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Avvenire – Torino, minori nella terra di confine. «All’oratorio si insegna legalità»

Da Avvenire, di Marco Birolini.

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«Ero qui da poco. Un giorno vedo un bambino di 9 anni che continua a calciare la palla contro il muro. Gli dico: puoi smetterla per favore? Vai a giocare in campo. Lui si gira e mi fa un gesto con la mano, aprendo e chiudendo le dita. Come a dire: parla, parla…» Don Stefano Mondin è il direttore della Casa salesiana intitolata al beato Michele Rua, piantata nel mezzo di Barriera di Milano, il quartiere più problematico di Torino. Sorride mentre ricorda la sfida lanciatagli tre anni fa da quel piccolo angelo con la faccia sporca: «Mandai a chiamare sua madre, per capire come comportarmi con lui. Lei mi disse: porti pazienza, ne ho già due in galera…»

Un contesto difficile, spesso ostile.

«Il 60% di chi finisce in carcere minorile arriva da queste strade – spiega don Stefano – e molti bambini qui pensano che poliziotti e carabinieri siano i cattivi. Allora noi organizziamo la Settimana della legalità per fargli capire che non è così. Agenti e militari sono venuti in oratorio e si sono presentati, hanno portato anche cani e attrezzature: alla fine la curiosità ha superato i pregiudizi. Poi c’è stata la partita di calcio fra avvocati e magistrati. Un modo per ridurre le distanze e per comprendere che dentro le istituzioni non ci sono nemici ma persone di cui ci si può fidare».

Don Mondin, entrato in seminario dopo la laurea in Giurisprudenza («Pensavo alla professione legale, ma poi il percorso di discernimento mi ha portato altrove»), mostra con orgoglio la “panchina della legalità”, dipinta con il tricolore e autografata dai giudici. A pochi metri c’è un totem con indicazioni verso gli angoli più tormentati del mondo: Messico, Ucraina, Haiti, Palestina.

A Barriera di Milano un residente su due è straniero e la proporzione balza all’occhio guardando i 400 iscritti dell’oratorio estivo, dove spiccano africani e sudamericani.

«Ma abbiamo anche molti cinesi, che parlano l’italiano così bene da tradurre ai loro genitori. Capirsi non è facile, oltre alla lingua ci sono culture e tradizioni molto diverse. Ma noi facciamo un patto: qui avete strutture, volontari ed educatori a disposizione, però bisogna rispettare le regole. Non manca la carità, ma è fondamentale capire che non tutto è dovuto. E soprattutto che noi vogliamo dare strumenti per partire, o per ripartire».

Un approccio pragmatico tutto salesiano, che dà frutti anche su un terreno in apparenza duro come questo, ulteriormente inaridito dalla piaga dell’abuso digitale.

«I ragazzini sono schiavi dei social e degli smartphone, ormai non si trovano nemmeno più per fare i compiti: preferiscono collegarsi in videochat. L’Università ci ha avvisato: attenzione, uno studente delle medie su sei dice di esser stato contattato online da pedofili. E i più piccoli si fanno condizionare dai videogame: ti dicono che sei cattivo come questo o quel personaggio».

L’antidoto al virtuale è il contatto, la relazione. Il doposcuola, ma soprattutto lo sport. Calcio, pallavolo, ma anche passeggiate in Val d’Aosta, che rilassano persino i ragazzini più elettrici:

«Appena arrivano in vetta chiedono di fare un video per mandarlo alla mamma, perché lei – dicono – non ha mai visto un panorama così bello».

In una periferia che sembra aver smarrito la sua identità (il filosofo Michel Foucault parlava di “eterotopia” per descrivere questi “non luoghi” urbani, così vicini ma così lontani dal centro cittadino) la Casa salesiana è un baluardo di umanità. Non un fortino chiuso, però, semmai un’oasi di generosità che tiene le porte spalancate.

«Niente di tutto questo sarebbe possibile senza gli sforzi dei nostri volontari: giovani, adulti, anziani. Sono circa trecento e sono fondamentali».

Tanta buona volontà, che però da sola non basta.

«Oggi servono risposte adeguate, Chiesa in uscita significa essere all’altezza di quello che il mondo ti chiede. Per questo ci avvaliamo di educatori professionisti che guidano le attività e affiancano chi è nuovo. Bisogna far capire che l’oratorio non è più solo il posto dove si fanno i giochetti». Tutt’altro: la Casa ospita anche un complesso scolastico all’avanguardia, con laboratori ipertecnologici aperti anche alle scuole del territorio. «Un’offerta didattica d’eccellenza serve a tenere nel quartiere anche famiglie che potrebbero permettersi di trasferirsi altrove – osserva il sacerdote –. Non solo, tanti giovani che se ne erano andati dopo gli studi tornano qui ad abitare. C’è un forte senso di comunità, nonostante i tanti problemi. Li viviamo sulla nostra pelle: il primo anno ho subito 17 furti, poi almeno 5 in media in quelli successivi. Rubano di tutto: zaini incustoditi, telefonini negli spogliatoi, una volta mi hanno svuotato le celle frigorifere. Ma il giorno dopo un imprenditore ci ha portato 500 polli…».

L’impegno dei salesiani – che include anche corsi di avviamento al lavoro in collaborazione con le aziende – è sostenuto da una rete di donatori: la Fondazione Carlo Acutis ha regalato un laboratorio digitale, gli Amici di Matteo offrono consulti di neuropsichiatria infantile a chi non si può permettere visite private e che rischierebbe di aspettare 2 o 3 anni per una diagnosi di deficit dell’attenzione. Ma la lista dei benefattori è lunga. Linfa vitale per chi deve portare avanti la sua opera educativa e sociale in un pezzo di città ormai ad alto rischio, dove anche i muri sanno quanto sono detestate le forze dell’ordine: «Against police violence» recita un maxi graffito in via Candia. Sotto gli alberi di corso Palermo sonnecchia un Lince dell’esercito, ma il sindaco Stefano Lo Russo (PD) ha chiesto che la presenza dei militari sia più leggera e dinamica: serve pattugliare le strade per garantire una sicurezza che appare sempre più precaria.

«A ogni incrocio, la sera, spuntano 4-5 spacciatori – dice don Mondin – ma gli anziani ormai hanno paura anche di giorno. Molti di loro mi confidano che hanno iniziato a votare controvoglia a destra, perché temono di subire rapine mentre escono a fare la spesa. La sensazione è che molti delinquono per fame, perché manca il lavoro».

In effetti, in viale Giulio Cesare e dintorni gruppi di migranti bivaccano sulle panchine o tirano sera ai tavolini dei bar, sotto insegne che parlano più arabo che italiano. Davanti a loro però sfrecciano i bengalesi del pranzo etnico a domicilio, mentre il corriere nordafricano consegna l’ennesimo pacco. Sono le due facce di Barriera: chi è venuto da lontano e ha perso la bussola, chi è arrivato ed è subito ripartito.

Michele Rua: grande successo per la Legal Week

Dall’Oratorio Michele Rua.

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È stata un successo la Legal Week, la Settimana dedicata alla Legalità organizzata dall’Oratorio Salesiano “Michele Rua” col sostegno del Comune e della Fondazione per la Cultura di Torino e in collaborazione con le Forze dell’Ordine, le scuole del territorio cittadine, l’Associazione Nazionale Magistrati, l’Ordine degli Avvocati e la Croce Verde di San Mauro Torinese.

Sul palco del Teatro Monterosa si sono alternati scrittori del calibro di Andrea Franzoso, registi come Andrea Deaglio, lo psicologo del carcere minorile “Ferrante Aporti” il dott. Enrico Bellone, il frate francescano Beppe Giunti, lo psicoterapeuta Lino Graziano Grandi, la responsabile di Iren Educational la dott.ssa Marta Romano. Il tutto alla presenza delle massime autorità cittadine, tra cui ha spiccato la presenza della Vicesindaca di Torino Michela Favaro che, nella giornata iniziale, ha inaugurato la “Panchina della Legalità” disegnata dai ragazzi dell’oratorio.

Sono state oltre 800 le presenze registrate, dai bambini della scuola dell’infanzia a quelli della primaria, passando e per gli adolescenti delle scuole medie e delle superiori, mentre la serata finale è stata dedicata ai giovani e alle famiglie del territorio.

Molti soddisfatti gli organizzatori don Stefano Mondin e il responsabile progettuale l’educatore Numinato Dario Licari, che hanno in cantiere una seconda edizione ancora più ricca di eventi, con il sogno di ospitare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un Patto aperto per la comunità di Barriera di Milano – CittAgorà

Notizia a cura di Massimiliano Quirico apparsa su CittAgorà, il periodico del Consiglio comunale di Torino.

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Dopo il sopralluogo di luglio all’oratorio Michele Rua, la Quarta Commissione consiliare, presieduta da Vincenzo Camarda (PD), ha nuovamente incontrato don Stefano Mondin, intervenuto a Palazzo Civico per presentare il progetto “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità”, finanziato da un bando per le comunità educanti.

Si tratta di un’iniziativa nata per sviluppare le comunità educanti – ha affermato don Stefano Mondin – grazie a una progettualità biennale iniziata a luglio 2023, in partenariato con altri enti, che ha portato a un “Patto” presentato al territorio a gennaio 2024.

Il progetto – ha spiegato Francesca Maurizio del Comitato Salesiani per il Sociale Piemonte – intende consolidare i rapporti tra gli enti coinvolti e aprirsi a nuove collaborazioni, ampliando e integrando la comunità del quartiere, per costruire un presidio permanente per un’educazione formale e informale che parte dal basso: un’ecosistema di apprendimento e inclusione che dia vita a una “Cet”, una comunità educante territoriale, chiamata GenerAzioni in Barriera”.

Da ottobre a oggi – ha aggiunto don Stefano Mondin – sono passati in oratorio più di mille ragazze e ragazzi e molti altri ne arriveranno quando verrà riqualificata l’ex bocciofila di fronte all’oratorio Michele Rua.

Sono tante le attività e i servizi erogati, come laboratori di falegnameria, robotica e videomaking. Presto verrà anche realizzata un’innovativa aula di scienze, grazie a una partnership con Lavazza. Vengono offerte opportunità di formazione professionale e di avviamento al lavoro, grazie anche alla collaborazione con diverse aziende e al coinvolgimento di Api Torino – ha aggiunto don Stefano Mondin.

Il progetto Barriera Oggi – ha precisato Alessandro Cutrupi – nasce per coinvolgere i giovani del quartiere e farli diventare “attivatori di comunità”, sempre accompagnati da equipe educative, per favorire il protagonismo di ragazzi e ragazze, in particolare di due fasce di età: 6-14 e 15/19 anni. Per fare in modo – ha spiegato – che la comunità risponda ai suoi stessi bisogni, ascoltando e facendo dialogare le diverse generazioni che abitano il territorio, partendo da valori condivisi e dalle relazioni, ma con un patto “aperto” a tutti e tutte.

Nel dibattito in Commissione, Ivana Garione (Moderati) ha chiesto approfondimenti sulle modalità di “aggancio” delle nuove generazioni, sempre connesse a smartphone e realtà “virtuali”; Amalia Santiangeli (PD) su ruoli e servizi erogati; Luca Pidello (PD) sull’attivazione del protagonismo giovanile e sull’avviamento al lavoro; Anna Borasi (PD) sui modelli culturali e di consumo vissuti dai giovani, sulle fragilità e sul coinvolgimento delle imprese; Sara Diena (Sinistra Ecologista) sull’utilizzo e l’ascolto di volontari e volontarie; Vincenzo Camarda (PD) sull’integrazione multiculturale delle diverse generazioni, sulla formazione professionale e sulle collaborazioni con Circoscrizione e Comune di Torino.

Il rilancio del territorio – ha concluso Camarda – può avvenire soltanto grazie a politiche sociali: non bastano forze dell’ordine e riqualificazione degli spazi urbani.

Michele Rua: Festa di don Bosco… GenerAzione in Barriera

Dal sito dei salesiani del Michele Rua di Torino.

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Si pubblica di seguito il programma per la Festa di don Bosco 2024, in programma domenica 28 gennaio. Durante la giornata, verrà firmato il Patto della Comunità Educativa Territoriale “GenerAzioni in Barriera”.

Il patto è siglato all’interno di “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità“, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Programma

  • Ore 10.00: Santa Messa
  • Ore 11.15: Presentazione e firma del Patto della Comunità Educativa Territoriale “GenerAzioni in Barriera”, giochi per i ragazzi
  • Ore 12.30: Pranzo condiviso (necessario prenotarsi)
  • Ore 14.00: Gioco libero
  • Ore 15.00: Giochi per i ragazzi e tornei, letture animate e laboratori per i piccoli, Book Corner
  • Ore 16.00: Spettacolo e animazione in teatro: musica, acrobazie, storie e proposte per i giovani a cura delle realtà di “GenerAzioni in Barriera”

Barriera Oggi: i veri sogni sono i sogni del noi

Quando sogniamo da soli è solo un sogno, quando sogniamo insieme è già l’inizio della realtà: così recita una massima popolare, in assonanza all’invito di Papa Francesco fatto ai giovani durante un incontro con loro al Circo Massimo del 2018:

“I veri sogni sono i sogni del noi”.

Ed è a partire da questa consapevolezza che il Comitato Salesiani Per Il Sociale di Piemonte e Valle d’Aosta, con l’aiuto di On – Impresa sociale, stanno accompagnando da inizio luglio l’Oratorio Salesiano Michele Rua di Torino e diversi partner del territorio verso la costruzione di una Comunità Educativa Territoriale (CET).

L’obiettivo è proprio quello di rinsaldare i legami tra i diversi enti, che già per diversi motivi si vedono in contatto tra loro, perché il quartiere Barriera di Milano possa vedere attiva una comunità in grado di generare in sé le risposte alle sfide che essa stessa raccoglie e adotta a partire dall’ascolto del territorio e della sua gente.

Prende così l’avvio il progetto Barriera Oggi, attivo nel periodo luglio 2022-luglio 2024, finanziato dalla fondazione Con i Bambini e che trova tra i suoi partner, assieme all’Oratorio Salesiano Michele Rua, i seguenti soggetti: AGS per il Territorio, IUSTO, l’I.C. Bobbio Novaro, la biblioteca civica Primo Levi, la libreria Il Ponte sulla Dora, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, l’associazione di promozione sociale Liberi Sogni, la palestra Vertigimn, la parrocchia Domenico Savio e l’associazione sportiva Auxilium Monterosa.

Una cordata composita e variegata, proprio come le sfide educative da affrontare oggi, specialmente in un territorio complesso come quello di Barriera di Milano.

Sicuramente una cordata non “esaustiva” in sé: c’è la volontà, rinsaldati i legami e le collaborazioni tra gli attori presentati, di allargarsi ad altri soggetti chiave per il territorio col desiderio di ridurre al minimo la frammentarietà degli interventi in campo educativo ed essere sempre più efficaci nel rispondere alle esigenze dei ragazzi incontrati.

Ciò nondimeno, risulta fondamentale partire da un piccolo gruppo di partner con cui dare avvio ad una strutturazione più decisa e sistematizzata rispetto alle collaborazioni già in atto, impiegando al meglio le risorse disponibili perché tale processo possa portare di fatto ad una comunità realmente presente e affiatata, capace di andare oltre a progettazioni sporadiche, per il benessere dei cittadini di Barriera.

In questa prima fase progettuale i partner si stanno incontrando ogni due settimane, con l’obiettivo di definire insieme chi vuole essere la CET, stipulando un patto di comunità, e quali possono essere i soggetti del territorio (ragazzi e adulti) che possano, assieme ai partner, attivarsi per la loro stessa comunità.

Tali soggetti, chiamati attivatori di comunità, verranno poi ricercati e attivati in una seconda fase, dopo gennaio, perché, a seguito di un’adeguata formazione, possano rintracciare i ragazzi di Barriera e, con loro, costruire insieme un gruppo capace di interrogarsi attivamente sul quartiere ed esserne parte attiva e propositiva.

Il progetto prevede anche il ripensamento e la ristrutturazione, assieme ai ragazzi incontrati, di alcuni spazi dell’oratorio, perché possano essere casa anche per la CET e per tutto il territorio.

Michele Rua: reportage serata Rua’s got talent

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Gaia Diaferia, studentessa della Scuola secondaria di primo grado Michele Rua.

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Molte persone passano il giovedì sera a leggere un bel libro, magari i più ritardatari a ripassare per l’interrogazione del giorno dopo, oppure al calore della propria casa guardando un bel film.

Io invece ho preferito passare la serata nel calore del teatro dell’Oratorio Michele Rua per il Rua’s got talent.

Le aspettative per la serata sono molto alte; alla domanda “Cosa ti aspetti da questa serata?” Biagiol’educatore, ci risponde:

Sarà sicuramente una serata scoppiettante, ho visto alcuni retroscena dietro le quinte e sembrano molto interessanti. Presentatore grandissimo, giudici fantastici, quindi serata top

Il talent inizia con un’esplosiva presentazione dei conduttori e del corpo dei giudici.

Iniziano poi le esibizioni, ecco la scaletta della serata:

  1. Arianna Franco, canta “In ogni parte del mio corazon”
  2. Famiglia Muraro, canta “Il costume da torero”
  3. Tommaso Iannozi, ci mostra un trucco di magia
  4. Desiré Russo, canta “Supereroi”
  5. Gli allegri malandati, cantano e suonano “Guasto d’amore”
  6. Luca Piccininno, suona “Separate Ways” con la batteria
  7. Francesca Li Vigni, disegna un personaggio dei manga
  8. Ginevra Gonzi, canta in francese “Le festin”
  9. Gialle, ballano sulle note di “Panico”
  10. Alessandro Tedino, ci mostra un trucco di magia con le carte
  11. Salesiani cooperatori, cantano “Semina la pace”
  12. Mattia Mago, canta un suo inedito
  13. Nino and co, ci mostrano uno sketch comico
  14. Matteo La Greca, canta il suo inedito “Prima di te”

Così la serata prosegue tra esibizioni di maghi e cantanti, ballerine e comici, grandi e piccini,

14 concorrenti di quest’anno mostrano i loro talenti uno dopo l’altro.

Per ogni esibizione della serata è stato chiesto agli spettatori di votare da 1 a 5, votazioni che, insieme a quelle dei giudici, decreteranno il vincitore.

In più, durante la serata, i presentatori hanno fatto divertire gli spettatori con diversi giochi e creando addirittura una discoteca all’interno del teatro, grazie all’utilizzo degli Starlights (braccialetti luminosi).

Finite le esibizioni, il direttore Don Stefano ci dà la buonanotte con un piccolo pensiero, per concludere la serata in bellezza.

E infine è ora di annunciare il vincitore, o meglio, la vincitrice che con la sua bellissima voce e la sua perfetta pronuncia ha colpito tutti: Ginevra Gonzi.

E anche la seconda edizione del Rua’s got talent si è conclusa… aspettiamo tutti la terza edizione, così da scoprire i nuovi talenti e passare una serata un po’ fuori dal comune.

Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità

Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità” è tra i progetti approvati dal bando “Comunità educanti” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Il progetto si propone di costituire una comunità educativa territoriale (CET) che lavorerà alla definizione di un Patto Educativo tra i partner, valorizzando le pregresse esperienze di collaborazione.

Don Stefano Mondin, Direttore della Casa salesiana Michele Rua, realtà che da oltre un secolo opera al servizio del territorio nella realtà più ampia di Barriera di Milano Torino, ha espresso la speranza di

“Ampliare la conoscenza fra realtà che in parte già lavoravano insieme, per provare a istituire delle modalità permanenti e strutturali che creino una comunità a favore dei ragazzi.”

L’opportunità di conoscenza reciproca ha già portato alla nascita di nuove idee e ad una maggior sintonia fra le varie associazioni coinvolte:

“In alcuni casi si potrà realizzare una collaborazione più attiva, in altri i ragazzi riceveranno delle opportunità che la singola Casa non avrebbe potuto offrire.”

Prossimi step la riflessione sui ragazzi da individuare e tramite cui costituire una comunità, la definizione degli ambienti che la Casa metterà a disposizione e le attività da implementare a favore dei giovani del territorio.

Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marta Gentile apparso su “La Voce e il Tempo“.

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Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab

Laboratorio digitale – Domenica 8 ottobre nella Festa della Comunità

Grande festa domenica 8 ottobre nell’Opera salesiana Michele Rua in Barriera di Milano per l’inaugurazione del “Carlo Acutis Lab“.

Si tratta del secondo laboratorio informatico, dedicato al giovane Carlo Acutis (1991-2006) e finanziato dall’omonima fondazione, dopo quello avviato lo scorso maggio presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in piazza Stampalia a Torino.

La mattinata di domenica è inizata con la Messa delle 10.00 nella Festa della Comunità presieduta dal Direttore dell’Opera don Stefano Mondin, a cui sono seguiti i saluti istituzionali della Vicesindaca di Torino Michela Favaro e dell’Assessore alle Politiche Giovanili Carlotta Salerno.

Presenti al taglio del nastro anche alcuni parenti del beato, fra cui i nonni, e il presidente della fondazione Carlo Acutis, che ha sede a Torino.

Nel nuovo laboratorio, soprannominato “Amico“, si alterneranno tre tipologie di corsi gratuiti aperti a giovani e adulti del quartiere e non solo, ognuno con un focus diverso:

  • “Amico Click” per agevolare l’apprendimento della tecnologia e delle procedure digitali (ad esempio l’attivazione dello SPID, le iscrizioni, le richieste di documenti o di bonus) soprattutto per adulti stranieri.
  • Amico Speak” per l’apprendimento dell’italiano scritto, letto e parlato, sempre rivolto ad adulti stranieri (le iscrizioni sono aperte fino al 4 novembre)
  • Amico Digital” per l’avvicinamento all’uso del computer e dei programmi principali.

Tutti i laboratori verranno seguiti da persone competenti in ciascun campo che hanno deciso di mettersi a disposizione come volontari.

La sala, inoltre, verrà utilizzata anche per le attività del Maker Lab digitale, già attivo da tempo al Michele Rua, e come sala studio per gli universitari.

La comunità del Michele Rua ha ringraziato la fondazione Carlo Acutis

“per aver scelto di investire su questo nuovo laboratorio che in un quartiere come quello di Barriera di Milano potrà diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti della zona che necessitano di usufruire dei servizi messi a disposizione gratuitamente”.

Per ulteriori informazioni sui laboratori:

Michele Rua: una casa aperta in Barriera di Milano

Si pubblica di seguito la lettera a cura della casa salesiana del Michele Rua relativa alla visita della Quarta Commissione del Comune di Torino, presieduta da Vincenzo Camarda (PD), che si dedica alle azioni in favore dei minori, in particolare stranieri non accompagnati.

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Torino – Michele Rua, 12 luglio 2023

Oggi pomeriggio ci ha fatto visita la Quarta Commissione del Comune di Torino, presieduta da Vincenzo Camarda (PD), che si dedica alle azioni in favore dei minori, in particolare stranieri non accompagnati.

La visita è stata di due ore, nella prima parte c’è la presentazione dell’opera e delle prospettive per il futuro, ribadendo che sono cinque i cardini della Casa Salesiana – ha spiegato Don Stefano: famigliaaccoglienzalavorocomunicazioneevangelizzazione. Con un unico obiettivo: l’accoglienza.

Abbiamo anche sottolineato le difficoltà del territorio e la necessità di una forte collaborazione e condivisione di idee educative su cui lavorare.

A seguire il presidente Vincenzo Camarda (PD) ha ringraziato l’Opera salesiana per l’importante lavoro che svolge quotidianamente, non solo per l’assistenza, ma anche per il coinvolgimento attivo dei giovani.

Credo sia bello riportare gli interventi dei consiglieri presenti perché dicono la verità del dialogo e riconoscimento che tanti salesiani, FMA e laici fanno in quest’opera e in questo territorio.

È un luogo fondamentale per il territorio – ha affermato Tony Ledda (PD) – con cui la Città deve continuare a interloquire e confrontarsi, per venire incontro alle esigenze reali del territorio e affrontare insieme le criticità presenti.

Ivana Garione (Moderati) ha offerto la disponibilità a collaborare con la Casa salesiana per elaborare un atto di indirizzo per il Consiglio Comunale.

Lorenza Patriarca (PD) ha evidenziato l’importanza dell’inserimento lavorativo e ha anch’essa confermato l’intenzione di operare in sinergia, con una visione positiva, per il bene del quartiere.

Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) ha proposto che la Città coordini gli interventi per la riqualificazione del quartiere.

Per Pietro Tuttolomondo (PD) l’impoverimento e l’isolamento delle famiglie del quartiere vanno contrastati favorendo l’integrazione con il resto della città.

Anna Borasi (PD) ha suggerito un miglior coordinamento delle risorse, non solo finanziarie, e la necessità di potenziare gli interventi educativi.

Per Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) l’Opera salesiana ha dato lustro a Torino nel mondo, ma occorre sostenerla, non soltanto dal punto finanziario, ma intervenendo sull’educazione e sulla sicurezza del territorio e anche sulle famiglie.

Dorotea Castiglione (M5S) ha chiesto di approfondire il tema dei minori non accompagnati o con famiglie poco presenti.

L’incontro si è concluso in dialogo fraterno che apre ad ulteriori condivisioni e lavoro insieme per il bene di tutti.

Michele Rua: Comunità educanti, inizia la “fase due” – Vita

La rivista “Vita” ha dedicato un articolo, a cura di Sara De Carli, alla realtà educativa della Casa Salesiana Michele Rua di Barriera di Milano, a Torino, che con il progettoBarriera oggi” mette al centro il prendersi cura di chi cura. Di seguito un estratto dell’articolo.

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Comunità educanti, inizia la “fase due”

Dal lavoro di rete al lavoro di comunità: è questo il passaggio da fare oggi nelle comunità educanti secondo don Stefano Mondin, salesiano che opera nel quartiere più multietnico di Torino. “Barriera oggi” è uno dei 152 progetti selezionati da Con i Bambini con un bando da 14,5 milioni di euro che mette al centro il prendersi cura di chi cura, perché l’impatto lo fanno i progetti ma anche i soggetti. Marco Rossi-Doria, il presidente: «Ma l’infrastrutturazione sociale non nasce per autopoiesi»

Barriera di Milano, a Torino, è un quartiere in cui bambini e adolescenti trovano gli stessi input sia per una vita sana sia per una vita borderline. Il bivio è lì, davanti a tutti e tutti devono scegliere che strada imboccare. Don Stefano Mondin è presidente del Comitato Salesiani per il Sociale del Piemonte nonché direttore della Casa Salesiana Michele Rua che a Barriera opera da cento anni. Da qui passano 2mila ragazzi ogni anno, dalle scuole all’oratorio, dai maker lab di falegnameria, sartoria e robotica aperti al territorio fino ai percorsi di formazione professionale “non convenzionale” che stanno immaginando per chi dentro la scuola – quale che sia – non riesce a stare.

L’innovazione sta nel passare dal lavoro in rete al lavoro in comunità. C’è un’enorme differenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell’iperspecializzazione degli ambiti, del “passarsi” le persone che si seguono senza far percepire alle persone che c’è una progettualità unica. Vuol dire superare l’idea che una persona ci interessa finché c’è un progetto, ma quando termina il progetto basta. Noi non offriamo servizi, costruiamo progetti con le persone. Va in questa direzione per esempio l’idea di mettere a disposizione uno spazio per i giovani facendo insieme a loro la fatica di capire cosa fare di questo luogo.

don Stefano Mondin