Approfondimento CG28, intervista a don Roberto Carelli sulla Sinodalità missionaria in chiave eucaristica

Sono ormai divenuti un appuntamento mensile fisso gli incontri di approfondimento del CG 28 organizzati dal Centro Studi “Tabernacoli Viventi” in collaborazione con la CISI formazione.

In questo mese, sabato 20 febbraio 2021 dalle ore 9 alle 10,15, l’intervista a don Roberto Carelli salesiano sul tema: “La sinodalità missionaria in chiave eucaristica”, ovvero il tema della comunione nella chiesa a partire dalla lettura profonda dell’esperienza della salesiana cooperatrice e serva di Dio Vera Grita. Don Roberto Carelli è docente di antropologia teologica nella facoltà di Teologia di Torino Crocetta, animatore spirituale dell’ADMA primaria di Torino, autore di diversi libri e articoli.

Dopo aver ascoltato Lodovica Zanet sull’antropologia della santità salesiana, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime sul sacramento salesiano salesiano della presenza, il padre Lethèl sulla presenza eucaristica, il quarto incontro approfondirà la ricchezza della missione condivisa tra le diverse vocazioni nella Chiesa. Don Roberto parlerà del contributo specifico che lo Spirito ha consegnato a Vera Grita. Don Carelli verrà intervistato da don Flaviano D’Ercoli, direttore della casa salesiana di Roma Gerini. Per partecipare all’incontro occorre collegarsi alla pagina Facebook di Don Bosco Italia.

Il sussidio liturgico-pastorale CEI per la Quaresima e la Pasqua

Si segnala di seguito il Sussidio liturgico-pastorale per la Quaresima e la PasquaCristo, mia speranza, è risorto” proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana e il relativo articolo pubblicato ieri sul sito ufficiale.

“Mentre l’esperienza del buio, dell’oscurità, del peccato e della morte tendono ad avvolgere la nostra vita, la Quaresima è il «tempo favorevole» per prenderne coscienza ma soprattutto per lasciarci afferrare da Cristo, il Crocifisso Risorto che ci prende per mano, ci strappa al peccato e alla morte e ci riconsegna alla Vita”.

Lo ricorda Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, nella presentazione del Sussidio liturgico-pastorale per la Quaresima e la Pasqua, intitolato “Cristo, mia speranza, è risorto”.

“Se la situazione sanitaria sembra non darci tregua, l’impegno di tanti fratelli e sorelle e la loro testimonianza di carità aprono il cuore alla speranza”, aggiunge Mons. Russo sottolineando che “le parole e i gesti profumati di amore ci ricordano che la morte non è l’ultima parola, che la speranza non può morire; essi annunciano che la Vita vince la morte: è la forza e la bellezza dell’annuncio pasquale”.

Il Sussidio si articola in tre parti: la prima contiene due riflessioni sul cammino quaresimale attraverso le Prime Letture della Liturgia della Parola e le Collette delle domeniche; una presentazione delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima, una delle novità della terza edizione del Messale Romano; e un approfondimento sul canto della sequenza pasquale. La seconda sezione offre invece alcune schede – che saranno disponibili sul sito dell’Ufficio Liturgico Nazionale – per le celebrazioni domestiche e la preghiera della famiglia nelle domeniche di Quaresima. Per favorire, mediante l’ascolto, la meditazione sono indicati anche alcuni canti con le tracce audio. La terza parte propone infine gli schemi per una celebrazione comunitaria nel tempo di Quaresima, per la Via Crucis e per una Veglia della luce nel tempo di Pasqua.

Il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale incontra i Coordinatori delle Regioni per progettare il programma di formazione dei Delegati

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS.

***

(ANS – Roma) – Martedì 9 febbraio, don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, ha incontrato, in modalità digitale, i Coordinatori dei Delegati della Comunicazione Sociale. L’obiettivo principale del raduno è stato quello di progettare insieme un programma di formazione per i Delegati della Comunicazione Sociale sotto il nome di “Scuola Salesiana di Comunicazione Sociale” (SSCS), il cui avvio è previsto per agosto 2021.

I coordinatori regionali della Comunicazione Sociale (CS), don Ernest Rosario (Asia Sud), don Peter Chinh (Asia Est – Oceania), don Javier Valiente (Mediterranea), don Rigobert Fumtchum (Africa – Madagascar), don James Gardner (Europa Centro e Nord) e Zaida Navarrete (Interamerica e America Cono Sud), insieme con don Mendes dos Santos, hanno definito gli obiettivi, la metodologia e i contenuti della SSCS – una scuola che si configura come un programma speciale organizzato dal Dipartimento di Comunicazione Sociale e che mira a realizzare due linee di azione (1.1.1 & 5.1.4) del Progetto di Pianificazione della Comunicazione Sociale (2020-2026).

La SSCS, che sarà realizzata in collaborazione con i Coordinatori regionali di CS, ha lo scopo di approfondire, formare e arricchire coloro che sono coinvolti nella gestione del ministero e servizio della comunicazione nei media delle varie Ispettorie salesiane, secondo una visione evangelica, sinodale, salesiana e convergente della Comunicazione, per evangelizzare ed educare i giovani di oggi.

Il corso sarà rivolto ai Delegati ispettoriali di CS, al Direttore/Coordinatore del Bollettino Salesiano, delle radio o delle case editrici salesiane, oltre a cinque persone – salesiani o laici, indicati dai Coordinatori regionali di CS.

Tra le caratteristiche degne di nota della SSCS, si segnalano:

–      le attività si svolgeranno online;

–      inizieranno ad agosto 2021 e termineranno a settembre 2022;

–      saranno guidate da un professore, esperto in comunicazione, per ogni singolo modulo;

–      si terranno due volte al mese secondo il calendario e la realtà di ogni Regione;

–      prevedono un livello comune a tutti e un livello specifico per la singola Regione; spetta al Coordinatore del corso per la Regione individuare almeno cinque argomenti di importanza e rilevanza per il suo territorio;

–      e si articoleranno in sessioni di 3 ore con 30 minuti di pausa.

–      Inoltre, ogni partecipante presenterà alla fine del mese un breve progetto pratico basato sugli input ricevuti;

–      le ammissioni termineranno all’inizio del corso;

–      e per essere ammessa ogni persona invitata deve firmare un modulo e presentarlo al Comitato Coordinatore entro i termini previsti.

Alcuni degli argomenti che saranno sviluppati sono:

–      Esplorare e comprendere le basi della comunicazione umana.

–      Rafforzare le basi della comunicazione cristiana ed etica.

–      Progettare strumenti utili alla comunicazione istituzionale e di marketing per le istituzioni salesiane (scuole, parrocchie, Ispettorie, centri giovanili…)

–      Protocolli per la gestione delle crisi istituzionali e altre questioni di sicurezza informatica.

–      Protocolli per la salvaguardia della proprietà intellettuale e dei beni digitali.

–      Progettare il Codice Etico di Comunicazione per le proprie istituzioni.

–      Organizzare i processi di costruzione della fiducia nell’organizzazione: gestione della comunicazione interna ed esterna.

–      Integrare le più recenti innovazioni – come l’intelligenza artificiale – nell’eco-sistema salesiano di gestione, per costruire una migliore governance umana della missione.

–      Comprendere il mondo digitale, la cultura e l’antropologia digitale, la condizione tecno-umana, la cultura dei nativi digitali e il networking.

–      Sviluppare una metodologia pastorale per evangelizzare ed educare nell’ambiente digitale.

–      Promuovere un accompagnamento salesiano educativo dei giovani nell’ambiente delle reti sociali: linguaggi, codici, valori e atteggiamenti salesiani, interazioni e impegno.

–      Promuovere una pianificazione della cittadinanza digitale nell’Ispettoria: professionalità, inclusione digitale, trasformazione digitale, diritto all’educazione digitale.

“Speriamo che questo corso ci aiuti a rispondere in modo creativo ai segni dei tempi odierni” ha commentato infine don Ernest Rosario. 

I trent’anni di “Missioni Don Bosco”, un “fratello maggiore” per migliaia di bambini e giovani bisognosi

Dall’agenzia salesiana ANS, l’articolo per i trent’anni di Missioni Don Bosco.

***

(ANS – Torino) – Era il gennaio del 1991 quando venne deciso di fondare una “Procura Missionaria” anche in Italia, a Torino, lì dove c’è la Casa Madre della Congregazione Salesiana. Quella Procura Missionaria, oggi nota nel mondo con il nome di “Missioni Don Bosco”, pertanto ha appena compiuto 30 anni: tre decadi spese a sostenere le opere salesiane sparse nel mondo, finanziandole e aiutandole a crescere, e valorizzando e facendo conoscere le opere di bene che vengono portate avanti in favore delle persone più svantaggiate.

“Questi 30 anni per noi sono stati ricchi di soddisfazioni, e anche di qualche difficoltà che abbiamo superato insieme. Ora dobbiamo continuare a coltivare l’entusiasmo degli inizi, forti dell’esperienza maturata sul campo”, ha spiegato il sig. Giampietro Pettenon, Presidente di “Missioni Don Bosco”.

In tutti questi anni sono state molte le missioni salesiane beneficiate, sempre tenendo a mente che il fine ultimo degli sforzi deve essere orientato alla cura della persona, affinché ogni bambino, ogni ragazza, ogni giovane possa crescere in un ambiente sano e con le stesse opportunità di chi ha avuto la fortuna di nascere in un Paese ricco.

Mettere al centro la persona, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, significa anche valorizzare la comunità di cui fa parte: sono moltissime le missioni che si prendono cura delle popolazioni indigene, dei gruppi emarginati, di chi vive in quartieri poveri e popolosi: a loro, in questi 30 anni, sono stati rivolti gli sforzi e l’impegno di “Missioni Don Bosco”.

Anche in questo periodo, così complicato per via della pandemia di Covid-19, “Missioni Don Bosco” continua a finanziare i progetti dei missionari salesiani: questo significa che dietro di essa ci sono tante persone continuano a credere in Don Bosco, nel suo sistema educativo, nell’aiuto reale e concreto ai più poveri, e nel valore di ciò che i salesiani provano ogni giorno a costruire. La Provvidenza, che tanto invocava e a cui si affidava con piena fiducia Don Bosco, continua ad operare attraverso tanti benefattori.

Per questo la Procura Missionaria salesiana di Torino guarda ora al futuro con un solo obiettivo, che il sig. Pettenon ci illustra a partire da un aneddoto: “Mi ha colpito molto una foto di due bambini boliviani, la sorella che porta sulla schiena, avvolto in un panno, il fratellino più piccolo. La frase che accompagna la foto recita: – ‘È pesante?’ – ‘No, è mio fratello’. Noi oggi vogliamo festeggiare il nostro trentennale augurandoci di poter essere sempre per qualcuno il ‘fratello maggiore’ che orgogliosamente porta sulle spalle il più piccolo, non pensando minimamente che sia un peso, bensì una ricchezza da custodire e da aiutare a crescere”.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org

Settore per le Missioni: la nuova serie “CaglieroLIFE”

Il Settore per le Missioni della Congregazione Salesiana lancerà oggi, 11 febbraio – ricorrenza mensile del giorno missionario – il primo video di una nuova serie intitolata “CaglieroLIFE”. Ciascun video presenterà una tematica o una caratteristica legate all’intenzione salesiana del mese.

“Speriamo che possano essere utilizzati come strumento utile per l’animazione, la discussione e la condivisione all’interno dei vari gruppi giovanili. L’idea è che i video vadano a completare il bollettino missionario cartaceo Cagliero11 e le intenzioni di preghiera missionarie, come parte integrante del progetto”

(Don Pavel Zenisek, dell’équipe del Settore per le Missioni)

Il tema del video di febbraio 2021 è incentrato sulla PROTEZIONE.

Di seguito alcune informazioni aggiuntive riportate nell’articolo pubblicato ieri dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

Il nome della rubrica, “CaglieroLIFE” vuole evidenziare la relazione con il Cagliero11 e con gli aspetti della vita concreta (LIFE), vita che è sempre rivolta in avanti. Il nome richiama al tempo stesso anche un gioco di parole, accentuando la proiezione del video dal vivo (LIVE).

I video sono fatti grazie alla collaborazione con la “Don Bosco Intuition Entertainers Media” (DBIEM – www.dbiem.org) in Francia e sono realizzati in diversi formati per poter essere usati sia per la proiezione in alta risoluzione, sia per la condivisione sulle reti sociali (WhatsApp, Facebook).

Le varianti linguistiche saranno cinque: inglese, italiano e francese nell’edizione parlata, oltre alle versioni in inglese con sottotitoli in lingua spagnola e portoghese.

Sarà possibile vedere e richiedere i video, a partire da domani, su:

Facebook:    @missionisalesiane

Web:           www.sdb.org/it/Dicasteri/Missioni

E-mail:        cagliero11@sdb.org

Spettacolo teatrale “Santa Impresa” – Venerdì 12 febbraio 2021

Cosa resta al di là delle fotografie?
Resta la loro… passione.
Che sia questa la santità?

Venerdì 12 febbraio 2021, presso il Teatro Giacosa di Ivrea, si terrà lo spettacolo teatrale “Santa Impresa” (di Laura Curino e Simone Derai, con Beatrice Marzorati e Davide Scaccianoce, alla tecnica Matteo Binda) della Compagnia Teatrale Equivoci: il racconto della straordinaria impresa che realizzarono i Santi Sociali Piemontesi a Torino durante l’Ottocento, come Giuseppe Cafasso, Juliette Colbert, Giuseppe Cottolengo, Francesco Faà di Bruno, Leonardo Murialdo e infine Giovanni Bosco, il prete dei ragazzi, il prete dei sogni.

L’evento sarà live dal Teatro Giacosa di Ivrea, in diretta tv e streaming alle ore 21.00 in collaborazione con Piemonte+ del Gruppo Rete 7 (canale 110 del digitale terrestre), sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Contato del Canavese.

Cappella dell’opera dei Salesiani di Testaccio: la presentazione di padre Marko Ivan Rupnik

In un video, padre Marko Ivan Rupnik presenta i lavori artistici realizzati nella Cappella dell’Opera Salesiani Testaccio a Roma nel mese di ottobre 2020 da parte dell’Atelier d’Arte del Centro Aletti. Padre Rupnik, gesuita, si occupa di arte liturgica e ha eseguito numerosi mosaici in tutto il mondo.

 

Il ricordo di Suor Maria Torrenti e Suor Silvana Garbin – La Voce e il Tempo

Il ricordo di suor Maria Torrenti (“Ausilia”) e Suor Silvana Garbin, FMA di grande fede che hanno lasciato una testimonianza profonda nel cuore di molti. Di seguito l’articolo pubblicato su La Voce e il Tempo a cura di suor Emma Bergandi (Ispettrice), don Gianni Moriondo e Davide Aimonetto.

Suor Maria ‘Ausilia’ Torrenti

Il 31 gennaio all’ospedale di Rivoli, è morta suor Maria Torrenti. Era nata a Pietraperzia (Enna), il 10 dicembre 1937, professa a Pessione (To), il 5 agosto 1966, apparteneva all’Ispettoria Piemontese Maria Ausiliatrice.

«Nella mia famiglia, in ogni circostanza si respirava la presenza di Gesù». «L’ho incontrato per la prima volta nel grembo della mia mamma». Così scriveva suor Maria in una letterina personale indirizzata all’Ispettrice, e raccontava quanto aveva saputo in confidenza dalla mamma alcuni anni dopo la prima professione, che cioè ella aveva chiesto al Signore per lei, prima ancora della sua nascita, la particolare grazia della vocazione religiosa: se fosse stata una bambina chiedeva di renderla «una suora tre volte buona perché potesse dedicarsi a tante persone per crescere in santità». Dalla sua Sicilia, nel 1958, con le tre sorelle e i genitori in cerca di lavoro, Maria era arrivata a Torino ed era venuta ad abitare nei pressi della basilica di Maria Ausiliatrice, potendo frequentare l’oratorio di Torino Maria Ausiliatrice 27.

Nel 1963 fu accolta per l’aspirantato a Giaveno, dove il 31 gennaio 1964 iniziò il postulato e il 5 agosto seguente entrò in noviziato a Pessione. Fin dal primo tempo di formazione, trovandosi fra giovani consorelle di nome Maria, le fu aggiunto l’appellativo di ‘Ausilia’, e ne fu felice perché dell’Ausiliatrice voleva essere immagine.

Dopo la prima professione, celebrata il 5 agosto 1966, continuò la formazione con lo juniorato nella casa S. Teresa di Chieri. L’anno seguente fu inserita nella comunità di Giaveno come assistente delle aspiranti e sarta (1967-1970). Dal 1970 al 1972 a Torino Monterosa le fu richiesto di collaborare ai lavori comunitari, poi ritornò a Giaveno per dedicarsi allo studio e completare la preparazione per il conseguimento del diploma di abilitazione all’insegnamento nelle Scuole del Grado Preparatorio. Seguì quindi un lungo periodo in cui si dedicò alla Scuola Materna (1974-2006), nelle case di Perosa Argentina, Torino Mirafiori, Torino Lingotto, Riva presso Chieri, Torino Maria Ausiliatrice 27. Dovunque si è fatta apprezzare e benvolere, per la sua indole semplice, buona, generosa, fraterna ed accogliente.

Dalla casa Maria Ausiliatrice 27, oltre al lavoro nella scuola materna, dal 1995 fino al 2014 ha collaborato nell’oratorio di Valdocco.

Qui, fra i molti ragazzi e ragazze di allora era un vero punto di riferimento, come alcuni di loro scrivono: «Ricordo allegramente quando venivi a recuperare tutti per l’ora della preghiera, facevi tutto con amore». «Sei stata il sostegno di tanti e una maestra che tutti i genitori avrebbero voluto per i propri figli; davi forza e coraggio a tutti». «Sei stata una donna forte, degna di rispetto e di memoria: in ogni luogo in cui sei passata hai lasciato una scia di amorevolezza». «Una persona cara che ha donato un po’ di affetto e il suo sorriso a chi ha incontrato. Quanti sorrisi ha seminato in Valdocco!»

Il 15 agosto 1914 suor Maria, terminando ufficialmente il mandato in oratorio, scriveva: «Ringrazio Dio per avermi chiamata a vivere questa stupenda esperienza di animazione proprio alla radice del carisma salesiano.

Ringrazio il direttore dell’Oratorio don Gianni Moriondo per tutti questi anni di cammino insieme. È stata un’avventura meravigliosa!».

E ringraziava chiamando per nome ogni gruppo dell’oratorio. Certamente rilevava anche le fatiche della collaborazione nel vivere quotidiano: «Abbiamo affrontato salite ripide e ardue, e discese a picco ma sempre con una soluzione positiva, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Per quanto abbiamo seminato insieme, mi sento di dire che i frutti verranno. Forse non li vedremo su questa terra, ma in Paradiso sì, dove ci ritroveremo almeno per farci quattro risate per tutte le volte che abbiamo cercato di tenere fermo il nostro punto di vista considerandolo il migliore…». Negli anni dal 2014 al 2020, infine, suor Maria ha continuato a prestare il suo aiuto nella Scuola Maria Ausiliatrice di Torino 27, come supporto in segreteria per la stampa di fotocopie e nell’infermeria degli allievi.

Intanto la salute cominciava a farsi più precaria, ma ancora si rendeva utile seguendo fraternamente una sorella fragile ed infine, nel settembre scorso, ha accettato di essere inserita nella comunità di Giaveno, in cura e riposo.

A Giaveno ha vissuto i pochi mesi da settembre 2020 a gennaio 2021, cercando di accogliere con sereno abbandono la volontà di Dio.

Colpita dal Covid e ricoverata all’ospedale per pochi giorni, ha terminato il suo cammino nelle prime ore del 31 gennaio, per andare a festeggiare don Bosco nella casa del Paradiso.

suor Emma BERGANDI

«È stata un’avventura meravigliosa» così definivi 20 anni di collaborazione insieme nel 1° oratorio di don Bosco, il carissimo oratorio Valdocco. Quante iniziative, quanti volti amici, quante feste abbiamo condiviso. Ti ripeto ancora una volta un complimento un po’ esagerato ma che apprezzavi e ti faceva sorridere.

Al termine di una stupenda Festa di don Bosco alla sera uscendo dall’oratorio alcune persone commentavano:

«Ma come fate ad organizzare cosi tante cose, dalla liturgia al pranzo, dai giochi al teatro, dallo sport alla mu- sica…». Imitando don Bosco e volgendo lo sguardo verso la statua di Maria Ausiliatrice che campeggia in cima alla Basilica, rispondevo: «È Lei che ha fatto tutto!».

Esclamavano i genitori: «Ah, lo sappiamo che è suor Maria Ausilia che fa tutto!»

Lascio parlare direttamente Suor Maria Ausilia prendendo qualche riga delle numerosissime lettere ricevute. Scriveva volentieri.

«8 dicembre 2004 – Festa dell’Immacolata. Carissimo don Gianni, ciao! In questo giorno dedicato a Maria e compleanno del 1° oratorio don Bosco prendo spunto per farmi presente con questo scritto e dirti grazie! Grazie per tanti motivi che tu ben conosci: gioie e sofferenze vissute e condivise. E per augurarti che tu possa far crescere sempre più la ‘vita’ a Valdocco. Sì, la vita in questa zolla di terra sacra dove ha camminato, faticato, sudato e messo radici profonde un santo, il santo dei giovani e dell’allegria: don Bosco, nostro padre e maestro di vita. Tu continua a sognare. Sì, a sognare un bel oratorio multietnico, sogna ancora perché questo sogno coltivato da tempo nel cuore prenda corpo e diventi realtà al più presto se è nel progetto di Dio». Iniziare una giornata intensa di festa leggendo queste righe invece di udire le lamentele perché non hai messo il tavolo al posto giusto moltiplicava energie ed entusiasmo.

Molto più belle e significative le testimonianze dei giovani, degli animatori al loro ‘capo’, di tanti genitori. Soprattutto di tante mamme che affidavano a lei con gioia e tranquillità i loro figli nella scuola materna dell’infanzia. «Sei stata una persona importante, una presenza che mi ha fatto crescere e diventare adulto! Hai sempre creduto in me; quando io e la mia fidanzata ti abbiamo detto che saremmo andati a vivere insieme ci hai guardato ‘male’ ma eri contenta per noi, sicura che avremmo fatto il passo che volevi che facessimo. Non sarai lì a maggio a godertelo, ma ci guarderai da lassù e come sempre farai il tifo per noi». Un giovane salesiano dalla Slovenia scrive:

«Grande suora con un cuore grande come quello di don Bosco che l’ha accolta nel suo oratorio celeste. Incontrandola nell’inizio del mio cammino da salesiano mi ha aiutato a comprendere come nell’oratorio ci vogliono sia la figura paterna che quella materna. E suor Maria Ausilia è stata una grande figura materna del primo oratorio di don Bosco per tanti anni».

Così quando ho messo la notizia della sua morte su Facebook sono stato inondato da una valanga di like e messaggi: uno più bello dell’altro: «Sorridente, semplice, discreta, accogliente, quanto bene ai miei figli; una grande mamma per i più piccoli; una vera suora; una vita donata ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle mamme e ai papà e anche ai nonni; cuore grande; incarnazione del motto ‘educazione è cosa di cuore’»

don Gianni MORIONDO

Suor Silvana Garbin

Avrebbe compiuto, fra poco più di un mese, ottantuno anni, suor Silvana Garbin, essendo nata il 5 marzo del 1940, ma è tornata alla Casa del Padre, lunedì 1 febbraio. Suor Silvana apparteneva alla congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra la fine degli anni settanta e gli ottanta del secolo scorso, questa religiosa fu una dei pilastri della comunità mappanese delle Fma che seguivano l’oratorio ed il vecchio asilo parrocchiale San Michele. Ancora domenica, il parroco di Mappano don Pierantonio Garbiglia aveva invitato i fedeli, durante la Messa, a pregare per le condizioni di salute della religiosa salesiana. Figura molto conosciuta ed amata dalla comunità mappanese, suor Silvana rappresentò un prezioso punto di riferimento per centinaia di famiglie mappanesi, sia nell’ambito della catechesi che per quanto riguardava la gestione del vecchio asilo, oggi abbattuto, per fare posto ad un nuovo complesso oratoriano, iniziativa promossa dall’associazione «Il Sogno di Samuele». Cuoca provetta, era riconosciuta per la sua allegria e bontà d’animo, che l’accompagnavano in ogni istante della vita quotidiana. In quegli anni l’asilo parrocchiale San Michele era seguito da una comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice, che vivevano stabilmente nella struttura, e si occupavano degli aspetti educativi e gestionali. Suor Silvana dal carattere generoso e dal sorriso sempre spontaneo sapeva farsi voler bene da tutti, e la sua allegria proverbiale era contagiosa. Poi il commiato dalla comunità nel 1992. Dopo l’esperienza mappanese, seguiranno altri incarichi per la religiosa, che con Mappano, nonostante il passare degli anni, ha mantenutosempre un legame solido ed affettuoso.

L’ultimo di questi presso l’istituto Fma di Giaveno, dove sperava ancora di far ritorno. Dopo la morte, un anno fa, di don Antonio Busso, il secondo parroco di Mappano, che tanto collaborò con la religiosa, con la morte di suor Silvana si chiude definitivamente un’epoca cruciale per la comunità parrocchiale mappanese, fatta di esperienze significative nell’ambito della catechesi e dell’evangelizzazione. Giovedì 4 febbraio presso la Basilica di Maria Ausiliatrice si svolgono i funerali della religiosa salesiana, mentre la comunità parrocchiale la ricorda con una Messa in suffragio, il giorno successivo, venerdì 5 febbraio, alle 18.30, presso la chiesa parrocchiale di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Davide AIMONETTO

Dossier Catechista: la sfida del digitale

Si riporta la notizia proveniente da “La voce e il tempo” a cura di don Valter RossiDirettore di Dossier Catechista – riguardo la grande sfida che, l’Editrice Elledicì e lApostolato digitale, hanno scelto di affrontare: il digitale.

Dossier Catechista la «sfida» del digitale con l’équipe dell’Apostolato

La collaborazione tra l’équipe dell’Apostolato digitale e la rivista della Elledici Dossier Catechista inizia in un momento ben preciso ed importante. Coincide (casualmente?) con l’uscita del Nuovo Diretto-rio per la catechesi, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Il documento, approvato da Papa Francesco il 23 marzo 2020, memoria liturgica di San Turibio di Mogrovejo che, nel XVI secolo, diede forte impulso all’evangelizzazione e alla catechesi, sarebbe stato pubblicato nel mese di giugno, ma il testo iniziava a circolare nella nostra redazione. Erano i giorni del primo lockdown e scoprivamo che la tecnologia ci dava la possibilità di vederci e lavorare restando comodamente seduti sul divano.

Un Meet ci unì, e iniziammo a scambiarci idee ed intuizioni proprio su un punto che stava segnando la novità di quel Direttorio così innovativo: il digitale. Lo confesso, avevo la consapevolezza di parlare con un esperto (don Luca Peyron – coordinatore del Servizio per l’apostolato digitale), per cui mi limitavo ad annuire e confermare, ma dentro di me cresceva la convinzione che le riflessioni che stavamo facendo di fronte ai primi segnali di una «rivoluzione Covidiana» ormai iniziata non potevano fermarsi chiudendo quella conversazione virtuale (ma assai reale). E le parole del Direttorio che stavo leggendo avevano un peso eccezionale: l’educazione al buon uso del digitale, l’accompagnamento nel mondo virtuale, l’esigenza di essere presenti testimoniando i valori del Vangelo… Mi chiedevo: «Ma i nostri catechisti e le nostre catechiste sono pronte ad affrontare questa sfida?».

Non solo per quanto riguarda l’aspetto tecnico-pratico(per quello basta forse un nipote con molta pazienza e un proposito quaresimale), quanto piuttosto per un approccio mentale nuovo, non terrorizzato, né ingenuo, ma sapienziale e fruttuoso. Non potevo lasciarmi scappare l’occasione di incastrare don Luca e la sua équipe nella redazione della rivista, e così arrivammo al dunque. Si trattava di fare un po’ di spazio nella rivista per una riflessione slegata dalla praticità del «fotocopia, distribuisci e colora» che rende tanto felici catechisti e bambini. Due pagine di riflessione e di formazione al digitale, ma non per questo meno utili, anzi indispensabili. Una nuova rubrica che desse punti di riferimento e rispondesse alle richieste del Nuovo Diretto-rio di far crescere «una più profonda comprensione della cultura digitale, aiutando a discernere gli aspetti positivi da quelli ambigui» (n° 216). A mio parere si trattava di una sfida. Non tanto per l’indubbia capacità dell’Apostolato Digitale di centrare i problemi importanti, quanto piuttosto per le difficoltà di coinvolgere nella riflessione «il grande pubblico», soprattutto in un momento in cui si speravano soluzioni immediate a problemi complessi e a sfide che ci avevano volto, come comunità ecclesiali, impreparati.

La sospensione delle Messe persino a Pasqua, la chiusura degli oratori, l’interruzione della catechesi, la socialità ridotta, il distanziamento non potevano trovare risposte a basso prezzo ma chiedevano un surplus di faticosa riflessione. Ora stiamo impaginando l’ultimo numero di questa faticosa annata che ci ha tolto molto catechismo in presenza ma ci ha dato l’occasione di pensare, e viene naturale provare a fare sintesi. Ci siamo riuniti nel consiglio di redazione e ci siamo chiesti quanto siano stati apprezzati questi articoli. Forse non abbastanza, ma un primo percorso è iniziato e non intendiamo fermarci. Anche noi rischiamo di diventare prigionieri della «cultura dell’istantaneo». «La sfida dell’evangelizzazione comporta quella dell’inculturazione nel continente digitale» (372), afferma il Direttorio, ribadendo l’importanza di offrire spazi di esperienza di fede autentica, capaci di fornire chiavi interpretative per temi forti, come la corporeità, l’affettività, la giustizia e la pace. Come salesiani, proprio nei dintorni della festa nostro santo fondatore, ribadiamo che: «Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso».

Amici di Don Bosco onlus: al via il ciclo di incontri “Point Break”

L’Associazione Amici di Don Bosco Onlus organizza per l’anno 2021 un ciclo di incontri sui momenti di fragilità delle relazioni e i punti di rottura nell’esperienza dell’adozione, dal titolo “Point break“. Il primo incontro online si terrà sabato 20 febbraio sul tema “le criticità nella genitorialità dell’adottato”. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’Associazione in merito all’iniziativa.

AL VIA “POINT BREAK”: UN CICLO DI INCONTRI SUI PUNTI DI ROTTURA NELLE RELAZIONI DELLA PERSONA ADOTTATA

Dopo aver esplorato nel 2020 le relazioni che gravitano attorno alla persona adottata con il ciclo di incontri “CorRelazioni”, nel 2021 abbiamo pensato di indagare i momenti di fragilità delle relazioni e i punti di rottura rispetto al corso lineare del ciclo di vita.
Vi proponiamo, quindi, una nuova serie di appuntamenti dal titolo “Point break” dedicati ai nodi critici, ai momenti di frizione, incrinatura, frattura delle relazioni dell’adottato, agli strappi e alle crepe che costringono a riorientare il cammino.
Ci piacerebbe raccontare, attraverso le narrazioni del nostro gruppo di adottati adulti AAA, accompagnate dalle riflessioni di uno o più professionisti, alcuni temi che a nostro parere meritano un’attenzione particolare.

Cominceremo sabato 20 febbraio con le criticità nella genitorialità dell’adottato: diventare genitore per una persona adottata implica fare i conti con le proprie origini, con l’elaborazione del lutto dell’infertilità dei genitori adottivi, con il difficile equilibrio tra desiderio di condivisione e pudore.
Lungi dal voler ascrivere al vissuto adottivo, in modo deterministico, quanto attiene alla sfera della sessualità e a quella della genitorialità, l’esperienza dell’adozione può avere ripercussioni in età adulta sulle scelte legate alla sessualità e al desiderio di diventare genitore, ma anche sul rapporto con il proprio corpo e sull’esplorazione di sé.
Ne parleremo con Simone Felix Ostorero, Giovanni Berton, Aroti Bertelli, accompagnati da Nicoletta Palai, ginecologa e sessuologa e Elisabetta Gatto, antropologa e operatrice di Amici di Don Bosco.

Dedicheremo gli incontri successivi al divorzio nell’adozione, al lutto nella famiglia adottiva, al drop out scolastico degli adottati, al tema delle dipendenze.
Se le proposte qui brevemente accennate vi hanno incuriosito, vi aspettiamo al primo di questi incontri sabato 20 febbraio dalle 16 alle 18.30, sempre in modalità on-line e ancora una volta sulla consueta piattaforma Zoom. Gli iscritti riceveranno per tempo il link per il collegamento.

Il costo per ciascun incontro è di 10 euro a persona per un massimo di 25 euro a collegamento.
Per informazioni e iscrizioni: info@amicididonbosco.org – 011-3990102