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Cuneo: celebrazione in ricordo del Servo di Dio Mons. Oreste Marengo, Vescovo Salesiano Apostolo delle tribù Imalaiane

Dal sito dei Salesiani di Cuneo.

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Monsignor Oreste Marengo è stato un uomo di Dio, un camminatore di Dio tra le popolazioni dell’Assam, nel Nord Est dell’India (Adibasi, Garo, Khasi, Boro, Naga). Giunto in India nel 1923, ancora giovane novizio, corona la sua formazione salesiana con ordinazione sacerdotale il 3 aprile 1932, inizia il suo apostolato come Missionario itinerante tra le varie tribù.

Quindi, nonostante la giovane età, è Direttore della scuola Don Bosco di Gauhati, Maestro dei novizi e Direttore della casa di formazione di Sonada. Ordinato Vescovo il 27 dicembre 1951 nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, è il primo pastore pioniere delle Diocesi di Dibrugarh, Tezpur, Tura. È stato un grande testimone e comunicatore del Vangelo con la mitezza e l’umiltà, la carità e il sacrificio di sé, con la disponibilità e la presenza costante tra la gente, di cui aveva appreso la lingua (ne parlava circa 26!).

Era originario delle meravigliose colline delle langhe, di Diano d’Alba, nella provincia di Cuneo, da cui sono partiti decine di Missionari di Don Bosco verso tutti i continenti. Accanto al vangelo di Gesù Cristo, al carisma e alla spiritualità di Don Bosco, Mons. Marengo porta anche i valori umani, culturali e spirituali della Granda e delle Langhe.

Diano d’Alba

È in corso la Causa di Beatificazione, portata avanti dal Postulatore della Famiglia Salesiana, con il supporto delle Diocesi di Tura (dove si trovano le sue spoglie mortali) e di Alba, in particolare la comunità cristiana del paese natale, Diano d’Alba.

Attualmente è Servo di Dio. Si è in attesa della dichiarazione di Venerabilità. In India e nella sua terra delle langhe si prega per la sua causa.

Il 30 luglio ricorre l’anniversario della morte di Mons. Marengo. Diano D’Alba lo ricorda Sabato 27 Luglio alle ore 18.00 durante la celebrazione prefestiva della comunità parrocchiale aperta a quanti possono e desiderano partecipare Sabato 4 Agosto alle 18.00, durante preghiera con i volontari del paese che sostengono variamente la causa del santo Vescovo e delle sue diocesi, e con quanti possono partecipare.

La famiglia salesiana e la Parrocchia Don Bosco di Cuneo lo ricordano il giorno anniversario della morte il 30 luglio alle 17.30 con il Santo Rosario e la celebrazione eucaristica del giorno. Cuneo, Parrocchia Don Bosco e Famiglia Salesiana, ricorderà anche il compleanno del Servo di Dio Giovedì 29 Agosto 2024 sempre alle 17.30 con il Santo Rosario e la celebrazione eucaristica.

Sono invitati a partecipare i vari gruppi della Famiglia Salesiana e quanti amano la santità missionaria di Mons. Marengo e di tutti i figli di San Giovanni Bosco.

Sul canale YouTube dei Salesiani di Cuneo sarà possibile seguire la diretta delle celebrazioni.

Maggiori notizie sul Servo di Dio nel sito a lui dedicato www.monsorestemarengo.it.

 

L’Oratorio Salesiano di Novara alla beatificazione di Sandra Sabattini – il potere di un sorriso

Domenica 24 ottobre, presso la Cattedrale di Rimini, si è svolta la beatificazione di Sandra Sabattini, giovane riminese, discepola di don Oreste Benzi. Alla celebrazione ha preso parte anche un gruppo di giovani della realtà salesiana di Novara. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

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Sai qual è il potere di un sorriso?

E’ una forza incredibile, che ha spinto un gruppo di giovani dell’oratorio Salesiano di Novara fino a Rimini, dal pomeriggio del 22 ottobre, per la celebrazione della beatificazione di Sandra Sabattini, tenutasi il 24 ottobre.

Sì, il nostro gruppetto è rimasto così colpito dal sorriso di questa ragazza, dalla sua vita e dalla sua semplicità nell’amare, che desideravamo starle più vicino e renderla parte, farla diventare nostra amica!

Durante i primi due giorni, abbiamo potuto visitare i luoghi in cui è vissuta Sandra e ascoltare le testimonianze di alcune sue amiche, che hanno affermato che lei fosse una ragazza normale, che era completamente se stessa e si impegnava a fare al meglio ogni cosa; aveva messo al centro della sua vita, non se stessa, ma gli emarginati, i poveri. Non faceva altro che amare.

Il 24 ottobre ci siamo recati al Duomo di Rimini dove è stata celebrata la beatificazione di Sandra Sabattini.

Di seguito alcune nostre testimonianze, risposte alla domanda riguardante che cosa ci avesse maggiormente colpiti di Sandra:

  • “La sua felicità senza fine, il suo sorriso che faceva trasparire quello di Dio”
  • “La sua profonda umiltà, che si è manifestata anche dopo la sua morte, quando nella sua tomba non è stato trovato nulla perché lei voleva che non rimanesse niente di se stessa”
  • “Il suo rapporto speciale con Dio e il fatto che abbia riconosciuto che lei non era niente senza di Lui, quindi il suo affidarsi completamente”

Conoscere Sandra ci ha fatto crescere e ci ha posto davanti un esempio da seguire, facendoci capire che non si è mai troppo piccoli per essere santi e per fare qualcosa di grande.

Grazie Sandra!

La causa di Beatificazione di Mamma Margherita – foglio informativo

Si riporta di seguito il foglio informativo della Causa di Beatificazione di Mamma Margherita a cura dell’Associazione Amici del Museo di Mamma Margherita di Capriglio in Collaborazione con la Postulazione Generale.

La nuova edizione del libro Elledici sul giovane Carlo Acutis in vista della beatificazione

L’Editrice Salesiana Elledici segnala la nuova edizione del libro “Carlo Acutis. 15 anni di amicizia con Dio”, in occasione della beatificazione del giovane venerabile che avverrà ad Assisi il prossimo 10 ottobre 2020. Di seguito alcune informazioni inerenti al libro.

– NUOVA EDIZIONE –

CARLO ACUTIS
15 anni di amicizia con Dio

In occasione della beatificazione
del giovane venerabile Carlo Acutis

Caro Lettore,

abbiamo il piacere di informarti della pubblicazione della nuova edizione del libro Elledici “Carlo Acutis. 15 anni di amicizia con Dio “, la testimonianza di fede di un giovane dei nostri tempi che verrà beatificato ad Assisi il prossimo 10 ottobre 2020.

Forniamo di seguito i contenuti del libro.

Carlo, l’inconfondibile sapore della Grazia

È stato un giovane libero e lieto,

Carlo Acutis, contento della vita,

capace di compassione e di gratuità.

Ha vissuto i suoi 15 anni “alla grande”,

all’altezza dei suoi desideri più veri.

(mons. Paolo Martinelli)

Sono ormai tantissimi nel mondo i giovani che guardano a Carlo Acutis (1991-2006) e si rifanno alla sua testimonianza.

Carlo è il santo che non ti aspetti, piace e sorprende perché ha tutte le caratteristiche dei ragazzi d’oggi: la passione per la vita e l’informatica, lo sport e l’amicizia, l’amore verso tutti, mettendo nello stesso tempo Dio al primo posto.

Mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano, ha parlato di Carlo come di un giovane cristiano desideroso di vivere alla grande e che «ha condiviso con i giovani del suo tempo la bellezza della vita nell’adolescenza, trovando in essa un’occasione straordinaria per portare il Vangelo».

Per il suo amico Rajesh è stato un esempio talmente alto di spiritualità e santità che ha sentito il desiderio di farsi battezzare:

«Carlo è stato per me un maestro di vita cristiana. Carlo che mi ha contagiato e folgorato con la sua profonda fede, la sua grande carità e la sua grande purezza, che ho sempre considerato fuori del normale, perché un ragazzo così giovane, così bello e così ricco normalmente preferisce fare una vita diversa».

“Innamorato di Dio”,  Carlo era affascinato da una forte spiritualità che ha vissuto senza complessi, respirando il mondo della fede con la spontaneità di uno che si direbbe caduto giù dal cielo.

Dentro al libro
  • Un linguaggio smart e giovanile capace di trasmettere la testimonianza del giovane Carlo Acutis in tutta la sua bellezza;
  • Numerose fotografie a colori che ripercorrono la vita del giovane “candidato alla santità”;
  • Alcune proposte di riflessione personale e di gruppo;
  • Un’idea originale di dono ai ragazzi che hanno completato l’iniziazione cristiana (“dopo-Cresima”).

Autore

UMBERTO DE VANNA, sacerdote salesiano, è autore di numerosi libri di catechesi e spiritualità giovanile. Per Elledici ha pubblicato negli ultimi anni Un prete per amico, Dio a un passo da noi, Noi gli adolescenti, Il mondo che vorrei, Sorpresi da Dio, La catechesi in parrocchia e la biografia Gesù di Nazaret. Ti seguirò ovunque tu vada, che si inserisce con originalità nel grande filone delle “vite di Gesù”.

Tutti i dettagli

EAN: 9788801067149

Prezzo: € 9,90

Formato: 12×19 cm
Pagine: 128

Collana: Storie di vita
Codice : LDC 06714
Destinatari: Giovani, educatori e animatori

Il 150° della nascita del Venerabile don Andrea Beltrami

Ricorre quest’anno il 150° della nascita del Venerabile Salesiano don Andrea Beltrami (Omegna, 24 giugno 1870 – Torino, 30 dicembre 1897), del quale è in corso il processo di beatificazione. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito alla ricorrenza e il video-messaggio del Rettor Maggiore con il quale ha espresso un vivo ringraziamento alla comunità cristiana e civile di Omegna.

Omegna celebra il 150°della nascita del Venerabile don Andrea Beltrami, SDB

La città di Omegna, in Piemonte, ricorda quest’anno i 150 anni dalla nascita di don Andrea Beltrami, SDB, del quale è in corso il processo di beatificazione. Nato a Omegna il 24 giugno 1870, fu uno dei primi seguaci di Don Bosco. Era una figura carismatica tanto da affascinare anche don Bosco, che ebbe a dire: “Di Beltrami ce n’è uno solo”. Morì giovanissimo: il 30 dicembre 1897, a 27 anni. Tempo dopo, a testimonianza del legame con la sua città, le spoglie furono portate nella parrocchiale di Omegna, dove sono custodite con affetto e venerazione. Nel 1966 è stato proclamato Venerabile da Papa Paolo VI.

Grazie al parroco don Gianmario Lanfranchini si è costituto un gruppo di preghiera e sono state promosse diverse iniziative per far conoscere don Beltrami e diffonderne la devozione.

Il 24 giugno nella collegiata di Omegna don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha tenuto una conferenza in cui ha presentato “La dimensione oblativa del carisma salesiano”, che trova in don Beltrami il “precursore” di una lunga schiera di uomini e donne che con la loro testimonianza hanno espresso la radice profonda del “Da mihi animas”, manifestata con le esigenze radicali del “cetera tolle”.

Guardando a Cristo Crocifisso e imitando Don Bosco nel cammino del pergolato di rose, diversi membri della Famiglia Salesiana, infatti, sono giunti a “desiderare” la croce e a raccoglierne gaudio interiore. La morte in giovane età, la povertà e l’umiltà, l’esperienza della malattia, la spiritualità offertoriale e vittimale, la partecipazione alla Passione di Cristo e la centralità dell’Eucaristia sono tratti particolarmente profondi, che ricordano la fecondità della sofferenza vissuta nella luce del mistero pasquale.

Nella solenne celebrazione eucaristica, che ha visto la corale partecipazione della comunità cristiana e civile in tutte le sue realtà religiose, civili, politiche e militari, don Cameroni ha sviluppato il parallelo tra la nascita di Giovanni Battista, come evento di grazia nella storia della salvezza che esalta la dignità di ogni vita, e la nascita di don Beltrami, che nella sua breve esistenza “ha vissuto nel giardino salesiano recintato che Don Bosco aveva piantato e irrigato, e dove sbocciavano molti fiori profumati per virtù e santità”.

“Il giovane Andrea – ha continuato don Cameroni – non nascose i talenti del suo padrone, ma con gioia, come un gigante che percorre la corsa della sua perfezione, in breve tempo ha compiuto grandi cose. Don Bosco ‘guardandolo con amore’, disse del giovane Beltrami: ‘uno e unico tra tutti è il Beltrami’, quasi profetizzando la missione singolare che il giovane salesiano sarebbe stato chiamato a compiere come pietra fondante dell’edificio salesiano che andava crescendo. Lo sguardo di Don Bosco è qualcosa che generò il giovane Andrea non solo alla vita salesiana, ma ad una modalità tipica con cui il giovane salesiano seguirà il Padre dei Giovani nel cammino del pergolato di rose”.

Anche il Rettor Maggiore ha voluto sottolineare questa ricorrenza inviando un video messaggio con il quale ha espresso un vivo ringraziamento alla comunità cristiana e civile di Omegna perché da sempre ha conservato la memoria viva di don Andrea Beltrami come concittadino illustre e come autentico discepolo di Gesù, alla sequela del Maestro, sulla via della Croce vissuta con amore.

Avviata la causa di beatificazione della Salesiana Cooperatrice Vera Grita

Domenica 22 dicembre 2019, 50° anniversario della nascita al cielo di Vera Grita (1923-1969), è stata ufficialmente avviata la Causa di beatificazione e canonizzazione della Salesiana Cooperatrice laica.

La procedura è stata ufficialmente presentata dal Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, SDB, al vescovo di Savona-Noli, mons. Calogero Marino, il Supplex libellus, con il quale si chiede l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni di Vera Grita, laica, Salesiana Cooperatrice.

Vera Grita, insegnante e salesiana cooperatrice, dopo aver contratto una malattia cronica ai polmoni fu chiamata dal Signore a essere nella Famiglia salesiana e nella Chiesa “voce- del Dio vivente”. Gesù Eucaristia, attraverso il dono delle locuzioni interiori, le dettava l’Opera dei tabernacoli viventi- per la salvezza delle anime. Morì il 22 dicembre 1969, a 46 anni, in una cameretta dell’ospedale dove aveva trascorso gli ultimi sei mesi di vita in un crescendo di sofferenze accettate e vissute in unione a Gesù Crocifisso. “L’anima di Vera – scrisse don Borra, Salesiano, suo primo biografo – con i messaggi e le lettere entra nella schiera di quelle anime carismatiche chiamate ad arricchire la Chiesa con fiamme di amore a Dio e a Gesù Eucaristico per la dilatazione del Regno”.

Di seguito, le parole del Salesiano don Silvio Roggia ai propri confratelli in una email invitata oggi proprio riguardante la vita di Vera Grita:

Vorrei condividere solo qualcosa della sua esperienza di vita, tanto semplice, come maestra di scuola elementare nell’entroterra ligure, cooperatrice salesiana, provata da gravi problemi di salute, e tanto straordinaria, grazie al modo in cui la sua fede, speranza e carità sono diventate un “a tu per tu” con il cielo, di cui abbiamo una eco fedele nei 13 quaderni che ha scritto per obbedienza. È stato il suo “compito a casa”, alla scuola del Maestro, la cui presenza è diventata per lei più reale e tangibile di qualunque altra cosa al mondo, soprattutto nell’eucaristia.

Verrebbe da dire: cosa c’è di nuovo? È dai tempi del cenacolo, otto imperatori prima del Traiano che ha condannato a morte Ignazio, quando a Roma comandava ancora Tiberio e il suo procuratore a Gerusalemme si chiamava Pilato, che chi continua a seguire fino alla croce chi nascerà a Betlemme dopodomani, continua anche a dire AMEN, quando si ripetono le parole dell’ultima cena: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. AMEN = sei proprio tu, corpo e sangue, qui e adesso.

Per saperne di più:

Andrea Beltrami: si avvicina alla beatificazione perchè «Come lui ce n’è uno solo».

“I veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l’esempio della vita e con le opere della carità” (Benedetto XVI 23.10.2012).

Questa la frase introduttiva del Dossier Postulazione Generale Salesiani di Don Bosco, edizione 2017, recentemente pubblicato, che presenta le figure di cui sono in corso gli atti di canonizzazione degli appartenenti alla famiglia salesiana: don Andrea Beltrami risulta essere tra le figure in cima all’elenco.

Il venerabile don Andrea Beltrami (1870-1897), sacerdote omegnese che “tanto amava la gente del lago e della Valle, devoto alla Madonna del Popolo, un punto di riferimento e di crescita nella fede a livello personale e comunitario”, sottolinea il parroco di Omegna e vicario del Cusio don Gianmario Lanfranchini.

Nonostante la sua giovane età, don Beltrami, si distinse per la sua profonda saggezza e il suo modo di accogliere la sua sofferenza con letizia interiore. Si diede tutto alla contemplazione e all’apostolato della penna. D’una tenacia di volontà a tutta prova, con un desiderio veementissimo della santità, consumò la sua esistenza nel dolore e nel lavoro incessante. “La missione che Dio mi affida è di pregare e di soffrire“, diceva. “Né guarire né morire, ma vivere per soffrire“, fu il suo motto. Esattissimo nell’osservanza della Regola, ebbe un’apertura filiale coi superiori e un amore ardentissimo a don Bosco e alla Congregazione.

Si pubblica qui di seguito l’approfondimento a riguardo del Venerabile, a cura del giornalista Vincenzo AMATO della redazione de “La Stampa” del Verbano Cusio Ossola:

Vicino alla beatificazione il discepolo di san Giovanni Bosco nato sul Lago d’Orta
Don Andrea Beltrami, salesiano morto nel 1897 a 27 anni, è venerabile da mezzo secolo: ora l’iter potrebbe avere un’accelerata

Per i cusiani il venerabile don Andrea Beltrami santo lo è da sempre, tanto da avergli dedicato la piazza antistante la chiesa parrocchiale di Omegna. Lo considerava santo anche San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, che parlando del giovane Andrea al momento di ricevere i voti diceva: «Come lui ce n’è uno solo». Adesso la Chiesa ha messo Beltrami al primo posto nell’elenco delle cause in attesa di beatificazione.

Un processo avviato da tempo che oggi trova un percorso nuovo. E’ stato pubblicato il dossier che presenta le figure di cui sono in corso gli atti di canonizzazione degli appartenenti alla famiglia salesiana e don Beltrami figura in cima all’elenco.

«Prezioso esempio»

A Omegna, dove in via Alberganti c’è ancora la casa natale del venerabile, nato il 24 giugno 1870 e morto il 30 dicembre 1897 a soli 27 anni dopo essere stato ordinato sacerdote, c’è molta attesa.

«Non ho dubbi nel definirlo un santo moderno, un giovane che voleva vivere per gli altri, e in modo particolare per i suoi coetanei, pur a ccettando la sofferenza della malattia, cosa che la società contemporanea non sembra più capace di fare – spiega il parroco di Omegna don Gianmario Lanfranchini -. Tutti noi siamo depositari di una preziosa eredità spirituale che merita di essere valorizzata». Il giovane salesiano fu dichiarato venerabile il 5 dicembre del 1966 da papa Paolo VI e le sue spoglie riposano nella collegiata di Sant’Ambrogio a Omegna.

Alla città, al Lago d’Orta, alle montagne della valle Strona – ricordano i biografi – Andrea Beltrami era particolarmente legato. Nel Cusio tornava spesso: era ammirato e amato per il suo zelo e fervore religioso pari solo al suo impegno con i giovani. Per ottenere il riconoscimento come beato si attende un miracolo che possa essergli attribuito e riconosciuto come tale dalla Chiesa e dal mondo scientifico. In passato si sono verificati episodi che la gente ha attribuito all’intercessione del venerabile don Beltrami, ma mai si è istruito un processo per il riconoscimento.

Beato Titus Zeman: il salesiano che salvò le vocazioni dalle persecuzioni comuniste

Oggi la Chiesa rilegge la vicenda di don Titus Zeman, salesiano slovacco e martire del regime comunista, e la sua beatificazione, avvenuta Sabato 30 Settembre 2017, come un invito per i giovani. Don Titus, il primo beato salesiano sacerdote della Slovacchia, è la sintesi della scritta biblica “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.

Dopo la recita domenicale dell’Angelus, il Papa ha reso omaggio al sacerdote salesiano Titus Zeman che “si unisce – ha detto – alla lunga schiera dei martiri del XX secolo”. Morì infatti nel 1969 “dopo essere stato per lungo tempo in carcere a causa della sua fede e del suo servizio pastorale”. “La sua testimonianza – ha sottolineato Francesco – ci sostenga nei momenti più difficili della vita e ci aiuti a riconoscere, anche nella prova, la presenza del Signore”.

Ecco l’articolo della beatificazione di Don Titus pubblicato da Avvenire in data 30 Settembre a cura di A. Carriero:

Oggi, a Petržalka (Bratislava), viene beatificato don Titus Zeman. Martire sotto il regime comunista, salvò decine di chierici e sacerdoti, riuscendo ad accompagnarli oltre il confine verso Torino. Per questa sua attività il regime comunista cecoslovacco lo ha arrestato, torturato, processato come traditore della patria e spia del Vaticano e lo ha condannato a venticinque anni nelle più dure carceri del Paese, provocandone la morte nel 1969 a 54 anni. A presiedere il rito sarà l’inviato del Papa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Saranno presenti, tra gli altri, il rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, due sorelle di Zeman, diversi nipoti, amici e gli ex allievi, oltre a don Alois Pestun, l’ultimo dei giovani salesiani salvati dal neo beato ancora in vita. «La beatificazione di don Titus – spiega il postulatore generale della Famiglia salesiana, don Pierluigi Cameroni – è un forte stimolo per un rinnovato impegno non solo di testimonianza della fede, ma anche di promozione delle vocazioni al ministero sacerdotale, alla vita consacrata e al matrimonio». Il suo martirio è frutto di un’eroica “carità pastorale”, un richiamo al Buon Pastore che non abbandona il gregge quando arriva il lupo. «La sua testimonianza è di grande attualità – prosegue Cameroni – anche in vista del prossimo Sinodo dedicato ai giovani». Don Titus, infatti, attraverso passaggi clandestini, ha permesso lo svolgersi delle tappe fondamentali del processo di discernimento, strumento principale con il quale si offre ai giovani la possibilità di scoprire la propria vocazione. Attraverso la missione di salvare le vocazioni e soprattutto il dono della vita, il nuovo beato dimostra che non c’è nessuna sfida, nessuna difficoltà, nessun insuccesso che con l’aiuto del Signore non possa essere cambiata in bene. «Attesta che chi si affida e crede non porta al fallimento la propria vita, anche se dovesse perderla», osserva il postulatore. Educando i giovani alla “normalità” delle persecuzioni per la Chiesa, Zeman è riuscito ad abbracciare e far abbracciare “il futuro con speranza”. Ha considerato così prezioso il dono della sua chiamata a seguire il Signore e servire i giovani come don Bosco che, anche quando avrebbe potuto facilmente mettersi in salvo, ha preferito rimanere fedele a prezzo della stessa vita. Una scelta, questa, che ha reso possibile il sacerdozio di molti altri. Come vero figlio di don Bosco, racconta don Cameroni, il beato Zeman ha incar nato il «credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica». In un’epoca in cui in Cecoslovacchia si crea una Chiesa parallela e di Stato, con una falsa Azione cattolica, lui non tradisce, ma dà la vita per questa fedeltà al successore di Pietro e ai vescovi. A testimonianza di questa fedeltà verso il Papa, la sorella Veronica ricorda che al termine degli studi a Roma don Titus portò un grande quadro del Pontefice con la sua firma. Un altro salesiano, a sua volta, don Anton Kyselý, ha testimoniato che don Titus, dopo il primo passaggio riuscito verso l’Italia, fu ricevuto in udienza privata da Pio XII.

Il video della Beatificazione di Don Titus Zeman