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Il Convegno per la Formazione Professionale 2020

È iniziato ufficialmente il Convegno della Formazione Professionale al Colle Don Bosco.

“A che può servire questa stoffa?
Formazione Professionale, Pastorale ed Educazionale”

 

Come benvenuto a tutti  i partecipanti, il video di presentazione delle giornate di formazione sul tema dedicato al Convegno:

 

Teaser Convegno Cnos-Fap – "A che può servire questa stoffa?"

Tutto pronto per la tre giorni che si svolgerà al Colle don Bosco da mercoledì 19 febbraio a venerdì 21 febbraio 2020 per il Convegno della Formazione Professionale, Pastorale ed Educazione dal titolo: "A che può servire questa stoffa?". L'evento sarà possibile seguirlo in diretta presso la pagina Facebook Salesiani Don Bosco Italia e sul sito www.donboscoitalia.it. Il primo momento sarà mercoledì 19 alle ore 15.30.STAY TUNED!

Publiée par Salesiani Don Bosco Italia sur Mardi 18 février 2020

Don Roberto Dal Molin, il Presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane, ha così introdotto il Convegno con il benvenuto alle 16 delegazioni regionali CNOS-FAP d’Italia (una buona parte dei 58 Centri CFP del Paese). Ulteriore saluto di accoglienza è stato quello di don Gianni Rolandi, Direttore del Colle Don Bosco:

Benvenuti al Colle Don Bosco. Penso che questo luogo non abbia bisogno di presentazioni in quanto culla di tutto.

Siamo tutti nelle mani di Don Bosco e di Mamma Margherita.

Successivamente la parola è passata a don Luigi Enrico Peretti, Direttore Generale CNOS-FAP, il quale ha voluto spiegare ciò che sta alla base di questo incontro nazionale che si è organizzato:

Vogliamo andare oltre a quello che stiamo facendo, ossia organizzare l’anima del nostro servizio educativo. Partiremo proprio da dove quest’anima ha trovato corpo, nell’esperienza di Giovannino Bosco. Proprio qui siamo dove lui ha vissuto la sua esperienza di bambino che lo ha segnato, che ha visto il sogno dei 9 anni. Siamo veramente alle radici di quello che stiamo facendo.

Perché un incontro di questo genere all’interno di una esperienza educativa come la nostra? Perché ogni esperienza educativa è “dare anima alla vita”, è dare significato alle cose, è dare orizzonte di futuro a tutte le attività che noi facciamo […]. Penso che sia importante comprendere come nulla di quello che noi facciamo a livello educativo può esistere se non ha un’anima che lo sostiene, che lo motiva e che gli da orizzonte […]. Mi auguro che l’esperienza di questi giorni ci “commuova”, non nel senso sentimentale (anche quello), ma che ci “muova insieme” a rendere concreta l’esperienza dell’educazione che stiamo facendo a servizio di tutti i ragazzi che ci incontrano.

La Formazione Professionale appare sempre di più una necessità, prima di tutto per i nostri ragazzi che hanno bisogno di trovare un successo formativo che li porti ad un successo nei confronti della vita che devono vivere […]; in secondo luogo rappresenta una necessità di tutto il mondo del lavoro. Noi vogliamo che la Comunità in cui viviamo trovi le risposte che cerca […].

Vi invito a vivere con passione e professionalità queste giornate.

Dopo l’intervento di don Peretti, la parola è nuovamente passata a don Roberto Dal Molin per la specifica delle giornate del Convegno e del loro svolgimento.

Il pomeriggio è poi proseguito spostandosi presso la Basilica Superiore del Colle per vivere la prima area di riflessione “SPIRITUALITA’ – Il talento del sarto“, mettendo a fuoco ciò che “motiva” a fare formazione professionale in un centro di Don Bosco, andando alla sorgente, dove il Sarto (don Bosco) ha ricevuto un carisma (un talento) che ha ben impiegato e ci ha partecipato. Per questa parte, è intervenuto don Mario Fissore, Vicario parrocchiale presso la Chiesa Santi Pietro e Paolo il quale ha introdotto il sogno dei nove anni di don Bosco, l’incontro con Bartolomeo Garelli e Domenico Savio, il tutto letto dai novizi. Don Mario ha così voluto approfondire la realtà del sogno dei nove anni, evidenziando l’attualità del campo indicato a don Bosco.

Passando all’incontro con Bartolomeo Garelli, ha chiesto ai presenti: “Come mai Bartolomeo è arrivato nella chiesa in quell’8 dicembre ? Chissà perché i nostri ragazzi arrivano nei nostri Cfp? C’è un circolo provvidenziale che li porta in casa nostra e noi invece di dimostrare un volto duro, cupo della società e degli adulti, accogliamo un ragazzo così com’è”.

Bartolomeo è povero, immigrato, senza cultura, senza religione: è questa la tipologia di ragazzi sui quali Don Bosco investe.
Don Bosco ha voluto dare il pane spirituale e i mezzi per il pane del tempo, proprio con i primi laboratori professionali.

Quando incontra san Domenico Savio, Don Bosco riceve la richiesta di fare “un bell’abito per il Signore”, è questa la missione che Domenico Savio gli affida. Don Mario Fissore sottolinea come in quella richiesta ci sia un appello esplicito, e come invece, dai ragazzi dei centri professionali arrivi un appello implicito di ricerca di adulti testimoni significativi. Questo induce tutti a “Riconoscere la nostra enorme responsabilità nei confronti di questi ragazzi, soprattutto se come Bartolomeo non hanno grandi mezzi”.

Animazione Vocazionale: L’esperienza dei GR Ado e Gr GxG

Concretezza di impegni, perseveranza nel cammino e freschezza nelle relazioni: questi gli ingredienti che hanno caratterizzato i tre appuntamenti 2019/2020 promossi dai Gruppi di Ricerca GR Ado e GR GxG dell’Animazione Vocazionale. Anche quest’anno, numerosi i giovani delle case salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta che hanno partecipato agli appuntamenti:

Partecipanti maschi

Ado n. 18 – a Valdocco
GxG n. 20 – al Colle Don Bosco

Partecipanti femmine

Ado n. 46 – a Valdocco
GxG n. 25 – a Mornese

Un percorso coordinato dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice  per i ragazzi e le ragazze  di prima e seconda superiore (Gr Ado) e  per i giovani della terza e quarta superiore (Gr GxG), viaggiando tra i luoghi significativi salesiani quali Valdocco, Chieri, Colle don Bosco e Mornese. In questo modo i ragazzi hanno potuto approfondire gli ingredienti della loro vita nello stile del Signore e secondo le sfumature di colori che Don Bosco e Maria Mazzarello offrono in ogni tempo per vivere una vita piena e nella sua interezza.

Il cammino proseguirà con una serie di appuntamenti dell’Animazione Vocazionale e del MGS, con il ritrovo a maggio per chi ha fatto i GR, i Campi animatori di metà giugno, il Campo della parola a fine luglio ed infine ad agosto con il Cammino Ispettoriale MGS in Puglia.

Buon cammino e buona crescita a chi ha fatto questo percorso!

(Don Fabiano Gheller)

“A che può servire questa stoffa?” il Convegno di formazione per gli educatori dei CFP

“A che può servire questa stoffa? Formazione Professionale Pastorale ed Educazione”

Il seminario organizzato dai Salesiani d’Italia unitamente alla Sede Nazionale CNOS-FAP, che si terrà al Colle Don Bosco dal 19 al 21 febbraio 2020Il convegno è rivolto a catechisti/animatori e/o coordinatori pastorali/insegnanti di Religione/Etica, direttori di Centri di Formazione professionale (CFP), membri delle équipe di Pastorale Giovanile che hanno a cuore nei CFP salesiani (e/o membri della Federazione CNOS-FAP) delle Regioni in Italia la dimensione educativo-pastorale; consacrati salesiani e laici che in una strategia di comunione “condividono spirito e missione” nella complementarietà tra stati di vita, tra professionalità teologiche e civili.

La Formazione professionale dei Salesiani è presente con 58 sedi in 16 delegazioni regionali: l’attività formativa si volge attraverso 1.581 corsi e coinvolge 26.606 allievi (dati 2019). 

Il seminario si svolgerà attraverso quattro aree tematiche, partendo dall’immagine del sarto, al centro del dialogo tra Don Bosco e Domenico Savio:

1) SPIRITUALITÀ – il talento del Sarto: mettiamo a fuoco ciò che ci muove ad agire partendo dal riconoscimento del carisma (Talento), che il Sarto (Don Bosco) ha ricevuto e ci ha partecipato.

2) ANTROPOLOGIA – la qualità della Stoffa: indaghiamo le sfide educative guardando le concrete situazioni (stoffe) dei nostri formandi.

3) ORGANIZZAZIONE – l’Arte della Sartoria: trattiamo di come ci organizziamo come ambiente sinergico.

4) PRATICHE – La creatività di ago, filo e…: affrontiamo la propositività pastorale (esperienze e stimoli) intrecciata nell’offerta formativa. 

A guidare i lavori saranno: il prof. don Vincenzo Salerno (“L’orizzonte antropologico cristiano che intendiamo proporre nel contesto delle sfide della modernità”), il prof. Dario Nicoli (“Introdurre i giovani al mondo del lavoro oggi”); don Ettore Guerra (“L’ABC del proflo in uscita per la FP e l’educazione all’esercizio della libertà”);  prof. Mario Becciu (“Lettura ragionata dei dati della realtà della FP in Italia”); don Michal Vojtas (“L’importanza di una CEP che redige un PEPS e lo attua con una  Programmazione”) e don Mario Fissore (“Dal sogno all’opera”)

ANNULLAMENTO: Weekend Savio Club: 29 febbraio – 1 marzo 2020

ATTENZIONE: in ottemperanza della ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2020 in merito alle “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019” si rende noto che l’appuntamento dei Savio Club previsto da sabato 29 febbraio a domenica 1 marzo è stato annullato.

Sabato 29 febbraio e domenica 1° marzo 2020 torna l’appuntamento del Savio Club al Colle don Bosco: un weekend dedicato ai ragazzi e alle ragazze di 1°, 2° e 3° media, animato dal gioco, dalla preghiera, dall’amicizia e anche da momenti riflessivi nei quali i ragazzi crescono imparando ad apprezzare la vita come dono di Dio.

L’appuntamento è previsto dalle ore 16.00 del sabato fino alle ore 16.00 della domenica.

Da portare:

  • Cena al sacco;
  • Necessario per scrivere;
  • Federa, lenzuolo o sacco a pelo.

Iscrizioni:

  • Costo: 18 €;
  • Iscrizioni entro lunedì 24 febbraio.

Informazioni:

 

Animazione Missionaria: il quarto incontro del Corso Partenti 2019/2020

Sabato 11 e domenica 12 gennaio 2020, al Colle Don Bosco e a Valdocco, si è svolto il quarto incontro dedicato al Corso Partenti 2019/2020 promosso dall’Animazione Missionaria dell’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta.

Quarto appuntamento per i giovani che si preparano a vivere un’esperienza di missione estiva: quale cornice migliore per approfondire la spiritualità missionaria salesiana se non “andando alle radici” nel luogo dove tutto ebbe inizio? Al Colle don Bosco i ragazzi hanno prima avuto modo di conoscere i vari carismi missionari e poi approfondire quello salesiano che possiamo riassumere in tre aspetti:

  • L’attenzione ai giovani, in particolare quelli più poveri e in difficoltà;
  • Investire nella loro educazione, affinché siano “buoni cristiani e onesti cittadini”;
  • Necessaria una buona dose di allegria.

In Basilica è stata approfondita la storia di don Bosco a partire dall’inizio, dalla cascina dei Becchi: proprio in quei luoghi, il grande dipinto in Basilica ci riporta alle immagini e ai personaggi del sogno dei 9 anni. Il tramonto ha poi sottolineato in modo incredibile la bellezza del Colle delle beatitudini giovanili (com’è l’ha battezzato San Giovanni Paolo II), davvero un luogo dove continuare a sognare… l’estate!

In serata, tappa al museo missionario in compagnia di due giovani salesiani, don Alexis e don Oliver, che fanno parte della 150° spedizione missionaria salesiana: saranno inviati in Lituania e partiranno in questi giorni.
Ci hanno dato testimonianza del loro paese di origine e ciò che i salesiani hanno fatto nelle loro terre, per concludere con una breve presentazione dell’esperienza che li attende.

Dopo aver quindi toccato con mano i luoghi di origine in cui è nato il sogno salesiano che tutt’oggi vive e di cui questi giovani fanno parte, la giornata di sabato si è conclusa con il rientro a Torino Valdocco.

Domenica 12 gennaio, giornata interamente vissuta a Torino Valdocco: al mattino i ragazzi hanno potuto ascoltare la testimonianza di don Silvio Roggia, salesiano di don Bosco e con una forte esperienza missionaria. Oggi si trova a Roma e opera nella congregazione nell’ambito della Formazione dei salesiani; più volte missionario in Africa occidentale, don Silvio ha voluto condividere coi giovani alcune considerazioni sulla missione e alcuni consigli. Cosa ha da dire un luogo povero al nostro cuore? Madre Teresa diceva “Siamo tutti poveri di fronte a Dio”: questo deve essere il punto di partenza della nostra missione. Una chiave di lettura per il ritorno. “L’esperienza che vi apprestate a vivere è un munus” dice don Silvio, “un munus di eccezionale valore durante la vostra vita” (il munus inteso in accezione romana, quando i soldati vinta la battaglia ricevevano in dono il munus, il pezzo di terra, che però diveniva dopo, una responsabilità). Uno sguardo poi a due figure da usare come “decoder”: la Beata Maria Troncatti e il venerabile Vincenzo Cimatti.

Punto di riflessione importante, quello riguardo la “crisi”, situazione esistenziale e spesso anche momento chiave dell’esperienza estiva, della missione in generale: la crisi è sempre rischio e possibilità di crescita. La missione può essere il momento di “gestazione” della propria nuova vita.
Infine, uno sguardo ad un tipico simbolo della cultura ghanese, il Sankofa. Un piccolo uccello, rappresentato mentre avanza guardando all’indietro: per poter camminare, è necessario riconoscere, conservare e custodire quanto fa parte della mia identità, della mia storia.

Don Silvio ha quindi salutato i giovani lasciando loro leggere alcuni tratti della Evangelii Gaudium.

272. L’amore per la gente è una forza spirituale che favorisce l’incontro in pienezza con Dio fino al punto che chi non ama il fratello «cammina nelle tenebre » (1 Gv 2,11), « rimane nella morte » (1 Gv 3,14) e « non ha conosciuto Dio » (1 Gv 4,8). Benedetto XVI ha detto che « chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio »,[209] e che l’amore è in fondo l’unica luce che « rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire ».[210] Pertanto, quando viviamo la mistica di avvicinarci agli altri con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali del Signore. Ogni volta che ci incontriamo con un essere umano nell’amore, ci mettiamo nella condizione di scoprire qualcosa di nuovo riguardo a Dio. Ogni volta che apriamo gli occhi per riconoscere l’altro, viene maggiormente illuminata la fede per riconoscere Dio. Come conseguenza di ciò, se vogliamo crescere nella vita spirituale, non possiamo rinunciare ad essere missionari. L’impegno dell’evangelizzazione arricchisce la mente ed il cuore, ci apre orizzonti spirituali, ci rende più sensibili per riconoscere l’azione dello Spirito, ci fa uscire dai nostri schemi spirituali limitati. Contemporaneamente, un missionario pienamente dedito al suo lavoro sperimenta il piacere di essere una sorgente, che tracima e rinfresca gli altri. Può essere missionario solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri. Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché «si è più beati nel dare che nel ricevere » (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri, nascondendosi, negandosi alla condivisione, se si resiste a dare, se ci si rinchiude nella comodità. Ciò non è altro che un lento suicidio.

273. La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall’altra la propria vita privata, tutto diventa grigio e andrà continuamente cercando riconoscimenti o difendendo le proprie esigenze. Smetterà di essere popolo.

274. Per condividere la vita con la gente e donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere anche che ogni persona è degna della nostra dedizione. Non per il suo aspetto fisico, per le sue capacità, per il suo linguaggio, per la sua mentalità o per le soddisfazioni che ci può offrire, ma perché è opera di Dio, sua creatura. Egli l’ha creata a sua immagine, e riflette qualcosa della sua gloria. Ogni essere umano è oggetto dell’infinita tenerezza del Signore, ed Egli stesso abita nella sua vita. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Al di là di qualsiasi apparenza, ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita. È bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!

Rivivi il momento:

Festa di San Giovanni Bosco 2020

Il calendario della festa di Don Bosco.

Il nuovo direttore del Colle: “Guardo ai giovani con speranza S. Bosco è l’esempio” – Don Giovanni Rolandi

Domenica 8 dicembre 2019, il quotidiano La Stampa, nella sezione dedicata alla provincia di Asti, riporta il colloquio con il nuovo direttore del Colle Don Bosco, don Giovanni Rolandi. Di seguito il testo dell’articolo dedicato, a cura di Marina Rissone.

Il nuovo direttore del Colle “Guardo ai giovani con speranza S. Bosco è l’esempio”

MARINA RISSONE – CASTELNUOVO DON BOSCO

San Giovanni Bosco è sempre stato per lui uno spirito guida. Don Giovanni Rolandi per i prossimi tre anni è il direttore del Colle Don Bosco di frazione Morialdo. Un legame invisibile fra il salesiano, l’Africa e la Terra dei Santi. Territorio che, come Don Bosco, gli ha dato i natali. Qui ha vissuto infanzia e adolescenza e nel 1991 ai Becchi fu nominato sacerdote dall’arcivescovo di Nairobi, John Njue. Paese dove ancora oggi vivono papà Carlo, mamma Maria Grazia e il fratello Mario, già legatore alla scuola grafica dei Becchi.

Don Rolandi, 56 anni, scorre i ricordi, ancora nitidi, passati a Castelnuovo, a giocare, studiare e pensare al futuro. Ai Becchi dal 1974 al 1977, Giovanni frequenta la scuola media e proprio sui banchi di scuola arriva il primo segnale verso il cammino salesiano. Tornare oggi dopo oltre trent’anni di assenza nella Terra dei Santi, è per il direttore una sensazione di nostalgia e gioia che si uniscono alla voglia di lavorare per il bene della comunità.

«E’ stata una sorpresa – spiega – . Non ho mai pensato di poter tornare in questa veste. La volontà di Dio ha deciso. Il rettor maggiore, don Angel Artime, ha scelto il futuro del Colle Don Bosco, non più sede della scuola grafica e di cucina, che ha chiuso i battenti lo scorso anno. Mio compito sarà creare un dialogo, una rete, con le sedi di Torino Valdocco e San Luigi di Chieri per essere luogo di esperienza, spiritualità e accoglienza di pellegrini, gruppi, con il rettore don Ezio Orsini». Il direttore ripercorre la sua vita.«I miei genitori – racconta – scelsero Castelnuovo perché mio padre iniziò a lavorare alla cantina sociale Terre dei Santi. Il destino ha aiutato a trovare la mia vocazione».

Tutto partì a scuola: «Ai Becchi l’allora direttore, don Domenico Rosso, mi mise la pulce nell’orecchio. La trama della mia vita fu subito chiara: Don Bosco era il mio futuro. Frequentai il liceo ginnasio a Torino Re Rebadeungo e Val Salice. Nel 1983 l’inizio del noviziato salesiano a Pinerolo con i voti verso il sacerdozio. Dall’83 all’85 gli studi all’università Pontificia di Roma».

Al termine il giovane è scelto dall’ispettore don Mario Colombo per la missione in Kenya con l’arrivo a Nairobi. Dal 13 settembre ’85 al 2017 l’Africa diventa il cuore della missione salesiana di don Rolandi.

«Gli esordi in Nord Tanzania, nella città di Moshi. E ancora l’incarico d’ispettore Est Africa (Kenya, Sudan, Sud Sudan e Tanzania) fino al 2017».

Anno in cui torna alla sede di Roma dove si occupa del settore missioni, coordinando corsi di formazione, e il progetto Europa, dall’Irlanda all’Ungheria, «per iniettare l’esempio di Don Bosco ai giovani».

Con la sua visione mondiale il direttore conclude: «Come San Giovanni non mi lamento e guardo al mondo giovanile con speranza. Sono contento di Papa Francesco. Non voglio però essere cieco ai problemi: tornando in Italia noto che la questione migranti non è affrontata nel modo giusto. Sono un ottimista realista».

Colle Don Bosco: Programma Feste Natalizie 2019-2020

La Basilica di San Giovanni Bosco presenta il programma dedicato alle Feste Natalizie 2019-2020.

  • Dal 16 al 24 dicembre 2019: Novena di Natale. Ore 17.00 S.Messa: Canto delle profezie, Polisalmo e Magnificat.
  • Martedì 24 dicembre 2019: Ore 17.00 S.Messa della Vigilia. Apertura della Basilica ore 23.00. Ore 23.30 Veglia; Ore 24.00 S.Messa. (N.B. Per tutta la giornata vi sarà la possibilità delle confessioni).
  • Mercoledì 25 dicembre 2019: Natale del Signore. Sante Messe in orario festivo.
  • Giovedì 26 dicembre 2019: Santo Stefano, primo martire. S.Messa in orario festivo nella Basilica superiore.
  • Domenica 29 dicembre 2019: Santa Famiglia di Nazaret.
  • Martedì 31 dicembre 2019:Giornata di ringraziamento. Ore 17.00 S.Messa nella Basilica Superiore con il Te Deum.
  • Mercoledì 1° gennaio 2020: Maria SS. Madre di Dio (Festa di precetto). S.Messa in orario festivo nella Basilica superiore.
  • Domenica 5 gennaio 2020: Seconda domenica dopo Natale.
  • Lunedì 6 gennaio 2020: Epifania del Signore (Festa di precetto). S.Messa in orario festivo nella Basilica Superiore.
  • Domenica 12 gennaio 2020: Battesimo del Signore.

L’incontro di formazione tra Direttori, Presidi e Direttori del CFP al Colle Don Bosco

Nelle giornate di domenica 1 e lunedì 2 dicembre si è svolto l’incontro di formazione tra Direttori, Presidi e Direttori del CFP al Colle Don Bosco.

Il tema delle due giornate ha riguardato la “Leadership a servizio del carisma“, sviluppato in diverse sessioni di lavoro, a cura dell’Ing. Alberto Frassinetti.

Ottima partecipazione e notevole soddisfazione da parte di tutti i 60 Direttori e Presidi presenti alla due giorni di formazione.

Le 3 sessioni di lavoro hanno riguardato:

  1. Come passare dall’essere gruppo al gruppo di lavoro;
  2. La Leadership condivisa e a servizio del carisma;
  3. Come il carisma è elemento discriminante nel prendere decisioni.

Weekend Savio Club – Colle Don Bosco

Sabato 16 e domenica 17 novembre 2019 si è svolto l’appuntamento del Savio Club al Colle don Bosco: un weekend dedicato ai ragazzi e alle ragazze di 1°, 2° e 3° media, animato dal gioco, dalla preghiera, dall’amicizia e anche da momenti riflessivi nei oltre 600 ragazzi e ragazze hanno potuto imparare ad apprezzare la vita come dono di Dio, focalizzandosi sulla preghiera di Gesù.

Due giorni molto belli e intensi con una grande partecipazione da parte dei ragazzi, grazie anche all’aiuto di tanti animatori e accompagnatori che hanno preso parte. Il fulcro del weekend è stata la preghiera, riflettendo sul fatto che ogni relazione ha bisogno di tempo, allo stesso modo la relazione con Dio. Ci siamo arrivati partendo dalla preghiera di Gesù, interrogandoci su che cos’è stata per Lui la preghiera, quando pregava e come pregava. 5 brani del Vangelo sceneggiati dai novizi ci hanno guidato nella lectio e nella catechesi. Tutto questo è stato “condito” da giochi, momenti di accoglienza e momenti di teatro: elementi “tipici salesiani” per dire in diversi linguaggi che la preghiera è relazione.

(Suor Carmela Busia)

Come da tradizione le terze medie (circa 140 tra maschi e femmine) si sono soffermate sul tema delle relazioni, in particolare sulla relazione tra genitori e figli e sulla riconoscenza. La testimonianza di una famiglia divisa tra maschi e femmine: il papà con il figlio da una parte e la mamma con la figlia dall’altra, ha permesso di affrontare la concretezza delle vite e delle giornate delle famiglie nelle quali anche loro sono inseriti.

(Don Fabiano Gheller)

La stessa riconoscenza è stata vissuta nella veglia serale del sabato e poi nella giornata di domenica, attraverso la Parola di Dio: l’intero gruppo ha concluso così l’esperienza del Savio Club con la celebrazione eucaristica finale nella gremita Basilica del Colle Don Bosco, presieduta dall’Ispettore don Enrico Stasi, il quale ha ricordato durante l’omelia l’importanza di avere degli “occhi nuovi“, di un “cuore caldo” e di creare una “casa accogliente“.