24 Maggio: la festa della Riconoscenza
In una basilica gremita di fedeli, mons. Nosiglia ha ricordato come da sempre il popolo cristiano ha onorato e venerato Maria con sentimenti di devozione e figliolanza, osservando in lei “la Madre di consolazione e di speranza per la propria storia ed il proprio futuro”.
La festa del 24 maggio di Maria Ausiliatrice, che riunisce l’intera famiglia salesiana nel mondo a partire dal cuore di Valdocco, ha ricongiunto anche quest’anno un profluvio di fedeli sin dalle prime ore del mattino a testimonianza di quella riconoscenza forte per la Madre delle madri. L’arcivescovo, Mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della messa delle 11 in basilica ha affidato alla Madre Celeste i giovani torinesi in cerca del proprio posto nel mondo, la città, i malati e anche le vittime dell’attentato «odioso e antiumano» di Manchester.
La festa, nel corso della quale per tutto il giorno si sono susseguite le celebrazioni, ha raggiunto l’apice nel tardo pomeriggio con la messa solenne presieduta dal Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, e poi con la processione guidata dall’arcivescovo nelle strade intorno a Valdocco dalle 20,30.
Le celebrazioni sono state trasmesse in tutto il mondo grazie alla diretta streaming sul sito www.missionidonbosco.org e su www.sdb.org e via satellite su Telepace HD (canale Sky 515).
Si riporta qui di seguito l’Omelia dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Nosiglia:
«Questa festa, che ogni anno ci vede riuniti ai piedi di Maria Ausiliatrice come Chiesa di Torino – dunque come comunità cristiana, ma anche civile della città –, è per noi la festa della riconoscenza. Il Vangelo ci ha ricordato il momento in cui Maria, con la sua intercessione di Madre presso il suo Figlio Gesù, aiuta una giovane coppia di sposi il giorno del loro matrimonio a risolvere un problema non di poco conto.
Il popolo cristiano, fin dall’inizio della sua storia, ha onorato la Madre di Dio e l’ha accolta nella sua vita e nella sua storia con una costante e crescente devozione, che esprime la propria figliolanza. Ha visto in lei la Madre di consolazione e di speranza per la propria storia ed il proprio futuro. E a lei ricorre sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà e di bisogno. Anche noi, quest’oggi, affidiamo la Diocesi, la Città di Torino e tutti i devoti dell’Ausiliatrice alla sua intercessione potente, affinché possiamo ottenere la sua protezione da ogni pericolo fisico e spirituale e il sostegno alla nostra fede in Cristo.
Affidiamo a Maria la prossima assemblea diocesana dei giovani, chiamati a rendersi responsabili del rinnovamento spirituale, umano e sociale della Chiesa e del mondo. Una responsabilità, che si misura a partire dal coraggio di testimoniare la propria fede in mezzo ai coetanei, facendo scelte coerenti sul piano della vocazione a cui il Signore chiama, dedicando tempo ed impegno per gli altri in campo educativo, caritativo e missionario.Guardando a Don Bosco nella assemblea che vedrà l’ampia partecipazione di giovani, genitori, docenti,animatori degli Oratori e responsabili delle associazioni giovanili nei vari ambiti dello sport, della cultura e del volontariato,sacerdoti ,diaconi, religiosi e religiose, vogliamo richiamare tutta la nostra società, gli educatori in primo luogo,ma anche le istituzioni a mettere al centro i problemi e le esigenze dei giovani di oggi non accontentandosi di belle parole paternalistiche e discorsi giovanilistici, senza porre in atto tutti quegli strumenti spirituali, culturali e politici, necessari a garantire loro una educazione integrale, un orientamento che dia loro una qualificazione e formazione adeguata alla loro futura professione e soprattutto un sbocco concreto nel mondo del lavoro, la piaga sociale oggi piu’ pesante che i giovani subiscono nel nostro territorio.I giovani spesso sono le periferie delle periferie del nostro sistema sociale e questo avvalla la separatezza dal mondo degli adulti che si allarga sempre piu’ con gravissime conseguenze sia per loro come per tutta la comunità.
Affidiamo a Maria il cammino pastorale della Diocesi, incentrato sull’impegno della comunione e dell’incontro, da far crescere in ogni comunità con l’apporto responsabile di tutti i membri della Chiesa: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici singoli o associati. La comunione è dono di Dio, ma esige uno sforzo continuo, da parte di ciascun battezzato, perché sia edificata. Impegno da vivere nella propria famiglia, chiamata a testimoniare l’unità nell’amore e nella fede; nella propria comunità parrocchiale, considerata una famiglia di famiglie, in cui ogni cristiano è parte viva e corresponsabile nei servizi e nella partecipazione; nelle unità pastorali dove deve crescere l’attiva e concorde partecipazione di tutti i membri della Chiesa per assicurare un cammino fecondo di frutti spirituali e comunitari; nella società, dove la comunione si traduce in solidarietà e convivenza aperta a tutti e promotrice di giustizia e di pace, soprattutto verso le tante persone scartate e soggette a condizioni di vita precaria senza speranza per il domani.
Affidiamo a Maria i malati e i sofferenti, sempre prediletti dal suo cuore di Madre. Ricordiamo quest’anno il centenario delle apparizioni di Fatima, dove Maria ha portato nel mondo il suo messaggio di conversione e di penitenza, per ottenere il perdono e la pace universale, e ha profuso e tuttora profonde le sue grazie su innumerevoli pellegrini, che a lei sono ricorsi e ricorrono da ogni parte della terra. Questa circostanza non fa che esaltare anche ogni santuario mariano, luoghi di preghiera, di fede e di azione potente di Maria verso chi è nel bisogno e nella prova. Ma ci sprona anche a guardare a tanti nostri fratelli e sorelle – sofferenti nelle case, negli ospedali e nelle realtà di accoglienza – con particolare affetto, cura e prossimità, considerandoli un dono di grazia per tutta la Chiesa e per l’intera società.
Affidiamo a Maria quanti si adoperano per affrontare e risolvere i problemi sociali che assillano la Città e il territorio e che rappresentano un motivo, a volte, di divisione, suscitano preoccupazione e timori per il futuro e rischiano di tarpare le ali ai progetti per una città più vivibile, solidale, accogliente ,una città e un territorio che riprenda il suo percorso e non sia come un treno fermo alla stazione che si accontenta della manutenzione ordinaria senza mai ripartire. I cittadini cristiani, a partire dai laici, che per vocazione sono chiamati ad animare e orientare le realtà temporali con la verità di Cristo, non sono estranei o indifferenti a questo impegno, che tocca concretamente la loro testimonianza nel tessuto della storia e del mondo per aprirlo al Vangelo e alla carità.
È un compito che va perseguito, tuttavia, con alcuni riferimenti precisi e convergenti: la personale conversione al Vangelo, perché solo la coerenza tra fede e vita può rendere efficace la propria azione; la fedeltà alla comunione ecclesiale, che mai va sminuita o disattesa ed esige una cura tutta speciale, proprio quando si tratta di confrontarsi su temi di ordine politico, economico e sociale e, in specie, su quei valori fondativi della persona umana e della famiglia, della sua dignità e promozione integrale; l’accoglienza degli insegnamenti del Magistero della Chiesa, che illumina la coscienza ed orienta l’azione del cristiano in ogni problema che attiene alla sfera del vivere civile; il rispetto del pluralismo nelle scelte che ogni cristiano è chiamato a compiere sul piano dell’attuazione storica dei principî del Vangelo; la ricerca del dialogo con tutti e della volontà di operare sempre per il bene comune, convinti che alla lunga la verità e ogni altro valore umano, civile e religioso si impongono per se stessi, mediante l’agire concorde di coloro che li perseguono.
Affidiamo a Maria l’impegno di quanti si prodigano per salvaguardare sempre l’accoglienza e il rispetto di ogni persona, dal primo istante del suo concepimento al suo naturale tramonto, e senza discriminare alcuno per ragioni di nazionalità, cultura, etnia o religione; e affidiamole anche l’impegno di quanti operano per ridare ordine e sicurezza alla nostra Città e territorio e per educare alla legalità, condizioni essenziali e decisive per una vita sociale serena e costruttiva per tutti.
Affidiamo in particolare a Maria Ausiliatrice i tanti martiri del nostro tempo, che versano il sangue per Cristo e la fede.Il loro sacrifico sia lievito di vita e di pace per tutti e il Vangelo della misericordia e del perdono converta e liberi il cuore di chi persegue la violenza omicida e la morte e li renda docili all’azione dello Spirito dell’amore.Affidiamo infine a Maria Ausiliatrice, le recenti vittime dell’odioso e antiumano attentato di MUNCHESTER, tante delle quali adolescenti e giovani, perchè questa ennesima strage di innocenti, sia monito per tutti della necessità divincere l’odio e la violenza omicida con un supplemento di impegno per costruire una società dell’incontro, del dialogo e del rispetto di ogni persona al di là delle differenze di cui è portatrice.
A te, Maria Ausiliatrice, che guardi i tuoi figli e figlie che a te ricorrono con fiducia, rivolgiamo la nostra preghiera, affinché, con la tua potente intercessione, possa sempre effondere su questa Città, sulla Diocesi, sul territorio piemontese, e il mondo intero la benedizione del tuo Figlio e le grazie che Egli vorrà concedere a quanti a te ricorrono, o Avvocata di misericordia, Aiuto dei cristiani e madre dell’umanità.