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Basilica Maria Ausiliatrice: concerto “Tra le note di un sogno” della Filarmonica San Marco Wind Orchestra

Dal sito della Basilica Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco.

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In conclusione dell’anno bicentenario sul Sogno dei 9 anni di don Bosco (1824-2024), la Filarmonica San Marco Wind Orchestra, diretta dal M° Gianluca Calonghi, presenta il concertoTra le note di un sogno“.

Durante la serata verrà eseguito il canto “Il Sogno che fa sognare” (M° Maurizio Palazzo), dalla Corale della Basilica Maria Ausiliatrice e l’Orchestra.

L’appuntamento è sabato 26 ottobre 2024 alle ore 21.00 in Basilica, ingresso libero con possibilità di parcheggio non custodito in via Sassari 28.

Novena mondiale a Maria Ausiliatrice: il “Segreto di Maria” alla santità della Famiglia Salesiana

Si rinnova anche quest’anno la tradizione della Novena mondiale a Maria Ausiliatrice (15-23 maggio), promossa dalla Sede Centrale Salesiana e di rilievo per tutti i membri della Famiglia Salesiana che intendono prepararsi adeguatamente a questa ricorrenza. I video di accompagnamento della Novena 2024 saranno resi disponibili in rete nei prossimi giorni, mentre già da oggi, sabato 4 maggio, in anteprima è disponibile il libretto in italiano al seguente link: SCARICA LIBRETTO.
La proposta spirituale per la novena di quest’anno, affidata dal Rettor Maggiore, è ispirata al tema della Strenna 2024, «IL SOGNO CHE FA SOGNARE. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”». Ispirata agli scritti di Luigi Maria Grignion de Montfort e con il commento del Rettor Maggiore, scopriremo il “Segreto di Maria” alla santità per tutta la  Famiglia Salesiana.
Ogni video, della durata circa di 8-9 minuti, vedrà alternarsi diversi momenti: una riflessione del Rettor Maggiore sulla tematica del giorno; Storie di sogni da parte di giovani di diverse provenienze, età e vissuti che ci testimonieranno l’attualità del Sogno di Don Bosco oggi; la preghiera finale di invocazione a Maria con la preghiera di Don Bosco alla S.Vergine per invocare la sua grazia.
Maria come donna Modello, Madre, Guida, Testimone, Maestra…. Sono tanti gli aspetti della Vergine Ausiliatrice che verranno approfonditi durante il cammino dei nove giorni: a guidare i devoti di tutto il mondo saranno proprio gli scritti di Luigi Maria Grignion de Montfort, con lo scopo di rivelarci il segreto per realizzare il nostro desiderio di : prendere Maria con noi come guida sicura e modello di vita. San Luigi Maria Grignion di Montfort ci offre perle preziose e bellezze spirituali da gustare giorno per giorno.
I video saranno accessibili in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese nei diversi canali linguistici di ANSChannel e su TELEGRAM SDB.ORG. Ogni video sarà reso visibile con un giorno d’anticipo – quindi i primi video saranno pubblici il 14 maggio.
I libretti, elaborati in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese saranno scaricabili liberamente sul sito istituzionale della Congregazione: www.sdb.org e pubblicati con le medesime modalità utilizzate per i video.
RMG – “Il Segreto di Maria”: la Novena mondiale a Maria Ausiliatrice, edizione 2024

“Il sogno che fa sognare”: la lettura teologica di don Bozzolo, Rettore Magnifico dell’UPS

Dall’agenzia ANS.

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Il secondo appuntamento nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco sul Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, in relazione alla Strenna 2024 del Rettor Maggiore, ha proposto lunedì 15 gennaio 2024, l’approfondimento teologico di don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma.

Come atteso, questa rilettura del momento fondante del carisma salesiano ha fornito, all’ampio uditorio presente e a quello collegato in streaming, gli elementi che mostrano l’ancoraggio pieno dell’esperienza del piccolo Giovannino alla tradizione biblica e all’annuncio del Vangelo.

Una via originale, quella percorsa dal Rettore Magnifico dell’UPS, per allargare lo sguardo oltre il “programma” educativo del Padre e Maestro dei Giovani – evidente al primo approccio – ed entrare nel cuore della sua spiritualità.

L’incontro, desiderato e organizzato dal Rettore della Basilica, don Michele Viviano, è stato aperto dalla visione delle sequenze del film di Leandro CastellaniDon Bosco” (realizzato nel 1988, a cento anni dalla morte del santo) nelle quali Pio IX chiede al prete di Torino, ancora incerto sulla sua strada, di individuare il momento fondante della sua esperienza. Siamo nel 1858, Don Bosco riscopre con l’aiuto del Papa il nucleo della chiamata per lui, avvenuta nel linguaggio del sogno, quando si stava affacciando alla vita e l’interrogativo che portava con sé era: “Che cosa farò da grande?”.

Il fondatore dei salesiani impiegherà molto tempo a rispettare la richiesta di Pio IX di mettere nero su bianco la memoria di quell’evento così intimo: le reazioni – quando l’aveva raccontato al mattino in famiglia – erano state tra l’ironico e il perplesso: i fratelli prefigurarono un lavoro da mandriano o da capo di una banda di malfattori, la nonna suggerì di non dare peso ai sogni; solo Mamma Margherita intravide il germe di una chiamata al sacerdozio. Lo stesso Giovannino propese per considerarlo una fantasia da cui non farsi condizionare.

Nella sua attività non “userà” esplicitamente quel sogno per attirare i giovani a Valdocco o per delineare il metodo dell’accoglienza, ma continuerà a custodirlo nel cuore. Solo nel 1874, seduto alla scrivania, risponderà al Papa ricostruendo gli elementi di quella che – solo al termine della vita, nell’Eucarestia ultima che celebrerà nella Basilica del Sacro Cuore a Roma, davanti all’immagine di Maria Ausiliatrice – comprenderà essere sarà stata una chiamata personale straordinaria.

È questa la chiave disponibile per rileggere la biografia di questo “fondatore”, pareggiabile a Benedetto da Norcia, a Francesco d’Assisi, a Domenico di Guzman, a Ignazio di Loyola. Con un compito adeguato ai tempi della Storia e della Chiesa: quello della riconducibilità di ogni giovane a un cammino di avvicinamento a Dio, fino a toccare le vette della santità, in una società percorsa dalla teorizzazione della lontananza da Lui come valore apparente di libertà.

Il “caso” di san Domenico Savio – giovane chierichetto di Don Bosco, desideroso di accostarsi al sacramento dell’Eucarestia prima dei tempi allora previsti dalla prassi cattolica – richiamato da una domanda dei presenti, ha dato al relatore l’opportunità di sottolineare quanto la valutazione che dovettero fare i presbiteri, chiamati a dare una risposta, corrispondesse all’invito di Gesù agli apostoli di considerare i piccoli un modello per accogliere il Regno.

C’è una perfetta aderenza teologica del “Sogno dei Nove Anni” alla tradizione ebraica e cristiana: la stessa “via” del sogno è stata seguita da Dio per rivolgersi a Giacobbe e ai patriarchi; e poi a Maria di Nazareth, a Giuseppe, a Paolo di Tarso. È una modalità che non assicura certezze, se non la possibilità di capire retrospettivamente la portata della sollecitazione ricevuta dallo Spirito.

Anche perché questi “sogni” affidano responsabilità immani, che la persona non potrebbe mai accettare se si rendesse conto della loro consistenza. Sono vere sfide alla ragionevolezza e alla concretezza. Sono progetti “impossibili”, ha rimarcato don Bozzolo, ma proprio per questo vengono affidati a persone che hanno fiducia in di Dio. “Tu lo farai possibile” venne risposto a un Giovanni Bosco che, ancora sognante, non aveva perso il senso della realtà e intendeva sapere “come” sarebbe avvenuta la metamorfosi dei lupi in agnelli.

La risposta nel sogno, e nella realtà della fede, è la mano di Colei – alla quale Mamma Margherita ha insegnato a rivolgersi nella preghiera – che si appoggia sulla spalla del ragazzo: la “signora” non dà risposta, non dà istruzioni o raccomandazioni; ma assicura la sua vicinanza, la sua benevolenza, la sua protezione.

È quanto basta per lanciarsi nella sequela di Cristo, senza aspettarsi di avere tutto chiaro. Paradossalmente, ha spiegato il relatore, più luce si riceve più ci si trova nel buio: il discepolo può far strada solo camminando. È una “scommessa” che ha fondamento nella resurrezione di Gesù, ossia nel fatto che ha lasciato traccia della vittoria sulla morte, l’impossibile più estremo.

Il sogno si conclude fra le lacrime: di paura? di gioia? Intanto si sente come pestato. Giovannino domanda ai suoi interlocutori “chi siete?” e non ha risposta. La mamma gli aveva insegnato a chiedere, agli sconosciuti che incontrava, chi fossero. Ma il loro nome non viene detto. È stato così per Abramo, così per Mosè quando sono stati raggiunti dalla Parola: Dio non ha un nome che possiamo conoscere. Quando proviamo a citarlo possiamo solo balbettare qualche consonante. Se è questa la matrice comune all’esperienza dei Nove Anni, si è di fronte a una santità che attraversa tutto il tempo, ad un’opera che supera le contingenze.

Mentre si contempla questo episodio mistico, sorge la domanda – che una giovane ha posto alla conclusione dell’incontro nella Casa di Maria a Valdocco: “Come riconoscere la trascendenza nella nostra esperienza?”.

“La vita è abitata da una chiamata” ha risposto il relatore, “ciò che ci sta intorno non è uno spettacolo. La vita di ciascuno è destinata agli altri, ogni vita è strutturalmente una chiamata. È qualcosa che ci appartiene anche se non l’abbiamo messa noi dentro di noi. Per questa ragione dobbiamo dare spazio alla Parola di Dio perché possa emergere ed essere compresa”.

Questa contemplazione trova un valido ausilio nel libro che a conclusione dell’incontro è stato messo a disposizione dei presenti, e che si trova in libreria: “Il sogno dei nove anni – Lettura teologica” scritto dallo stesso don Bozzolo, edito e tradotto in più lingue dalla Libreria Ateneo Salesiano.

-Antonio R. Labanca

«Mettiamoci alla ricerca dei giovani» Don Bosco e quel sogno ancora attuale – Avvenire

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Avvenire a cura di Marina Lomunno.

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Cade quest’anno il 200° anniversario dalla visione onirica che il santo ebbe da bambino, in cui era prefigurata quella che sarebbe stata la missione sua e dei suoi figli spirituali. La mostra e un ciclo di incontri a Torino.

«Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i lupi in agnelli» è il titolo dell’ultima strenna firmata come rettor maggiore, e la prima come cardinale, da don Ángel Fernández Artime, 10° successore di don Bosco.

È stata presentata in diretta mondiale sui social lo scorso 27 dicembre. La Famiglia Salesiana, presente con 32 Gruppi religiosi e laicali in 135 nazioni, si è collegata per il tradizionale dono, la strenna, che don Bosco consegnava il 31 dicembre ai suoi ragazzi per indicare l’impegno per l’anno a venire.

Così hanno fatto i suoi successori fino al cardinale Artime, che ha ribadito la missione dei salesiani:

«Andare a cercare i giovani di oggi alla ricerca di senso e risposte».

Il tema della strenna 2024 apre le celebrazioni per i 200 anni del sogno-visione che «Giovannino» fece nel 1824, a 9 anni, nella povera casetta dei Becchi, oggi frazione di Castelnuovo Don Bosco.

In quella notte, che Don Bosco racconta nelle «Memorie dell’oratorio» – come scrive il rettor maggiore – è «nato un pilastro importante, quasi un mito fondativo della spiritualità salesiana, perché tutta la vita di don Bosco è il tentativo di realizzare il sogno».

È l’eredità che il santo lascia alla famiglia salesiana oggi, dal primo oratorio fondato a Torino a Valdocco all’ultima opera aperta dai suoi figli nel 2023 in Botswana:

«Portare a Gesù i giovani più poveri, sia che vivano per strada in Colombia, nei villaggi del Bangladesh o nel nostro ricco Occidente dove le povertà sono altre ma non meno urgenti».

A partire dalla strenna, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino è stata allestita una mostra in 12 pannelli

«dove è riportata una frase del sogno così come lo racconta il santo» spiega don Michele Viviano, rettore della Basilica torinese, casa madre dei salesiani, «per consentire una lettura nei suoi passaggi fondamentali. Ogni frase poi ha un breve commento attualizzato del rettor maggiore tratto dalla strenna. La mostra è aperta fino al 31 gennaio, festa liturgica di don Bosco».

E sempre in Basilica, dove si venerano le spoglie mortali del santo, sono in programma tre lunedì di riflessione sul sogno: ha aperto il ciclo l’8 gennaio Artime: nella chiesa gremita ha invitato tutti a rileggere il sogno di don Bosco ragazzino quando nella sua visione vede un gruppo di fanciulli «discoli e pericolanti» che giocano e bestemmiano.

«Giovannino all’udire le bestemmie li vuole affrontare con calci e pugni ma un uomo dal volto luminoso lo ammonisce: “Non colle percosse ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti adunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù”.

Giovannino è interdetto ma l’uomo lo rassicura: “Io ti darò la Maestra”. E accanto all’uomo appare una donna, Maria.

I discoli scompaiono e al loro posto si materializzano animali selvatici e capretti. La Donna dice a Giovannino: “Ecco il tuo campo” e appare un branco di agnellini… il ragazzino non capisce e piange ma Maria lo rasserena: “A suo tempo tutto comprenderai”».

E don Bosco al termine della sua vita – ha proseguito Artime – tutto ha compreso piangendo all’altare di Maria Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma, pochi giorni dopo la consacrazione, quando ormai la famiglia salesiana aveva salde radici.

«I ragazzi di 200 anni fa che bestemmiavano o usavano il coltello sono quelli che oggi spacciano o hanno una pistola: tutti, quelli più poveri – fuori o dentro – sono un gomitolo di contraddizioni. Questo oggi è il nostro campo anche con i nativi digitali: con bontà, rispetto pazienza portare i giovani a Dio, dire loro di non temere, che non sono soli, che ognuno di loro vale».

Al termine della serata sono risuonate le note dell’inno composto da don Maurizio Palazzo, maestro di cappella di Maria Ausiliatrice, eseguito dalla corale della Basilica e dal coro giovanile «Sal.es», un brano che richiama la potenza delle parole scelte dal cardinale Artime per la strenna:

«Un sogno che ci riporti ai primi passi di don Bosco, ma che ci apra al futuro, al coraggio di rinnovare, costruire, un sogno ad occhi aperti ed a passo spedito, lieti nella speranza che Lui è sempre con noi. Il sogno vivrà, farà sognare ancora, noi lo vedremo ancora».

Il testo della Strenna 2024 è disponibile in sei lingue sul sito dei Salesiani di don Bosco www.sdb.org.

 

 

Basilica Maria Ausiliatrice: tre lunedì sera per i 200 anni del “Sogno che fa sognare”

Dal sito della Basilica Maria Ausiliatrice di Torino.

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“Il sogno che condizionò tutto il modo di vivere e di pensare di don Bosco”

-don Pietro Stella

1824-2024: l’anno appena cominciato segna 200 anni dal “Sogno dei 9 anni” di don Bosco.

Per l’occasione, la Basilica Maria Ausiliatrice presenta Il Sogno che fa sognare”tre lunedì sera di approfondimento in Basilica per analizzare il Sogno dal punto di vista SalesianoTeologico e Critico-Storico.

Lunedì 08 Gennaio | Ore 20.30

Il sogno dei 9 anni di don Bosco: lettura Salesiana (Strenna 2024)

  • Card. Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore

Lunedì 15 Gennaio | Ore 20.30

Il sogno dei 9 anni di don Bosco: lettura Teologica

  • Prof. Don Andrea Bozzolo, Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Salesiana – Roma

Lunedì 22 Gennaio | Ore 20.30

Il sogno dei 9 anni di don Bosco: lettura Critico-Storica

  • Prof. Don Francesco Motto, Direttore emerito dell’Istituto Storico Salesiano – Roma

Annunciati i vincitori del concorso per il Poster della Strenna 2024

Dall’agenzia ANS.

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Ispirati dal messaggio di speranza e fiducia nei giovani del Sogno dei Nove anni di Don Bosco, ben 30 artisti di tutto il mondo hanno deciso di partecipare al concorso mondiale dedicato ad individuare il Poster per la Strenna del Rettor Maggiore per il 2024. E dopo mesi di febbrile lavoro e accurata ricerca e selezione, è stato finalmente annunciato il vincitore.

Confrontarsi con “il sogno che fa sognare”, come ben manifestato nella prima parte del motto prescelto dal Rettor Maggiore per la sua Strenna, è stata una sfida affascinante per tanti grafici e designer di tutto il mondo, che ha permesso loro di condividere il proprio talento e la propria interpretazione del più celebre sogno di Don Bosco con un pubblico mondiale.

Delle 32 proposte arrivate da tutti i continenti, la commissione creata ad hoc, sotto il coordinamento di don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, ha selezionato all’unanimità le cinque proposte ritenute più appropriate a trasmettere il messaggio della Strenna del Rettor Maggiore.

Proprio Don Ángel Fernández Artime ha poi individuato la proposta vincitrice – che diverrà quindi il poster ufficiale della Strenna 2024.

Successivamente il Rettor Maggiore ha anche indicato i poster classificati al secondo e al terzo posto, i cui autori riceveranno – come anche l’autrice del poster vincitore – il corrispettivo premio in denaro previsto dal concorso.

Il poster della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024 è dunque frutto dell’abilità e dell’inventiva della giovane paraguayana Salmi Medina, grafica e illustratrice, appassionata nel raccontare storie attraverso le immagini, che sta attualmente conseguendo con una laurea in comunicazione.

“Il concetto artistico che ho cercato di rappresentare è fondamentalmente la salesianità in un disegno; la composizione trova equilibrio nei personaggi centrali: Don Bosco con i suoi giovani, tra i quali il Santo si è sempre sentito realizzato – ha spiegato l’autrice –. Mi ricorda molto il logo ‘Salesianos Don Bosco’, dove si vede Don Bosco e i Salesiani, in viaggio con i giovani nel mondo. E proprio così, questa illustrazione rappresenta proprio quel viaggio e un modo che lui sognava per i giovani… la speranza”.

La composizione, costruita con una vivace tavolozza di colori in linea con il “sempre allegri” di Don Bosco, rappresenta a livello concettuale il piccolo Giovannino che passava i pomeriggi a intrattenere giovani e bambini come funambolo quando, in sogno, vide come, con l’amore, alcuni lupi diventavano agnelli. Da quel momento in poi dedicò la sua vita al servizio, ma senza avere più a che fare solo con una corda tesa, ma con una grande responsabilità.

Al secondo posto si è classificato il disegnatore portoghese Nuno Quaresma, membro dell’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria “Sant’Antonio” del Portogallo.

L’autore, che aveva già realizzato uno dei due poster utilizzati per la Strenna del 2023, ha costruito la sua proposta su tre scene: in alto a sinistra il piccolo Giovanni che sogna di giovani in lotta, lupi ed agnelli; in primo piano, sempre sulla destra, la scena del dialogo di Giovannino Bosco con quelli che capirà essere Maria Ausiliatrice e Gesù; di lato, una lunga schiera di giovani festanti: quelli trasformati dall’educazione salesiana nel corso delle generazioni.

Al terzo posto, infine, si è classificata un’altra donna, Reg Silva, illustratrice e pittrice di Manila, nelle Filippine, con un passato anche come artista nell’animazione di motion graphics. Lei stessa è legata agli ambienti salesiani, in quanto frequentante il terzo anno del Master in Pastorale presso la Scuola di Teologia “Don Bosco” di Parañaque City, e laica impegnata nella sua parrocchia, sia a livello pastorale, sia nel ministero della comunicazione sociale.

Presentando il suo lavoro, Reg Silva ha scritto:

“Ho voluto ritrarre Gesù e Maria come figure protettive e di guida per il giovane Don Bosco. Come Gesù, il Buon Pastore, culla un agnello tra le sue braccia, così è il piccolo Giovanni Bosco – un’immagina riflessa del suo futuro ministero di buon pastore, impegnato nell’educazione e formazione dei giovani, sempre con la guida e la protezione di Maria. L’intera immagine è poi racchiusa in un cuore, lo spazio nel quale, per la grazia santificante di Dio, deve avvenire la nostra trasformazione personale. Solo quando i nostri cuori saranno cambiati, potremo emanare la Sua grazia ai giovani e trasformare i ‘lupi’ in ‘agnelli’. Questo è il sogno che ci fa sognare”.

Da parte di tutti gli artisti è stata espressa gratitudine verso quest’iniziativa della Congregazione, che li ha messi a confronto con un tema così ricco di suggestioni e messaggi ispiratori.

 

Annunciato il tema della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024: «Il sogno che fa sognare». Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nel 2024 la Famiglia Salesiana di tutto il mondo celebrerà il secondo centenario del sogno che Giovannino Bosco – il futuro Don Bosco – fece nel 1824, all’età di nove anni. Di fatto esso è molto conosciuto nella Famiglia Salesiana come “il sogno dei nove anni”. Per questo motivo il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Padre e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, ha deciso di dedicare a tale sogno il tema della Strenna per il 2024, e come ogni anno, a conclusione della sessione plenaria estiva del Consiglio Generale, ha annunciato il motto che la ispirerà: «Il sogno che fa sognare». Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”.

Il testo completo della presentazione del tema della Strenna per il 2024 è disponibile in cinque lingue. Qui si può scaricare il tema in italiano: