Custodi della “Casa di tutti”: la lettera di don Juan Carlos Pérez Godoy, nuovo consigliere per la Regione Mediterranea

L’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 sta colpendo molte famiglie in Italia e in Europa, non risparmiando nemmeno la nostra Famiglia Salesiana. Ci arrivano notizie di Salesiani ricoverati e la preghiera per loro è che guariscano per tornare al più presto alle loro attività. Purtroppo arrivano anche notizie di salesiani deceduti: li affidiamo alla misericordia del Signore, certi che Don Bosco abbia preparato per loro un posto in Paradiso.

Il nuovo incaricato della Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy SDB ha scritto, per la prima volta dalla nomina,  una lettera a tutti i salesiani della regione: ci affidiamo alle sue parole per esprimere il dolore per le perdite.

Affidiamo al Signore questi nostri fratelli e tutti quelli che potrebbero essere morti in altre ispettorie della nostra regione e di tutta la Congregazione, nella speranza del Signore Risorto, affinché possano già godere con Don Bosco del Paradiso promesso. Affidiamo anche a nostra Madre Ausiliatrice i nostri confratelli, parenti e amici che sono malati a causa di questa pandemia.

Don Juan Carlos Pérez Godoy prosegue poi ripercorrendo l’esperienza del CG28: 

Ho ancora nel mio cuore e nella mia memoria i giorni vissuti con i giovani, rappresentanti di tutto il mondo salesiano, che hanno condiviso con noi una settimana capitolare. La loro presenza, le loro parole, i loro messaggi, le loro testimonianze, ciò che ci hanno chiesto – almeno per me – è stata una nuova “lettera di Roma”. È come se lo stesso Don Bosco da sua propria iniziativa ci avesse inviato questi giovani per chiederci: “tornate agli origini, al primo amore; tornate a stare in mezzo a noi “. 

La Regione Mediterranea, culla della Congregazione, ha davanti a sé delle sfide:

Consapevoli anche delle nostre debolezze, partiamo dalle grandi potenzialità della nostra Regione: la prima, le persone, tutti i salesiani, di tutte le età e condizioni, i laici innamorati di Don Bosco, la Famiglia Salesiana che uniti e in convergenza di intenzioni e sinergia di forze lavoriamo per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani. Stare con loro, in mezzo a loro, contare con loro è il segreto della nostra fedeltà. Senza di loro non saremo fedeli al prezioso tesoro della vocazione salesiana che ci è stato donato. Essi sono la garanzia del nostro futuro.

Abbiamo la sfida di una maggiore sinergia nel campo della comunicazione, soprattutto le case editrici; un’attenzione particolarissima, con una maggiore sinergia, alla formazione, sia iniziale che permanente dei confratelli e dei laici, e in particolare, come indicava dal Rettor Maggiore nel suo discorso finale, con riferimento all’identità salesiana. E continuare con ciò che è già iniziato in questo sessennio passato: collaborazione tra i Centri Nazionali di PG, formazione dei direttori, studio delle case di formazione, ecc. 

Concludo, cari confratelli, mettendomi a disposizione di tutti. Vi assicuro che mi darò con tutte le mie energie alla missione che mi è stata affidata.

 

 

 

 

 

Cagliero 11 – “Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice” Aprile 2020

Si riporta Cagliero 11 e l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2020.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

CAGLIERO 11 – N°136, APRILE 2020

Carissimi amici, Buona Pasqua a tutti!

Mentre scrivo queste prime righe, come Consigliere per le Missioni, non posso non ricordare le parole di un teologo del XII secolo, Giovanni di Salisbury:
“Siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere … più lontano di loro, tuttavia non per l’acutezza della vista o la possanza del corpo, ma perché sediamo più in alto e siamo più elevati proprio grazie alla grandezza dei giganti”.
Perciò, ricordo con viva gratitudine tutti i miei predecessori in questo Setto- re, soprattutto D. Guillermo Basañes per il suo servizio in questo ultimo sessennio (2014-2020). Grazie anche a D. Václav Klement, Consigliere per le missioni (2009-2014), che 11 anni fa ha avuto l’intuizione di avviare questo Cagliero 11 come un semplice ma efficace strumento di animazione missionaria. Ringrazio anche tutti i membri dell’équipe del Settore Missioni alla cui competenza, dedicazione e collaborazione mi affiderò anche per essere aiutato nel compito affidatomi di “promuovere in tutta la Società lo spirito e l’azione missionaria” (Cost 138). Come ho già espresso altrove, non mi aspettavo questa elezione. Difatti, quando ho cominciato a rendermi conto che qualcosa stava per accadere, ho cercato di evitare esplicitamente questa nomina perché, tra le altre ragioni, la nostra Visitatoria ha un serio bisogno di personale. Ma devo riconoscere umilmente che davvero “lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole … Sappiamo solo che il nostro impegno è necessario.” (EG, 279).
Mentre scrivo queste righe, stiamo vivendo una pandemia che non abbiamo mai vissuto. Questa tragedia umana è un’invito ad avere il coraggio di riflettere e discernere su ciò che lo Spirito ci sta dicendo.

Questo sessennio sarà, senz’altro, segnato dal 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana (1875-2025). Il mio augurio è che ognuno di noi ognuno abbia il coraggio e l’apertura di lasciare lo Spirito Santo operare nel proprio cuore come vuole, quando vuole e dove vuole, affinché, abbiamo il coraggio e la docilità per uscire dalle nostre zone di comfort e di andare con impegno dove Lui ci manda.

D. Alfred Maravilla SDB, Consigliere per le missioni

Intervista a don Alfred Maravilla

Don Alfred Maravilla è tornato al Dicastero delle Missioni, ma stavolta non più come collaboratore, bensì come Consigliere. Filippino, con una lunga esperienza missionaria compiuta in prima persona, fino a poco tempo fa Superiore di una fiorente Visitatoria, don Maravilla in quest’intervista racconta i suoi sentimenti contrastanti e la prospettiva verso il suo nuovo incarico.

Come si sente ora? Tutti mi chiedono come mi sento da neoeletto Consigliere Generale. La mia risposta è: “ho fatto del mio meglio per evitare questa elezione!” Dopo il mio servizio nel Dicastero, immaginavo di restare in via definitiva nella Visitatoria di Papua Nuova Guinea-Isole Salomone (PGS).

A proposito, parliamo della Visitatoria PGS… Il primo Superiore della Visitatoria, il mio predecessore, è stato in carica solo per 6 mesi, dato che poi è stato nominato vescovo. Quindi abbiamo davvero appena iniziato a porre le basi, le strutture e i sistemi per la nostra nuova Visitatoria. Alla fine sono stato candidato a Consigliere per le Missioni anche dalle Commissioni di altre 4 regioni. Così al primo scrutinio ho ricevuto 178 voti su 222 voti. Con questa elezione, in un istante, tutti i sogni e i progetti per PGS sono svaniti all’orizzonte, insieme al mio desiderio di rimanere missionario ad vitam in questa parte del mondo.

Quando la mia elezione è stata resa pubblica, don Dominic Kachira, Vicario di PGS, mi ha scritto per farmi le congratulazioni e ha aggiunto: “È il Superiore che viene chiamato altrove. Credo nello Spirito Santo, Egli saprà scrivere diritto anche sulle righe storte”. Ancora faccio fatica a capire come… Quello che uno studente dell’università mi ha scritto in questi giorni racchiude in sé i miei sentimenti: “Non riesco a capire perché il Signore debba portarti via da noi!”

Come vede il nuovo incarico di Consigliere per le Missioni? Questo sessennio (2020- 2026) sarà segnato dal 150° anniversario della I Spedizione Missionaria Salesiana (1875). Il mio augurio è che ognuno abbia il coraggio di lasciare che lo Spirito Santo operi nei nostri cuori come vuole, quando vuole e dove vuole, affinché, animati dallo spirito missionario di Don Bosco, abbiamo il coraggio di uscire dalle nostre zone di comfort e procedano avanti. Grazie a questo spirito missionario, il carisma di Don Bosco è ormai profondamente radicato nella regione. È tempo che ogni Ispettoria, ricca e povera di personale, partecipi attivamente all’attività missionaria della nostra Congregazione. Ironia della sorte, solo una tale generosità missionaria manterrà vive le nostre Ispettorie, al servizio dei giovani poveri ed emarginati.

“Sei felice nel tuo cuore?” (Ma sa’ lach’ool)?

Dal giorno in cui ho partecipato alla 141a spedizione missionaria salesiana, ho conservato in un cassetto della mia scrivania un piccolo foglio di carta con un semplice progetto di vita missionaria. Uno dei punti dice: “Il cuore missionario di Don Bosco sia la calamita della tua vita”. Questo sarebbe semplicemente il consiglio che condividerei con qualcuno che sta riflettendo sulla propria vocazione missionaria. Da poco più di 9 anni lavoro in Guatemala tra gli indigeni Maya Q’eqchi, in una parrocchia missionaria con 250.000 abitanti, distribuita in più di 400 villaggi. In sintesi, ciò che ho imparato nella mia vita missionaria tra i Q’eqchi sono state 3 cose: osservare, ascoltare e aspettare. Il missionario viene come ospite per stare con loro e condividere la loro vita. Questa bella espressione è attribuita a Francesco d’Assisi: “Predicate il Vangelo in ogni momento e, se necessario, usate le vostre parole. I Q’eqchi sono un popolo meraviglioso e purtroppo hanno scarsissima risonanza nel mondo. Hanno un’espressione per salutarsi che è un gioiello, quando si incontrano per strada si chiedono: “Sei felice nel tuo cuore” (Ma sa’ lach’ool)? Dopo alcuni anni di vita missionaria sento che questa felicità mi riempie il cuore e che essere missionario è un dono che Dio mi ha dato.

Vittorio Castagna sdb, Missionario italiano in Guatemala, San Pedro Carchá

Don Bosco comunicatore: Intervista a don Gildásio Mendes dos Santos

Si riporta di seguito l’Intervista ANS effettuata durante il 28° Capitolo Generale a don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

“Don Bosco comunicatore, ci insegna oggi a comunicare per i giovani, parlando il linguaggio dei giovani”

“Formazione, Solidarietà e Prevenzione”: la lettera del Consigliere Generale per la Formazione per affrontare COVID-19

Riportiamo la lettera di don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, pubblicata dall’agenzia di informazione salesiana ANS sull’emergenza COVID-19.

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In poche settimane la vita di tutti noi è cambiata a causa di un virus che dilaga sempre più velocemente e che, nel mondo, affligge tantissime persone. È un’emergenza globale che sta cambiando le nostre abitudini e che, inevitabilmente, riguarda anche tutti i prenovizi, novizi e salesiani nelle comunità di formazione in Italia. A loro, don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, ha indirizzato una lettera con alcune raccomandazioni e con l’invito a coltivare la comunione nello spirito “con intensità tanto più grande in questo tempo”.

“Vi scrivo anzitutto per esprimere la vicinanza e solidarietà del Rettor Maggiore, del Consiglio e degli altri confratelli che vivono qui, in condizioni che qualche settimana fa sarebbero state impensabili”, scrive don Coelho, prima di porre l’attenzione sulle misure igieniche che sono state prese nella comunità del “Sacro Cuore” e, indubbiamente, in tutte le case di formazione in Italia: si seguono dei turni, vengono usati ambienti diversi per la preghiera e per i pasti e sono stati installati distributori con liquido igienizzante per le mani.

“Non è un eccesso di prudenza – prosegue don Coelho –. È un dovere di cittadinanza in linea con la Strenna di quest’anno e, ancor più, in solidarietà con lo sforzo immane che si sta facendo nei nostri Paesi per contenere la diffusione del virus”.

Il Consigliere Generale per la Formazione, ricordando che COVID-19 si è diffuso anche all’interno di alcune case di religiose a Roma, contagiando praticamente tutti i membri di quelle comunità, invita quindi alla prudenza, soprattutto per non aggravare un sistema sanitario che si trova già ai limiti delle proprie capacità.

Tuttavia, prosegue la lettera, in questo tempo durante il quale gli spostamenti di tutti sono limitati, la vita comunitaria non deve fermarsi e “la carità e il sostegno reciproco possono trovare nuove forme”.

Don Coelho spiega infatti che nella comunità del Sacro Cuore sono state ideate nuove forme “digitali” per partecipare alla Messa, che ogni giorno viene video-trasmessa via internet, e che viene seguita sia dall’Italia, sia dall’estero.

A conclusione della lettera il Consigliere Generale per la Formazione invita a prepararsi alla Pasqua restando tutti uniti e sostenendosi a vicenda con la preghiera e, soprattutto, vivendo questo tempo come un tempo di “Passione e Resurrezione, unico nel suo genere rispetto a tutti gli anni precedenti”.

 

Lettera dell’Economo Generale per la lotta a COVID-19

Riportiamo la lettera dell”economo generale, sig. Jean Paul Muller, SDB, agli Ispettori salesiani di tutto il mondo di fronte all’avanzare del coronavirus a livello globale pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa salesiana InfoAns.

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Raccomandazioni per prevenire i contagi, suggerimenti su come continuare ad aiutare la popolazione nei diversi contesti locali, e infine dei piccoli spunti per trarre degli insegnamenti da questa pandemia: questi sono gli elementi fondamentali di una fraterna lettera inviata dall’Economo Generale, sig. Jean Paul Muller, SDB, agli Ispettori salesiani di tutto il mondo di fronte all’avanzare del coronavirus a livello globale.

“Caro Ispettore, spero che tu sia riuscito a tornare a casa. Puoi immaginare quanto siamo preoccupati per la situazione…” esordisce con fraternità il sig. Muller. Il quale prosegue poi ricordando alcune delle più note e basilari misure igieniche per la tutela personale e il contenimento dei contagi, prima di suggerire alcune osservazioni specifiche per le comunità religiose salesiane.

I nostri modelli sono Don Bosco ed i suoi ragazzi al tempo di un’epidemia di colera. Più recentemente, abbiamo avuto i nostri coraggiosi confratelli in Sierra Leone ed in Liberia ai tempi dell’Ebola”.

Per questo l’Economo Generale invita ad avere particolare cura delle persone più esposte al rischio di contagio, come “gli anziani” o “le persone affette da malattie croniche come il diabete”, senza tuttavia “presumere che i bambini siano al sicuro”.

Oltre ad evitare panico e psicosi, il sig. Muller ricorda l’importanza di “seguire scrupolosamente le leggi o le linee guida fornite dalle autorità civili” e di testimoniare a “studenti, parrocchiani e benefattori che le rispettiamo”, per essere di buon esempio e favorire l’adozione massiccia delle buone pratiche.

Oltre alla testimonianza, l’Economo Generale ricorda anche l’impegno alla solidarietà, proponendo alcune opzioni specifiche per questo tempo di pandemia: “Possiamo produrre mascherine nei nostri istituti e fornirle anche al pubblico? … Fai in modo che il sapone sia liberamente e abbondantemente disponibile per tutti coloro che stanno con noi… Disponiamo di stanze o spazi in cui i confratelli o gli studenti possano restare isolati nel caso in cui abbiano sintomi? … Possiamo essere pronti ad accogliere i malati nel caso in cui gli ospedali della tua zona siano al collasso?”.

Infine, il sig. Muller invita anche a trarre una morale da tutto ciò che tale pandemia sta comportando nel mondo. Dopo l’importanza della solidarietà quale architrave di ogni relazione umana, egli richiama l’importanza dell’igiene personale e ambientale, di una sana alimentazione, di stili di vita salutari, così come le possibilità di innovazione didattica e di evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione sociale, fino ad arrivare ad un rapporto più autentico con Dio, nella consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti.

 

24 marzo 2020: Atto di Affidamento della Famiglia Salesiana a Maria Ausiliatrice

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA AUSILIATRICE
Martedì 24 marzo 2020 ore 12.00

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dell’Agenzia di Informazione Salesiana ANS in merito all’atto di affidamento a Maria Ausiliatrice che il Rettor Maggiore invita a fare domani, 24 marzo 2020, al termine della novena straordinaria iniziata il 15 marzo scorso.

(ANS – Roma) – Al termine della novena straordinaria a Maria Ausiliatrice, pregata in tutto il mondo salesiano, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, invita a fare un Atto di Affidamento rinnovando con il cuore di Don Bosco la propria fiducia a Maria Santissima, in quest’ora di prova e di sofferenza a causa della pandemia del coronavirus.

Don A.F. Artime invita a vivere questo momento in unità con Papa Francesco che chiama tutta la Chiesa e gli uomini di buona volontà a “rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate. La nostra vicinanza ai medici, agli operatori sanitari, infermieri e infermiere, volontari… La nostra vicinanza alle autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro… Vicinanza a tutti”. (Angelus del 22 marzo 2020).

Ogni comunità, ogni gruppo della Famiglia Salesiana, ogni famiglia trovi modi e tempi opportuni per concretizzare questo Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice.

A Roma il Rettor Maggiore martedì 24 marzo, Commemorazione mensile dell’Ausiliatrice, alle ore 12 (UTC+1) guiderà la preghiera del Santo Rosario, al termine del quale farà l’Atto di Affidamento a nome di tutta la Famiglia Salesiana, davanti al quadro dell’Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore, dove Don Bosco celebrò la Messa il 16 maggio 1887, interrompendola ben quindici volte con le lacrime agli occhi, per aver compreso il significato del sogno dei 9 anni.

Come Don Bosco anche la Famiglia Salesiana oggi crede fortemente che Maria è “grande illustre presidio della Chiesa; aiuto meraviglioso dei Cristiani”, e soprattutto “nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze” ci difende da ogni male dell’anima e del corpo, “e nell’ora della morte accoglie l’anima nostra in Paradiso!”.

La preghiera del Rosario e dell’Atto di Affidamento sarà disponibile domani, 24 marzo, in sei lingue, su ANSChannel in YouTube e la pagina Facebook di ANS.

Alle 8 (UTC+1) in inglese.

Alle 12 (UTC+1) in tutte le altre lingue.

Lettera del Vescovo Cesare Nosiglia ai sacerdoti torinesi

In queste settimane, molte persone consacrate  sono in prima fila per offrire il proprio servizio e sostegno. Per questo motivo l’arcivescovo di Torino ha voluto scrivere una lettera personale a tutti i sacerdoti della diocesi; e una lettera analoga è indirizzata ai preti della diocesi di Susa.

Si riporta di seguito la lettera scritta dal Mons. Cesare Nosiglia ai preti di Torino:

Cari presbiteri,

dal profondo del mio animo ho deciso di scrivervi una lettera in questo tempo difficile e certamente molto doloroso per voi e i vostri fedeli. Non è una delle solite lettere pastorali o omelie ma un aprirvi il mio cuore. Vorrei, ora più che mai, essere con voi vescovo, padre e amico.

Siamo pastori. Gesù ci ricorda che il buon pastore di fronte al lupo non ha paura e non fugge come un mercenario ma difende il suo gregge. Ogni pecora del suo gregge sa che può contare su di lui, pronto a donare tutto se stesso – persino la vita – per le sue pecore. So bene quanto questo da un lato ci consola perché anche noi facciamo parte del gregge del Signore e siamo da lui difesi e sostenuti; ma dall’altro siamo anche consapevoli che la nostra vocazione di pastori che vivono in mezzo al loro gregge sia oggi apprezzata, cercata e attesa dalla nostra gente spaventata e disorientata.

Siamo padri. Ed ora è il momento di vivere questo dono che abbiamo ricevuto e forse non abbiamo mai considerato abbastanza. Manifestiamo dunque la nostra paternità non escludendo alcuno dal nostro amore e dalla nostra preghiera, ma soprattutto aiutando le persone e famiglie che sono più in difficoltà. Infondiamo coraggio a chi ha subito o sta ancora lottando con la malattia e sosteniamo la sua fede e la fiducia nel Signore.

Siamo amici, come Gesù ci ha insegnato: «Non vi chiamo servi ma amici». Quante volte abbiamo sottolineato che il nostro ministero è un servizio a Dio e alla comunità che la Chiesa ci ha affidato! Oggi siamo chiamati a fare un passo in più e a considerarci veramente amici di tutti secondo l’invito di Gesù che ci dice: «non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici». La vita che possiamo donare è la nostra serenità, fiducia e speranza nel Signore, che siamo chiamati a infondere nelle persone.Soffriamo tutti per la mobilità ridotta, i contatti personali inesistenti. È vero. Ma la vita della Chiesa è una storia delle ricchezze che proprio le difficoltà hanno stimolato e fatto crescere. Restare «connessi» fra noi, oggi, è anche un sfida alla nostra intelligenza e alla nostra ingegnosità…

Siamo persone. I compiti che la missione ci assegna non cancellano le nostre singole e umane fragilità e sofferenze. Non mancano anche tra voi, confratelli che hanno perso o sono molto preoccupati per i loro cari. Anche per noi la solitudine, i dubbi la paura sono amaro pane quotidiano. Non possiamo ignorare tali fragilità e sofferenze e non dobbiamo nasconderle. Infatti è a cominciare da questa prospettiva che testimoniamo la ricchezza dei doni del Signore: la fede e la speranza; ed è da qui che siamo chiamati a valorizzare le nostre risorse: la fortezza, la temperanza…

C’è una parola che dovrebbe diventare «virale» per tutti noi di questi tempi: ed è «confidenza». Confidenza nel Signore prima di tutto. Ma confidenza anche nei rapporti tra di noi: nessuno ha da rimanere solo. Sentiamoci, parliamo – anche solo per sapere come si sta. Teniamo viva quelle rete di stima, di amicizia, di fraternità che è la sostanza del nostro essere «clero», cioè patrimonio eletto del Signore.

Carissimi,

a questi semplici pensieri che mi partono dal cuore aggiungo un grazie che vorrei fosse accolto da ciascuno di voi. Vi ringrazio per l’impegno con cui vi rendete in qualche modo presenti soprattutto verso quelle persone che piangono i loro cari e non possono nemmeno dare loro l’ultimo saluto e una stretta di mano o una carezza.

Vi ringrazio per la costante preghiera che scandisce le vostre giornate, dalla Messa celebrata da soli ma per l’intera comunità, al rosario alla Madonna Consolata che come ci ha ricordato il Papa ha ottenuto nel passato tante grazie in occasione di eventi come questo, ed è certamente disponibile anche oggi a donarci il suo aiuto e la sua protezione.

Vi ringrazio per la vostra vicinanza, realizzata attraverso gli strumenti digitali, verso i ragazzi e giovani dell’oratorio e del catechismo, le loro catechiste e catechisti e animatori.

Ringrazio in particolare i cappellani degli ospedali,i diaconi, i medici e operatori sanitari, i volontari Caritas e quanti si prestano per alleviare la solitudine di tanti anziani soli mediante una telefonata o una preghiera fatta apposta per loro.

Il virus passerà, ne siamo certi; e tante saranno e le tragedie che si porterà dietro ma ci darà modo di riflettere profondamente sul nostro stile di vita, sul dare importanza a ciò che conta veramente rispetto a tante altre cose ritenute necessarie e in realtà superflue e secondarie.

Vi benedico di cuore e mi auguro che al più presto potremo ritrovarci insieme per continuare la nostra missione e ritrovare slancio e vigore per il nostro impegno verso e con i nostri fedeli.

Cesare vescovo, padre e amico

Indulgenza plenaria e possibili assoluzioni collettive per l’emergenza coronavirus

Con un Decreto della Penitenzieria, la Chiesa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli malati di Coronavirus, agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che a qualsivoglia titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi. Lo ha reso noto la Penitenzieria apostolica con un decreto firmato da dal cardinale penitenziere maggiore Mauro Piacenza e dal reggente, monsignor Krzysztof Nykiel.

“Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali”, si legge nella nota che accompagna il decreto.

CG28: Intervista al Rettor Maggiore e al nuovo Vicario

A conclusione del 28° Capitolo Generale, ecco l’intervista al Rettor Maggiore, don Angel Fernandez Artime, rieletto dal Capitolo Generale come 10° successore di Don Bosco e l’intervista a don Stefano Martoglio, il nuovo Vicario del Rettor Maggiore. Si riportano di seguito i due video dedicati pubblicati dall’Agenzia d’informazione Salesiana ANS.

I confratelli hanno mostrato e hanno espresso in tutta la settimana del discernimento e dell’elezione del Rettor Maggiore, del suo Vicario e di tutti i membri del Consiglio, una grande espressione di fiducia. Penso che se noi uniamo questo sentimento di grande serenità assieme ad una fiducia nel dire “andiamo avanti a dare il meglio di noi” questo si vive come una grazia e un dono di Dio.
(il Rettor Maggiore, don Angel Fernandez Artime)

Questo incarico nuovo conferma un percorso di amore verso la Congregazione. Che cosa significa per te persona?

Per me persona, significa un rinnovato amore e fiducia al Signore, perché solo sulla fede in Dio si prendono queste responsabilità nella fiducia dei confratelli.
Rappresenta una sfida di crescita sulla fede di Dio e sulla fiducia degli uomini.
(il nuovo Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio)

Don Galli presto tra i beati – La Voce del Popolo

Il 12 giugno 2019, VII anniversario della nascita al cielo di don Silvio Galli, era stato ufficialmente presentato al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, il Supplex libellus, cioè l’istanza ufficiale con la quale la Congregazione Salesiana chiedeva l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulle virtù, la fama di santità e di segni di don Silvio Galli, Sacerdote Professo della Società di san Francesco di Sales.

La Santa Sede ha così concesso nelle giornate scorse il Nulla osta per la causa del servo di Dio.

Si riporta di seguito l’intervista al Postulatore per le Cause dei Santi, don Pierluigi Cameroni riportata sul settimanale La Voce del Popolo il 13 marzo scorso.

Con la vita e con la Parola insegnò a scoprire e a servire Cristo nei poveri.

“La figura e la testimonianza di don Silvio Galli – spiega don Pierluigi Cameroni – si caratterizza per la sua capacità di aver corrisposto al dono di Dio dedicando la sua vita alle persone più emarginate con un atteggiamento profetico. Quello che don Galli ha fatto si inserisce nella linea di Papa Francesco che indica una Chiesa in uscita, una Chiesa in grado di porsi in ascolto del grido delle persone. Con il suo stile e con la sua sensibilità ha saputo essere un segno forte della capacità di compassione di Cristo e della Chiesa nella quotidianità”.

La devozione popolare. Attorno a don Silvio si respira una grande devozione popolare.

“In assoluto ho trovato tanta fama di santità. Qualcosa già abbiamo raccolto, qualcosa uscirà dopo l’apertura del processo”.

“L’iter. Il 12 giugno si apre l’inchiesta diocesana all’interno del Duomo di Chiari; verrà nominato il tribunale che dovrà accompagnare l’ascolto dei testimoni circa la vita e le virtù di don Silvio e la raccolta di una documentazione qualificata con il giudizio degli storici e dei teologi”.

La vita di fede. Don Pierluigi ha avuto la grazia di avere, a San Bernardino, don Galli come insegnante.

“Alla radice di tutta la sua opera di carità c’è una profonda vita di fede. Era un uomo radicato in Dio. Un aspetto che qualifica il suo cammino di santità è la filiale devozione a Maria: tutta la sua esistenza è segnata dal legame con Maria Ausiliatrice”.

La predilezione per gli ultimi.

“Ha intercettato, già dalla fine degli anni Sessanta, le emergenze: è stato capace di avere il cuore aperto, cercando di rispondere alle domande. Ha sempre accompagnato il cammino di fede dei volontari, dando senso alle cose che facevano, per far maturare, dentro l’impegno, una scelta di fede”.