Racconti di Missione: Kenya

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza. Di seguito il resoconto della coppia partita per Marsabit e Embu, in Kenya (Africa).

La nostra esperienza in Kenya

Prima di condividere il nostro racconto, sentiamo di dover fare una premessa: siamo una giovane coppia in cammino verso il matrimonio e, per imparare a rendere fecondo il nostro amore, dopo un lungo discernimento guidato da don Marco Cazzato e suor Lucia Vàsquez Figueroa, siamo stati inviati in missione in Kenya. Abbiamo avuto l’occasione di vivere due realtà molto diverse tra loro.

La prima tappa è stata Marsabit, capoluogo dell’omonima contea al confine con l’Etiopia, nel cuore del deserto. Qui siamo stati accolti da una comunità di tre Salesiani presso il Don Bosco Technical Institute, una scuola professionale che offre ai giovani la possibilità di imparare un mestiere in modo concreto, per affrontare con dignità il mondo del lavoro. A Marsabit abbiamo toccato con mano la povertà più profonda e le ingiustizie più grandi. Nel pomeriggio la scuola apriva le porte a bambini e ragazzi di ogni età: per molti era l’unica occasione di giocare insieme o di guardare la televisione, esperienza rara e preziosa. La barriera linguistica non ci permetteva di comunicare molto, ma abbiamo compreso che la cosa più importante era semplicemente esserci: stare accanto a loro con presenza e attenzione.

La seconda tappa è stata Embu, nel cuore del Kenya, una zona rigogliosa e verdeggiante. Qui siamo stati ospitati dalle Figlie di Maria Ausiliatrice presso la Don Bosco Girls Secondary School. Nel periodo di pausa scolastica abbiamo partecipato ai lavori di manutenzione e, allo stesso tempo, collaborato all’oratorio con attività semplici e coinvolgenti. Sin da subito si è creata una sintonia speciale con le sorelle e con i bambini. Solo l’ultimo giorno ci siamo resi conto della profondità dei legami nati in pochi giorni: il saluto finale è stato carico di emozione, con qualche lacrima condivisa.

Ripensando a questa esperienza, ci accorgiamo che le difficoltà, messe interminabili in swahili, barriere linguistiche, contatto diretto con la povertà, sono state anche il terreno in cui abbiamo imparato di più. I bambini ci hanno ricordato che l’essenziale non è mai poco: lo si trova nei beni che permettono di vivere e nella sorprendente capacità di trasformare un gioco semplice in una sorgente inesauribile di gioia ed intrattenimento.

La missione non si conclude con il rientro a casa: comincia ora, nel quotidiano, custodendo i volti e i sorrisi incontrati, e lasciando che continuino a trasformare il nostro modo di vivere e di amare

Dopo 150 anni il sogno missionario di Don Bosco continua

Dall’agenzia ANS.

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11 Novembre 1875: in questa data il primo gruppo di missionari salesiani veniva inviato in Argentina. 150 anni dopo il sogno missionario di Don Bosco continua grazie al “sì” generoso di tanti salesiani chiamati a spendere la propria vita come missionari del Vangelo in un modo particolare. Ci affacciamo così alla 156a Spedizione Missionaria Salesiana, che avrà luogo l’11 Novembre alle ore 17:00 (UTC+1) a Valdocco.

Oggi i Salesiani sono presenti in 137 Paesi del mondo e in quest’anno speciale tutta la Famiglia Salesiana è invitata a “RingraziareRipensareRilanciare” le missioni salesiane in un atto di generosità e fedeltà creativa al carisma.

I nuovi missionari provengono da tutti i continenti e a tutti i continenti sono inviati, in un cambio di paradigma missionario improntato sulla reciprocità. Domenica 5 ottobre inizieranno la formazione specifica attraverso il cosiddetto “Corso Germoglio”, con partenza a Genzano/Roma, e poi con tappe al Colle Don BoscoMornese e Valdocco, prima di ricevere, per mano del Rettor Maggiore, la Croce Missionaria nella Basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino.

“Uniamoci a loro nella preghiera e nell’accompagnamento per questo ‘sì’ generoso al Signore per il bene di tanti giovani”

è l’esortazione che proviene dal Settore per le Missioni della Congregazione Salesiana.

Racconti di Missione: Sierra Leone

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza. Di seguito il resoconto del gruppo partito per Bo, in Sierra Leone (Africa).

La nostra esperienza in Sierra Leone

La Sierra Leone è un Paese dell’Africa occidentale che si affaccia sull’oceano Atlantico, situato tra la Guinea e la Liberia. Conta circa 8 milioni di abitanti ed è tra gli Stati più poveri al mondo, nonostante disponga di ricche risorse minerarie che lo rendono uno dei principali produttori di diamanti a livello globale.

La nostra esperienza si è svolta qui per quattro settimane, da fine luglio a fine agosto. Nei primi giorni abbiamo visitato la capitale, Freetown, che conta circa 1,2 milioni di abitanti; successivamente ci siamo spostati a Bo, la seconda città del Paese (circa 300 mila abitanti), dove siamo rimasti per oltre tre settimane.

Il nostro arrivo ha coinciso con la stagione delle piogge, che in estate raggiunge il suo apice: la pioggia ci ha accompagnato quasi quotidianamente. Già dall’aereo, la prima impressione è stata quella di una distesa sconfinata di vegetazione verde brillante, interrotta solo da strade sterrate color rosso intenso, città e villaggi. Anche nel tragitto da Freetown a Bo, circa quattro ore di macchina, il paesaggio ha restituito le stesse sensazioni. Le principali arterie che collegano il Paese da nord a sud sono asfaltate, così come le vie centrali delle città più grandi, ma a Bo e nei villaggi circostanti ci si sposta quasi esclusivamente su strade sterrate.

Quello che colpisce subito, a livello sociale, è la giovanissima età della popolazione: l’età media è di circa 18 anni, e ovunque ci si imbatte in una moltitudine di bambini. È un’immagine che trasmette speranza e futuro, ma che convive con condizioni di vita estremamente difficili. Molte famiglie abitano in case di lamiera prive di gas, elettricità e, spesso, di acqua potabile. Gran parte della vita quotidiana si svolge per le strade, sempre animate e affollate: qui molti lavorano vendendo ciò che hanno, e non è raro incontrare bambini con ceste colme di caramelle, peperoncini o piccoli oggetti che offrono ai passanti. La moneta locale è il Leone (circa 25 leoni per 1 euro); per avere un’idea, lo stipendio medio di un insegnante di scuola pubblica si aggira attorno ai 2000 leoni, pari a circa 80 euro al mese.

Nonostante la povertà e le difficoltà quotidiane – tra i più alti tassi di mortalità infantile e una delle aspettative di vita più basse al mondo – ciò che ci ha maggiormente sorpreso è stata la semplicità, la gentilezza e la calorosa accoglienza delle persone. I bambini, in particolare, ci hanno insegnato quanto si possa gioire delle piccole cose e ridere di cuore anche senza nulla.

I salesiani sono arrivati in Sierra Leone nei primi anni Duemila, al termine della guerra civile, per affrontare l’emergenza educativa. Oggi sono presenti con quattro comunità: due a Freetown, una a Lungi e una a Bo. Abbiamo avuto la fortuna di visitarle tutte, scoprendo la varietà delle loro opere: scuole, centri estivi, assistenza carceraria, parrocchie e case di accoglienza per giovani vittime di violenza domestica o ragazze costrette alla prostituzione. Tra i momenti più toccanti, l’affetto e la gratitudine della popolazione verso Don Bosco e l’opera salesiana, percepibili in ogni incontro.

Durante il nostro soggiorno, l’attività principale è stata il Summer Camp organizzato dalla comunità salesiana di Bo. A differenza di ciò a cui siamo abituati, la partecipazione era davvero impressionante: circa 400 bambini e ragazzi, accompagnati da 80 animatori. Le giornate iniziavano alle otto con lezioni scolastiche fino a mezzogiorno, seguite da laboratori pratici – musica, danza, arte, cucina – e dal pranzo, preparato in loco e chiamato in lingua locale chop chop. Nel pomeriggio, le quattro grandi squadre si sfidavano in giochi, tornei e cacce al tesoro. All’inizio ci siamo trovati spiazzati dalle modalità di gioco, che non coinvolgevano sempre tutti i ragazzi contemporaneamente. Ben presto, però, abbiamo capito che per loro non era affatto un problema: anche solo tifare, cantare e sostenere i compagni era fonte di divertimento.

Nell’ultima settimana abbiamo preso parte anche alle attività di Culture, in cui ciascuna squadra preparava danze e scenette ispirate alle lingue e tradizioni locali. È stata l’occasione per apprendere alcune parole delle lingue tipiche e immergerci ulteriormente nella cultura del Paese.

Oltre al centro estivo, abbiamo vissuto altre esperienze che ci hanno permesso di comprendere meglio la realtà locale e il lavoro dei salesiani. Abbiamo partecipato al loro servizio nelle carceri di Bo, distribuendo pasti e condividendo tempo con i detenuti. Più che il riso offerto, ciò che conta è l’attenzione: attraverso istruzione, gioco, catechismo e ascolto, viene restituita dignità a persone che spesso si sentono dimenticate.

Abbiamo incontrato anche un’altra congregazione, i Christian Brothers, con i quali abbiamo condiviso alcune attività, tra cui una serata di fraternità fatta di gioco, preghiera e condivisione di esperienze. Inoltre, abbiamo visitato l’università di Bo, dialogando con il rettore per capire meglio le sfide legate all’istruzione: tra queste, la necessità per molti giovani di interrompere gli studi per lavorare e guadagnare il denaro necessario a proseguirli, oltre alla forte disoccupazione che limita le prospettive dei più meritevoli.

Un altro momento significativo è stata la visita all’ospedale pubblico di Bo: ci sono stati illustrati i principali problemi del sistema sanitario, tra cui la difficoltà per molti pazienti, soprattutto bambini, di raggiungere tempestivamente la struttura. Nonostante i mezzi scarsi, abbiamo incontrato medici e operatori impegnati con dedizione e competenza.

Tra le tappe più belle ricordiamo la visita a Kenema, terza città del Paese, e al villaggio di Gerihun, vicino a Bo, dove siamo stati accolti con grande entusiasmo, soprattutto dai bambini.

Vivere a contatto con una realtà così diversa dalla nostra è stato impegnativo ma anche sorprendentemente naturale, grazie alla coesione del nostro gruppo e alla continua ospitalità ricevuta. Le uniche difficoltà iniziali hanno riguardato il cibo, spesso molto piccante. Per il resto, essere circondati da sorrisi e saluti ci ha reso il mese in Sierra Leone un’esperienza semplice e piena di gioia.

Inoltre, le sfide quotidiane e le situazioni di disagio e di povertà che i Sierra Leonesi vivono sono state colmate dalla fiducia nel futuro, la speranza  e la concretezza nel rendere migliore ciò che si vive, qualità evidenti in ogni Sierra Leonese. Tutte le persone che abbiamo incontrato, bambini e adulti, sognano: tutti hanno dei grandi desideri, come quello di diventare medici, di diventare avvocati o di trasferirsi all’estero e di avere una chance nello sport. Per noi, è stato sorprendente ascoltare le loro parole ricche di speranza e vedere in tutti un atteggiamento di forte resilienza, di continua fiducia nell’avvenire e di costante impegno. Di questa forte volontà di agire con lo scopo di avere cura e rendere migliore, ne abbiamo avuto testimonianza nei diversi progetti che ci sono stati mostrati.

Infatti, vista la continua crescita del movimento salesiano nelle comunità della Sierra Leone, presto sarà fondata una nuova casa salesiana a Kenema, la terza città più grande della Sierra Leone che si trova circa un’ora distante da Bo. La futura presenza dei salesiani garantirà l’attenzione per i bambini e i giovani della città, che fino ad oggi non hanno la possibilità di partecipare al Summer camp o ad iniziative a loro dedicate, in quanto Kenema ne è completamente sprovvista.

Inoltre, questo nuovo progetto salesiano apre le porte ai futuri missionari, che avranno l’occasione di portare don Bosco in una nuova realtà e di animare il primo Summer Camp di Kenema. 

Un’altra iniziativa che abbiamo davvero a cuore riguarda il villaggio Gerihyn, a pochi minuti da Bo. Tutto è partito dall’idea spontanea del nostro accompagnatore di portare gioco e gioia ai bambini di un piccolo villaggio, nel quale non erano previste alcune attività estive per i giovani. Così, ci siamo lanciati in questa esperienza con i Christian Brothers, e con loro e i giovani del posto abbiamo avuto una mattinata di giochi organizzati e di divertimento, che molto probabilmente si trasformerà in un’attività svolta abitualmente dai Christian Brothers durante l’anno! Ci auguriamo davvero che possa andare avanti questa piccola iniziativa con l’obiettivo di coinvolgere in spirito salesiano tutti i giovani, quelli dei villaggi, quelli delle grandi città, i più poveri e più ricchi. 

Un altro progetto che va avanti da anni e che abbiamo visto con i nostri occhi è l’attività salesiana nelle carceri. La casa salesiana di Bo coinvolge alcuni giovani a prestare cure e servizi di prima necessità ai detenuti della prigione di Bo, come cibo, cura dell’igiene personale e apprendimento di un mestiere. Purtroppo questo progetto ha una scadenza fissata alla fine di quest’anno, ma è già stata inviata una nuova scrittura del progetto e tutti si augurano che possa essere rinnovato. Inoltre nel nuovo progetto è stata proposta l’estensione dell’attività salesiana anche nei carceri femminili.

Terminata questa esperienza, pensiamo che la Missione sia un’occasione preziosa per uscire dalla propria zona di comfort e scoprire quanto sia arricchente incontrare l’altro nella sua diversità. Non è soltanto un viaggio, ma un cammino interiore che ti spinge a guardare il mondo con occhi nuovi.

Nella missione impari a vivere con semplicità, ad apprezzare ciò che spesso dai per scontato e a comprendere il valore delle piccole cose. Servire chi è più fragile mi ha aiutato a sviluppare empatia, gratitudine e capacità di ascolto.

Questa esperienza ti mette davanti a sfide concrete che formano il carattere: impari a collaborare, a fidarti degli altri, a donare tempo ed energie senza aspettarti nulla in cambio. È anche un momento forte di crescita spirituale: ti confronti con la fede vissuta in modi diversi e scopri che la speranza nasce dalla condivisione.

Al ritorno, non sei più lo stesso: porti con te volti, storie e insegnamenti che continuano a parlarti. Per questo una missione non è solo un’esperienza temporanea, ma un seme che cambia il cuore e ispira a vivere ogni giorno con maggiore apertura e responsabilità.

La Casa Salesiana di Avigliana presenta la nuova Direttrice e le attività formative 2025/2026

Notizia a cura del team del Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana.

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Dal 21 settembre 2025, Elisabetta Scavino ha assunto l’incarico di Direttrice della Casa Salesiana di Avigliana, luogo di spiritualità e ospitalità inserito nella cornice del Santuario della Madonna dei Laghi.

Con il nuovo anno pastorale, la Casa Salesiana rilancia la propria missione educativa e spirituale attraverso una serie di percorsi formativi rivolti a giovani, famiglie e adulti, pensati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Salesiana. L’obiettivo è quello di accompagnare i giovani a maturare sane relazioni affettive e a costruire famiglie solide, radicate nella fede e nell’amore cristiano.

Le proposte in programma per il 2025/2026 sono:

  • Amare da Dio (dal 19 ottobre 2025): percorso dedicato a giovani dai 19 ai 29 anni, single o fidanzati, per comprendere e vivere le ragioni del cuore.
  • Amore chiama amore (dal 27-28 settembre 2025): itinerario per single dai 25 ai 40 anni, un viaggio tra fede, affetti e autenticità.
  • Primi passi in famiglia (dal 15 novembre 2025): quattro tappe fondamentali per fidanzati (a un anno dal matrimonio) e giovani coppie nei primi anni di vita matrimoniale.
  • Partiamo da Cana (dal 3 ottobre 2025): percorso di approfondimento sulla vita affettiva e familiare, rivolto a coppie, educatori, catechisti, psicologi, insegnanti, consacrati e consacrate.

Accanto alle attività formative, la Casa per Ferie continua a rappresentare uno spazio di accoglienza per ritiri, campi, incontri formativi e momenti di comunità, a disposizione delle realtà salesiane e di tutti coloro che desiderano vivere esperienze di condivisione in un contesto immerso nella natura.

La direttrice Elisabetta Scavino sottolinea:

«La nostra missione è semplice e profonda: offrire una casa. Non solo un luogo fisico, ma uno spazio accogliente e familiare, dove giovani e coppie possano sentirsi ascoltati e accompagnati nei passaggi importanti della vita. Insieme alla comunità educativo-pastorale desideriamo accoglierli nello stile di Don Bosco, offrendo percorsi di formazione all’affettività, al matrimonio e alla vita familiare.»

“Carisma, Pastorale Giovanile e Apostolato”: il Campo 4 al Colle Don Bosco

Dal 18 al 21 settembre 2025, il Colle Don Bosco ha accolto con entusiasmo il ritorno del Campo 4, l’appuntamento di spiritualità dedicato ai giovani neo-maturati fino ai 29 anni.

Il tema centrale, “Carisma, Pastorale Giovanile e Apostolato”, ha guidato ogni momento di riflessione, condivisione e preghiera.

La domenica è stata dedicata al ritiro spirituale e non sono mancati momenti di fraternità, camminate nella natura e celebrazioni comunitarie.

 

Tornarono pieni di gioia: un itinerario per camminare insieme nel Vangelo di Luca

Un itinerario pensato per i giovani, fatto di ascolto, preghiera e scoperta. Tornarono pieni di gioia è il titolo di un ciclo di cinque incontri serali che accompagneranno i partecipanti lungo alcune tappe fondamentali della vita di Gesù, narrate nel Vangelo di Luca.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra gli Uffici di Pastorale Giovanile della Diocesi di Torino, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, già consolidata con l’esperienza di E Se La Fede Avesse Ragione?, e sarà un’occasione per fermarsi, riflettere e lasciarsi interrogare dalla Parola.

Calendario degli incontri

Tutti gli appuntamenti si svolgeranno dalle 21.00 alle 22.30 presso la Chiesa di Gesù Adolescente – Oratorio Salesiano S. Paolo, in Via Luserna di Rorà 16, Torino.

  • 13 novembre Il Battesimo – Pregare da figli con Don Giorgio Garrone
  • 18 dicembre Gesù nella sinagoga di Nazareth – La Parola che si compie con Suor Sara Perini
  • 26 febbraio Le tentazioni – Pregare nella lotta con Don Matteo Vignola
  • 19 marzo La trasfigurazione – La luce della preghiera con Don Matteo Vignola
  • 23 aprile Il cammino di Emmaus – Pregare il Vivente con Suor Sara Perini

Ogni incontro sarà un’occasione per rileggere la propria vita alla luce del Vangelo, accompagnati da guide esperte e da una comunità che condivide lo stesso desiderio: mettersi in cammino e tornare pieni di gioia.

Saldi nella fede: MGS Day e Professioni Perpetue al Colle Don Bosco

Il 13 settembre 2025 il Colle Don Bosco ha accolto con entusiasmo l‘MGS Day di inizio anno, pronti a lanciare il tema dell’anno pastorale “Saldi nella fede”.

Simbolo della giornata è stata la fiamma viva, segno della fede che arde nel cuore di ciascuno di noi. A incarnare questo spirito, un grande braciere posto al centro del cortile, che ha fatto da fulcro alle attività, ispirate ai giochi olimpici.

Dopo il benvenuto iniziale con il buongiorno dell’Ispettore don Leonardo Mancini i partecipanti si sono divisi in gruppi per fasce d’età, alternandosi nell’ascolto delle testimonianze di Tomas Kivita e Alessio Moretto, giovani perpetui della nostra Ispettoria che hanno condiviso il loro percorso vocazionale. Dopo il pranzo spazio al gioco intervallato da momenti di confessione.

Alle ore 17.00 la Basilica ha ospitato il momento più emozionante della giornata: le Professioni Perpetue, celebrate da don Leonardo e culminate in un abbraccio che ha sancito la scelta definitiva di vita salesiana: un “per sempre” commovente per tutti i presenti.

La serata è proseguita con un momento di festa, balli e il primo concerto live dell’MGS Sound, che ha portato energia e gioia sotto le stelle del Colle.

A chiudere la giornata, la Buonanotte di suor Emma (FMA) dedicata alla figura di suor Maria Troncatti, FMA che sarà canonizzata il prossimo 19 ottobre da Papa Leone XIV.

In arrivo il Campo 4 al Colle Don Bosco!

Dal 18 al 21 settembre 2025 al Colle don Bosco torna il Campo 4: un momento di ritiro e riflessione per i giovani neo-maturati fino ai 29 anni.

Il tema centrale sarà “Carisma, Pastorale Giovanile e Apostolato” e come di consueto la domenica sarà dedicata al ritiro spirituale.

Di seguito il programma della 4 giorni:

  • Inizio: giovedì 18 alle ore 10.00
  • Domenica 21: ritiro spirituale
  • Fine: domenica 21 ore 15.00

Costi ed Iscrizioni:

  • Tutto il campo € 100 | Ciascun pasto € 8 | Ciascuna notte € 20
  • Iscrizioni presso il responsabile del proprio centro entro lunedì 15 settembre 2025.

Ricordiamo che è possibile partecipare anche solo ad alcuni momenti.

Cosa portare:

  • Pranzo al sacco di Giovedì
  • Abiti adatti per le camminate

 

Quaderno di lavoro MGS 2025-2026

Il secondo anno della Proposta Pastorale si concentra sulla virtù teologale della fede: Saldi nella fede.

Allo stesso tempo, la ricorrenza del 150mo della prima spedizione missionaria –  incominciata precisamente nel mese di novembre del 1875, quando i primi figli di don Bosco partirono per le Americhe – si inserisce nella riflessione sullo slancio missionario della congregazione.

All’interno di queste due cornici di senso – la prima teologale e la seconda carismatica – siamo arrivati così ad individuare, attraverso dei momenti di discernimento in stile sinodale, i temi specifici da trattare.

Il titolo scelto Alzati e vai ben riassume l’obiettivo generale da raggiungere in tutte le nostre realtà educative e pastorali: restituire alla fede la funzione di essere un punto di riferimento davanti alle scelte e alle difficoltà, un punto fermo da far riscoprire ai piccoli e far maturare negli adolescenti e nei giovani in modo che siano spinti all’azione, al movimento, alla missione. Il focus specifico di questo anno è il legame forte e decisivo tra la fede che ci rimette in piedi e la missione che ci invita a prendere il largo.

Il video di spiegazione di don Rossano Sala

La Proposta Pastorale è composta complessivamente da quattro elementi, tra loro interconnessi:

  1. Quaderno di Lavoro: esso è da intendere non come sussidio pratico di pronto utilizzo, ma come strumento di ispirazione ecclesiale, biblica e carismatica sui temi scelti;
  2. Materiali QRcode: sarà previsto uno spazio che sia una sorta di archivio di materiale che via via verrà messo a disposizione come strumento utile alla progettazione e alla costruzione di percorsi ispettoriali, territoriali e locali. Si tratterà prevalentemente di rimandi a pagine di approfondimento dal sito della rivista Note di pastorale giovanile:
    1. Testi significativi di documenti magisteriali o salesiani;
    2. Bibliografia tematica per l’approfondimento;
  3. Numero speciale NPG: questo vuole essere da una parte approfondimento di alcune tematiche dell’anno pastorale, e dall’altra una proposta di concretizzazione del metodo di lavoro per le realtà locali, scandito dai tre momenti già sperimentati del riconoscere, interpretare, scegliere. Così, se il Quaderno di Lavoro offre le ispirazioni, il numero speciale di NPG potrà offrire una metodologia;
  4. Sussidio formativo per le comunità SDB/FMA: questo è lo strumento che riprende la proposta pastorale per il cammino spirituale delle comunità salesiane e di alcuni gruppi della Famiglia Salesiana.

L’ultimo incontro di E Se La Fede 2024/25 “Il mio posto nella chiesa”

Giovedì 10 aprile nella consueta location della Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco si è tenuto l’ultimo incontro di E se la fede avesse Ragione? per l’annualità 2024/2025 sul tema “Il mio posto nella chiesa“.

Lo speaker della serata, don Michele Roselli, ha affrontato i seguenti argomenti del tema principale:

  • Nella Chiesa c’è posto per tutti
  • Riconoscere la vocazione
  • Come fare per capire il nostro posto nella Chiesa?

Per rivivere l’incontro è disponibile il video della diretta:

E Se La Fede tornerà in autunno, ringraziamo tutti i partecipanti dell’edizione 2024/2025 per il prezioso cammino vissuto insieme.