Don Mauro Mergola – Incontro con la Sindaca Chiara Appendino

Si riporta qui di seguito un’articolo de “La Voce e il Tempo” a cura di Stefano Di Lullo.

Don Mauro Mergola ha incontrato la Sindaca di Torino – Chiara Appendino – per ragionare sul futuro di “Spazio Anch’io”, i servizio socio Educativo dell’oratorio Salesiano San Luigi – Torino.
Le proposte sono state quelle di replicare questo servizio in più punti della città, un progetto sarà presentato entro il 25 di Dicembre per provare a dar vita a questo sogno.

Argentina – Ritrovate le bozze di un volume perduto delle “Memorie Biografiche di Don Giovanni Bosco”, opera di don Ceria

(ANS – Fortin Mercedes) 

“Raccontare la vita di Don Bosco e dare conto del suo genio non è un compito facile – ha scritto don Arthur Lenti, SDB -. Le Memorie Biografiche restano una miniera inesauribile di informazioni”.

Per i salesiani le Memorie Biografiche (MB) sono quasi delle reliquie, ma le bozze del volume XVII non erano più presenti nell’Archivio Centrale Salesiano. Per molti anni si è pensato che fossero andate perse, ma proprio in questi giorni sono tornate intatte all’Archivio Centrale Salesiano.

Le MB sono per i salesiani una fonte fondamentale su Don Bosco: in quei manoscritti è possibile trovare le sue parole, i suoi scritti, i suoi documenti. Indubbiamente le bozze elaborate da grandi scrittori come don Eugenio Ceria, SDB, assumono l’autorevolezza delle opere maestre, da studiare ancora oggi.

E come sono stati trovati questi documenti originali? Lo racconta don Natale Vitali, Consigliere per la regionale America Cono Sud:

“Nel corso della Visita Straordinaria all’Ispettoria dell’Argentina Sud ho raggiunto la casa di Fortín Mercedes, dove per molti anni lavorò Don Juan Vecchi, VIII Successore di Don Bosco. La casa ha un Santuario dedicato a Maria Ausiliatrice dove riposarono per molti anni le spoglie del beato Ceferino Namuncurá. Questa presenza aveva una scuola, una casa di ritiro e un museo. Oggi è una casa salesiana senza la presenza di una comunità religiosa”.

E proprio nella visita alla biblioteca della casa è stato trovato un tesoro nascosto: le bozze del volume XVII delle Memorie Biografiche, a cura di don Ceria. Si tratta di due quaderni che l’autore aveva regalato a don Giuseppe Parolini, SDB, nato a Lanzada, provincia di Sondrio, Italia, nel 1905 e missionario italiano in Patagonia.
Nella prima pagina è ancora possibile leggere una dedica manoscritta dello stessa don Ceria:
“A don Parolini: perché preghi per me quando sarò morto”.

“Dopo aver consultato don Francesco Motto, dell’Istituto Storico Salesiano – prosegue don Vitali – ho saputo che si trattava degli originali mancanti dall’Archivio Centrale Salesiano di Roma. L’archivio Bahia Blanca ne ha fatto una copia e ho portato i due quaderni con me quando sono tornato a Roma”.

Alla morte dell’autore dei primi dieci volumi delle MB, don Giovanni Battista Lemoyne, SDB, il Rettor Maggiore dell’epoca, il beato Filippo Rinaldi, decise di far continuare l’opera storico-cronologica a don Ceria; uno scrittore “con uno stile fresco e leggibile” commenta don Lenti.

Torino Valdocco – VII Incontro degli Ispettori salesiani d’Europa

Si riporta qui di seguito la notizia pubblicata da “ANS” – Agenzia Info Salesiana – in data lunedi 3 Dicembre 2018 riguardo all’incontro degli Ispettori Salesiani d’Europa. Circa 60 salesiani e 15 laici collaboratori nella missione, guidati dal Rettor Maggiore e dai membri del suo Consiglio, si sono ritrovati per valutare insieme sfide e opportunità per il carisma di Don Bosco nel Vecchio Continente.

Tutti insieme per la causa di Mamma Margherita

(ANS – Capriglio) Domenica 25 novembre, in occasione del 162° anniversario della morte di Margherita Occhiena – “Mamma Margherita” – numerosi esponenti della Famiglia Salesiana si sono radunati a Capriglio, luogo di nascita della Venerabile madre di Don Bosco, per partecipare ad una solenne Eucaristia. L’appuntamento è stato l’occasione per ribadire l’impegno a sostenerne, attraverso la preghiera, la causa di beatificazione.

La Messa, celebrata presso la parrocchia di san Martino, è stata presieduta da don Guido Errico, Direttore della Casa Madre salesiana a Torino-Valdocco, e concelebrata anche da don Luca Barone, Direttore della comunità salesiana del Colle Don Bosco, e da altri salesiani e sacerdoti del clero locale.

Nell’omelia, don Errico dapprima ha richiamato la figura di Cristo Re, di cui ricorreva la solennità liturgica, e poi ha esaminato l’immagine di Mamma Margherita: una madre che, come tutte le madri, desidera vedere i suoi figli impegnati a costruire la propria felicità.

Poi, dopo aver approfondito il paragone tra Cristo Re, che si consegna a Pilato per il compimento della propria missione, e Mamma Margherita, impegnata nell’educazione dei fanciulli accanto a Don Bosco, ha sottolineato che il compito degli educatori è quello di orientare i giovani alle scelte autentiche, decisive e importanti della vita.

Quindi, ha concluso invitando a chiedere l’intercessione di Mamma Margherita:

“Abbiamo delle preoccupazioni nel cuore? Presentiamole a Mamma Margherita. Abbiamo sentito di un ragazzo ammalato? Affidiamolo a Mamma Margherita. Ma non facciamolo da soli, piuttosto in piccoli gruppi, perché la preghiera di un gruppo di persone, che poi è l’esperienza di preghiera della Chiesa, davvero tocca il cuore di Dio e ci apre all’accoglienza di nuovi miracoli”.

Al termine della Messa ha preso la parola anche Diego Occhiena, Presidente dell’Associazione “Amici del Museo Mamma Margherita”, il quale ha osservato che chiedere l’intercessione della mamma di Don Bosco significa anche e soprattutto “pregare come lei e con lei, assumendo sentimenti, scelte e stile di vita suoi”.

Infine ha ricordato alcune suggestioni emerse al Seminario sulla Santità Salesiana tenuto a Roma lo scorso aprile, e ha concluso:

“Questo è il senso dell’incontro odierno e della presenza di così svariate realtà religiose: tutti insieme per la causa di Mamma Margherita. E piuttosto di domandare: ‘Quando la faranno santa?’ chiedetevi: ‘quando preghiamo per la santità di Mamma Margherita?’”.

Regioniamo Insieme: laboratori di democrazia partecipata

L’Arcidiocesi di Torino con l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro ha ufficialmente lanciato il progetto formativo delle Piccole Officine Politiche, in occasione del seminario dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, svoltosi lo scorso Sabato 13 ottobre 2018.

Tra le prime attività l’Officina Interessati, un ciclo di formazione sul sistema di governo regionale, il quale prende il nome di “Regioniamo insieme. Laboratori di democrazia partecipata” con il patrocinio di Anci Piemonte e del Consiglio Regionale del Piemonte.

Il percorso ha l’obiettivo di costruire consapevolezza attorno alle competenze della Regione e pensiero e proposte attorno alcune policy che caratterizzano l’attività politica del territorio che abitiamo. Il corso formativo ha l’obiettivo di far partecipare i cittadini del nostro territorio promuovendo proattività e responsabilità.

Calendario degli incontri:

  • 1 Dicembre 2018: LE COMPETENZE DELLA REGIONE PIEMONTE
  • 12 Gennaio 2019: LE POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI
  • 9 Febbraio 2019: LE POLITICHE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E LA COESIONE SOCIALE

La sede degli incontri è presso FABBRICA DELLE “e” – TORINO, C.SO TRAPANI, 95 – dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

 

 

29/11: Riflessioni sulla cura del Creato

Dio disse:
«Vi do tutte le piante con il proprio seme,
tutti gli alberi da frutta con il proprio seme.
Così avrete il vostro cibo. Tutti gli animali selvatici,
tutti gli uccelli del cielo e tutti gli altri viventi che
si muovono sulla terra mangeranno l’erba tenera».
E così avvenne. E Dio vide che tutto quel che aveva
fatto era davvero molto bello.
(Genesi 1, 29-31)

Chi avrebbe pensato che la soluzione per la salvaguardia del nostro pianeta fosse contenuta nell’Antico Testamento? Dio ci ha donato una casa speciale: tutte le indicazioni per viverci al meglio sono nella sua Parola.

Fermata Marche, la rassegna di autori e di libri, promossa da Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte, con il patrocinio dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro del Piemonte, propone giovedì 29 novembre 2018, la presentazione del libro di Roberto CavalloLa Bibbia dell’Ecologia” (Editrice Elledici) a partire dalle ore 10,30 presso la sede delle Confcooperative di Corso Francia, 329 a Torino.

Questo nuovo saggio, intitolato “La Bibbia dell’ecologia. Riflessioni sulla cura del Creato”, di Roberto Cavallo, contiene consigli utili e pratici da applicare, per prendersi cura ogni giorno del nostro pianeta. Quando visitiamo una casa che non è la nostra, chiediamo il permesso di entrare, ci puliamo le scarpe, guardiamo solo nelle stanze in cui siamo invitati, consumiamo solo quanto ci viene offerto, domandiamo dove possiamo buttare un rifiuto quando ce ne troviamo uno in mano.
È con questo spirito che dovremmo imparare a stare sulla Terra: il pianeta su cui viviamo, ma che non ci appartiene.

Il Programma della mattinata del 29/10 prevede:

Ore 10,30 – Saluti di Domenico Paschetta, presidente Confcooperative Piemonte e Roberto Forelli, presidente Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte

Ore 10,45 – Introduzione a cura dell’Ufficio regionale della Pastorale Sociale e del Lavoro

Ore 11,00 – Don Valter Rossi, Direttore riviste Editrice Elledici
Franco Borgogno, Giornalista, fotografo e guida naturalistica
Roberto Cavallo, Autore de “La Bibbia dell’Ecologia”

Ore 12 – Dibattito

Ore 13 – Conclusioni a cura di Mario Sacco, vice presidente vicario di Confcooperative Piemonte con delega all’intersettorialità

Interverrà ai lavori il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Piemonte Pietro Di Ciancia. Letture a cura di Stefania Giuliani, attrice (cooperativa O.D.S.).
Conduce Lidia Cassetta, responsabile Comunicazione Confcooperative Piemonte.

 

ROBERTO CAVALLO

L’autore, Roberto Cavallo, è consulente di molti progetti statali e privati, e promuove la sostenibilità con numerose iniziative che hanno un forte seguito classe 1970, vive, lavora e scrive ad Alba (CN). È scrittore, divulgatore scientifico e imprenditore. Co-fondatore, nel 1996, della Cooperativa E.R.I.C.A., di cui attualmente è amministratore delegato. Ha un’ampia esperienza in progetti ambientali a livello locale, nazionale e internazionale. Autore e divulgatore in numerose trasmissioni radio-televisive nazionali (Scala Mercalli, Geo&Geo, Che Tempo Che Fa, Petrolio, Nemo, Unomattina). Autore del progetto narrativo Meno 100 Chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera dedicato alla prevenzione dei rifiuti (con libro, spettacolo teatrale e docufilm), premio Kafka Italia 2011, di Dieci azioni per zero rifiuti (Edizioni Ambiente), dei volumi dedicati a Keep Clean and Run (Fusta Editore) e di oltre 80 tra pubblicazioni scientifico-ambientali, romanzi, poesie, racconti. Protagonista, infine, del docufilm di Mimmo Calopresti Immondezza- La bellezza salverà il mondo. www.robertocavallo.it

Don Artime: “finito il tempo dell’indottrinamento” – #synod2018

Si pubblica l’articolo a cura del SIR – Servizio Informazione Religiosa riguardo le considerazioni del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, a margine del Sinodo dei Giovani.

“Il Sinodo ha insegnato a guardare al mondo giovanile in modo radicalmente diverso da quello usato spesso nella Chiesa; è finito il tempo dell’indottrinamento, dell’imporre agli altri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato’”. Lo ha detto don Angel Fernandez Artime, rettore maggiore dei Salesiani, ieri, durante l’assemblea Usg ad Ariccia. “Il Sinodo ha insegnato che i giovani non sono solo i destinatari – ha aggiunto -, ma anche i protagonisti della missione all’interno della Chiesa; ha invitato tutti, cioè, ad essere ‘giovani per i giovani e con i giovani’”. Don Artime ha evidenziato, inoltre, come “il Sinodo ha ricordato che la vita consacrata ha un valore unico, profetico, per il mondo, per la Chiesa e anche per i giovani”. “Ha invitato tutti i religiosi e religiose a fare scelte forti, chiare e decise nella difesa soprattutto dei bambini, degli adolescenti e dei giovani. Non è più tollerabile la violenza esercitate nelle forme più diverse: nell’ambito della coscienza personale, in campo economico, nella criminalità organizzata, nella tratta di esseri umani, nella schiavitù e nello sfruttamento sessuale, nell’emarginazione e nell’esclusione sociale sofferta da molti giovani a causa di aborti forzati, in tutte le varie forme di dipendenza”. Parola anche a padre Michael Brehl, superiore generale dei Redentoristi, che già prima del sinodo aveva avuto modo di incontrare poco meno di un migliaio di giovani, in varie parti del mondo. “Non sono tanto il ‘futuro’ della Chiesa, ma sono soprattutto il suo ‘presente’ e proprio per questo vogliono spazi dove prendere insieme le decisioni più importanti”.

30/11: “Cittadini di domani. Scuola e competenze per il 21° secolo”

Nell’ambito della manifestazione denominata “Festival dell’Educazione, si terrà – presso l’aula magna dell’Istituto Avogadro di via Rossini 18 a Torino – una tavola rotonda organizzata dalla Fondazione per la Scuola dal titolo “Cittadini di domani. Scuola e competenze per il 21° secolo”. 

L’incontro, che avrà luogo Venerdì 30 novembre dalle ore 16.00 alle 17.30, si inserisce nel vivace dibattito in corso a livello internazionale sulle competenze che gli studenti devono possedere al termine del loro ciclo di studi e sul ruolo che la scuola ha nel favorirne lo sviluppo: si parla di competenze per la vita, e tra queste figurano – oltre a competenze strettamente cognitive – anche abilità personali e relazionali. Intende proporre una riflessione su come promuovere e sostenere le competenze socio-emotive nell’esperienza scolastica quotidiana degli studenti, con particolare attenzione allo sviluppo di competenze di cittadinanza attenta alla complessità e alla multiculturalità, alla prevenzione della dispersione scolastica e all’innovazione didattica attraverso l’impiego delle tecnologie. Si prefigge inoltre di porre attenzione su quali condizioni possono favorire maggiormente il loro progresso e quali modalità possono essere adottate per valutarle.

Programma

Introduce i lavori: Federica Patti, Assessora Istruzione ed Edilizia Scolastica – Città di Torino

Intervengono:

Ludovico Albert, Presidente Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo; Andrea Maccarini, Professore ordinario Sociologia dei processi culturali – Università degli Studi di Padova; Anna Maria Ajello, Presidente INVALSI; Giorgio Chiosso, Professore emerito Pedagogia generale – Università degli Studi di Torino; Damiano Previtali, Dirigente Valutazione del sistema nazionale di istruzione e formazione – MIUR; Juan Carlo De Martin, Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione – Politecnico di Torino.

Elledici racconta il Vangelo con due nuove pubblicazioni

La casa Editrice Elledici pubblica due novità editoriali. La prima a cura di un affermato giornalista, Francesco Antonio Grana,  in un libro che analizza le grandi riforme attuate da Papa Francesco nella Curia romana. L’altra, scritta da un presbitero della diocesi di Acerra, Alfonso Lettieri, in un libro per riscoprire e meditare brani del Vangelo sotto una nuova luce.

Predicate il Vangelo.
La riforma della Curia romana di Papa Francesco

PREDICATE IL VANGELO
La riforma della Curia romana
di Papa Francesco
di Francesco Antonio Grana

Il Vangelo raccontato da chi non ti aspetti

Un libro per tutti che fa bene al cuore
Riscoprire i brani del Vangelo
di Don Alfonso Lettieri
con la Prefazione di Mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra

Don Rossano Sala – Quali sono i frutti del Sinodo?

Si riporta una notizia pubblicata su DonBoscoLand riguardo ai punti salienti che il Sinodo ha prodotto, spiegati da Don Rossano Sala,  Segretario Speciale per il Sinodo sui giovani:

Nel suo insieme il documento ha una visione speranzosa e positiva dei giovani. Li ritiene soggetti capaci di scelte, in grado di sognare cose grandi, abitati della presenza di Dio…

Dopo l’importante servizio reso come Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi sui giovani, don Rossano Sala, SDB, ci aiuta ora a comprendere meglio il Documento finale prodotto dal Sinodo.
Quale visione dei giovani esprime il Documento finale?

Il Documento finale è ampio e articolato. È un documento complesso e intenso, che non va solo letto, ma studiato con molta attenzione, perché è una mappa aggiornata con una certa precisione e meticolosità, nonostante il tempo di lavoro per realizzarla non sia stato molto. Nel suo insieme il documento ha una visione speranzosa e positiva dei giovani. Li ritiene soggetti capaci di scelte, in grado di sognare cose grandi, abitati della presenza di Dio, che a volte va risvegliata con una pastorale capace di proposte significative e graffianti. Una visione che non mi dispiace chiamare “salesiana”, nel senso che affonda le sue radici nell’ottimismo antropologico che viene da san Francesco di Sales. Questo grande santo sta alla base della nostra spiritualità e ci ha trasmesso quella capacità di vedere Dio presente in ogni giovani, anche il più difficile. Don Bosco ha fatto sua questa visione. Mi pare che il Documento finale abbia fin dall’inizio uno sguardo di questo tipo: non nasconde le debolezze dei giovani, ma va in profondità scorgendo la presenza e l’azione di Dio in loro. Non si nascondono quindi le ombre che abitano il nostro tempo, che ci sono ma non prevalgono: vince invece la luce della fede, che sempre cerca la strada buona per arrivare al cuore di ogni uomo, che sempre cerca quel punto accessibile al bene, che mai dispera ma sempre tenta ogni via per portare Dio ai giovani e i giovani a Dio.

Quale ritiene sia il frutto più importante lasciato da questo sinodo?

Il primo capitolo della terza parte fa la differenza. Lì, per così dire, il Documento finale mette il turbo, perché la prospettiva diventa “sistemica”, cioè si passa alla sinodalità, che è il nome giusto per dire a tutti: “Camminiamo insieme con i giovani”. Non si tratta di fare “un’opzione preferenziale per i giovani”, sarebbe ancora troppo poco! È piuttosto una scelta di sinodalità, dove i giovani, in un insieme ecclesiale che raccoglie ogni battezzato, sono i protagonisti. Nessuno nella Chiesa è un semplice “destinatario”, ma tutti abbiamo qualcosa da dare e qualcosa da ricevere, a partire dai giovani.

I giovani sono stati la chiave che ha spalancato le porte della sinodalità nella Chiesa! Questo è un grande risultato, una novità dello Spirito che non era presente nella preparazione del Sinodo, ma che poi ha fatto irruzione, spiazzando qualcuno. È giusto così, lo Spirito del Signore non è mai scontato, ma fa nuove tutte le cose, entra quando meno te lo aspetti e ti fa cambiare direzione, ti apre strade nuove, inimmaginabili e meravigliose.

Il primo frutto di questo sinodo, ben visibile dal Documento finale, è che non si possono problematizzare i giovani perché si sono allontanati dalla Chiesa; va invece verificata e rilanciata la qualità evangelica della Chiesa nel suo insieme. In questo senso si parla di “sinodalità missionaria”: è un termine nuovo, che forse sembrerà un po’ strano, ma in realtà è tanto profondo quanto semplice. Esso afferma che la missione della Chiesa, se non vuole essere proselitismo, deve partire dalla qualità relazionale dei suoi membri, giovani compresi: la comunione ecclesiale non è solo un presupposto, ma è la prima e più importante forma di testimonianza e base per ogni opera missionaria. Formidabile è il n. 118, al cui centro ci sono queste due frasi, che non hanno bisogno di alcun commento, tanto sono chiare: «La messa in atto di una Chiesa sinodale è il presupposto indispensabile per un nuovo slancio missionario che coinvolga l’intero popolo di Dio»; «Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del III millennio».

Qual è il significato profondo di aver scelto il brano evangelico di Emmaus come filo conduttore del documento finale?

Emmaus è stato indicato dalla maggior parte dei Padri Sinodali come referente privilegiato per essere Chiesa significativa oggi per i giovani. Le tre parti del Documento finale si rifanno ai tre momenti fondamentali dell’episodio. Gesù che cammina con loro, ascoltandoli con dolcezza e lasciando che si esprimano dal loro cuore confuso; Gesù annuncia e spezza il pane, riorientando la loro vita; i discepoli ripartono e testimoniano il loro incontro con Gesù. È la storia della Chiesa; è la storia di ogni comunità; è la nostra storia con Dio; è anche la storia di ogni giovane.

La narrazione evangelica è attuale: Gesù spezza il pane per noi come lo ha fatto per quei discepoli la sera di Pasqua, Il significato profondo di tutto ciò sta in un cammino che dobbiamo fare insieme con i giovani e con Dio. Non si può pensare alla Chiesa e ai giovani come a due entità separate; non si può pensare a Dio e ai giovani come entità separate; non si può pensare a Dio e alla Chiesa come a due realtà separate! Emmaus è quindi, ancora una volta, un’immagine di sinodalità, dove lo Spirito del Signore unisce e crea sinfonia tra tutti: unisce garantendo la bontà delle nostre differenze, crea comunione in una nuova armonia.