I trent’anni di “Missioni Don Bosco”, un “fratello maggiore” per migliaia di bambini e giovani bisognosi

Dall’agenzia salesiana ANS, l’articolo per i trent’anni di Missioni Don Bosco.

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(ANS – Torino) – Era il gennaio del 1991 quando venne deciso di fondare una “Procura Missionaria” anche in Italia, a Torino, lì dove c’è la Casa Madre della Congregazione Salesiana. Quella Procura Missionaria, oggi nota nel mondo con il nome di “Missioni Don Bosco”, pertanto ha appena compiuto 30 anni: tre decadi spese a sostenere le opere salesiane sparse nel mondo, finanziandole e aiutandole a crescere, e valorizzando e facendo conoscere le opere di bene che vengono portate avanti in favore delle persone più svantaggiate.

“Questi 30 anni per noi sono stati ricchi di soddisfazioni, e anche di qualche difficoltà che abbiamo superato insieme. Ora dobbiamo continuare a coltivare l’entusiasmo degli inizi, forti dell’esperienza maturata sul campo”, ha spiegato il sig. Giampietro Pettenon, Presidente di “Missioni Don Bosco”.

In tutti questi anni sono state molte le missioni salesiane beneficiate, sempre tenendo a mente che il fine ultimo degli sforzi deve essere orientato alla cura della persona, affinché ogni bambino, ogni ragazza, ogni giovane possa crescere in un ambiente sano e con le stesse opportunità di chi ha avuto la fortuna di nascere in un Paese ricco.

Mettere al centro la persona, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, significa anche valorizzare la comunità di cui fa parte: sono moltissime le missioni che si prendono cura delle popolazioni indigene, dei gruppi emarginati, di chi vive in quartieri poveri e popolosi: a loro, in questi 30 anni, sono stati rivolti gli sforzi e l’impegno di “Missioni Don Bosco”.

Anche in questo periodo, così complicato per via della pandemia di Covid-19, “Missioni Don Bosco” continua a finanziare i progetti dei missionari salesiani: questo significa che dietro di essa ci sono tante persone continuano a credere in Don Bosco, nel suo sistema educativo, nell’aiuto reale e concreto ai più poveri, e nel valore di ciò che i salesiani provano ogni giorno a costruire. La Provvidenza, che tanto invocava e a cui si affidava con piena fiducia Don Bosco, continua ad operare attraverso tanti benefattori.

Per questo la Procura Missionaria salesiana di Torino guarda ora al futuro con un solo obiettivo, che il sig. Pettenon ci illustra a partire da un aneddoto: “Mi ha colpito molto una foto di due bambini boliviani, la sorella che porta sulla schiena, avvolto in un panno, il fratellino più piccolo. La frase che accompagna la foto recita: – ‘È pesante?’ – ‘No, è mio fratello’. Noi oggi vogliamo festeggiare il nostro trentennale augurandoci di poter essere sempre per qualcuno il ‘fratello maggiore’ che orgogliosamente porta sulle spalle il più piccolo, non pensando minimamente che sia un peso, bensì una ricchezza da custodire e da aiutare a crescere”.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org

Settore per le Missioni: la nuova serie “CaglieroLIFE”

Il Settore per le Missioni della Congregazione Salesiana lancerà oggi, 11 febbraio – ricorrenza mensile del giorno missionario – il primo video di una nuova serie intitolata “CaglieroLIFE”. Ciascun video presenterà una tematica o una caratteristica legate all’intenzione salesiana del mese.

“Speriamo che possano essere utilizzati come strumento utile per l’animazione, la discussione e la condivisione all’interno dei vari gruppi giovanili. L’idea è che i video vadano a completare il bollettino missionario cartaceo Cagliero11 e le intenzioni di preghiera missionarie, come parte integrante del progetto”

(Don Pavel Zenisek, dell’équipe del Settore per le Missioni)

Il tema del video di febbraio 2021 è incentrato sulla PROTEZIONE.

Di seguito alcune informazioni aggiuntive riportate nell’articolo pubblicato ieri dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

Il nome della rubrica, “CaglieroLIFE” vuole evidenziare la relazione con il Cagliero11 e con gli aspetti della vita concreta (LIFE), vita che è sempre rivolta in avanti. Il nome richiama al tempo stesso anche un gioco di parole, accentuando la proiezione del video dal vivo (LIVE).

I video sono fatti grazie alla collaborazione con la “Don Bosco Intuition Entertainers Media” (DBIEM – www.dbiem.org) in Francia e sono realizzati in diversi formati per poter essere usati sia per la proiezione in alta risoluzione, sia per la condivisione sulle reti sociali (WhatsApp, Facebook).

Le varianti linguistiche saranno cinque: inglese, italiano e francese nell’edizione parlata, oltre alle versioni in inglese con sottotitoli in lingua spagnola e portoghese.

Sarà possibile vedere e richiedere i video, a partire da domani, su:

Facebook:    @missionisalesiane

Web:           www.sdb.org/it/Dicasteri/Missioni

E-mail:        cagliero11@sdb.org

Spettacolo teatrale “Santa Impresa” – Venerdì 12 febbraio 2021

Cosa resta al di là delle fotografie?
Resta la loro… passione.
Che sia questa la santità?

Venerdì 12 febbraio 2021, presso il Teatro Giacosa di Ivrea, si terrà lo spettacolo teatrale “Santa Impresa” (di Laura Curino e Simone Derai, con Beatrice Marzorati e Davide Scaccianoce, alla tecnica Matteo Binda) della Compagnia Teatrale Equivoci: il racconto della straordinaria impresa che realizzarono i Santi Sociali Piemontesi a Torino durante l’Ottocento, come Giuseppe Cafasso, Juliette Colbert, Giuseppe Cottolengo, Francesco Faà di Bruno, Leonardo Murialdo e infine Giovanni Bosco, il prete dei ragazzi, il prete dei sogni.

L’evento sarà live dal Teatro Giacosa di Ivrea, in diretta tv e streaming alle ore 21.00 in collaborazione con Piemonte+ del Gruppo Rete 7 (canale 110 del digitale terrestre), sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Contato del Canavese.

Cappella dell’opera dei Salesiani di Testaccio: la presentazione di padre Marko Ivan Rupnik

In un video, padre Marko Ivan Rupnik presenta i lavori artistici realizzati nella Cappella dell’Opera Salesiani Testaccio a Roma nel mese di ottobre 2020 da parte dell’Atelier d’Arte del Centro Aletti. Padre Rupnik, gesuita, si occupa di arte liturgica e ha eseguito numerosi mosaici in tutto il mondo.

 

Il ricordo di Suor Maria Torrenti e Suor Silvana Garbin – La Voce e il Tempo

Il ricordo di suor Maria Torrenti (“Ausilia”) e Suor Silvana Garbin, FMA di grande fede che hanno lasciato una testimonianza profonda nel cuore di molti. Di seguito l’articolo pubblicato su La Voce e il Tempo a cura di suor Emma Bergandi (Ispettrice), don Gianni Moriondo e Davide Aimonetto.

Suor Maria ‘Ausilia’ Torrenti

Il 31 gennaio all’ospedale di Rivoli, è morta suor Maria Torrenti. Era nata a Pietraperzia (Enna), il 10 dicembre 1937, professa a Pessione (To), il 5 agosto 1966, apparteneva all’Ispettoria Piemontese Maria Ausiliatrice.

«Nella mia famiglia, in ogni circostanza si respirava la presenza di Gesù». «L’ho incontrato per la prima volta nel grembo della mia mamma». Così scriveva suor Maria in una letterina personale indirizzata all’Ispettrice, e raccontava quanto aveva saputo in confidenza dalla mamma alcuni anni dopo la prima professione, che cioè ella aveva chiesto al Signore per lei, prima ancora della sua nascita, la particolare grazia della vocazione religiosa: se fosse stata una bambina chiedeva di renderla «una suora tre volte buona perché potesse dedicarsi a tante persone per crescere in santità». Dalla sua Sicilia, nel 1958, con le tre sorelle e i genitori in cerca di lavoro, Maria era arrivata a Torino ed era venuta ad abitare nei pressi della basilica di Maria Ausiliatrice, potendo frequentare l’oratorio di Torino Maria Ausiliatrice 27.

Nel 1963 fu accolta per l’aspirantato a Giaveno, dove il 31 gennaio 1964 iniziò il postulato e il 5 agosto seguente entrò in noviziato a Pessione. Fin dal primo tempo di formazione, trovandosi fra giovani consorelle di nome Maria, le fu aggiunto l’appellativo di ‘Ausilia’, e ne fu felice perché dell’Ausiliatrice voleva essere immagine.

Dopo la prima professione, celebrata il 5 agosto 1966, continuò la formazione con lo juniorato nella casa S. Teresa di Chieri. L’anno seguente fu inserita nella comunità di Giaveno come assistente delle aspiranti e sarta (1967-1970). Dal 1970 al 1972 a Torino Monterosa le fu richiesto di collaborare ai lavori comunitari, poi ritornò a Giaveno per dedicarsi allo studio e completare la preparazione per il conseguimento del diploma di abilitazione all’insegnamento nelle Scuole del Grado Preparatorio. Seguì quindi un lungo periodo in cui si dedicò alla Scuola Materna (1974-2006), nelle case di Perosa Argentina, Torino Mirafiori, Torino Lingotto, Riva presso Chieri, Torino Maria Ausiliatrice 27. Dovunque si è fatta apprezzare e benvolere, per la sua indole semplice, buona, generosa, fraterna ed accogliente.

Dalla casa Maria Ausiliatrice 27, oltre al lavoro nella scuola materna, dal 1995 fino al 2014 ha collaborato nell’oratorio di Valdocco.

Qui, fra i molti ragazzi e ragazze di allora era un vero punto di riferimento, come alcuni di loro scrivono: «Ricordo allegramente quando venivi a recuperare tutti per l’ora della preghiera, facevi tutto con amore». «Sei stata il sostegno di tanti e una maestra che tutti i genitori avrebbero voluto per i propri figli; davi forza e coraggio a tutti». «Sei stata una donna forte, degna di rispetto e di memoria: in ogni luogo in cui sei passata hai lasciato una scia di amorevolezza». «Una persona cara che ha donato un po’ di affetto e il suo sorriso a chi ha incontrato. Quanti sorrisi ha seminato in Valdocco!»

Il 15 agosto 1914 suor Maria, terminando ufficialmente il mandato in oratorio, scriveva: «Ringrazio Dio per avermi chiamata a vivere questa stupenda esperienza di animazione proprio alla radice del carisma salesiano.

Ringrazio il direttore dell’Oratorio don Gianni Moriondo per tutti questi anni di cammino insieme. È stata un’avventura meravigliosa!».

E ringraziava chiamando per nome ogni gruppo dell’oratorio. Certamente rilevava anche le fatiche della collaborazione nel vivere quotidiano: «Abbiamo affrontato salite ripide e ardue, e discese a picco ma sempre con una soluzione positiva, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Per quanto abbiamo seminato insieme, mi sento di dire che i frutti verranno. Forse non li vedremo su questa terra, ma in Paradiso sì, dove ci ritroveremo almeno per farci quattro risate per tutte le volte che abbiamo cercato di tenere fermo il nostro punto di vista considerandolo il migliore…». Negli anni dal 2014 al 2020, infine, suor Maria ha continuato a prestare il suo aiuto nella Scuola Maria Ausiliatrice di Torino 27, come supporto in segreteria per la stampa di fotocopie e nell’infermeria degli allievi.

Intanto la salute cominciava a farsi più precaria, ma ancora si rendeva utile seguendo fraternamente una sorella fragile ed infine, nel settembre scorso, ha accettato di essere inserita nella comunità di Giaveno, in cura e riposo.

A Giaveno ha vissuto i pochi mesi da settembre 2020 a gennaio 2021, cercando di accogliere con sereno abbandono la volontà di Dio.

Colpita dal Covid e ricoverata all’ospedale per pochi giorni, ha terminato il suo cammino nelle prime ore del 31 gennaio, per andare a festeggiare don Bosco nella casa del Paradiso.

suor Emma BERGANDI

«È stata un’avventura meravigliosa» così definivi 20 anni di collaborazione insieme nel 1° oratorio di don Bosco, il carissimo oratorio Valdocco. Quante iniziative, quanti volti amici, quante feste abbiamo condiviso. Ti ripeto ancora una volta un complimento un po’ esagerato ma che apprezzavi e ti faceva sorridere.

Al termine di una stupenda Festa di don Bosco alla sera uscendo dall’oratorio alcune persone commentavano:

«Ma come fate ad organizzare cosi tante cose, dalla liturgia al pranzo, dai giochi al teatro, dallo sport alla mu- sica…». Imitando don Bosco e volgendo lo sguardo verso la statua di Maria Ausiliatrice che campeggia in cima alla Basilica, rispondevo: «È Lei che ha fatto tutto!».

Esclamavano i genitori: «Ah, lo sappiamo che è suor Maria Ausilia che fa tutto!»

Lascio parlare direttamente Suor Maria Ausilia prendendo qualche riga delle numerosissime lettere ricevute. Scriveva volentieri.

«8 dicembre 2004 – Festa dell’Immacolata. Carissimo don Gianni, ciao! In questo giorno dedicato a Maria e compleanno del 1° oratorio don Bosco prendo spunto per farmi presente con questo scritto e dirti grazie! Grazie per tanti motivi che tu ben conosci: gioie e sofferenze vissute e condivise. E per augurarti che tu possa far crescere sempre più la ‘vita’ a Valdocco. Sì, la vita in questa zolla di terra sacra dove ha camminato, faticato, sudato e messo radici profonde un santo, il santo dei giovani e dell’allegria: don Bosco, nostro padre e maestro di vita. Tu continua a sognare. Sì, a sognare un bel oratorio multietnico, sogna ancora perché questo sogno coltivato da tempo nel cuore prenda corpo e diventi realtà al più presto se è nel progetto di Dio». Iniziare una giornata intensa di festa leggendo queste righe invece di udire le lamentele perché non hai messo il tavolo al posto giusto moltiplicava energie ed entusiasmo.

Molto più belle e significative le testimonianze dei giovani, degli animatori al loro ‘capo’, di tanti genitori. Soprattutto di tante mamme che affidavano a lei con gioia e tranquillità i loro figli nella scuola materna dell’infanzia. «Sei stata una persona importante, una presenza che mi ha fatto crescere e diventare adulto! Hai sempre creduto in me; quando io e la mia fidanzata ti abbiamo detto che saremmo andati a vivere insieme ci hai guardato ‘male’ ma eri contenta per noi, sicura che avremmo fatto il passo che volevi che facessimo. Non sarai lì a maggio a godertelo, ma ci guarderai da lassù e come sempre farai il tifo per noi». Un giovane salesiano dalla Slovenia scrive:

«Grande suora con un cuore grande come quello di don Bosco che l’ha accolta nel suo oratorio celeste. Incontrandola nell’inizio del mio cammino da salesiano mi ha aiutato a comprendere come nell’oratorio ci vogliono sia la figura paterna che quella materna. E suor Maria Ausilia è stata una grande figura materna del primo oratorio di don Bosco per tanti anni».

Così quando ho messo la notizia della sua morte su Facebook sono stato inondato da una valanga di like e messaggi: uno più bello dell’altro: «Sorridente, semplice, discreta, accogliente, quanto bene ai miei figli; una grande mamma per i più piccoli; una vera suora; una vita donata ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle mamme e ai papà e anche ai nonni; cuore grande; incarnazione del motto ‘educazione è cosa di cuore’»

don Gianni MORIONDO

Suor Silvana Garbin

Avrebbe compiuto, fra poco più di un mese, ottantuno anni, suor Silvana Garbin, essendo nata il 5 marzo del 1940, ma è tornata alla Casa del Padre, lunedì 1 febbraio. Suor Silvana apparteneva alla congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra la fine degli anni settanta e gli ottanta del secolo scorso, questa religiosa fu una dei pilastri della comunità mappanese delle Fma che seguivano l’oratorio ed il vecchio asilo parrocchiale San Michele. Ancora domenica, il parroco di Mappano don Pierantonio Garbiglia aveva invitato i fedeli, durante la Messa, a pregare per le condizioni di salute della religiosa salesiana. Figura molto conosciuta ed amata dalla comunità mappanese, suor Silvana rappresentò un prezioso punto di riferimento per centinaia di famiglie mappanesi, sia nell’ambito della catechesi che per quanto riguardava la gestione del vecchio asilo, oggi abbattuto, per fare posto ad un nuovo complesso oratoriano, iniziativa promossa dall’associazione «Il Sogno di Samuele». Cuoca provetta, era riconosciuta per la sua allegria e bontà d’animo, che l’accompagnavano in ogni istante della vita quotidiana. In quegli anni l’asilo parrocchiale San Michele era seguito da una comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice, che vivevano stabilmente nella struttura, e si occupavano degli aspetti educativi e gestionali. Suor Silvana dal carattere generoso e dal sorriso sempre spontaneo sapeva farsi voler bene da tutti, e la sua allegria proverbiale era contagiosa. Poi il commiato dalla comunità nel 1992. Dopo l’esperienza mappanese, seguiranno altri incarichi per la religiosa, che con Mappano, nonostante il passare degli anni, ha mantenutosempre un legame solido ed affettuoso.

L’ultimo di questi presso l’istituto Fma di Giaveno, dove sperava ancora di far ritorno. Dopo la morte, un anno fa, di don Antonio Busso, il secondo parroco di Mappano, che tanto collaborò con la religiosa, con la morte di suor Silvana si chiude definitivamente un’epoca cruciale per la comunità parrocchiale mappanese, fatta di esperienze significative nell’ambito della catechesi e dell’evangelizzazione. Giovedì 4 febbraio presso la Basilica di Maria Ausiliatrice si svolgono i funerali della religiosa salesiana, mentre la comunità parrocchiale la ricorda con una Messa in suffragio, il giorno successivo, venerdì 5 febbraio, alle 18.30, presso la chiesa parrocchiale di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Davide AIMONETTO

Dossier Catechista: la sfida del digitale

Si riporta la notizia proveniente da “La voce e il tempo” a cura di don Valter RossiDirettore di Dossier Catechista – riguardo la grande sfida che, l’Editrice Elledicì e lApostolato digitale, hanno scelto di affrontare: il digitale.

Dossier Catechista la «sfida» del digitale con l’équipe dell’Apostolato

La collaborazione tra l’équipe dell’Apostolato digitale e la rivista della Elledici Dossier Catechista inizia in un momento ben preciso ed importante. Coincide (casualmente?) con l’uscita del Nuovo Diretto-rio per la catechesi, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Il documento, approvato da Papa Francesco il 23 marzo 2020, memoria liturgica di San Turibio di Mogrovejo che, nel XVI secolo, diede forte impulso all’evangelizzazione e alla catechesi, sarebbe stato pubblicato nel mese di giugno, ma il testo iniziava a circolare nella nostra redazione. Erano i giorni del primo lockdown e scoprivamo che la tecnologia ci dava la possibilità di vederci e lavorare restando comodamente seduti sul divano.

Un Meet ci unì, e iniziammo a scambiarci idee ed intuizioni proprio su un punto che stava segnando la novità di quel Direttorio così innovativo: il digitale. Lo confesso, avevo la consapevolezza di parlare con un esperto (don Luca Peyron – coordinatore del Servizio per l’apostolato digitale), per cui mi limitavo ad annuire e confermare, ma dentro di me cresceva la convinzione che le riflessioni che stavamo facendo di fronte ai primi segnali di una «rivoluzione Covidiana» ormai iniziata non potevano fermarsi chiudendo quella conversazione virtuale (ma assai reale). E le parole del Direttorio che stavo leggendo avevano un peso eccezionale: l’educazione al buon uso del digitale, l’accompagnamento nel mondo virtuale, l’esigenza di essere presenti testimoniando i valori del Vangelo… Mi chiedevo: «Ma i nostri catechisti e le nostre catechiste sono pronte ad affrontare questa sfida?».

Non solo per quanto riguarda l’aspetto tecnico-pratico(per quello basta forse un nipote con molta pazienza e un proposito quaresimale), quanto piuttosto per un approccio mentale nuovo, non terrorizzato, né ingenuo, ma sapienziale e fruttuoso. Non potevo lasciarmi scappare l’occasione di incastrare don Luca e la sua équipe nella redazione della rivista, e così arrivammo al dunque. Si trattava di fare un po’ di spazio nella rivista per una riflessione slegata dalla praticità del «fotocopia, distribuisci e colora» che rende tanto felici catechisti e bambini. Due pagine di riflessione e di formazione al digitale, ma non per questo meno utili, anzi indispensabili. Una nuova rubrica che desse punti di riferimento e rispondesse alle richieste del Nuovo Diretto-rio di far crescere «una più profonda comprensione della cultura digitale, aiutando a discernere gli aspetti positivi da quelli ambigui» (n° 216). A mio parere si trattava di una sfida. Non tanto per l’indubbia capacità dell’Apostolato Digitale di centrare i problemi importanti, quanto piuttosto per le difficoltà di coinvolgere nella riflessione «il grande pubblico», soprattutto in un momento in cui si speravano soluzioni immediate a problemi complessi e a sfide che ci avevano volto, come comunità ecclesiali, impreparati.

La sospensione delle Messe persino a Pasqua, la chiusura degli oratori, l’interruzione della catechesi, la socialità ridotta, il distanziamento non potevano trovare risposte a basso prezzo ma chiedevano un surplus di faticosa riflessione. Ora stiamo impaginando l’ultimo numero di questa faticosa annata che ci ha tolto molto catechismo in presenza ma ci ha dato l’occasione di pensare, e viene naturale provare a fare sintesi. Ci siamo riuniti nel consiglio di redazione e ci siamo chiesti quanto siano stati apprezzati questi articoli. Forse non abbastanza, ma un primo percorso è iniziato e non intendiamo fermarci. Anche noi rischiamo di diventare prigionieri della «cultura dell’istantaneo». «La sfida dell’evangelizzazione comporta quella dell’inculturazione nel continente digitale» (372), afferma il Direttorio, ribadendo l’importanza di offrire spazi di esperienza di fede autentica, capaci di fornire chiavi interpretative per temi forti, come la corporeità, l’affettività, la giustizia e la pace. Come salesiani, proprio nei dintorni della festa nostro santo fondatore, ribadiamo che: «Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso».

Amici di Don Bosco onlus: al via il ciclo di incontri “Point Break”

L’Associazione Amici di Don Bosco Onlus organizza per l’anno 2021 un ciclo di incontri sui momenti di fragilità delle relazioni e i punti di rottura nell’esperienza dell’adozione, dal titolo “Point break“. Il primo incontro online si terrà sabato 20 febbraio sul tema “le criticità nella genitorialità dell’adottato”. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’Associazione in merito all’iniziativa.

AL VIA “POINT BREAK”: UN CICLO DI INCONTRI SUI PUNTI DI ROTTURA NELLE RELAZIONI DELLA PERSONA ADOTTATA

Dopo aver esplorato nel 2020 le relazioni che gravitano attorno alla persona adottata con il ciclo di incontri “CorRelazioni”, nel 2021 abbiamo pensato di indagare i momenti di fragilità delle relazioni e i punti di rottura rispetto al corso lineare del ciclo di vita.
Vi proponiamo, quindi, una nuova serie di appuntamenti dal titolo “Point break” dedicati ai nodi critici, ai momenti di frizione, incrinatura, frattura delle relazioni dell’adottato, agli strappi e alle crepe che costringono a riorientare il cammino.
Ci piacerebbe raccontare, attraverso le narrazioni del nostro gruppo di adottati adulti AAA, accompagnate dalle riflessioni di uno o più professionisti, alcuni temi che a nostro parere meritano un’attenzione particolare.

Cominceremo sabato 20 febbraio con le criticità nella genitorialità dell’adottato: diventare genitore per una persona adottata implica fare i conti con le proprie origini, con l’elaborazione del lutto dell’infertilità dei genitori adottivi, con il difficile equilibrio tra desiderio di condivisione e pudore.
Lungi dal voler ascrivere al vissuto adottivo, in modo deterministico, quanto attiene alla sfera della sessualità e a quella della genitorialità, l’esperienza dell’adozione può avere ripercussioni in età adulta sulle scelte legate alla sessualità e al desiderio di diventare genitore, ma anche sul rapporto con il proprio corpo e sull’esplorazione di sé.
Ne parleremo con Simone Felix Ostorero, Giovanni Berton, Aroti Bertelli, accompagnati da Nicoletta Palai, ginecologa e sessuologa e Elisabetta Gatto, antropologa e operatrice di Amici di Don Bosco.

Dedicheremo gli incontri successivi al divorzio nell’adozione, al lutto nella famiglia adottiva, al drop out scolastico degli adottati, al tema delle dipendenze.
Se le proposte qui brevemente accennate vi hanno incuriosito, vi aspettiamo al primo di questi incontri sabato 20 febbraio dalle 16 alle 18.30, sempre in modalità on-line e ancora una volta sulla consueta piattaforma Zoom. Gli iscritti riceveranno per tempo il link per il collegamento.

Il costo per ciascun incontro è di 10 euro a persona per un massimo di 25 euro a collegamento.
Per informazioni e iscrizioni: info@amicididonbosco.org – 011-3990102

Recovery Plan, Agorà della Parità: fondi vanno usati per cambio di passo nell’istruzione

Agorà della Parità, in seguito alla richiesta di un contributo ricevuta dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha presentato alcune proposte migliorative della Missione 4 (Istruzione e Ricerca) del Recovery Plan. I punti toccati dal documento firmato da CdO Opere Educative, CNOS Scuola, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM e Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, riguardano il rafforzamento dell’autonomia, un diretto riferimento alla pluralità dell’offerta educativa e la necessità di massicci investimenti volti ai minori e alla natalità.

Ecco il documento inviato alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati:

CONTRIBUTO SCRITTO PER LA VII COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI (CULTURA, ISTRUZIONE, RICERCA, EDITORIA, SPORT) CHE STA ESAMINANDO PER ESPRIMERE IL PROPRIO PARERE ALLA V COMMISSIONE (BILANCIO), CHE A SUA VOLTA RIFERIRÀ ALL’ASSEMBLEA DEI DEPUTATI SULLA PROPOSTA DI PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E  RESILIENZA (RECOVERY PLAN) PREDISPOSTA DAL GOVERNO

ROMA 2 FEBBRAIO 2021 

Gent.mo Presidente e membri della VII Commissione cultura della Camera dei deputati, scriviamo in relazione al Piano di Ripresa e Resilienza che il Governo ha presentato alle Camere in  esito all’approvazione del Regolamento UE 2020/2094 volto all’istituzione dello strumento dell’UE  per la ripresa a sostegno dell’economia dopo la crisi Covid-19, nel quadro del QFP approvato con  regolamento 2020/2093 del 17.12.2020 che stabilisce appunto il quadro finanziario pluriennale per il  periodo 2021-2027. 

Il documento approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio con riferimento al Potenziamento delle  competenze e diritto allo studio, nell’ambito della missione Istruzione e ricerca, evidenzia in primis il  divario esistente tra il nostro paese e la media dei paesi OCSE: 

  • secondo il Programme for International Student Assessment (PISA), gli studenti italiani di 15 anni si collocano al di sotto della media OCSE in lettura, matematica e scienze, con ampie  differenze territoriali che documentano risultati migliori della media OCSE al Nord ma molto  inferiori al Sud; 
  • il tasso di abbandono scolastico nel 2018 in Italia ammonta al 14,5% rispetto alla media UE del  10,6%; 
  • la popolazione compresa tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio di livello terziario  è pari al 28% in Italia rispetto al 44% di media nei paesi dell’OCSE. 

Viene descritta, di fatto, la c.d. emergenza educativa, alla quale il PNRR dovrebbe contribuire a  rispondere. 

A tale proposito le riforme proposte non ci sembra possano comportare un “cambio di passo”. In  particolare non si fa alcun riferimento all’autonomia, mentre l’emergenza sanitaria ha mostrato nelle  scuole italiane l’importanza dei “fattori sensibili” che costituiscono al contempo le forze vitali  dell’educazione: l’affezione al servizio, il radicamento nel territorio, il valore della relazione educativa,  la responsabilità e il rinnovamento.  

Forze che possono fiorire solo all’interno di una vera autonomia scolastica. 

Il secondo aspetto che manca sia nelle riforme proposte che nei progetti, è il riferimento alla pluralità  dell’offerta educativa: tutti i riferimenti del documento, anche normativi, sembrano contemplare la sola  scuola pubblica statale e non la scuola pubblica paritaria, in gran parte gestita dal privato sociale. Come  è risaputo i molti paesi europei la pluralità dell’offerta scolastica è sostenuta e garantita dagli Stati e la  qualità e l’efficienza del sistema di istruzione sono maggiori nei paesi che promuovono il  pluralismo scolastico.  

Il terzo aspetto attiene alla carenza di visione strategica del piano in parola in ordine alla necessità di  massicci investimenti volti ai minori e alla natalità. Le povertà educative che la pandemia ha  moltiplicato si combattono proprio con il massimo investimento sui minori. D’altro canto la crisi delle  nascite è la spia più chiara dell’incertezza sul futuro di una comunità. Da questo investimento, che le  scriventi associazioni chiedono con forza e da tempo, verrà maggiore parità di genere, maggiore  conciliazione lavoro-famiglia, maggiore occupazione femminile, maggiore occupazione giovanile, 

promozione del Terzo Settore applicato all’interesse generale della funzione di cura, istruzione ed  educazione. Una grande manovra sull’educazione deve considerare il sistema educativo nazionale nella  sua interezza e quindi la funzione pubblica di educazione ed istruzione va considerata tanto in relazione  alla scuola statale, quanto a quella paritaria a partire da quella no profit. 

Il Recovery Plan deve fornire un’ampia dotazione finanziaria per ottenere anche dal sistema paritario un  forte incremento nell’offerta educativa. 

In particolare siamo a richiedere l’inserimento dei seguenti punti: 

  • il programma per l’edilizia scolastica della componente Efficientamento energetico e  riqualificazione degli edifici (pag. 90) deve fare riferimento anche agli edifici di proprietà o  utilizzati a qualunque titolo da scuole paritarie, Il Bonus 110 deve essere esplicitamente esteso  anche a tali soggetti e con riferimento a massimali che tengano conto delle dimensioni  dell’immobile; 
  • il Piano per gli asili Nido ed il Potenziamento delle scuole per l’infanzia (pag. 123) deve riferirsi  esplicitamente ad iniziative volte a favorire, promuovere, incentivare e sviluppare politiche  attive a favore dei minori nel segmento 0-6 anche per il tramite di sinergie con il non profit e del privato sociale (che ad oggi è parte integrate del sistema 0-6 anni), mentre il documento fa  riferimento a testi normativi che riguardano esclusivamente edifici di proprietà di enti pubblici
  • sempre con riferimento alla scuola dell’infanzia, auspichiamo il convenzionamento diretto con  le scuole paritarie dell’infanzia espressione del privato sociale. Lo strumento principe è quello  della convenzione pluriennale, basata su un fondo di dotazione adeguatamente capiente; 
  • con riferimento al punto Scuola 4.0. scuole innovative, cablaggio, nuove aule didattiche e  laboratori (pag. 124) si faccia esplicito riferimento anche alle scuole paritarie. 

Da ultimo riteniamo di dover sottolineare, con riferimento alle riforme proposte (pag. 120-121), che da  una parte viene proposto di rendere l’esame di laurea coincidente con l’esame di stato, velocizzando  l’accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati, e dall’altra parte, poche righe prima, questa ipotesi  non è contemplata per coloro che desiderano insegnare, per i quali si prevede l’ennesima “riforma  ridisegna le procedure Concorsuali per l’immissione nei ruoli del personale docente rafforzando,  secondo modalità innovative, l’anno di formazione e prova.”. Riteniamo che debba essere separato il  percorso abilitante all’insegnamento da quello di assunzione nei ruoli dello stato, (ad es, ritenendo  abilitante all’insegnamento nella scuola secondaria la laurea + 24 CFU in materie psico 

pedagogiche). 

Ribadiamo la disponibilità ad approfondire quanto sopra dentro un contesto che possa tenere presente  tutte le voci della scuola. 

Massimiliano Tonarini – Presidente nazionale CdO Opere Educative 

Pietro Mellano – Presidente nazionale CNOS Scuola 

Marilisa Miotti – Presidente nazionale CIOFS scuola 

Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali FAES  

Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE  

Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM 

Vitangelo Denora – Delegato Fondazione GESUITI EDUCAZIONE

 

L’invio Missionario Straordinario

Lunedì 1° febbraio si è tenuto “l’invio Missionario Straordinario” presso la Cappella della Sede Centrale Salesiana alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni SDB, don Alfred Maravilla, la Consigliera per le Missioni FMA, Suor Alaide Deretti, le loro équipe e un piccolo gruppo rappresentativo di salesiani e FMA. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

L’invio missionario si fa tradizionalmente nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino alla fine di settembre. A causa di Covid-19 l’invio missionario della 151° Spedizione Missionaria è stato posticipato dopo Pasqua. Siccome la situazione sanitaria continua ad essere precaria, si è pensato ad un “Invio Missionario Straordinario”. È straordinario perché è stato celebrato nella Cappella della Sede Centrale Salesiana e perché non tutti i membri della spedizione erano fisicamente presenti, ma lo spirito missionario è stato lo stesso che ha animato tutte le spedizioni missionarie.

Così, nella serata di ieri, lunedì 1° febbraio il Rettor Maggiore dei Salesiani (SDB), Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto l’Eucaristia, cui hanno partecipato anche con la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni SDB, don Alfred Maravilla, la Consigliera per le Missioni FMA, suor Alaide Deretti, le loro équipe e un piccolo gruppo rappresentativo di salesiani e FMA, in conformità con il protocollo sanitario vigente.

Durante l’Eucaristia, in una semplice ed evocativa cerimonia, il Rettor Maggiore ha benedetto le croci missionarie e le ha consegnate ai 2 missionari salesiani presenti, mentre altri 22 si trovano nelle loro rispettive nazioni, aspettando la croce e il visto per partire per le loro terre di missione. A questa 151ª spedizione, infatti, sono 24 i nuovi missionari salesiani.

Madre Reungoat, da parte sua, ha consegnato le croci anche alle 7 FMA di questa spedizione missionaria – e altre due missionarie sono già partite. “Come tutti gli anni questa realtà dei neo-missionari e missionarie è un grande dono” ha sottolineato don Maravilla.

Nell’omelia il Rettor Maggiore ha raccontato la sua esperienza personale di Ispettore in Argentina, dove toccò con mano i luoghi che testimoniano le sfide che i primi missionari hanno dovuto affrontare nella Patagonia, luoghi che oggi invitano all’umiltà e alla fedeltà. “Sono profondamente convinto che se Don Bosco non avesse avuto lo spirito missionario, oggi la nostra Congregazione sarebbe probabilmente solo una piccola Congregazione con pochi e vecchi membri”. Ha anche sottolineato che “è la missionarietà che ha reso universale e vivo il carisma di Don Bosco.” Prima della benedizione finale la Madre si è rivolta all’assemblea sottolineando “la missionarietà come una dimensione importante del carisma salesiano”.

Le croci saranno ora inviate alle Ispettorie dei missionari, dove gli Ispettori e le Ispettrici, a nome del Rettor Maggiore e della Madre Generale, le consegneranno ai missionari nel corso di semplici celebrazioni. Quindi essi dalle proprie Ispettorie partiranno per le loro destinazioni missionarie, secondo le possibilità e in base ai protocolli sanitari dei diversi Paesi.

Nel frattempo, è iniziato il processo preparatorio per la scelta dei membri della 152a spedizione missionaria salesiana, a settembre 2021.

Convocata l’VIII Assemblea Generale IUS

Fissato l’appuntamento della VIII Assemblea Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS): dal 13 al 19 luglio 2021 si terrà presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Un’occasione per ripensare anche alle sfide emerse dal contesto dell’emergenza sanitaria che sta rimodellando la società e la vita dei giovani. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

In occasione della festa di Don Bosco, domenica 31 gennaio, don Marcelo Farfan, Coordinatore Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS), ha convocato l’VIII Assemblea Generale delle IUS, che si terrà dal 13 al 19 luglio 2021 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.

La decisione di tenere l’Assemblea in un contesto ancora segnato dagli effetti della pandemia di Covid-19 vuole essere un segno di speranza per le comunità educative salesiane di educazione superiore, nella misura in cui permetterà ai diversi membri di incontrarsi, condividere opinioni e rinnovare insieme le scelte in favore della vita dei giovani.

L’obiettivo proprio dell’assemblea sarà riflettere e programmare il processo delle IUS in modo che siano sempre più fedeli alla loro identità come settore della missione salesiana nel mondo.

L’Assemblea dovrebbe offrire risultati concreti quali la definizione delle politiche e del programma comune per il periodo 2021-2025, l’approvazione del documento sugli “Orientamenti per una pastorale nelle IUS” e l’elezione delle équipe di coordinamento continentale e regionale per i prossimi anni.

La partecipazione all’Assemblea Generale è un diritto e una responsabilità degli Ispettori e dei Rettori e/o Direttori dello IUS, perché durante l’Assemblea si stabiliscono insieme gli orientamenti e le linee di lavoro che guidano lo sviluppo della presenza salesiana nelle istituzioni di educazione superiore per gli anni successivi.

Durante l’Assemblea è prevista la presenza del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, del Consigliere per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, e dei Consiglieri Regionali che nelle loro regioni di pertinenza accolgono delle IUS.

“L’Assemblea sarà certamente un’occasione per ripensare le nostre istituzioni non solo a partire dalle sfide della Capitolo Generale 28° della Congregazione, ma anche dal contesto post-pandemico che sta rimodellando la società e influenzando la vita dei giovani, soprattutto dei più poveri” conclude don Farfán.

Tutte le informazioni in merito all’VIII Assemblea Generale IUS possono essere trovate sul sito.