Istituto Agnelli: visita alla centrale termoelettrica Iren e incontro con l’ex magistrato Giuseppe Riccaboni

Dal sito dell’Istituto Agnelli gli ultimi aggiornamenti sulle attività degli studenti.

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Giovedì 25 maggio la classe 4a meccatronica ha incontrato i tecnici Iren, visitando la centrale termoelettrica di Moncalieri.

Un impianto storico che è stato rimodernato secondo i criteri di efficienza attuali. La centrale infatti produce energia elettrica mediante turbine a gas, turbine a vapore e acqua calda per il teleriscaldamento.

Lo stesso calore prodotto dalla combustione del metano viene utilizzato 3 volte per ridurre al minimo gli sprechi e quindi la C02 emessa nell’atmosfera.

Gli studenti visitando l’impianto hanno potuto vedere in esercizio ciò che hanno studiato in aula, rendendosi conto della complessità impiantistica per realizzare i cicli combinati in assetto cogenerativo.

Nel triennio di meccatronica e di energia è centrale lo studio della produzione e dell’efficientamento energetico, al tal punto che sono stati organizzati nove interventi da parte di Iren: sicurezza elettrica e incendio, energie rinnovabili, produzione idroelettrica e termoelettrica, teleriscaldamento, pompe di calore, ricerca guasti di rete.

Un percorso consolidato grazie al quale negli ultimi anni nove studenti sono stati assunti dall’azienda.

Lunedì 29 maggio le classi 5LA, 4LA, 4LB e 2ITTB hanno incontrato a scuola l’ex magistrato Giuseppe Riccaboni,sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino. Era presente anche un altro magistrato, il dott. Stefano Miglietta, giudice del Tribunale di Torino. Durante l’incontro sono state fornite ai ragazzi numerose informazioni sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte, sull’omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, sui processi regionali antimafia (Cartagine, Albachiara, San Michele, Colpo di coda…). In particolare, Riccaboni ha raccontato il suo coinvolgimento nell’operazione Minotauro, condotta nel 2011 contro le infiltrazioni della ’ndrangheta nei territori piemontesi.

Grazie all’appassionata testimonianza del magistrato, i ragazzi hanno potuto acquisire maggiore consapevolezza di come il fenomeno mafioso riguardi anche le regioni del nord Italia e di tutte le azioni intraprese dal Piemonte per contrastarlo. È stata quindi un’occasione preziosa per crescere nella legalità e nella responsabilità!