L’estate in Oratorio
Di seguito vi proponiamo l’editoriale de “La voce e il Tempo” apparso domenica 18 Giugno relativo alle estati salesiane in oratorio: confronto e attività, workshop e laboratori per i più giovani.
Di seguito vi proponiamo l’editoriale de “La voce e il Tempo” apparso domenica 18 Giugno relativo alle estati salesiane in oratorio: confronto e attività, workshop e laboratori per i più giovani.
MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO
MONS. CESARE NOSIGLIA
PER L’INIZIO DELLE ATTIVITÀ DEGLI ORATORI ESTIVI 2017
“UNA GIOIA PER TUTTI!”
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«Carissimi amici degli Oratori della Diocesi di Torino,
buon apertura delle attività estive!In questi giorni, con la fine delle attività scolastiche,
sono iniziate o stanno per essere avviate le molte iniziative
dell’Oratorio estivo 2017.
Desidero perciò far giungere a tutti il mio saluto, il mio affetto e
la mia gratitudine,
per la straordinaria esperienza di gioia che i nostri Oratori sanno
sempre offrire,
soprattutto in questo tempo speciale che è l’estate.Vorrei innanzitutto salutare i protagonisti dei nostri Oratori estivi:
voi bambini, ragazzi e, attraverso di voi, tutte le vostre famiglie e comunità.
Voi siete un dono per i nostri Oratori: sono felice che abbiate scelto
di partecipare
alle tante attività estive pensate e proposte per accompagnarvi nei
giorni delle vacanze estive,
unendo al gioco, allo sport, alle gite, ai laboratori creativi anche
la riflessione e la preghiera.
Il tempo estivo è un «tesoro» prezioso: l’Oratorio vi aiuterà a
scoprirlo e a farne dono ai vostri amici.
Ringrazio le famiglie che, in maniera sempre crescente, ci accordano
la loro fiducia:
ogni famiglia si senta “di casa” nel “suo” Oratorio!Ma dal profondo del cuore esprimo la più grande riconoscenza a tutti voi,
animatori e animatrici, educatori ed educatrici degli Oratori estivi,
insieme ai vostri responsabili e coordinatori, sacerdoti, diaconi,
religiose e religiosi e laici.
Senza di voi – e il vostro insostituibile e prezioso servizio –
i nostri Oratori diventerebbero come un corpo senz’anima
e tantissimi ragazzi resterebbero senza una presenza amica e
affidabile durante i mesi estivi.
So che in tutto il territorio della nostra Diocesi siete numerosi,
generosi e appassionati.
Mentre vi assicuro la preghiera, vi esorto anche a cercare, voi per primi,
quella gioia vera che solo il Signore Gesù sa donarci.
Fate vostro lo “stile” di Gesù!
Le fatiche e i sacrifici, che inevitabilmente dovrete affrontare,
vi risulteranno più dolci e il loro carico più leggero, se saranno
portati per e con Gesù!
Sì, soprattutto voi, per primi, siate cercatori, servitori e testimoni
della gioia del Vangelo!Ci rivolgiamo, tutti insieme, alla Madre di Gesù e Madre nostra, che
invochiamo,
in questi giorni, come Consolata e Consolatrice:
Maria ci aiuti a offrire, nei nostri Oratori, “una gioia per tutti!”.Vi benedico di cuore.»
+ Cesare
Vescovo, padre e amico
Disponibile online il Bollettino Salesiano di Giugno 2017, il Mensile di informazione e cultura religiosa edito dalla Congregazione Salesiana di San Giovanni Bosco.
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno, i Salesiani in Italia saranno impegnati nella presentazione di alcune storie di accoglienza, integrazione e riscatto dei giovani rifugiati, raccontando come il sistema preventivo di Don Bosco si concretizza in percorsi e progetti diversificati e complementari che offrono al giovane rifugiato una risposta allo stesso tempo globale e graduale: accoglienza, integrazione e inclusione sociale, accompagnamento all’indipendenza.
Appuntamento martedì 20 giugno ore 11 presso la Sala Don Bosco dell’Istituto Sacro Cuore sito in via Marsala 42 a Roma.
Tantissime le esperienze di oratori estivi inaugurate in questi giorni nelle parrocchie di tutta l’Italia. I Grest si presentano come momenti di accoglienza e aggregazione, specialmente per chi proviene da contesti culturali e religiosi differenti: le porte sono aperte nei quartieri più problematici delle nostre città, offrendo occasioni di crescita per giovanissimi e adolescenti. L’oratorio salesiano San Luigi, che si trova a San Salvario, a Torino, porta avanti da molti anni una proposta educativa di conoscenza e integrazione: don Mauro Mergola, parroco e responsabile della struttura, ne ha parlato con Giulia Bedini:
R. – L’oratorio salesiano San Luigi è uno degli oratori storici fondati da don Bosco: quest’anno compie 170 anni. Don Bosco arrivò nella zona San Salvario nel 1847 ed aprì questo oratorio per i giovani immigrati dell’epoca e noi, su quella linea, stiamo continuando la nostra missione. C’è una collaborazione ecclesiale tra i slesiani e la parrocchia: ci sono attività giovanili diverse ma con un unico progetto, nella condivisione dei carismi. Inoltre, esistono delle proposte differenziate per fasce d’età: una di quste si chiama “Spazio anch’io”, un’attività educativa di strada dell’oratorio. Si svolge nel Parco del Valentino, dove noi siamo presenti tutto l’anno per incontrare soprattutto i giovani immigrati che risultano ancora disorientati. Qui si propongono percorsi di integrazione, di insegnamento della lingua italiana, attività aggregative, ludiche, formative per questi giovani, affinché vedano il Parco del Valentino come un luogo di riferimento. L’obiettivo è quello di fare di queste esperienze un luogo in cui l’incontro anche tra esperienze religiose, culturali e sociali diverse generi l’idea di una comunità in cui ciascuno venga accolto per quello che è.
D. – Quanto è importante tenere aperte le parrocchie durante i mesi estivi, soprattutto nei quartieri più problematici?
R. – Certamente l’estate è un momento i cui chi è povero si sente ancora più povero; chi è solo patisce maggiormente l’abbandono e la marginalizzazione; chi non ha l’opportunità di sentirsi accolto per poter investire sulla propria vita, si sente sempre più inutile. Se c’è un periodo in cui le parrocchie, in modo particolare, rappresentano luoghi di accoglienza è proprio l’estate: durante questo periodo la bellezza della vacanza non è per ciò che si fa ma per le persone che ci stanno intorno.
D. – Quali sono i punti di forza di queste esperienze di oratori estivi, soprattutto perché rivolti ai giovani che sono sempre più lontani dall’ambiente parrocchiale?
R. – L’oratorio estivo non è una parentesi dell’anno: noi non vendiamo dei servizi, ma promuoviamo progetti, processi di crescita. Quindi l’estate è un tassello importate. Il secondo elemento forte è l’esperienza di sevizio di volontariato: l’oratorio crede molto nel dare protagonismo, dare fiducia, nei ragazzi e nei giovani perché percepiscano ciò che hanno ricevuto e sentano la responsabilità di restituire ad altri quello che ha arricchito la loro vita. E noi siamo sempre confortati positivamente in questa esperienza, che vale non soltanto per i giovani di matrice cristiana ma anche per i giovani musulmani. Questo per noi è molto bello: è un momento in cui una persona fa l’esperienza del dono di sé. Infine, l’oratorio estivo risulta molto prezioso per le parrocchie perché durante il periodo estivo essa scopre il tesoro più importante che durante l’anno fa fatica a incontrare: i ragazzi, i giovani e le famiglie.
Il Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, con il consenso del suo Consiglio, ha nominato don Giuliano Giacomazzi nuovo superiore dei salesiani per l’ispettoria dell’Italia Lombardo-Emiliana per il sessennio 2017-2023.
Nato a Milano il 7 gennaio 1967, don Giacomazzi è entrato nel noviziato salesiano di Pinerolo nel 1987, ha emesso i voti perpetui nel 1994 a Sesto San Giovanni ed è stato ordinato sacerdote a Milano il 19 giugno 1999.
Don Giacomazzi è attualmente direttore delle opere sociali Don Bosco di Sesto San Giovanni.
Nella giornata di ieri sono giunti sul profilo Facebook di don Giuliano i saluti e gli auguri da parte di moltissimi dei suoi ragazzi e delle mamme degli allievi delle scuole del “Don Bosco” di Sesto, dai quali si evincono alcune qualità dello stesso don Giacomazzi: un salesiano buono, sensibile, paterno e dalla eccezionale capacità comunicativa.
Si ringrazia Antonio Carriero che ha pubblicato questo articolo per Avvenire.
E’ disponibile il Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana “Cagliero 11”, la pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane.
Questa edizione, alla luce della preghiera del Santo Padre, vede l’intenzione salesiana missionaria rivolta prevalentemente ai salesiani che lavorano in Zone di Conflitto, affinchè siano costruttori di pace mediante l’arma della “educazione”e l’annuncio del “Principe della Pace”.
La presenza salesiana, infatti, è impegnata in tante zone del mondo dove si svolgono conflitti bellici, sociali, politici, etnici, religiosi, tante volte manipolati da interessi commerciali e mercantili; interessi che non hanno compassione degli innocenti, né dei più deboli. La missione della Famiglia Salesiana in questi contesti è profetica, gratuita e costruttrice di pace, svolgendo una tenacia educazione alla convivenza, alla dignità umana, in nome di Colui che “è nostra pace”.
Lunedì 5 giugno alle ore ore 18.00 presso il Salone “Madre Nasi” della Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo – verrà presentata l’ultima novità editoriale della casa editrice Elledici: “Vi parlo di me. San Giuseppe Cottolengo si racconta.”.
Con le autrici del libro, SUOR MARIA LARA BROGGI e SUOR ARCANGELA MIMMO (presente attraverso un videoclip), interverranno: DON PIETRO MELLANO, Direttore Generale Editrice Elledici, DON LINO PIANO, Padre della Piccola Casa della Divina Provvidenza, MADRE ELDA PEZZUTO, Madre delle Suore di S.G.B. Cottolengo. Moderarà l’incontro, MARINA LOMUNNO, giornalista, coordinatore redazionale La Voce e il Tempo, settimanale della diocesi di Torino.
Quando si sente parlare di Cottolengo, si pensa subito all’enorme complesso di edifici che si trova a Torino e alle migliaia di malati che vi sono assistiti. Difficilmente si è coscienti che Cottolengo è prima di tutto il cognome di una persona, realmente esistita, in carne e ossa il cui nome è Giuseppe.
In queste pagine ho convinto questo prete, peraltro molto schivo, a parlarci di lui. Non è tanto una persona che ama raccontarsi, ma per voi ragazzi si è reso disponibile. Se volete conoscerlo, proseguite nella lettura di queste pagine. È un tipo simpatico e molto originale che vi saprà sorprendere, in più è un santo: san Giuseppe Cottolengo.
Lasciamo a lui la parola. (Suor Maria Lara Broggi)
Visita la pagina di Elledici di presentazione dell’evento.
Visita la pagina di Elledici con la scheda del libro.
Ad Ibadan, nel Sud-Ovest della Nigeria, da gennaio scorso è attivo un nuovo centro: una casa di accoglienza per ragazzi di strada. Essa rappresenta il coronamento di un sogno per il Salesiano Coadiutore Paolo Vaschetto, missionario dal Piemonte da 16 anni in Nigeria.
La realtà di Ibadan è molto particolare: non è una città così nota all’estero, ma è una grande metropoli di 8 milioni di abitanti e ha un significato strategico unico, perché sorge sulla strada tra la capitale amministrativa del paese, Abuja, e quella finanziaria, Lagos. Quella che è definita la “Los Angeles Africana” per la sua estensione sconfinata, è un luogo che ha veramente bisogno della presenza e del carisma di Don Bosco: proprio per le sue caratteristiche essa finisce per attirare moltissimi ragazzi e giovani che per i più disparati motivi scappano da casa e finiscono a vivere per strada.
Alcuni di essi magari trovano anche qualche lavoretto onesto, ma facilmente la vita di strada inculca loro vizi e cattive abitudini per le quali diviene fondamentale un rapido intervento.
Questi bambini, questi ragazzi hanno bisogno di sentire l’atmosfera di una famiglia, di vivere in un ambiente piacevole e sicuro dove possano crescere e prepararsi ad una vita adulta e responsabile. Hanno bisogno di trovare un buon lavoro e di crearsi un loro nucleo familiare.
Per questo il nuovo centro salesiano rappresenta un’oasi pensata e progettata tutta per loro e le loro esigenze: dai dormitori su misura per dargli uno spazio tutto per sé, alle camere dei custodi, che stanno sempre vicino loro; dai refettori e le cucine, per il sostegno anche alimentare dei ragazzi, alle aule per la loro educazione.
Torino Taking Care è il primo evento dedicato alla salute che offre ai cittadini strumenti di prevenzione concreti: screening, esami e consulenze gratuiti. Punta all’accesso alla salute del cittadino come diritto da tutelare, salute intesa come stato di benessere fisico, mentale e sociale, attraverso la libera fruizione di appositi strumenti: l’informazione, i controlli gratuiti, la mediazione, la formazione. Una festa dello star bene, dedicata ai cittadini di ogni età, per imparare a prendersi cura di sé e affermare il proprio diritto alla salute!
Sabato 10 giugno appuntamento a “Torino taking care”. Un evento che parla di prevenzione e cura. Si tratta di una manifestazione gratuita aperta a tutti, e al centro di questa prima edizione dell’evento ci sarà il tema della salute della donna, soggetto caro all’associazione organizzatrice, Gineceo.
Il percorso verso la salute si basa sulla prevenzione e sul sostegno. Due concetti che trovano il loro comune denominatore nella finalità umanitaria: l’obiettivo è aiutare il prossimo a stare bene, non solo con la terapia, che contraddistingue il gesto propriamente medico, ma con accorgimenti da adottare nella vita quotidiana. La prevenzione è essenzialmente conoscenza: informare il cittadino circa i rischi per la propria salute e dargli modo di attivarsi tempestivamente e con le modalità più consone alla sua identità, alla sua posizione professionale, alle sue esigenze. È indispensabile che tutti i soggetti siano coinvolti, famiglia, terza età, bambini e giovani. L’obiettivo è avvicinare i cittadini alla prevenzione e migliorare la qualità della propria vita!
L’evento dura un giorno ed è organizzato in 5 aree: