre osserviamo che tecnologie, mondi virtuali e consumismo propongono di andare in direzione di quella che è – come bene descrive lo stesso Francesco con un ossimoro – una comunità individualista”.

Don Bejarano, del Settore per la Pastorale Giovanile, ha sviluppato la sua riflessione sugli aspetti del diventare “umili, forti e robusti”: è un vero e proprio “piano programmatico” per l’intera Famiglia Salesiana. Alla luce del magistero di papa Francesco, esso si rende capace di andare anche oltre l’ambito del carisma di Don Bosco per diventare stile e strategia dell’intera Chiesa contemporanea. Laddove si manifestano delle “crepe”, il richiamo a “Giovannino del sogno” consente di provvedere alla saldatura: personalismo, genericismo, attivismo, disintegrazione, improvvisazione sono fenditure del servizio ai giovani che si curano con la comunità, il confronto, lo studio, la condivisione. Progettare insieme e non assemblare risposte diverse, per non trovarsi con un modello che unisce artificiosamente intenzioni divergenti, è la sfida di questo momento.

Blažka Merkac, collaboratrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice con compiti educativi con i giovani in maggiore difficoltà, ha presentato la sua esperienza come esemplificazione del cammino che possono compiere anche i laici avvolti dal carisma salesiano. A lei è accaduto che tutto sia nato da un campo estivo ispirato alla vita di Laura Vicuña: un semplice invito è diventato vocazione, passando attraverso l’intervento di più di un “pastore” che “mi ha guidato lasciandomi comunque la libertà di scegliere, alla fine, quale strada seguire”. Una suora ha riconosciuto in lei un cuore salesiano. Il difficile equilibrio fra rispetto della persona e il suo bisogno di essere aiutata ad orientarsi nella vita è la qualità dell’educatore, che i ragazzi sanno cogliere: “Apprezzano l’onestà, l’autenticità, il non essere falsi. Riconoscono immediatamente chi è con e per loro” ha sottolineato.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono state al centro anche della successiva testimonianza video del gruppo degli Exallievi FMA. “Mani nel mondo, radici nel cuore” la frase (e il gesto) che rappresentano lo spirito di Madre Mazzarello declinato anche nel presente. Quando don Filippo Rinaldi pose la pietra fondante di questa associazione, si individuò il terreno di azione nell’attività formativa, nella cura sanitaria, in tutto ciò che oggi è considerato attuazione dei diritti umani. Sull’esempio di Mamma Margherita, colei che non solo riconobbe nel sogno di Giovanni la vocazione, ma che aiutò anche ad accoglierla.

I cento modi di tradurre il “sogno” nella realtà educativa, con la Famiglia Salesiana protagonista in tutto il mondo

Dal sito infoANS.

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Il fermento del lavoro fra gli oltre 350 partecipanti alle Giornate di spiritualità salesiana (ai quali si aggiungono ogni giorno “visitatori”, appartenenti e amici delle comunità di Valdocco) si è espresso bene nella terza giornata in programma, sabato 20 gennaio. Si sono infatti formati i gruppi che a rotazione hanno ascoltato, in presenza o via web, le testimonianze di giovani provenienti da tutto il mondo, al mattino; mentre il pomeriggio è stato dedicato alla visita ai luoghi salesiani delle origini.

I momenti di gruppo sono un elemento fondamentale delle Giornate di Spiritualità” ha sottolineato don Joan Lluis Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, “sono un’occasione per incontrarsi, conoscersi, scambiarsi esperienze e soprattutto arricchirsi carismaticamente”.

Destinatari del sogno di Don Bosco sono i giovani, e la riflessione è finalizzata a impostare e a monitorare il servizio ad essi dedicato. Con una marcia in più: quella che gli stessi giovani diventino creativi e propositivi. Non a caso l’immagine che il Santo ha lasciato ai suoi figli prevede “agnelli” che diventano “pastori”, ed è questa la dinamica costante dell’esperienza dell’oratorio: i “lupi” radunati e accolti con amorevolezza diventano coloro che incarnano la vita nuova in Gesù, se ne fanno “testimonial” agli occhi degli altri giovani e affrontano – con una competenza che deriva dalla loro esperienza – le frontiere dell’azione educativa.

È il caso, ad esempio dell’Ecuador, dove in quarant’anni più di 2.500 giovani sono stati inviati a svolgere la missione in diverse comunità salesiane e in quelle di altre congregazioni del Paese. Il ruolo dei volontari è di aiutare le realtà in cui si inseriscono, come ad esempio le piccole comunità sparse sulle montagne o nella foresta: qui la condizione giovanile è particolarmente delicata per la tensione costante fra la permanenza nei villaggi e l’attrazione delle grandi città, nel confronto costante fra la salvaguardia dei loro ambienti e delle loro etnie di fronte alla modernizzazione e l’espandersi delle altre culture. Il programma del “Volontariato Missionario Salesiano” ecuadoriano è espressione congiunta di tre gruppi: i Salesiani di Don Bosco, le Figlie di Maria Ausiliatrice e le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. È affidato alle competenze personali, alle capacità fisiche e intellettuali dei giovani partecipanti. Non si tratta solo di compiti di “animazione” ma di vero accompagnamento nella cura e nella formazione di bambini e giovani in situazioni di rischio e vulnerabilità, e di annuncio della Parola di Dio attraverso la catechesi.

Dalla Spagna è stata offerta l’esperienza della “Fondazione Progetto Don Bosco”, che ha dato vita al “Progetto Buzzetti” per giovani fra i 18 e i 29 anni, che si trovano in una situazione di svantaggio e di rischio sociale. Una situazione ricorrente è quella dei ragazzi, affidati ai Centri di Protezione e di Giustizia Minorile, i quali, alla loro uscita al compimento della maggiore età si ritrovano senza una casa che li accolga e risorse per vivere. L’attività compie 15 anni nel 2024 ed è arrivata dare ospitalità e presenza educativa a un centinaio di giovani; dispone di 22 appartamenti protetti e ha ricevuto riconoscimenti importanti come quello della “Asociación Pro Derechos Humanos de Andalucía”. Il progetto è sorto in una città del sud della Spagna, a Jaén, e da lì si è esteso nella regione e anche nelle sole Canarie, godendo in alcune case di una protezione internazionale a tutela degli ospiti.

Chean è un nome frequente in Cambogia, e il cognome Samnang è anche piuttosto diffuso in quel Paese. Un importante giocatore di calcio e un attore, ad esempio, si chiamano proprio così: come un giovane che ha portato la sua testimonianza alle Giornate.

“Da ragazzo non avevo speranze, ma da quello sono diventato chi sono oggi, una persona che ha le capacità giuste per lavorar nella società”.

Chean Samnang, uno fra i tanti, ragazzo che aveva difficoltà a trovare la sua strada, ha incrociato il sogno di Don Bosco. Grazie alla fondazione che porta il nome del Santo, sono migliaia i ragazzi e le ragazze della Cambogia che possono intravedere un futuro che non sia di anonimato. Quasi 4.000 sono coloro che frequentano i precorsi formativi di base, che per primo punto stabilisce l’assicurazione di un pasto ordinario completo. Il “riso fortificato” è forse dapprima un’attrattiva per i bambini di famiglie povere, ma poi a fortificarsi sono lo spirito e la volontà di questi. La scuola di formazione propone specializzazioni compatibili con la realtà di Phon Phen, la capitale, e delle altre città in cui gli allievi potranno presentarsi ai datori di lavoro con un titolo appetibile. Chean ha trovato il suo spazio in una importante Casa automobilistica.

Con la carrellata della Famiglia Salesiana sulle esperienze di punta, i partecipanti alle Giornate di spiritualità 2024 sono tornati in America latina, a El Salvador. Qui l’intervento si gioca nella realtà e nel web, con un’opera digitale ed una famiglia che si chiamano “Essales”.

L’esperienza cammina nella sinodalità, impregnando la vita quotidiana delle persone con la forza del carisma salesiano. Il programma di Don Bosco fu strettamente condiviso da Maria Mazzarello, e le Figli spirituali della Madre hanno ideato – per un Paese fra i più carichi di violenza armata e percorso da grandi fenomeni migratori – uno spazio che va dal “sogno” costituito dal mondo virtuale alla concretezza di una formazione spirituale diffusa, diretta a coloro che si prendono cura dei bambini e dei giovani. “L’obiettivo è rafforzare lo spirito di questi attori dell’azione educativa e spirituale”, come ha spiegato suor Ana Beatriz Solito.

Un tuffo nella giocosità di Valdocco delle origini è il richiamo al Giovannino funambolo e giocoliere nella campagna di Castelnuovo e poi prete nella periferia di Torino. A Trapani, in Sicilia, è attiva una giovane prestigiatrice che sul palco porta il nome di fantasia “Gascar”. Si tratta di Rita Sofia, una consacrata del movimento Testimoni del Risorto. Da più di quindici anni porta il messaggio dell’uguaglianza e dei diritti umani, alle platee non solo italiane, guardando al Madagascar, dove sono attive le missioni salesiane a favore di una popolazione poverissima.

Laggiù la magia non esiste, ciò che sembra inspiegabile è solo un gioco” spiega la performer, allieva di “Mago Sales”. “Con i miei spettacoli intendo arrivare a dire che solo il dono è magia”.

Mostra giochi di prestigio che incantano e fanno “sognare”, mentre portano concreta solidarietà a migliaia di chilometri di distanza.

Quasi evocato da questa testimonianza, infine, c’è stato in teatro, alla sera, un ricco spettacolo costruito con le esibizioni di molti dei gruppi di provenienza.

-Antonio R. Labanca

Card. Fernández Artime: “Il carisma salesiano oggi è necessario più che mai”. Aperte le XLII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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Una partecipazione che è tornata ai tempi pre-Covid è già un buon viatico per la 42a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2024, apertesi il 18 gennaio a Torino.

345 iscritti da 45 Paesi, 22 gruppi della Famiglia Salesiana rappresentati nel Teatro Don Bosco all’apertura pomeridiana dei lavori.

“Siamo nella casa di tutti noi – ha detto il Card. Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, nel saluto inaugurale – . La Madonna ci accoglie, Dio ci benedice. Siamo qui per mostrare un carisma molto vivo”.

Ad aprire le porte di Valdocco è l’Ispettore di Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, don Leonardo Mancini, che entra direttamente nel tema della Strenna sottolineando che

“se lo spirito salesiano abita in noi, non potremo fare a meno di interessarci ai giovani nella scoperta sorprendente e incoraggiante del sogno che Dio ha per loro”.

Don Joan Lluis Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana e dunque Coordinatore di queste Giornate, ha invitato a

“vivere con intensità ed entusiasmo l’evento, nel quale le parole chiave degli anni precedenti – lievito, cuore, amore, cristiani e cittadini, speranza, santità – confluiscono tutte nella parola sogno poiché questa comprende l’intero Don Bosco, la sua vita, la sua visione”.

Molto significativo l’arrivo sul palco di 32 persone, rappresentative dei cinquecontinenti, che hanno portato ciascuna un cubo con il quale è stata costruita una parete di cartone che mostrava i simboli dei gruppi della famiglia salesiana.

Ognuno di questi tasselli ha dato una forte impressione visiva della consistenza della varietà e della diffusione del carisma salesiano. Creatosi così un clima di gioia, si è passati alla visione del video che presenta la Strenna 2024.

L’ha introdotta il Rettor Maggiore, rivelando il percorso della scelta del tema:

“A 200 anni dal Sogno dei Nove Anni, non poteva che essere questo il filo rosso. È stato approvato subito all’unanimità!”.

La relazione tenuta poi sulle linee seguite nella stesura di questo tradizionale documento che incoraggia il cammino dell’anno, è stata per il Card. Á.F. Artime lo spazio per condividere una

“impressione bellissima ricavata dalle sue visite in 10 anni di rettorato in 120 nazioni diverse: l’aver visto quante persone nel mondo facciano il bene tutti i giorni: è straordinario!”.

Le ha riassunte in quattro punti essenziali:

  • il sogno che Don Bosco ebbe intorno ai 9 anni ha le caratteristiche di una visione profetica. Fu questa a condurre l‘intera vita di lui, uomo e sacerdote. A 72 anni, solo a conclusione della sua faticosa e dolorosa esperienza, ne comprese il valore pieno – e la mirabile presenza di Maria Ausiliatrice al suo fianco! – quando celebrò l’ultima Messa al Sacro Cuore di Roma all’altare a Lei dedicato;
  • l’importanza di recuperare il pensiero salesiano intorno a quel sogno, scaturito dalla memoria trasmessa ai suoi figli, ad iniziare da Don Rinaldi (il Rettor Maggiore del primo centenario del sogno) per consolidarsi e approfondirsi ad ogni cambio di guida, fino a Don Pascual Chávez;
  • i protagonisti del sogno sono i ragazzi e le ragazze, e questi devono essere il soggetto principale dell’azione salesiana anche oggi. Comprimaria ne è Maria di Nazareth. Su questo punto il Rettor Maggiore si è soffermato per una fondamentale sottolineatura: “Se un salesiano non porta nel cuore un vero amore all’Ausiliatrice, formalmente appartiene alla famiglia salesiana ma di fatto, e lo diciamo cordialmente, appartiene ad un’altra organizzazione”.

La spiegazione di questo carattere è

“la dimensione femminile e materna che ha accompagnato la missione di Don Bosco. Lo dico con il cuore: gli orfani che accoglieva avevano bisogno di sentirsi a casa, in una famiglia, voluti bene”.

Consacrate o laiche, le figure femminili nella Famiglia Salesiana non devono essere pensate come “cooperatici” per la gestione di qualche aspetto operativo, ma come espressione della volontà del Santo di avere non solamente una mamma dal Cielo ma donne al suo fianco, con le loro specificità;

L’immagine dei lupi e degli agnelli può sembrare d’altri tempi. Ma se i ragazzi dei quartieri malfamati di Torino portavano con sé un coltello, oggi li troviamo in molti contesti con delle armi da fuoco.

“Nella società odierna siamo di fronte ad una violenza molto maggiore che vent’anni fa. E questo dà motivo di pensare quanto sia più che mai necessario oggi il carisma salesiano”.

Nella Strenna 2024 il X Successore di Don Bosco ha espresso dodici desideri, dodici “piccoli sogni” che vorrebbe veder realizzati:

“La nostra famiglia ha una buona salute, ma sempre possiamo dare di più. Il mondo d’oggi avrà una realtà migliore se manifesteremo la speranza e la freschezza del nostro agire. Diamo il meglio che possiamo, mostriamo di non aver perso i sogni”.

Se sono come il sogno di Don Bosco, anch’essi faranno sognare. Soprattutto i più poveri:

“Siamo nati per i più bisognosi. Non è cambiata neanche una virgola delle prime costituzioni della Congregazione, non possiamo pensare altre formulazioni. Lo Spirito Santo continua a sostenerci se garantiamo che la fedeltà carismatica è attiva”.

Maria Ausiliatrice continua a fare da maestra come nel sogno dei Nove Anni: per questo, al termine dell’assemblea, la prima Giornata ha proposto la video-testimonianza dei membri dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA), che hanno rimarcato la forza che sostiene la famiglia cristiana.

Italia – Il Consiglio di amministrazione di Don Bosco Network inizia i preparativi per il 20° anniversario di fondazione

Dall’agenzia ANS.

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Torino, Italia – gennaio 2024 – Don Bosco Network (DBN), la rete salesiana di ONG e organizzazioni no-profit che operano nel campo della cooperazione allo sviluppo, ha tenuto il suo Consiglio di amministrazione dal 15 al 17 gennaio a Valdocco, per iniziare a preparare la celebrazione del 20° anniversario di questa rete, creata nel 2004. Il Consiglio di amministrazione ha potuto contare sulla presenza di don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, durante l’intera riunione, ed ha avuto anche diversi incontri di lavoro con i membri del Consiglio Generale, come don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile; il sig. Jean Paul Muller, Economo Generale, e don Alphonse Owoudou, Consigliere per la Regione Africa e Madagascar. Tra i vari argomenti trattati: la ridefinizione dei criteri di membership, la revisione del piano strategico, la preparazione delle attività del 2024, con particolare attenzione alle celebrazioni dell’anniversario che si terranno a giugno a Roma. È stata anche l’occasione per un incontro con il Comitato Esecutivo della ONG “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS), riunito a Valdocco negli stessi giorni, per fare il punto sul supporto tecnico che il VIS fornisce al DBN e per conoscersi, dato che alcuni membri di entrambe le istituzioni sono nuovi ai loro incarichi.

Un nuovo modello di animazione e governo dell’Italia Salesiana

I consigli delle sei Ispettorie che compongono l’Italia Salesiana si sono ritrovati domenica 14 gennaio 2024 presso il Centro Nazionale di Roma, per iniziare un cammino tracciato dal Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, il quale, in occasione della Visita di Insieme con i Salesiani della Regione Mediterranea a ottobre 2023, aveva detto:Vorrei ringraziarvi per la riflessione che abbiamo fatto sull’animazione e sul governo della Regione e delle varie Ispettorie Nello stesso tempo in cui apprezzo tutto ciò che è stato condiviso, credo sia legittimo proporre, in modo particolare alla CISI, di continuare il dialogo sui vari modelli di animazione e governo possibili in questa Conferenza che raggiunge tutta l’Italia salesiana e il Medio Oriente. Chiedendo questo in particolare alla CISI vi invito a non perdere la visione complessiva di tutta la regione Mediterranea in questa riflessione. Alcuni cominciano, altri seguiranno”.

Il cammino verso un nuovo modello di animazione e governo è stato sottolineato da don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere Regionale della Mediterranea e Presidente della Conferenza degli Ispettori, all’inizio dell’incontro. I punti principali sono:

  • il contesto è quello di ripensare un nuovo modello di animazione e governo in Congregazione e in particolare nella nostra Regione;
  • quello che iniziamo è un processo in obbedienza alla consegna dataci del Rettor Maggiore alla conclusione della Visita d’Insieme: dopo soli tre mesi dalla Visita di Insieme, l’Italia Salesiana ha convocato per questo importante lavoro tutti i Consigli Ispettoriali;
  • non si tratta di un lavoro di pura amministrazione: è un lavoro più profondo che va vissuto nella prospettiva della fede.

Iniziando la giornata e commentando le letture della Messa del giorno (in particolare la vocazione di Samuele e quella dei primi discepoli), don Juan Carlos ha sottolineato come alla radice di tutto ci sia la preoccupazione e l’interesse per le vocazioni sia dal punto di vista della fecondità, sia nella prospettiva della nostra fedeltà e della rivitalizzazione vocazionale di tutti i confratelli.

L’atteggiamento da assumere, spinti dalla figura di Samuele, è quello del mettersi in ascolto del Signore: “Siamo qui per fare la sua volontà, la volontà di Dio che dobbiamo e vogliamo scoprire in questo processo che avviamo. Un cammino che iniziamo con piena fiducia in Dio e nelle nostre capacità”.

Ha aggiunto poi che “la meta non può essere altra che il rilanciare il carisma che abbiamo ricevuto di Don Bosco e che è un grande dono per la Chiesa, i giovani e il mondo. La rivitalizzazione del carisma comporta la rivitalizzazione vocazionale, con la finalità di accompagnare i giovani all’incontro con Gesù: ecco la nostra missione fondamentale!”.

La giornata è stata preparata dalla Presidenza CISI e accompagnata grazie alla consulenza del sacerdote della Diocesi di Lugano don Sergio Carettoni, del Centro Studi Missione Emmaus, che ha introdotto le quattro fasi che hanno poi coinvolto i 6 Consigli Ispettoriali attorno al tema del ridisegno dell’Italia Salesiana.

Primo, facendo eco al pensiero di Papa Francesco, occorre capire “come abitare questo cambio d’epoca”, epoca dove lo scollamento tra esperienze di vita e di fede è evidente. Lavorando su questi temi, i consigli delle Ispettorie hanno potuto avviare una riflessione sulla sfida di “abitare da Salesiani” la trasformazione antropologica in corso che coinvolge soprattutto le giovani generazioni. Con i sei “Tavoli di Sinodia”, composti in modo trasversale dalle 6 Ispettorie, usando una prima scheda di ascolto, i Consiglieri hanno fatto emergere come questo cambio d’epoca coinvolga per davvero anche la nostra realtà salesiana. In questo modo, si sono raccolte domande, paure, convinzioni, aspetti positivi e/o negativi ed altro ancora sulla sfida di “abitare da Salesiani” la trasformazione antropologica in corso che coinvolge soprattutto le giovani generazioni.

Il percorso di accompagnamento del Centro Studi Missione Emmaus, ha sottolineato don Carettoni e come secondo passaggio, tiene conto di quanto esiste già e può essere messo in atto e che, nell’orizzonte del ridisegno, dia concretezza e visibilità a forme e a germogli di esperienze di vita che più rispondono ad una logica profetica del Vangelo e del carisma di don Bosco. Passare dal progetto al processo, in una sperimentazione fatta a piccoli passi, in condivisione fino alla istituzionalizzazione dei risultati per il nuovo ridisegno dell’Italia Salesiana. Anche in questo caso, usando una seconda scheda, i “Tavoli di Sinodia” hanno fatto emergere come alcune parole del metodo proposto (discernimento, sogno condiviso, criteri, priorità, sperimentazione…) possano facilitare fin d’ora un processo “iniziatico-trasformativo” della realtà salesiana e, secondo una particolare sottolineatura di molti, riporre al centro un’attenzione condivisa al rilancio spirituale delle diverse attività apostoliche salesiane.

Gli strumenti utili per dare concretezza al processo di ridisegno comprendono anche la scelta delle figure del “facilitatore” del processo durante il cammino di discernimento e dei “custodi del fuoco”, quando arriverà il momento della sperimentazione. In questo terzo passaggio, sono stati raccolti suggerimenti e delle attenzioni da tenere conto circa il lavoro di definizione del proseguo del percorso, secondo un “crono-processo” da pensare ad hoc e da inserire all’interno del calendario delle singole Ispettorie. Da ultimo e quarto passaggio, si è lasciato uno spazio libero perché i Consiglieri potessero esprimere le loro ipotesi sulla ricaduta nelle Ispettorie (incontro direttori, assemblee ispettoriali, …) anche pensando ai lavori capitolari che coinvolgono tutte le nostre realtà ispettoriali.

Da ultimo e quarto passaggio, si è lasciato uno spazio libero perché i Consiglieri potessero esprimere le loro ipotesi sulla ricaduta nelle Ispettorie (incontro direttori, assemblee ispettoriali, …) anche pensando ai lavori capitolari che coinvolgono tutte le nostre realtà ispettoriali.

L’intenzione espressa dalla Presidenza CISI è quella di proseguire con il cammino avviato, cercando di valorizzare le realtà delle nostre Ispettorie e condurle ad una risposta alla chiamata di Dio che in questo momento ci viene rivolta, guardando a un nuovo modello di animazione e governo che coinvolge tutte le Ispettorie Salesiane d’Italia.