Appuntamento sotto la Galleria del Vento del Colle don Bosco per gli oltre quattrocento ragazzi partecipanti al Weekend SAVIO, dove un folto gruppo di animatori li attendeva con ansia per l’avvio dell’esperienza.
Due i gruppi: le prime e seconde medie, con don Stefano Mondin, suor Carmela Busia e don Giovanni Bianco si sono focalizzati sul “far del bene agli altri”. Si tratta del quarto ingrediente della “ricetta della santità”, consegnata da don Bosco a Domenico Savio. I tre passi precedenti (Gioia, dovere ben fatto e preghiera) sono stati compiuti nell’anno e mezzo che è alle spalle.
Attraverso giochi, scenette sulla vicenda degli apostoli (sempre in cammino e mai pienamente arrivati) e testimonianze di giovani universitari i ragazzi più piccoli hanno visto come il donarsi faccia innescare la gioia. La scelta degli amici, lo spendere il tempo invece che sprecarlo, l’accorgersi dell’altro riempiono cuori e regalano luce.
La veglia serale, nella Basilica superiore, ha visto comporsi a poco a poco la scritta dei quattro ingredienti, via ad una vita nella Vita.
Le terze medie si sono tuffate inizialmente nell’allegria, giochi e balli. Guidati poi da
Don Fabiano Gheller e Sr Paola Casalis, delegati di
Animazione Vocazionale, i ragazzi hanno guardato in faccia il tema di questa due giorni: la
SCELTA. Atto di volontà e preferenza con cui ci si confronta per ogni frammento della vita. Impastate di dubbi, difficoltà, frustrazione nell’individuo, le nostre scelte ci chiedono di orientare chi vogliamo essere. Un confronto costante, dunque, con se stessi, con chi ci conosce, il cosiddetto “
amico dell’anima”, con il progetto e il sogno che ciascuno coltiva per sé e quello che Dio ha riservato per ciascuno dei suoi figli.
Il gioco iniziale, mutuato dal video-game “Super Mario”, chiedeva di fare scelte graduali e “rischiose”: persino il momento della vittoria esigeva una scelta ben precisa.
Successivamente, in quel della Casa dei Giovani – Scaiota, non sono mancati i gruppi di condivisione e confronto. Alternando sempre momenti di gioco libero e formazione, in serata ognuno è salito alla Basilica Inferiore del Colle don Bosco con una candela, per la preghiera conclusiva. Il mattino della domenica è stato riempito da un dosaggio equilibrato, composto da confessioni, testimonianza, laboratorio manuale e confronto con la Parola.
Dopo la convivialità e il gioco libero, la Messa finale ha concluso l’esperienza. L’équipe ha salutato i ragazzi che – sotto un’abbondante nevicata – rientravano nelle loro realtà. Si portavano a casa un po’ di quella santità suggerita da Domenico Savio che rivolgendosi a don Bosco, disse: “Io sono la stoffa: lei ne sia il sarto; dunque mi prenda con sé e farà un bell’abito per il Signore”.
Ecco una testimonianza dei tanti partecipanti al weekend Savio, Sofia, una giovane dell’Oratorio San Luigi di Torino, così descrive l’esperienza vissuta a Colle don Bosco con il Savio Club:
“Sabato 24 febbraio siamo partiti dall’oratorio San Luigi per raggiungere Colle Don Bosco, dove si sarebbe tenuto il weekend organizzato da Savio Club, per tutti i giovani delle scuole medie del Piemonte e della Valle D’Aosta. E’ stato anche per me, con i miei venticinque anni, la prima volta e non sapevo cosa ci avrebbe aspettato, nonostante le iniziali diffidenze siamo riusciti a creare un bel gruppo di otto ragazzi. Quando siamo arrivati ci siamo trovati di fronte ad una realtà molto più grande del nostro oratorio, ci siamo trovati davanti a tantissimi visi nuovi (i partecipanti erano ben 450, con una settantina tra animatori e volontari!). Nonostante questi grandi numeri, hanno saputo accoglierci e gli animatori ci hanno fatto sentire subito protagonisti di questo grande gruppo. Il tema del Weekend era ‘Fare del Bene a Tutti (?)’, ogni gioco, preghiera o momento di condivisione era impostato su questo tema. ‘Qual’è il bene che avresti potuto fare? Qual’è il bene che potresti fare?’: queste sono alcune delle tante domande che hanno creato spunti di riflessione per i ragazzi, domande di cui necessitano, perché le risposte ci sono, ma hanno solo bisogno di qualcuno che li aiuti a tirarle fuori. Possiamo concludere che questo Savio Club è andato alla grande e ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato per l’organizzazione di queste indimenticabili giornate.”
Sofia