Presepi in mostra anche se «virtuali»

Sulle pagine del Nuovo Braidese del 12 dicembre e di La Bisalta del 17 dicembre viene pubblicata una notizia sulla ventunesima edizione della mostra di presepi, che quest’anno sarà disponibile come mostra digitale sul web. Inoltre l’articolo riporta la benedizione del presepe presente nella Basilica di Maria Ausiliatrice da parte di Mons. Cesare Nosiglia, avvenuta durante la celebrazione della Santa Messa dell’Immacolata. Di seguito il testo integrale della notizia:

Con le tradizionali mostre di Presepi interdette dalla pandemia segnaliamo volentieri una mostra proposta dai Salesiani Don Bosco di Torino. Si tratta della visita virtuale, alla 21a edizione della Mostra di Presepi della Basilica di Maria Ausiliatrice che quest’anno sarà visitabile online sul sito presepi.basilicamariaausiliatrice.it in modo da offrire a chiunque lo desideri la possibilità di condividere il piacere del presepe, in maniera libera e gratuita. La mostra quest’anno si compone di 83 opere. La visita online presenta un ampio reportage fotografico e descrittivo di ciascuna postazione, così da poter rivivere la gioia del Natale che ogni presepe trasmette in un mix di stili e materiali differenti. In occasione della celebrazione della solennità dell’Immacolata presso la Basilica Maria Ausiliatrice, Mons. Cesare Nosiglia, vescovo della diocesi di Torino, oltre a benedire il presepe presente in Basilica, segno visibile della preparazione dei fedeli al Natale, si è recato all’interno della Mostra dei Presepi per salutare i presepisti della XXI edizione. La Mostra nasce da un’idea di don Morra che, per numerose edizioni, ha gestito l’iniziativa, poi seguita nel 2016 da don Alberto Guglielmi che ha articolato l’esposizione per aree geografiche: Asia, Africa, Americhe, Europa. Renzo Bailo, responsabile dei volontari della Basilica di Maria Ausiliatrice, sta portando avanti la tradizione cercando di innovarla creando collaborazioni che variano di anno in anno.

L’appello missionario 2021 del Rettor Maggiore

Martedì 8 dicembre 2020, data cara a tutti salesiani poiché ricorda l’inizio dell’opera di Don Bosco per i giovani poveri ed abbandonati, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, ha rivolto a tutti i confratelli l’appello missionario per l’anno 2021.

Con questo appello, il Rettor Maggiore invita tutti i salesiani di tutte le Ispettorie del mondo a rivivere la generosità e la vitalità missionaria all’inizio della Congregazione, e a rispondere alle esigenze missionarie, in particolare:

– nelle presenze in Amazzonia e in alcune frontiere missionarie dell’America Latina;

– nelle presenze salesiane al servizio dei rifugiati e nelle nuove frontiere dell’Africa;

– in Lituania, Bulgaria e nelle altre nuove frontiere del Progetto Europa;

– in Azerbaijan, Laos, Nepal, Mongolia, Jacuzia;

– nelle numerose presenze nelle isole dell’Oceania.

“Miei cari confratelli prego per questo e affido questa intenzione all’intercessione della nostra Madre Immacolata e Ausiliatrice, chiedendo a Don Bosco di continuare ad alimentare nei suoi salesiani lo stesso ardore missionario da lui vissuto”.
(Rettor Maggiore – don Ángel Fernández Artime)

Il Papa indice l’anno di San Giuseppe

Da Vatican News

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Isabella Piro – Città del Vaticano

Padre amato, padre nella tenerezza, nell’obbedienza e nell’accoglienza; padre dal coraggio creativo, lavoratore, sempre nell’ombra: con queste parole Papa Francesco descrive, in modo tenero e toccante, San Giuseppe. Lo fa nella Lettera apostolica Patris corde, pubblicata oggi in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione dello Sposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica. Fu il Beato Pio IX, infatti, con il decreto Quemadmodum Deus, firmato l’8 dicembre 1870, a volere questo titolo per San Giuseppe. Per celebrare tale ricorrenza, il Pontefice ha indetto, da oggi all’8 dicembre 2021, uno speciale “Anno” dedicato al padre putativo di Gesù. Sullo sfondo della Lettera apostolica, c’è la pandemia da Covid-19 che – scrive Francesco – ci ha fatto comprendere l’importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Proprio come San Giuseppe, “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.

San Giuseppe, infatti, ha espresso concretamente la sua paternità “nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia”. E per questo suo ruolo di “cerniera che unisce l’Antico e Nuovo Testamento”, egli “è sempre stato molto amato dal popolo cristiano” (1). In lui, “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini. “Solo la tenerezza ci salverà dall’opera” del Maligno, sottolinea il Pontefice, ed è incontrando la misericordia di Dio soprattutto nel Sacramento della Riconciliazione che possiamo fare “un’esperienza di verità e tenerezza”, perché “Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene e ci perdona” (2). Giuseppe è padre anche nell’obbedienza a Dio: con il suo ‘fiat’ salva Maria e Gesù ed insegna a suo Figlio a “fare la volontà del Padre”. Chiamato da Dio a servire la missione di Gesù, egli “coopera al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro di salvezza” (3).

Al tempo stesso, Giuseppe è “padre nell’accoglienza”, perché “accoglie Maria senza condizioni preventive”, un gesto importante ancora oggi – afferma Francesco – “in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla donna è evidente”. Ma lo Sposo di Maria è pure colui che, fiducioso nel Signore, accoglie nella sua vita anche gli avvenimenti che non comprende, lasciando da parte i ragionamenti e riconciliandosi con la propria storia. La vita spirituale di Giuseppe “non è una via che spiega, ma una via che accoglie”, il che non vuol dire che egli sia “un uomo rassegnato passivamente”. Anzi: il suo protagonismo è “coraggioso e forte” perché con “la fortezza dello Spirito Santo”, quella “piena di speranza”, egli sa “fare spazio anche alla parte contraddittoria, inaspettata, deludente dell’esistenza”. In pratica, attraverso San Giuseppe, è come se Dio ci ripetesse: “Non abbiate paura!”, perché “la fede dà significato ad ogni evento lieto o triste” e ci rende consapevoli che “Dio può far germogliare fiori tra le rocce”. Non solo: Giuseppe “non cerca scorciatoie”, ma affronta la realtà “ad occhi aperti, assumendone in prima persona la responsabilità”. Per questo, la sua accoglienza “ci invita ad accogliere gli altri, senza esclusione, così come sono”, con “una predilezione per i deboli” (4).

 

 

Impegno Sociale e Politico: Salesiani Cooperatori ed Exallievi insieme per l’Alta Formazione allo IUSVE

Il sogno di Don Bosco continua!

L’Associazione dei Salesiani Cooperatori e la Federazione Italiana Exallievi e Exallieve di Don Bosco, i due grandi rami laici della Famiglia Salesiana, hanno annunciato ieri, 8 dicembre 2020 – Festa dell’Immacolata – l’avvio dal mese di febbraio 2021 del primo Corso universitario di Alta Formazione all’impegno Sociale e Politico che si volgerà grazie alla preziosa collaborazione dello IUSVE – Istituto Universitario Salesiani di Venezia.
Un percorso formativo di elevato livello, grazie anche alla partecipazione di docenti ed esperti di fama nazionale ed internazionale, incentrato sulla Dottrina Sociale della Chiesa declinata secondo il carisma salesiano, per formare Onesti Cittadini impegnati nel mondo per un futuro migliore.

“Dopo due anni dall’avvio dell’animazione del settore Socio-Politico – spiega Italo Canaletti, responsabile con Andrea Zapparoli del settore socio-politico per i Salesiani Cooperatori della Regione Italia, Medioriente e Malta – è nata l’esigenza di formarsi in modo strutturato. Oltre all’aspetto sociale, oltre all’animazione, c’era bisogno di inquadrare le persone, di formarle appunto. Durante il periodo del lockdown abbiamo organizzato un ciclo di incontri sulla Dottrina Sociale della Chiesa con don Marco Begato, e questo ci ha aiutati a capire che dovevamo pensare più in grande. Per la prima volta, poi, due rami della famiglia Salesiana si mettono insieme per affrontare questo impegno: per continuare il sogno di Don Bosco”.

“Come Exallievi portiamo avanti la missione di Don Bosco di formare quegli “onesti cittadini” che sono indispensabili ai buoni cristiani, e viceversa – dice invece Valerio Martorana, direttore della storica rivista  Voci Fraterne che con Giovanni Costanza, presidente nazionale, ha seguito e curato il progetto -.  E quale esperienza migliore di fare vedere e usare le nostre ‘mani pulite’ se non quella di una alta formazione rivolta alle nostre associazioni? Il lavoro con i Salesiani Cooperatori poi è di squadra: dobbiamo testimoniare, con forza, all’esterno che siamo una famiglia che lavora insieme, che vuole il bene dei giovani anche attraverso l’impegno socio-politico”.

 

Giornate mondiali di Spiritualità Salesiana 2021: un’edizione speciale, innovativa, globale

A gennaio 2021 si svolgeranno le Giornate mondiali di Spiritualità Salesiana, in una forma, per questa edizione, che sarà quella dell’online. In un’intervista all’agenzia ANS, il delegato Centrale del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà, ne spiega la genesi.

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(ANS – Roma) – Nel contesto di una pandemia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo parlare di speranza può sembrare assurdo, e pensare di farlo coinvolgendo migliaia di persone addirittura folle. Ma magari, invece, si tratta solo di seguire i passi di un sognatore, Don Bosco. Per questo motivo il Delegato Centrale del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà, oggi conferma: “le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2021 si faranno”.

Don Joan Lluis, quando, dove e soprattutto come avrà luogo la 39a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS)?

Le Giornate si realizzeranno nel fine-settimana del 15-16-17 gennaio 2021 e, se le condizioni in quel momento lo permetteranno, la Messa conclusiva e alcune delle dirette avranno luogo a Torino-Valdocco. In ogni caso, la modalità per viverle sarà quella cui ci siamo abituati in questi mesi: a distanza, seppure in comunione.

Per le giornate del 15 e del 16, abbiamo previsto due tempi: un momento in comune per tutti, che si potrà seguire in diretta streaming in tutto il mondo – e che per ragioni di fuso orario avrà luogo tra le 13 e le 15:30 italiane (UTC+1); e un momento che invece sarà regionale, o zonale, nel quale i diversi Centri di Coordinamento che si stanno allestendo, grazie al materiale fornito loro dal Segretariato della Famiglia Salesiana e alle singole iniziative che riterranno opportune per le loro realtà, potranno completare l’offerta giornaliera.

Domenica, infine, ci sarà la Messa del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e un momento conclusivo in diretta per tutti. E poi, se vorranno, i Centri di Coordinamento potranno, certamente, offrire altri stimoli.

Ci parli dei Centri di Coordinamento…

Ne abbiamo istituiti diversi, secondo necessità linguistiche e operative. Ce ne sarà uno a Quito per l’America ispanofona, anglofona e francofona, e uno a Brasilia per i brasiliani; a Madrid un altro per gli spagnoli, uno a Lisbona per l’area portoghese europea e dell’Africa; dall’Italia si coordineranno le trasmissioni e l’animazione per i membri della FS che parlano italiano, inglese e francese, sia in Europa, sia in Africa. La Polonia pure avrà un suo centro, mentre gli anglofoni di India e Sri Lanka avranno il loro centro a Chennai, in India, e quelli dell’Asia Est e Oceania ce lo avranno a Timor Est.

Si sono già formati e stanno perfezionando il materiale che abbiamo offerto loro, oltre a preparare altre risorse, come preghiere, interventi, interviste, pensieri per la “Buonanotte salesiana”…

È possibile delineare un programma, almeno per i momenti comuni?

Nella prima giornata avremo certamente la presentazione Giornate, la presentazione Strenna da parte del Rettor Maggiore, e un commento sul tema da parte di mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo. Nella seconda ci concentreremo soprattutto sulla condivisione delle “testimonianze di speranza” vissute nella Famiglia Salesiana: ascolteremo come i membri di diversi gruppi e Paesi hanno portato speranza in tempo di pandemia, ci parleranno, tramite video, giovani volenterosi di tutto il mondo, e ricorderemo dei testimoni credibili di speranza in tempi difficili, come mons. Giuseppe Cognata, SDB, che dopo anni di ingiuste accuse ora è in cammino nel processo di beatificazione, o Don Paolo Albera, II Successore di Don Bosco, che guidò la Congregazione nei difficili anni della Prima Guerra Mondiale, e di cui nel 2021 ricorrono i 100 anni dalla morte.

Perché non dobbiamo dimenticare, soprattutto, il significato delle GSFS in generale, e di queste in particolare.

E qual è?

Le GSFS servono ad approfondire il messaggio che il Rettor Maggiore affida alla Famiglia Salesiana con la Strenna. Quest’anno il tema è «Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)», e le Giornate tendono in particolare a far prendere coscienza di questo grande valore della speranza insito nel carisma salesiano, perché ciascun membro possa poi viverlo nella vita personale, comunitaria, apostolica, professionale, consacrata…

E questa organizzazione, che è una novità di quest’anno, motivata originariamente da un fatto contingente, quale la pandemia, credo servirà invece a coinvolgere molte più persone degli anni passati, e far sentire a tutti la realtà attiva e diffusa della Famiglia Salesiana nel mondo. In poche parole, alla globalizzazione della pandemia rispondiamo con la globalizzazione della speranza e dello spirito salesiano. E lo facciamo perché siamo radicati nella nostra fede, che ci dice, come ricorda la Strenna, che il Signore “fa nuove tutte le cose”.

Per finire, come partecipare, praticamente?

Per il programma comune non c’è bisogno di iscrizione. Basta accedere alla pagina Facebook di ANS alle ore indicate. Per partecipare al programma regionale gl’interessati dovranno iscriversi alle apposite piattaforme, di cui prossimamente verranno forniti gli indirizzi.

Gian Francesco Romano 

Missioni Don Bosco al “Sottodiciotto Film Festival & Campus 2020”

Missioni Don Bosco sarà presente al “Sottodiciotto Film Festival e Campus” che si svolge a Torino dal 4 all’ 8 dicembre 2020 attraverso delle visioni in streaming. Missioni Don Bosco assegnerà il premio “Missione Futuro” all’opera che meglio rappresenterà l’idea di scommettere sui giovani e sulle loro potenzialità. Di seguito viene riportato il testo integrale del comunicato ed il link per accedere alle piattaforme per seguire lo streaming:

Missioni Don Bosco al “Sottodiciotto Film Festival & Campus 2020”

 

Vicini ai giovani per sostenere il futuro

 

Dal 4 all’8 dicembre per il secondo anno la Onlus salesiana collabora con l’Aiace

– La sezione “Animare l’impegno” e il premio “Missione Futuro”

 

Secondo anno di partecipazione di Missioni Don Bosco al “Sottodiciotto Film Festival e Campus” che si svolge a Torino dal 4 all’ 8 dicembre 2020 in “formato Covid” dopo il lockdown primaverile che ha obbligato al rinvio della manifestazione. Proprio l’ostacolo della pandemia è diventato la ragione di più per dare sostegno a questa espressione della cultura e dell’arte dedicate al pubblico più giovane, giunta alla sua 21° edizione.

 

Missioni Don Bosco, organismo che sostiene la progettazione di interventi in campo minorile attraverso le opere salesiane presenti in 134 Paesi, ha il polso della condizione dei ragazzi e delle ragazze che si trovano a fronteggiare in tutto il mondo le conseguenze sociali di un fenomeno primariamente sanitario. Se oggi ne sono vittime in percentuale minima dal punto di vista dei ricoveri, le nuove generazioni patiscono le conseguenze a lungo termine del distanziamento fisico forzato, della riduzione dell’intervento formativo della scuola, della limitazione nelle pratiche sportive, della precarietà dell’offerta culturale.

Sono altamente apprezzabili dunque le iniziative che cercano di salvaguardare un poco almeno della “normalità” delle relazioni sociali e le opportunità di ritrovarsi intorno a un progetto culturale.

 

https://news.missionidonbosco.org/con-i-giovani-al-cinema-missioni-don-bosco-a-sottodiciotto/

 

La Onlus di Valdocco assegnerà domenica 6 dicembre alle 17 il premio “Missione Futuro” a uno dei cortometraggi concorrenti “Campus Short Film Competition”.

 

Il tema delle famiglie che caratterizza la 21° edizione di “Sottodiciotto” trova i salesiani, con la loro pedagogia della prevenzione, particolarmente sensibili. L’argomento costituisce infatti un interessante terreno di confronto fra esperienze e pensieri diversi. È positivo che l’arte cinematografica – che ha un fortissimo portato formativo per il pubblico – si interroghi in merito e lo faccia coinvolgendogli adolescenti non solo come spettatori ma anche come autori in diverse modalità.

“Riteniamo che l’attenzione a questo tema, la famiglia, come ad altri che risultano cruciali per le nuove generazioni, debba trovare negli operatori della cultura la delicatezza necessaria ad affrontare le questioni in maniera adatta a ciascun interlocutore, senza nascondere le problematicità e le divergenze ideologiche, avendo sempre consapevolezza del bene costituito dalle capacità dialogiche” ha commentato Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco.

 

La nostra Onlus ha inoltre proposto la creazione di una nuova sezione del Festival denominata “Animare l’impegno: lo sguardo di Raùl de la Fuente”: lo stesso 6 dicembre ci terrà la proiezione di due cortometraggi commissionati dai salesiani e promossi in Italia da Missioni Don Bosco:

o   alle 18,30 “Palabek”, sul campo profughi dei Sud Sudanesi in Uganda, che sarà presentato in collegamento Web dal regista Raùl de la Fuente;

o   alle ore 19,00 “Love” dello stesso regista sull’accoglienza e aiuto delle ragazze vittime della prostituzione in Sierra Leone, presentato dal direttore di Missioni Don Bosco Marco Faggioli.

 

La giornata del Festival sarà coronata della proiezione straordinaria – nella sezione Animazione – di “Ancora un giorno”, film vincitore all’European Film Awards e ai Goya, candidato al premio Oscar.  Come in una graphic novel, viene descritta l’esperienza del giornalista polacco Ryszard Kapushinski inviato in Angola nel 1975 per raccontare la guerra civile allora in corso.

Il lungometraggio è dello stesso Raùl de la Fuente, che interverrà per presentarlo insieme con Enrico Bisi, direttore del Festival Sottodiciotto, con Andrea Pagliardi, curatore della sezione Animazione, con Willie Peyote, autore della canzone finale della versione italiana del film. Missioni Don Bosco è stata promotrice di questo evento e Marco Faggioli, che con sua moglie ha vissuto una forte esperienza di volontariato con i salesiani in Angola in anni recenti, ne spiegherà le motivazioni.

Missioni Don Bosco auspica la progressione dell’esperienza di “Sottodiciotto” nella direzione dell’internazionalità proprio perché nel confronto e nello scambio – ormai inevitabilmente globale – di idee e di realizzazioni possa trovare adeguato rilievo ciò che viene prodotto nel “sud” del pianeta. I social media sono veicolo rapido di trasmissione, e l’attuale momento sta potenziandone l’uso tanto da consentire l’emersione di realtà periferiche fino a ieri ignorate. Tuttavia è insufficiente affidarsi solamente al criterio dei “mi piace” per dichiarare l’originalità di un artista o l’importanza di un’opera: le procedure di selezione da parte di un festival e la specifica eco che ne deriva sono uno strumento indispensabile per scegliere e per premiare prodotti di qualità. Per questa ragione apprezziamo “Sottodiciotto Film festival & Campus”.

Come ci auguravamo lo scorso anno alla nostra prima partecipazione al Festival torinese, l’obiettivo di Missioni Don Bosco è quello di intensificare le relazioni con insegnanti, educatori, operatori socio-culturali; in questo caso valorizzando la funzione formativa del cinema, la sua forza di annuncio e di denuncia, la sua educazione alla bellezza.

 

Tutte le proiezioni possono essere seguite in streaming.

Per accedere alla visione occorre accreditarsi nel sito myMovies.it o su Facebook.

“E’ ora di di CG28” – Approfondimenti sulle otto Linee Programmatiche

Riportiamo la notizia pubblicata il 3 dicembre sul sito di ANS Agenzia d’Informazione Salesiana, in merito alla serie di video in cui il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime approfondisce e spiega le otto Linee Programmatiche. Di seguito il primo video in cui si parla della Linea Programmatica ‘Salesiano di Don Bosco per sempre‘ ed il testo integrale della notizia:

 A conclusione del Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana, e per favorire la diffusione tra tutti i salesiani dei contenuti e delle consegne di quell’assise, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha inaugurato una serie di video – “È ora di CG28” – nella quale approfondisce volta per volta una delle otto Linee Programmatiche per il nuovo sessennio contenute nel documento “Riflessioni post-capitolari”.

“È arrivata il momento di fare vita di quello che abbiamo riflettuto e pensato”, esordisce il Rettor Maggiore, in questo primo video, che introduce e spiega la prima Linea Programmatica: “SALESIANO DI DON BOSCO PER SEMPRE. Un sessennio per crescere nell’identità salesiana”. L’iniziativa proseguirà con un video ogni tre mesi circa, per completare in questo modo, nell’arco di circa due anni, la presentazione di tutte e otto le linee programmatiche.

Il video, della durata di cinque minuti, è già oggi disponibile – in italianospagnoloinglesefrancese e portoghese – nei canali linguistici di ANSChannel. Prossimamente è prevista la diffusione del video sottotitolato anche in altre lingue.

 

Il calendario dell’Avvento di Missioni Don Bosco: richiamo quotidiano a chi nel mondo lotta contro il Covid-19

Pubblichiamo il comunicato stampa di Missioni Don Bosco sull’iniziativa legata all’Avvento.

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Aperta ieri la prima finestra del calendario dell’Avvento a Missioni Don Bosco a Torino Valdocco: una finestra reale affacciata su piazza Maria Ausiliatrice. Con le altre che via via si apriranno richiamerà i giorni di attesa del Natale, come avviene tradizionalmente in molte città dell’Europa centrale.

La particolarità di questo “calendario gigante” è che associa ogni giorno a un progetto attuato (in molti casi ancora in corso) per l’accompagnamento nella lotta al Covid e alle sue conseguenze economiche e sociali nel mondo: comunità del Sud del pianeta nelle quali i missionari sono rimasti al loro posto, condividendo il rischio della pandemia che ha fatto registrare vittime anche fra di loro.

Per questo Natale non abbiamo un progetto specifico da evidenziare” spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco, “bensì un fascio di iniziative dei salesiani in tutto il mondo a sostegno delle persone che risultano più fragili nell’emergenza Covid-19”.

Da inizio anno si sono attivati gli interventi per le emergenze:

–          soccorso alimentare ed economico soprattutto per la popolazione che non ha più reddito dai lavori pagati a giornata;

–          mobilitazione dei volontari e degli allievi delle scuole salesiane nelle iniziative sanitarie e di distribuzione di aiuti, compresa la fabbricazione di mascherine;

–          sensibilizzazione e informazione preventiva nei quartieri periferici e nei villaggi rurali;

–          rifugio per i malati da tenere lontani dalle famiglie anche nelle precarie condizioni dei profughi.

Il calendario dell’Avvento vuole ricordare ad amici e benefattori l’importanza dell’aiuto dato quest’anno, con l’invito di andare a visionare ogni giorno un progetto attuato, digitando “Covid” nel motore di ricerca del sito  https://news.missionidonbosco.org/

L’intenzione è di sollecitare tutti a guardare oltre la situazione italiana e non dimenticare le necessità di chi già viveva in situazioni di emergenza sanitaria e alimentare e oggi affronta a mani vuote le avversità della pandemia.

Il calendario si concluderà con l’invito a seguire il Concerto di Natale in Vaticano (Aula Nervi) che il 24 dicembre Canale 5 trasmetterà in prima serata a sostegno della campagna globale contro il Covid-19.

Siamo a disposizione dei giornalisti per attivare, quando possibile, un contatto nei vari Paesi per una testimonianza diretta dei missionari.

Segue una riflessione su questo Natale diverso da quello a cui eravamo abituati.

Un Natale diverso?

Il Natale del 2020 sarà “diverso”, ma solo in superficie. Per chi celebra la festa della nascita di Gesù non sarà certo la mancanza delle corse frenetiche al regalo, delle stressanti preparazioni del cenone della vigilia, dei cine-panettoni che sgombrano la mente dai pensieri, a modificare lo spirito con cui prepararsi al 25 dicembre.

Anzi, da un certo punto di vista la precarietà nella quale ci troviamo potrebbe aiutarci a percepire qualche aspetto della natività che rimaneva in ombra. Se depuriamo l’immagine del presepe dal pur legittimo aspetto del “sogno”, ritroviamo la condizione di preoccupazione e di operosità della famiglia di Nazareth che vive la nascita del figlio (forse accelerata dal viaggio e comunque resa precaria dalla inadeguatezza del ricovero) lontano da casa e dalle sicurezze.

Con tutto ciò, non dobbiamo rinunciare a dare dei segnali di avvicinamento alla grande Festa portando il carico positivo di poesia, di tradizione, di speranza che essa ci comunica. Per questo Missioni Don Bosco ha deciso anche quest’anno di “contare” i giorni che portano alla ricorrenza, numerando le finestre che affacciano su piazza Maria Ausiliatrice.

È il terzo anno che questa modalità espressiva, tipica della Mitteleuropa, è entrata a fra parte di una consuetudine dei salesiani a Valdocco. “Nonostante tutto, dobbiamo sforzarci di trasmettere il senso dell’Avvento, dell’attesa di Chi può salvarci davvero” spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco. “Anche il segno materiale di un calendario che tutti vediamo svelarsi giorno per giorno può richiamarci al valore di un’aspettativa condivisa, al Dio che entra nel nostro tempo e nella nostra storia”.

Per questo, dal 1 al 25 dicembre la facciata di Valdocco si colorerà delle “finestre” disegnate dal coadiutore salesiano Luigi Zonta, contenenti rimandi ai simboli della tradizione e fonte di una colorata allegria. Ciò consentirà di mostrare ai piccoli la pazienza necessaria per far maturare gli eventi, agli anziani di godere del tempo ancora affidato a loro, a tutti i frequentatori di Maria Ausiliatrice il ciclo della vita che si rinnova sul piano storico e spirituale.

Il Natale al tempo del Covid – si spera l’unico o almeno, nella fondata previsione di soluzioni mediche decisive dopo Capodanno, il più preoccupato per la diffusione del virus – va vissuto come tempo propizio, e non come una beffa al nostro senso di onnipotenza o come castigo di un dio o della natura. Propizio per percorrere consapevolmente l’attesa come tempo di educazione dello spirito, come tempo per sfrondare le abitudini meno necessarie, come tempo per predisporci al bello e al buono promessi dal Dio-con-noi.

La debolezza dell’essere umano che richiede un supplemento di Grazia per affrontare la vita è una dimensione da considerare bene in questo periodo di globalizzazione delle paure. Quanto anche occorre considerare la fiducia che il Creatore ripone in ogni essere umano, pur immerso in questa fragilità, dimostrata dalla disponibilità ad assumere la nostra stessa condizione da parte Sua.

Se saremo meno abbagliati dalle luci sfavillanti o dai fuochi d’artificio, forse i nostri occhi potranno aprirsi sulla realtà in maniera più lucida, disponendoci a vedere nel buio di una stalla la nuova vita donata a chi riconosce di essere amato dal Padre.

“Quali Salesiani per i giovani di oggi?”. Don Marcoccio illustra e spiega il percorso formativo

Sul sito di ANS – Agenzia d’informazione salesiana, in data 27 novembre è stata pubblicata un intervista al Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC), don Francesco Marcoccio in merito al percorso di incontri Online organizzato dal CISI – Settore formazione e dal Centro Studi ‘Opera Tabernacoli Viventi’. Di seguito il testo integrale dell’intervista:

Per approfondire i contenuti del Capitolo Generale 28° (CG28), la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione e il Centro Studi “Opera Tabernacoli Viventi” hanno organizzato un percorso di incontri online. Ad illustrarcelo nei dettagli oggi è don Francesco Marcoccio, Vicario e Delegato per la Formazione della Circoscrizione Italia Centrale (ICC).

Com’è nata l’idea di questo percorso e quali sono i risultati attesi?

Leggendo con attenzione, e quasi in sinossi, la lettera di Papa Francesco, i punti programmatici del Rettor Maggiore per il sessennio e i tre nuclei del CG 28 è risuonata un’interessante convergenza sulla parola “presenza”.

Papa Francesco nella lettera al CG28 ha richiamato il carisma della presenza per mostrare che l’educatore pone la sua fiducia nell’azione del Signore. La presenza del salesiano, in particolare si riferisce al coadiutore, è gratuita e gioiosa in mezzo ai giovani. Inoltre, come quella di mamma Margherita e delle donne dei nostri ambienti, è una presenza reale, effettiva ed affettiva, che si declina come ospitalità e come casa.

Il Rettor Maggiore nel discorso finale e nelle linee programmatiche per il sessennio pone l’apice delle sfide nella profondità carismatica, il cui fondamento è la relazione con Gesù Cristo, e nel vivere il “sacramento salesiano” della presenza.

Il CG28 al n° 37 ha indicato nella sinodalità missionaria la via per la conversione del cuore e della mente, la direzione della Pastorale Giovanile e la modalità per realizzare negli uomini e nelle donne di comunione la costruzione dello spirito di famiglia e la condivisione della missione. Al n° 3 ha inoltre indicato nel campo dell’affettività, con tutte le questioni legate al genere e all’identità sessuale, una sfida alla nostra visione antropologica. Ecco indicati alcuni modi per essere “presenti” a fianco e in mezzo ai giovani.

Dalla lettura di tali stimoli è nata l’idea di un percorso di incontri principalmente rivolto ai salesiani, ma che da subito è stato condiviso con i laici e gli altri membri della Famiglia Salesiana. Il Centro Studi dei Tabernacoli Viventi e la CISI – Settore Formazione hanno condiviso l’obiettivo che mira ad evidenziare l’identità carismatica del salesiano nel vivere la grazia di unità e la sua interiorità apostolica come due facce della stessa medaglia: la profonda unione con Dio e la passione apostolica verso i giovani. L’obiettivo è quello di approfondire la nostra identità carismatica riscoprendo la centralità della relazione personale con il Signore Gesù.

Come mai, tra le 8 priorità indicate nella Lettera Programmatica del Rettor Maggiore, il corso si concentra proprio sulla priorità del “sacramento salesiano” della presenza?

Tra le espressioni più “ad effetto” usate dal Rettor Maggiore c’è proprio quella riguardante il “sacramento salesiano” della presenza. Per qualche teologo sarebbe sicuramente un’espressione ambigua o comunque da precisare, tuttavia il Rettor Maggiore credo che abbia voluto segnalare che l’essere “segno e portatori dell’amore di Dio ai giovani” è l’identità profonda del salesiano. Il vivere non solo per i giovani, ma con i giovani, in mezzo a loro, “portando” la presenza di un Altro, che è il Signore Gesù buon pastore, attraverso la persona stessa del salesiano, rappresenta il dono più prezioso per i giovani. La Congregazione nasce per ispirazione divina proprio per questo motivo.

Sono previste altre iniziative per approfondire le altre priorità del sessennio?

Sicuramente ci sono anche altre priorità indicate dal RM: i giovani più poveri, la missione condivisa con i laici, la generosità missionaria, la sfida di un futuro sostenibile. Anche il CG28 ne ha indicate altre: l’educazione affettiva, la presenza nel mondo digitale, la prevenzione degli abusi. Papa Francesco ci ha ricordato, inoltre, che la formazione avviene nella missione e non solo per la missione. Sarebbe davvero bello, se ogni anno, si riuscisse a mettere a fuoco una priorità e svilupparla come una parte a beneficio del tutto, un po’ come le beatitudini: se uno riesce a viverne bene una, anche tutte le altre si amplificano e crescono.

La metodologia è stata suggerita dalla situazione della pandemia o si ritiene utile e valida in sé, da mantenere anche in futuro?

La metodologia dell’intervista in diretta Facebook e delle domande in chat attraverso una piattaforma è stata suggerita dall’attuale pandemia, ma è anche la modalità che riesce a coinvolgere il maggior numero di comunità salesiane e persone che vivono a notevole distanza. Credo che sia la prima volta che una serie di incontri formativi si rivolga a tutte le case salesiane d’Italia e Medio Oriente. Si potrebbe mantenere anche per il futuro, ormai le dirette streaming hanno lanciato una nuova modalità di formazione.

In che modo è coinvolto il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” e in cosa consiste la sua “mission”?

Il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” ispirato alla vita della serva di Dio e cooperatrice salesiana Vera Grita, della quale è stata introdotta a Dicembre 2019 la causa di beatificazione, e al suo direttore spirituale salesiano don Gabriello Zucconi, si pone l’obiettivo di approfondire dal punto di vista teologico i contenuti dei quaderni scritti da Vera tra il 1967 e il 1969, di coglierne la portata dal punto di vista spirituale e salesiano, di diffondere nella Congregazione e nella Chiesa il messaggio eucaristico e mariano contenuto nei quaderni.

Finora il centro studi ha pubblicato due testi: “Portami con te” (2017), il Diario spirituale di Vera Grita e “Vera Grita, una mistica dell’Eucaristia” (2019) contenente la corrispondenza epistolare di Vera Grita con tre salesiani che l’hanno accompagnata spiritualmente: don Zucconi, don Bochi e don Borra.

In questa missione, auspicata dal Rettor Maggiore, di far conoscere l’Opera dei Tabernacoli viventi alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, s’inserisce l’idea di proporre degli incontri di formazione sul CG28, sottolineando il sacramento salesiano della presenza e mettendolo in stretta relazione con la presenza eucaristica che siamo chiamati a portare tra i giovani nel nostro essere segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

La CISI formazione ha fatto propria la proposta e l’ha indirizzata a tutti i salesiani d’Italia e Medio Oriente.

 

Seminario sul “Direttorio per la catechesi” all’Università Pontificia Salesiana

L’Istituto di Teologia Pastorale e l’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana organizzano un Seminario di studio dal titolo: Direttorio per la catechesi: l’antico e il nuovo. Approfondimenti a partire dal numero monografico di Salesianum.

 Durante l’incontro si approfondiranno due aspetti rilevanti: il significato che il Direttorio assume per la riflessione catechetica e la pratica pastorale e il rapporto tra il documento e il recente Sinodo sui giovani. Sullo sfondo si colloca l’ultimo numero monografico della rivista Salesianum dedicato all’approfondimento da diversi punti di vista delle principali indicazioni presenti nel Direttorio.

Intervengono:

Ubaldo Montisci, introduzione al Seminario

Giuseppe Ruta: Il “Direttorio per la catechesi” nel contesto del cammino catechistico post-conciliare

Salvatore Currò: Pastorale e catechesi dei giovani tra Sinodo e “Direttorio”

Marcello Scarpa, conclusioni

Per partecipare: https://us02web.zoom.us/j/86829323012?pwd=YjhGZ1pBU3RaZy9RWFF2dlpndkJ1QT09

Meeting ID: 868 2932 3012

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