Articoli

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

***

«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Santo Rosario in diretta dalla Basilica Maria Ausiliatrice – Venerdì 24 aprile 2020

Per venerdì 24 aprile 2020, la Comunità Maria Ausiliatrice di Valdocco propone alle ore 17.00 il Santo Rosario in diretta dalla Basilica. Il Rosario si potrà seguire su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre), sulla pagina Facebook della Basilica Il cortile di Valdocco e dalla pagina Facebook dell’Ispettoria ICP.

Ad un mese dalla festa di Maria Ausiliatrice, la basilica a lei dedicata da Don Bosco in Torino inaugura un tempo di più intensa preghiera con la recita del santo rosario il prossimo 24 aprile alle ore 17.00. Sarà l’occasione per unire spiritualmente tutti coloro che guardano a questo santuario con particolare affetto e devozione, dalla Città di Torino e dal mondo, esprimere l’unità della Famiglia Salesiana attorno al Successore di Don Bosco e per impetrare dall’Ausiliatrice la fine di questa pandemia e il conforto di tutti quelli che sono nella sofferenza e nel lutto.

(Don Guido Errico – Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco)

INNO AUSILIATRICE

https://vimeo.com/409193417

Venerdì Santo 2020: l’omelia di don Guido Errico

Si riporta di seguito l’omelia del Venerdì Santo 2020 a cura di don Guido Errico, Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco.

Caro Ponzio Pilato,

mi rivolgo a te in questa solenne liturgia del venerdì santo. Ho scelto di scriverti anche per restare nei tempi destinati a questa diretta. Mi fido dell’evangelista Giovanni che continua a dire: Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». A te è sembrato di dare compimento al tuo ruolo giudiziale; hai dovuto affrontare anche la contestazione dei sacerdoti che avrebbero preferito un altro testo. Ma tu non hai ceduto, dovevi fare in fretta e hai riferito di questo condannato ciò che altri avevano detto di lui. Eppure lo avevi incontrato e dialogato con lui. Forse, hai avuto anche per pochi istanti la possibilità di incrociare il suo sguardo. Il tuo ruolo, le circostanze, le opportunità politiche ti hanno trattenuto e sei stato capace solo di descrivere. Anche nel pretorio c’erano alcuni che, con affetto e compassione, avrebbero potuto descrivere ciò che tu vedevi ma sono andati oltre e hanno interpretato, abbracciando la vera identità di quel condannato del quale sei stato capace di dire “Ecce homo”. Ecco il binomio che oggi ci viene consegnato: descrivere e interpretare. Descrivere la pandemia, i decessi, le innumerevoli fatiche e sofferenze di questi giorni, l’incertezza per il futuro, il martirio silenzioso di tanti, le bestemmie di altri, la carità cresciuta a dismisura. Interpretare questo tempo o almeno cercare di rispondere alle domande di tutti. Perché? Dove è Dio? Che senso ha il dolore innocente? Cosa dice questo tempo alla Chiesa? Quali priorità devono essere alla base dei rapporti di fraternità tra tutti gli uomini?

Le testimonianze dei reclusi che ascolteremo nella via crucis del Papa di questa sera ci ricorderanno che anche nelle zone più buie della nostra vita è possibile accogliere una luce nuova, di pace, di speranza e di lode.

Questa luce, caro Ponzio Pilato, non possiamo darcela da soli ma possiamo cercarla ed invocarla da Colui dinanzi al quale ti sei lavato le mani e alla cui custodia del sepolcro hai inviato invano alcuni soldati. Domani, se ti sarà possibile, cerca di unirti a noi nella preghiera che vivremo dinanzi alla Sindone, testimonianza del martirio a cui si è consegnato il Figlio di Dio.

Ai carissimi amici che siete collegati con noi per questa celebrazione, a tutta la famiglia salesiana del mondo, in comunione con il Rettor Maggiore, a tutti coloro che guardano a questa basilica di Maria Ausiliatrice di Torino con particolare affetto e devozione, a tutti i giovani del mondo rivolgo l’invito ad aprire bene gli occhi per interpretare correttamente, secondo il pensiero di Dio. A rendere la nostra casa una vera casa madre, come questo santuario nel quale stiamo celebrando perché dove si accoglie Dio si genera nuova vita, come anche sta avvenendo nei tanti luoghi di cura dove è presente una parola di conforto accanto agli ammalati e ai moribondi. Pilato ha scelto di rendere la sua casa una casa-tomba dichiarando, ancora una volta, dinanzi alla sua incredulità “Quel che ho scritto, ho scritto”.
Carissimi, c’è una parola di speranza anche per noi tutti se invocheremo il nome di Gesù sulla nostra poca fede e sul timore di questi giorni.

Caro Ponzio Pilato, se ti è possibile, passa da qui. Alcuni di quelli che sono morti per il nome di Gesù, nel tempo del tuo governo, ora fanno corona a Colei che è invocata Madre della Chiesa e Aiuto dei cristiani.

Radio Franceinfo: intervista al Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice

Il 27 febbraio scorso, la radio francese Franceinfo ha trasmesso un’intervista al Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, don Guido Errico, in merito alle disposizioni messe in atto nelle chiese in questi giorni a causa del virus Covid-19.

Si riporta di seguito l’articolo in lingua originale pubblicato dal sito della rete radiofonica, a cura di Matthieu Mondoloni. Sul sito ufficiale è possibile ascoltare l’intera intervista.

Covid-19 : “Tout le monde a peur, et nous on perd beaucoup”, racontent les habitants de Turin mis sous cloche

– Des bénitiers vides dans les églises –

Entre les mains de dieu, peut-être, mais peu d’habitants se rendent dans les églises. Pour cause, il est interdit ce célébrer la messe au moins jusqu’à la fin de la semaine. “Nous avons aussi demandé aux fidèles de prendre quelques précautions pour éviter les risques de contagion”, explique le père Guido Errico.

Il n’y a plus d’eau dans les bénitiers pour les signes de croix et, au moment de l’eucharistie, on ne donne plus le pain directement dans la bouche, mais dans les mains.

don Guido Errico à franceinfo

La veglia di preghiera aspettando don Bosco

Nella serata di ieri, mercoledì 29 gennaio 2020, si è svolta la veglia di preghiera “itinerante” a Valdocco, in preparazione alla festa ormai prossima di San Giovanni Bosco.

Don Guido Enrico, Rettore della Basilica,  ha invitato i partecipanti a compiere un cammino verso tre luoghi significativi di Valdocco: il cortile principale dove si trova la statua di Don Bosco, la Cappella di San Francesco di Sales e la Basilica di Maria Ausiliatrice:

“Perché vogliamo ricordare Don Bosco nella storia e ricordarlo oggi”.

L’incontro ha così avuto inizio alle ore 21.00 presso il cortile di Valdocco per poi proseguire nella chiesa di San Francesco di Sales ed infine davanti all’urna del Santo, nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

“Don Bosco ha fatto di questo luogo uno spazio di dialogo e di incontro con i giovani”.

Il tutto è stato animato da alcuni passi della Parola, dai canti, dalle preghiere e dalla meditazione, con una partecipazione attiva da parte dei presenti. Per l’occasione, alcuni momenti di riflessione sono stati guidati dallo spettacolo di Sand Art, a cura di Compagnie Sabbie Luminose, attraverso la rappresentazione con la sabbia di alcuni episodi ripresi dalla vita di don Bosco.

L’incontro si è poi concluso in Basilica con la tradizionale “Buona Notte” salesiana da parte del Rettore Maggiore, don Ángel Fernández Artime:

“Dire Don Bosco è dire Maria Ausiliatrice. Il Santo dei giovani aveva la profonda convinzione che era Lei che faceva tutto. Ma non possiamo pensare a Don Bosco senza la presenza di sua madre, Mamma Margherita. Don Bosco non è nato ricco. Don Bosco è nato in una famiglia, con la fragilità di un bambino e la sua vita è stata segnata dai sacrifici e dalla presenza di Dio e di Mamma Margherita. Oggi è il momento di ringraziare per la sua vita. Senza Don Bosco non saremmo oggi qui come Famiglia Salesiana”.

(ANS)

Rivivi l’evento

Veglia di Preghiera per la Festa di San Giovanni Bosco – 29 Gennaio 2020

Mercoledì 29 gennaio 2020, alle ore 21.00 presso Valdocco, si terrà la veglia di preghiera in preparazione alla festa dedicata a San Giovanni Bosco, dal cortile all’urna del Santo.

Per l’occasione vi sarà lo spettacolo di Sand Art a cura di Compagnie Sabbie Luminose con la presentazione di Don Bosco.

Ritrovo presso l’Anfiteatro di Valdocco alle ore 21.00.

Continua la proposta della Basilica di Maria Ausiliatrice per la prossima festa di San Giovanni Bosco, il 31 gennaio 2020. Nella sera del 29 gennaio avremo la possibilità di vivere un momento di preghiera itinerante dal cortile di Valdocco all’urna di Don Bosco nella Basilica di Maria Ausiliatrice, per ripercorre le tappe più significate della vita e dell’esperienza spirituale del “Santo dei Giovani”.

Don Guido Errico – Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice

Exodus nella Basilica di Maria Ausiliatrice con il Concerto per organo e tuba

Una serata all’insegna della “meditazione musicale” quella di venerdì scorso, 6 dicembre, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice dov’è esposta la mostra Exodus di Missioni Don Bosco.

Per la mostra infatti si è tenuto un concerto per organo e tuba con l’esibizione del maestro Maurizio Palazzo, organista titolare della Basilica, il trombettista Roberto Ferioli e il solista di tuba Gianmario Strappati, ambasciatore di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo.

L’iniziativa ha voluto così accompagnare con la musica la meditazione sul dramma della tratta di esseri umani che la mostra Exodus sta suscitando nei visitatori con i teleri di Safet Zec.

Exodus a Maria Ausiliatrice: Concerto per organo e tuba – Venerdì 6 dicembre 2019

Per la mostra Exodus di Missioni Don Bosco, esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, è in programma un concerto per organo e tuba per venerdì 6 dicembre alle ore 21.00. Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

Per la mostra Exodus di Missioni Don Bosco a Maria Ausiliatrice

Meditazione musicale con il M.o Maurizio Palazzo
all’organo e il solista Gianmario Strappati alla tuba

Il 6 dicembre alle ore 21 nella Basilica con ingresso libero

Un programma di musica classica sarà eseguito venerdì 6 dicembre alle ore 21 nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino (v. Maria Ausiliatrice, n. 34.).

L’iniziativa intende accompagnare con la musica la meditazione sul dramma della tratta di esseri umani che la mostra Exodus sta suscitando nei visitatori con i teleri di Safet Zec.

https://news.missionidonbosco.org/exodus-di-safet-zec

Si esibiranno il maestro Maurizio Palazzo, organista titolare della Basilica, il trombettista Roberto Ferioli e il solista di tuba Gianmario Strappati, ambasciatore di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo.

Nel corso del concerto, che si aprirà con un saluto del presidente di Missioni Don Bosco Giampietro Pettenon, proporranno alcune riflessioni il teologo don Cristian Besso e il rettore della Basilica don Guido Errico.

Inaugurata il 24 ottobre scorso con una meditazione del monaco Enzo Bianchi di Bose, la mostra sta raccogliendo anche a Torino (dopo Venezia e Roma) grandi apprezzamenti. Nel contesto riflessivo della Basilica mariana, la forza della mano artistica di Safet Zec suggerisce di andare oltre le impressioni emotive (spesso motivo di polemica sulla questione della migrazione di massa) per capire la condizione interiore di chi affronta – a piedi o in barca – l’esodo da guerre e dalla negazione dei diritti umani.

La mostra Exodus, un tributo dell’arte visiva alla dignità degli uomini e delle donne alla ricerca della “terra promessa”, si unirà alla meditazione musicale per portare all’attenzione di un pubblico più vasto la campagna STOP TRATTA nella quale Missioni Don Bosco è impegnato da settembre 2015 insieme con il VIS – Volontariato internazionale per lo Sviluppo.

MAURIZIO PALAZZO

Salesiano sacerdote, maestro di cappella ed organista titolare della Basilica di M. Ausiliatrice, presso la Casa Madre salesiana di Valdocco (Torino).

Prima di entrare nella Congregazione ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Torino, svolgendo attività di docente e partecipando a concordi pianistici (terzo classificato al concorso pianistico internazionale di Casale Monferrato nel 1990). Parallelamente all’attività di docenza ha conseguito i diplomi in composizione, musica corale, prepolifonia, e la laurea in lettere moderne con una tesi musicale sperimentale sul compositore O. Messiaen.

Da salesiano, contemporaneamente all’attività pastorale con i giovani, ha composto il musical su di Bosco in occasione del bicentenario della nascita del santo (1815-2015), interamente dal vivo per orchestra, coro e solisti. Vicedirettore di Armonia di Voci, ha pubblicato canti liturgici, articoli musicologici sulla musica sacra, e pubblicazioni musicali per la Elledici. Collabora con l’ufficio CEI per la revisione liturgico-musicale del Nuovo Messale.

Ha ultimamente conseguito il biennio di pratica organistica superiore presso il Conservatorio di Aosta (sotto la guida del M.o Bougeat), studiando anche con i maestri Caporali, Cagnani, Molardi, ed iniziando a svolgere attività concertistica in Italia e all’estero. Uscirà in dicembre un suo Cd di canti mariani per voci femminili e orchestra da camera.

GIANMARIO STRAPPATI

Il giovane tubista tiene concerti in veste di solista, in formazioni cameristiche e orchestrali. Ha registrato per la Rai, Radio Vaticana, Sky Classica, inciso per la casa discografica Concerto-Music Media e pubblicato per le case editrici Accademia e Micropress.

Si è esibito in Romania, Albania, Germania, Moldavia, Slovacchia, Bulgaria, Finlandia, Ungheria, Italia, Montenegro ed in Russia al prestigioso Festival “P.I. Tchaikovsky” accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di Bacau, dall’Orchestra Sinfonica Nazionale Bulgara, dall’Orchestra Sinfonica Tchaikovsky (Russia, Udmurtia), dalla State Philarmonic Orchestra di Vidin in Bulgaria, dall’orchestra da camera nazionale della Moldavia e dall’orchestra sinfonica del Kazakistan.

È stato il primo tubista a vincere il prestigioso Premio Nino Rota, precedentemente assegnato ad artisti come K. Ricciarelli e J. Horowitz. Ancona, la sua città, lo ha insignito della cittadinanza benemerita.

Strappati è “Ambasciatore di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo”.

ROBERTO FERIOLI

E’ nato a Cento, nella parentela paterna e materna si annoverano cantanti lirici e musicisti.
Nel 1996, a sei anni, ha incominciato a seguire, come uditore, le lezioni del Prof. Prospero Grisendi, Insegnante di tromba presso il Conservatorio di Ferrara. Dopo il pensionamento del Maestro ne è rimasto fedele allievo. Ha tenuto il suo primo concerto a otto anni.

A sedici anni si è diplomato presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna. E’ inoltre laureato in Ingegneria Chimica e di Processo.
Insegna tromba moderna e musica d’insieme per ottoni presso la Scuola di Musica Leonard Bernstein di San Giovanni in Persiceto (BO).
Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento sia per la tromba moderna sia per la tromba barocca con docenti e concertisti internazionali, tra cui Roberto Rossi, Vincent Penzarella, J.F. Madeuf, Igino Conforzi e Mark Bennet.

Collabora con varie orchestre barocche ed ha partecipato all’esecuzione e all’incisione, al Teatro Olimpico di Vicenza, delle cantate BWV 119 e BWV 21 di J.S.Bach dirette dal M° M. Radulescu. Collabora inoltre con diverse orchestre sinfoniche ed anche come Professore aggiunto per l’orchestra del Conservatorio di Bologna.
Ha un ricco repertorio di musica antica e moderna per tromba, cornetta, tromba piccola e barocca che viene eseguito in Italia e all’estero.
Tiene diversi concerti per tromba ed organo in ambiti nazionali e rassegne internazionali, presentando repertori di musica italiana del XVII-XVIII secolo, collaborando con gli organisti Davide Casari e Don Maurizio Palazzo.

La Voce e il Tempo: Mostra “Exodus” a Maria Ausiliatrice

La Voce e il Tempo dedica un articolo alla mostra “Exodus” esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 17 novembre 2019, a cura di Federica Bello.

«Exodus»: l’arte contro l’odio nel mondo

MARIA AUSILIATRICE – UNA MOSTRA DI TREDICI GRANDI TELERI PER DENUNCIARE IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DEGLI EFFETTI DEI CONFLITTI SULLA VITA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI

«La foto del piccolo Alan sulla spiaggia di Bodrum che ha fatto il giro del mondo e ha emozionato e mobilitato l’opinione pubblica è stata eseguita nel settembre 2015. L’immagine di Alan, da me rielaborata, è entrata a far parte anche del mio immaginario ed è presente in mostra. Vorrei che anche la mia pittura contribuisse a consolidare e far crescere tale necessaria mobilitazione morale, che sola può lacera- re un’insopportabile cappa d’indifferenza».

Così Safet Zec, pittore e incisore nato in Bosnia nel 1943 e costretto a fuggire dalla Jugoslavia nel 1992 a causa del conflitto, descrive il senso della sua opera «Child Triptyc» (tempera su carta e tela di 3 metri per 6 circa) che fa parte del ciclo «Exodus» che fino al 20 dicembre si può ammirare nell’allestimento realizzato all’interno della basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Una mostra di tredici grandi teleri realizzati dall’artista per denunciare il dramma delle migrazioni e degli effetti dei conflitti sulla vita di uomini donne e bambini, voluta dai salesiani di Valdocco e da Amici di Don Bosco per richiamare l’attenzione sulla situazione di tanti giovani e ragazzi come Alan, vittime dell’odio e della tratta.

«Sradicamento, abbandono, dolore, perdita identitaria, ma anche accoglienza e speranza in un futuro migliore sono solo alcune delle sensazioni», spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco, «trasmesse dalle opere di Safet Zec che trovano infatti la loro ideale collocazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove don Bosco a metà ‘800 accoglieva i ragazzi più vulnerabili ed emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia».

«Nella Basilica di Maria Ausiliatrice», evidenzia il rettore don Guido Errico, «c’è un continuo passaggio di giovani, di famiglie, di persone, sostando qui e vedendo le opere esposte avranno un’ulteriore occasione per riflettere e pregare per le tante vittime dei conflitti, delle migrazioni e per trovare stimoli e forza per azioni concrete di aiuto, sensibilizzazione».

Tra le opere, significativo l’accostamento di «Man with children» accanto alla cappella che accoglie il Santo:

«L’uomo che tiene sul petto due bambini», commenta Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, che ha inaugurato la mostra, «rivela un atteggiamento pittorico di Zec: dal colore terreo del fondo emerge la figura dell’uomo e il pittore gioca su un ripensamento. Ci fa vedere i forti tratti come un disegno preparatorio in cui l’uomo non è nell’atto di alzarsi, ma ha tutte e due le ginocchia a terra. Zec non vuole raccontare il dolore, ma la capacità di quest’uomo di sollevarsi, di riprendere il cammino del suo esodo. Il predominio non è del dolore che viene relegato a pochi incisivi tratti, ma alla ripartenza carica di colore».

La mostra è approdata a Torino dopo Venezia e Roma ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristiche. L’ingresso è libero.

Federica BELLO

Domenico Savio, tra la Basilica di Torino Maria Ausiliatrice e la Basilica di Lecce

Si presenta il video saluto di Don Guido Errico, direttore dei salesiani di Valdocco, in vista della imminente festa di San Domenico Savio. Festa che, oltre alla forte devozione popolare, celebra un gemellaggio capace di legare la Basilica torinese di Maria Ausiliatrice, dove si trova la tomba del santo, con la città di Lecce dove ha sede la Basilia di San Domenico Savio

I saluti dalla Basilica Domenico Savio di Lecce