“Umile, forte e robusto”: testimonianze di vita

Il numero estivo di NPG lancia la proposta pastorale dell’Italia Salesiana per il prossimo anno: “Amati e chiamati. Renditi umile, forte e robusto”. Di seguito, alcune testimonianze sul tema.

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In ascolto del sogno della vita
Emanuele Bonazzoli *

Quante volte ho invidiato don Bosco per avere avuto un sogno che, per quanto ermetico indicasse la via. Io non sono bravo a sognare, o almeno, a sognare al modo di don Bosco. Ho inseguito un po’ di sogni (erano soltanto miei desideri) ma quasi mai sono riuscito ad arrivare laddove “sognavo”. Forse perché, a differenza di don Bosco, ciò che sognavo era solo nella mia mente, non nel cuore di Dio. Eppure sento di avere anch’io seguito l’indicazione di un sogno, che mi ha accompagnato: cercare la gioia del cuore, coltivarla, “perché la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Ci sono esperienze nella vita che alimentano il desiderio, altre che alimentano il cuore. Sono queste ultime che mi hanno formato, mi hanno dato un respiro e mi hanno arricchito come persona portandomi su sentieri che non avrei percorso e trovando là la gioia inaspettata. Ho vissuto in questo senso l’invito a rendermi “umile, forte e robusto”. L’umiltà si è più volte scontrata con la testardaggine di fare secondo la mia volontà, di mettere sulla bocca di Dio il mio pensiero, anche quando mi mostrava un’altra via; per me umiltà è ascoltare, guardare il proprio percorso, avere il coraggio di cambiare anche radicalmente la propria condizione di vita. Nella fortezza riconosco la resistenza allo sbandamento, all’inseguire vie meno impegnative: la fortezza si è concretizzata nello stare, nell’allenare la perseveranza e la costanza e, soprattutto, nel coltivare la pazienza. La robustezza è la capacità di non essere spezzati ed è una condizione che uno non si può dare da solo: è robusto chi ha costruito insieme, chi sa di appartenere ad una famiglia, chi riconosce le sue radici e non le recide, chi anche nel momento di aridità pesca nella sua bisaccia i valori che ha custodito durante i tempi della ricchezza umana e spirituale. Oggi penso di vivere con la consapevolezza di questi tre doni che mi permettono di essere quel che sono in un quotidiano che ritengo molto semplice e ordinario. Ho sempre sognato per me esperienze straordinarie, impegni con grandi responsabilità, viaggi per il mondo. Ho trovato un’ordinarietà quasi banale, agli occhi di molti. L’ordinarietà della vita di marito, papà e insegnante. Eppure un quotidiano che mi richiede di rimettere in gioco quell’umiltà, quella fortezza e quell’essere robusto di chi cammina e fa camminare, di chi indica la strada e contemporaneamente ascolta chi cammina con lui, anche se più piccolo, perché la strada si fa insieme. Mi sono accorto che per essere uomini ed educatori che fanno sognare serve essere uomini in ascolto dell’altro: un ascolto positivo, propositivo, senza giudizio e portatore di bellezza. Mi sono allenato ad ascoltare me stesso, così rigido, testardo e sicuro di essere nel giusto: ho imparato che oltre al bianco e al nero, esiste il grigio. Mi sono allenato ad ascoltare la coppia: un noi che comprende un io e un tu e lo supera, che non annulla le individualità ma le può plasmare; una famiglia che non può sentirsi arrivata solo perché è economicamente e affettivamente stabile. Mi sono allenato ad ascoltare i miei figli quando sono seduto a terra a giocare alle costruzioni, quando racconto per la settantesima volta la stessa fiaba, quando vengo interpellato sui poteri di un Superpigiamino, quando faccio l’ennesimo richiamo: ho intuito la pazienza di Dio Padre nella mia “mistica del pannolino”. Mi sono allenato ad ascoltare i miei allievi, scovando nello sguardo e nelle storie (in questo momento storico filtrate dai silenzi degli schermi) le scintille di futuro e di Speranza, costruendo l’autostima la cultura, rileggendo insieme la bellezza dell’arte. Se io credo nei sogni (ma non quelli della mia testa), gli altri intuiscono che è possibile credere in un sogno e cercano il proprio. Che bello essere cacciatori e accompagnatori di sogni! In questo momento sto vivendo in un periodo di muta, di cambiamento. La pandemia mi ha molto interrogato sul valore delle cose, sul chi voglio essere, sul dove voglio essere e per chi. La condizione attuale ha molto toccato il senso di comunità proprio della Chiesa, ha rimesso in discussione il valore dell’uomo, del creato, della prossimità. Come famiglia siamo in un momento in cui restiamo robusti perché stiamo mettendo fondo alla bisaccia della nostra esperienza; ma percepiamo che non possiamo più accontentarci del “tornerà tutto come prima”. Sappiamo che è scritto un sogno per noi e ci siamo messi in ascolto, facendo attenzione che i flutti dell’ordinario non ci travolgano. Dove andremo? Sarà il sogno, speriamo indicato da Lui, a dircelo.

* 41 anni, marito e papà felice. Insegnante di storia dell’arte e italiano L2. La sua vita è quella di un “normale milanese”: casa, lavoro e parrocchia (che vorrebbe fosse più presente). Gli manca l’oratorio: al momento la mia parrocchia non ne ha uno!!!


Un’impronta forte

Cristiana Calogiuri *

Ho messo piede in Oratorio che ero proprio piccola, una bambina dell’età che hanno oggi i miei bambini di prima elementare. Di quei tempi conservo il ricordo della mia catechista che non era come le altre, era più giovane. Cantavamo, coloravamo e poi ci raccontava tante storie su don Bosco e su Domenico Savio. Sembravano favole. Soprattutto il sogno dei 9 anni, con gli animali, era simile alle favole che colpiscono l’immaginazione di ogni bambino. Crescendo mi sono sentita in prima persona parte di quel ‘campo’ nel quale ogni giorno qualcuno si prendeva cura di me. Ho prima ammirato, poi osservato e infine veramente copiato i miei educatori, i salesiani che erano al mio fianco. Crescere e sentire l’invito a rendersi ‘umile, forte e robusto’ come rivolto anche a me è stato naturale. Il mio percorso in oratorio come persona e come animatrice è stato un impegno quotidiano, costruito giorno per giorno e mai da sola. Il lavoro su se stessi non è mai solitario. Ho avuto accanto sempre un gruppo di persone con le quali il confronto, la discussione, le gioie, sono servite tanto, soprattutto a scegliere quell’impegno continuamente. Ed oggi, guardandomi indietro, ringrazio Dio per l’opportunità che ho avuto, per le persone che ho conosciuto, per i miei amici. Sono cose su cui rifletto oggi, perché quel periodo è stato un’immersione completa, una successione di impegni, di lavoro, di ragazzi e ragazze che ho conosciuto piccoletti e che oggi sono uomini, donne, belle persone, padri e madri. Per questo dico che è stato tutto naturale, perché quasi non me ne sono accorta. Il mio carattere, un po’ puntiglioso, cocciuto, insofferente, è stato plasmato con dolcezza, senza strappi. Forse l’umiltà non l’ho imparata proprio fino in fondo, ma la forza sì. Una forza che si è fatta coraggio in tante occasioni, ma che ha avuto sempre accanto qualcuno a sostenerla. Talvolta una forza che nasceva dal cercare di guardare sempre lontano, oltre gli ostacoli che puntualmente arrivano per farci desistere. Una forza che prima di tutto ha aiutato me a fare scelte non sempre facili e comode, ma che alla fine si sono rivelate le più giuste per la mia vita. La cosa più faticosa è stato ‘irrobustirmi’. L’ho vissuta come la capacità di dare valore e qualità alle cose. Per questo ho dovuto frenare l’impulsività o la frenesia di gettarmi nelle attività, per lo studio, la riflessione, la preghiera. Per andare in profondità e non rimanere in superficie nei rapporti, nell’accompagnamento dei giovani o nel lavoro. Oggi sono un’insegnante di scuola primaria. Se penso a vent’anni fa, non l’avrei mai detto perché avrei voluto insegnare nelle superiori e avere ragazzi grandi così come in oratorio. Ma la vita prende strade strane e l’abilitazione nella primaria è una di quelle. Avevo fatto tutto un altro percorso come educatrice professionale e mi vedevo in una comunità, con ragazzi difficili…Invece no, proprio una cara amica di un altro oratorio mi mise la famosa ‘pulce nell’orecchio’. Ed eccomi qui oggi a fare la maestra. Lo dico con tutto il rispetto che è dovuto verso un mestiere antico e nobile che cerco di onorare ogni giorno. Quest’anno ho una classe prima. È emozionante! Bambini piccoletti, nanerottoli di 5 e 6 anni che sbocciano giorno dopo giorno. E non parlo solo del fatto che all’inizio non sanno né leggere né scrivere e adesso sono dei campioni, o del fatto che riescono a seguire per ore delle lezioni al computer con la maestra che si commuove a vedere i loro occhietti attenti e le manine virtuali alzate. Mi riferisco al lavoro educativo fatto su ciascuno di loro. Sarà la deformazione professionale da animatrice, ma li guardo e li vedo grandi, e mi immagino quante cose bellissime faremo in questi cinque anni e quando torneranno a trovarmi per raccontarmi cosa fanno, cosa studiano, se quello che abbiamo fatto insieme lo ricordano, se è servito. È il lavoro più bello del mondo. Ogni tanto mi fermo a pensare a tutto quello che mi sarei persa oggi se non avessi avuto la forza di cambiare strada, mettere la retromarcia e poi dare un’accelerata in avanti. Penso anche ad un’altra cosa, che mi dicono spesso le mie colleghe. Dicono che sono una persona sorridente. In verità c’è poco da sorridere in questo periodo, però io non riesco a non farlo. Sono cresciuta così, con i ‘segreti della santità’ che don Bosco suggerisce a Domenico Savio. Ed anche lì, oltre all’allegria e al fare del bene, c’è l’impegno nei doveri di studio e di preghiera, l’invito a quel ragazzino a crescere robusto, di spessore. Concludo, come spesso faccio, con un grazie a Don Bosco che per me è stato veramente un padre, un maestro e un amico, una mano poggiata sulla spalla, una guida ‘nel cercare il bene delle anime nostre e la salvezza del prossimo’, un’impronta forte nella mia vita, solo in minima parte per merito mio.

* Del 1975. Animatrice e Salesiana Cooperatrice dell’OCG dei Salesiani di Lecce. Membro della Segreteria Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano e Coordinatrice Nazionale dal 2004 al 2007. Laureata in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Formazione Primaria, presidente dell’Associazione di promozione sociale StradeGiovani che opera nell’ambito dell’animazione culturale e vicepresidente della Coop. Don Bosco che gestisce il DB d’Essai Cinema e Teatro di Lecce. Docente di Scuola Primaria con esperienza nell’ambito della didattica speciale e dell’uso delle tecnologie applicate all’insegnamento.


Con i piedi in terra… nel segno di Don Bosco

Sebastiano Manzella *

Il sogno dei nove anni e le indicazioni ricevute dal piccolo Giovannino hanno avuto effetto su di me e sulla mia vita, plasmandomi e rinnovandomi sul piano della vitalità spirituale, senza dubbio durante il periodo universitario. Partecipavo regolarmente all’oratorio e al grest estivo, conoscevo già Don Bosco e la sua storia, ma durante il periodo di frequenza dell’università ne ho approfondito la sua spiritualità e la sua pedagogia facendo mio quel “renditi umile, forte e robusto” del sogno. Non è facile per nessun diciottenne lasciare la famiglia, cambiare città e amici per raggiungere l’obbiettivo di studiare per professionalizzarsi e per me in particolare il passaggio dalla scuola al mondo universitario è stato un grosso ostacolo. Ho imparato sulla mia pelle e sulle notti insonni che non bisogna mai darsi per vinti e di rimboccarsi sempre più le maniche e con umiltà affrontare le difficoltà una dopo l’altra. Mi sono circondato di amici e colleghi universitari con cui studiare, ma allo stesso tempo ci incoraggiavamo e ci sostenevamo facendoci forza l’uno con l’altro, riconoscendo che nella vita si ha molto da imparare con l’umiltà di non sentirsi superiore a nessuno e il coraggio di affrontare qualsiasi situazione. Nel mio caso, a differenza del piccolo Giovannino Bosco che poteva far riferimento solo su Mamma Margherita, ogni sforzo è stato condiviso e supportato dalla mia famiglia, che mi ha protetto e irrobustito, senza non pochi sacrifici, per poter fronteggiare le ansie e le paure pre-esame. Nello stesso periodo ho vissuto anche forti esperienze di fede e di Chiesa con il movimento giovanile salesiano: una su tutte la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011. Queste esperienze hanno portato in me sempre una nuova vitalità che si è trasformata in intraprendenza e fiducia nelle varie situazioni che sono stato chiamato ad affrontare, senza perdere i tratti della gioia e dell’allegria tipiche dello stile salesiano. Quanto provato e imparato in quegli anni “di palestra” è diventato preziosissimo quando ho deciso, al termine degli studi, di trasferirmi a Milano per motivi lavorativi. Nonostante le nuove e diverse difficoltà, avevo già maturato i miei punti fermi che al contempo si erano radicati in me: gli insegnamenti di Don Bosco, sempre validi, attuali, adattabili a ognuno di noi. Tutto ciò ha contribuito sicuramente al mio percorso di crescita umana e spirituale oltre che professionale, diventando ciò che sono nella vita di tutti i giorni e con chiunque io incontri, portando con me anche tanta buona volontà, disponibilità e pazienza perché come dice Madre Teresa di Calcutta: “C’è chi crede che tutto gli è dovuto, ma non è dovuto niente a nessuno. Le cose si conquistano con dolcezza e umiltà!” e solo così potremo raccogliere miglioramenti dalle vicissitudini che incontriamo. Ci sono e ci saranno sempre momenti difficili, situazioni di sconforto, come ad esempio la pandemia che stiamo vivendo e che sta mettendo tutti a dura prova, e rimanere chiusi in sé stessi nella propria solitudine sicuramente non porterà mai benefici. Al contrario, ritornare a ciò che sono stati i punti forti del proprio vissuto, rimettendosi in cammino, magari facendosi supportare da una persona fidata, può rimetterci in “carreggiata” e renderci più forti e robusti di prima, senza avere paura delle scelte giuste o sbagliate che possiamo fare, e dei rischi che esse comportano.

Se pianti onestà, raccoglierai fiducia.
Se pianti bontà, raccoglierai amici.
Se pianti umiltà, raccoglierai grandezza.
Se pianti perseveranza, raccoglierai vittoria.
Se pianti considerazione, raccoglierai armonia.
Se pianti duro lavoro, raccoglierai successo.
Se pianti perdono, raccoglierai riconciliazione.
Se pianti apertura, raccoglierai intimità.
Se pianti pazienza, raccoglierai miglioramenti.
Se pianti fede, raccoglierai miracoli.

* 31 anni, nato a Siracusa, per motivi di lavoro trasferito a Milano. Laureato in Ingegneria Informatica a Catania, al momento si occupa di ricerca e sviluppo di soluzioni software nell’ambito dei Big Data e del Machine Learning.


Un tesoro da custodire

Valentina Mazzer *

Ultimamente una suora dell’oratorio (nel quale, ahimé, sono meno presente di quanto vorrei rispetto al passato, sperando di essere “perdonata” per questo) mi ha chiesto di fare una piccola testimonianza alla Comunità animatori locale per parlare del “travaglio interiore” che si prova intorno ai 20/21 anni, suggerendomi di ripensare a quel periodo della mia vita e di come don Bosco vi abbia inciso. Ritornare con la mente e con il cuore ad uno dei periodi più appassionati e profondi della mia vita è stata l’occasione anche per completare la riflessione di cui sto scrivendo. Negli anni dell’università Dio e don Bosco hanno fatto irruzione nella mia vita, mettendola un po’ a soqquadro. Questa confusione mi ha permesso di cominciare a guardare davvero a me stessa e riconoscere che anche negli anni precedenti, pur se a piccoli passi, la vita in oratorio mi stava strutturando interiormente: quelle mura, quelle persone, quei momenti condivisi, stavano permettendo ad una fragile e insicura Valentina di scoprire se stessa e iniziare a camminare nel mondo. A volte mi spaventa pensare a quanta Grazia sia passata per quel cortile. Le scoperte di tutti quegli anni, le lotte, le mie fragilità emerse, sono state senza dubbio il cammino per rendermi forte, interiormente forte. Tuttora vacillo, tuttora sono fragile, ma il ricordo della profondità di alcuni momenti vissuti in quegli anni agli esercizi spirituali, ai ritiri, nelle giornate di comunità o di servizio sono una roccia che riscopro, sempre più a distanza di tempo, molto salda. Un aspetto che ancora mi stupisce è come crescere in oratorio con i miei amici, inseguendo un po’ quei passi di don Bosco che vedevamo qui e lì, non mi abbia mai snaturata. Da sempre nutro una passione per il mondo della giustizia, del diritto e vengo simpaticamente presa in giro perché “voglio la pace nel mondo” e sono sempre troppo diplomatica. Abitando l’ambiente salesiano a volte può essere forte il rischio di pensare che per tutti esista solo la declinazione dell’impegno educativo puro: tutti insegnanti ed educatori. Ma questo è un falso mito e per me, come per molti altri, non è stato così. Grazie ad una guida sapiente, dopo un iniziale smarrimento, ho scoperto che essere cristiani e salesiani aveva parecchi snodi comuni con i miei studi di giurisprudenza, con la passione per la giustizia e il senso dello Stato. “Buoni cristiani e onesti cittadini”, così insegnava don Bosco ai suoi ragazzi e queste parole risuonavano nel mio cuore, tracciavano involontariamente i passi della mia vita, facendomi scoprire che potevo avere un posto nel mondo e che per farlo dovevo rendermi “umile, forte e robusto”. Si tratta di un cammino che dura per sempre, ma a poche settimane del matrimonio, pensando che con Luca mi accingo a costruire una nuova famiglia, rileggere alcuni passaggi della vita e scorgervi in essa un piccolo progetto educativo, di cui ero inconsapevolmente la protagonista, mi commuove molto e suscita enorme gratitudine. Non sono convinta che il racconto della mia esperienza sia particolarmente edificante per chi mi legge, ma spero che susciti almeno un po’ di naturale speranza nel fatto che tutto il nostro operare per i giovani non va mai smarrito, e che, anche se in modi a noi non sempre chiari, segna la loro vita. Aveva proprio ragione don Bosco quando intuiva che, fornendogli l’occasione per crescere umili, forti e robusti, i giovani avevano l’occasione di custodire il proprio tesoro interiore e prepararsi a spenderlo nel mondo da adulti. Dopo qualche anno nel Movimento giovanile salesiano, la vita mi conduce ora verso altre quotidianità, fatte di lavoro, studio e famiglia. Lo raccontavo ridendo ai ragazzi della Comunità animatori qualche giorno fa: lo stile salesiano e il metodo preventivo si possono esercitare anche all’Inps e studiando. Nel mondo del lavoro l’essere buoni cristiani e onesti cittadini passa per lo scegliere di esercitare la propria attività, qualunque essa sia, con cura, in modo preparato e senza sotterfugi. I colleghi, gli utenti, le mie compagne di studio sono il prossimo che incontro ora nelle mie giornate e che meritano quello sguardo, tutto salesiano, di semplicità e accoglienza che don Bosco insegnava. Quotidianamente, cercando di studiare per costruire il mio sogno, mi sforzo di non mirare al risultato ad occhi chiusi, vivendo invece tutto ciò che la vita mi riserva. Nonostante le fatiche e i sacrifici su questa strada siano tanti, io continuo a sperarci e affido al Signore il mio cammino: comunque vada mi sforzo di ricordare sempre che lo studio mi ha formata anche come persona, non solo professionalmente. Da ultimo, l’essere umile, forte e robusto come voleva don Bosco mi fa pensare alla famiglia che con Luca mi accingo a costruire. Condivido con voi la speranza che questa crescita interiore sia il sostegno saldo per la vita familiare e, forse, genitoriale che ci attenderà. Nel raccogliere e scrivere tutti questi spunti mi sono sentita un po’ come se questa occasione di riflessione fosse il momento buono per aprire la mia valigia da viaggio, quella con cui sposterò tutte le mie cose nella nuova casa, e scegliere cosa portare di essenziale, di prezioso, di indispensabile da ricordare e custodire. La gratitudine è davvero tanta per tutto ciò che in questi anni ho ricevuto dal Signore e da don Bosco: ciò che sono oggi lo devo a loro tramite le persone che mi sono state messe accanto, con cui ho camminato e cammino tuttora.

* Prez per gli amici dell’oratorio. 31 anni, cresciuta nell’oratorio delle FMA di Conegliano. Vicinissima al matrimonio con Luca. Dopo l’abilitazione come avvocato, persegue il sogno di diventare magistrato; nel frattempo lavora all’Inps, alternando le ore di lavoro in ufficio con quelle sui libri e i corsi di preparazione per magistratura. È stata coordinatrice della Consulta MGS negli anni 2015-18.

La speranza dell’uomo nel sogno di un ragazzo
Michele Zecchin *

Quante volte, in particolare nei periodi di crisi come questo, lo sconforto e la tristezza raggiungono uomini e donne senza distinzioni, in ogni luogo del mondo, cercando di far morire anche le più grandi luci di speranza presenti nel cuore di ogni essere umano? E il terreno che incontrano è dei più propizi, con affetti che vengono meno, senso di solitudine, difficoltà nel vedere la fine del tunnel. Ma è proprio in questi momenti che un cristiano, in particolare se cresciuto in ambienti salesiani, ha un’“arma” in più, una strada da percorrere, una modalità per affrontare le situazioni, che ha potuto sviluppare per mantenere viva la speranza ogni giorno, per superare le crisi e donare affetto e fiducia anche al prossimo. E, per quanto possa essere bizzarro, parte tutto da un sogno di un ragazzo.

L’adolescenza e l’esperienza MGS
La prima volta che ascoltai il sogno dei 9 anni, frequentando le scuole salesiane, ero piccolo e lo considerai un racconto fine a se stesso, come molti miei coetanei: con il tempo, le occasioni di ascoltarlo più volte, le numerose esperienze vissute nel MGS, le condivisioni con amici, salesiani e FMA, capii invece quanto quel “renditi umile, forte e robusto” fosse una chiave vincente per formare il carattere e pian piano diventare “adulto”. Oppure, per dirla come don Bosco, “buon cristiano e onesto cittadino”. Ed è stato proprio così, perché guardandomi indietro, oltre all’educazione datami dalla famiglia, dalle persone care e dalla scuola è stata anche l’interiorizzazione delle parole di Maria a don Bosco che mi hanno pian piano aiutato (anche se, ovviamente, non ci sono sempre riuscito) ad essere umile, a cercare di imparare dalle diverse situazioni della vita, a “capire” prima di “agire”, a diventare forte e robusto senza “abbattersi” negli insuccessi o quando le cose non andavano come sperato, cercando sempre il lato positivo in tutto ciò che accade ancora oggi. E naturalmente affidandosi a Dio e al Suo disegno su ognuno di noi. Certo non è stato (e non è) facile, i momenti di “caduta” sono numerosi, le sofferenze pure: ma l’umiltà è sempre stata una parola che quotidianamente sentivo attorno a me e che dovevo sforzarmi di fare mia.

La vita adulta
Ed è proprio così che una formazione iniziata (inconsapevolmente) da piccolo e cresciuta lentamente (ma in modo continuo) ha portato prima ad una scoperta e poi alla consapevolezza di una speranza interiore data dalla presenza di Dio in ogni cristiano. E tutto ciò mi ha permesso di affrontare il passato, il presente (e con l’aiuto di Dio anche il futuro) con rinnovata fiducia e un certo ottimismo. E così le diverse scelte che mi si sono poste davanti nel corso della vita ho sempre cercato di farle con umiltà e con la certezza di Qualcuno accanto: che non vuol dire averle fatte in modo superficiale ma, al contrario, sono state frutto di una crescita e di una “robustezza” interiore che consente poi di affrontare anche il peso delle conseguenze di queste scelte. Eh già, perché l’umiltà nello scegliere non ci rende esenti poi da quanto queste scelte comportano: un cambio di stile di vita, di lavoro, di città, ecc. non ci lasciano di certo indifferenti. Pensare e decidere in modo umile è una cosa bella, ma il diventare forti e robusti è sicuramente necessario per “sopportare” quanto i cambiamenti comportano, per mantenere fede alle decisioni prese, per poter essere capaci di perseverare nel nostro cammino. Cammino che non è di certo privo di rischi e insicurezze che anch’io, come la vita di ogni persona che non è semplice e senza salite, ho dovuto affrontare ogni tanto (un lutto, una malattia, la perdita di una persona cara, del lavoro). A volte mi è capitato che proprio la scelta più umile mi ha fatto poi affrontare le conseguenze più gravose e pesanti (quante volte sarebbe più facile scegliere la strada più semplice o in discesa…ma non lo facciamo perché sarebbe a scapito di altre persone?): ed è proprio qui che l’esser diventato robusto mi viene in soccorso, per permettermi di arrivare ugualmente alla metà anche se con sforzi maggiori. Quant’è bello arrivare in cima ad una montagna con i propri sforzi e le proprie gambe, senza prendere scorciatoie o una funivia? La sensazione al raggiungimento dell’obbiettivo è tutt’altra cosa: e questo accade nella vita di tutti i giorni e in tutti gli ambiti in cui operiamo. Non posso di certo paragonarmi al Santo dei giovani (non sarebbe umile, non trovate?) ma devo dire che nel corso della mia vita le parole “umiltà” e “robustezza” sono state compagne di viaggio: dove c’era la prima serviva anche l’altra e dove c’era la seconda era necessaria la prima per capire cosa servisse fare in quel determinato momento. Come anticipato non è stato sempre facile e non lo è tutt’oggi e non nascondo che varie volte non ci sono riuscito, ma la metodologia “insegnata” da Maria è sicuramente vincente e porta molto frutto: di questo ne sono certo e la auguro a tutte le persone che sono alla ricerca di un aiuto per uscire dai momenti più tristi e difficili della propria vita.

* Lavora da oltre 18 anni in un’azienda per refrigerazione e condizionamento; attualmente è responsabile di un team di progettisti hardware nell’ufficio tecnico della stessa azienda. Salesiano Cooperatore dal 2015 e membro del Consiglio locale di Belluno dei Cooperatori. È stato Coordinatore della Consulta MGS nel triennio 2007-2009.


“A suo tempo tutto comprenderemo”

Marco Lardino e Ivana Borruso *

Quando abbiamo conosciuto il Movimento Giovanile Salesiano eravamo Marco, un animatore dell’Oratorio San Paolo di Torino e Ivana, animatrice del Valentino di Casale Monferrato. Grazie a un campo animatori della Pastorale Giovanile ci siamo conosciuti e a partire dall’autunno successivo il servizio nell’ambito della Consulta Ispettoriale e poi Nazionale del MGS è stato la prima esperienza salesiana vissuta insieme. Nei dieci anni di servizio nel MGS abbiamo potuto toccare con mano il sogno dei 9 anni. Quasi correndo lungo il filo che lega i Becchi al Sacro Cuore di Roma, siamo entrati in quel “tempo” in cui la vita scorre senza che ancora se ne colga il senso finale. È il tempo del “a suo tempo tutto comprenderai”. Ad ogni arrivo a Roma avevamo occasione di sostare davanti all’altare di Maria Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore e salire quei tre gradini della Sacrestia da cui l’anziano don Bosco rivelava che quel tempo in cui comprendere era compiuto. In quegli anni ponevamo le basi di un progetto di vita che si alimentava alla comune passione educativa e all’amore per don Bosco. Quel progetto è diventato la nostra famiglia. Il giorno del nostro Matrimonio abbiamo scelto di essere fecondi come famiglia restituendo ciò che avevamo ricevuto. La fedeltà verso questa scelta, maturata anche nella promessa di Salesiani Cooperatori, ci ha reso capaci di generare anche nei momenti più duri. Proprio nei momenti di maggior difficoltà abbiamo sperimentato come la fecondità dell’amore si realizzi se si accoglie la Croce nella propria vita con autentica libertà, affrontando con coraggio le proprie fragilità. Oggi siamo mamma e papà di un meraviglioso bimbo che da sempre ci attendeva dall’altra parte del mondo. Ci sono volute l’umiltà di accettare le nostre fragilità, la forza di camminare lungo un percorso lungo e tortuoso, la robustezza che solo la Fede, seppur messa alla prova, può dare. Forse anche a noi Maria ha sussurrato al cuore infinite volte “a suo tempo tutto comprenderete”. Non sappiamo quale sarà il tempo in cui comprenderemo ma cogliamo nell’arrivo del piccolo Gaon un segno dolcissimo della Provvidenza sul nostro cammino insieme. Possiamo dire di essere cresciuti nel Movimento Giovanile Salesiano. Servire come animatori nazionali del MGS è stata una palestra di vita eccezionale. Con gli altri giovani con cui abbiamo condiviso il nostro servizio abbiamo imparato ad assumerci delle responsabilità e siamo grati ai Salesiani e alle Salesiane che ci hanno lasciato uno spazio di protagonismo così importante. Abbiamo studiato tanto, approfondito i documenti della Chiesa, della Famiglia Salesiana e il lavoro di chi ci aveva preceduto in quel ruolo. Poco più che ventenni abbiamo avuto la fortuna di collaborare con adulti, laici e consacrati, che ci hanno incoraggiati di fronte alle nostre timidezze, stimolati a prendere iniziative, sostenuti nei progetti, anche i più ambiziosi. Non sono mancate le incomprensioni e i dibattiti. Abbiamo imparato a mediare e a rispettare le differenti esperienze e sensibilità che compongono un mondo complesso come quello salesiano. Abbiamo imparato il senso della corresponsabilità, parola chiave per descrivere il ruolo che i laici devono avere nella Chiesa e il rapporto da costruire tra laici, religiosi e consacrati. Nel MGS abbiamo potuto condividere con i Salesiani e le Salesiane la responsabilità di dare il nostro contributo al lavoro nel campo indicato da Maria a don Bosco. Oggi, superato il confine del “giovanile”, da “adulti” del Movimento Salesiano, abbiamo scelto di impegnarci nella stessa missione giovanile come descritto dal Progetto di Vita Apostolica dei Salesiani Cooperatori: “condividendo con i giovani il gusto di vivere con autenticità i valori della verità, libertà, giustizia, senso del bene comune”. Proviamo a farlo nel nostro lavoro, nella nostra famiglia, nell’impegno sociale e nell’animazione di un gruppo di giovani universitari e lavoratori della nostra Comunità Salesiana a Torino. La foto che accompagna questa nostra testimonianza è la migliore sintesi che potevamo offrire del lungo percorso che ci ha portati fino a qui. Era il 2013, si era appena concluso il Confronto MGS Italia al Colle don Bosco e ci siamo trovati insieme, membri di due diverse Segreterie nazionali, a festeggiare una grande festa salesiana che con coraggio e perseveranza avevamo sognato, progettato e, con l’aiuto di Maria, realizzato. Queste righe non sarebbero complete se non elencassimo i compagni di questo incredibile viaggio. Lo facciamo da sinistra verso destra: Orazio di Modica, Mattia di Conegliano, Renato di Roma, Myriam di Portici, Marco di Torino, Chiara di Civitanova Marche, Marco, oggi don Marco, di Genova, Ivana di Torino, don Claudio Belfiore, Suor Giuseppina Barbanti oggi in Paradiso, Emanuele di Milano.

* Marco, 38 anni, sposato con Ivana e papà di Gaon. Lavora nella comunicazione sociale in una Fondazione torinese. Ivana, 39 anni, sposata con Marco e mamma di Gaon. Lavora come maestra elementare in una scuola pubblica di Torino. Entrambi sono Salesiani Cooperatori dal 2011 e svolgono il loro servizio nell’Oratorio San Paolo di Torino.

Lettera dal Consigliere per la Comunicazione Sociale – Giugno 2021

Si riporta di seguito la Lettera per la Comunicazione Sociale, di Giugno 2021, da parte di Don Gildasio Dos Santos Mendes sdb, Consigliere per la Comunicazione Sociale.

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Cari Delegati di Comunicazione! 

Vi scrivo da Roma, dopo aver trascorso due mesi nell’Ispettoria del  Portogallo, per effettuare, a nome del Rettor Maggiore, la Visita  Straordinaria. 

Spero che stiate tutti bene, in buona salute ed entusiasti del vostro  lavoro e delle persone che fanno parte della vostra vita e missione.  Saluto ciascuno di voi con immensa gratitudine e riconoscimento  per la vostra vicinanza fraterna, la vostra fiducia, la vostra attività  e la vostra dedizione al lavoro di comunicazione nelle rispettive  Ispettorie, al servizio dei nostri beneficiari. 

Sono lieto di annunciarvi che don Ricardo Campoli e don Harris  Pakam sono arrivati a Roma in queste ultime settimane per far  parte del Settore per la Comunicazione Sociale. Eppure don  Giuseppe Costa, sacerdote salesiano e giornalista italiano,  Responsabile dell’Ufficio Stampa, che vive qui nella Sede Centrale,  fa parte della nostra équipe e siamo molto contenti di averlo nel  nostro team. La presenza di questi salesiani, che portano la loro  esperienza, entusiasmo, visione, competenza e dinamismo al  nostro Settore ci arricchisce tutti. Benvenuto don Harris!  Benvenuto don Ricardo! Benvenuto don Giuseppe! 

Ora che la nostra equipe è interamente formata, siamo uniti e molto  impegnati nel dedicarci con il massimo entusiasmo alla missione  nella Sede Centrale, nell’ambito del Settore Comunicazione della  Congregazione. 

A causa delle conseguenze della crisi sanitaria di Covid-19,  abbiamo dovuto fare diversi cambiamenti nella programmazione  delle riunioni face-to-face per l’anno 2021. 

Stiamo seguendo attentamente le linee guida e le informazioni  sull’apertura di alcune nazioni, specialmente in Europa, per i viaggi,  ma i protocolli sugli spostamenti e sullo svolgimento degli eventi  indicano che non è ancora sicuro tenere eventi faccia a faccia, in  presenza, soprattutto per coloro che viaggiano in Europa da altri  Paesi. Ci stiamo spostando a novembre, sperando di poter svolgere  almeno alcuni eventi in Europa. Speriamo che entro la fine  dell’anno saremo tutti al sicuro, così da poter tenere questi eventi  faccia a faccia. In caso contrario, li faremo online

Tenendo presenti questi fattori, abbiamo aggiornato tutta la  programmazione per i prossimi mesi. Vi chiedo gentilmente di  aggiornare quindi la programmazione del settore comunicazione  della vostra Ispettoria. 

PROGRAMMAZIONE PER IL SECONDO SEMESTRE – 2021

Africa Madagascar – ONLINE 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 13/16  ottobre; 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e dei responsabili di Radio  ed Editrici e dei Bollettini Salesiani combinati – 12 ottobre. 

Mediterranea – FACCIA A FACCIA 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 27/30  ottobre(Portogallo). 

Incontro dei Coordinatori delle case editrici salesiane – Europa, 28  novembre – 1° dicembre (Portogallo). 

Asia Sud – ONLINE 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 4/7  novembre; 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e dei responsabili di Radio  ed Editrici e dei Bollettini Salesiani combinati – 3 novembre 

Asia Est-Oceania – ONLINE 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 11/14  novembre  

Incontro dei Delegati di Comunicazione, Radio, Editrici e Bollettino  Salesiano – 10 novembre.

Europa Centro e Nord – FACCIA A FACCIA 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 22-25  novembre – Europa Centro e Nord – Praga; Incontro dei Coordinatori delle Case Editrici Salesiane in Europa – 28 novembre – 1° dicembre – Portogallo 

America Cono Sud – ONLINE 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 16/19  agosto; 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e dei responsabili di Radio  ed Editrici e dei Bollettini Salesiani combinati – 15 agosto 

Interamerica – ONLINE 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e delle Missioni – 23/26  agosto; 

Incontro dei Delegati di Comunicazione e dei responsabili di Radio  ed Editrici e dei Bollettini Salesiani combinati – 22 agosto 

B – Programmi comuni 

  1. Consulta mondiale – dal 3 al 4 ottobre 2021 – ONLINE 2. Incontro mondiale dei coordinatori delle case editrici salesiane – ONLINE 
  2. Delegati mondiali del Bollettino Salesiano – 10-14 marzo 2022,  Valdocco – FACE TO FACE 

SCUOLA DI FORMAZIONE

PARTE I – Cos’è la SSSC? Gli Obiettivi? 

La SSSC (Scuola Salesiana di Comunicazione Sociale) è un  programma speciale organizzato dal Settore di Comunicazione  Sociale di Roma, con la collaborazione dei Coordinatori di  Comunicazione Sociale delle Regioni, per rispondere alle due azioni  proposte dal Progetto di Animazione e Governo del Rettor Maggiore  e del Consiglio Generale (2020-2026).

  • Linea d’azione 5.1.1.4.Organizzare un corso di formazione  integrale e permanente per i delegati e le equipe di Comunicazione  con programmi e strutture adeguate. 
  • Linea d’azione 1.1.1 Realizzare incontri formativi che coinvolgano  salesiani e laici a livello personale e comunitario, per valorizzare una  visione della comunicazione in una prospettiva educativa e pastorale  nell’ecosistema giovanile. 

Quali sono gli obiettivi della SSSC 

Il Corso ha come obiettivo l’approfondimento, la formazione e  l’arricchimento di coloro che sono coinvolti nella guida del  ministero/servizio dei media delle varie Ispettorie salesiane nel  mondo, secondo la visione evangelica, sinodale, salesiana e  convergente della comunicazione, al fine di evangelizzare ed  educare i giovani di oggi. 

Il corso può essere adattato ad ogni Regione (Argomenti &  programma) 

Il corso inizierà nel mese di agosto/settembre 2021. Chi parteciperà al corso?  

Delegati di Comunicazione Sociale delle Ispettorie Salesiane Direttori/Coordinatori del Bollettino Salesiano, delle Radio e  delle Case Editrici salesiane 

Salesiani/Laici scelti e indicati dal Coordinatore della Comuni cazione Sociale della Regione (5 persone) 

PARTE 2 – PROGRAMMA COMUNE & RELATORI 

La Scuola di Formazione ha 5 temi comuni, che saranno disponibili  per tutte le Regioni. Chiediamo al Coordinatore regionale dei  Delegati di inserire questi temi all’inizio della Scuola Regionale, con  i relatori per ogni tema. 

a)Dimensione Biblica della Comunicazione – leggere la comunicazi one nella prospettiva di Emmaus – D. Gildásio Mendes – Consigliere  Generale per la Comunicazione – Roma. 

b)Dimensione sinodale della comunicazione – D. Harris Pakkam – Membro del Settore della Comunicazione, Roma.

c)Dimensione Salesiana della Comunicazione – D. Ricardo Cámpoli – Membro del Settore Comunicazione, Roma. 

d)Dimensione Istituzionale della Comunicazione – Dr. Fabrizio Vig nati – Laico collaboratore della Circoscrizione Salesiana di Piemonte  e Valle d’Aosta (ICP). 

e)Dimensione della Comunicazione e Pastorale Giovanile – D. Miguel  Angel García Morcuende – Consigliere Generale per la Pastorale  Giovanile. 

PARTE 3 – COORDINATORI DELLA SCUOLA DI FORMAZIONE

America Ispanofona  

Settore Comunicazione – Don Ricardo Cámpoli 

Coordinatore Regionale – Zaida Navarrete

America Lusofona 

Settore Comunicazione – Don Gildásio Mendes 

Coordinatore Regionale – Don João Carlos Ribeiro

Africa-Madagascar 

Settore Comunicazione – Don Ricardo Cámpoli 

Coordinatore Regionale – Don Rigobert Fumtchum

Asia Sud 

Settore Comunicazione – Don Harris Pakkam 

Coordinatore Regionale – Don Ernest Rosario

Asia Est – Oceania 

Settore Comunicazione – Don Harris Pakkam 

Coordinatore Regionale – Don Peter Chinh

Mediterranea 

Settore Comunicazione – Don Gildásio Mendes 

Coordinatore Regionale – Don Javier Valiente

Europa Centro e Nord 

Settore Comunicazione – Don Gildásio Mendes 

Coordinatore Regionale – Don James Gardner 

PARTE IV – ALTRE INFORMAZIONI SULLA SCUOLA DI  FORMAZIONE 

  1. Entro il 15 luglio 2021 ad ogni Coordinatore è ufficialmente  richiesto di presentare il programma completo della scuola  della regione, i temi, i relatori, il calendario degli incontri, la durata degli incontri e i nomi dei partecipanti. La Scuola ini zierà, in ogni Regione, entro l’inizio di agosto e la fine di  settembre 2021.
  1. È molto importante la partecipazione a tutti gli incontri di  tutti i partecipanti. Nel caso in cui qualcuno, per qualche  grave motivo, debba abbandonare il corso, deve parlare personalmente con il Conigliere per la Comunicazione. Alla fine  della Scuola ogni partecipante presenta un breve progetto  pratico su un argomento di suo interesse. 
  2. Dopo la fase regolare del corso, nel 2024 ci sarà la fase finale  e conclusiva della Scuola di Formazione, a Torino, in presenza.  Parteciperanno alla fase finale coloro che avranno completato  regolarmente la prima fase della Scuola. Ogni partecipante riceverà alla fine del corso un attestato della Scuola di Formazione attraverso il Settore Comunicazione della Congregazione.
  1. L’apertura della Scuola di Formazione sarà fatta dal Con sigliere Generale per la Comunicazione, don Gildásio Mendes. Siamo tutti comunicatori nel nome di Gesù Cristo e di Don  Bosco per i giovani di oggi! Questo è un dono e una grande  responsabilità! Con entusiasmo, con senso di famiglia e  speranza, camminiamo insieme con la certezza di crescere  come comunicatori e di essere sempre con i nostri giovani!  

Per qualsiasi domanda o suggerimento su questi temi, non esitate  a contattarmi.  

Concludo con un abbraccio fraterno, offrendo le mie preghiere per  tutti voi e per la vostra missione.  

 Roma, 13 giugno 2021 

 Don Gildásio Mendes 

Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale

Formazione e accompagnamento per Ispettori di recente nomina

Si è concluso il 19 giugno il Corso per Ispettori di recente nomina con il Consiglio Generale eletto dal Capitolo Generale 28°. Di seguito le informazioni pubblicate da Info ANS.

Dallo scorso 6 giugno sette Ispettori stanno condividendo le loro giornate con il Rettor Maggiore e i suoi primi collaboratori, mentre conoscono nel dettaglio la tabella di marcia e gli orientamenti della Congregazione e presentano al Consiglio Generale la realtà delle loro circoscrizioni.

Al Corso, coordinato dal Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, hanno preso parte:

  • Don José Pastor Ramírez, Ispettore delle Antille (ANT);
  • Don Giovanni D’Andrea, Ispettore dell’Italia-Sicilia (ISI);
  • Don Sigfried Kettner, Ispettore dell’Austria (AUS);
  • Don Leonardo Mancini, Superiore della Circoscrizione speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP);
  • Don Melchor Trinidad, Ispettore degli Stati Uniti Ovest (SUO);
  • Don Mychajlo Czaban, Superiore della Visitatoria dell’Ucraina (UKR);
  • Don Peter Timko, Ispettore della Slovacchia (SLK).

Rispetto al Corso per Ispettori dello scorso marzo questa nuova edizione vede un piccolo aumento nella partecipazione – sono riusciti a raggiungere Roma, tra le numerose difficoltà ai viaggi di questo periodo, sette Ispettori invece di sei – e un aumento più significativo nella composizione geografica: non più solo Ispettori di Paesi dell’Unione Europea, ma anche dell’area europea extra-Schengen e anche dal continente americano.

Gli elementi giuridici rilevanti nell’esercizio dell’incarico di governo, così come le caratteristiche del compito di animazione, nonché i riferimenti fondamentali per l’identità e la disciplina religiosa restano, come di consueto, i cardini dei lavori assembleari del gruppo di Ispettori. Mentre i colloqui individuali, con il Rettor Maggiore e gli altri Consiglieri di Settore permettono la condivisione di obiettivi e progetti, favoriscono l’adozione di uno sguardo più ampio sulle realtà della Congregazione e alimentano il clima di fraternità.

La condizione di relativo regresso dei contagi di Covid-19 in Italia permette a quest’edizione del corso anche delle prime “uscite”: poche, vicine – dentro Roma – e sempre nella massima sicurezza, ma di indubbio valore. Proprio oggi, infatti, gli Ispettori possono visitare e conoscere la realtà dell’Università Pontificia Salesiana, la sua ampia e moderna biblioteca, e anche le significative realtà di ricerca salesiana dell’Istituto Storico Salesiano (ISS) e dell’Associazione dei Cultori di Storia Salesiana (ACSSA); e nel pomeriggio, quasi come traguardo spirituale dell’intero percorso, gli Ispettori vivono un momento di pellegrinaggio, preghiera e raccoglimento presso le Catacombe di San Callisto.

Sempre nel percorso di un graduale ritorno alla normalità, dal prossimo settembre si prevede anche di riprendere, in quel di Torino, i corsi di formazione e accompagnamento rivolti dal Rettor Maggiore e il suo Consiglio agli Ispettori giunti a metà del loro mandato

“Noi Famiglia Salesiana”: N°1 della Rivista NFS

La Consulta della Famiglia salesiana dell’Ispettoria presenta il primo numero di NOI FAMIGLIA SALESIANA. Lo strumento di collegamento e comunicazione intende essere un agile strumento per raccontare e condividere esperienze, progetti, sogni… e così costruire una rete di comunione che parta dal senso di appartenenza ad un comune carisma salesiano che va continuamente ravvivato con gioia partendo dal riconoscere la bellezza della comune famiglia di don Bosco.
Il prossimo numero sarà online tra 3 mesi.

Arrivederci… al numero 2

 

Direttorio per la catechesi: una sezione dedicata nel sito di NPG

Nel sito di Note di Pastorale Giovanile è disponibile una sezione sulla catechesi, con articoli rivolti anzitutto agli animatori giovanili, perché siano catechisti e perché quanto di formativo viene proposto sia trasformato in catechesi genuina. A cura di Cesare Bissoli.

Diploma per dirigenti di enti di Terzo Settore: alta formazione promossa da UPS, Salesiani per il Sociale APS e Forum del Terzo Settore

Di seguito il comunicato stampa di Salesiani per il Sociale APS, UPS e Forum del Terzo settore sul Diploma per dirigenti di terzo settore.

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(Roma, 16 giugno 2021) – La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana, attraverso l’Istituto di Metodologia Pedagogica, in collaborazione con l’associazione Salesiani per il Sociale APS ed il Forum Nazionale del Terzo Settore, organizzano un corso di alta formazione per Dirigenti di Enti di Terzo Settore.

Il riassetto del comparto del Terzo Settore, guidato dalle linee della legge di riforma (L. 106/2006) e dai successivi dispositivi applicativi, come il Codice del terzo settore (D. Lgs 117/17) impone un aggiornamento nella gestione e nel coordinamento di questi Enti che sono appunto coinvolti in una grande stagione di cambiamenti.

Il percorso universitario intende quindi formare i dirigenti del Terzo Settore affinché siano in grado di rispondere ai bisogni sociali, culturali e individuali, di valorizzare la mission della propria organizzazione e di assumere decisioni per il bene delle comunità nelle quali operano. I destinatari sono figure dirigenziali interessate ad approfondire competenze di pianificazione strategica e sviluppo di particolari aree del proprio ente di appartenenza. Persone orientate alla dirigenza e che intendono acquisire elementi formativi per una gestione competente di Enti del Terzo Settore, o che vogliono qualificare un ruolo attuale o imminente.

“Nell’insieme della proposta formativa e culturale della nostra Istituzione, che ha come punto di riferimento fondamentale l’educazione e l’attenzione al mondo giovanile, questo Corso assume un grande rilievo per la sua capacità di rispondere ad un’esigenza evidente della nostra società nelle sue compagini e diverse comunità e aggregazioni. Esso favorisce il rapporto virtuoso tra la loro identità e valori di riferimento, e gli aspetti professionalizzanti e le specifiche competenze tecniche di cui c’è sempre più bisogno per assolvere pienamente alla missione propria di ogni Ente del Terzo Settore di operare in vista del bene comune e della fraternità e amicizia sociale”, il commento del Rettore dell’Università Pontificia Salesiana, prof. Mauro Mantovani.

“In un momento storico in cui il Terzo Settore è chiamato a dare risposte nuove nel sociale, ad avere la capacità di leggere bisogni, necessità che cambiano di continuo, come Salesiani in Italia abbiamo voluto promuovere un percorso formativo di alto livello per dirigenti degli enti del Terzo Settore. Crediamo che la formazione sia il punto cardine per riuscire a vincere la sfida nel sociale”, spiega don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS.

“Il Terzo settore è l’unico che ha registrato, dal 2008 ad oggi – prima della crisi del Coronavirus – una costante crescita in termini numerici ed economici, tanto da essere interessato da una riforma che ha l’obiettivo di ridisegnarne il perimetro e riconfigurarne il quadro normativo. Crediamo che in questo momento sia di grande importanza investire sulla formazione dei soggetti interessati da questa riforma, perché siano in grado di gestire con competenza le proprie organizzazioni e di rispondere ai nuovi bisogni emergenti nelle comunità”, così Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

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METODOLOGIA

Lezioni frontali, laboratori di formazione, tirocini e lezioni di approfondimento, in presenza e a distanza, dando priorità, nei fine settimana predisposti da calendario, alla formazione in presenza.

CONTENUTI

A partire da una serie di temi generatori presentati da autorevoli esperti, i contenuti saranno sviluppati nell’ambito delle seguenti aree:

  • sviluppo e trasformazioni del terzo settore;
  • organizzazione e gestione;
  • comunicazione e strategie di fundraising;
  • diritto;
  • amministrazione e fiscalità;
  • imprenditorialità – generatività nel contesto delle dinamiche di sviluppo umano, sociale e locale.

COMITATO SCIENTIFICO

Dott. Carlo Borgomeo, Dott.ssa Claudia Fiaschi, Prof. Leonardo Becchetti, Prof. Emanuele Rossi, Prof. Mauro Mantovani.

DURATA DEL CORSO

Settembre 2021 – Ottobre 2022

QUOTA DI ISCRIZIONE

Comprensiva di materiali, sussidi, registrazione e certificazioni, accesso alla piattaforma online, card servizi universitari e accesso alla biblioteca: 3.000,00.

Il “Sacramento Salesiano della presenza” illustrato nel terzo video del Rettor Maggiore

Nella giornata di ieri, 14 giugno, è stato pubblicato il terzo video della serie “È ora di Capitolo 28”, con il quale il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, approfondisce la terza Linea Programmatica del sessennio contenuta nel documento “Riflessioni post-capitolari”, intitolata: “Vivere il ‘SACRAMENTO SALESIANO’ DELLA PRESENZA”. Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS e il relativo video.

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Circondato dai giovani che animano la realtà dell’opera “Sacro Cuore” a Roma, il Rettor Maggiore nel video cita Papa Francesco e il suo messaggio inviato ai Salesiani per il Capitolo Generale 28° (CG28). “Il salesiano è il ricordo vivente di una presenza dove disponibilità, ascolto, gioia, dedizione, sono le note essenziali per risvegliare i processi. La gratuità della presenza salva la Congregazione da ogni ossessione attivista e da ogni riduzionismo tecnico-funzionale”.

Don Á.F. Artime ricorda anche quanto espresso dagli stessi giovani che hanno partecipato al CG28 a Torino l’anno scorso, e il loro appello a compiere un cammino insieme ai Salesiani.

Il X Successore di Don Bosco afferma pertanto che vivere il sacramento salesiano della presenza significa mantenere il “tono oratoriano” in ogni presenza salesiana, affinché ogni centro ed opera nel mondo sia “un altro Valdocco”.

È in questo modo che il Salesiano per i giovani di oggi vive la sua fedeltà al Signore e a Don Bosco.

Il video è disponibile – in italiano, spagnolo, inglese, francese e portoghese – nei canali linguistici di ANSChannel.

Un bilancio prima dell’estate: cose fatte e nuovi progetti! – Amici di don Bosco

L’Associazione Amici di Don Bosco, vista la vicina conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, ha deciso di fare un bilancio sui mesi passati e di pensare a tutti i nuovi progetti futuri. Di seguito la notizia degli aggiornamenti pubblicata sul sito dell’associazione.

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La fine dell’anno scolastico è alle porte, la campagna vaccinale ci sta regalando un po’ di speranza e ci prepariamo con qualche rassicurazione in più a fare le valigie e a concederci un po’ di vacanza. È tempo di bilanci! E anche per la fucina delle idee di Amici di Don Bosco è il momento di fare una breve pausa, guardare a cosa si è fatto per dar forma a nuovi progetti autunnali.

COSA ABBIAMO FATTO NEL 2021 FINO AD ORA

  • Point Break. Nel ciclo di appuntamenti dedicati alle fragilità nelle relazioni degli adottivi abbiamo parlato di maternità, di paternità e di disgregazione della famiglia. Diventare genitore per una persona adottata implica fare i conti con le proprie origini, con l’elaborazione del lutto dell’infertilità dei genitori adottivi, con il difficile equilibrio tra desiderio di condivisione e pudore. Il divorzio nella famiglia adottiva mette di fronte alla ferita dell’abbandono, alla frustrazione per il fallimento di un progetto familiare e all’inevitabile senso di responsabilità. Ci hanno accompagnati nelle riflessioni il gruppo di adottati adulti AAA e alcuni professionisti: Nicoletta Palai, ginecologa e sessuologa, Laura Ferrari, psicologa, e Stefano Ardagna, avvocato.
  • Vamos a cocinar. In collaborazione con l’associazione Unidos por Colombia ci siamo lanciati nel mondo della cucina colombiana per imparare a preparare arroz con leche, cocadas, patacones e hogao. Ci siamo vestite da palenqueras, abbiamo ballato la cumbia, imparato trabalenguas e molti aneddoti sulle tradizioni culturali colombiane. Mentre aspettiamo le foto dei papà travestiti da hombre caimán, ringraziamo Mayil Georgi e Pilar Herrera per il loro prezioso lavoro prendendo in prestito le parole di una delle bambine che hanno partecipato rivolte a Mayil: “é bello che tu ci faccia ricordare tutte queste cose”. Molto più di un corso di cucina colombiana.
  • Laboratorio di arteterapia per bambini con Irina Galleri. Cinque compagni di viaggio, una terapeuta della Scuola italiana di Art Therapy in tirocinio e 10 intensi incontri per comunicare attraverso il linguaggio artistico: un gruppo in cui dare sfogo all’immaginazione, sentirsi parte di un vissuto comune e rispecchiarsi nell’altro.
  • Leggere… che passione! Le prime quattro tappe del viaggio nell’incantato mondo dei libri per bambini e ragazzi accompagnati da Janca Anselmo, maestra “a righe”, formatrice, appassionata di letteratura per l’infanzia e mamma-lettrice, ce le siamo lasciate alle spalle. Cosa abbiamo scoperto? Che leggere insieme e per i propri figli crea legami, apre porte, accompagna in avventure attraverso spazi inesplorati. Che leggere belle storie e libri con belle illustrazioni (diversi dai libri con le figure – che non aggiungono nulla al racconto – ma autentici albi illustrati che suggeriscono molteplici possibilità alla narrazione) è un modo per creare relazioni.
  • Yoga, corpo ed emozioni. Dopo una lezione di prova per convincere anche i più yoga-scettici, è partito il corso in tre incontri che Laura D’Amore ha dedicato alla gestione dell’ansia, della rabbia e della paura. A partire da una domanda: come possono i genitori accogliere e aiutare a gestire le ansie, le paure e la rabbia dei figli, se non sono in grado di fare lo stesso con le proprie?
  • Raccontare l’adozione. Voci che ci parlano di costruzioni e appartenenze. Incontro a cura di Amici di Don Bosco all’interno del progetto Ama con il cuore, in collaborazione con S.R.A.I., Associazione di Famiglie Adottive AMA, Consorzio Socio Assistenziale Alba, Langa e Roero, CN Asl 2
  • Presentazione del graphic novel di Andrea Ferraris “Una zanzara nell’orecchio”. Finalmente un incontro in presenza, nel cortile di Valdocco, con un firma copia informale annaffiato da buon vino . Questo perché “Una zanzara nell’orecchio” non è il solito libro sull’adozione e meritava una presentazione insolita. Un genere letterario ancora poco conosciuto in Italia, una voce narrante non scontata, quella di un uomo alla ricerca prima dell’istinto, e poi del ruolo paterno, una prospettiva ancora poco esplorata, che è quella dei papà adottivi. Un libro realista e sincero che narra la storia di Sarvari, disegnata da Andrea e colorata da Daniela.
  • Te contaré una historia. Una nuova edizione del laboratorio di fiabe in spagnolo, aperto a tutte le coppie in attesa per la Colombia e per la prima volta alle coppie del Servizio Regionale per le Adozioni Internazionali della Regione Piemonte. Un’occasione per percorre insieme un cammino attraverso i “cuentos de hadas”, le canzoncine, le filastrocche e individuare quegli elementi utili per una prima comunicazione con i propri figli e per l’acquisizione di un lessico familiare.
  • Laboratori narrazione “Prima che tu arrivassi” e “Diario di un esploratore”. Dulcis in fundo, due nuove edizioni dei nostri laboratori di narrazione rivolti rispettivamente alle coppie in attesa e ai genitori adottivi: un’occasione per fissare su carta le emozioni e i vissuti legati all’esperienza dell’attesa e a quella della genitorialità, per lasciarne traccia e farne memoria, per conoscersi e riconoscersi.

Un primo semestre molto denso e partecipato, iniziato con la Tombola tra Amici: nulla di più familiare, intimo, divertente di una tombolata che ha distribuito premi e soprattutto risate alle nostre famiglie sparse in tutta la penisola!
E se questi mesi sono stati “caldi”, quelli si preannunciano altrettanto!

COSA BOLLE IN PENTOLA
Dopo la pausa estiva riprenderanno gli appuntamenti lasciati in sospeso:

  • tre incontri di Point Break dedicati al lutto in adozione, al drop out scolastico e alle dipendenze, sempre a cura degli AAA e con la presenza di esperti e professionisti;
  • quattro incontri di Leggere… che passione! con nuovi suggerimenti di Janca per la lettura per bambini e ragazzi;
  • tre incontri di Vamos a cocinar con uno speciale Dia de las velitas di preparazione al Natale.

E poi prenderà finalmente forma il progetto “A fior di pelle” che avevamo dovuto “congelare” a causa delle restrizioni per il contenimento dell’emergenza sanitaria: nella seconda metà di ottobre ospiteremo la mostra fotografica “La mia storia sulla pelle”, che il Centro Terapie per l’Adolescenza ha promosso per raccontare, attraverso il tatuaggio come narrazione sul corpo, storie di giovani adottati o in affido. Ci è sembrata una bella occasione di riflessione sui segni indelebili (anche metaforici, non necessariamente incisi per sempre) che il passato lascia in ciascuno di noi e su come possiamo decidere di farne una narrazione.

Rimanete sintonizzati e continuate a seguirci per non perdervi nulla!

Leclerc gioca a calcetto dopo il GP di Baku: partita al campo dei salesiani di Vallecrosia

Charles Leclerc, pilota della Ferrari, dopo il quarto posto nel GP di F1 di Baku ha giocato una partita di calcetto al campo dei salesiani di Vallecrosia. Di seguito la notizia pubblicata sul sito di Fanpage.

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Charles Leclerc è arrivato al quarto posto nel GP di F1 a Baku, in Azerbaigian. Una gara folle quella corsa dal pilota della Ferrari che partiva anche dalla pole position. Dopo le fatiche dovute a sorpassi, pit stop e colpi di scena, il giovane monegasco ha voluto prendersi qualche ora di puro relax per staccare la spina dalle pressioni del Mondiale in corso concentrandosi su se stesso. Una giornata all’insegna del divertimento e della serenità in compagnia dei suoi amici. Leclerc ha giocato una partita di calcetto al campo sportivo dei salesiani di Vallecrosia in meno di 24 ore dalla gara di Baku.

Uno sprint nella giornata di ieri che ha visto il pilota della Ferrari trascorrere qualche ora vicino a Imperia, in Liguria. Come una persona qualunque, si è voluto diverte insieme a un ristretto gruppo di amici. Fuori dal campo il giovane della ‘Rossa’ è stato poi accolto da decine di ragazzini dell’oratorio per i consueti selfie e autografi. Tutti erano infatti sorpresi dalla presenza di Leclerc in campo. A fine serata poi il pilota della Rossa si è rimesso in moto con la sua Ferrari ‘Roma’ di colore nero in direzione Montecarlo per fare rientro a casa e concentrarsi al prossimo Gran Premio di F1.

Leclerc è stato immortalato in alcuni video che compaiono sul suo profilo ufficiale di Instagram. Ripreso da filmati pubblicati da amici e fidanzate degli stessi amici di Leclerc, il pilota della Ferrari si è mostrato sereno e divertito. Come ormai siamo abituati a vederlo di solito, ovvero sempre con il sorriso stampato sul viso.

Si è voluto prendere qualche ora di relax lontano da tutti per staccare la spina da ogni cosa. Il giovane pilota monegasco non è estraneo a uscite di questo tipo, essendo anche membro della Nazionale Piloti insieme a molti altri suoi colleghi di Formula 1 come il compagno di scuderia Carlos Sainz, Pierre Gasly e Antonio Giovinazzi.

Un nuovo video della serie “CaglieroLIFE” – ANS

È online il nuovo video della serie “CaglieroLIFE“, un cortometraggio prodotto dal Settore per le Missioni della Congregazione salesiana e la “Don Bosco Intuition Entertainers Media” (DBIEM). Di seguito la notizia pubblicata su “ANS“.

Abbiamo tutti bisogno e ci meritiamo qualcuno su cui fare affidamento”.

È questo il messaggio fondamentale del nuovo video della serie “CaglieroLIFE” del mese di giugno.

I video della serie “CaglieroLIFE” sono brevi elaborati multimediali di circa un minuto che il Settore per le Missioni della Congregazione salesiana ha iniziato a produrre dallo scorso febbraio grazie alla collaborazione con la “Don Bosco Intuition Entertainers Media” (DBIEM), con sede in Francia.

Essi mirano a completare il bollettino missionario cartaceo “Cagliero11” e presentano un tema legato all’intenzione salesiana del mese, da poter utilizzare come strumento di animazione, discussione e condivisione all’interno dei vari gruppi giovanili.

In questo mese di giugno 2021, in cui la rivista “Cagliero11” raggiunge il significativo traguardo del 150° numero, il video di “CaglieroLIFE” approfondisce nello specifico il tema della fiducia: “Dio ama chi ha fiducia”.

Il video si può trovare sul canale YouTube del Settore per le Missioni Salesiane, sul sito sdb.org e, successivamente verrà caricato sulla pagina Facebook del Settore.