3 giorni al Colle don Bosco per i volontari del Servizio Civile

Nelle giornate del 15-16-17 marzo 2019, si è svolta la Formazione Generale dei volontari del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta presso il Colle don Bosco. Obiettivo della tre giorni, quello di una crescita personale e culturale per ogni giovane prestante servizio nei vari ambienti educativi.

La formazione generale è un percorso didattico ed educativo che ogni operatore volontario impiegato in un progetto di Servizio Civile è tenuto a frequentare, in quanto offre gli strumenti e le chiavi di lettura necessari per affrontare l’esperienza del servizio e costituisce una valida occasione di trasmissione e promozione ai giovani dei valori e dei diritti universali dell’uomo.

Ecco le parole di Rosanna Todisco,  Responsabile del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta, con un riassunto delle giornate vissute al Colle:

Per il secondo anno abbiamo proposto agli Operatori Volontari impiegati nei progetti di Servizio civile dell’Ispettoria Salesiana di Piemonte e Valle d’Aosta la possibilità di una formazione generale “residenziale” al Colle don Bosco. Sono 108 i giovani operatori che nelle giornate del 13-14-15 marzo scorso, si sono ritrovati insieme per la formazione: uno spazio di riflessione e di confronto che ha aiutato i giovani a prendere maggiore consapevolezza della loro scelta e del loro ruolo all’interno del progetto nel quale sono coinvolti, sottolineando l’importanza che assume un’esperienza di cittadinanza attiva e responsabile di questo tipo.

Nella macroarea tematica “Mission e Valori dei Salesiani” gli operatori volontari hanno compiuto un percorso di formazione sulla storia di don Bosco con don Stefano Mondin e don Fabiano Gheller, anche attraverso la visita dei luoghi del Colle; hanno ascoltato diverse testimonianze di impegno concreto e di incontro con l’esperienza salesiana nelle diverse Opere attraverso la voce di don Luca Barone e Agostino Albo.

Hanno poi ricevuto importanti nozioni riguardanti le modalità di intervento del VIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo con Alessandro Brescia. Nella prima giornata hanno lavorato su “Animazione: tecniche, strumenti e atteggiamento” con Egidio Carlomagno.

Nella giornata centrale del residenziale il setting della formazione è stato quello del laboratorio di Teatro Sociale di Comunità, condotto da 4 operatori professionisti del Social Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino, dove attraverso attività che hanno coinvolto mente e corpo gli operatori volontari hanno vissuto un’esperienza di apprendimento che ha coniugato il gioco, la comunicazione verbale e non verbale e l’espressione di sé.

Ha introdotto la giornata la lectio magistralis di Alessandro Pontremoli, professore ordinario dell’Università degli Studi di Torino, parlando di corporeità, alterità e relazione.

I principali temi affrontati sono stati la presenza e la consapevolezza corporea ed emotiva in una relazione educativa. Si tratta di strumenti funzionali a vivere consapevolmente il cambiamento, sono molto utili al lavoro di team, ad una relazione positiva con i destinatari dei progetti e aiutano a leggere e reagire positivamente alle situazioni, anche inaspettate, che si possono presentare in un anno di Servizio civile.

Entusiasmo, ascolto e voglia di mettersi in gioco sono stati gli elementi trainanti dei tre giorni al termine dei quali gli operatori volontari hanno potuto proiettare nel futuro e quindi nel proprio contesto reale di riferimento e valenze formative, le opportunità di apprendimento, le acquisizioni interiori esperite.

Rosanna Todisco,

Responsabile del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta

Scopri qui sotto tutte le foto della tre giorni!

 

Cooperatori salesiani in Bra: una proposta per una spedizione missionaria in Cina

Si riporta qui l’articolo del 16 marzo, pubblicato dalla Gazzetta d’Alba in cui, partendo dalla citazione di don Bosco, il Consiglio della comunità salesiana di Bra ha proposto una micro spedizione missionaria a scopo unitario e di testimonianza in cui parteciperanno due insegnanti del Centro di Formazione Professionale, che raggiungeranno la Cina.

BRA «Con la vostra carità abbiamo stabilito le missioni fino agli ultimi confini della terra. A tutti, pertanto, le affido e le raccomando», così scriveva don Bosco.

Partendo da questa riflessione del fondatore il Consiglio dei Cooperatori salesiani di Bra, in accordo con il Consiglio della comunità salesiana cittadina, ha avviato la proposta di creare un’ opportunità di unità e di testimonianza missionaria e sta organizzando una micro spedizione missionaria: Matteo e Giacomo, due insegnanti del Centro formazione professionale andranno in Cina a fine giugno per supportare e studiare la fattibilità di un nascente laboratorio di meccanica e uno di panetteria-pasticceria.

Come ha scritto Adriano Isoardi, coordinatore dei cooperatori braidesi: «A noi tutti insieme e in Comunità il compito di organizzare la spedizione e finanziarla».

Ovviamente questo invito non è rivolto ai soli cooperatori ma tutti gli amici dell’opera salesiana di Bra e questa sarebbe un’altra bella iniziativa per i festeggiamenti del 60° della presenza salesiana a Bra, forse uno dei più belli che risponde allo spirito del fondatore don Bosco.

Per questo motivo sono state messe in cantiere alcune iniziative per la raccolta di fondi per finanziare questa bella iniziativa come una “serata materassi”per poter racimolare i primi fondi necessari.

Questa si svolgerà giovedì 4 aprile, e occorrono volontari da segnalare entro mercoledì prossimo; sarà una delle prime iniziative. 

Quell’idea del Cammino di Don Bosco tra vigneti e prati della collina torinese

Si riporta qui l’articolo pubblicato sulla Sentinella del Canavese (quotidiano), a cura di Angelo Raffino, di venerdì 15 marzo 2019, il quale tratta il ruolo dell’Associazione dilettantistica dell’Asd Nordic Andrate nel cammino di Don Bosco (simbolo e fondatore dei Salesiani).

Pochi sanno del ruolo dell’Asd Nordic walking Andrate nella nascita del percorso che sta riscuotendo successo tra i camminatori. Quell’idea del Cammino di don Bosco tra vigneti e prati della collina torinese:

IVREA. C’è un pezzo di Canavese nel Cammino di don Bosco, il tragitto che dal Santuario di Maria Ausiliatrice, a Torino, termina al Colle don Bosco, nell’astigiano, toccando i luoghi simbolo della storia del santo che fondò la congregazione dei Salesiani e che venne definito da Giovanni Paolo II padre e maestro della gioventù.

È più di un semplice contributo quello di matrice canavesana alla nascita del cammino di don Bosco visto che è dell’Associazione sportiva dilettantistica Nordic walking Andrate, attraverso il presidente Ute Ludwig ed il direttore Claudio Baldi, l’idea originaria. Nel 2010 la proposta viene portata, e accolta, all’interno del progetto Strade di colori e sapori curato dall’allora Provincia di Torino.

Comincia così un lungo lavoro, durato sei anni, in cui l’associazione di Andrate si occupa della ricerca storica, dell’individuazione e della tracciatura dei sentieri. Nel 2016, contestualmente alla pubblicazione della relativa guida, il cammino di don Bosco viene inaugurato ufficialmente.

Il tracciato si dipana lungo i percorsi della collina torinese su una rete, complessiva, di circa 140 chilometri. Per raggiungere la destinazione finale, Colle don Bosco, esistono tre varianti che si differenziano tra loro per l’altimetria ed i comuni attraversati.

Il percorso più lungo, e con il maggiore dislivello, è quello cosiddetto del cammino alto: 55 chilometri per 1.300 metri di dislivello positivo attraverso il parco di Superga e passando per Cinzano. Più agevole è il cammino basso con i suoi 46 km e 615 metri di ascesa totale toccando i comuni di Pecetto e Pino torinese, Chieri e Buttigliera d’Asti. Una via di mezzo tra i due percorsi è rappresentata dal cammino medio che attraverso Baldissero, Pavarolo, Montaldo Torinese, Marentino e Arignano, consente di giungere a Colle don Bosco dopo 42 chilometri e 1.120 metri di dislivello positivo.

All’interno di questi tracciati sono presenti anche due varianti: quella della Canonica di Vezzolano e della Strada del Papa e quella di Buttigliera d’Asti. Il percorso può essere intrapreso sia da escursioni di giornata sia da viaggiatori zaino in spalla impegnati per più giorni. In quest’ultimo caso, studiando i tracciati, è possibile anche pianificare un percorso ad anello con partenza e rientro sempre su Torino.

Il cammino di don Bosco è giovane, vista la data di nascita, e sta già ricevendo i primi positivi riscontri:

«perché – spiega Claudio Baldi -, comincia ad essere percorso autonomamente dagli escursionisti che comprano la guida e si incamminano».

A tal proposito, per chi volesse approfondire, sul sito www.camminodonbosco.it, è possibile reperire una grande varietà di informazioni utili compresa la cartina dei tracciati, e delle loro varianti, e l’elenco delle strutture ricettive presenti lungo il tragitto.

Parere positivo dei Consultori teologi alla Causa del Servo di Dio Augusto Bertazzoni

Si riporta la notizia pubblicata su Info AnsAgenzia iNfo Salesiana – del 13 marzo 2019, riguardo al parere positivo che è stato dato a  Mons. Augusto Bertazzoniarcivescovo di Potenza, nel corso del Congresso Peculiare dei Consultori Teologi svoltosi presso la Congregazione delle Cause dei Santi, in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità:

(ANS – Città del Vaticano) – Il 12 marzo 2019 nel corso del Congresso Peculiare dei Consultori Teologi svoltosi presso la Congregazione delle Cause dei Santi è stato dato parere pienamente positivo, in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità e di segni del Servo di Dio Augusto Bertazzoni, arcivescovo di Potenza, nato a Pegognana (Mantova) il 10 gennaio 1876 e morto a Potenza il 30 agosto 1972. Il Servo di Dio frequentò l’oratorio salesiano di Torino e vi incontrò Don Bosco, che ebbe una grande influenza sulla sua formazione.

La Positio venne presentata il 27 settembre 2013 da don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore in sede romana, ed ebbe come relatori in un primo tempo il padre Daniel Ols, OP., successivamente, padre P. Zdzisław Kijas, OFM Conv., e come collaboratore mons. Gerardo Messina, già vice-postulatore, coadiuvato dalla dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione salesiana.

È bello ricordare che questo passaggio fondamentale della Causa è avvenuto il 12 marzo, giorno della morte di san Luigi Orione, che con il giovane Augusto Bertazzoni fu allievo dell’oratorio di Valdocco a Torino. Entrambi furono tra i ragazzi che nel 1887 offrirono la loro vita per la salvezza di Don Bosco; mentre, da parte sua, il Santo dei Giovani aveva anche profetizzato che il giovane Augusto sarebbe diventato vescovo.

Mons. Bertazzoni fu buon Pastore e padre dei poveri, vero uomo di Dio, uomo di fede e di preghiera, predicatore instancabile della Parola di Dio, attento alle necessità spirituali dei fedeli ed anche dei non credenti, per i quali si spese fino alla fine, offrendo a Dio, per il bene delle Chiese che aveva guidato come vescovo, le sofferenze che lo portarono alla morte.

Fu padre per le vittime della guerra e per gli Ebrei confinati in Basilicata, lungimirante educatore dei giovani, e si spese perché i sacerdoti della sua diocesi, insieme a religiosi e religiose fatti venire numerosi, si dedicassero nella formazione dei giovani, tanto nelle scuole, quanto nell’Azione Cattolica; a tutti loro raccomandava di avere “spirito di paternità” per le nuove generazioni.

Nella notte dell’8 settembre 1943 i bombardamenti aerei sull’Italia meridionale lo resero privo di tutto, eppure non volle abbandonare il suo gregge nell’ora del dolore; così non accettò l’offerta fattagli dalla Santa Sede di trasferirlo ad altra sede più comoda e prestigiosa. Partecipò al Concilio Vaticano II e lasciò il governo delle diocesi il 30 novembre 1966, ritirandosi nel silenzio e nella preghiera. In Basilicata era giunto come “portatore di pace nel nome di Dio”, e lì morì e volle essere sepolto.

Dopo questo passo, il prossimo avrà luogo nella Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi. Quindi il Sommo Pontefice autorizzerà la promulgazione del decreto di Venerabilità.

La story del Santo dei giovani al Sottodiciotto Film Festival & Campus

Si riporta qui di seguito il Comunicato Stampa – di mercoledì 13 marzo 2019 – a cura di Missioni don Bosco riguardo la loro partecipazione all’imminente Sottodiciotto Film Festival & Campus il Festival cinematografico dedicato ai ragazzi e ai giovani – che si svolgerà a Torino dal 15 al 22 marzo.

“Don Bosco” e Missioni Don Bosco
al Sottodiciotto Film Festival & Campus

La story del Santo dei giovani,
dal graffito di via Maria Ausiliatrice / Via Cigna
al video-reportage proiettato al Cinema Massimo

Grazie all’impegno di Missioni Don Bosco
per la prima volta i salesiani partecipano al festival rivolto ai più giovani

Un video-reportage che testimonia la performance dello street artist di fama mondiale Mr. Wany raccontando come viene vissuta l’eredità del santo sociale dai suoi successori nostri contemporanei: è con questa chiave di accesso che Missioni Don Bosco compie il suo ingresso ufficiale al Sottodiciotto Film Festival & Campus, la manifestazione che dal 15 al 22 marzo farà convergere a Torino un vasto pubblico di giovanissimi spettatori.

La spirito salesiano si inserisce con grande naturalezza in questa manifestazione, perché ne condivide gli obiettivi e il pubblico. Don Bosco e i suoi hanno dedicato tra l’altro grande attenzione prima alle scuole di teatro poi ai cineforum organizzati negli oratori, nelle scuole e nei centri missionari, sottolineandone il valore di intrattenimento e, soprattutto, la funzione culturale e educativa. È una tradizione che oggi si estende nei 136 Paesi in cui i salesiani sono presenti e lavorano per portare sviluppo sociale e educativo.

Le iniziative legate a Missioni Don Bosco sono:

  • SABATO 16 MARZO ALLE ORE 15.30 AL CINEMA MASSIMO,
    in collaborazione con Giovani Genitori e Baladin offrirà la merenda ai bimbi che seguiranno le proiezioni delle 15,30 dei tre classici del cinema di animazione che hanno per protagonista Braccio di Ferro nel 90° della sua nascita.
  • LUNEDÌ 18 MARZO ORE 21.30 al CINEMA MASSIMO,
    sarà proiettato “Don Bosco on a painted wall”, il video reportage di Base Zero che racconta la realizzazione della “Don Bosco story” sui muri di Valdocco a Torino nell’estate 2018 da parte dello street artist Mr. Wany. Seguirà il documentario Baiser d’encre, della regista francese Françoise Romand.
  • GIOVEDÌ 21 MARZO ALLE ORE 14,
    lo stesso Mr. Wany guiderà una master class per gli studenti del corso di Regia 2 del Dams dell’Università, tenuto da Enrico Bisi presso l’Università degli Studi di Torino in via Sant’Ottavio 20.

Le ragioni della collaborazione sono state espresse nel comunicato che gli Organizzatori hanno distribuito in occasione della conferenza stampa, e che riportiamo qui di seguito:

Porgiamo gli auguri di buon lavoro, e di buona visione se potrete partecipare agli eventi segnalati. Ringraziamo per la cortese attenzione.

Distinti saluti,

Antonio R. Labanca

Missioni Don Bosco ha deciso di sostenere il Sottodiciotto Film Festival per la totale adesione alle tematiche giovanili e per la comunanza di obiettivi: quello del Festival non è solo favorire la nascita di una nuova generazione di spettatori, ma anche stimolare nei più giovani, attraverso la potenza espressiva e narrativa del cinema, l’interesse per la realtà che li circonda e la riflessione su aspetti cruciali della contemporaneità. I grandi temi dell’attualità e i valori fondanti della società quali la difesa dei diritti, soprattutto dei minori, il valore dell’educazione, la promozione della legalità e della tolleranza, il rispetto dell’altro e della differenza, la tutela delle minoranze, la parità di genere, l’opposizione a ogni forma di violenza e discriminazione, la salvaguardia dell’ambiente – rappresentano non solo il fil rouge che collega tutti i progetti di sviluppo che Missioni Don Bosco porta avanti da 28 anni in Africa, Asia Sudamerica, Oceania, ma anche il tratto distintivo delle iniziative del Festival.

È nota a molti la tradizionale integrazione dell’attività di oratori e di parrocchie salesiane con la proposta di documentari e di opere filmiche, incominciando già con i più piccoli – in passato – con la proiezione dei “filmini” dal sapore nostalgico. Questa attenzione educativa, che non teme di sottoporre in modo dialettico anche punti di vista distanti da quelli che fanno parte del bagaglio culturale salesiano, evolve con le condizioni generali e si adatta alle nuove opportunità: molte sale continuano a funzionare come punti di aggregazione nei piccoli centri o nelle periferie; la discussione dell’opera alimenta senso critico e fornisce strumenti culturali e di analisi agli spettatori… Quando l’attività missionaria mette radici in una realtà nuova per salesiani, spesso matura anche l’opportunità di aprire luoghi di fruizione – magari artigianale – dei film e dei documentari. Per questa ragione Missioni Don Bosco è interessata anche a condividere l’esperienza di Sottodiciotto: per non perdere il contatto salesiano con il mondo del cinema e la sua capacità di lettura della realtà.

Per sottolineare la vicinanza alle tematiche giovanili Missioni Don Bosco è presente nella programmazione del Festival con un reportage che testimonia l’intervento di Mr. Wany, writer di fama internazionale, su un muro di Valdocco, il luogo in cui Don Bosco ha iniziato il suo lavoro con i ragazzi di strada che affollavano le periferie di Torino a metà ‘800. Un graffito che si inventa un nuovo modo di interpretare l’iconografia religiosa, attraverso un linguaggio, quello del graffito, che sottolinea il nostro legame con l’universo giovanile.

Questa prima nostra partecipazione al Festival torinese dunque potrà gettare le basi – ci auguriamo – nella direzione di intensificare le relazioni con insegnanti, educatori, operatori socio-culturali per riconoscere e usare la funzione formativa del cinema, la sua forza di annuncio e di denuncia, la sua educazione alla bellezza.

Le ragioni di diventare partner della grande squadra che compone le tessere di questo puzzle che è il Festival Sottodiciotto ci sono tutte. Non ultima, la dimensione spesso sognante del cinema, che corrisponde bene all’atteggiamento di un uomo che fu un grande sognatore: Don Bosco. E poi nella città più adatta per parlare di cinema e di lui.

Missioni Don Bosco nasce nel 1991 in Italia per accompagnare i missionari e le missionarie di Don Bosco che in 136 Paesi, in oltre 3.500 case salesiane, portano istruzione e formazione professionale ai bambini e ai giovani in difficoltà attraverso lo stile tipico della congregazione: una presenza e uno stile improntati sulla comprensione e sulla valorizzazione delle realtà culturali, sociali e religiose con le quali vengono a contatto.

L’obiettivo è portare sviluppo nei paesi svantaggiati e offrire un sostegno alle popolazioni in difficoltà non solo con aiuti immediati e interventi emergenziali, ma soprattutto con un’azione mirata a trasmettere ai minori a rischio valori e strumenti che permettano loro di diventare soggetti attivi nello sviluppo sociale del proprio paese. Un’azione che vuole crescere nel tempo per offrire a sempre più bambini e ragazzi l’opportunità di ricevere un’educazione, di costruirsi un futuro con le proprie mani attraverso strumenti concreti, in particolar modo quelli della formazione professionale e dell’avviamento al lavoro.

Giornata Internazionale della Donna – Un ricettario realizzato dalla “Casa delle Donne”

In prossimità di venerdì 8 marzo, la Giornata Internazionale della Donnagiornata che ricorre ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo – pubblichiamo il Comunicato Stampa proveniente dalla Federazione SCS CNOS – Salesiani per il Sociale – che riporta un’iniziativa di Messina, nata proprio da quattro donne vittime di violenza, rinate grazie alla passione per la cucina.

Buona lettura!

(Roma, 06 marzo 2019) – In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Salesiani per il Sociale insieme alla “Casa delle Donne” di Messina presenta “Il menu di Mamma Margherita”, un ricettario realizzato da quattro donne vittime di violenza, rinate grazie alla passione per la cucina. Un menù ricco di piatti e ingredienti tipici della tradizione siciliana, dall’antipasto al dessert, alternati dalle storie di chi li ha cucinati.

Il ricettario si ispira a Margherita Occhiena, mamma di Don Bosco e cuoca dei tanti ragazzi che con generosità accoglieva in casa.

«È un tributo a lei e a tutte le mamme che si prendono cura dei propri figli anche cucinando un “buon pasto”» afferma Don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale.

«È anche un modo per essere solidali con le ragazze accolte presso la “Casa delle Donne” di Messina che Salesiani per il Sociale sostiene nelle sue attività rivolte a vittime di violenza o con gravi difficoltà familiari. Sono state proprio alcune delle ospiti della struttura a scrivere questo ricettario, esprimendo con un intero menu, la loro voglia di vivere e di rialzarsi».

Cucinare un buon piatto non vuol dire solo nutrirsi ma anche compiere un gesto di accoglienza, di attenzione verso l’altro, di generosità. A ribadirlo, nella prefazione, è Don Andrea Ciucci autore di numerosi volumi su cibo e spiritualità:

«Chi ama genera vita, la custodisce, l’alimenta, fino al dono di sé. Perché quando una donna e un uomo scoprono di attendere un bambino, istantaneamente maturano un pensiero tanto folle quanto decisivo per la loro esistenza: sanno di essere pronti a morire per lui. In quel sugo carico di grassi o in quella torta che straborda di crema ritroviamo questa esagerata buona notizia: qualcuno mi nutre, ha a cuore la mia vita, è pronto a sostenerla fino a perdere la sua».

L’ebook è scaricabile gratuitamente cliccando qui:

Paola, Sabrina, Sara, Miriam sono le ragazze che hanno cucinato “Il menù di Mamma Margherita”. Ci hanno anche raccontato un po’ delle loro storie, accomunate da violenza, abbandono e solitudine. È, purtroppo, la condizione di molte donne che ancora oggi nel nostro Paese subiscono maltrattamenti fuori e dentro la famiglia, vengono sfruttate o lasciate sole con i propri figli.

A Messina, dal 2004, il CIRS Onlus (Comitato Italiano Reinserimento Sociale), socio di Salesiani per il Sociale, ha avviato un progetto dedicato interamente a loro: grazie ad un contributo regionale è così nata la “Casa delle Donne” di Messina. Un luogo sicuro e protetto dove queste giovani possono essere assistite (supporto psicologico, legale, medico) e soprattutto dove far crescere in serenità i propri figli (la maggior parte sono ragazze madri). Un importante punto di riferimento per una provincia, tra le più povere in Italia con alti livelli di disoccupazione e una grave carenza di servizi dedicati alle persone con fragilità.

Non solo accoglienza ma anche formazione e inserimento lavorativo. Grazie alla donazione di una cucina industriale, in questi anni le donne ospiti hanno avviato un servizio di Catering per feste di compleanno, eventi pubblici o semplici cene, un’ulteriore possibilità per rendersi autonome anche nella propria gestione economica.

Nel 2017 la regione Sicilia, oltre a tagliare fondi per associazioni e centri anti-violenza chiede di vendere lo stabile gestito dal CIRS per poter fare cassa, mettendo a rischio l’accoglienza di queste donne. Mirella, responsabile della struttura, Elga e le altre volontarie decidono allora di mobilitarsi e lanciano la campagna #1CASAPERILCIRS con l’obiettivo di acquistare lo stabile conservando la destinazione d’uso. La solidarietà di singoli cittadini e famiglie non è mancata anche se il percorso è ancora lungo e faticoso. Non sempre si riesce a far fronte alle spese di gestione della struttura e, nel frattempo, le richieste da parte dei servizi sociali continuano ad arrivare.

Noi “Salesiani per il Sociale” vogliamo stare accanto alla “Casa delle Donne” di Messina convinti che alla sofferenza e solitudine di queste giovani donne debba essere data una risposta.

Chi sono i “Salesiani per il Sociale”

Salesiani per il Sociale è un’associazione non profit nata nel 1993, voluta e guidata da Salesiani d’Italia per continuare l’opera di San Giovanni Bosco avviata oltre 150 anni fa: “Dare di più ai bambini, ragazzi e giovani che dalla vita hanno avuto di meno!”. Crediamo nell’accoglienza, nell’accompagnamento, nell’educazione, nell’importanza dell’inclusione sociale dei giovani che vivono in condizioni di difficoltà e marginalità.

CUORGNE’ – Il vescovo di Ivrea per la celebrazione di Callisto Caravario

Si riporta la notizia proveniente dalla redazione de “Il Quotidiano del Canavese”, con il racconto della giornata di domenica 4 marzo in cui si è svolta la Solenne celebrazione, nella parrocchia di San Dalmazzo a Cuorgnè, in onore del Santo Salesiano cuorgnatese: Callisto Caravario. Messa celebrata dal Vescovo di Ivreamonsignor Edoardo Cerrato.

Solenne celebrazione, domenica mattina, nella parrocchia di San Dalmazzo a Cuorgnè in onore del Santo Salesiano cuorgnatese Callisto Caravario. A presiedere la celebrazione il vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato, il rettore dell’Istituto Cagliero d’Ivrea e dell’Istituto di San Benigno Canavese, oltre al Parroco di Cuorgnè don Ilario Rege.

Presenti numerosi ex allievi salesiani e i membri della Compagnia di San Callisto Caravario. Prima uscita ufficiale del sindaco dei ragazzi del Comune di Cuorgnè, Alessia Giachino. Alla funzione hanno presenziato il comandante della stazione dei carabinieri, Giovanni Bertoneri, il comandante della Polizia Municipale, Linuccia Amore, oltre al sindaco Beppe Pezzetto, gli assessori Leto, Pieruccini, Giacoma Rosa e il consigliere delegato Vanni Crisapulli.

Callisto Caravario, nato a Cuorgnè il 18 giugno 1903, è stato un sacerdote salesiano, ucciso in Cina dai pirati, ed è venerato come santo e martire dalla chiesa cattolica. Callisto fu ordinato sacerdote nel 1929, a 26 anni non ancora compiuti.
Il 25 febbraio 1930 don Callisto stava accompagnando monsignor Versiglia in visita pastorale nella missione del distretto di Lin Chow, assieme a due giovani maestri, le loro sorelle e una catechista. La loro imbarcazione fu assalita da pirati che volevano denaro per lasciarli passare. Quando i pirati minacciarono di rapire le giovani donne, monsignor Versiglia e don Caravario offrirono la loro vita per salvare le ragazze. I banditi li fucilarono in un bosco.

Patentino fitosanitario: CNOS-FAP Valle d’Aosta

Si pubblica un comunicato proveniente dal sito ufficiale della Regione Valle d’Aosta inerente all’avvio dei corsi per il rilascio/rinnovo del Patentino fitosanitario organizzati da CNOS/FAP Valle d’Aosta:

Si avvisano gli interessati che sono aperte le iscrizioni ai corsi per il rilascio/rinnovo del patentino fitosanitario organizzati da CNOS/FAP Valle d’Aosta Don Bosco.

I corsi sono aperti:

  1. A chi intende dotarsi per la prima volta di certificato di abilitazione all’acquisto e utilizzo di prodotti fitosanitari ad uso professionale (ex patentino fitosanitario). In questo caso gli interessati devono iscriversi al corso di base e sostenere un esame finale scritto;
  2. A chi è già in possesso di patentino fitosanitario scaduto e vuole ottenere il nuovo certificato di abilitazione all’acquisto e utilizzo di prodotti fitosanitari ad uso professionale. In questo caso gli interessati devono iscriversi a un corso diaggiornamento e il patentino sarà rinnovato senza necessità di sostenere una verifica finale.

I corsi sono a pagamento. Requisito di accesso: conseguimento della maggiore età. Il calendario prevede due corsi di rinnovo e un corso di base nelle sedi, con gli orari i costi di seguito riportati:

CORSO AGGIORNAMENTO 1 – Sede CHÂTILLON – Via Tornafol, 1

Costo 170 euro (IVA compresa).

  • Durata complessiva: 12 ore;
  • Giovedì 21 marzo – 17:00- 21:00;
  • Venerdì 22 marzo – 17:00-21:00;
  • Martedì 26 marzo – 17:00-21:00.

CORSO DI AGGIORNAMENTO 2 – Sede AOSTA – Via Saint Martin de Corléans, 183/185

Costo 170 euro (IVA compresa).

  • Durata complessiva: 12 ore;
  • Mercoledì 27 marzo – 17:00-21:00;
  • Giovedì 28 marzo – 17:00-21:00;
  • Martedì 2 aprile – 17:00:2100.

CORSO DI BASE 1 – sede: AOSTA -Via Saint Martin de Corléans, 183/185

Costo 200 euro (IVA compresa).

  • Durata complessiva: 20 ore;
  • Giovedì 4 aprile – 17:00-21:00;
  • Venerdì 5 aprile – 18:00-21:00;
  • Giovedì 11 aprile – 17:00- 20:00;
  • Venerdì 12 aprile – 17:00-21:00;
  • Giovedì 18 aprile – 17:00-20:00;
  • Venerdì 19 aprile – 17:00-20:00.

Le iscrizioni ai corsi si raccolgono presso:

  • CNOS/FAP Valle d’Aosta – Don Bosco Via Tornafol, 1 – Châtillon
  • Telefono: 0166 -56382. 

Oppure, solo su appuntamento, nella sede di Aosta in via Saint Martin de Corléans, 183/185.

A conclusione del corso, gli interessati che avranno frequentato almeno il 75% delle ore di lezione dovranno presentare una domanda (in bollo da 16 euro) alla Struttura produzioni vegetali, sistemi di qualità e servizi fitosanitari dell’Assessorato Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali al fine di accedere all’esame di verifica (solo per chi segue il corso base per il primo rilascio) o al fine di ottenere il rinnovo patentino fitosanitario (solo per chi segue il corso di aggiornamento). La relativa modulistica sarà distribuita alla prima lezione di ciascun corso. Alla domanda di cui sopra dovrà essere allegata un’ulteriore marca da bollo da 16 euro e una fotografia formato tessera che sarà apposta sul tesserino che verrà rilasciato.

SANZIONI:

L’acquisto e l’utilizzo di fitofarmaci ad uso professionale a persone prive di patentino fitosanitario è sanzionato a norma di legge (articolo 24, comma 1 del d. lgs. 150/2012).

Per maggiori informazioni:

  • Responsabile tecnico – Remo Rosset: 0165.275391;
  • Ispettore fitosanitario – Rita Bonfanti: 0165.275405;
  • Segreteria fitosanitario: 0165.275401 0231.

Fonte: Assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni Culturali – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste.

Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana – Cagliero 11, marzo 2019

Si rendono disponibili qui in allegato degli spunti di riflessione “missionari”:

  • Cagliero 11, il Bolletino mensile della comunità Salesiana nell’ambito dell’Animazione Missionaria. In occasione dell’imminente quaresima, all’interno saranno presenti spunti di preghiera ed una serie di notizie provenienti dal mondo missionario.

  • Il commento dell’Arcivescovo di Rabat, monsignor Cristobal Lopez Romero, riguardo il testo firmato ad Abu Dhabi Articolo proveniente da “La Stampa” a cura di Cristina Uguccioni.

 

LAS Roma – Ottavo volume dell’Epistolario di Don Bosco

 

 

(ANS – Roma) – Da pochi giorni è disponibile presso l’editrice LAS di Roma l’ottavo volume dell’Epistolario di Don Bosco in edizione critica, curato dal Direttore emerito dell’Istituto Storico Salesiano, don Francesco Motto. Raccoglie 394 lettere del biennio 1882-1883, molte delle quali inedite – con tutte le ovvie conseguenze per una miglior conoscenza della vicenda umana e spirituale del santo.

I destinatari delle lettere sono, come al solito, diversissimi per estrazione sociale, ruoli esercitati nella società e nella Chiesa, condizioni di vita, età, interessi, nazionalità, luoghi di residenza, lingua… Complessivamente il 45% delle lettere è rivolto ai benefattori, poco meno del 40% è quello delle missive indirizzate ad esponenti del clero. I soggetti trattati, numerosissimi, sono facilmente individuabili attraverso la serie degli indici finali.

Il volume si differenzia da quelli precedenti per alcune particolarità. Anzitutto per il fatto che un buon 25% delle lettere sono in lingua francese: un francese invero più “parlato” che scritto, di “sapore” italiano più che d’Oltralpe. In secondo luogo il destinatario con maggiori lettere non è il Papa, né un vescovo, ma una quarantenne benefattrice francese Claire Louvet, che da questo momento intreccia con Don Bosco un fitto carteggio di indole spirituale, continuato praticamente fino alla morte del santo. Infine si tratta di un corpus di lettere di cui oltre la metà scritte lontano da Torino-Valdocco. In effetti lungo il biennio considerato Don Bosco è stato “fuori casa” complessivamente un anno intero, di cui 6 mesi in Francia.

Bastano questi pochi dati per rendersi conto del valore storico-biografico-spirituale di tale corrispondenza. Il filo rosso che collega fra loro le singole lettere è la quotidianità della vita di Don Bosco, intessuta di grandi eventi (i lunghi viaggi, il trionfo di Parigi, la folta spedizione missionaria, la fondazione di nuove case, l’impresa patagonica, le prime nomine vescovili salesiane, la sofferta chiusura delle aspre vertenze con mons. Gastaldi…), ma anche e soprattutto la mole di impegni di ogni giorno: gli appuntamenti comunitari e le udienze private, lo studio e le letture, le visite a famiglie di benefattori e benefattrici, la redazione di appelli alla beneficienza, il disbrigo della folta corrispondenza.

Quello che emerge dalle lettere del biennio qui considerato è un Don Bosco a tutto campo che, benché ormai fisicamente fragile, dà tutto se stesso per mantenere vitale e consolidare la congregazione da lui fondata. Essa ormai cammina sulle proprie gambe, ma Don Bosco anche da lontano ne rimane al vertice, punto di riferimento indispensabile per suoi maggiori problemi, procuratore irrinunciabile di risorse economiche essenziali all’inarrestabile suo sviluppo, battagliero difensore delle proprie convinzioni, vigile “padre e maestro” di giovani, di confratelli, di corrispondenti. Non è certo l’“ombra di se stesso” come è stato detto; lo sarà solo successivamente e in effetti lo si vedrà nei prossimi due volumi.