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Il Rettor Maggiore visita lo studentato teologico “Crocetta”

Si riporta l’articolo gentilmente fornito alla nostra Redazione dal Direttore dell’Istituto Internazionale Don Bosco, don Marek Chrzan, in merito alla visita del Rettor Maggiore del Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, alla Crocetta di Torino, il 26 settembre scorso.

Ogni casa salesiana che accoglie il Rettor Maggiore in visita, accoglie il successore di san Giovanni Bosco. E’ come lasciarsi rinnovare dalla gioia del ritorno a casa del proprio papà. E’ lui che spendendosi con passione e dedizione per la comunione e la missione della congregazione, porta con tutta la sua persona quel grido che si fa preghiera nella vita di ogni salesiano: da mihi animas coetera tolle!

Mercoledì 26 Settembre, presso lo Studentato Teologico di Torino-Crocetta, la comunità salesiana ha avuto il piacere di accogliere in visita don Angel il quale ha trascorso la serata insieme a chierici e formatori. All’inizio dell’anno comunitario il Rettor Maggiore ha ricordato a tutti i salesiani presenti alla “buonanotte” la bellezza della nostra Congregazione diffusa in tutto il mondo con la sua vitalità. La comunione che caratterizza la nostra Congregazione è una delle caratteristiche più belle che accompagna quotidianamente il suo cammino. Comunione che potrà esser toccata con mano nel prossimo Capitolo Generale che avrà luogo proprio a Torino e che la comunità della Crocetta attende per manifestare, anche con la sua accoglienza e ospitalità, il suo amore e sostegno per la Congregazione.

La comunità salesiana di Torino – Crocetta

Si riporta l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito alla visita del Rettor Maggiore del Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, alla Crocetta di Torino.

Il 25 settembre Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, ha visitato lo studentato teologico “Crocetta”, diretto da don Marek Chrzan, per salutare la comunità salesiana. Dopo la cena ha dato la tradizionale “buona notte” alla comunità formativa.

Inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco

In concomitanza con il prossimo Harambée (28 settembre p.v.) e alla viglia della partenza di missionari da Maria Ausiliatrice a Torino per la 150° volta avverrà l’inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco. Si riporta di seguito il comunicato stampa dell’evento.

Nuova proposta a Torino Valdocco

Il Museo Etnografico Missioni Don Bosco apre i battenti sabato 28 settembre alle 14,00

Lo inaugura don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei salesiani

Alla vigilia della 150° partenza di missionari salesiani da Torino (v. https://news.missionidonbosco.org/il-29-settembre-partono-i-missionari-salesiani) viene inaugurato il Museo Etnografico Missioni Don Bosco.

Voluto per rendere sempre più accessibile la conoscenza del mondo missionario ai pellegrini di Valdocco, il museo è situato nella palazzina a fianco della basilica di Maria Ausiliatrice (al numero 32 della omonima via). Costituisce un tassello originale della dimensione internazionale di Torino e un deposito scientificamente rilevante della cultura dei popoli nativi di tutto il mondo.

Il 28 settembre p.v. alle ore 14:00 il Rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, benedirà questo nuovo spazio con la partecipazione di 17 ispettori da tutto il mondo, di 13 missionari rientrati per i corsi di aggiornamento in Italia e dei 36 nuovi partenti. Con loro il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon.

“Questo piccolo museo racconta di un incontro” spiega Elisabetta Gatto, etnologa e curatrice per Missioni Don Bosco del nuovo spazio culturale, “quello tra i missionari salesiani e alcune popolazioni con le quali, a cominciare dalla prima spedizione in Patagonia del 1875, sono entrati in contatto. Testimonianza di questo incontro sono gli oggetti che i missionari hanno portato in Italia e che fanno parte delle collezioni del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco (v. https://colledonbosco.org/home/museo-etnologico-missionario-don-bosco/).

Esposti troviamo utensili, arredi, abiti, ornamenti, frutto della creatività con cui i diversi gruppi umani hanno saputo adattarsi all’ambiente, trasformando le risorse disponibili per le esigenze della vita quotidiana e per la realizzazione delle pratiche culturali e rituali.

La mappa del museo è concepita per aree geografiche; è possibile approfondire la visita scegliendo anche gli itinerari tematici per soggetto, disponibili nelle audio guide.

Lungi dal voler essere esaustivo circa la presenza capillare delle missioni salesiane nel mondo, questo spazio museale è una vetrina delle presenze salesiane più significative a fianco delle popolazioni indigene e a tutela delle diverse tradizioni culturali.

Il percorso inizia con la Patagonia e la Terra del Fuoco, destinazioni della prima spedizione missionaria salesiana nel 1875. Gli oggetti esposti sono un’importante testimonianza di culture e di popolazioni ormai estinte; i manufatti raccolti da don Borgatello nel 1911 e don De Agostini nel 1932 si possono considerare oggi pezzi unici.

Si prosegue con gli Shuar dell’Ecuador (ricordiamo l’opera particolarmente significativa di padre Bolla), con gli Yanomami del Venezuela (prezioso il lavoro di don Cocco), con le popolazioni del Rio Negro, con i Bororo, gli Xavante e i Carajá del Brasile, con i Naga del Nord-est dell’India. Una vetrina è dedicata alla Cina, una al Giappone, una all’Oceani. Il percorso si chiude con due vetrine dedicate al continente africano.

Il museo si apre alla contemporaneità grazie alla documentazione contenuta nel maxischermo che testimonia l’impegno attuale dei missionari salesiani nel mondo a favore delle popolazioni più svantaggiate e più bisognose di aiuto. Il visitatore potrà esplorare attraverso un monitor alcune realtà delle presenze salesiane nei cinque continenti, raccontate anche attraverso brevi video e fotografie.

Ci auguriamo di poterVi incontrare all’inaugurazione.

Il museo missionario di Missioni Don Bosco

Questo fine settimana, in concomitanza con la 150a Partenza Missionaria, inaugureremo un piccolo museo molto interessante: ospiterà oggetti etnografici raccolti dai missionari salesiani per illustrare la varietà dei contesti culturali con cui sono entrati in contatto e che sono diventati testimonianza della presenza e dello sviluppo storico delle nostre missioni nel mondo. L'invito del nostro presidente e dell'antropologa che ha curato l'allestimento.

Publiée par Missioni Don Bosco ONLUS sur Mardi 24 septembre 2019

 

RMG – “Cari Confratelli salesiani, abbiamo bisogni di voi!”

Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS, il 6 settembre 2019, in merito al messaggio del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, per l’ultimo video della rubrica “Cari Confratelli”:

(ANS – Roma) – Per l’ultimo video della rubrica “Cari Confratelli” di questo sessennio, disponibile da oggi in rete, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, riparte dai giovani e dal grido che è arrivato da tutte le Circoscrizioni Salesiane attraverso le relazioni dei Capitoli Ispettoriali: i giovani hanno bisogno di salesiani, educatori e testimoni, ma devono essere educati a saper fronteggiare le sfide del tempo presente.

Il Rettor Maggiore parla dalla Sala del Consiglio Generale al termine della sessione plenaria estiva, con lo sguardo già proiettato al prossimo grande appuntamento che attende la Congregazione, il Capitolo Generale 28° (CG28).

“C’è un elemento costante che mi affascina: è ascoltare quello che ci dicono i nostri giovani. I quali, semplicemente, ci dicono: cari confratelli salesiani, abbiamo bisogni di voi, della vostra presenza accanto a noi!” afferma il Rettor Maggiore.

I ragazzi e le ragazze non chiedono la presenza di “amministratori o gestori”, ma di Figli di Don Bosco che siano come il loro fondatore, che sappiano farsi accompagnatori nella vita ai giovani:

“Di cos’altro c’è ancora bisogno, dopo un appello fatto con quest’intensità ad indicarci il cammino per questo XXI secolo?” si chiede il Rettor Maggiore.

Successivamente il Successore di Don Bosco tocca anche un secondo tema, le motivazioni che lo hanno portato alla scelta del motto per la Strenna del Rettor Maggiore per il 2020 – “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” (Mt 6,10). “BUONI CRISTIANI E ONESTI CITTADINI”. Una formula, osserva Don Á.F. Artime, che racchiude la “politica del Padre Nostro”.

Sono due elementi inscindibili:

“Siamo nati per essere educatori alla fede dei giovani, per accompagnarli all’incontro di Gesù”. Ma, aggiunge il Rettor Maggiore, l’educazione salesiana non può essere svincolata dalla realtà sociale e globale: “Non possiamo educare i nostri giovani a starsene tranquilli, chiusi in casa, senza dare fastidio a nessuno… No! Dobbiamo preparali alla vita… A servire gli altri, a impegnarsi per il prossimo, a non essere indifferenti alle grandi sfide mondiali di oggi, ad essere sensibili alla difesa dei Diritti Umani, specialmente dei minori, e anche ad essere aperti ad un possibile impegno nel mondo della politica, secondo la propria sensibilità e la propria fede”.

Il video di “Cari Confratelli” è disponibile già in 25 lingue sul canale ANSChannel di YouTube.

I Prenovizi Salesiani d’Europa al Colle Don Bosco

Domenica 4 agosto scorso, presso Colle Don Bosco, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime ha incontrato 36 giovani Prenovizi Salesiani provenienti da tutta l’Europa. Si riporta l’articolo pubblicato in merito dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – Un incontro molto particolare si è compiuto domenica scorsa, 4 agosto, al Colle Don Bosco, dove Don Bosco crebbe e maturò: quello tra Don Ángel Fernández Artime, che come Rettor Maggiore è chiamato a guidare l’intera Congregazione Salesiana, e 36 giovani prenovizi, che sono ancora in fase di attento discernimento sulla propria vocazione. L’incontro, cioè, di un padre con tanti piccoli figli in ricerca.

L’incontro con il Rettor Maggiore in verità è stato per i prenovizi solo una tappa, pur se importante, di un percorso più ampio, realizzato lungo 15 giorni di cammino sui Luoghi Salesiani.

“I ragazzi che l’hanno compiuto sono giovani che tra circa un mese inizieranno il cammino del noviziato, all’interno dei quattro noviziati salesiani nel Vecchio Continente”

ha raccontato ad ANS don Fabiano Gheller, Delegato per l’Animazione Vocazionale della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP).

Accompagnati da sette salesiani, tra incaricati e membri del Dicastero della Formazione, i prenovizi hanno guardato a Don Bosco e ai suoi luoghi per poter scoprire i passi fondamentali del suo itinerario vocazionale. Così, nel paragone con la vita del Santo dei Giovani e, in rapporto costante con le Sacre Scritture, sono stati accompagnati a comprendere i passaggi fondamentali della loro vita, per dire sì a Dio nello stile salesiano.

Le giornate hanno alternato momenti di cammino e di confronto, in coppie e in gruppo, insieme ad approfondimenti della spiritualità salesiana.

“È un’esperienza bella di vita fraterna, di condivisione e d’identificazione con Don Bosco e con quel modello di vita che abbiamo scelto con Dio”

ha testimoniato Walter, prenovizio dell’Ispettoria sicula.

“Sono giornate molto particolari – conclude il prenovizio – che ci permettono di riscoprire la bellezza della nostra chiamata e che ci danno anche un respiro davvero peculiare per chi vuole nascere alla vita salesiana, perché ci fanno conoscere e apprezzare la realtà in cui Don Bosco è nato e dove è nata la nostra Congregazione”.

Approvato il testo “Il Direttore Salesiano, un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale”

È stato approvato da parte del Rettor Maggiore, don Angel Fernandez Artime, e dal suo Consiglio il testo “Il Direttore Salesiano, un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale”.

Si riporta l’articolo oggi pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Roma) – Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio hanno approvato definitivamente il testo di “Il Direttore Salesiano, un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale”. Sono già in corso le traduzioni e la pubblicazione avverrà entro fine anno, nelle principali lingue in uso nella Congregazione.

È una tappa importante all’interno di un processo che ha preso il via durante il Capitolo Generale 27: “Provvedere da parte del Rettor Maggiore e del Consiglio generale all’aggiornamento del Manuale del Direttore…” (GC 27 69,11). Questo impegno è stato affidato al Dicastero per la Formazione durante la programmazione del sessennio (ACG419 p.55).

In un primo seminario internazionale con rappresentanti delle varie regioni (17-19 giugno 2016) si è definito il percorso da seguire, dando il via a una consultazione che ha coinvolto tutte le Ispettorie. Molti gruppi di direttori hanno insieme inviato il loro contributo, come anche hanno fatto diversi consigli ispettoriali. Numerosi altri salesiani lo hanno fatto singolarmente, per un totale di 316 contributi ricevuti, tra quelli di gruppo e quelli individuali.

Il materiale, organizzato per regioni, è stato fatto oggetto di studio insieme al testo del manuale del 1986.

In un secondo seminario (29-31 maggio 2017) si è lavorato sul risultato di questo lavoro compiuto da ogni regione. Tenendosi in contatto con gli altri membri convenuti per i due seminari, un gruppo redazionale ha quindi iniziato un lavoro di sintesi da cui è emersa una prima bozza di testo.

La bozza che il Rettor Maggiore con il consiglio hanno ora approvato è la numero 28. Questo dice quanto lavoro di verifica, integrazione di nuovi contributi, ripensamento dello schema, riformulazione dei contenuti è avvenuto lungo questi mesi. Non si è trattato soltanto di lavorare su un testo, quanto piuttosto di compiere un processo che ha permesso ad ogni passo di arricchire la riflessione. Quanto stava progressivamente maturando si è fatto sempre più vicino alla realtà ricca e differenziata che si vive nelle regioni e nelle comunità.

L’approvazione definitiva non è ovviamente il traguardo finale. È piuttosto il punto di partenza, perché la fase più importante è quella appena iniziata, cioè il coinvolgimento di tutte le comunità e di tutti i confratelli.

Scrive il Rettor Maggiore nella prefazione:

“I direttori sono figure chiave nel rinnovamento della Congregazione e del nostro servizio ai giovani nella comunità educativo-pastorale. Sono la chiave della tanto desiderata formazione permanente, che deve attuarsi nelle nostre comunità religiose e, per estensione, anche nelle nostre comunità educativo-pastorali. Questo manuale è quindi indirizzato principalmente a loro e a tutti coloro che sono coinvolti nella loro formazione, in primo luogo agli ispettori e ai loro consigli. Il nuovo manuale è al contempo rivolto a tutti i salesiani e a tutti i membri di ogni comunità religiosa salesiana”.

Questa è la sfida, ma soprattutto l’opportunità, che si presenta, in una stagione quanto mai feconda, qual è quella che avvicina al Capitolo Generale 28 – nella quale questo strumento di formazione permanente s’inserisce pienamente.

Nei prossimi mesi su ANS verrà presentato ulteriormente il contenuto di “IL DIRETTORE SALESIANO – Un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale”.

“Affida, confida, sorridi!” – La lettera del Rettor Maggiore

Pubblichiamo la notizia proveniente da Info ANSAgenzia iNfo Salesiana – riguardo alla lettere scritta dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ai Salesiani ed in particolar modo alla Famiglia Salesiana in occasione del 150° della fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA).

(ANS – Roma) – “Affida, confida, sorridi!”. È questo il titolo della lettera indirizzata dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ai Salesiani e a tutta la Famiglia Salesiana in occasione del 150° della fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA), promossa da Don Bosco il 18 aprile 1869, ad un anno di distanza della consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco.

Il desiderio di Don Á.F. Artime è quello di rinnovare la dimensione mariana della vocazione salesiana, rivedendo le convinzioni sottostanti e portando a fare un’attenta valutazione della propria devozione all’Ausiliatrice come Salesiani di Don Bosco. Questo, senza dubbio, può diventare un suggerimento utile per tutta la Famiglia Salesiana nel mondo, in modo tale da rendere attuale oggi l’appello che rivolse a suo tempo don Egidio Viganò, quando invitò a “prendere la Madonna in casa”.

Con il desiderio di tenere sempre più in casa Maria Ausiliatrice, viene offerta una semplice riflessione sull’adesione salesiana all’Eucaristia e a Maria Ausiliatrice, sul cammino percorso in questi 150 anni di fondazione dell’ADMA, sul carattere popolare del carisma salesiano che è stato consegnato nel tempo come tesoro da custodire, e sul cammino da percorrere “dalla casa dell’Ausiliatrice alle nostre case”.

In sintonia con la Strenna di quest’anno, viene ricordato come non c’è via verso la santità senza l’Eucaristia. L’Eucaristia è la chiave di volta per la conversione radicale del cuore all’amore di Dio. L’affidamento a Maria è condizione per vivere la grazia battesimale e maturarla attraverso il cammino della fede, convinti che Lei prenda “per mano” per condurre all’incontro con suo Figlio Gesù.

“La devozione a Maria Ausiliatrice fu intesa e promossa da Don Bosco proprio secondo una prospettiva di aiuto e difesa della fede nel popolo di Dio, tentato da ideologie che svuotavano il senso cristiano della vita e da tanti movimenti che attaccavano la fede e l’unità della Chiesa fondata sulla salda roccia della professione di fede di Pietro”. Con l’ADMA Don Bosco ha voluto offrire al popolo cristiano un itinerario di santificazione e di apostolato semplice e accessibile a tutti, nell’intento di difendere e promuovere la fede della gente e valorizzando i contenuti della religiosità popolare.

Concludendo, così si esprime il Rettor Maggiore: “Mentre rendiamo grazie per questi 150 anni di vita dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, impegniamoci, fedeli al carisma del nostro santo fondatore della Famiglia Salesiana, a lasciarci guidare dallo Spirito Santo per un rinnovato impulso evangelizzatore ed educativo… L’essenziale di questo impulso evangelizzatore consiste nel rinnovare l’Associazione con un’attenzione privilegiata alla famiglia e alle nuove generazioni”.

Seguendo queste tracce, si rimarrà fedeli alla strada percorsa da Don Bosco, per il quale la devozione alla Madre di Dio ha caratterizzato e fortemente segnato tutta la sua spiritualità e la sua azione pastorale ed educativa.

Incontro congiunto dei Consigli Generali SDB e FMA

Dal Sinodo sui Giovani del 2018 ai Capitoli Generali del 2020: l’incontro congiunto dei Consigli Generali SDB e FMA.
Si riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS).

A cinque mesi dal precedente appuntamento, si è svolto nel pomeriggio di ieri, mercoledì 26 giugno, il tradizionale incontro estivo congiunto tra i Consigli Generali dei Salesiani di Don Bosco (SDB) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Il tema principale della condivisione, realizzata presso la Casa Generalizia delle FMA a Roma, è stato ispirato dal Sinodo dei Vescovi del 2018, su “I Giovani, la Fede e il Discernimento Vocazionale”, con lo sguardo proiettato sui prossimi Capitoli Generali: quello dei Salesiani a Torino-Valdocco, tra febbraio e aprile 2020; e quello delle FMA a Roma, tra settembre e novembre 2020.

I principali contributi all’incontro sono arrivati da don Rossano Sala, SDB, Segretario Speciale al Sinodo del 2018, che è intervenuto sull’Esortazione Apostolica post-sinodale Christus Vivit (in particolare sui capitoli 7-8); e da suor Runita Borja, Consigliera Generale per la Pastorale Giovanile delle FMA, che ha illustrato i punti salienti del Capitolo Generale 24 che l’Istituto FMA si appresta a celebrare:

  • Ascolto dei giovani;
  • In cammino con Maria;
  • Sinodalità Missionaria;
  • Lettura piena di speranza della realtà attuale.

Dopo i loro interventi è seguita una tradizionale condivisione in gruppi e in assemblea, da cui sono emersi alcuni spunti:

  • l’attenzione principale è stata dedicata a COME ASCOLTARE e ACCOMPAGNARE i giovani, a livello personale e comunitario;
  • bisogna concentrarsi sull’incontro con i giovani poveri ed emarginati, quelli che erano al centro del cuore di Don Bosco e Madre Mazzarello. Oggi significherebbe anche una specifica attenzione ai giovani che lottano contro la tossicodipendenza;
  • non basta leggere la Christus Vivit, bisogna anche studiarla e acquisirne le principali ispirazioni;
  • bisogna trovare il coraggio di cambiare le strutture e lo stile di vita in funzione dei giovani reali attorno a noi: “Per chi siamo?”
  • le domande aperte stanno rendendo migliore la nostra vita : Che tipo di salesiani per i giovani di oggi? Chi è che muove la nostra vita? Sono i giovani e lo Spirito Santo?

Nel pensiero offerto per la “Buonanotte” salesiana, il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, ha poi riflettuto sulle migliaia di giovani in difficoltà o a rischio che ogni giorno vengono salvati nelle case salesiane di tutto il mondo: bambini, ragazzi e giovani che sono accolti e amati nelle opere educative SDB e FMA e lì trovano la loro salvezza. Il necessario cambiamento della vita della Congregazione SDB e dell’Istituto FMA, già intrapreso attraverso i cammini precedenti i due Capitoli Generali (il 28° per i Salesiani e il 24° per le FMA), ha osservato, potrà avvenire davvero solo aprendo quotidianamente il cuore alle ispirazioni dello Spirito e donando la vita ai giovani.

L’incontro congiunto, con i suoi momenti di condivisione e confronto, fraterni e spontanei, favorisce anche la comprensione reciproca dell’unico carisma salesiano vissuto nelle diverse forme. Come recita la Carta d’Identità della Famiglia Salesiana (art. 10):

“Avvertire che senza gli altri, i membri di un particolare Gruppo non possono essere se stessi, dovrebbe essere consapevolezza da tutti coltivata”.

Incontro del Rettor Maggiore con i novizi salesiani d’Europa

Si riporta la notizia pubblicata su infoans.org riguardo al momento di incontro, svoltosi al colle don Bosco e a Valdocco  dal 20 al 25 maggio, tra tutti i novizi salesiani d’Europa (47 in tutto)

Torino – maggio 2019

Dal 20 al 25 maggio si sono riuniti al Colle Don Bosco e a Valdocco 47 novizi salesiani d’Europa. 5 provengono da Poprad (Slovacchia), 11 da Kopiec (Polonia), 13 da Genzano (Roma) e 18 da Pinerolo (Torino).

Si è trattato dell’XI incontro consecutivo intorno alla festa di Maria Ausiliatrice. Durante le giornate i novizi si sono scambiati le loro esperienze di noviziato in una convivenza piena di momenti di preghiera, di condivisione, di visite ai Luoghi Salesiani e di spiritualità salesiana.

Due momenti intensi hanno segnato l’incontro: il colloquio con il Rettor Maggiore e la festa di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Don Ángel Fernández Artime, ha presentato la situazione della Congregazione Salesiana, i suoi pensieri rispetto alla formazione e gli orientamenti particolari ai novizi.

I formatori e i maestri dei vari noviziati, oltre a spiegare tante cose sui Luoghi Salesiani hanno favorito lo scambio di esperienze e le particolari situazioni della formazione che li attende.

Festa di Maria Ausiliatrice 2019

24 maggio.

Un data che non passa mai inosservata per coloro che seguono e appartengono alla Famiglia Salesiana.

Una data che significa festa e ringraziamento a Maria, madre di tutti noi e soccorritrice di tutti coloro che La invocano.

E con l’insegnamento di don Bosco, che sempre metteva Maria al centro delle sue preghiere, ecco che iniziano tutti i festeggiamenti e ringraziamenti attraverso le S.Messe, le preghiere e la processione finale.

Tante le persone passate in questi giorni anche solo per un saluto all’Ausiliatrice. Sin dalla mezzanotte di ieri, la Basilica di Valdocco è rimasta infatti sempre gremita di tanti devoti, senza lasciar mai sola la statua di Maria Ausiliatrice, ormai pronta per percorrere le strade della città di Torino dalle ore 20.30 di questa sera, con la Solenne Processione.

Rivivi qui sotto, attraverso le dirette Facebook, i momenti più belli della giornata.

Santa Messa – ore 11,00:

FESTA di MARIA AUSILIATRICE – Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino

Publiée par Agenzia Info Salesiana – Ans sur Vendredi 24 mai 2019

L’omelia di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, durante la messa celebrata alle ore 11,00:

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (Lc 1,39-40).

 

Che cosa muove Maria ad affrontare un viaggio faticoso nelle sue condizioni? È l’amore verso la cugina. È il desiderio di lodare insieme il Signore, che ha fatto in lei e in Elisabetta grandi cose. È l’ansia missionaria di donarle Cristo, il Figlio che porta in grembo. È la gioia di comunicare a lei la sua fede. È il bisogno profondo di servirla nelle sue necessità.

Maria insegna alle nostre comunità cristiane e a ciascuno di noi a percorrere le vie della storia e degli ambienti della nostra vita andando incontro alle persone, uscendo da noi stessi e offrendo segni, parole, gesti di amicizia, di annuncio, di preghiera, di servizio. Soprattutto, insegna a portare Gesù ovunque viviamo.

Guardando ora alle nostre realtà locali, vorrei trarre da questa scelta di Maria, che onoriamo oggi con il titolo di Ausiliatrice, riconoscendo dunque che ella aiuta ogni discepolo del suo Figlio, che ella aiuta le famiglie e la Chiesa e il mondo intero con la sua intercessione potente, alcune indicazioni importanti per la nostra missione di credenti oggi e qui, nel nostro concreto vissuto e ambiente.
Maria ci insegna il coraggio di osare. Possiamo dire che è stata questa la caratteristica più forte che ha dato il via al boom economico e a tantissime iniziative di impegno sociale nella nostra terra. Le persone, le famiglie, i gruppi hanno saputo osare e scommettere sul futuro, partendo da una convinta valorizzazione di se stessi, con spirito creativo e carico di speranza.

Oggi, assistiamo a una crisi della speranza, per cui si cerca di conservare l’esistente e si ha scarsa fiducia nel domani. A farne le spese sono soprattutto i giovani, che si vedono tarpare le ali da un mondo “adultizzato”, spesso chiuso dentro i propri schemi culturali e sociali, che stenta ad aprirsi al nuovo e a lasciare spazio alla loro progettualità e fantasia.

Anche nelle nostre comunità avviene lo stesso: si preferisce governare il presente e si ha timore delle novità, che esigono un cambiamento giudicato troppo repentino e non accettabile dalla gente. Così, vediamo quanta fatica si fa ad accettare i nuovi orientamenti pastorali che la diocesi propone, gli inviti e le proposte di formazione degli adulti e di rinnovamento della catechesi o le iniziative rivolte ai giovani, il buon funzionamento delle unità pastorali sul territorio tra parrocchie vicine, ma spesso separate e chiuse all’ombra del proprio campanile. Soprattutto, si fa fatica ad intraprendere un’azione missionaria rivolta a tutte le persone e famiglie che abitano nello stesso territorio cittadino e vivono ai margini delle parrocchie e delle realtà cristiane.

Maria, giovane fanciulla di Nazaret, ci dia il coraggio di osare di più e scommettere sulla fede, confidando nello Spirito Santo e non su di noi e sui nostri progetti, senza paure e timori, con la gioia di camminare in fretta verso il mondo che ci circonda, fortificati da una speranza comune e da un unico obiettivo: quello di annunciare Cristo a tutto campo, senza timori o paure, e vivere il Vangelo della carità verso i poveri, i sofferenti, gli immigrati e i senza dimora, gli anziani e i giovani.

Maria ci insegna a investire il tempo non solo per il proprio benessere fisico e materiale, ma anche per la crescita umana e spirituale. Oggi, nella mentalità prevalente e reclamizzata dai massmedia, emergono regole primarie di vita da perseguire come idoli assoluti e indiscutibili. La prima dice che “il tempo è denaro” e questo principio diventa il valore primario, per cui tutto tende a fare soldi e tutto viene visto come via per raggiungere quest’obiettivo, al quale si sacrifica anche il tempo che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, ai figli, alla comunità e alla solidarietà. «Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?», ammonisce Gesu’ (Lc 9,25). Il lavoro è importante ed è un primario diritto di ogni persona, ma l’uomo non conta per quello che possiede o per quello che è capace di produrre e di guadagnare, perché vale per se stesso in quanto persona, soggetto di esigenze e di attese, che vanno oltre i beni materiali e provvisori ed appellano a quelli spirituali ed eterni.

Legata a questa, c’è poi una seconda regola di vita prevalente nel costume sociale, secondo la quale “il tempo è fatto per divertirsi”, per cui il diritto a ricercare quello che dà piacere e soddisfazione fisica e materiale, costi quello che costi, vale più di ogni altro bene. È la situazione del ricco, richiamata da Gesù nella parabola:

«Godi anima mia e divertiti con i beni che hai accumulato e che ti possono rendere felice. Stolto, dice il Signore, questa notte morirai e dovrai lasciare tutto, senza un minimo di credito, nei confronti di Dio e degli altri, che ti possa salvare dalla condanna eterna» (cfr. Lc 12,19-21).

Con queste regole di vita, il tempo dedicato a Dio, alla preghiera e al prossimo si riduce sempre più e anche gli spazi, che nella nostra cultura e tradizione venivano dedicati al riposo e ai valori dello spirito, come la domenica, sono svuotati della loro anima e si trasformano in ulteriori occasioni di stress, di shopping, di evasione. In questi ultimi tempi, abbiamo notato che diverse categorie di lavoratori si sono mobilitate criticamente contro il tentativo di rendere la domenica e perfino la Pasqua un giorno come gli altri, sottoposto alle leggi assolute del mercato e del consumismo, e hanno esigito che fosse salvaguardata la libertà per la loro vita personale e familiare. La Chiesa sostiene questa rivendicazione e richiama incessantemente il valore religioso e spirituale, ma anche sociale e familiare, della domenica e chiede che di essa tutti possano usufruire per la cura spirituale di se stessi, per l’incontro fraterno in famiglia, per la solidarietà.

Maria ci insegna ad usare il tempo per farci carico del disagio delle persone e delle famiglie. Il paradosso, che esiste oggi nella nostra terra, è ben evidenziato dal fatto che aumentano la ricchezza materiale e sociale, ma crescono anche l’insicurezza e la precarietà,la corruzione che è un cancro sociale dei più dannosi, le preoccupazioni e l’incertezza per il futuro, un clima di conflittualità su tutto e una palese rassegnazione che oscura l’animo di tanti. Spesso, si tratta di un disagio nascosto, che emerge solo nelle sue espressioni più crude, ma che è diffuso in molti nuclei familiari e abbraccia persone di ogni età e condizione.

Interessa anche il vivere quotidiano, per cui non sono pochi coloro che chiedono assistenza alle parrocchie e ai servizi sociali, anche per avere solo qualcosa da mangiare o per pagare il ticket sanitario o le bollette di affitto o di servizi indispensabili. La vita nei quartieri della nostra città e in particolare nelle periferie, diventa sempre più problematica, per la solitudine di tanti anziani che soffrono, oltre che per motivi economici, per la mancanza di affetto, di relazioni di vicinato o di parentela sincere e costanti, di un’efficace prossimità che permetta di affrontare i problemi più semplici e quotidiani. Le situazioni di disagio sono proprie inoltre di tante famiglie composte da donne sole, madri con figli a carico, immigrati non integrati nel tessuto ambientale del territorio, senza dimora che vivono per la strada senza una prospettiva di futuro,campi rom simili a favelas sudamericane, realtà condominiali in perenne conflittualità. La condizione giovanile in particolare è aggravata da condizioni di vita spesso precarie, dovute alla provvisorietà del lavoro, alle difficoltà di sviluppare le proprie attitudini secondo gli studi fatti e le competenze acquisite, alla propaganda accattivante di un facile guadagno su vie disoneste, al rifiuto di responsabilità che conduce a scelte provvisorie nel campo degli affetti.

Accanto alle iniziative promosse dalla Caritas e dalla San Vicenzo e da Migrantes, c’è nella città una numerosa schiera di “buoni samaritani”, disponibili a farsi carico di queste situazioni. Maria ci insegna che questo servizio non può essere solo di pochi o delegato ad esperti o volontari che generosamente si prestano, ma deve essere di ciascuno nei confronti del suo prossimo che gli vive accanto e che ha bisogno di essere accolto e visitato nelle sue difficoltà. Le nostre comunità debbono attivare e promuovere questa rete di prossimità, così da integrare sul piano dell’ambiente di vita quotidiano i servizi necessari alle esigenze delle famiglie e delle singole persone in difficoltà.

A Te, Maria Ausiliatrice, affido tutti gli abitanti della nostra terra torinese e i particolare i giovani. Aiutaci a ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e dell’amore, per superare le contrapposizioni e le tensioni di questo nostro tempo e affrontare i suoi problemi complessi con animo aperto alla speranza che tu infondi nei nostri cuori.

Preparazione, Santa Messa e Processione – ore 18,30-22,00:

Publiée par Agenzia Info Salesiana – Ans sur Vendredi 24 mai 2019

Il saluto finale di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, al termine della processione:

«Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38)

Nell’esortazione apostolica postsinodale che Papa Francesco ha scritto per i giovani e per tutto il popolo di Dio, il Santo Padre parla di Maria e pone in risalto anzitutto il suo “sì” temerario, con cui ella aderisce alla chiamata di Dio. Maria risponde all’angelo Gabriele: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38)

Questo “avvenga per me” non è un’accettazione passiva, rassegnata, come a dire: “Vediamo che cosa succede”, ma un’affermazione lucida e decisa, determinata. Maria ha saputo osare e fidarsi fino in fondo di Dio e della sua chiamata, ha scommesso su questa chiamata e se ne è resa responsabile.Ha rischiato la sua giovane vita, che aveva già deciso un suo progetto con Giuseppe, e l’ha cambiato radicalmente. Ella ci insegna a fidarci di Dio e ad accogliere il suo progetto su di noi senza troppe titubanze e paure del domani. Maria non ha avuto una strada facile, ha dovuto affrontare momenti dolorosi e difficili fin dall’inizio:il rifiuto di essere accolta a Betlemme, la fuga in Egitto, le parole di Simeone: «Una spada ti trafiggerà l’anima» (cfr. 2,35), cioè la croce di suo Figlio.

Ma Maria non ha mai ritirato il suo “sì” iniziale.Il suo desiderio di accettare e tentare l’impresa che le veniva richiesta è stato più forte delle incertezze, dei dubbi e delle difficoltà.Ella è la grande custode della speranza, da lei impariamo ad essere tenaci nel perseguire il cammino e tendere alla meta che Dio ci indica. Per questo Maria ci insegna a non perderci d’animo e a resistere ai dubbi e alle debolezze che pure ci portiamo nel cuore.

Questa speranza che va oltre ogni compromesso, Maria la esercita non solo verso Dio, ma anche verso il suo prossimo: non ha timore di affrontare un viaggio difficile e faticoso per andare dalla cugina Elisabetta, per farsi serva e aiutarla in un momento faticoso per lei, che attendeva un figlio in tarda età; porta alla cugina la gioia e la presenza di Gesù, che santifica Giovanni Battista, figlio nel seno della madre; loda e ringrazia con l’inno del Magnificat la potenza di Dio, che si è manifestata nella sua povera vita di fanciulla adolescente. Maria non si spaventa difronte alla persecuzione di Erode; si fa carico della gioia di due giovani sposi, che rischiano di essere derisi durante il loro matrimonio, perché non hanno predisposto il vino sufficiente per gli invitati ed ella, attenta e vigile, li aiuta sfidando persino la volontà di Gesù, che era restio a compiere il miracolo, perché non era ancora giunta la sua ora; accetta di farsi madre dei suoi discepoli sotto la croce e di stare con loro per invocare nel Cenacolo la venuta dello Spirito Santo promesso.

Questa ragazza, afferma Papa Francesco, è la madre che veglia sui suoi figli,i quali camminano nella vita stanchi e scoraggiati, bisognosi di speranza e di forza.Sì, in lei e con lei la luce della fede e della speranza non si spegne nei nostri cuori e possiamo affrontare con serenità ogni avversità. La nostra Madre guarda le nostre famiglie e comunità, che lei ama e che la cercano facendo silenzio nel proprio cuore, nonostante il chiasso e il rumore assordante che ci circonda ogni giorno.Con lei nel cuore, la speranza di vincere ogni difficoltà si fa strada dentro di noi e ci dona la serena fiducia nel suo amore e nella sua tenerezza di madre misericordiosa.

A Te, Madonna Ausiliatrice, affido la diocesi e tutti gli abitanti della nostra terra.Aiutaci a ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e la morale dell’amore,per superare le contrapposizioni e le tensioni di questo nostro tempo e affrontare i suoi problemi complessi con animo aperto alla speranza, che è sempre possibile con la tua intercessione, per ricercare insieme le soluzioni più concrete e appropriate,che aprano le vie di una convivenza socialepacifica e solidale.

Amen.

Breve informazione e messaggio del Rettor Maggiore alla Famiglia Salesiana nel mondo: “Quando è possibile solo la fede, il silenzio e la preghiera …”

Si riporta il breve messaggio del Rettor Maggiore in merito all’uccisione, in Africa, del confratello missionario P. Fernando Hernandez appartenente all’Ispettoria dell’Africa Francofona Occidentale (AFO).

Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Salesiana nel mondo,

vi scrivo per condividere una triste notizia e per invitarvi nuovamente a porre la vostra vita e la vostra missione nelle mani dell’Unico nel quale risiede il significato pieno di ogni avvenimento: il Dio dell’Amore e suo Figlio Gesù Cristo, il Signore risorto.

Stavo giungendo a Brazzaville (Repubblica del Congo) per la visita questa nuova Visitatoria quando l’Ispettore dell’Ispettoria dell’Africa Francofona Occidentale (AFO) mi ha comunicato che, pochi minuti prima, il confratello missionario P. Fernando Hernández è stato crudelmente assassinato e che il P. Germain Plakoo-Mlapa è stato gravemente ferito e si trova ora all’ospedale. Il P. Germain Plakoo-Mlapa era al fianco di P. César Antonio Fernández, che è stato assassinato proprio tre mesi fa come ieri.

Il motivo di questa tragedia è legato alla vendetta. Sembra infatti che il vecchio cuoco della comunità, che è stato licenziato circa un anno fa, sia entrato durante l’ora di pranzo nel refettorio dei confratelli e con un machete abbia consumato la propria vendetta.

In tre mesi due confratelli missionari hanno perso la vita in questa Ispettoria. Preghiamo intensamente per la guarigione del P. Germain e anche per le ferite che rimarranno impresse nella sua anima, poiché deve essere terribile sopportare tutto ciò che ha vissuto in questo tempo.

Cari fratelli e sorelle della nostra cara Famiglia Salesiana, condivido con tutti voi il dolore che i confratelli condividono con le famiglie e per chiedervi il ricordo nella preghiera in quest’ora così drammatica.

Stiamo vivendo il tempo di Pasqua e in questo momento io posso solo aggrapparmi e ancorarmi nella fede al Signore, tacere e pregare affinché Lui trasformi in vita e bene per il popolo africano e per tutti i popoli il sangue di questi martiri versato crudelmente e innocentemente.

I nostri due confratelli, il P. César Antonio e il P. Fernando, hanno vissuto amando profondamente il popolo africano, i giovani africani e le loro famiglie, cercando sempre il loro bene nel nome del Signore.

La nostra preghiera di oggi sia di intercessione per loro, di intensa preghiera per il P. Germain e di richiesta di perdono per i loro assassini, come ha fatto il Signore.

La nostra Madre Ausiliatrice ci prende per mano e ci conduce davanti a Dio Padre. Lei ci accompagna e si prende cura di tutti noi, figli e figlie, su questa terra.

Con queste parole intendo esprimere le nostre condoglianze e la nostra vicinanza a P. José Elegbede e ai confratelli dell’Ispettoria di AFO, molto provata da questi tragici avvenimenti.

Don Bosco dal cielo non ci abbandona, cari confratelli.

Con vero affetto nel Signore e in Don Bosco,

D. Ángel Fernández Artime, sdb

Rettor Maggiore