Dopo la prima del 15 settembre, il docufilm “Quando don Bosco venne a Vercelli” di Flavio Ardissone verrà proiettato venerdì 22 settembre alle ore 20.45 presso l’Istituto Sacro Cuore di Vercelli (Corso Italia 106, Vercelli).
A seguire, un concerto di musiche salesiane con l’ensamble del coro “SanBernardo” di Novara: dirige Maria Dina Bertotti, all’organo Luca Canneto.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2023/09/1920x1080-31.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2023-09-21 14:16:162023-09-21 14:16:16Vercelli: proiezione docufilm “Quando don Bosco venne a Vercelli” e concerto di musiche salesiane
In arrivo la prima del docufilm su don Bosco di FlavioArdissone, di seguito la notizia apparsa su PrimaVercelli.
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Certamente Flavio Ardissone conosce bene il linguaggio cinematografico, avendo gestito per decenni il “Cine Belvedere” e per la sua professione di impresario nel mondo dello spettacolo, ma probabilmente neanche lui, qualche anno fa, si sarebbe aspettato di passare dall’altra parte dello schermo, sia come attore che come regista di un film, il documentario “Quando don Bosco venne a Vercelli” che verrà presentato venerdì 15 settembre.
Ardissone già da qualche anno ha familiarità con i video, da quando, in veste di docente del CNOS-FAP, aveva utilizzato lo strumento multimediale per coinvolgere i ragazzi sia nella promozione della scuola che in mini-documentari sul rione Belvedere e altri temi legati ai luoghi e alle tradizioni vercellesi.
Il progetto
Da dove nasce questo progetto?
«Era un’idea che seguivo da tempo, poi, in seguito al mio malore, durante il ricovero al Trompone, ho deciso che l’avrei fatto, perché sentivo di avere una sorta di impegno morale con don Bosco, che sono certo da lassù mi ha dato una mano a guarire. Così, appena ho potuto, ho messo insieme la macchina con tanti amici che si sono dati disponibili. Il prodotto finito dura 25 minuti e narra di due visite di San Giovanni Bosco a Vercelli, la prima fu il 15 settembre del 1861, quando fu chiamato dall’arcivescovo D’Angennes per riconsacrare la basilica di Santa Maria Maggiore e predicare e per questo abbiamo scelto la stessa data 162 anni dopo. L’altra volta nel 1867 ed è legata a un suo miracolo, la guarigione di una nobildonna vercellese. E’ impostato come un docufilm, ma ci sono anche delle scene recitate. Il filmato valorizza oltre alla chiesa di Santa Maria Maggiore, anche la sacrestia di San Paolo, il Museo Leone, la chiesa di Santa Caterina e l’annesso ex monastero».
La scheda
Ecco quanto ha scritto sui contenuti del film Maddalena Remus.
«Ci sono molti motivi per i quali vale la pena di focalizzare l’attenzione su quest’opera. Innanzitutto l’abilità di inserire efficacemente, in poco più di 20 minuti, la ricerca storica approfondita – che riguarda don Bosco – in una cornice narrativa che ha un sapore di realismo magico. Secondariamente la capacità di valorizzare alcuni episodi della storia della nostra città che pochi conoscono, episodi della vita quotidiana di Vercelli a metà Ottocento.
Ma la caratteristica che, a mio giudizio, può fornire la corretta chiave di lettura del docufilm è quella di costituire una sorta di “Sacra Rappresentazione 2.0”. Si respira – e si è respirata durante la lavorazione – aria di partecipazione corale. Flavio Ardissone ha saputo trasmettere l’entusiasmo per il suo progetto a moltissima gente e così, come nelle ‘Sacre Rappresentazioni’ medievali erano le persone del popolo ad interpretare i diversi ruoli, anche nel docufilm ciascuno dei partecipanti ha messo a disposizione le proprie capacità, alcuni con competenze professionali di rilievo, altri si sono messi in gioco con il proprio entusiasmo.
Come nelle “Sacre Rappresentazioni”, alcuni luoghi della nostra città sono divenuti ‘luoghi deputati’, quindi alcune incongruenze nell’ambientazione devono essere lette in questa prospettiva. Infine, come nella ‘Sacre Rappresentazioni’ il collante fondamentale era la fede semplice e genuina, anche nel docufilm il ‘filo rosso’ che ha legato tutti è stata la figura di Giovanni Bosco, il grande santo piemontese la cui personalità carismatica, anche oggi, non può lasciare indifferenti».
Il Cast
Il film è stato ideato e diretto da Flavio Ardissone, che recita anche nei panni di don Eusebio Cavagna.
Interpreti GiulioDogliotti, che impersona don Bosco, con una resa fisionomica davvero impressionante, GianlucaPisa (nel ruolo di Gianluca), MargheritaRemus (mamma Margherita e voce narrante), ElisaDellaPozza che è la marchesa miracolata, MatteoCamagna (il marchese), MatteoToffanin (il giovane Matteo), donSalvatoreGiangreco ha impersonato don Michele Rua, RobertoSbaratto (voce fuori campo di don Bosco), RobertoFoglia e MatteoCamagna sono i musici.
Le riprese ed il montaggio sono state a cura di PaoloIgnetti e lo staff di VercelliWebTv.
Hanno contribuito per le ricerche storiche GianniMentigazzi, mons. Denis Silano e mons. Gianfranco Brusa. Colonna sonora dei titoli di coda a cura di don Maurizio Palazzo che è nientemeno che il maestro di Cappella della basilica torinese di Maria Ausiliatrice, esegue Maria Dina Bertotti, che è la direttrice del coro San Bermardo di Novara.
Sponsor e collaborazioni
Il MuseoLeone, il settimanale “LaSesia”, FondazioneCrv che ha messo a disposizione la propria sala di via Monte di Pietà per la presentazione, Gruppo Nuova Sa.Car, Gruppo Marazzato, “Ideariso”, GiacolettiSaldatura, pizzeria La Piedigrotta, GalloEdizioni.
Patrocini di: Provincia di Vercelli, Comune di Vercelli, l’aiuto dei salesiani del Don Bosco di Vercelli e delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Istituto Sacro Cuore.
Proiezioni
Dopo l’esordio di venerdì 15 settembre il docufilm verrà riproposto venerdì 22 settembre alle ore 20.45 all’Istituto Sacro Cuore di Corso Italia e sabato 30 settembre alle ore 11.00, alla struttura del Trompone a Moncrivello, ma sono in previsione anche successiveproiezioni.
Ingresso a offerta libera con il ricavato che verrà devoluto in opere di beneficenza, non poteva essere altrimenti conoscendo Flavio.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2023/09/1920x1080-21.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2023-09-15 10:26:572023-09-15 10:26:57Don Bosco a Vercelli: venerdì la prima del docufilm di Flavio Ardissone – Prima Vercelli
Nella mattina di domenica 9 maggio si è tenuto il convegno annuale degli Ex Allievi Salesiani di Vercelli.
Il Presidente Paolo Pedraccini e Flavio Ardissone hanno dato appuntamento alle 10.30 nella Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore al Belvedere per la S.Messa. A seguito si è svolto il convegno per fare il punto della situazione. L’evento non è stato “senza popolo”, ma “senza pranzo finale” per i noti motivi – Covid19. I crediti anche se non formativi sono stati propizi.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/05/Progetto-senza-titolo-10.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-05-12 14:15:592021-05-12 14:37:19Convegno annuale – Ex Allievi Salesiani di Vercelli
Ecco un che video sintetizza il cammino verso la festa di don Bosco compiuto dai ragazzi e dai giovani di Vercelli.
Di seguito l’articolo riportato sul sito di VercelliOggi.it del 31/01/2021 e l’articolo di InfoVercelli24 del 01/02/2021 in merito ai festeggiamenti presso il Centro di Formazione Professionale dell’Opera.
IL SANTO CHE CERCAVA UN CORTILE
Due giorni tutti per San Giovanni Bosco al Belvedere – Ospiti d’onore l’Arcivescovo Marco Arnolfo e Don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano – Il filmato di un’ora, con le omelie ed i canti – LA GALLERY
due canti che sono il simbolo del carisma salesiano. Il primo è moderno: “Siete tutti ladri, ragazzi miei, non ho più il mio cuore, ce l’avete voi” che è la cifra di una vocazione e di una missione. Conclude il documentario il celeberrimo “Don Bosco Ritorna”.
Il video di quasi un’ora che documenta i due giorni di fede, spiritualità e – soprattutto – allegria veramente salesiana vissuti a Vercelli il 30 e 31 gennaio, si inizia e conclude con due canti che sono il simbolo del carisma salesiano.
Il primo è moderno: “Siete tutti ladri, ragazzi miei, non ho più il mio cuore, ce l’avete voi” che è la cifra di una vocazione e di una missione.
Conclude il documentario il celeberrimo “Don Bosco Ritorna”.
Due celebrazioni, in questi due giorni che – diciamolo subito – sono state animate da cantorie (quella “Senior” e quella dei giovani, veramente brave e preparate).
La musica ed il canto, del resto, hanno tanto posto nel magistero della Congregazione, come in quello illustrato dalle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
Parlare dei salesiani e del loro Santo fondatore, San Giovanni Bosco, non è difficile, soprattutto per gente piemontese.
Lo fanno in modo veramente magistrale, nelle due omelie che riuniamo nella prima parte del video, Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli e Don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano.
Integrali, nel video, entrambi gli interventi.
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L’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica di sabato 30 gennaio alla Parrocchia del Sacro Cuore, al Belvedere.
Il Presule non ha mancato di ricordare quell’episodio che ebbe per protagonista il Santo. Aiutò un suo ragazzo di 16 anni a trovare lavoro in un’officina della Torino paleo industriale.
Ma non lo lasciò con quel padrone, appunto, “ottocentesco”, senza prima avere ottenuto per lui condizioni umane di lavoro.
Il lavoro, prima occasione di riscatto, integrazione, realizzazione ed integrazione della persona umana.
Se, a sua volta, umano.
La lettura del Vangelo di San Marco (1,21-28) del resto, era proprio lì, a ricordarci cosa significhi davvero essere autenticamente “autorevole”.
Dal latino “augere”, accrescere; per traslazione: aiutare a crescere.
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Poi, l’ospite d’onore di questa mattina, domenica, memoria liturgica di San Giovanni Bosco, Don Bruno Ferrero, scrittore di fama internazionale e Direttore del Bollettino Salesiano, il mensile diffuso in 134 Paesi nel Mondo, l’Organo ufficiale della Congregazione.
Mirabile omelia, che mette a contatto i fedeli appartenenti alle tre Parrocchie rette da Don Augusto Scavarda e dalla Comunità salesiana di Vercelli (Belvedere, Isola, Caresanablot), la Comunità Vercelli Nord, o – per curiale precisione, zona pastorale 18 – con quattro verità fondamentali.
La prima.
Il punto preciso dove sia nato Giovanni Bosco non è storicamente noto.
Ma è un fatto storicamente acquisito che, nella Torino del contrasto drammaticamente stridente tra ricchezza e povertà, abbia cercato un posto dove riunire, ospitare, educare, dare un futuro ai ragazzi più poveri e soli.
Una strada stretta e difficile, perché la frattura sociale era ampia, non attenuata da una borghesia già rinunciataria che, ancor prima di identificarsi in un segmento sociale, si accontentava di ridursi a stato d’animo.
Nella completa assenza di qualsiasi altro luogo di attenuazione delle differenze, dei contrasti, delle diseguaglianze e, infine, del dolore che tutto ciò portava, Don Bosco cercò “un cortile”, un luogo fisico dove radunare i derelitti, il simbolo di un’accoglienza, si direbbe oggi, “in sicurezza”, al riparo dai predatori, che avevano mille volti.
Accoglienza che poi si sarebbe fatta non solo sussistenza, ma, come abbiamo visto, istruzione, educazione, formazione professionale, avviamento al lavoro.
Lavoro che, come avrebbe molti anni più tardi insegnato Giovanni Paolo II nella sua prima Enciclica “sociale”, la Laborem Exercens, non può abbandonare l’orizzonte di senso della promozione umana: “Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso, il suo soggetto”.
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La seconda verità.
Qual è il “nocciolo” dell’esperienza educativa di Don Bosco?
L’amore.
Il canto “Siete tutti ladri…” ce lo ricorda, ma con parole davvero ispirate – che possiamo sentire integralmente nel video – Don Bruno ci “sminuzza” il concetto in modo accessibile.
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Con il terzo richiamo, si affronta una delle maggiori difficoltà della modernità.
L’amore non è “buonismo”, è fatto di cura, attenzioni, preoccupazione per il bene dell’altro.
Con realismo profondamente radicato nel quotidiano Don Bruno evoca la domanda, cruda, rivolta da una bimbetta di sette anni alla mamma, così occupata dal mondo: “Se ti do tanto fastidio, perché mi hai fatta?”.
Tutta l’esperienza, la vocazione, la storia salesiana, è lì a dire, invece, che i bambini, i ragazzi, i giovani, sono doni di Dio affidati a noi.
Sono la cosa più importante che possa “occuparci”.
Ce ne dobbiamo ricordare quando – con allusività semantica forse involontaria – diciamo di essere “presi”, “occupati”.
Sono occupato.
Ma qual è la potenza nemica che ci occupa, il ladro che ci prende?
Ha un nome antico.
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Infine, quello forse fondamentale, tra questi quattro “link” suggeriti da Don Ferrero.
Il coraggio.
Il coraggio di andare avanti.
Di sé e delle proprie opere, Don Bosco diceva che fossero nate “sotto le bastonate”, progredite allo stesso modo e continuassero così, sempre sotto le bastonate.
Non ebbe mai nulla di facile, niente potè iniziare avendo già un “business plan” rassicurante, i conti in ordine.
Diceva che le cose, se fossero state riconosciute utili da Dio, sarebbero andate avanti con i doni della Provvidenza.
E se non fossero state ritenute utili, sarebbe stato ancor meno utile che fossero rimaste.
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Così, toltosi il peso, l’ansia, la paura del futuro, gli fu evidentemente possibile affrontare ogni cosa senza perdere l’allegria, anzi riuscendo ad infondere ottimismo – per tanti diseredati, forse la prima occasione di conoscere un po’ di spensieratezza – tanto che San Domenico Savio potè insegnare che “qui da noi, la santità consiste nello stare molto allegri”.
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Ma… c’è un “ma”.
Sempre, quando contempliamo la stupefacente realtà salesiana, questo pensiero ritorna a farsi vivo.
Sono 134 i Paesi del Mondo in cui ci sono preti salesiani, suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
Più di 14 mila preti e 11 mila suore.
Un numero enorme di istituti di formazione professionale e sterminato di allievi.
Ebbene, quando guardiamo a tutto questo, non dobbiamo mai dimenticare che nulla di tutto questo ci sarebbe, senza cose che possono apparirci in tutta la loro minorità.
Ce ne rendiamo conto meglio se ci rechiamo al Colle Don Bosco, dove più netto è il contrasto tra la casetta da dove partirono, il Santo e la mamma, alla volta di Torino e la maestosa basilica edificata molti anni più tardi.
Ebbene, quelle cose minime, da cui nacque tutto, furono un bambino di nove anni ed un avverbio.
Un bambino ed un avverbio breve che sta tutto in due lettere.
Un bambino e un sì.
E’ onnipotente, ma senza il sì di un bambino, Dio non avrebbe potuto fare nulla di tutto quello che si è visto in questi 150 anni e più.
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Due piccole cose senza le quali Dio non avrebbe potuto fare nulla di tutto quello che vediamo.
Senza le quali decine di migliaia di ragazzi sarebbero rimasti abbandonati in un mondo ingrato.
Se in quel piccolo cuore non fosse zampillato un sì, non si sarebbe liberato l’oceano di amore e di azione che irrorato il mondo, che l’ha – almeno un po’ – reso migliore.
E’ vero, la chiamata a realizzare la volontà di Dio si può manifestare in tanti modi: la risposta, però, è una sola.
Le immagini, le toccanti parole di Don Pietro Urbinis e soprattutto Don Bosco
Dopo la trasmissione di venerdì un mio collega di cui non faccio il nome ma cito solo le iniziali, PP, mi ha inviato una bellissima mail che concludeva con questa frase: “Pensa in quante famiglie è entrato ed entrerà il nome di Don Bosco e della Sua Opera di Vercelli. Grazie!”
Aggiungo che tra sabato e domenica con alcuni amici abbiamo contribuito a portare anche la musica del nostro Don Bosco in tanti posti vicini e lontani.
E’ stata proprio una bella festa perché con Don Bosco la vita è sempre festa, è canto,è fremito di gioia…
Ecco dunque le immagini della giornata e, sotto, la bellissima e commovente omelia che don Pietro Urbinis ha tenuto il 31 gennaio 2021 presso l’istituto delle suore FMA di Vercelli.
Flavio Ardissone
Se c’è un inno nella storia della musica che più di ogni altro si può dire adatto a Don Bosco è l’inno alla gioia di Beethoven, perché Don Bosco è realmente il re della gioia. Ancora semplice fanciullo e pastorello ai Becchi creava pomeriggi ricchi di serenità e di gioia per grandi e piccini con i suoi giochi di prestigio, sempre accompagnati da una preghiera e il richiamo all’omelia udita durante la S. Messa.
Quando nell’autunno del 1831 a 16 anni lasciò la sua casa paterna ai Becchi per scendere a Chieri e frequentare le scuole superiori per poi entrare in Seminario, fondò tra i suoi amici, la Società dell’allegria.” Il nome fu indovinato – scrisse nelle sue memorie -, perché ognuno aveva l’impegno di organizzare giochi, tenere conversazioni, leggere libri che contribuissero all’allegria di tutti. Era vietato tutto ciò che produceva malinconia, specialmente la disobbedienza alla legge del Signore”. Il programma della società era condensato in due soli articoli: Nessun discorso, nessuna azione che non siano degni di un cristiano e esattezza nei doveri scolastici e religiosi. Divenuto sacerdote, D. Bosco fu sempre un diffusore di allegria, di gioia e di ottimismo. Famose sono alcune sue espressioni: “Stai allegro, fa’ tutto il bene che puoi e lascia cantare gli uccelli del cielo”. “Cuor contento il ciel l’aiuta”;
“Stai allegro, il demonio ha paura della gente allegra “. “Serviamo il Signore in allegria”. Come Direttore spirituale di tanti giovani, il primo consiglio che dava loro era quello di essere allegri. Ce lo ricorda Domenico Savio:” Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. Per questo i ragazzi stavano bene accanto a Don Bosco. “Mi voleva bene “ricordavano tutti i ragazzi.
D. Bosco non solo esortava a stare allegri, ma era lui stesso a creare occasioni continue di gioia e di allegria per i suoi ragazzi: stupende passeggiate autunnali per le colline del Monferrato con la banda in testa, ricreazioni vivacissime in cortile, di cui lui era il principale animatore ( giocò con i suoi ragazzi finche l’età, la salute e i numerosi impegni non glielo impedirono), il teatro, la musica ( <Un Oratorio senza musica è come un corpo senz’anima>- diceva e -<Non porre impedimenti alla musica>), le feste: tutto era organizzato per creare gioia e allegria e tenere lontano il male e il peccato. Per questa sua disposizione sapientemente coltivata, i ragazzi, appena lo vedevano, gli si affollavano intorno. Lui aveva sempre una battuta pronta per tutti. Ad un ragazzo che aveva il muso lungo D. Bosco sorridendo gli chiedeva: “Al tuo paese la luna piena è grande come a Torino?” E immancabilmente il sorriso tornava sulle labbra del ragazzo Ad un altro che gli aveva posto una domanda ingenua gli rispondeva in piemontese.” T’se propi ‘n fa fiuché (sei proprio uno che fa nevicare!”).. Anzi correva nell’oratorio la voce che quanto più D. Bosco appariva allegro, tanto più grandi erano le preoccupazioni e i fastidi che lo assillavano. L’ottimismo e l’umorismo sono senz’altro segni particolari della sua personalità:
” Coraggio! Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto” – era solito dire a chi vedeva triste, imbronciato o giù di corda. E ai suoi ragazzi:” Correte, giocate saltate, purché non facciate peccati”. Scriveva ai suoi giovani da Roma:” Uno solo è il mio desiderio: vedervi felici nel tempo e nell’eternità:” Al termine della sua vita terrena, queste parole condensano il cuore del suo messaggio ai giovani di ogni epoca e di tutto il mondo. nel tempo e nell’eternità”. Essere felici, come meta sognata da ogni giovane, oggi, domani, nel tempo. Ma non solo. Nell’eternità è quel di più che solo Gesù e la sua proposta di felicità, la santità appunto, sa offrire. E’ la risposta alla sete profonda di “per sempre “che brucia in ogni giovane. E non solo in ogni giovane.
Le radici dell’allegria di Don Bosco, infatti, e il desiderio di essere sempre e dovunque portatore di gioia affondavano saldamente in una Persona, una persona con la P maiuscola, della quale parlano quattro libretti, che unici al mondo portano tutti lo stesso titolo: “La lieta notizia”. E Gesù è questa lieta notizia, questa Persona con la P maiuscola, che è vicino a ciascuno di noi, cammina con noi, soffre e gioisce con noi, fatica con noi ogni giorno in casa, a scuola, sul lavoro, vuol vivere la sua vita con noi, condividendone tutti gli aspetti lieti o tristi, donandoci ad ogni occasione il suo aiuto, il suo incoraggiamento, la sua forza, il suo sorriso. Per questo vale sempre l’esortazione di S. Paolo: “Siate lieti, ve lo ripeto, siate lieti: il Signore è vicino”.
Gesù è la ragione e il fondamento della nostra gioia: egli che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato e della morte, e ad aprirci le vie della salvezza eterna.
Gesù è la nostra gioia: da Lui l’attingiamo per diffonderla attorno a noi e formare un cerchio di gioia.
L’esempio di Don Bosco sempre sereno, ottimista, ricco di speranza e il suo insegnamento ci sono certamente di stimolo e di incoraggiamento in questo brutto momento di pandemia che stiamo attraversando. Anche lui è passato attraverso giorni e periodi di difficoltà, di dolore, di sofferenza, di perdita e di distacco da persone care. Eppure non ha mai perso la speranza, perché era fermamente convinto nella presenza, nella vicinanza e nell’aiuto consolatore del Signore e della Madonna, che, nonostante tutto, non ci abbandonano mai. Era convinto che con le rose ci sono le spine, ma che con le spine ci sono sempre le rose e che, per dirla col Manzoni, Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande. Affidiamoci allora alla sua intercessione per rinnovare in noi la fiducia e la speranza nel Signore, vincitore del peccato, del male e della morte. Non lasciamoci mai rubare la speranza, come ci augura Papa Francesco; anzi cerchiamo di essere anche noi portatori di gioia, serenità, ottimismo e speranza per chiunque incontriamo. Come dice il nostro Rettor maggiore nella strenna di quest’anno:” Siamo luci che invitano alla speranza con la testimonianza del nostro vivere, trasmettiamo la felicità nel modo semplice, ma autentico di vivere la nostra fede”
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/02/Progetto-senza-titolo-2-1.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-02-02 12:12:312021-02-03 11:17:04Salesiani Vercelli – I festeggiamenti per Don Bosco
Nasce la Db Production per le attività e i video di Cnos-Fap.
Si chiama D.B. Production la nuova iniziativa creata dall’infaticabile Flavio Ardissone formatore e responsabile marketing del CFP Cnos fap Don Bosco di Vercelli.
Si tratta di un marchio scolastico sotto il quale saranno raggruppati tutti i video inerenti attività, eventi speciali e altre creazioni degli allievi del centro salesiano del Belvedere.
“Con la collaborazione tecnica di Paolo Ignetti di Vercelli Web TV-ci dice Flavio Ardissone- abbiamo ideato e creato tantissimi video e tanti ancora ne arriveranno. Ecco che allora si è pensato di raggrupparli sotto una unica etichetta aprendo anche una pagina social su Facebook accanto a quella già esistente del CNOS FAP. Gli allievi sono entusiasti e con una ricetta di divertimento, creatività e inventiva raggiungiamo finalità educative fino ad ora impensabili”.
La sigla della “Casa di produzione” è stata eseguita da Manuele Barale e Roberto Foglia.
(Pubblicato il 10 settembre 2020 da Flavio Ardissone – formatore e responsabile marketing del CFP Don Bosco di Vercelli)
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2020/09/Progetto-senza-titolo-95.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2020-09-11 12:12:212020-09-11 12:12:21CFP Vercelli: nasce la D.B. Production per le attività e i video del centro
NotiziaOggi Vercelli nella giornata odierna dedica un articolo al nuovo corso del Centro di Formazione Professionale di Vercelli di “Operatore di Impianti Termo idraulici” e all’iniziativa di fine anno sui Teatri di Magia. Si riporta di seguito l’articolo.
Al Cnos-Fap un nuovo grande corso e la presentazione dei “Teatri di Magia”
VERCELLI (psg) Due notizie dal CNOS-FAP, in centro di formazione Salesiano del «Sacro Cuore» al Belvedere. Una riguarda l’ offerta formativa e l’ altra una magica, è proprio il caso di dirlo, iniziativa conclusiva di questo scorcio di anno così complicato. Partiamo dalla formazione.
«Abbiamo avuto una risposta più che favorevole dicono dall’istituto – per i vari percorsi formativi sin qui proposti e che sono andato benissimo a livello d’ iscrizioni. Ora è in fase di lancio l’ adesione al corso “Operatore di Impianti Termo idraulici”, ricordiamo che la partecipazione è gratuita ed è rivolta a chi ha almeno svolto un anno di scuola superiore. La dura del percorso di formazione è di due anni. Al termine si esce formati e in grado d’intraprendere una carriera nell’idraulica e termo idraulica. Una professione che non soffre di crisi… sappiamo tutti quanto preziosi siano idraulici e caldaisti, con agendo sempre piene e grandi soddisfazioni professionali ed economiche. Quindi un percorso quanto mai interessante».
Venendo all’evento magico ecco di cosa si tratta. Il teatro di magia «Dall’ottobre scorso è stato un susseguirsi di grandissime iniziative e manifestazioni che hanno coinvolto centinaia di famiglie ed allievi – dice Flavio Ardissone – formatore e responsabile marketing del Cfp di corso Randaccio – Dopo indimenticabili openday, mostre storiche ed eventi, realizzazioni di numerosi video, chiudiamo l’ anno formativo concretizzando l’ evento che avevamo programmato per mettere in risalto Don Bosco in qualità di protettore dei prestigiatori e dei giocolieri. Doveva essere un evento spettacolo dal vivo che prevedeva la presenza di spettatori ma per il Covid abbiamo dovuto annullarlo. Come per altre situazioni abbiamo convertito tutto il lavoro di ricerca storica svolta in classe in un video. Gli Allievi si sono distribuiti i compiti cercando immagini di vita vercellese, elaborando la scaletta e infine scegliendo le musiche. Da tutto ciò ne è scaturito un filmato che racconta in breve la storia dei vecchi teatri vercellesi con particolare riferimento agli spettacoli di magia per ricollegarsi all’idea iniziale. La presentazione del progetto si terrà nei prossimi giorni al Museo Leone con il patrocinio del Comune di Vercelli. Un modo diverso di far scuola al CNOS DON BOSCO di Vercelli curiosando con gli allievi alla riscoperta delle bellezze storiche della nostra città.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2020/07/Progetto-senza-titolo-48.png10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2020-07-06 14:44:042020-07-08 12:54:38CFP Vercelli: un nuovo grande corso e la presentazione dei “Teatri di Magia”
Un filmato sulla storia dei vecchi teatri vercellesi. Questo l’ultimo evento organizzato per l’anno formativo 2019/2020 dal Centro di Formazione Professionale di Vercelli. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato da Flavio Ardissone, Formatore e Responsabile Marketing del Centro di Vercelli.
ULTIMO EVENTO DELL’ANNO FORMATIVO 2019/2020 DEL CNOS DON BOSCO DI VERCELLI
“Dall’ottobre scorso è stato un susseguirsi di grandissime iniziative e manifestazioni che hanno coinvolto centinaia di famiglie ed allievi–ci dice Flavio Ardissone-formatore e responsabile marketing del cfp di corso Randaccio –Dopo indimenticabili openday, mostre storiche ed eventi, realizzazioni di numerosi video, chiudiamo l’anno formativo concretizzando l’evento che avevamo programmato per mettere in risalto Don Bosco in qualità di protettore dei prestigiatori e dei giocolieri.
Doveva essere un evento spettacolo dal vivo che prevedeva la presenza di spettatori ma per il Covid abbiamo dovuto annullarlo. Come per altre situazioni abbiamo convertito tutto il lavoro di ricerca storica svolta in classe in un video.
Gli Allievi si sono distribuiti i compiti cercando immagini di vita vercellese, elaborando la scaletta e infine scegliendo le musiche. Da tutto ciò ne è scaturito un filmato che racconta in breve la storia dei vecchi teatri vercellesi con particolare riferimento agli spettacoli di magia per ricollegarsi all’idea iniziale.”
La presentazione , della quale vi renderemo nota la data, si terrà nei prossimi giorni con il patrocinio del Comune di Vercelli.
Un modo diverso di far scuola al CNOS DON BOSCO di Vercelli curiosando con gli allievi alla riscoperta delle bellezze storiche della nostra città.
Sono ufficialmente iniziati i festeggiamenti per la Festa Patronale della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Vercelli. Da ieri infatti ha avuto inizio il triduo in onore al S.Cuore con la preghiera di consacrazione. Di seguito il programma della festa con il video di presentazione della parrocchia preparato da Flavio Ardissone, responsabile marketing del CnosFap di Vercelli.
Parleremo di certo, in questi tre giorni, del Centro di Formazione Professionale Cnos-Fap e di come sia pronta l’offerta formativa per l’anno 2020 – 2021.
Abbia dato a tanti di tutte le età perché possano offrire a quel Cuore, così umano e così divino, la consegna di sempre, tutta racchiusa nella preghiera rivolta al Padre: sia fatta la tua volontà.
(Flavio Ardissore)
Venerdì 19 giugno la celebrazione liturgica sarà con le due S.Messe alle 9.00 e alle 18.00. Domenica 21 giugno la festa della Comunità con le tre messe alle 9.00, alle 10.30 e alle 18.00.