8 dicembre: festa dell’oratorio Salesiano di Bra
/in Notizie dalle case /da AdminLa Gazzetta d’Alba, nell’articolo a cura di Lino Ferrero, presenta i festeggiamenti che si terranno presso l’opera salesiana di Bra in occasione dell’otto dicembre: festa dell’Immacolata e anniversario della fondazione degli oratori salesiani da parte di don Bosco.
Di seguito si riporta l’articolo.
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A BRA i Salesiani si preparano a celebrare la solennità dell’otto dicembre. La devozione che don Bosco aveva e che tutta la famiglia Salesiana ha per la Vergine è sottolineata da due importanti fatti avvenuti a Torino proprio in questo giorno di festa. L’8 dicembre 1841, e cioè 180 anni fa, don Bosco “fonda” il suo oratorio, incontrando nella chiesa di San Francesco d’Assisi, Bartolomeo Garelli, suo primo “oratoriano”. E lo stesso giorno di sei anni dopo, nel 1847, lui inaugura il secondo oratorio, intitolato a San Luigi, accanto alla chiesa di San Giovanni Evangelista a Torino.
Per festeggiare le due ricorrenze, mercoledì 8 dicembre, a Bra, sono in programma varie iniziative: alle 10, ci sarà la celebrazione della Messa, durante la quale saranno accolti i nuovi cooperatori salesiani che, il 28 dicembre scorso, nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, hanno fatto la loro prima promessa, diventando cooperatori salesiani. Seguirà, alle 11, la colazione e un gioco organizzato per i bambini delle scuole primarie e medie.
A mezzogiorno, il cosiddetto Cerchio mariano: in tutto il mondo salesiano sarà recitata l’Ave Maria come fece don Bosco con Bartolomeo Garelli l’8 dicembre 1841 e che segnò idealmente l’inizio della sua opera tra i giovani. Alle 12.30, il pranzo comunitario a cinque euro per il quale è utile la prenotazione in oratorio. Nel pomeriggio, alle 15, l’ incontro annuale per i cooperatori salesiani.
Lino Ferrero
Basilica Maria Ausiliatrice: il concerto della Filarmonica San Marco Wind Orchestra
/in Notizie dalle case /da AdminIn attesa del Santo Natale, la Comunità Maria Ausiliatrice di Valdocco propone per il domenica 19 dicembre alle ore 15.00 un concerto presso la basilica grazie alla presenza della Filarmonica San Marco Wind Orchestra diretta da maestro M. Dal Maso. Di seguito le informazioni principali dell’evento e la locandina dedicata.
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In preparazione alla solennità del Santo Natale, e per sottolineare i nuovi allestimenti del Museo dei presepi, la Comunità salesiana di Valdocco – M. Ausiliatrice ospiterà una promettente realtà giovanile: la Filarmonica San Marco Wind Orchestra, nata nel 1983 a Buttigliera Alta, e diretta da maestro M. Dal Maso, che ne è anche direttore artistico.
La Filarmonica ha già eseguito un concerto presso la Basilica, nel dicembre 2019, riscuotendo ottimi consensi per la qualità esecutiva, le scelte di repertorio, lo stile di conduzione direttoriale.
Domenica 19 dicembre, alle ore 15, presso la Basilica, verrà proposto un nuovo programma, coinvolgente ed impegnativo, con una serie di brani di carattere sacro ma non solo, arrangiati specificatamente per strumenti a fiato. L’ingresso è libero.
CFP Fossano: Academy Daikin al CNOS-FAP
/in Notizie dalle case /da Admin***
La collaborazione tra il centro di formazione professionale CNOS-FAP di Fossano e la Daikin Italia, nata nel 2015, permette di realizzare ogni anno un focus formativo con le classi prossime al conseguimento della qualifica professionale.
Visti i limiti legati agli spostamenti dei gruppi classe, quest’anno è stata l’azienda a recarsi presso il centro di formazione professionale a Fossano per incontrare gli allievi.
Un grazie particolare all’Ing. Antonio Marmorato, Responsabile della Sezione Formazione Tecnica di Daikin Italia, che ha illustrato le ultime novità in ambito frigorifero, climatizzazione di edifici, pompe di calore e gas refrigeranti.
Presenti in sala gli allievi del terzo anno (operatori termoidraulici), quarto anno (tecnici energetici) e il corso di Addetto impianti idrosanitari frequentato da alcuni operatori del Genio Infrastrutturale della Brigata Alpina Taurinense.
Al termine della formazione è stato proposto a tutti i partecipanti un test di valutazione di apprendimento, con tanto di premiazione dei più bravi, per mettere in “sana competizione” i 52 allievi.
Non sono mancati gadget per tutti i partecipanti.
Si ringrazia la Daikin Italia per la preziosa collaborazione con la nostra realtà formativa
CFP Fossano: Allievi CNOS, eccellenti anche nello sport
/in Notizie dalle case /da AdminDue allievi del CNOS-FAP di Fossano raccontano le loro esperienze atletiche in campionati nazionali e internazionali.
Di seguito l’articolo del CFP di Fossano.
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Due allievi del CNOS raccontano brevemente le loro esperienze atletiche in campionati nazionali (Judo) e internazionali (Bocce). Le eccellenti prestazioni sono il risultato di dedizione e costanza nell’impegno, per questo le celebriamo e ci congratuliamo con Marika e Matteo, i due protagonisti.
Marika Cavagliá 1° Elettro
Domenica 14/11/2021 sono andata a Roma (Ostia) a partecipare ai campionati italiani di Judo.
Pratico judo da 10 anni e ho iniziato a praticarlo alla tenera età di 3 anni.
Domenica 4 luglio 2021 ho disputato i campionati Italiani del 2020 (recupero dell’anno precedente bloccato per il Covid), mi sono classificata seconda su 32 atlete della mia categoria, gareggiando in 6 combattimenti e vincendone 5. Ero davvero entusiasta, fiera di me.
Domenica 14/11/2021 ho nuovamente partecipato alla gara (questa volta si trattava della gara ufficiale del 2021), sempre a Ostia. Nella semifinale alcune circostanze sfavorevoli mi hanno tolto la possibilità di portare a casa una medaglia d’oro e, per la seconda volta, quella d’argento. Ho dovuto lottare con altre 48 atlete per il bronzo, e ce l’ho fatta. La soddisfazione per il risultato è enorme perché non si trattava di un traguardo né facile, né scontato.
Questa gara mi ha dato comunque motivo per lavorare meglio e soprattutto allenarmi al meglio per le prossime nazionali dove ho intenzione di riprendermi ciò che mi è stato tolto.
Matteo Torta 2° Veicoli
Bocce mondiali Spagna
Per me andare in Spagna è stata una bellissima esperienza e anche se non siamo riusciti a portare a casa nessun premio, non sono deluso; abbiamo comunque raggiunto una ragguardevole posizione nella classifica finale.
Gareggiavano squadre provenienti da 28 nazioni diverse. Ogni squadra era composta da 4 ragazzi. Nella rappresentativa italiana di cui facevo parte c’erano anche Michele Ferrero, Matteo Rinaudo e Andrea Schembri oltre al nostro coach Davide Dalmasso.
La competizione è durata 5 giorni; siamo arrivati a Santa Susanna, in Spagna, il giovedì e siamo ripartiti il lunedì. Appena arrivati siamo subito andati ad allenarci e a vedere i giochi in cui avremmo gareggiato nei giorni seguenti per prendere confidenza con la novità dell’ambiente. Le gare sono state divertenti, il pubblico è stato accogliente e il tifo non è mai stato offensivo.
Sono molto contento per l’esperienza e per il punteggio ottenuto, anche se non sono arrivate medaglie; spero che anche il nostro allenatore sia stato contento dei risultati ottenuti.
Il mio obiettivo? Spero di riuscire anche in futuro a fare parte della squadra che rappresenterà l’Italia.
CFP Serravalle Scrivia: una panchina rossa per il 25 novembre
/in Notizie dalle case /da AdminIl 25 novembre scorso, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il Centro di formazione Professionale di Serravalle Scrivia ha preso parte ad un momento celebrativo della giornata assieme al Sindaco, all’Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia e alla Consulta delle Pari Opportunità. Per l’occasione è stata installata una panchina rossa, posta davanti al CFP, la quale riporta una frase creata dai ragazzi stessi del Centro: “Il segno più profondo sia quello che le carezze lasciano nell’anima”. Di seguito la notizia pubblicata sul sito dell’opera a cura di Rossella Galuzzi.
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Panchina Rossa
Faceva freddo ieri, pioveva e in Val Borbera stava già nevicando. I ragazzi erano agitati sapevano che da lì a poco sarebbero usciti, avevano paura che tutto potesse essere sospeso a causa del meteo, ma invece no!
Ci siamo coperti, abbiamo cercato ombrelli di fortuna e siamo usciti.
E’ il 25 Novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Una giornata istituzionalizzata dalle Nazioni Unite nel 1999. La violenza contro le donne viene così definita:
«una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata, a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano».
Davanti a noi c’è gente che ci aspetta, il Sindaco e i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia e della Consulta delle Pari Opportunità.
Hanno installato una panchina Rossa come tante ce ne sono in Italia. Nel 2014, l’artista Karim Cherif fu il primo a dipingere una panchina rossa con due grandi occhi di donna, specchio della sua anima.
Da allora, la panchina è diventata un simbolo architettonico che trasmette in modo visibile e permanente un monito per i passanti contro la violenza sulle donne.
Ma la Panchina, posta davanti al centro, la sentiamo un po’ nostra, perché riporta una frase creata dai nostri ragazzi dopo approfondite riflessioni fatte in classe:
“Il segno più profondo sia quello che le carezze lasciano nell’anima”.
La panchina serve a ricordarci costantemente che la lotta va fatta ogni giorno e che il fenomeno ci coinvolge tutti.
Questi atti di sensibilizzazione ed informazione ci aiutano a sottolineare la nostra posizione contro la violenza di genere, in favore di una cultura di parità.
Guardo i ragazzi attorno alla panchina, mentre leggono brani di poesia e intonano una canzone a me sconosciuta “Anche al buio c′è una luce che ti illumina/Perché tu sei bella così/Perché tu sei bella così”
Anche loro sotto il riflesso della pioggia sono “…belli così..” e spero che nella loro anima rimanga il segno profondo di questa giornata.
Il “DON BOSCO” di Goffredo Alessandrini (1935) al CINETEATRO MONTEROSA
/in Notizie dalle case /da AdminNell’ ambito della 39 Edizione del TORINO FILM FESTIVAL, domenica 5 Dicembre, alle ore 16.00 presso il CINEMA MONTEROSA, verrà proiettato il primo film su DON BOSCO, per la regia di Goffredo Alessandrini. Restauro digitale a cura di CSC – Archivio nazionale del cinema d’impresa, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, la Cineteca di Bologna e il George Eastman Museum di Rochester.
Di seguito il Comunicato Stampa.
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COMUNICATO STAMPA
Il “DON BOSCO” di Goffredo Alessandrini (1935) al CINETEATRO MONTEROSA
Nell’ ambito della 39 Edizione del TORINO FILM FESTIVAL, domenica 5 Dicembre, alle ore 16, verrà proiettato presso il CINEMA MONTEROSA, unica proiezione al di fuori delle sale del festival, il primo film su DON BOSCO, per la regia di Goffredo Alessandrini.
Restauro digitale a cura di CSC – Archivio nazionale del cinema d’impresa, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, la Cineteca di Bologna e il George Eastman Museum di Rochester.
BIGLIETTERIA
Ingresso unico 6 Euro.
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.teatromonterosa.it oppure direttamente alla cassa del cinema prima della proiezione.
La nuova vita di Don Bosco: sul set del Tff salesiani autentici
La sezione “Back to Life” sui film restaurati propone il lavoro di Goffredo Alessandrini del 1935
Nell’epoca dei film in digitale, il restauro delle vecchie pellicole resta l’ultima occasione per maneggiare quelle lunghe strisce di celluloide che hanno fatto sognare generazioni di spettatori. È un lavoro super-specialistico, che solo le cineteche e gli archivi sono in grado di fare. Il Torino Film Festival ci ha costruito intorno una sezione, «Back to Life», che presenta cinque gemme d’altri tempi riportate a nuova vita. La più antica è «Don Bosco», girato nel 1935 da un Goffredo Alessandrini poco più che trentenne, una professionalità creata tra Torino, Castelnuovo e il Monferrato (e gli studi Fert-Microtecnica per gli interni).
Gli interventi di ricostruzione, digitalizzazione e ripulitura dell’immagine sono stati realizzati per l’Archivio nazionale del cinema d’impresa da Ilaria Magni, Diego Pozzato e la responsabile Elena Testa, con il contributo del Museo Nazionale del Cinema, della Cineteca di Bologna e dell’americano George Eastman Museum di Rochester.
Il risultato che si vedrà in sala è un’ operazione che parte da lontano. Quelli erano ancora i tempi di Sergio Toffetti nel ruolo di responsabile dell’archivio di Ivrea.
«Avevamo acquisito l’intero fondo cinematografico dei salesiani, che contava 500 film di ogni genere, anche etnico», racconta lo storico del cinema. «Tra quelle pellicole c’era il “Don Bosco” di Alessandrini, a lungo considerato perduto. È un lavoro interessante, che segna l’esordio nella produzione di Riccardo Gualino, prima ancora che fondasse la Lux Film. Il soggetto era di Onorato Castellino, professore di economia all’Università e per un certo periodo presidente della Compagnia di San Paolo».
Il budget è notevole, a disposizione due milioni di lire, con i quali vengono girati 40.000 metri di pellicola (di cui solo 2.500 montati). Racconterà tempo dopo il regista Goffredo Alessandrini: «Nel film c’è un solo attore professionista, gli altri erano presi dalla strada, come si dice. Ma i preti erano Salesiani autentici, che si prestarono tutti quanti. Mi ero interessato così tanto anche ai luoghi dove si girava. Mi ricordo certi conventi come quello di Chieri. E ho in mente che quell’inverno Torino era una città bianca di neve, ma con il sole e il cielo azzurro».
«Le parti davvero belle sono proprio le scene di natura», conferma infatti Sergio Toffetti. «Sono girate in un bianco e nero molto suggestivo, contrastato, quasi macchiaiolo. Giovanni Bosco è impersonato da Gianpaolo Rosmino, attore di contorno in molti film muti, come “Ma l’amor mio non muore”. Il regista Alessandrini fino a quel momento aveva girato solo due commedie, mentre in seguito avrebbe diretto film molto belli come “Luciano Serra pilota”, “Giarabub”, “Noi vivi”. Oggi è un regista un po’ dimenticato, e proprio per questo la proiezione del suo “Don Bosco” è un’ottima occasione per rivalutarlo e conoscerne la storia cinematografica».
CON(N)ESSI – L’esperienza del progetto da parte dell’Oratorio di Valdocco e della Scuola Meucci di Torino
/in Notizie dalle case /da AdminPresso l’Oratorio Salesiano di Valdocco e la Scuola Media Meucci di Torino è in fase conclusiva il progetto “CON(N)ESSI” di Salesiani per il Sociale: un progetto sperimentale di contrasto e prevenzione del bullismo e del cyberbullismo attraverso un uso responsabile, consapevole e creativo dei social network, in una logica di alleanza tra generazioni e territori. Di seguito un resoconto del progetto e il video realizzato dai ragazzi di Valdocco che hanno partecipato all’iniziativa.
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La particolarità del progetto CON(N)ESSI risiede nell’essere “tutti connessi“, ovvero di fare rete. Il progetto, infatti, si snoda in 3 percorsi di applicazione che convergono tutti nell’unico obiettivo di prevenzione al bullismo e cyberbullismo. Come?
- educando gli studenti;
- educando i genitori degli studenti che partecipano al progetto;
- educando gli educatori stessi e i docenti;
L’elemento chiave risiede in questa triplice azione che si basa sulla convinzione che se non si interviene in tutti e 3 i rami, non è possibile ottenere buoni risultati. Questo è ciò che è stato applicato sia nella Scuola Media Statale Antonio Meucci Centrale di Torino che all’Oratorio Salesiano Valdocco, cercando di dialogare con gli studenti e le loro famiglie, formando gli educatori dell’oratorio sul tema della prevenzione al bullismo e sull’uso consapevole dei social.
Il progetto ha avuto un buon riscontro anche grazie alla creazione di un “decalogo di buone prassi” ideato da parte dei genitori con i loro figli ragionando su quell’insieme di buoni comportamenti che si possono attuare sui social per arrivare ad un corretto utilizzo di essi.
I prodotti finali del progetto hanno riguardato:
– la campagna social con protagonisti i ragazzi e il decalogo dei buoni comportamenti da seguire da parte dei minori sul web.
– la parte teorica con gli studenti e i genitori, attraverso l’approfondimento di alcune tematiche (come ad esempio l’empatia, la comunicazione assertiva…) volte ad entrare nel mondo del disagio che possono provare i ragazzi vittime di bullismo.
Nel complesso, è stata riscontrata una buona soddisfazione da parte di tutti coloro che hanno partecipato al progetto.
Infine, il progetto ha mostrato come i ragazzi che hanno subito forme di bullismo sul web siano di più di quelli che ci si poteva aspettare all’inizio del progetto. In questo modo il progetto CON(N)ESSI ha rappresentato un valido ausilio, trovando un terreno fertile su cui lavorare.
Il convegno dedicato a don Giuseppe Quadrio in occasione del centenario dalla nascita
/in Notizie dalle case /da AdminNella mattinata di sabato 27 novembre 2021, presso l’Aula Magna della Facoltà di Teologia della Crocetta – Torino, si è svolto il convegno di studio e di approfondimento sulla figura spirituale del ven. don Giuseppe Quadrio in occasione del centenario dalla nascita (Vervio 28 novembre 1922).
Alla presenza della comunità salesiana dell’Istituto Internazionale Don Bosco e di un nutrito gruppo di compaesani provenienti dalla Lombardia, vi sono state una serie di interventi atti a sottolineare gli elementi di novità e di crescente interesse per la figura di questo salesiano, teologo, insegnate di teologia e modello luminoso di vita religiosa e sacerdotale.
Don Silvano Oni, grazie all’ausilio di immagini e testimonianze, ha tracciato un’originale biografia del venerabile, cogliendo la specificità della terra di origine, il sorgere ed il consolidarsi della vocazione, ma anche gli anni segnati terribilmente dalla sofferenza che lo condussero ad appena 41 anni alla morte prematura.
P. F. M. Lethel, carmelitano e teologo di fama, in merito alla spiritualità di don Quadrio ha posto in luce almeno tre elementi: il binomio “sponsalità e verginità” così caratteristico della sua vita mistica, la dimensione specifica del suo evangelizzare attraverso la ferialità degli incontri, la vita costruita sulla speranza cristiana.
Don P. Cameroni, postulatore della congregazione, ha ricordato che i santi irradiano la grazia a partire dalle numerose relazioni che intersecano e rinnovano; ha condotto quindi a riflettere su come fosse specifico di don Quadrio la trasparenza dei sentimenti di Cristo (la benignitas et humanitas).
Infine mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano e fine conoscitore della teologia della vita consacrata, ha ricondotto l’assemblea a riflettere sul tema del “religioso presbitero”: se la specificità della figura sacerdotale rimane l’essere apostolo del Padre nella e per la Chiesa in un contesto storico specifico, la vita consacrata offre al ministero presbiterale la ricchezza del carisma proprio della famiglia religiosa di appartenenza. Don Quadro è stato un apostolo che “era missione“, secondo quelle specificità proprie della spiritualità di san Giovanni Bosco: la sua missione era l’insegnamento, l’accompagnamento spirituale personale; la sua missione era custodire la comunione dei confratelli ed educare a partire da un armonia di carattere, davvero trasparenza del cuore di Cristo e della sua santa umanità. P. Martinelli ha concluso la sua relazione ricordando che l’identità specifica del presbitero sarà sempre più data dalla sua “cura per l’umano”: in un tempo segnato dall’estraneità della fede dalla cultura e dalla vita.
La mattinata si è conclusa con il pellegrinaggio alla tomba del venerabile, sita presso la Chiesa esterna dell’opera, dove è stato collocato un pannello biografico e commemorativo del centenario celebrato.
Rivivi l’evento
Museo Casa Don Bosco: “Matteo 25. Restiamo umani” – Mostra pittorica
/in Notizie dalle case /da AdminDal 2 dicembre al 6 gennaio il Museo Casa Don Bosco ospiterà la mostra “Matteo 25. Restiamo umani“, di Massimiliano Ungarelli. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato sul sito del Museo contenente tutte le informazioni relative all’evento.
Il titolo della mostra è tratto dal capitolo 25 del Vangelo di Matteo; i pannelli lignei, assemblati con scarti di falegnameria, riproducono foto realmente scattate, ma reinterpretate dall’artista con pastelli e carboncini. Il colore prevalente è il rosso, il colore degli estremi, ovvero l’amore, la passione, la regalità, la guerra, il sangue dei martiri, la passione di Cristo.Mt. 25 suggerisce di prendersi cura del dolore del mondo, appello e condizione unica per restare umani.
Grazie all’associazione Midrash dei frati Cappuccini di Torino, la mostra sarà accompagnata da due eventi: il 4 e il 19 dicembre, alle ore 16, musica, reading e danza aiuteranno il visitatore ad “entrare” nelle immagini, nelle vite raccontate attraverso le mani di Ungarelli.
La partecipazione è gratuita. In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti (DPCM del 23 luglio 2021), è obbligatorio che i visitatori esibiscano il Green Pass corredato da un valido documento di identità per accedere al Museo.
La mostra verrà inaugurata giovedì 2 dicembre dalle ore 16.00 – 17.00 presso la Sala Accoglienza del Museo.
Gli operatori dei media possono registrarsi inviando una email a media@buonastampa.net oppure chiamando il 392.9533907.
LA MOSTRA
Titolo tratto dal celebre capitolo 25 del Vangelo di Matteo, famoso per la forza disturbante delle sue parole, capaci di mettere a nudo i limiti e le contraddizioni della miseria umana. Il supporto utilizzato su cui è stesa la pittura è lo stesso, umili pannelli di legno, assemblati con scarti di falegnameria:“pannelli che generano bellezza imperfetta a causa della superficie ferita, unici e irripetibili per le loro cicatrici, perfetta incarnazione metaforica di cos’è realmente la vita, di cos’è l’uomo e l’intera umanità”.
In Mt. 25 c’è più colore. Si è utilizzato come fondo base l’acrilico per irrobustire i pastelli e i carboncini. I colori prevalenti sono caldi e in tutti gli sfondi c’è la presenza del rosso che rappresenta il colore degli estremi come l’amore, la violenza, il pericolo, la vita, il sangue, il fuoco, la passione, la regalità, la guerra e molto altro. Inoltre in questo lavoro il rosso è stato posto come simbolo della Passione di Cristo, del sangue dei martiri, delle lingue di fuoco dello Spirito Santo nella Pentecoste, e per ultimo, come colore dell’inferno.
Paradiso o Inferno, salvezza o dannazione, vita o morte? Domande che obbligano una scelta: “si sceglie sempre se restare umani”.
Altro obiettivo del progetto come in “In fuga da Nazareth’ è l’aiuto concreto. In collaborazione con l’Associazione Midrash dei frati Cappuccini verranno individuate alcune famiglie di profughi alle quali destinare la metà dei proventi raccolti attraverso la vendita delle opere originali e delle ristampe in scala delle stesse. Sul sito verrà pubblicato, a fine mostra, il resoconto della raccolta e donazione.