Missioni Don Bosco: Conferenza Stampa di presentazione “Corsa dei Santi” il 31 ottobre a Roma

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

***

Comunicato Stampa
24 Ottobre 2023

Conferenza stampa con don Daniel Antúnez

Sarà presentata il 31 ottobre la Corsa dei Santi a Roma
Quest’anno è a sostegno dei ragazzi della Guinea Conakry

SMS solidale con Missioni Don Bosco per finanziare il progetto
di un polo sportivo nel plesso scolastico Don Bosco a Kankan

 

La 15ma edizione della Corsa dei Santi, evento podistico con partenza e arrivo in Piazza San Pietro in Vaticano mercoledì 1 novembre, è dedicata a un progetto di sviluppo sociale attraverso lo sport in Guinea Conakry, nella città di Kankan.

Lo propone Missioni Don Bosco, la onlus di Torino-Valdocco che sostiene i missionari salesiani nel mondo.

La conferenza stampa di presentazione si terrà

martedì 31 ottobre alle ore 11:00

alla Sala Benedetto XVI del Pontificio Collegio Teutonico Vaticano
(nei pressi dell’Aula Nervi)

con la partecipazione di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, e di Roberto De Benedittis, presidente di ACSI Italia Atletica, ente organizzatore della manifestazione sportiva.

All’evento del 1° novembre parteciperanno le campionesse Fiona May (testimonial di Missioni Don Bosco), Sara Simeoni e Danielle Madam.

Per l’accredito in Vaticano è necessario confermare la presenza alla conferenza stampa entro venerdì 27 ottobre all’Ufficio Stampa di Corsa dei Santi:

Federico PASQUALI

L’ingresso in Vaticano è fissato alle ore 10.30 da piazza del Sant’Uffizio, alle spalle del colonnato a destra della Basilica.

Nel nostro sito trovate tutte le informazioni sul progetto solidale: a Kankan, dopo la realizzazione di un complesso scolastico, che è arrivato ad accogliere quasi 400 studenti, il programma educativo prevede ora la costruzione di un nuovo centro multisportivo che sarà disponibile anche per le attività dei bambini e dei ragazzi del quartiere, attualmente costretti a giocare per la strada, con tutti i pericoli connessi, senza la cura di adulti.

A sostegno del progetto sarà attivo il numero telefonico 45594 per l’invio di un SMS solidale dal 29 ottobre al 5 novembre.

Il programma “Mattino Cinque” condotto da Federica Panicucci si collegherà a più riprese con Piazza San Pietro per seguire l’andamento della Corsa e per ascoltare le interviste di Paolo Capresi.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Stati Uniti – Si conclude a Los Angeles l’edizione 2023 del DBGYFF

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Los Angeles) – Il “Gran Finale” del Don Bosco Global Youth Film Festival (DBGYFF) a Los Angeles, la capitale mondiale dell’intrattenimento, si è svolto nel pomeriggio di venerdì 13 ottobre 2023, presso il “Don Bosco Youth Centre” di Los Angeles, con la partecipazione di varie personalità e l’annuncio dei vincitori globali del DBGYFF.

Mentre in più di 200 località di quasi 60 Paesi del mondo salesiano si è celebrato questo festival, mostrando gli sforzi creativi dei nostri giovani, la finale a Los Angeles è stata davvero unica e ha mostrato come il Don Bosco Global Youth Film Festival possa essere un festival cinematografico che fa la differenza, in grado di far riecheggiare il tema dell’Amore, della Pace e della Solidarietà in un mondo creativo e incisivo.

A rendere la serata ancora più memorabile è stata la presenza e la partecipazione entusiasta di diverse personalità: don Mel Trinidad, Ispettore dei Salesiani di Don Bosco degli Stati Uniti Ovest (SUO); Stanley NG, Direttore Artistico e Supervisore di Effetti Visivi (VFX) ad Hollywood; don Ricardo Campoli, del Settore Comunicazione Sociale di Roma; e del Direttore del Festival, don Harris Pakkam.

Il festival è iniziato con un video tematico che ha messo in evidenza come l’amore possa costruire la pace e la solidarietà, seguito dai videomessaggi del Cardinale Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, decimo successore di Don Bosco, e di don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per le Comunicazioni Sociali, da Roma. Don Mel Trinidad, a sua volta, ha dato il benvenuto ai presenti e ha espresso la soddisfazione dell’Ispettoria per poter ospitare il festival e così far sentire la voce dei giovani del mondo salesiano a Los Angeles. Don Ricardo Campoli, nel suo messaggio, ha sottolineato che questo festival ha unito i giovani di tutto il mondo e ha dato loro l’opportunità di condividere i loro sogni e la loro passione creativa sul tema offerto. Mentre il Direttore del festival, don Pakkam, ha affermato come Don Bosco, che in vita sua parlava da Torino, in quel momento stesse parlando da Los Angeles, grazie ai giovani del DBGYFF. “Gli sforzi dei nostri giovani, in un modo ricco di simboli, oggi sono celebrati e riconosciuti al più alto livello” ha infine concluso.

Il momento solenne della dichiarazione ha portato una grande sorpresa: un giovane vestito da Don Bosco, provenendo da dietro la sala, alle spalle del pubblico, ha portato il logo del DBGYFF, che è stato poi svelato da don Trinidad per dichiarare aperto il festival del cinema. Tenendo conto dei tempi, per il Gran Finale a Los Angeles è stata realizzata la proiezione di solo 24 film selezionati. Il video del conto alla rovescia del DBGYFF ha dato il via alla proiezione dei cortometraggi, uno dopo l’altro. La serata è stata ipnotizzante quando il maestro di cerimonie Mikey e la sua équipe di giovani – Caia, Catherine e Jaden – hanno coinvolto il pubblico con le loro interazioni e riflessioni spontanee prima e dopo ogni film. Anche le voci del pubblico, con le loro risposte, hanno mantenuto tutti ispirati e concentrati sul tema.

Dopo la proiezione dei corti, Stanley NG è intervenuto a nome della Gran Giuria per esprimere i suoi sentimenti. Ha incoraggiato i giovani a proseguire incessantemente con i loro sforzi e a sognare in grande, in modo che anche loro possano raggiungere i loro obiettivi, che sono raggiungibili se tutto è fatto con amore e passione.

La tanto attesa proclamazione dei vincitori dei Premi Globali ha avuto inizio in un clima di trepidazione, con la valigetta contenente la lista definitiva dei vincitori consegnata a don Trinidad e al signor Stanley. Si è così proceduto all’annuncio pubblico dei vincitori, la maggior parte dei quali ha potuto partecipare e manifestare immediatamente la propria gioia e le loro emozioni attraverso dei video-collegamenti. È stato, questo, un momento di vero orgoglio perché ha celebrato gli sforzi di tanti giovani legati a Don Bosco e al carisma salesiano di diverse parti del mondo.

I corti vincitori a livello globale del DBGYFF 2023 sono:

1.           UNITED HEARTS di Joseph Katsilizika, Malawi

2.           LIFE GOES AYE AYE, di Leander Fernandes, India

3.           HISTORIAS DE PAPEL (Paper Stories), di Juan Pablo Valencia Marulanda, Colombia

4.           VIRTUAL LIFE OR HUMAN LIFE, di Khoa Hoang, Vietnam

5.           EL PUENTE DE LA AMISTAD, di Iván Osés, Spagna

6.           LUNCH BOX, di Mang Kim Thang, India

7.           AMARA, di Sebastian Barrios Diaz, Colombia

8.           NOTHING IS LOST, di Stefany Aparecida Silva Dutra, Brasile

9.           PORTRAIT HOLDER, di Ricardo Andrés Robles Funes, El Salvador

10.         ABSOLUTE POINT, di Ritesh Tigga, India

Il festival si è concluso con i ringraziamenti di don Alphonse Vu, Coordinatore delle Scuole Salesiane dell’Ispettoria SUO, che ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla pianificazione e alla realizzazione del festival. “È stato un grande sogno che si è avverato, e gli eccellenti sforzi, il lavoro di squadra, l’impegno e la pianificazione che l’équipe del festival ha mostrato sono stati molto apprezzati da tutti”, ha affermato. La seconda edizione del DBGYFF si è conclusa a Los Angeles con una serata davvero significativa e tanti ricordi che continueranno a rimanere nei cuori dei giovani protagonisti che sognano Hollywood. Guardando al futuro, questo festival cinematografico salesiano, dei giovani e per i giovani, continuerà a fungere da piattaforma unica per il loro rafforzamento e sviluppo, contribuendo al miglioramento della società e celebrando in modo adeguato i loro sforzi a livello globale.

Seminario Regione Mediterranea su Migranti e Rifugiati: un impegno dei Salesiani a favore di chi cerca una vita più dignitosa

Dal 12 al 15 ottobre, nella Casa Diocesana di Malaga, si è svolto il Seminario Internazionale sull’Accoglienza dei Migranti e dei Rifugiati,  che ha permesso di riflettere sull’opera salesiana in questo campo con il dialogo tra più di un centinaio di partecipanti provenienti da Portogallo, Spagna, Italia e Medio Oriente, insieme a diverse autorità, specialisti e rappresentanti degli enti di riferimento.

Punto di partenza della riflessione è stato il notevole incremento delle iniziative avviate dalle presenze salesiane dedicate all’accoglienza e all’integrazione dei migranti e dei rifugiati, soprattutto tra i Paesi vicini alla situazione mediterranea.

Per riflettere su queste attività, unificare le strategie e rispondere ai bisogni delle persone colpite da questa drammatica situazione, i Centri Nazionali di Pastorale Giovanile di Italia e Spagna hanno organizzato delle conferenze che hanno messo al centro questo problema: Giuseppe Riggio, con lo scenario delle migrazioni nel Mediterraneo: cause e prospettive; Alberto Ares e il motto ‘Siamo tutti migranti: verso una teologia delle migrazioni‘; e Vincenzo Salerno, sugli aspetti socio-educativi nella pastorale e sugli aspetti pastorali in opera sociale: il caso della Comunità di San Luigi – Gorizia (Italia), opera salesiana di Msna sulla Rotta Balcanica.

Nei giorni in cui si è svolto l’incontro, inoltre, c’è stata anche l’opportunità di condividere interventi, corsi e buone pratiche, come quelli di Don Bosco International (DBI), guidati da Sara Sechi con il focus sulla prospettiva salesiana dell’Europa e dell’Europa migrazioni.

Giovani immigrati e identità, di Luis Callejas, ‘Come sostenere i bisogni dei migranti nei loro processi. Dolore migratorio‘, con l’educatrice Mónica García Arboleda, oltre alla prospettiva del Coordinatore Statale delle Piattaforme Sociali (CEPSS) con ‘Lascia che ti dica una cosa: Nuove narrazioni d’amore dei migranti‘, di Roberto Trujillo, e la ‘Donna migrante e intersezionalità. Quante vite hai in una vita?“, con Marta Martín.

È stato condiviso anche il lavoro di azioni come “Reti e migrazioni – Protagonisti”, “Immigrazione e reti culturali per il futuro“, con Koblan Amissah Bonaventure (dell’associazione Abuswan), “L’accompagnamento della dimensione spirituale e religiosa dei migranti“, con Nando Capovilla (di Pax Christi Italia), “Gorizia, modello di accoglienza nel area di confine“, con Vincenzo Salerno, “Don Bosco 2000, La Sicilia e le migrazioni circolari (con l’Africa occidentale sub-sahariana)“, con Agostino Sella. “Una proposta salesiana congiunta e sinergica per l’accoglienza, l’integrazione e l’accompagnamento di migranti e rifugiati: il caso italiano tra buone pratiche e nuove prospettive“, con Micaela Valentino (delle entità italiane VIS, SxS e CNOS-FAP), “Programma Buzzetti per bambini senza casa“, con Pepelu Aguirre della Fondazione Sociale Don Bosco Salesianos, “Prendi le redini”, con di Roberto Trujillo e Gema Rodríguez (CEPSS), “Alloggi per i rifugiati“, con Marita Guerra (CEPSS), “Egitto e rifugiati dal Sud Sudan. Libano e rifugiati siriani e iracheni: giovani adulti“, con Simon Zakerian.

Tutte queste iniziative erano rivolte principalmente ai salesiani e ai laici impegnati a realizzare iniziative mirate all’accoglienza e all’integrazione dei migranti e dei rifugiati nei diversi ambienti educativo-pastorali.

L’incontro si è concluso con un dialogo sulle politiche europee, condotto da Fco, Jesús Toronjo Benítez, Direttore Generale delle Politiche Migratorie della Junta de Andalucía, e Maria Vittoria Garlappi, rappresentante della Fondazione Europea per la Formazione, che hanno evidenziato gli strumenti a disposizione dell’Unione Europea e le linee strategiche per promuovere la cooperazione tra istituzioni pubbliche e società civile nell’accoglienza e integrazione dei migranti.

 

“La decisione della Congregazione di mettere a tema la questione dei migranti rifugiati è una scelta politica particolarmente importante -, spiega don Elio Cesari, presidente del Centro Nazionale delle Opere Salesiane che ha partecipato con una delegazione italiana al Seminario -. La questione migratoria è rilevante ed è importante anche come i Salesiani vogliono assumerla pensando alle persone che ne sono coinvolte, che non sono numeri ma sono storie di vita che meritano attenzione e rispetto. Un’azione sincronica e coordinata è la migliore risposta a quella che ormai non è più un’emergenza, perché ormai ci troviamo a viverla da molti anni”, dice ancora.

Rispetto all’esperienza del Seminario, don Elio Cesari sottolinea due questioni:
“La prima è che è stata una bella occasione di confronto, il miglior clima per permettere le azioni successive. C’è stata l’occasione di confrontarsi, conoscere tante realtà che sono già coinvolte nell’accoglienza di migranti e rifugiati e renderci conto di quante cose belle i salesiani fanno per loro. La seconda questione riguarda la necessità di una riflessione sempre più ampia e profonda per dare le coordinate migliori e interfacciarci alle realtà anche europee, quindi anche oltre i nostri muri per dire qualcosa di specifico e orientato sul Sistema Preventivo ed educativo di Don Bosco. Il Seminario è stata l’occasione per dire anche all’esterno che cosa facciamo: noi rispondiamo a questa situazione come farebbe Don Bosco oggi. Ci tengo a ringraziare in modo particolare il centro nazionale di Madrid e tutti coloro che hanno organizzato questo seminario perché sono necessarie occasioni come queste che permettono di avviare un processo”, conclude. 

José Miguel Núñez, direttore del Centro Nazionale di Pastorale Giovanile della Spagna, ha evidenziato l’importanza di fare una valutazione congiunta della realtà del servizio salesiano nel bacino del Mediterraneo riguardo ai flussi migratori e ai processi di accoglienza, protezione, promozione e l’integrazione in Europa delle persone che arrivano nel continente e nelle province ultraperiferiche, come le Isole Canarie: “Allo stesso modo, abbiamo voluto evidenziare le sfide che la realtà attuale ci pone e, di conseguenza, assumere nuovi impegni a favore delle persone che si spostano alla ricerca di condizioni di vita più dignitose”, ha spiegato.

 

 

 

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli esempi dei martiri salesiani Rodolfo Lunkenbein e Simão Bororo per la difesa della terra

Dal sito infoANS.

***

Per la Giornata Missionaria Salesiana (GMS) 2023, dedicata al tema “Cura del creato, la nostra missione”, e in prossimità della ricorrenza mensile delle missioni salesiane, ricordiamo la testimonianza di due martiri che hanno dato la propria vita per difendere la terra: don Rodolfo Lunkenbein, SDB, e l’indigeno Simão Bororo.

A metà del XX secolo cominciarono ad emergere grandi progetti per esplorare le risorse dell’interno del Brasile e, per realizzarle, tutto ciò che era di ostacolo doveva essere eliminato. Così i gruppi indigeni più fragili iniziarono a chiedere aiuto per la natura minacciata dall’agrobusiness: i Bororo del Mato Grosso perdevano le loro terre, vedevano il loro territorio ridursi e gli splendidi paesaggi del Brasile centrale sostituiti da estesi campi di monocoltura di soia…

È in questo contesto che il giovane Rodolfo Lunkenbein inizia il suo percorso missionario a Meruri, villaggio indigeno bororo nel Mato Grosso.

Trovò un gruppo già ridotto e stanco di combattere, senza prospettive per il futuro, scoraggiato. Assumendo i nuovi orientamenti della Chiesa postconciliare, Rodolfo combatté perché si realizzasse il programma voluto dal CIMI (Conselho Indigenista Missionário): Chiesa rinnovata nella sua opera missionaria, opzione per i più svantaggiati, nel loro caso, gli indigeni, e lotta per la terra.

Fino all’ultimo momento della sua vita lavorò con i Bororo, preparando i terreni per le piantagioni; morì con abiti sporchi di terra, sudore e macchiati di sangue… la terra che cercò di recuperare affinché i Bororo potessero vivere in pace e armonia.

Nel momento supremo il suo amico Simão non ebbe paura di rischiare la vita andando a difenderlo; morì ore dopo perdonando i suoi assassini.

Simão, missionario indigeno tra la sua gente, muratore e costruttore di case, che conosceva il segreto delle erbe della campagna, che sapeva trattarle e con esse curare e lenire disturbi e malattie. Simão amico dei bambini; Simão che sognava terre fertili piene di uccelli, animali, frutti e fiumi puliti… Simão scelto da Dio per il suo momento supremo insieme a Padre Rodolfo: il martirio.

La loro memoria sopravvive e stimola ad essere custodi del creato, vivendo in armonia con la natura e in pace con tutti.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Dl immigrazione, Salesiani per il Sociale e altre associazioni: preoccupazione per i rischi di violazione dei diritti dei minori

Pubblichiamo il comunicato stampa rilanciato da Salesiani per il Sociale e da altre associazioni della società civile impegnate nella tutela dei diritti dei migranti.

***

In occasione dell’avvio alla Camera dei Deputati dell’esame parlamentare del Decreto-legge, le organizzazioni sottolineano la propria preoccupazione per la prevista accoglienza di minori ultrasedicenni in centri per adulti e per i rischi di respingimento, trattenimento ed espulsione dei minorenni che arrivano soli nel nostro Paese e che potrebbero essere erroneamente considerati adulti per insufficienti garanzie nella procedura di accertamento dell’età.

Il DL Immigrazione e Sicurezza, sul quale inizia oggi, presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, la discussione per la conversione in Legge, desta grave preoccupazione poiché, tra le altre cose, modifica in senso peggiorativo due disposizioni della L.47/2017 sulla protezione dei minori non accompagnati.

Questo l’allarme di 25 organizzazioni della società civile attive per i diritti dei minori migranti – ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Caritas Italiana, Centro Astalli, CeSPI ETS, Cir Onlus, CIES Onlus, CNCA, CISMAI, Cooperativa CIDAS, Cooperativa CivicoZero, Defence for Children International Italia, Emergency, INTERSOS, Medici del Mondo, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Refugees Welcome, Salesiani per il Sociale APS, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes Italia, UNIRE – che si appellano al Parlamento affinché agisca stralciando tali norme dal testo.

Per la prima volta dalla sua emanazione, un Governo ha deciso di intaccare il sistema di protezione per i minori non accompagnati rappresentato dalla L. 47/2017, adottata ad ampia maggioranza parlamentare e alla cui progressiva attuazione hanno contribuito in questi anni le istituzioni competenti di livello centrale e territoriale, le organizzazioni della società civile e singoli cittadini e cittadine che, come tutori e tutrici volontari, famiglie affidatarie, volontari e attivisti, sostengono ogni giorno bambini, bambine e adolescenti che arrivano soli in Italia.

Contrariamente a quanto disposto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per l’accoglienza dei minorenni soli, che deve avvenire in affidamento in famiglia o in centri loro riservati, il Decreto-legge in esame prevede che, in caso di indisponibilità di strutture dedicate, i Prefetti possano collocare i minori migranti non accompagnati ultra16enni in centri per adulti. Stiamo parlando di strutture di grandi dimensioni e prive degli standard (in termini di personale, di servizi garantiti ecc.) stabiliti per i minorenni, dove gli stessi non avranno accesso all’assistenza legale e psicologica né a corsi di lingua italiana. Una scelta, questa, che si pone in drammatico contrasto con il principio del rispetto del superiore interesse del minore, oltre che rappresentare una grave discriminazione tra minorenni italiani e stranieri.

Inoltre, rispetto alla determinazione dell’età in fase di identificazione, il testo prevede una deroga alla procedura disposta dalla L.47, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio alla frontiera o nelle zone di transito e di rintraccio sul territorio nazionale a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera. Si tratta di ipotesi tutt’altro che eccezionali, come abbiamo potuto vedere anche nell’ultimo periodo, nelle quali l’autorità di pubblica sicurezza potrà disporre “rilievi antropometrici o […] altri accertamenti sanitari, anche radiografici” che, in casi di particolare urgenza – non meglio definita dalla norma – potranno essere autorizzati anche oralmente dalla Procura minorile, con autorizzazione scritta soltanto successiva. Questa disposizione, peraltro, non considera necessaria l’autorizzazione scritta del tutore e neanche la sua avvenuta nomina – nonostante si tratti di accertamenti sanitari anche invasivi, come le radiografie. Inoltre, in questi casi non sarebbe necessariamente prevista la presenza di un mediatore linguistico culturale, essenziale per garantire un consenso informato della persona agli accertamenti sanitari richiesti.

Considerando che nessun metodo disponibile, neanche medico, consente la determinazione esatta dell’età, è inoltre molto preoccupante che la norma eluda il principio dell’approccio multidisciplinare, e che preveda un’eccezione alla regola secondo la quale gli accertamenti sanitari, in particolare se caratterizzati da invasività, debbano essere utilizzati soltanto se strettamente necessari e in seguito a metodi meno invasivi, quali il colloquio psico-sociale con l’interessato.

Le organizzazioni ricordano inoltre che la procedura di accertamento dovrebbe essere disposta solo in caso di “fondato dubbio” sulle dichiarazioni dell’interessato e non a libera discrezione delle forze di pubblica sicurezza, sulle quali tale ampia discrezionalità farebbe ricadere una responsabilità eccessiva, oltre che gravosa, nell’ambito dell’identificazione.

Si evidenzia infine che questa procedura, la quale rischia di rivelarsi tutt’altro che eccezionale, unita alla permanenza in centri per adulti e ai termini ristrettissimi per impugnare il verbale di polizia in cui viene dichiarata l’età – 5 giorni – può facilmente portare al respingimento, alla detenzione e alla successiva espulsione di minori dichiarati maggiorenni per errore, aprendo le porte a un destino rischioso e a possibili gravi violazioni dei loro diritti fondamentali, in particolare per i minorenni provenienti da Paesi cosiddetti “sicuri” e quindi sottoposti a procedure accelerate in frontiera qualora erroneamente considerati adulti.

Tutto questo avviene, sorprendentemente, nonostante l’Italia sia stata condannata più volte dalla Corte Europea dei diritti umani per aver collocato minorenni non accompagnati in centri per adulti e aver condotto procedure di accertamento dell’età senza garanzie procedurali sufficienti.

Per chiunque abbia a cuore i diritti dei minorenni queste modifiche normative sono inaccettabili e si fa appello al Parlamento affinché vengano eliminate dal testo durante l’iter di conversione in Legge. Ammettere deroghe al principio di equità di trattamento tra minorenni italiani e stranieri fuori famiglia rispetto all’ospitalità in affido familiare o in centri loro dedicati, e sottoporre potenziali minori a procedure che non abbiano il rigore e le garanzie necessarie per ogni procedimento che riguardi un minorenne, significa incidere non soltanto sul destino di migliaia di adolescenti migranti che hanno già alle spalle anni di viaggio e di sofferenze profonde, ma anche mettere in discussione il principio della protezione del minore in quanto tale, vigente nel nostro Ordinamento giuridico, e quindi la tenuta complessiva del sistema di tutela di chi rappresenta il futuro del Paese.

 

Guerra in Medioriente: l’appello di don Alejandro Leon, ispettore del MOR, per la pace

“Voglio ringraziare di cuore tutti gli amici della Famiglia Salesiana e i giovani del MGS soprattutto per la vostra preghiera”: don Alejandro Leon, ispettore del MOR, attraverso un video rivolge un appello e un ringraziamento alla Famiglia Salesiana, ai giovani del MGS per la vicinanza e la preghiera di questi giorni.
“La nostra è in una situazione di tensione ma vi sentiamo vicini: affidiamoci a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice perché possa arrivare presto la pace”.

Il sogno della pace. La GMG di Lisbona, profezia di fraternità universale

Dalla newsletter di Note di Pastorale Giovanile di novembre.

***

di don Rossano Sala

Un nuovo inizio

La Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona ha segnato una vera e propria ripartenza dopo la drammatica esperienza della pandemia. Si respirava una certa tensione ecclesiale rispetto alla riuscita di questo incontro mondiale. Gli organizzatori erano realmente preoccupati. Alcuni pensavano che dopo la pandemia sarebbe finito il tempo dei grandi raduni internazionali, altri invece immaginavano una presenza molto ridotta di giovani. La Chiesa invece ha scommesso di nuovo sui giovani e ancora una volta ha avuto ragione! E dopo questo evento l’aria è finalmente cambiata, come ha ben commentato papa Francesco qualche giorno dopo il termine degli eventi:

Questa GMG di Lisbona, venuta dopo la pandemia, è stata sentita da tutti come dono di Dio che ha rimesso in movimento i cuori e i passi dei giovani, tanti giovani da tutte le parti del mondo – tanti! – per andare a incontrarsi e incontrare Gesù.
La pandemia, lo sappiamo bene, ha inciso pesantemente sui comportamenti sociali: l’isolamento è degenerato spesso in chiusura, e i giovani ne hanno risentito in modo particolare. Con questa Giornata Mondiale della Gioventù, Dio ha dato una “spinta” in senso contrario: essa ha segnato un nuovo inizio del grande pellegrinaggio dei giovani attraverso i continenti, nel nome di Gesù Cristo. E non è un caso che sia accaduto a Lisbona, una città affacciata sull’oceano, città-simbolo delle grandi esplorazioni via mare[1].

Un nuovo inizio, dunque, che ha invertito la rotta. Speriamo che lo sia anche per la pastorale giovanile e la Chiesa in Italia. Non è poco aver accompagnato 65.000 giovani italiani a Lisbona. Significa aver messo da parte un certo “tesoretto” da far ora fruttificare nella vita quotidiana, nei nostri ambienti ecclesiali e nella società tutta. Si può ripartire prendendo sul serio il “mandato” che Francesco ha consegnato a tutti i giovani nel giorno della trasfigurazione del Signore, ultimo della GMG di Lisbona:

«Signore, è bello per noi essere qui!» (Mt 17,4). Queste parole, che disse l’apostolo Pietro a Gesù sul monte della Trasfigurazione, vogliamo farle anche nostre dopo questi giorni intensi. È bello quanto stiamo sperimentando con Gesù, ciò che abbiamo vissuto insieme, ed è bello come abbiamo pregato, con tanta gioia del cuore. Allora possiamo chiederci: cosa portiamo con noi ritornando alla vita quotidiana?
La prima: brillare. Gesù si trasfigura. Il Vangelo dice: «Il suo volto brillò come il sole» (Mt 17,2). […] Il nostro Dio illumina. Illumina il nostro sguardo, illumina il nostro cuore, illumina la nostra mente, illumina il nostro desiderio di fare qualcosa nella vita. Sempre con la luce del Signore.
Il secondo verbo è ascoltare. Sul monte, una nube luminosa copre i discepoli. E questa nube, dalla quale parla il Padre, che cosa dice? «Ascoltatelo», «questi è il Figlio mio prediletto, ascoltatelo» (Mt 17,5). È tutto qui: tutto quello che c’è da fare nella vita sta in questa parola: ascoltatelo. Ascoltare Gesù. Tutto il segreto sta qui. Ascolta che cosa ti dice Gesù.
Brillare è la prima parola, siate luminosi; ascoltare, per non sbagliare strada; e infine la terza parola: non avere paura. Non abbiate paura. Una parola che nella Bibbia si ripete tanto, nei Vangeli: “non abbiate paura”. Queste furono le ultime parole che nel momento della Trasfigurazione Gesù disse ai discepoli: «Non temete» (Mt 17,7)[2].

Brillare, ascoltare e non avere paura. Un piccolo ma prezioso programma non solo per tutti i giovani, ma per la Chiesa nel suo insieme. Diventa un compito chiaro, un manifesto da prendere sul serio, una prospettiva attorno a cui creare coinvolgimento e corresponsabilità tra giovani e adulti.

Un messaggio chiaro

Per chi ha vissuto una delle tante GMG degli ultimi decenni, sa che questo evento è un’esperienza di fratellanza universale più unica che rara. Effettivamente trovare tante nazionalità così diverse che vivono insieme in un clima di festa e di comunione è praticamente quasi impossibile. La GMG è un’esperienza di pace universale, un momento magico in cui si prende atto che la convivenza pacifica dei popoli è una possibilità reale. Effettivamente,

mentre in Ucraina e in altri luoghi del mondo si combatte, e mentre in certe sale nascoste si pianifica la guerra – è brutto questo, si pianifica la guerra! –, la GMG ha mostrato a tutti che è possibile un altro mondo: un mondo di fratelli e sorelle, dove le bandiere di tutti i popoli sventolano insieme, una accanto all’altra, senza odio, senza paura, senza chiusure, senza armi! Il messaggio dei giovani è stato chiaro: lo ascolteranno i “grandi della terra”? Mi domando, ascolteranno questo entusiasmo giovanile che vuole pace? È una parabola per il nostro tempo, e ancora oggi Gesù dice: “Chi ha orecchie, ascolti! Chi ha occhi, guardi!”. Speriamo che tutto il mondo ascolti questa Giornata della Gioventù e guardi questa bellezza dei giovani andando avanti[3].

I giovani desiderano la pace. Lo hanno detto chiaramente con la loro presenza pacifica e gioiosa per tutti i giorni della GMG. Lo ribadiscono continuamente quando si parla con loro e quando è data loro con serietà la parola.
Lisbona, è stato detto varie volte durante i giovani della GMG, è una città che per sua natura è legata alla ricerca della pace e all’unione tra i popoli. Durante l’incontro con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico Francesco è stato oltremodo esplicito e diretto sull’argomento della guerra e della pace. Direi perfino provocatorio e profetico. Conviene risentire alcuni passaggi per intero:

Lisbona può suggerire un cambio di passo. Qui nel 2007 è stato firmato l’omonimo Trattato di riforma dell’Unione Europea. Esso afferma che «l’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli» (Trattato di Lisbona che modifica il Trattato sull’Unione Europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea, art. 1,4/2.1); ma va oltre, asserendo che «nelle relazioni con il resto del mondo […] contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani» (art. 1,4/2.5).
Nell’oceano della storia, stiamo navigando in un frangente tempestoso e si avverte la mancanza di rotte coraggiose di pace. Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo? E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale.
Lisbona, abbracciata dall’oceano, ci dà però motivo di sperare, è città della speranza. Un oceano di giovani si sta riversando in quest’accogliente città; e io vorrei ringraziare per il grande lavoro e il generoso impegno profusi dal Portogallo per ospitare un evento così complesso da gestire, ma fecondo di speranza. Come si dice da queste parti: «Accanto ai giovani, uno non invecchia». Giovani provenienti da tutto il mondo, che coltivano i desideri dell’unità, della pace e della fraternità, giovani che sognano ci provocano a realizzare i loro sogni di bene. Non sono nelle strade a gridare rabbia, ma a condividere la speranza del Vangelo, la speranza della vita.
Com’è bello riscoprirci fratelli e sorelle, lavorare per il bene comune lasciando alle spalle contrasti e diversità di vedute! Anche qui ci sono d’esempio i giovani che, con il loro grido di pace e la loro voglia di vita, ci portano ad abbattere i rigidi steccati di appartenenza eretti in nome di opinioni e credo diversi[4].

Un grande monito per il mondo degli adulti e dei politici dell’Europa e dell’Occidente a prendere sul serio ciò che dicono a parole e che poi raramente si concretizza nei fatti. Speriamo che non sia inascoltato, ma inneschi un percorso serio e consapevole che ci faccia cambiare rotta.

Dall’agonia al parto

Incontrando i giovani universitari presso l’Università cattolica del Portogallo Francesco ha chiesto di non pensare a questo tempo come a qualcosa di bloccato e incontrovertibile, come fosse legato ad un ineludibile destino di violenza, guerra e morte. Ha chiesto addirittura di interpretare i tempi difficili che stiamo vivendo in modo diverso. Non come percorso a senso unico, ma come sofferenza che potrà dare nuova vita al mondo. Pensiero ardito, il suo:

Amici, permettetemi di dirvi: cercate e rischiate, cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare questo. Siate dunque protagonisti di una “nuova coreografia” che metta al centro la persona umana, siate coreografi della danza della vita[5].

Viene ripreso in filigrana il pensiero di Gesù nel vangelo di Giovanni, quando afferma che la vita nuova passa attraverso la sofferenza, come nel parto:

La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia[6].

Gesù parla della croce, della sua sofferenza offerta per la vita del mondo, come di un parto che dona vita piena al mondo nuovo che si sta affacciando. Proprio nel momento massimo dello sconforto offre ai discepoli una diversa interpretazione della sua morte. È un ribaltamento a cui non sono ancora pronti, ma a cui dovranno aderire, riconoscendo come la più grande catastrofe della storia diventerà radice di una pace e di una gioia che non avranno confini, perché «egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne»[7].
Con questo spirito costruttivo Francesco sfida i giovani: «Abbiate perciò il coraggio di sostituire le paure coi sogni. Sostituite le paure coi sogni: non siate amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!»[8]. Certo, perché dove i discepoli erano certi che tutto era andato perduto, Gesù dirà che tutto è stato compiuto: la sua morte sarà fonte di vita piena e abbondante per tutti, nessuno escluso.
Se ci pensiamo bene, il primo “imprenditore di sogni” è proprio Francesco, che ancora una volta ci stupisce per la giovinezza del suo pensiero e della sua proposta. Proprio nel momento conclusivo della GMG ci consegna con commozione il suo grande sogno per questo mondo tanto amato da Dio e tanto lacerato dagli uomini:

In particolare, accompagniamo con l’affetto e la preghiera coloro che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante le guerre, sono molti i conflitti. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete anche a me, ormai vecchio, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace. Attraverso l’Angelus mettiamo nelle mani di Maria, Regina della pace, il futuro dell’umanità.
E, tornando a casa, continuate a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le diverse nazionalità, le lingue, le storie possono unire anziché dividere. Siete speranza di un mondo diverso. Grazie di questo. Avanti![9]

Si sogna la pace, si prega per la pace. Proprio in Portogallo, dove la Madonna è apparsa a tre piccoli pastorelli rivelando misteri di guerra e di pace nel mondo moderno e contemporaneo. Mai come oggi il messaggio e le profezie di Fatima è così attuale.
Proprio lì, in questo piccolo e periferico borgo ai confini dell’Europa, nel silenzio adorante e nella preghiera perseverante, il successore di Pietro ha chiesto con insistenza il dono della pace: «Ho pregato, ho pregato. Ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità. Ma ho pregato. E dobbiamo continuamente ripetere questa preghiera per la pace. Lei nella prima guerra mondiale aveva chiesto questo. E io questa volta l’ho chiesto alla Madonna. E ho pregato. Non ho fatto pubblicità»[10].

I diversi testi legati al tema della pace citati sopra e ripresi dalla recente Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona ci sembrano un’ottima introduzione all’articolato e ricco Dossier che segue, dove in molti modi vengono declinati i linguaggi e le pratiche della pace, che così appaiono possibili e realizzabili. Esso vuole essere una grande spinta a diventare in ogni occasione degli operatori di pace nel proprio contesto di azione civile ed ecclesiale, così da essere riconosciuti come amici e familiari di Dio: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio»[11]. Che il sogno della pace diventi sempre più una realtà concreta e sperimentabile per tutti i giovani, nessuno escluso. E per tutta la Chiesa e la società. Il mondo ne ha davvero bisogno, soprattutto in questo tempo.
Un grande ringraziamento per la tessitura del presente Dossier va a Renato Cursi, da anni membro attivo e propositivo della redazione di NPG, che con competenza ed eleganza sempre accompagna la nostra rivista in molti modi apprezzati dai lettori. La sua esperienza salesiana internazionale, oltre che la sua competenza specifica nell’ambito delle istituzioni di pace, ne fanno una vera ricchezza per noi tutti. Il suo lavoro quotidiano all’interno del mondo sociale in ottica salesiana rimane una garanzia di concretezza e sensibilità per i giovani, soprattutto per i più poveri e abbandonati.

NOTE

[1] Francesco, Udienza generale del 9 agosto 2023.
[2] Francesco, Omelia del 6 agosto 2023.
[3] Francesco, Udienza generale del 9 agosto 2023.
[4] Francesco, Discorso alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico del 2 agosto 2023.
[5] Francesco, Incontro con i giovani universitari, 3 agosto 2023.
[6] Gv 16,21-22.
[7] Ef 2,14.
[8] Francesco, Incontro con i giovani universitari, 3 agosto 2023.
[9] Francesco, Angelus del 6 agosto 2023.
[10] Francesco, Conferenza stampa del santo padre durante il volo di ritorno del 6 agosto 2023.
[11] Mt 5,9.

“Unica”, online la nuova piattaforma digitale per famiglie, studentesse e studenti

Dal sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito sul lancio della piattaforma Unica.

***

Da oggi sarà online Unica, la nuova piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito annunciata dal Ministro Giuseppe Valditara a Forlì durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico.

Unica è stata ideata per offrire, per la prima volta, un solo punto di accesso ai servizi digitali dedicati alle famiglie e agli studenti e per agevolare le comunicazioni scuola famiglia.

Particolare attenzione è data al tema dell’orientamento: grazie a nuovi strumenti, con il docente tutor, che consentiranno a ciascun studente di individuare e valorizzare i propri talenti e che, con il docente orientatore, daranno un concreto supporto nell’individuazione del percorso più indicato per il futuro dei ragazzi, universitario o professionale.

Unica è prevista dal Piano di semplificazione per la Scuola lanciato ad aprile dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e in attuazione delle Linee guida per l’orientamento approvate a dicembre 2022. La piattaforma è disciplinata da un DM firmato oggi dal Ministro Valditara dopo il parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali.

“Con il lancio di Unica ribadiamo il nostro impegno a rendere l’istruzione più accessibile, efficiente e orientata al futuro. Questa piattaforma è stata progettata insieme ai principali attori della scuola con l’obiettivo di dare risposta a bisogni concreti, garantendo semplicità e immediatezza nella fruizione dei servizi. La sua introduzione è una tappa fondamentale nel percorso verso l’eccellenza nell’educazione italiana e il rafforzamento dell’alleanza scuola-famiglia”

ha dichiarato il Ministro Valditara.

La piattaforma sarà disponibile per oltre 10 mila scuole statali e paritarie, interessando più di 6,5 milioni di studenti, circa 8 milioni di genitori, delegati, tutori o responsabili genitoriali, e più di 1 milione di persone che lavorano ogni giorno nella scuola

Navigando all’interno della piattaforma sarà possibile:

  • consultare informazioni e dati utili per una scelta consapevole del percorso scolastico e post – scolastico;
  • fruire in modo organico e personalizzato di tutti i servizi digitali relativi all’orientamento, alle iscrizioni, ai pagamenti, nonché alle iniziative a sostegno del diritto allo studio;
  • seguire facilmente l’intero ciclo scolastico e i principali traguardi raggiunti attraverso l’E-portfolio, un documento digitale sempre a disposizione di studenti e famiglie;
  • entrare in contatto con il tutor scolastico e il docente orientatore, le nuove figure istituite dal Mim per supportare famiglie e studenti nei momenti di scelta del percorso scolastico.

Unica è organizzata in tre sezioni:

  • Orientamento, con informazioni e strumenti utili per scegliere il percorso formativo e contattare il tutor e il docente orientatore;
  • Vivere la scuola, per cogliere tutte le opportunità del panorama scolastico;
  • Strumenti, per semplificare la vita delle famiglie con servizi innovativi;

Inoltre sulla piattaforma sono a disposizione:

  • dati e informazioni sulle possibilità offerte dal panorama formativo e dal mondo del lavoro
  • numerosi servizi che arricchiscono l’offerta formativa e l’esperienza scolastica in materia di inclusione, cyber-bullismo, Educazione civica, alimentare e sportiva.
  • Unica semplifica, infine, il rapporto tra famiglie, scuole e Ministero, agevolando l’accesso a misure dedicate al sostegno del diritto allo studio nonché ai servizi amministrativi come la gestione di pagamenti e il crowdfunding.

Orizzonte Scuola, Valditara: “Oltre 260 milioni per le scuole paritarie, un sistema ispirato alla libertà”

Dal sito di Orizzonte Scuola.

***

Oggi è una giornata di libertà perché quando parliamo di scuola paritaria parliamo di scuola libera innanzitutto e parliamo di un sistema ispirato alla libertà”, ha esordito Valditara, sottolineando l’importanza dell’articolo 30 della Costituzione, che riconosce il diritto dei genitori di istruire ed educare i propri figli. Secondo il Ministro, questo articolo costituisce la base per una scuola pubblica che integri sia l’istruzione statale che quella paritaria, evitando distinzioni ingiustificate.

Il Ministro ha poi raccontato due episodi emblematici che riflettono l’efficacia di un sistema educativo integrato in pratica. Valditara ha citato l’esempio di una scuola statale ad Alassio, i cui studenti furono temporaneamente ospitati da una scuola paritaria dei Salesiani in attesa del completamento dei lavori nella loro scuola. Un altro esempio menzionato riguardava una visita a Ostia, dove Valditara ha osservato una collaborazione produttiva tra una scuola statale e un centro di formazione professionale gestito dai Salesiani.

Parlando delle risorse finanziarie, il Ministro ha evidenziato l’allocazione di fondi significativi per l’istruzione paritaria nel 2024, con una dotazione di 110 milioni di euro, di cui 40 milioni saranno destinati alle scuole paritarie e 70 milioni alle esigenze degli studenti disabili. Questo, ha spiegato, aiuterà a rimuovere le differenze ingiustificate nel trattamento tra scuole paritarie e statali, in particolare per gli studenti disabili che erano precedentemente discriminati.

Inoltre, Valditara ha annunciato l’estensione delle risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) anche alle scuole paritarie, con un investimento totale di circa 150 milioni di euro. Questi fondi, ha detto, saranno utilizzati per l’innovazione tecnologica, il miglioramento delle competenze e l’estensione del tempo pieno, tra le altre iniziative.

Un altro annuncio importante riguardava la proroga di tre anni per l’abilitazione dei docenti nelle scuole paritarie, evitando così la chiusura di molte scuole che non soddisfacevano i requisiti precedenti. Questo passo, ha detto Valditara, riflette un investimento e una fiducia nel futuro delle scuole paritarie.

Concludendo il suo intervento, il Ministro ha sottolineato l’importanza di una “scuola costituzionale a 360 gradi” che incoraggia l’integrazione e la parità tra istruzione statale e paritaria, contribuendo a creare un sistema educativo robusto ed equo per tutti gli studenti italiani.

 

Ufficio Animazione Missionaria, preghiera e affidamento della Terra Santa

Dall’Ufficio Animazione Missionaria dei Salesiani in Italia.

***

Carissimi,
in queste ore stiamo seguendo con attenzione le notizie che giungono dalla Terra Santa, notizie che ci presentano delle immagini che non vorremmo mai vedere.

Il pensiero va anche e soprattutto alle nostre Comunità dell’Ispettoria MOR presenti in Terra Santa e a tutti i nostri confratelli, laici e giovani ai quali, attraverso queste parole, vogliamo farci vicini per mostrare loro tutto il nostro sostegno e vicinanza. Come sappiamo, all’interno della strutturazione regionale, la Regione Mediterranea è stata istituita nel 2014 e l’Ispettoria MOR, che ne fa parte, è stata definita la sua “Frontiera Missionaria”. Con il Progetto MOR da quasi dieci anni siamo vicini a questa ispettoria attraverso vari progetti di sostegno economico e di condivisione della missione anche con i giovani. Questo è il momento di farci ancora più presenti con la preghiera.

Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore!, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla  morte e alla sofferenza di tanti innocenti. “La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!”.

Sono le parole e l’esortazione rivolta ai fedeli da Papa Francesco al termine dell’Angelus dell’8 ottobre, in piazza San Pietro.

Come Ufficio Nazionale di Animazione Missionaria sentiamo quindi l’urgenza di proporre un appuntamento di preghiera comunitaria per chiedere insieme il dono della Pace, preghiera che vogliamo risuoni in tutti i nostri ambienti educativi come un’unica voce per questo conflitto e per le altre guerre in atto, in particolare in Ucraina. Invitiamo quindi le Comunità SDB di Italia a unirsi  nella giornata di mercoledì 11, memoria di San Giovanni XXIII, per invocare di nuovo insieme “Pacem in Terris”, celebrando l’Eucarestia con il Formulario “Per la pace e la giustizia” o “In tempo di guerra o di disordini”. A conclusione della Messa, esortiamo a invocare il dono la Pace con il testo della preghiera per la Pace che Papa Francesco ha già utilizzato in altre occasioni.

A Maria Regina della Palestina, venerata presso il Santuario dedicato a Deir Rafat, salga la nostra supplica e la richiesta di intercessione per il dono della Pace.