Racconti di missione: Telšiai, Lituania

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Telšiai, Lituania

Il mese missionario vissuto insieme è stata una delle esperienze più belle mai trascorse. In questa esperienza abbiamo fatto di tutto: animato, pregato, giocato, visitato… e tutto lo abbiamo fatto insieme! Abbiamo infatti vissuto la ricchezza più bella ovvero la fraternità, che vuol dire sentirsi fratello e sorella accolti l’uno dall’altro e siamo stati in una casa che si è trasformata in una famiglia anche e soprattutto grazie all’accoglienza speciale dei salesiani in Lituania.

La nostra esperienza è stata vissuta a Telšiai dove abbiamo sperimentato la bellezza di fare estate ragazzi in maniera diversa. Le difficoltà non sono state poche soprattutto lo scontrarsi con un modo di fare dei ragazzi molto diverso dal nostro oltre che le mentalità e gli stili diversi dai nostri e soprattutto la comunicazione non facile.

La grande sfida è stata quindi quella di avere un atteggiamento di fiducia piena nei confronti di una realtà che non ci aspettavamo, ricca di confusione e difficoltà ma soprattutto ricca di bellezze e di persone accoglienti. Con questo spirito di piena disponibilità e servizio, ci siamo lasciati trasportare in un mondo che aveva tanto da imparare ma da cui soprattutto noi avremmo imparato molto.

Se da un lato abbiamo conosciuto la storia travagliata e difficile della Lituania, dall’altro l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha aiutato a sperare in un futuro migliore per questo paese; i giovani e la loro voglia di fare, il loro desiderio e bisogno di affetto e di relazioni, la presenza dell’Estate Ragazzi che in soli 4 anni già accoglie più di 100 ragazzi… tutto ciò ci ha colpito e ci permette di dire che questo paese, nonostante il suo passato complicato, riuscirà a riprendersi e fiorire come già sta facendo.

In conclusione è stata un’esperienza arricchente, abbiamo conosciuto un nuovo paese e alcune persone che ci abitano, abbiamo fatto un’esperienza di servizio a contatto con altri ma allo stesso tempo abbiamo avuto modo di riflettere su noi stessi, aumentando la nostra fede e fiducia nel Signore e nelle esperienza che ha riservato per tutti noi.

Racconti di missione: Bo, Sierra Leone

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Bo, Sierra Leone

Dove Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò…

Ed è proprio così, non scegli il “dove”, non scegli “con chi” ma semplicemente vieni “mandato” un po’ oltre i confini per vivere un’esperienza dai mille colori, che parla ad ogni parte di te: anima e corpo.

Siamo partiti per andare nella cittadina di Bo, in Sierra Leone, in 7: cinque ragazzi e due accompagnatori. Ma la differenza, quando siamo arrivati, non l’abbiamo fatta noi quanto più la comunità che ci ha ospitato e le persone che ci hanno accolto, le mani che hanno stretto le nostre e gli sguardi scambiati.

Indubbiamente non è l’Africa che ti immagini con il sole cocente, la savana sconfinata e gli animali selvaggi perché era la stagione delle piogge, sembrava di essere in una foresta pluviale e gli animali più pericolosi che abbiamo incontrato sono stati i gechi e le pecore. Però, in un Paese dove di “pumuii” (ossia i bianchi) non se ne vedono molti, ci siamo sentiti come a casa, circondati dall’affetto e dalle cure di tutte le persone che incontravamo.

Durante le settimane abbiamo partecipato al Summer Camp, organizzato dalla parrocchia salesiana che frequentavamo, dove abbiamo avuto modo di conoscere bambini e ragazzi di ogni età e stare in mezzo loro semplicemente con la nostra presenza. Nel fine settimana, invece, grazie alla disponibilità della comunità e di alcuni animatori abbiamo avuto la possibilità di visitare le carceri, i villaggi più lontani ed entrare in contatto con le realtà circostanti.

La semplicità con cui i bambini e i ragazzi si avvicinavano e giocavano con noi sono stati l’esempio chiaro che per conoscersi e stare insieme non è tanto importante che giochi si fanno, quanto materiale si ha a disposizione, quanto più il tempo che si dedica all’ascolto, all’incontro, allo stare così come si è, al punto tale che ci si dimentica di guardare l’orologio, perché in Africa l’orario è solo indicativo.

É proprio vero che “ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica” e sicuramente tutto ciò che abbiamo visto e vissuto è e sarà per sempre impresso nei nostri cuori.

Bika Sierra Leone!

Racconti di missione: Nairobi, Kenya

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Nairobi, Kenya

Luca, Giacomo, Maddalena, Enrica, Carlotta, Sr Lucia e Don Alessandro

Esattamente un anno fa 20 giovani provenienti da zone differenti del Piemonte (e Valle d’Aosta) e da esperienze di vita altrettanto diverse, hanno deciso di intraprendere il cammino di animazione missionaria proposto dai salesiani. Dopo un cammino di un anno, con cadenza mensile, e dopo tanta preghiera ecco che si forma il gruppo del Kenya, composto da 5 di questi 20 ragazzi: 2 ragazzi (Luca e Giacomo) e 3 ragazze (Maddalena, Enrica e Carlotta), sotto la guida esperta di Don Alessandro (SDB plurimissionario) e Suor Lucia (FMA di origine salvadoregna e missionaria a vita!).

Come gruppo siamo stati inviati a Nairobi, la capitale del Kenya, più precisamente abbiamo orbitato nelle sue periferie; dapprima nella comunità dei Bosco Boys Langata, che accoglie e rieduca ragazzi di strada, e infine a Mutuini, comunità di FMA che si occupa del noviziato (che comprende novizie da tutto l’Est africano).

Il nostro impatto con l’Africa è stato silenzioso, meno dirompente di quanto ci si aspetti, perché fin da subito siamo stati accolti da una piccola comunità e non da un’infinità di gente. A donarci il loro calore, la loro vita e la bellezza dell’Africa sono stati infatti 24 ragazzi della comunità dei Bosco Boys, centro che recupera ragazzi dalla strada e gli offre una nuova vita. Molti di loro hanno fatto il loro ingresso nella comunità il nostro stesso giorno, ma a doversi adattare siamo stati più noi, con le difficoltà della lingua, del cibo e la paura di ammalarsi, paure che ben presto sono svanite, ostacoli che altrettanto rapidamente sono stati superati e lì dentro ognuno sì è sentito a casa.

Con loro abbiamo condiviso la quotidianità: la sveglia al mattino, la messa, le pulizie, le lezioni, lo svago e i lavori di abbellimento/riparazione, e ci siamo scoperti amici e fratelli. Il nostro viaggio non si è limitato a questo infatti, di tanto in tanto, abbiamo fatto visita anche ad altre realtà lì vicino: Bosco Town (scuola professionale dei salesiani)e le suore del Cottolengo (il centro di ricovero per i bambini malati di HIV).

Infine il nostro incarico ci ha portati in un’altra parte della periferia di Nairobi: Mutuini. Sicuramente separarsi dai ragazzi di Bosco Boys Langata è stato difficile, perché in poco tempo ci siamo affezionati gli uni agli altri, ma con coraggio siamo ripartiti da zero nella nuova comunità che ci ha accolto non con meno gioia o calore, infatti non sono mancate feste e ringraziamenti.

Nella comunità a Mutuini invece il nostro incarico è stato quello di aiutare le FMA nella gestione e animazione del Summer Camp, ovvero l’Estate Ragazzi; quindi i primi giorni tra la separazione del primo centro, i festeggiamenti per la professione perpetua di 5 FMA si sono svolti i preparativi per l’estate ragazzi.

Prima però del Summer Camp, abbiamo fatto un ultima visita: siamo andati a Kibera, la baraccopoli più grande del Kenya, e assieme alle suore della “visitazione” ci siamo confrontati con una realtà dura da digerire, la povertà. Nonostante però questa povertà estrema abbiamo conosciuto persone/famiglie estremamente accoglienti, riconoscenti, vive!

Infine, a conclusione di questo mese missionario: il Summer Camp! Con più di 100 bambini, animati da noi e le novizie FMA con le quali abbiamo condiviso prima di tutto la preghiera e non per ultimo l’amicizia e la fratellanza. Con altrettanti pianti e saluti, abbiamo dovuto salutare anche questa comunità e ritornare in Italia, dove però la nostra missione continua come testimoni di una grande fede e di un’esperienza rivoluzionaria che consigliamo a chiunque si senta chiamato a viverla!

Lettera dell’Ispettore – Ottobre 2024

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di ottobre 2024.

Torino,
2 Ottobre 2024
Memoria dei Santi Angeli Custodi

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili,
purtroppo le emergenze non finiscono mai. Come sapete la situazione in Medio Oriente si sta evolvendo in modo più drammatico di quanto già potesse verificarsi, con l’incremento progressivo dei fronti di guerra: Israele, Gaza, Libano, Iran.

Tre giorni fa è giunto il Comunicato Stampa (che vi allego) dell’ispettore MOR, don Simo Zakerian, che spiegava l’attuale situazione (e non era ancora iniziata l’offensiva di terra in Libano) nella sua gravità in termini di perdite di vite umane, feriti e profughi. Il popolo libanese, che ha accolto negli scorsi anni tantissimi rifugiati siriani colpiti dalla guerra e dal terremoto, si trova adesso a fuggire dalla propria terra o a chiedere aiuto a chi, nella zone più a nord del paese, può offrirlo più facilmente. L’opera salesiana di El-Hossun ha già accolto circa 100 sfollati, ma purtroppo i numeri sono destinati a salire.

Ieri Don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore e attuale guida della Famiglia Salesiana nel mondo, ha lanciato un appello chiedendo, a chi ne ha la possibilità, di inviare aiuti economici ai salesiani del Medio Oriente, per sostenerli nell’opera di accoglienza di tanti profughi.

Riteniamo opportuno che le donazioni che verranno raccolte nelle case possano avere un unico collettore nell’Economato ispettoriale. Queste le coordinate bancarie dell’Ispettoria:

IBAN IT80B0306909606100000115761

intestato a CIRCOSCRIZIONE MARIA AUSILIATRICE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Causale: Emergenza Libano

Per il momento come ispettoria abbiamo inviato € 30.000,00.

Ci sentiamo spesso impotenti di fronte a queste tragedie che tanti fratelli e sorelle, tanti bambini, giovani e anziani, subiscono nel mondo. E tuttavia, supportati da Santa Teresa di Lisieux che, da patrona della missioni, apre l’ottobre missionario; da lei che aveva scoperto di dover e poter essere l’amore nel cuore della Chiesa; anche noi desideriamo portare solidarietà, nella Chiesa e nel mondo. Lei, in quanto suora di clausura, non poteva spostarsi dal suo monastero. Anche la maggior parte di noi non ha la possibilità di spostarsi da dove si trova, ma tutti possiamo dare comunque una mano.

L’aiuto economico è uno dei modi per aiutare. La preghiera è certamente un altro modo. Coltivare una vita santa, capace di costruire la pace attorno a sé è un ulteriore modo. Evidentemente non si tratta di modalità alternative tra loro… Ognuno offra quel che può.

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Racconti di missione: Ngozi, Burundi

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Cominciamo dai partiti in Burundi, a Ngozi.

Chiamati e Inviati

Missione Ngozi, Burundi


Chiamati da Qualcuno più grande, da Chi desidera davvero il nostro bene e ripone speranza in noi, affinché possiamo trasformare la nostra vita in un capolavoro.

Inviati da una comunità pronta a sostenerci nei momenti difficili, vicina anche nella distanza, decisa ad accompagnarci in questa missione.

Perché sì, è proprio di una missione che stiamo parlando. O meglio, di esperienza missionaria. Un’esperienza che, se la accetti, ti cambia. Ti rende consapevole, ti fa crescere, ti rende una persona migliore, senza aspettarti nulla in cambio.

Sei giovani e due salesiani. Otto “musungu“- bianchi – in viaggio verso un piccolo paese nel cuore dell’Africa: il Burundi.

Qui, la terra rossa si mescola a una povertà evidente, tangibile, ma colma di umiltà. Una povertà accettata come condizione di vita, dove la mancanza di acqua corrente è normalità, l’assenza di rifornimenti di benzina è routine e fare un solo pasto al giorno è pura provvidenza.

Abbiamo incontrato una comunità segnata da una guerra passata e da una crisi economica presente, ma che ogni giorno cerca di vivere l’attimo, senza preoccuparsi troppo del domani. Il futuro? Sarà un’altra storia.

Siamo stati inviati non per cambiare il mondo, ma semplicemente per stare. Per vivere appieno il “patronage” con circa ottocento bambini. Settimane intense che ci hanno aperto gli occhi: abbiamo capito quanto siamo fortunati a sederci a tavola tre volte al giorno, a poter aprire un rubinetto e vedere l’acqua sgorgare. Ci hanno mostrato che i veri problemi della vita sono altri. Che vivere il presente, anche solo per un momento, ti fa pensare: “Quando mi ricapiterà?

Forse, per essere veramente felici, basta davvero poco.

Ci siamo donati a bambini e ragazzi che, probabilmente, non rivedremo mai più. Con i nostri pregi e difetti, ci siamo offerti così come siamo. E, giorno dopo giorno, abbiamo compreso che, mentre noi eravamo lì per loro, erano loro a donarci qualcosa: un sorriso, una parola, un gesto. E bastava tutto questo a ripagare ogni fatica e sacrificio.

È proprio vero che “C’è più gioia nel donare che nel ricevere“, ma è solo vivendo una realtà come questa sulla propria pelle che lo si può affermare con certezza.

Evento di presentazione del progetto A.U.D.E.

Nella mattinata di venerdì 27 settembre 2024 si è tenuto l’evento di presentazione del progetto A.U.D.E. (Atelier Urbani Digitali Educativi) presso Oratorio Salesiano Michele Rua di Torino, sede di uno dei 3 Atelier della città che, insieme all’oratorio salesiano Agnelli e alla scuola paritaria Cottolengo, partecipa al progetto.

È stata un’occasione preziosa per conoscere da vicino il progetto, un’iniziativa innovativa che si propone di creare nuove opportunità di apprendimento e supporto sociale per minori e famiglie, coniugando inclusione e innovazione digitale.

Sono intervenuti Carlotta SalernoAssessora all’Istruzione, Edilizia scolastica, Politiche giovanili, Periferie e rigenerazione urbanaLuciano Sciascia in rappresentanza di Giulia Guglielmini, Presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, don Alberto Goia, Presidente AGS per il Territorio e Delegato di Pastorale Giovanile Salesiana per il Piemonte e la Valle d’Aostadon Stefano MondinDirettore dell’Oratorio Salesiano Michele Rua, don Claudio GhioneParroco ed Incaricato dell’Oratorio Agnelli e Rita Cordova in rappresentanza di don Andrea Bonsignori, Direttore Generale delle Scuole Cottolengo.

La mattinata si è conclusa con un tour guidato dell’Atelier dell’Oratorio Michele Rua, dove i giovani coinvolti nel progetto hanno offerto ai partecipanti dimostrazioni pratiche di potenziali attività che verranno offerte alle scuole della città di Torino grazie al progetto.

Primo incontro formativo del progetto A.U.D.E

Il 3 settembre si è svolto il primo showcase formativo del progetto A.U.D.EAtelier Urbani Digitali Educativi, promosso dalla Città di Torino in collaborazione con la Fondazione per la Scuola e AGS per il Territorio, grazie al contributo del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’evento, dal titolo Make&Learn: Esperienze innovative ed inclusive di Maker Education e Robotica Educativa, ha segnato l’avvio ufficiale delle attività formative del programma.

La mattinata del 3 settembre è stata arricchita dagli interventi di numerosi speaker. Tra questi:

  • Giulia Guglielmini, Presidente della Fondazione per la Scuola, ha evidenziato l’impegno della Fondazione nella formazione continua per migliorare il futuro di ogni studente;
  • Claudio Sciaraffa, Dirigente della Divisione Servizi Educativi della Città di Torino;
  • Valentina Bellis, Direttrice dell’Ufficio Progettazione e Sviluppo della Pastorale Giovanile;
  • Manuele Manco, Project Manager della Pastorale Giovanile;
  • Fabio Sandrolini, rappresentante dell’Associazione ASVAPP;
  • Daniele Barca, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo 3 di Modena;
  • Francesco Bombardi, architetto esperto nella progettazione di ambienti di apprendimento innovativi;
  • Luciano Sciascia, Program Manager della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo;
  • Valentina Sacchetto, Coordinatrice educativa del progetto.

L’incontro ha inoltre permesso di presentare il team di educatori e facilitatori digitali del progetto.

Nel pomeriggio del 3 settembre e durante la giornata del 4 settembre, i partecipanti iscritti hanno avuto l’opportunità di visitare gli spazi dei tre Atelier e prendere parte a un workshop formativo guidato dall’architetto Francesco Bombardi e dagli operatori degli Atelier.

La presentazione ufficiale del progetto è prevista per il 27 settembre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amare da Dio: il sesso, gli affetti, i legami

Amare da Dio è il percorso per single o fidanzati, da soli o in coppia, dai 19 ai 29 anni, che desiderano comprendere e vivere le ragioni profonde del cuore.

Gli incontri si terranno ad Avigliana, presso il Santuario Madonna dei Laghi (per chi arriva in treno l’equipe è a disposizione per fare da navetta dalla stazione alla casa).

Cinque appuntamenti, cinque domeniche per maturare nell’amore:

  • 20 Ottobre 2024 | La posta in gioco: l’amore umano e l’amore di Dio
  • 15 Dicembre 2024 | Il bello della differenza: maschio e femmina
  • 12 Gennaio 2025 | L’amore ci precede: legami familiari
  • 23 Febbraio 2025 | Io, tu, noi: i passi dell’amore
  • 9 Marzo 2025 | Quei no che valgono un sì: orientamenti morali

Orari

Dalle 9.30 alle 17.30 con catechesi, riflessione, condivisione e preghiera. Ogni volta concluderemo con la Messa insieme.

Da portare

  • Pranzo al sacco
  • Quaderno ad anelli A5
  • Materiale per scrivere

Per maggiori informazioni scrivere a: amaredadio@salesianipiemonte.it

 

Campo 4 e Assemblea MGS – 21 settembre 2024, Colle Don Bosco

Dal 19 al 22 settembre 2024 al Colle don Bosco si è svolto il Campo 4: un momento di ritiro per i giovani neo-maturati fino ai 29 anni.

All’interno della settimana, sabato 21 settembre si è tenuta l’Assemblea MGS  per tutti i Direttori delle case salesiane, i confratelli Salesiani, le consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice e i giovani tra i 19 e i 29 anni, corresponsabili della missione delle case salesiane. 

Nel suo intervento all’Assemblea, Pierluigi Dovis, presidente di Caritas Torino, ha affrontato due temi centrali: la necessità di una comunità intergenerazionale e il ruolo rilevante dei giovani. Ha evidenziato l’importanza perciò, di accompagnare i giovani adulti, senza delegare loro la responsabilità di gestire da soli il proprio percorso, suggerendo il bisogno di una presenza attiva accanto a loro, che non li lasci soli nel momento del bisogno. Ha richiamato le parole di San Paolo, secondo cui “la speranza non delude“, sottolineando come le delusioni possano nascere da una visione troppo centrata su se stessi, mentre la speranza si radica nell’incontro con Dio e con l’altro. L’elemento chiave del discorso è stata la dimensione relazionale, una leva per costruire comunità autentiche. 

Uno degli aspetti più toccanti del suo intervento è stato il riconoscimento dell’inadeguatezza che giovani e adulti possono provare. Dovis ha parlato della condizione comune di “collezionare fallimenti”, ma ha invitato a chiedere aiuto alla comunità, creando legami basati sull’affettività, sulla confidenza e il rispetto reciproco. Ogni cammino di fede si nutre delle piccole azioni quotidiane, dei gesti minimi, di quel “stare in mezzo” che caratterizza l’operato di chi vuole essere animatore o guida. 

“L’animatore non conduce dall’alto, ma cammina accanto, come un compagno di viaggio”, ha concluso, invitando i giovani a vivere la loro fede come un percorso collettivo, fatto di accompagnamento reciproco e condivisione.

Subito dopo il discorso dell’ospite, è stato dedicato un ampio tempo di riflessione personale e di condivisione a piccoli gruppi. Dopo uno spazio di domande prima del pranzo delle 12:30, Dovis ha concluso con un invito alla speranza, percepita come forza viva, alimentata dalla certezza che l’amore di Dio è rivolto a ciascuno ed accoglie le imperfezioni e i limiti dell’uomo. Un messaggio di grande incoraggiamento per i giovani presenti all’assemblea, chiamati a vivere il loro ruolo nella comunità con autenticità, consapevolezza e coraggio.

Il Campo 4 si è poi concluso con il pellegrinaggio a Chieri di domenica 22.

 

E se la Fede avesse Ragione? 2024/2025 – CREDO LA CHIESA

Riprendono gli appuntamenti di “E se la fede avesse ragione?” per l’anno 2024-2025: sei incontri rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana. In particolare, in questa nuova edizione, gli incontri avranno come tema “CREDO LA CHIESA – Fratelli per vocazione“.

L’appuntamento sarà sempre presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco dalle ore 20.45 alle 22.30, con possibilità, per chi lo desidera, di una cena condivisa alle ore 19.45. Il primo appuntamento sarà giovedì 24 ottobre 2024.

Gli appuntamenti di “E se la Fede” andranno anche in diretta televisiva su VideoNord del Gruppo Rete 7 (canale 83 del digitale terrestre) e sui canali Facebook di “E se la Fede”.

Per non perdere tutti gli incontri aggiungili sul tuo calendario Google:

Gli appuntamenti di “E se la Fede” andranno anche in diretta televisiva su VideoNord del Gruppo Rete 7 (canale 83 del digitale terrestre) e sui canali Facebook di “E se la Fede”.

Per rivivere gli appuntamenti, inoltre, è stato creato un canale podcast dedicato così da rendere accessibili le catechesi sui diversi canali di distribuzione.