“Affida, confida, sorridi!” – La lettera del Rettor Maggiore

Pubblichiamo la notizia proveniente da Info ANSAgenzia iNfo Salesiana – riguardo alla lettere scritta dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ai Salesiani ed in particolar modo alla Famiglia Salesiana in occasione del 150° della fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA).

(ANS – Roma) – “Affida, confida, sorridi!”. È questo il titolo della lettera indirizzata dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ai Salesiani e a tutta la Famiglia Salesiana in occasione del 150° della fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA), promossa da Don Bosco il 18 aprile 1869, ad un anno di distanza della consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco.

Il desiderio di Don Á.F. Artime è quello di rinnovare la dimensione mariana della vocazione salesiana, rivedendo le convinzioni sottostanti e portando a fare un’attenta valutazione della propria devozione all’Ausiliatrice come Salesiani di Don Bosco. Questo, senza dubbio, può diventare un suggerimento utile per tutta la Famiglia Salesiana nel mondo, in modo tale da rendere attuale oggi l’appello che rivolse a suo tempo don Egidio Viganò, quando invitò a “prendere la Madonna in casa”.

Con il desiderio di tenere sempre più in casa Maria Ausiliatrice, viene offerta una semplice riflessione sull’adesione salesiana all’Eucaristia e a Maria Ausiliatrice, sul cammino percorso in questi 150 anni di fondazione dell’ADMA, sul carattere popolare del carisma salesiano che è stato consegnato nel tempo come tesoro da custodire, e sul cammino da percorrere “dalla casa dell’Ausiliatrice alle nostre case”.

In sintonia con la Strenna di quest’anno, viene ricordato come non c’è via verso la santità senza l’Eucaristia. L’Eucaristia è la chiave di volta per la conversione radicale del cuore all’amore di Dio. L’affidamento a Maria è condizione per vivere la grazia battesimale e maturarla attraverso il cammino della fede, convinti che Lei prenda “per mano” per condurre all’incontro con suo Figlio Gesù.

“La devozione a Maria Ausiliatrice fu intesa e promossa da Don Bosco proprio secondo una prospettiva di aiuto e difesa della fede nel popolo di Dio, tentato da ideologie che svuotavano il senso cristiano della vita e da tanti movimenti che attaccavano la fede e l’unità della Chiesa fondata sulla salda roccia della professione di fede di Pietro”. Con l’ADMA Don Bosco ha voluto offrire al popolo cristiano un itinerario di santificazione e di apostolato semplice e accessibile a tutti, nell’intento di difendere e promuovere la fede della gente e valorizzando i contenuti della religiosità popolare.

Concludendo, così si esprime il Rettor Maggiore: “Mentre rendiamo grazie per questi 150 anni di vita dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, impegniamoci, fedeli al carisma del nostro santo fondatore della Famiglia Salesiana, a lasciarci guidare dallo Spirito Santo per un rinnovato impulso evangelizzatore ed educativo… L’essenziale di questo impulso evangelizzatore consiste nel rinnovare l’Associazione con un’attenzione privilegiata alla famiglia e alle nuove generazioni”.

Seguendo queste tracce, si rimarrà fedeli alla strada percorsa da Don Bosco, per il quale la devozione alla Madre di Dio ha caratterizzato e fortemente segnato tutta la sua spiritualità e la sua azione pastorale ed educativa.

Pubblicata la rivista semestrale “Ricerche Storiche Salesiane” n° 72

L’Istituto Storico Salesiano (ISS) di Roma ha pubblicato il numero 72 della rivista semestrale di storia religiosa e civile “Ricerche Storiche Salesiane“.
Si riporta la notizia pubblicata oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS)

(ANS – Roma) – È stato pubblicato il numero 72 (gennaio-giugno 2019) di “Ricerche Storiche Salesiane” (RSS), la rivista [semestrale] di storia religiosa e civile, pubblicata dall’Istituto Storico Salesiano (ISS). Tra gli studi che spiccano in questa pubblicazione vi sono la seconda parte della ricerca sull’opera “Kristu Jyoti College” di Bangalore, in India, i saggi sul salesiano indiano Philip Thayil e sul venerabile cardinale polacco August Hlond, e un’analisi degli schemi omiletici mariani di Don Bosco.

Tra gli studi che si trovano in questa pubblicazione vi sono: la ricerca sull’opera “Kristu Jyoti College” di Bangalore, in India, i saggi sul salesiano indiano Philip Thayil e sul venerabile cardinale polacco August Hlond, e un’analisi degli schemi omiletici mariani di Don Bosco.

La rivista accoglie in questo numero, nel settore STUDI, tre saggi:

Kristu Jyoti College, Bangalore: storia e significato dell’apertura della prima istituzione salesiana nell’arcidiocesi di Bangalore – parte II rappresenta la seconda puntata del contributo di don Thomas Anchukandam alla presentazione di quest’opera fondamentale del panorama salesiano indiano. Lo studio inizia con una sezione introduttiva piuttosto lunga che si concentra sui significativi sviluppi nel mondo dopo la seconda guerra mondiale e la conseguente decolonizzazione, l’aggiornamento nella Chiesa e nelle congregazioni religiose emesse dal Vaticano II, il nuovo modo di pensare che è stato evidenziato dalla Congregazione Salesiana sulla scia dei Capitoli Generali XIX e XX (speciale), la situazione socio-politica dell’India indipendente e dell’ambiente ecclesiale immediato del “Kristu Jyoti College”, che l’autore considera indispensabile per situare storicamente il teologato costruito per formare sacerdoti sufficientemente preparati e per rendere efficace il ministero sacerdotale e salesiano in un mondo di rapida evoluzione. Il corpo principale dell’articolo affronta poi l’approccio cordiale delle autorità arcidiocesane, la costruzione e l’inaugurazione del teologato e i nove anni (1967-1976) in cui è servito come studentato salesiano di teologia per tutta l’India, portandolo ad essere un punto di partenza nazionale per la formazione teologica dei futuri sacerdoti Salesiani.

Don Philip Thayil: Visionario e Innovatore (1917-2003) è una ricerca realizzata da Mathew Kapplikunnel. Questo articolo si focalizza sulla figura visionaria e carismatica di questo salesiano atipico e sulle molteplici iniziative da lui intraprese. Ricevette la chiamata divina a 29 anni, era privo di educazione superiore di qualsiasi tipo e non aveva talenti speciali di cui vantarsi. Ciononostante, carico di uno zelo apostolico paragonabile a quello di don Bosco, unito a grinta e determinazione rare, diede vita a diverse iniziative, tutte d’ispirazione salesiana, ma del tutto originali. Nel contesto dello Stato del Kerala, terra di avidi lettori tra cui la letteratura immorale e comunista stava facendo strada, don Thayil rispose con numerosi progetti innovativi nei campi della pubblicazione, della stampa, della comunicazione sociale, dell’arte, della cultura e della promozione vocazionale. Questo studio, dunque, mette in luce le diverse iniziative guidate da don Thayil in queste aree. “Don Bosco Vennala”, la geniale creazione di don Thayil, che comprende il centro culturale e la tipografia con il suo centro di formazione, è l’emblema della sua fedeltà creativa al carisma salesiano, oltre che un segno della sua visione innovatrice, dell’operosità infaticabile, dei metodi incisivi e risoluti per soccorrere i giovani svantaggiati.

Nel terzo studio viene affrontato un tema complesso: il 9 marzo 2017 nel corso del Congresso peculiare dei Consultori teologi, è stata votata la Positio super vita, virtutibus, fama sanctitatis del Servo di Dio cardinale August Hlond, primate della Polonia, salesiano. Nonostante la Positio, che ha avuto come relatore il p. Ambrogio Eszer O.P., abbia ricevuto nove voti affermativi su nove, è stato richiesto alla Postulazione generale della Congregazione salesiana un riscontro su alcuni punti. Lo studio Sulle obiezioni circa i nove voti positivi espressi dai consultori teologi sulla positio per il processo di beatificazione e di canonizzazione del Servo di Dio cardinale August Hlond, primate della Polonia, dell’autore don Stanisław Zimniak prova a fornire chiarimenti proprio in merito a tali obiezioni. Le questioni formulate dai Consultori teologi erano soprattutto rivolte a ottenere chiarimenti circa la questione degli amministratori apostolici, nell’immediato dopoguerra: si chiede se effettivamente il primate Hlond abbia mentito. È stato notato che non risulta l’opinione dei vescovi tedeschi del tempo e non si conosce il merito delle “riserve” degli stessi per l’avvio della causa. Collegata al punto precedente risulta la perplessità, formulata in modo particolare nel Voto VI, riguardo alla pratica eroica delle virtù della prudenza e della giustizia. Mentre un ulteriore chiarimento relativo ai voti religiosi e agli studi era richiesto dal voto VII.

Nel settore FONTI è presentato il seguente testo:

Gli appunti di predicazione mariana di don Bosco. Con tale testo don Aldo Giraudo offre l’edizione critica di sette schemi autografi di predicazione di don Bosco conservati nell’ASC e composti in occasione di alcune feste mariane. Solo due di essi sono datati (3 giugno 1842 e 11 settembre 1864). Altri due, in base alla grafia, possono essere attribuiti ai primi anni di ministero sacerdotale, mentre i restanti appartengono certamente agli anni della maturità. Nonostante la concisione, questi manoscritti contengono alcuni dei punti che caratterizzano il magistero mariano di Don Bosco, in sintonia con la pietà del suo tempo: Maria è Madre di Dio e Madre nostra; le “glorie di Maria”, adombrate nei simboli biblici, sono state celebrate dai Padri della Chiesa e dalle Nazioni cristiane in ogni tempo; Maria ha una missione specifica in ordine alla salvezza eterna; Ella è potente presidio della Chiesa ed è valido sostegno dei cristiani in vita e in morte; la vera devozione mariana è sempre accompagnata da un comportamento virtuoso e santo e si esprime in semplici atti di culto.

Nel settore PROFILI viene poi presentato un contributo di Jan Pietrzykowski dal titolo: Arcivescovo Antoni Baraniak: salesiano zelante, vescovo indomito.

Nel settore NOTA si hanno due contributi. Il primo tratta il seguente argomento: Le memorie di don Luigi Bolla (1932-2013). La testimonianza missionaria: dal ricordo al messaggio. Ne è l’autore Antonio Scudero. Il secondo di Tadeusz Lewicki presenta: “Il palco alle Ragazze!” – L’interessante e valoroso apporto agli studi salesiani di Daniela Cavallaro, docente presso l’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, specialista nella ricerca sul teatro educativo per le donne.

Nel settore Recensioni sono state recensite alcune pubblicazioni sugli argomenti relativi alle personalità ed alle attività salesiane:

Bogdan Kolar, Don Bosco e le opere salesiane tra gli sloveni. (= ACSSA – Varia, 9). Ljubljana, s.e. 2015; Mauro Forno, La cultura degli altri. Il mondo delle missioni e la decolonizzazione. Carrocci editore, Roma 2017; Eliane Anschau Petri, La santità di Maria Domenica Mazzarello. Ermeneutica teologica delle testimonianze nei processi di beatificazione e canonizzazione. Roma, LAS 2018; Waldemar Witold Żurek (edited by), Kronika Salezjańskiego Instytutu Filozoficznego w Marszałkach 1935-1939 [The Chronicle of the Salesian Philosophical Institute in Marszałki 1935-1939]. ( = Biblioteka Salezjańskiej Inspektorii św. Jacka w Krakowie, 9). Lublin, Drukarnia Gaudium 2018; Carlo De Paolis (a cura di), 90 anni di storia. Salesiani a Civitavecchia dal 1928, ( = Exallievi/e Don Bosco – Unione di Civitavecchia), s.l., Etruria grafica&stampa, 2018.

Nel settore Segnalazioni si presenta: Waldemar Witold Żurek (edited by), Salezjański Instytut Teologiczny w Krakowie 1929-1939. Kronika tom 1 [The Salesian Theological Institute in Poland 1929-1939. Chronicle volume 1]. ( = Biblioteka Salezjańskiej Inspektorii św. Jacka w Krakowie, 8). Lublin, Drukarnia Gaudium 2017; [Frank Freeman], A life brimming over with goodness. Fr Michael Maiocco SDB. Ascot Vale VIC, Salesians of Don Bosco 2018.

 

Missioni Don Bosco: in arrivo il nuovo numero di “Terre lontane” – luglio 2019

Per il mese di luglio, in arrivo il nuovo numero del mensile d’informazione di Missioni Don Bosco intitolato “Terre Lontane“, dedicato alla 150° partenza missionaria e al sinodo sull’Amazzonia.

In anteprima, l’editoriale di Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco:

Possiamo dirci fortunati a essere partecipi della 150a partenza dei salesiani per le terre di missione. Un traguardo che molti – in primis lo stesso Don Bosco – hanno sognato ma che, nella precarietà della Storia, non poteva neanche essere immaginato con certezza. Eppure da quando è partita la prima spedizione dei giovani cresciuti a Valdocco con destinazione Patagonia, il mandato missionario è stato ripetuto 149 volte fino a oggi. Domenica 29 settembre 2019 saremo presenti nella basilica di Maria Ausiliatrice, da cui tutto è partito, per condividere l’emozione di quell’evento.

Questa partenza è alla vigilia del Mese missionario straordinario voluto da papa Francesco. I salesiani hanno risposto intensificando l’invito a nuovi “banditori e ministri” del Vangelo di lasciare la propria terra e le proprie consuetudini… per rendersi disponibili dove e come lo Spirito Santo ispirerà la loro azione e la loro preghiera. Missioni Don Bosco ascolterà ciò che emergerà dal Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia che si svolgerà quello stesso mese. La condizione umana e spirituale dei popoli che vivono in quella foresta (sempre più circoscritta dallo sfruttamento economico e dalla violenza sull’uomo e sulla natura) riguarda l’intero pianeta. Avremo tutti modo di migliorare il nostro sguardo sul futuro e sulla sua evangelizzazione nel Terzo Millennio.

 

Diocesi di Torino: nuove nomine

Riportiamo l’articolo proveniente da “La Voce e il Tempo” di giovedì 4 luglio 2019 riguardo alle nuove nomine pubblicate dalla Diocesi di Torino, tra i vari sacerdoti presenti anche molti salesiani.

Dal 2 settembre 2019 – Pubblichiamo l’elenco dei nuovi incarichi pastorali del clero nella Diocesi di Torino, diffuse da La Voce e il Tempo di domenica 7 luglio, introdotte da un ringraziamento dell’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia a sacerdoti e religiosi.

Pubblichiamo il ringraziamento dell’Arcivescovo mons. Nosiglia a sacerdoti e religiosi per la disponibilità ai vari incarichi, insieme all’augurio ai nuovi vicari parrocchiali.

Cari presbiteri, diaconi, religiosi e fedeli della Diocesi di Torino,

come ogni anno siamo giunti all’appuntamento stabilito delle nuove nomine dei presbiteri in diocesi. È questo un anno particolare, che vede una maggioranza di spostamenti di sacerdoti religiosi e diocesani provenienti da altre diocesi. Un particolare grazie va rivolto all’Ispettore salesiano e ai preti salesiani, che mantengono la loro preziosa presenza in diocesi a servizio di diverse parrocchie o come parroci, o come vicari parrocchiali e collaboratori.

Un vivo grazie anche agli Istituti religiosi che si sono resi disponibili a inviare alcuni loro sacerdoti sia per il ministero in una parrocchia, sia per svolgere il compito di vicari parrocchiali o collaboratori. Ringrazio in modo particolare i parroci di Ciriè, don Alessio Toniolo, per aver accettato di essere parroco anche della parrocchia di San Francesco al Campo, e di Gassino, don Carlo Fassino, per aver accettato di essere parroco anche della parrocchia di Rivalba.

Ai nuovi vicari parrocchiali rivolgo il più vivo saluto e augurio per il loro ministero nelle par-rocchie a cui sono stati designati. Infine, un grazie tutto speciale a due vescovi del Sud Italia, mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, e mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, che hanno inviato a Torino alcuni sacerdoti del loro presbiterio.

Il Papa, nell’ultima assemblea della Cei, ha invitato i vescovi che hanno più clero ad offrire ad altre diocesi in difficoltà qualche loro sacerdote, secondo le disposizioni proprie dei Fidei donum. Tutto ciò ci fa comprendere e vivere la ricchezza multiforme della Chiesa universale, che usufruisce di ministri, oltre che locali, anche provenienti da Paesi, diocesi e realtà religiose differenti.

Preghiamo il Signore, perché susciti sante e nuove vocazioni al sacerdozio, ma sollecitiamo anche le famiglie e le nostre comunità a sentire come un proprio dovere quello di indirizzare sulla via del sacerdozio i giovani, senza porre ostacoli o rifiuti. E ai giovani di non temere nel compiere con coraggio e impegno questa scelta, qualora il Signore rivolga loro il suo invito: «Vieni e seguimi».

Torino, 3 luglio 2019

+ Cesare NOSIGLIA, Vescovo, padre e amico

LE NUOVE NOMINE
Rinunce di parroci

L’Arcivescovo ha accolto, con decorrenza 2 settembre 2019, le rinunce all’ufficio di parroco presentate dai seguenti sacerdoti:

don Domenico CAGLIO alla parrocchia S. Francesco d’Assisi in San Francesco al Campo;

don Domenico CATTI alla parrocchia S. Pietro in Vincoli in Rivalba;

don Pietro Antonio GAMBINO alla parrocchia S. Martino Vescovo in Alpignano;

don Renato VITALI alla parrocchia S. Tommaso Apostolo in Busano e alla parrocchia S. Lorenzo Martire in Pertusio.

Termine di ufficio

– di parroci

In data 2 settembre 2019 terminano l’ufficio di parroco i seguenti sacerdoti:

don Paolo AUDISIO DI SOMMA, S.D.B., della parrocchia S. Giovanni Battista in Moretta;

don Marco CENA, S.D.B., della parrocchia S. Domenico Savio in Torino;

don Claudio DURANDO, S.D.B., della parrocchia Maria Ausiliatrice in Torino;

don Mauro MERGOLA, S.D.B., della parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli in Torino;

don Giovanni SERIONE, S.D.B., della parrocchia Immacolata Concezione di Maria Vergine in Lombriasco.

– di vicari parrocchiali

In data 2 settembre 2019 terminano l’ufficio di vicari parrocchiali i seguenti sacerdoti:

don Guido DUTTO, S.D.B., nella parrocchia Maria Ausiliatrice in Torino;

don Gilberto SARZOTTI, S.D.B., nelle parrocchie S. Giovanni Battista e Assunzione di Maria Vergine (Bandito) in Bra.

– di collaboratore parrocchiale

don Gianluca CAPELLO, P.I.M.E., nella parrocchia S. Dalmazzo Martire in Cuorgnè;

don Florin PISTIEAN, I.M.C., in data 2 settembre 2019 termina l’ufficio di collaboratore parrocchiale nelle parrocchie S. Maria Maddalena in Front, S. Maria Maddalena in Rivarossa, S. Carlo Borromeo in San Carlo Canavese e Santi Bernardo e Nicola in Vauda Canavese.

Trasferimenti

– di vicario parrocchiale

Con decorrenza dal 2 settembre 2019, don Gabriel SCRIPCARU è trasferito come vicario parrocchiale dalla parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli in Leinì alla parrocchia Santi Giovanni Battista e Martino in Ciriè e alla parrocchia S. Francesco d’Assisi in San Francesco al Campo.

– di collaboratore parrocchiale

Con decorrenza dal 2 settembre 2019, don Bruno FONTANA, del clero di Bari-Bitonto, è trasferito come collaboratore parrocchiale dalla parrocchia S. Agnese Vergine e Martire in Torino alla parrocchia S. Massimo Vescovo di Torino in Torino.

Nomine

– di parroci

Vengono nominati parroci, con decorrenza 2 settembre 2019, i seguenti sacerdoti:

don Carlo FASSINO della parrocchia S. Pietro in Vincoli in Rivalba, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Alessio TONIOLO della parrocchia S. Francesco d’Assisi in San Francesco al Campo, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Gianluigi MARZO, del clero di Ugento-S. Maria di Leuca, della parrocchia S. Biagio Vescovo e Martire in Faule, della parrocchia S. Giovanni Battista in Moretta e della parrocchia S. Pietro in Vincoli in Polonghera;

don Giovanni BIANCO, S.D.B., della parrocchia Immacolata Concezione di Maria Vergine in Lombriasco;

don Claudio DURANDO, S.D.B., della parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli in Torino;

don Guido DUTTO, S.D.B., della parrocchia Maria Ausiliatrice in Torino;

don Gilberto SARZOTTI, S.D.B., della parrocchia S. Domenico Savio in Torino.

– di amministratori parrocchiali e legali rappresentanti

Con decorrenza 2 settembre 2019 sono nominati amministratori parrocchiali e legali rappresentanti i seguenti sacerdoti:

don Valter BONETTO, C.O., nella parrocchia Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù in Torino, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Claudio DURANDO, S.D.B., nella parrocchia Sacro Cuore di Maria in Torino;

don Riccardo GRASSI, S.D.B., nella parrocchia S. Martino Vescovo in Buttigliera d’Asti e nella parrocchia S. Giovanni Battista in Moriondo Torinese, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Gianluca CAPELLO, P.I.M.E., nella parrocchia S. Tommaso Apostolo in Busano e nella parrocchia S. Lorenzo Martire in Pertusio;

don Dino MULASSANO, S.S.P., nella parrocchia S. Martino Vescovo in Alpignano, nella parrocchia S. Giorgio Martire in Caselette, nella parrocchia S. Donato Vescovo e Martire e nella parrocchia S. Maria della Spina (Brione) in Val Della Torre;

don Antonello SCANO, del clero di Paraiba (Brasile), nella parrocchia S. Giuliano Martire in Barbania, nella parrocchia S. Giacomo Apostolo in Levone e nella parrocchia Assunzione di Maria Vergine in Rocca Canavese;

– di vicari parrocchiali

Con decorrenza 2 settembre 2019, vengono nominati vicari parrocchiali i novelli sacerdoti:

don Stefano CARENA nella parrocchia S. Giovanni Battista in Orbassano;

don Marco FOGLIOTTI nella parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli in Leinì e nella parrocchia Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù in Mappano;

don Alexandru RACHITEANU nella parrocchia S. Dalmazzo Martire in Cuorgnè, nella parrocchia S. Giovanni Battista in Salassa e nella parrocchia S. Giorgio Martire in Valperga;

don Simon PARADA, C.O., nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Torino.

Con decorrenza 2 settembre 2019, vengono nominati vicari parrocchiali anche i seguenti sacerdoti;

don George KIBEU WAKUNGU, I.M.C., è nominato vicario parrocchiale nella parrocchia S. Giorgio Martire in Caselette, nella parrocchia S. Donato Vescovo e Martire e nella parrocchia S. Maria della Spina (Brione) in Val Della Torre, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Silvio CARLIN, S.D.B., e don Marco CENA, S.D.B., nella parrocchia S. Andrea Apostolo in Castelnuovo Don Bosco, nella parrocchia S. Martino Vescovo in Buttigliera d’Asti e nella parrocchia S. Giovanni Battista in Moriondo Torinese;

don Giovanni SERIONE, S.D.B., nella parrocchia Maria Ausiliatrice in Torino.

– di collaboratori parrocchiali

I seguenti sacerdoti, con decorrenza 2 settembre 2019, vengono nominati collaboratori parrocchiali:

don Pietro Antonio GAMBINO nella parrocchia S. Maria Maggiore in Poirino;

don Filippo RAIMONDI nella parrocchia S. Vincenzo Ferreri in Moncalieri;

don Ester ROLANDO, nella parrocchia S. Francesco d’Assisi in San Francesco al Campo, mantenendo gli altri incarichi a lui affidati;

don Sergio MELIAN ORTEGA, del clero di San Cristobal de La Laguna – Tenerife, nella parrocchia S. Giulia Vergine e Martire in Torino;

don Jean Népomuscène HARELIMANA, del clero di Byumba (Rwanda), nella parrocchia Immacolata Concezione e S. Donato in Torino.

Altre nomine

Don Guido ERRICO, S.D.B., con decorrenza dal 2 settembre 2019 è nominato rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino. Sostituisce il suo predecessore, don Cristian BESSO, S.D.B., trasferito ad altri incarichi.

Venerdì 12 luglio: don Alberto Lorenzelli SDB a Valdocco

Venerdì 12 luglio sarà presente a Valdocco il salesiano don Alberto Lorenzelli, nominato lo scorso maggio Vescovo Ausiliare di Santiago del Cile da Papa Francesco e attualmente Direttore della Comunità Salesiana in Vaticano e Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano.

Per la giornata di venerdì don Alberto Lorenzelli presiederà la S. Messa delle ore 9.00 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice, per poi essere ospite al pranzo in comunità alle 12.30.

Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana – Cagliero 11, luglio 2019

Si rendono disponibili qui in allegato degli spunti di riflessione “missionari”:

Cagliero 11, il Bolletino mensile della comunità Salesiana nell’ambito dell’Animazione Missionaria. All’interno saranno presenti spunti di preghiera, una proposta per il Mese Missionario Straordinario (MMS) indetto da Papa Francesco per il prossimo ottobre ed una serie di notizie provenienti dal mondo missionario.


Liceo classico salesiano di Valsalice: record di cento alla maturità

Si riporta la notizia pubblicata su “La Stampa” – Torino – riguardo alla classe terza B del Liceo classico salesiano di Valsalice che ha fatto il record di cento alla maturità:

Una classe da record tra le mura del liceo salesiano Valsalice. Una storia lunga cinque anni rende qualsiasi gruppo unico, ma la III B dell’indirizzo classico si è scoperta ancora più speciale di fronte ai tabelloni della maturità: su 20 ragazzi, oltre la metà ha preso un voto superiore al 92. E sette hanno tagliato il traguardo del 100 nonostante le difficoltà della nuova prova finale: Erasmo Giachino, Federica Trinch, Ilaria Carrega, Luigi D’Auria e Virginia Manzo hanno preso il massimo dei voti, con Stefano Barbero e Margherita Audisio premiati addirittura con la lode. Un’eccellenza che i professori si aspettavano, ma non in queste proporzioni: «È sempre stata una classe sopra la media, al talento molti hanno aggiunto impegno e metodo. Merito dei ragazzi, poi, essere stati capaci di trascinarsi gli uni con gli altri verso l’alto anno dopo anno. Ma il pieno di 100 non ce lo aspettavamo: molti arrivavano con tanti crediti del triennio, ma tra chi ha fatto l’exploit negli scritti e chi ha stupito all’orale si sono tutti meritati il massimo dei voti» racconta Stefano Bove, insegnante di latino e greco per tutti e cinque gli anni di liceo. Chiusi, con una maturità da applausi, anche per merito dell’ultimo saluto di gruppo prima delle prove scritte, la tre giorni nel parco di Villa Lascaris a studiare insieme come da tradizione.

«Abbiamo passato tre giorni a Pianezza, è stato molto utile per rendere al meglio nelle prove, ma soprattutto uno splendido epilogo per il nostro percorso, tra di noi e coi professori», ammette Margherita Audisio, il primo 100 e lode che ora si preparerà per entrare a Medicina. Stefano Ferrero, invece, per il suo futuro ha scelto fisica: «Cinque anni fa ho scelto di fare il classico, era una sfida con me stesso: sapevo di essere più portato per le materie scientifiche, ma non volevo trascurare quelle umanistiche, comunque una mia passione. Adesso mi concentrerò su quello che voglio diventare, senza mai dimenticare le esperienze vissute qui».

Come il film per il concorso dantesco a Ravenna girato l’anno scorso, il ricordo più bello della maggior parte della classe:

«Ogni ragazzo ha fatto la sua parte – ricorda il professore responsabile dell’iniziativa, Paolo Accossato – da chi si è occupato del trucco a chi ha scritto la sceneggiatura, passando per gli attori che hanno dovuto interagire con un regista professionista. Ha aiutato a cementare un gruppo che, così unito, ha raggiunto questi traguardi importanti».

Con un pieno di sorrisi e di amicizie da portarsi dietro tutta la vita.

Forum Internazionale dei Giovani e cammino post-sinodale: la parola a don Rossano Sala

Si è svolto l’XI Forum Internazionale dei Giovani dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali. Si riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS) e il video-commento di don Rossano Sala.

(ANS – Roma) – “Un momento d’incontro, comunione e sinodalità… Che è andato a dare compimento alla riunione Pre-sinodale dei giovani del marzo 2018”. Con queste chiavi di lettura don Rossano Sala, SDB, Segretario Speciale per il Sinodo dei Vescovi del 2018, interpreta l’XI Forum Internazionale dei Giovani, svoltosi dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali.

Don Sala, può raccontarci cos’è successo in quei giorni?

Abbiamo vissuto tre ampi momenti di riflessione. La prima giornata è stata dedicata al cammino sinodale, con particolare attenzione al metodo utilizzato: perché il Sinodo sui Giovani c’insegna in primo luogo uno stile di camminare, di dare la parola a tutti, di ascoltare.

La seconda giornata, poi, è stata dedicata all’Esortazione Apostolica Christus Vivit, affinché ciascun giovane e Chiesa particolare potesse conoscerla e farla propria.

E nella terza giornata abbiamo ragionato sul grande tema della ricezione, la fase più delicata di questo cammino Post-sinodale: come inaugurare nuovi cammini, nuovi itinerari, nuove prospettive?

Sabato mattina, infine, il Papa ci ha accolti in udienza, ha salutato, stringendogli la mano, tutti i giovani, uno ad uno; e ha anche presentato i temi delle tre prossime Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), scanditi dal verbo “Alzati”, in una prospettiva di Risurrezione e di consapevolezza di quello che i giovani possono dire e possono dare al mondo e alla Chiesa.

Quali sono le principali prospettive su cui lavorare ora?

Faccio riferimento alle tre parole emerse dal cammino sinodale: in primo luogo “Sinodalità”. La grande richiesta dei giovani alla Chiesa è che sappia vivere e lavorare insieme, che sia un segno luminoso di fraternità. I giovani ci hanno ricordato che la comunione è la prima e più importante forma di evangelizzazione.

La seconda parola è “Vocazione”. Ognuno è chiamato a dare la sua parte, in ottica missionaria. La grande domanda che Papa Francesco pone a tutti i giovani non è “Chi sono io?”, o “Cosa posso fare per essere felice?”; ma “Per chi sono io?”, “Chi devo rendere felice per essere felice?”.

E la terza è “Discernimento”. Papa Francesco non ci offre soluzioni preconfezionate, ma chiede ai giovani di mettersi davanti al Signore in una dinamica contemplativa ed entusiasmante, in cui tutti siamo soggetti attivi.

Cosa significa tutto questo per la Famiglia Salesiana?

Intanto voglio dire che a quest’incontro c’erano, sì, alcune persone del mondo salesiano, poi c’era Carina, la rappresentante del Movimento Giovanile Salesiano… Ma soprattutto c’erano tanti giovani che hanno manifestato in quei giorni una simpatia, una conoscenza e uno stile salesiano.

Poi, per un salesiano, significa principalmente fare dei giovani dei compagni di viaggio. Non i giovani come recettori, come destinatari, ma come protagonisti della Pastorale. Don Bosco, d’altra parte, ha sempre creduto nei giovani: basta vedere l’atto di fondazione della Congregazione, che è stato firmato da ragazzi di 14-15 anni. La Chiesa oggi ci chiede un rinnovato entusiasmo per ripartire da lì.

Guardando al Capitolo Generale, oltre che al cammino sinodale, quali Salesiani per i giovani di oggi?

Un salesiano, innanzitutto, che abbia fiducia nei giovani; che sappia mettersi in discussione di fronte alla sfide del nostro tempo, in una rinnovata laboriosità culturale; e che sia cosciente della sua vocazione specifica verso i giovani più piccoli e più poveri.

Su ANSChannel è disponibile il video integrale dell’intervista a don Rossano Sala (anche con sottotitoli in spagnolo).

Movida alla Gran Madre di Torino: le Reliquie di S. Bernadette Soubirous

Dal 24 al 27 luglio 2019 la Chiesa della Gran Madre di Torino ospiterà l’urna della santa di Lourdes. Quest’anno infatti si celebrano il 175esimo anno della nascita e il 140esimo della morte di Bernadette Soubirous, la pastorella francese, a cui apparve la Madonna nel febbraio 1858 a Lourdes.

Dalla fine di aprile le reliquie di santa Bernadette stanno compiendo un pellegrinaggio attraverso 34 diocesi italiane permettendo così la venerazione anche in Italia.

A Torino, le reliquie, provenienti da Savona, giungeranno mercoledì 24 luglio (arrivo ore 16), e saranno esposte alla venerazione dei fedeli fino a sabato 27 luglio presso la parrocchia della Gran Madre di Dio (piazza Gran Madre).

Un ricco programma di momenti di preghiera e celebrazioni scandirà questi giorni dedicati alla venerazione delle reliquie.

«L’obiettivo – spiega don Paolo Fini, parroco della Chiesa della Gran Madre e direttore dell’ufficio di pastorale della salute della Diocesi – è quello di vivere una esperienza religiosa di popolo, che possa essere un richiamo a recuperare, riscoprire, valorizzare quella sensibilità affettiva che è parte della nostra esperienza di fede. Vivremo celebrazioni e processioni “aux flambaeaux” come a Lourdes che daranno luogo a una “movida” mariana in Borgo Po per risvegliare proprio questa dimensione filiale, fiduciosa, di vicinanza a Maria che si fa prossima a ciascuno di noi. Sarà una “movida” che richiamerà l’attenzione sulle fatiche dell’umanità, che siamo sicuri stimolerà le coscienze».

La chiesa sarà accessibile (è attivo infatti anche un ascensore con ingresso sul lato destro della chiesa per chi non potesse superare la scalinata) ad ingresso libero, senza prenotazione.

Di seguito il programma:

MERCOLEDÌ 24 LUGLIO
Orario arrivo reliquie: 15.30 – 16.00
16.00 Rosario
18.30 S. Messa – presiede Mons. Valter Danna, Vicario Generale Arcidiocesi di Torino
19.30 S. Messa – presiede don Paolo Fini, Parroco Gran Madre
21.00 Rosario
22.00 Chiusura Chiesa

GIOVEDÌ 25 LUGLIO
6.00 Apertura Chiesa
7.00 S. Messa – presiede don Massimiliano Canta, Direttore delle Case del Clero
8.00 S. Messa – presiede S.E. Mons. Guido Fiandino, Vescovo Ausiliare emerito di Torino
12.00 Preghiera condotta da don Luca Ramello, direttore Ufficio Giovani Arcidiocesi di Torino
16.00 Rosario
18.30 S. Messa – presiede S.Em.R. Card. Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino
19.30 S. Messa – presiede don Sebastiano Olivero, Vicario Territoriale Distretto Torino Città
21.00 Processione Aux Flambeaux – presiede S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Vescovo emerito di Aosta
22.00 Chiusura Chiesa

VENERDÌ 26 LUGLIO
6.00 Apertura Chiesa
7.00 S. Messa – presiede don Giovanni Daima, Cappellano Ospedale S. Giovanni Bosco Torino
8.00 S. Messa – presiede P. Walter Dall’Osto M.I., Religioso Camilliano
12.00 Preghiera condotta da Assistenti Religiosi ospedalieri
16.00 Rosario
18.30 S. Messa – presiede S.E. Mons. Marco Brunetti, Delegato CEP per la Pastorale della Salute e Vescovo di Alba
19.30 S. Messa – presiede S.E. Mons. Pier Giorgio Micchiardi, Vescovo emerito di Acqui
21.00 Processione Aux Flambeaux – presiede S.E. Mons. Marco Brunetti
22.00 Chiusura Chiesa

SABATO 27 LUGLIO
6.00 Apertura Chiesa
7.00 S. Messa – presiede don Sabino Frigato, Vicario per la vita Consacrata Salesiano
8.00 S. Messa – presiede don Carmine Arice, Padre generale Piccola Casa Divina Provvidenza
10.00 Rosario
12.00 Cerimonia Conclusiva – Messa Pontificale presiede S.E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino

Giornata Missionaria Mondiale 2019: il messaggio di Papa Francesco

Si riporta il messaggio di Papa Francesco dedicato alla Giornata Mondiale Missionaria 2019 che si celebrerà il 20 ottobre, dal titolo: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo“.

Cari fratelli e sorelle,
per il mese di ottobre del 2019 ho chiesto a tutta la Chiesa di vivere un tempo straordinario di missionarietà per commemorare il centenario della promulgazione della Lettera apostolica Maximum illud del Papa Benedetto XV (30 novembre 1919). La profetica lungimiranza della sua proposta apostolica mi ha confermato su quanto sia ancora oggi importante rinnovare l’impegno missionario della Chiesa, riqualificare in senso evangelico la sua missione di annunciare e di portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto.

Il titolo del presente messaggio è uguale al tema dell’Ottobre missionario: Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo. Celebrare questo mese ci aiuterà in primo luogo a ritrovare il senso missionario della nostra adesione di fede a Gesù Cristo, fede gratuitamente ricevuta come dono nel Battesimo. La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale: dalla comunione con Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, nasce una vita nuova insieme a tanti altri fratelli e sorelle. E questa vita divina non è un prodotto da vendere – noi non facciamo proselitismo – ma una ricchezza da donare, da comunicare, da annunciare: ecco il senso della missione. Gratuitamente abbiamo ricevuto questo dono e gratuitamente lo condividiamo (cfr Mt 10,8), senza escludere nessuno. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi arrivando alla conoscenza della verità e all’esperienza della sua misericordia grazie alla Chiesa, sacramento universale della salvezza (cfr 1 Tm 2,4; 3,15; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48).

La Chiesa è in missione nel mondo: la fede in Gesù Cristo ci dona la giusta dimensione di tutte le cose facendoci vedere il mondo con gli occhi e il cuore di Dio; la speranza ci apre agli orizzonti eterni della vita divina di cui veramente partecipiamo; la carità, che pregustiamo nei Sacramenti e nell’amore fraterno, ci spinge sino ai confini della terra (cfr Mi 5,3; Mt 28,19; At 1,8; Rm 10,18). Una Chiesa in uscita fino agli estremi confini richiede conversione missionaria costante e permanente. Quanti santi, quante donne e uomini di fede ci testimoniano, ci mostrano possibile e praticabile questa apertura illimitata, questa uscita misericordiosa come spinta urgente dell’amore e della sua logica intrinseca di dono, di sacrificio e di gratuità (cfr 2 Cor 5,14-21)! Sia uomo di Dio chi predica Dio (cfr Lett. ap. Maximum illud).

È un mandato che ci tocca da vicino: io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita. Nessuno è inutile e insignificante per l’amore di Dio. Ciascuno di noi è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio. Anche se mio padre e mia madre tradissero l’amore con la menzogna, l’odio e l’infedeltà, Dio non si sottrae mai al dono della vita, destinando ogni suo figlio, da sempre, alla sua vita divina ed eterna (cfr Ef 1,3-6).

Questa vita ci viene comunicata nel Battesimo, che ci dona la fede in Gesù Cristo vincitore del peccato e della morte, ci rigenera ad immagine e somiglianza di Dio e ci inserisce nel corpo di Cristo che è la Chiesa. In questo senso, il Battesimo è dunque veramente necessario per la salvezza perché ci garantisce che siamo figli e figlie, sempre e dovunque, mai orfani, stranieri o schiavi, nella casa del Padre. Ciò che nel cristiano è realtà sacramentale – il cui compimento è l’Eucaristia –, rimane vocazione e destino per ogni uomo e donna in attesa di conversione e di salvezza. Il Battesimo infatti è promessa realizzata del dono divino che rende l’essere umano figlio nel Figlio. Siamo figli dei nostri genitori naturali, ma nel Battesimo ci è data l’originaria paternità e la vera maternità: non può avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come madre (cfr San Cipriano, L’unità della Chiesa, 4).

Così, nella paternità di Dio e nella maternità della Chiesa si radica la nostra missione, perché nel Battesimo è insito l’invio espresso da Gesù nel mandato pasquale: come il Padre ha mandato me, anche io mando voi pieni di Spirito Santo per la riconciliazione del mondo (cfr Gv 20,19-23; Mt 28,16-20). Al cristiano compete questo invio, affinché a nessuno manchi l’annuncio della sua vocazione a figlio adottivo, la certezza della sua dignità personale e dell’intrinseco valore di ogni vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Il dilagante secolarismo, quando si fa rifiuto positivo e culturale dell’attiva paternità di Dio nella nostra storia, impedisce ogni autentica fraternità universale che si esprime nel reciproco rispetto della vita di ciascuno. Senza il Dio di Gesù Cristo, ogni differenza si riduce ad infernale minaccia rendendo impossibile qualsiasi fraterna accoglienza e feconda unità del genere umano.

L’universale destinazione della salvezza offerta da Dio in Gesù Cristo condusse Benedetto XV ad esigere il superamento di ogni chiusura nazionalistica ed etnocentrica, di ogni commistione dell’annuncio del Vangelo con le potenze coloniali, con i loro interessi economici e militari. Nella sua Lettera apostolica Maximum illud il Papa ricordava che l’universalità divina della missione della Chiesa esige l’uscita da un’appartenenza esclusivistica alla propria patria e alla propria etnia. L’apertura della cultura e della comunità alla novità salvifica di Gesù Cristo richiede il superamento di ogni indebita introversione etnica ed ecclesiale. Anche oggi la Chiesa continua ad avere bisogno di uomini e donne che, in virtù del loro Battesimo, rispondono generosamente alla chiamata ad uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria patria, dalla propria lingua, dalla propria Chiesa locale. Essi sono inviati alle genti, nel mondo non ancora trasfigurato dai Sacramenti di Gesù Cristo e della sua santa Chiesa. Annunciando la Parola di Dio, testimoniando il Vangelo e celebrando la vita dello Spirito chiamano a conversione, battezzano e offrono la salvezza cristiana nel rispetto della libertà personale di ognuno, in dialogo con le culture e le religioni dei popoli a cui sono inviati. La missio ad gentes, sempre necessaria alla Chiesa, contribuisce così in maniera fondamentale al processo permanente di conversione di tutti i cristiani. La fede nella Pasqua di Gesù, l’invio ecclesiale battesimale, l’uscita geografica e culturale da sé e dalla propria casa, il bisogno di salvezza dal peccato e la liberazione dal male personale e sociale esigono la missione fino agli estremi confini della terra.

La provvidenziale coincidenza con la celebrazione del Sinodo Speciale sulle Chiese in Amazzonia mi porta a sottolineare come la missione affidataci da Gesù con il dono del suo Spirito sia ancora attuale e necessaria anche per quelle terre e per i loro abitanti. Una rinnovata Pentecoste spalanca le porte della Chiesa affinché nessuna cultura rimanga chiusa in sé stessa e nessun popolo sia isolato ma aperto alla comunione universale della fede. Nessuno rimanga chiuso nel proprio io, nell’autoreferenzialità della propria appartenenza etnica e religiosa. La Pasqua di Gesù rompe gli angusti limiti di mondi, religioni e culture, chiamandoli a crescere nel rispetto per la dignità dell’uomo e della donna, verso una conversione sempre più piena alla Verità del Signore Risorto che dona la vera vita a tutti.

Mi sovvengono a tale proposito le parole di Papa Benedetto XVI all’inizio del nostro incontro di Vescovi latinoamericani ad Aparecida, in Brasile, nel 2007, parole che qui desidero riportare e fare mie:

«Che cosa ha significato l’accettazione della fede cristiana per i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi? Per essi ha significato conoscere e accogliere Cristo, il Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente. Ha significato anche avere ricevuto, con le acque del Battesimo, la vita divina che li ha fatti figli di Dio per adozione; avere ricevuto, inoltre, lo Spirito Santo che è venuto a fecondare le loro culture, purificandole e sviluppando i numerosi germi e semi che il Verbo incarnato aveva messo in esse, orientandole così verso le strade del Vangelo. […] Il Verbo di Dio, facendosi carne in Gesù Cristo, si fece anche storia e cultura. L’utopia di tornare a dare vita alle religioni precolombiane, separandole da Cristo e dalla Chiesa universale, non sarebbe un progresso, bensì un regresso. In realtà, sarebbe un’involuzione verso un momento storico ancorato nel passato»

(Discorso nella Sessione inaugurale, 13 maggio 2007: Insegnamenti III,1 [2007], 855-856).

A Maria nostra Madre affidiamo la missione della Chiesa. Unita al suo Figlio, fin dall’Incarnazione la Vergine si è messa in movimento, si è lasciata totalmente coinvolgere nella missione di Gesù, missione che ai piedi della croce divenne anche la sua propria missione: collaborare come Madre della Chiesa a generare nello Spirito e nella fede nuovi figli e figlie di Dio.

Vorrei concludere con una breve parola sulle Pontificie Opere Missionarie, già proposte nella Maximum illud come strumento missionario. Le POM esprimono il loro servizio all’universalità ecclesiale come una rete globale che sostiene il Papa nel suo impegno missionario con la preghiera, anima della missione, e la carità dei cristiani sparsi per il mondo intero. La loro offerta aiuta il Papa nell’evangelizzazione delle Chiese particolari (Opera della Propagazione della Fede), nella formazione del clero locale (Opera di San Pietro Apostolo), nell’educazione di una coscienza missionaria dei bambini di tutto il mondo (Opera della Santa Infanzia) e nella formazione missionaria della fede dei cristiani (Pontifica Unione Missionaria). Nel rinnovare il mio appoggio a tali Opere, auguro che il Mese Missionario Straordinario dell’Ottobre 2019 contribuisca al rinnovamento del loro servizio missionario al mio ministero.

Ai missionari e alle missionarie e a tutti coloro che in qualsiasi modo partecipano, in forza del proprio Battesimo, alla missione della Chiesa invio di cuore la mia benedizione.

Dal Vaticano, 9 giugno 2019, Solennità di Pentecoste
FRANCESCO