“Affettività ed eucarestia: per un itinerario di educazione all’amore”: intervista a don Andrea Bozzolo

La celebrazione eucaristica è questione che riguarda il Corpo e i corpi, che si incontrano (Questo è il mio corpo: prendetene…); anche i nostri affetti si condensano intorno all’esperienza del matrimonio “consumato” che genera vita. Come entrare nei percorsi educativi che preparano alla donazione fisica di sé? Cosa c’entra l’Eucaristia con questi percorsi? Quali difficoltà dobbiamo affrontare per tenere insieme le due cose?

Queste domande troveranno risposta nell’intervista a don Andrea Bozzolo, docente di teologia del matrimonio e della famiglia nell’Istituto Giovanni Paolo II di Roma e a Torino Crocetta. L’intervista, il cui obiettivo è approfondire il CG28, è parte di un ciclo di incontri organizzati dal Centro Studi “Tabernacoli Viventi” in collaborazione con la CISI formazione.

Per partecipare all’incontro previsto per sabato 20 marzo dalle ore 9 alle ore 10.15, ci si può collegare alla pagina Facebook di Don Bosco Italia.

 

 

RMG – Tre nuove Ispettorie a servizio dell’Africa

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS, la notizia della creazione di tre nuove ispettorie in Africa.

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(ANS – Roma) – In un continente in continua crescita e fermento sociale anche la presenza salesiana si moltiplica e modifica.

In data 19 gennaio 2021, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il parere favorevole del Consiglio Generale, a norma degli articoli 132, paragrafo 1.1 e 156 delle Costituzioni, ha eretto l’Ispettoria “Beato Artemide Zatti” di Africa Nigeria e Niger (ANN) con sede a Lagos-Iju (Nigeria). Di questa Ispettoria fanno parte 9 Case già esistenti, e la prospettiva di un’apertura missionaria nel Niger vicino.

Nella stessa data è stata eretta la nuova Ispettoria “Nostra Signora della Pace” di Africa Occidentale Nord (AON), con sede a Cotonou-Zogbo, in Benin. Di questa Ispettoria fanno parte 18 case, presenti, oltre che in Benin, in Burkina Faso, Gambia, Guinea, Mali e Senegal. Queste ultime tre nazioni formeranno una Delegazione con sede a Dakar (Senegal). La nuova Ispettoria AON potrà sviluppare la sua missione anche in Guinea Bissau.

Ancora, il 19 gennaio è stata eretta l’Ispettoria Africa Occidentale Sud (AOS), intitolata a “San Giuseppe”, con sede ad Ashaiman (Ghana). Ne faranno parte le opere del Togo, del Ghana, della Costa d’Avorio, della Liberia e di Serra Leone, per un totale di 20 case.

«Ola» per sostenere il post-adozione internazionale – La Voce e il Tempo

La Voce e il Tempo dedica un articolo al progetto «Ola» (Oltre l’adozione), ovvero un coordinamento di Enti autorizzati dalla Commissione governativa per le adozioni internazionali a cui ha aderito anche l’Associazione Amici don Bosco onlus. Di seguito l’articolo a cura di Marina Lomunno.

«Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio»: questo celebre proverbio africano è ancor più vero se il bambino arriva da lontano, «se è nato da un’altra pancia», perché chi sceglie di adottare un figlio ha bisogno di una comunità che sostenga i genitori soprattutto nei momenti cruciali della crescita che spesso coincidono con l’adolescenza. È ciò che si propone «Ola» (Oltre l’adozione)» un coordinamento di Enti autorizzati dal Cai (la Commissione governativa per le adozioni internazionali) a cui ha aderito recentemente anche l’Associazione Amici don Bosco onlus con sede centrale a Valdocco, in piazza Maria Ausiliatrice 32. Con l’associazione torinese di ispirazione salesiana salgono a 11 gli Enti che fanno parte di «Ola», uno dei 4 coordinamenti italiani che raggruppano gli organismi che informano, formano, affiancano i futuri genitori adottivi nel percorso dell’adozione internazionale e curano lo svolgimento all’estero delle procedure necessarie assistendoli davanti all’autorità straniera e appoggiandoli nel percorso post-adozione.

«Come Amici di don Bosco abbiamo deciso di aderire al coordinamento ‘Ola’» spiega l’antropologa Elisabetta Gatto «perché riteniamo sia importante fare rete tra enti autorizzati all’accompagnamento delle famiglie che decidono di intraprendere l’avventura dell’adozione internazionale. Il progetto proposto da ‘Ola’ è dedicato al post adozione: con gli altri enti siamo in rete, uniamo forze ed esperienze sul campo per rispondere a un bisogno da molto tempo espresso dalle famiglie adottive, cioè l’accompagnamento per i loro figli adottivi adolescenti. Se il momento dell’arrivo in famiglia del bambino che viene da un altro contesto culturale è delicato ancor più lo è in adolescenza dove emergono fragilità e il ragazzo o la ragazza iniziano a costruire con fatica la propria identità mettendo insieme i pezzi del proprio vissuto di figlio adottivo. È allora che sia le famiglie che i ragazzi hanno bisogno di sostegno e la nostra associazione, da sempre attenta ai temi della formazione alla genitorialità sociale, ovvero sulla capacità di allargare l’accoglienza oltre confini familiari e alla promozione della cultura dell’adozione, con ‘Ola’ ha trovato un alleato prezioso per dare una risposta mirata ai bisogni dell’adolescenza e a quelli specifici dei ragazzi adottivi».

«Siamo nati nel 2004» spiega Pietro Ardizzi» genitore adottivo, portavoce di «Ola» «e oggi operiamo in 30 sedi italiane presso gli Enti che aderiscono al nostro coordinamento e che condividono l’impegno e la cura a seguire le coppie non solo nel momento dell’adozione ma nella crescita del figlio che viene accolto. La nostra proposta è di tenere incontri – individuali e di coppia, con bambini e ragazzi adottati, con gruppi di genitori adottivi e gruppi con bambini e adolescenti adottati – condotti da professionisti con lunga esperienza sul campo (psicologi, insegnanti, medici, avvocati, educatori, antropologi…). Per l’iscrizione ai corsi (in questo momento purtroppo in modalità on line) per i genitori chiediamo una quota di iscrizione simbolica per sostenere le spese, mentre sono totalmente gratuiti gli incontri individuali con i nostri professionisti nel caso vengano richiesti dai minori e dai ragazzi,): modalità e calendari si possono trovare presso le sedi degli enti che fanno parte del coordinamento. L’adozione è un bene comune: sosteniam’Ola’».

Per saperne di più scrivere a servizi@oltreladozione.org o www.amicididonbosco.org (tel. 011. 3990102; info@amicididonbosco.org)

12 marzo 1921-2021: cento anni dalla nascita di Gianni Agnelli

Cento anni fa, il 12 marzo 1921, nasceva a Torino Gianni Agnelli, secondogenito di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte. La storia dell’opera salesiana torinese dell’Agnelli – L’ ISTITUTO INTERNAZIONALE EDOARDO AGNELLI – rimane strettamente legata alla famiglia dell’Avvocato, prendendo infatti il nome del padre Edoardo, tragicamente scomparso in un incidente aereo, quando Gianni aveva 14 anni. Il nonno (il Senatore Giovanni Agnelli) ebbe infatti in animo di creare una istituzione popolare che intitolata ad Edoardo ne perpetuasse la memoria.

A lavori ultimati si pensò all’inaugurazione. Il 19 aprile 1941, nel pomeriggio, il Card. Maurilio Fossati, allora arcivescovo di Torino, presente il Sen. Agnelli e i nipoti, benediceva la nuova Chiesa. Durante la cerimonia i chierici del Pontificio Ateneo Salesiano di via Caboto, sedendo all’organo “Hammond” (il primo costruito dalla Microtecnica) il M. Pagella e dirigendo il coro don Grosso, i salesiani eseguirono mottetti sacri polifonici. Il giorno seguente don Ricaldone celebrava la Santa Messa nella nuova Chiesa in suffragio di Edoardo Agnelli, presente il Senatore e i familiari. Il Card. Vincenzo La Puma dopo la Messa passava a benedire i locali.

Successivamente venne donato dalla famiglia Agnelli, per opera dello scultore Rubino, l’imponente scultura in marmo, raffigurante don Bosco e la sua vita.

Un articolo de La Stampa del 16 maggio 1993 riporta i festeggiamenti dei 50 anni dell’Istituto salesiano dell’Agnelli, “Festa per i 50 anni. Anche il Senatore tra i giovani“:

L’Istituto industriale “Edoardo Agnelli”, uno dei fiori all’occhiello delle numerose attività dei Salesiani, sforna da mezzo secolo tecnici apprezzati e accoglie oggi 750 allievi. Ieri c’è stata festa per il Cinquantenario e vi ha partecipato anche il sen. Giovanni Agnelli accolto con calore da studenti, genitori e insegnanti. una mattinata diversa per il presidente della Fiat, più volte fatto segno dell’esuberante simpatia dei giovani con i quali si è intrattenuto, posando fra loro per il fotografo, rilasciando autografi, stringendo mani.

Leggi anche l’articolo “LA COMUNITÀ SALESIANA RINGRAZIA LA FAMIGLIA AGNELLI”

“La cultura della cura come percorso di pace”: XV Incontro nazionale dei giovani in servizio civile

L’annuale incontro dei giovani in servizio civile degli enti del TESC (Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile: Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Azione Cattolica Italiana, ACLI, AGESCI, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro Sportivo Italiano, Volontari nel mondo-FOCSIV, G.A.V.C.I., Salesiani per il Sociale APS, CDO Opere Sociali, Anspi, Unitalsi) si terrà venerdì 12 marzo, nella data che fa memoria di San Massimiliano di Tebessa, giovane martire per obiezione di coscienza che nel 295 d.C. scelse la pace rifiutando, come cristiano, di prestare il servizio militare nell’esercito romano e per questo fu ucciso.

In questa data il TESC propone ogni anno ai giovani di tutta Italia che svolgono il servizio civile una giornata di incontro, di riflessione e di festa. Come San Massimiliano, che con il suo gesto ha comunicato al mondo un messaggio di pace, così quanti scelgono il servizio civile oggi raccontano la loro scelta di pace, servizio e responsabilità ad altri giovani.

Questa XV edizione, che si svolge per la prima volta online (quella in presenza dello scorso anno non fu realizzata a causa dell’inizio della pandemia da COVID-19), prende spunto dal tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace 2021 “La cultura della cura come percorso di pace” e ricorderà anche i 20 anni dall’istituzione del servizio civile su base volontaria ed aperto anche alle donne con la legge delega n. 64 del 6 marzo 2001.

Titolo dell’incontro:  La cultura della cura come percorso di pace

Programma: 

Saluto di benvenuto a nome del TESC (don Francesco Soddu, Caritas Italiana)

Video: Lettura degli Atti di san Massimiliano (Enrico M. Falconi)

Saluti

Flavio Siniscalchi, Capo Dipartimento Politiche giovanili e Servizio Civile Universale

Rappresentanza nazionale Volontari*

Il servizio civile e la cura delle persone: per costruire la pace

Conduce: Antonella Ventre

Riflessione sul messaggio del Papa (don Renato Sacco, Pax Christi)

Testimonianze (video/in collegamento) di volontari impegnati in attività anti-Covid

2001-2021: 20 anni di servizio civile volontario

Intervento (Emilio Del Bono*)

Intervento video (don Michele Falabretti, Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile)

Intervento Primo Di Blasio (Focsiv)

Intervento di Claudia Barsanti (Misericordie)

Testimonianze di ex-volontari servizio civile:

  • Chiara Pinaroli (Caritas Italiana, Milano 2001)
  • Chiara Martinelli (Focsiv, Benin 2007)

Testimonianze di ex-volontari (un volontario all’estero, un immigrato volontario)*

Clip video:

  • I papi e il servizio civile
  • I presidenti della Repubblica e il servizio civile
  • Gli spot istituzionali del servizio civile

 

Italia – Webinar internazionale dell’Istituto di Catechetica dell’UPS sul nuovo Direttorio per la catechesi

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Dopo aver curato il numero monografico della rivista “Salesianum” (n.4/2020) sul Direttorio per la Catechesi, presentato alla Chiesa universale nel giugno 2020, l’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione (FSE) dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma ha coinvolto circa 80 esperti di tutti i continenti attraverso tre webinar (seminari on line) di riflessione e di confronto su questo importante documento edito dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

La provenienza dei partecipanti è stata varia e rappresentativa: oltre che dall’Italia, sono state annotate presenze di connessione dall’Argentina, Brasile, Canada, Cile, Congo, Costarica, Croazia, Francia, Germania, Giappone, India, Lituania, Macao, Malta, Messico, Mozambico, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Stati Uniti, Slovenia, Ucraina, Vietnam.

Il primo webinar, del 27 gennaio, animato da don Ubaldo Montisci, Direttore dell’Istituto di Catechetica, ha previsto due relazioni, una del teologo pastoralista italiano don Gianni Colzani, su “Evangelizzazione e Chiese missionarie nel ‘Direttorio per la Catechesi’ (2020)” e l’altra del catecheta spagnolo don Miguel López Varela sul “Rapporto tra il Direttorio per la Catechesi e il pensiero pastorale di Papa Francesco”. Alle due relazioni hanno fatto seguito gli interventi dei partecipanti.

Il secondo webinar, guidato da don Giuseppe Ruta, ha avuto luogo il 25 febbraio con le relazioni del catecheta maltese don Carl Mario Sultana, sul tema “Il rapporto tra il primo annuncio e la catechesi di tipo kerigmatico”, e della teologa della liturgia suor Elena Massimi, FMA, sull’“Ispirazione catecumenale e mistagogica del nuovo Direttorio”. Altrettanto stimolanti e ricchi sono stati gli interventi e i contributi fatti pervenire prima dei due webinar e previamente messi a disposizione a tutti partecipanti.

Ci si è dati appuntamento, infine, per un terzo webinar che si terrà il 25 marzo, coordinato dal giovane catecheta indiano don Christy Lourdunathan, con l’obiettivo di sondare l’accoglienza del nuovo Direttorio nel mondo. Si spera che con questo terzo passo si possa offrire una panoramica complessiva sulla catechesi nelle varie parti del mondo, nei vari contesti continentali e nazionali. Ai cinque esperti che si stanno contattando, uno per ogni continente, si affiancherà la riflessione sul tema da parte di tutti i partecipanti che potranno offrire il proprio contributo mediante una traccia comune di lavoro.

A servizio della Chiesa e secondo lo spirito delle Costituzioni salesiane (art. 34), l’Istituto di Catechetica di Roma continua a dare il suo contributo di riflessione e di promozione per una nuova catechesi e una rinnovata evangelizzazione dei popoli, delle comunità e degli uomini e delle donne di questo tempo, con una naturale e congeniale preferenza per le nuove generazioni.

Giornata Missionaria Salesiana 2021: “Un solo Padre, una sola Famiglia”

“Sentirsi figli dello stesso Padre e, quindi, fratelli, è la sfida più bella e importante che possiamo portare avanti, mostrando la nostra solidarietà con tutti, partendo dai gesti più semplici”
Settore per le Missioni Salesiane

Sono pronti i video della Giornata Missionaria Salesiana 2021 “Un solo Padre, una sola Famiglia – Solidarietà Missionaria come Primo Annuncio”. Provenienti da tutto il mondo, i video rappresentano una testimonianza dell’unità della Famiglia Salesiana, che si è messa in moto per rispondere ai bisogni dei più poveri e annunciare il messaggio del Vangelo. Di seguito la comunicazione ANS.

I video sono sei: cinque regionali e uno di sintesi, realizzato grazie al contributo dell’Ispettoria dell’Italia Meridionale (IME).

In Africa, la varietà e l’enorme ricchezza di popoli e culture si è trovata unita nella lotta a Covid-19, e tutte le comunità nei 42 Paesi di presenza salesiana hanno risposto prontamente, capendo come fosse importante il contributo di tutti, anche attraverso gesti semplici e apparentemente piccoli, andando a coinvolgere tantissime persone diverse. Come sintetizza il titolo del video: “Le correnti più dolci di solidarietà sono quelle che scorrono di lato”.

In Europa le chiusure imposte dalla pandemia non hanno fermato lo zelo evangelizzatore e si sono ideate nuove modalità per stare vicini ai giovani, come l’oratorio online realizzato in Slovacchia: anche il mondo digitale può essere un campo di testimonianza cristiana. “Siamo vicini alle persone e testimoniamo Dio nel mondo digitale” è il senso di questo contributo.

In Asia Sud, in India, i lavoratori migranti, scartati dalla società, hanno incontrato il sorriso e il cuore aperto di un vasto movimento di persone che si sono prese cura di loro, realizzando il motto “Vasudhaiva Kutumbakam”, “Tutto il mondo è una famiglia”. “Il cuore dell’immigrato solo, senza lavoro e abbandonato, desidera riunirsi con la sua famiglia a migliaia di chilometri di distanza” si afferma nel video.

Il video dell’America racconta l’esperienza della “Fundación Don Bosco” in Perù, che avendo visto come la pandemia abbia aumentato il divario all’interno della società e abbia colpito le famiglie più povere, ha messo in pratica l’opzione preferenziale per i poveri ed è riuscita a mostrare il volto misericordioso di Gesù. “L’amore del Padre è incondizionato e abbraccia tutti, soprattutto coloro che si trovano nelle periferie”, ricorda il quarto video.

Dalla regione Asia Est e Oceania, e in particolare in Thailandia, la splendida collaborazione tra i gruppi della Famiglia Salesiana ha reso esplicito il significato di sentirsi una famiglia nella quale ognuno si prende cura degli altri: “Siamo tutti sulla stessa barca”, come ha ricordato Papa Francesco nella preghiera davanti una piazza San Pietro deserta, il 27 marzo 2020. “La Famiglia Salesiana si riunisce per servire la famiglia umana” è il messaggio, in sintesi, dell’ultimo video.

La Giornata Missionaria Salesiana invita tutti a mobilitarsi con la solidarietà, come segno di speranza e primo annuncio della fede. Richiama ad essere uniti in una sola Famiglia per andare incontro ai fratelli più bisognosi con gesti di carità ispirati dalla Fede in Dio padre.

Tutti i video sono disponibili, in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese, sul canale Youtube “Settore per le Missioni Salesiane”.

Sabato Santo: Mons. Cesare Nosiglia in preghiera di fronte alla Sindone

Nella giornata di oggi, mons. Cesare Nosiglia ha dato l’annuncio che per il 3 aprile, Sabato Santo,  alle ore 17.00 (diretta sui social dalle 16.30) sarà in preghiera dalla Cattedrale di Torino di fronte alla Sindone. Di seguito il messaggio integrale di Nosiglia.

In questi tempi tormentati abbiamo bisogno di alimentare e comunicare la nostra speranza. E per noi credenti il modo più efficace di accrescere la speranza del mondo intero è la preghiera comune, il mettersi in ginocchio di fronte al Signore.

Per questo celebriamo, anche nel prossimo Sabato Santo, giorno del silenzio davanti al sepolcro del Signore ma anche dell’attesa della sua risurrezione una speciale liturgia di fronte alla Sindone che ci ricorda questo evento centro vivo della nostra fede e della nostra speranza.

L’appuntamento è dunque per sabato 3 aprile, alle 17, dalla Cattedrale di Torino. La liturgia sarà trasmessa in diretta su TV2000 e il segnale raggiungerà, tramite i satelliti, il mondo intero, grazie alla collaborazione della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Centro televisivo vaticano. Alla diretta televisiva si accompagnerà la presenza sui social media, per permettere a un pubblico il più vasto possibile di partecipare a questo momento. La diretta sui social media inizierà infatti alle ore 16.30, con interventi e testimonianze che preparano alla contemplazione della Sindone.

La preghiera di fronte alla Sindone in questo 2021 non è una semplice ripetizione di quella celebrata nel 2020. Lo scorso anno ci trovavamo in una situazione di emergenza completamente sconosciuta; oggi siamo più consapevoli delle difficoltà da affrontare e degli impegni che possiamo prendere. Soprattutto, abbiamo capito che la prima nostra forza si trova nel continuare con coraggio la vita e aiutare quanti si trovano in difficoltà e necessità.

E per noi, Chiesa di Torino con le altre diocesi del Piemonte, continuare significa mantenere gli impegni presi. Attendevamo a fine 2020 i giovani di tutta Europa radunati dalla Comunità di Taizé. Questo impegno è stato spostato ai giorni dopo il Natale 2021; l’ostensione straordinaria della Sindone era la proposta della Chiesa torinese a tutti i giovani. E speriamo vivamente di poterla celebrare. Perché il cammino avviato con la Comunità di Taizé si è rivelata l’occasione di approfondire non solo la nostra capacità di accoglienza ma, prima di tutto, il senso del nostro essere «fratelli». Fratelli tutti, figli di un unico Padre, al di là delle distinzioni di nazionalità, lingua e religione.

La preghiera dal Duomo vedrà la partecipazione dei giovani torinesi coinvolti nel cammino di preparazione, che proporranno anche alcune testimonianze sul dolore e la speranza che hanno caratterizzato questo ultimo anno.

Ho voluto ancora invitare i rappresentanti delle istituzioni di Torino e del Piemonte, perché rappresentino di fronte alla Sindone il popolo intero delle nostre terre. Rimango convinto, infatti, che il Telo è una realtà che parla a tutti, al di là delle differenti convinzioni di cultura e al di là delle diversità di fede. L’immagine sindonica, che Torino custodisce da quasi 5 secoli, testimonia dolore e morte ma anche – e con quanta maggiore forza! – risurrezione e vita eterna che apre alla carità, alla fratellanza di ogni persona. Davanti alla Sindone possiamo davvero nuovamente esclamare, con il cuore rivolto al Signore: «il tuo amore è per sempre».

Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa

Molte novità nel nuovo volume dell’Epistolario di Don Bosco

In libreria il nono volume dell’Epistolario di Don Bosco. Di seguito maggiori informazioni pubblicate dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Roma) – Da giorni è ormai in libreria, edito dall’Editrice LAS dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, il nono volume dell’Epistolario di Don Bosco, curato, come i precedenti, da don Francesco Motto, SDB, già Direttore dell’Istituto Storico Salesiano (ISS) e attuale Presidente dell’Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA). Un volume di 605 pagine, di formato superiore allo standard, contenente 469 lettere, scritte e talora solo firmate da Don Bosco nel triennio 1884-1886 (lett. 3956-4424). Un complesso di testi che, si può dire, riscrivano in qualche modo la storia di Don Bosco sul finire della vita.

In effetti il 40% delle lettere è inedito, per cui vengono alla luce molti corrispondenti ignoti alla storia salesiana: italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, belgi, polacchi, inglesi, tedeschi, austriaci, ungheresi, cileni, argentini, uruguaiani, brasiliani… Pagina dopo pagina si apre davanti al lettore un caleidoscopio di personaggi della società civile e di quella ecclesiastica in stretto contatto con Don Bosco per i più diversi motivi.

Ne ha fatta di strada il ragazzo di campagna di Castelnuovo, lo studentello-lavoratore e povero seminarista di Chieri, il semplice prete-studente del Convitto di Torino che attirava a sé i ragazzi semiabbandonati della città con i quali poteva comunicare solo in dialetto! Il nome “Don Bosco” negli anni Ottanta del secolo XIX risuonava in Italia e all’estero, ivi comprese le gelide terre magellaniche e qualche torrida città dell’India: in corti imperiali e in regge, in castelli e in ville patrizie, in palazzi episcopali e in ministeri, in redazioni dei giornali e in consigli comunali, ma anche in semplici canoniche, in umili case di contadini, in conventi di religiosi e religiose, in seminari e per le strade, sulla bocca di giovani di varie parti d’Europa e d’America Latina.

I lettori poi si accorgeranno subito che molte lettere (circa un terzo) sono scritte in francese, una lingua che Don Bosco conosceva a mala pena e che scriveva un po’ a modo suo. Il fatto non è irrilevante e la lettura della corrispondenza ne offre la spiegazione. I vari viaggi di Don Bosco sulla Costa Azzurra, fino a Marsiglia, nei primi anni Ottanta, il trionfale viaggio a Parigi nel 1883, l’edizione di “biografie” in lingua francese, la stampa cattolica lo avevano fatto conoscere oltralpe come il San Vincenzo de Paoli del XIX secolo, il possente taumaturgo dell’Ausiliatrice, perfino l’uomo in grado di risolvere la questione sociale. E dunque andava aiutato, finanziato da quanti avevano a cuore il problema dei ragazzi a rischio. È soprattutto una cerchia di benefattori francesi, alcuni generosissimi, che in questi anni sostiene economicamente l’opera salesiana, mentre la stessa Francia paradossalmente sta conducendo una dura lotta contro la Chiesa, le sue istituzioni, soprattutto le opere dei religiosi.

Inoltre, nel triennio considerato, ci troviamo di fronte ad un Don Bosco settantenne (dell’epoca!), seriamente ammalato, sia pure con pause di relativo benessere, ma di giorno in giorno sempre più “ombra di se stesso”. In moltissime lettere è costretto a giustificare per motivi di salute il ritardo nella risposta, la loro brevità, la pessima grafia, la necessità di servirsi di un segretario anche solo per concludere la lettera. Eppure, con prevedibile fatica fisica e psichica, non cessa di scrivere personalmente a particolari autorità civili e religiose, ad alcuni confratelli, a determinati benefattori, a illustri personaggi mai conosciuti di persona. Tutto ciò ha un suo significato.

Infine, come tutti gli altri otto volumi precedenti, anche questo nono volume di lettere consente di distinguere fra quelle autografe di Don Bosco, quelle di cui ha steso la minuta (poi ricopiata dal segretario e da lui sottoscritte), le lettere redatte da altri e da lui semplicemente firmate, le circolari a stampa preparate dai collaboratori, ma portanti sempre la sua firma. In evidenza sono Don Rua e due redattori del “Bollettino Salesiano”, don Bonetti e don Lemoyne, quest’ultimo in particolare diventato in quegli anni segretario di concetto di Don Bosco e segretario del Capitolo superiore. A lui si devono commoventi lettere a singoli salesiani, alcune circolari, la circolare di nomina di Don Rua a Vicario di Don Bosco con pieni poteri (1885) e soprattutto le due lettere da Roma del 1884, tanto commentate nel loro contenuto, quanto non prive di problemi di ecdotica e di critica testuale.

Se l’infanzia di Don Bosco, la sua giovinezza, le primissime esperienze di Valdocco sono conosciutissime, grazie all’affascinante narrazione aneddotica delle Memorie dell’Oratorio e alle fantasiose fiction televisive, attente all’audience più che al dato storico, per Don Bosco adulto e per Don Bosco anziano, instancabile nel lavorare per i giovani “fino all’ultimo respiro” (lett. 4.192), la fonte principale ed ineludibile sono le sue lettere: una sorta di autobiografia quotidiana, scritta a sua insaputa, esente dai limiti intrinseci al genere letterario delle Memorie e storicamente molto più attendibile di altre fonti continuamente citate.

Ora non rimane che attendere l’ultimo volume dell’epistolario, il decimo, che raccoglierà le lettere dell’anno 1887, del gennaio 1888 e quelle rinvenute dopo la pubblicazione dei singoli volumi. Quello finale offrirà anche gli indici complessivi dell’intero corpus epistolare del santo di Valdocco, ricco di poco meno di 5.000 lettere.

Bosco Giovanni, Epistolario. Introduzione, testi critici e note a cura di Francesco Motto. Volume nono (1884-1886), lett. 3956-4424. (= ISS – Fonti, Serie prima, 16). Roma, LAS 2021, 605 p.

Libro: “Don Paolo Albera maestro di vita spirituale” – Editrice Las

Nel centenario dalla morte di don Albera, la casa editrice Las sta per pubblicare un volume a lui dedicato del titolo “Don Paolo Albera maestro di vita spirituale” a cura di Don Aldo Giraudo.

È in fase di stampa il volume dedicato a don Paolo Albera nel centenario della sua morte (1921-2021): A. GIRAUDO, “Don Paolo Albera maestro di vita spirituale“, Roma, LAS, 2021, 220 pp., € 15,00

Il volume è diviso in tre sezioni. La prima (120 pp.) presenta la biografia di don Paolo Albera. La seconda (40 pp.) espone i punti nodali del suo magistero spirituale. La terza (60 pp.) contiene un’antologia dei testi più significativi tratti dalle sue Lettere circolari ai salesiani.
Obiettivo principale è far conoscere la figura, l’opera e la spiritualità di questo discepolo di don Bosco, che ha svolto un ruolo decisivo nel consolidamento dell’opera salesiana in un momento storico particolarmente delicato.

Dalla Presentazione di don Ivo Coelho, superiore del Dicastero per la Formazione sdb

… In Paolo Albera abbiamo un uomo personalmente formato da don Bosco e uno dei figli suoi che più han contribuito alla trasmissione e propagazione del suo spirito e missione.
Il libro ci dà un ritratto molto espressivo della personalità e del formidabile contributo che il secondo successore di don Bosco ha offerto per lo sviluppo del
carisma salesiano…
La sua timida gentilezza contrasta con l’energia di Giovanni Cagliero, estroverso e vigoroso. Eppure, questo salesiano dei primi tempi manifesta non solo uno spiccato spirito di iniziativa e un’invidiabile capacità di conquistare i cuori, ma anche una sorprendente tenacia di carattere…

Dalle pagine di questo volume emerge un uomo che ha curato con particolare attenzione i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice in formazione…
Particolarmente impressionante è la sua abitudine a leggere, meditare, prendere nota e fare suoi i tanti scritti di spiritualità che approfondiva. Di questa sua intensa e costante dedizione si colgono i frutti nel servizio che offriva come guida spirituale a salesiani, suore e cooperatori e negli innumerevoli esercizi spirituali che predicava.

Da Rettor Maggiore, don Albera ha continuato a dare grande valore alla vita di preghiera e di studio come fonte di fecondità apostolica. Faceva appello costantemente a don Bosco, quel don Bosco che lo aveva guidato, fin da ragazzo, a una vera sequela del Signore: “Tutto e solo per Gesù!”.
L’amore per lo studio lo ha aperto ad apprezzare in modo nuovo quel che Francesco di Sales era stato per don Bosco. È quanto viene alla luce particolarmente nella seconda parte del libro, che fa percepire il fuoco ardente sotto una esperienza di vita quanto mai intensa e piena, e così pure si coglie dall’antologia degli scritti di Paolo Albera, nella terza parte.

I primi salesiani erano uomini profondamente toccati da don Bosco, ma ognuno riflette il suo carisma in modo diverso…
Tra questi padri dell’Opera Salesiana, Paolo Albera si distingue come maestro di vita spirituale, per la sua capacità di cogliere il cuore di don Bosco e di comunicarlo ai salesiani e ai membri della crescente Famiglia Salesiana.
Attraverso di lui siamo in grado di entrare in contatto con le fonti del carisma salesiano in un modo finora inesplorato…