Suffragio don Enrico MARINONI

Amici …
Erano giorni di novembre del 1968 e noi tirocinanti del Piemonte salesiano (allora tre Ispettorie) si ritrovammo con gioia come vecchi amici a Bollengo per assistere ad un corso di formazione.
Ma più attraenti delle conferenze erano le nostre chiacchierate ed … il mucchio di cuscini ammassati in un angolo della camerata dove avevano preparato le nostre celle.

Fu così che alla sera, all’ora di andare a dormire, ci concedemmo un momento di fraternità con una solenne battaglia con i cuscini.
Don Marinoni, da un’altra parte della Casa, ci vide e venne a … trovarci. Ce ne accorgemmo e ci nascondemmo nelle nostre celle con le tendine chiuse.

E Don Marinoni entrò, si fermò in mezzo alla camerata e, con voce che voleva rimproverarci ma con paternità, ci disse:
– Amici …
Nessuno rispose e rimanemmo in un silenzio assoluto. E lui ripeté:
– Amici …
E ci regalò un predicozzo di cui non ricordo il seguito ma il cui tono mi è rimato impresso che era la suo fotografia: un uomo equilibrato, buono, saggio, prudente, che dava consigli sommessamente, guardandoti con mitezza e affetto.

Quanti lo ricorderanno come una presenza amica e preziosa! Quanti avrebbero ancora oggi bisogno del suo consiglio, della sua correzione fraterna, del suo incoraggiamento e della sua parola di speranza.

Scusaci Don Enrico se quella sera, orma senza veste ed in pigiama abbiamo fatto i ragazzacci e non abbiamo chiesto scusa. Ma tu non ci hai mai serbato rancore. Eri così.
Ed il Signore ci metterà tutta l’eternità a ripagare la tua bontà.
DG