Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Repubblica.
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“Era il 2014 e, di fronte alla scelta cruciale della scuola superiore, ho deciso di seguire la mia passione per la cucina iscrivendomi al CNOS-FAP di San Benigno Canavese.
Tre anni intensi e memorabili all’istituto di San Benigno, dove non solo ho affinato le mie abilità culinarie, ma ho anche trovato una seconda casa tra compagni di classe e insegnanti scrive Melissa Verbo, una dei tanti allievi.
Al termine di questo percorso, mi sono trovata di fronte a un bivio: iniziare a lavorare o continuare gli studi. Scegliendo la strada più impegnativa, mi sono iscritta a un istituto alberghiero per gli ultimi due anni di superiori, conseguendo il diploma.
Tuttavia, qualcosa dentro di me era cambiato: la passione per la cucina era diventata secondaria, e lo studio aveva iniziato a catturare la mia attenzione in modo sempre più marcato.
La decisione di iscrivermi all’università è stato un passo significativo” – continua. “Dopo aver superato il test di ingresso, ho intrapreso un percorso triennale in Scienze dell’Educazione, laureandomi dopo tre anni.
La passione per lo studio si è ulteriormente approfondita, portandomi a iscrivermi al corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche.
Attualmente sto frequentando l’ultimo semestre di questo percorso e mi appresto a conseguire la laurea magistrale.
Questo viaggio attraverso la formazione è stato un mix di esperienze culinarie, scoperte personali e trasformazioni accademiche.
Ogni tappa ha contribuito a modellare il mio percorso e a farmi crescere come persona.
Guardando indietro, rifletto con gratitudine su ogni fase, riconoscendo il valore di ogni decisione intrapresa.
Dal punto di vista professionale, il CNOS-FAP è stato il vivaio delle mie competenze culinarie” – aggiunge. “I tre intensi anni trascorsi presso l’istituto San Benigno hanno plasmato la mia abilità in cucina, fornendomi una formazione pratica e approfondita nel mondo della gastronomia.
Questa solida base professionale mi ha preparata adeguatamente per il diploma di istituto alberghiero che avrei conseguito successivamente.
Dal punto di vista umano, il CNOS-FAP è diventato molto più di una semplice scuola. Questo luogo è stato un rifugio, una comunità di persone appassionate e dedite al loro lavoro.
Gli insegnanti non erano solo mentori, ma anche guide che hanno nutrito il mio amore per la cucina e mi hanno insegnato importanti lezioni di vita.
L’amicizia con i miei compagni di classe e di istituto ha creato legami che durano ancora oggi. L’atmosfera inclusiva e di supporto ha contribuito a plasmare la mia identità e a farmi sentire parte di qualcosa di più grande.
Entrambi questi aspetti hanno contribuito a formare la persona che sono oggi.
Guardo indietro a quei tre anni con gratitudine per l’opportunità di crescere in un ambiente così stimolante e per le lezioni di vita
che mi hanno lasciato”.
La storia di Melissa richiama quella dell’inizialmente demotivato e svogliato Ivan, oggi uomo felice inserito in una grande multinazionale nel settore della meccanica di precisione, ma anche quella di Mattia e Alessio, avviati in un percorso etichettato come di “Serie B”, eppure reduci dai più alti risultati immaginabili nell’ambito della robotica.