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Esami di Maturità 2021 a Valsalice

Anche quest’anno il Liceo Salesiano di Valsalice ha raggiunto degli ottimi risultati agli esami di maturità 2021. Di seguito l’articolo pubblicato su “Vita nella scuola“.

L’Esame di Maturità, pur nella sua forma senza scritti, ha dato anche quest’anno esiti più che positivi alla prova dei tabelloni. L’anno in altalena tra Dad e presenza non ha facilitato il regolare andamento della didattica che però a partire da settembre è stata svolta con grande metodo e costanza nelle varie annate portando avanti programmi e competenze. Per l’Esame poteva esserci un punto interrogativo su quanto potesse pesare un insegnamento di questo tipo ma i risultati hanno dissipato i dubbi.

Nelle quattro sezioni dell’ultimo anno (una di Liceo Classico, due di Scientifico e una di Scienze Applicate) le valutazioni finali certificate dal presidente e dalle commissioni sono state più che positive: gli allievi hanno palesato grande naturalezza e personalità nella gestione dell’Esame che è partito da una relazione delle materie caratterizzanti, è proseguito con l’analisi di un testo di Italiano e si è concluso con la discussione di un documento da analizzarsi in chiave interdisciplinare e con la presentazione del percorso di PCTO.

In tutto, su 106 allievi i 100 sono stati 19 (il 20%) con 6 lodi.

La media generale di tutti i voti è risultata 84 con nessun bocciato al termine della prova.

In particolare 46 allievi su 106 (quasi il 50%) sono usciti con una votazione compresa tra il 90 e il 100, 24 tra l’80 e il 90, 22 tra il 70 e l’80 e appena 13 tra il 60 e il 70.

Notte Nazionale Liceo Classico – 28 maggio 2021

Il 28 maggio 2021 dalle 16.00 alle 20.00 si terrà la settima edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico 2021. Di seguito il Comunicato Stampa ufficiale, comune a tutti i licei d’Italia che aderiscono, e il programma del Liceo di Valsalice.

NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO – VII edizione
28 maggio 2021 – 16:00-20:00 

COORDINAMENTO NAZIONALE: prof. Rocco Schembra

COMUNICATO STAMPA 

La Notte Nazionale del Liceo Classico, uno degli eventi più innovativi nella scuola degli ultimi anni, è già arrivata alla sua settima edizione. Nata da un’idea del prof. Rocco Schembra, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale  (CT), sostenuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, e introdotta dal brano inedito “La  DAD” del cantautore fiorentino Francesco Rainero, quest’anno si celebrerà venerdì 28 maggio 2021, dalle ore 16:00 alle ore 20:00, in circa 300 licei classici su tutto il territorio  nazionale, un numero altissimo se consideriamo le condizioni di emergenza sanitaria in cui  ci troviamo e che hanno pregiudicato e messo a dura prova la normale attività didattica. 

In effetti ricorderemo quest’anno, come quello precedente, come uno dei più funesti della  nostra storia recente. Una pandemia, quella scatenata dal Coronavirus, che, oltre alle  vittime e all’elevatissimo numero di contagi, non solo ha travolto il settore sanitario, l’economia, le attività sportive, culturali e di aggregazione sociale, ma anche la scuola, che  ne ha risentito negativamente in termini di propagazione del sapere, formazione degli  studenti, maturazione della personalità di questi ultimi. In una realtà così capovolta (come  assai bene descrive la locandina ideata dal grafico, prof.ssa Valeria Sanfilippo), la  tentazione di mettere a tacere per quest’anno la Notte Nazionale del Liceo Classico è stata  grande. Ma alla fine, forti del messaggio e degli insegnamenti di resilienza che proprio i  nostri classici ci hanno insegnato e ci continuano a insegnare giorno dopo giorno, abbiamo  deciso di esserci. Esserci, ovviamente, con le modalità che la pandemia ci ha imposto, ossia  non in diretta, senza pubblico presente, con trasmissione streaming sui canali social dei  vari licei, riducendo la durata da sei a quattro ore e anticipando gli orari di inizio e di fine.  Ma l’idea di fondo rimane sempre la stessa, quell’idea di fondo che sin dalla sua prima  edizione si rivelò vincente. 

Nata per dimostrare in maniera evidente che il curricolo del classico, nonostante tutti gli  attacchi subiti in quegli anni, era ancora pieno di vitalità ed era popolato da studenti  motivati, ricchi di grandi talenti e con abilità e competenze che oltrepassavano di gran  lunga quelle richieste a scuola, la Notte Nazionale del Liceo Classico ha oggi fatto breccia  nell’opinione pubblica, ha contribuito in maniera rilevante a focalizzare l’attenzione dei  media e della gente comune su quello che è il fiore all’occhiello del sistema scolastico italiano. E ha probabilmente fatto sì che si determinasse quell’inversione di tendenza nelle  iscrizioni al liceo classico che ormai da qualche anno hanno ripreso a salire a livello  nazionale.

Anche quest’anno, per la settima volta, prenderà magicamente forma l’idea del prof. Rocco  Schembra e, in contemporanea, pur nelle modalità cui accennavamo prima, in quelle  quattro ore straordinarie, i licei classici aderenti trasmetteranno, non più solo alla cittadinanza e al territorio su cui insiste la scuola, ma potenzialmente a tutti gli utenti che  si vorranno collegare, tutta una serie di performance in cui protagonisti saranno gli  studenti e il valore formativo della cultura classica declinata in tutte le sue forme. Chi  durante quelle ore si collegherà ad uno dei canali social di questi licei, potrà assistere a  maratone di lettura, recitazioni teatrali, concerti, dibattiti, presentazioni di volumi, incontri  con gli autori, cortometraggi, e quant’altro la fantasia e la voglia di fare degli studenti e dei docenti saprà mettere in atto. 

Anche quest’anno è stato confermato il partenariato che RAI Cultura e RAI Scuola hanno  voluto siglare con il Coordinamento Nazionale della Notte. Tale accordo permetterà di  avere delle riprese registrate dalla Notte di un Liceo Classico ancora da definire.  Quest’anno, inoltre, gli studenti di tutti i licei classici d’Italia si sono cimentati nella  composizione di un elaborato poetico che si ispirasse alla locandina dell’evento, concorso  in cui si è classificata per prima la giovane Alessandra Sgammato, del liceo classico  “Agostino Nifo” di Sessa Aurunca (CE), componendo una lirica dal titolo “Alla deriva”,  che verrà letta in contemporanea in tutti i licei aderenti all’evento. 

La Notte Nazionale del Liceo Classico, soprattutto quest’anno, più che una festa, è una  testimonianza. È anche un modo alternativo e innovativo di fare scuola e di veicolare i  contenuti, un puntare su una formazione di natura diversa che non va a sostituire quella  tradizionale, ma le si affianca in maniera produttiva e proficua. Il bello della Notte  Nazionale non è solo nella Notte stessa, ma nei lunghi e laboriosi preparativi che la  precedono, che fanno sì che gli studenti identifichino i locali in cui quotidianamente vivono le ansie e le aspettative di un cammino di studio, faticoso ma gratificante, con un ambiente  ludico, in cui cultura vuol dire gioia, piacere di condivisione, rispetto dei tempi e delle  parti. Tutti assieme, in una Italia finalmente unita nell’ideale di difesa, promozione e  salvaguardia delle nostre radici più autentiche, quelle della civiltà greco -romana. 

Prof. Rocco Schembra 

Coordinatore Nazionale della Notte Nazionale del Liceo Classico

Liceo Salesiano Valsalice

Programma della Notte Nazionale del Liceo Classico

28 Maggio 2021
Ricominciare Ricostruire Rinascere

  • 16:00 – 16:20 Introduzione comune a tutti i licei partecipanti: Inno della NNLC – Saluti iniziali del coordinatore nazionale prof. Rocco Schembra – Lettura della poesia vincitrice del concorso
  • 16:30 – 17:00 Lectio magistralis del prof. Antonio Varaldo sul tema “Il classico nell’astronomia”
  • 17:00 – 18:00 Incontro con lo scrittore vincitore del premio Strega 2020 Daniele Mencarelli
  • 18:00 – 19:00 Avvio delle celebrazioni per il settecentenario della morte di Dante Alighieri
  • 19:00 – 19:45 Messa in onda dei contributi filmati dei ragazzi sul tema della Notte Ricominciare Ricostruire Rinascere
  • 19:45 – 20:00 Conclusione con la lettura drammatizzata del brano di Museo, Ero e Leandro: voce recitante Carlo Ponti – Accompagnamento musicale Roberto Polderman

L’Esame al giudizio dei maturandi – Il Salice

I ragazzi della redazione Il Salice hanno sottoposto un sondaggio in tutte le classi del Liceo salesiano di Valsalice dell’ultimo anno in merito allo svolgimento del nuovo Esame di Stato. Di seguito un estratto della notizia con riportate le prime due domande del sondaggio.

L’Esame al giudizio dei maturandi

a cura di Elena Battaglia, Beatrice Benadì, Silvia Bravi, Paula Carballo, Leonardo De Rosa, Agnese Donna, Beatrice Mattioli, Luciasole Melgara, Chiara Milone, Mariano Piazza, Diletta Pogliano, Giovanni Ricci, Giorgia Versino

Anche quest’anno, a seguito della pandemia mondiale, l’Esame di Stato si terrà diversamente da come prevede la tradizione: niente scritti, solo un esame orale in cui gli studenti potranno mostrare le loro conoscenze e capacità. I ragazzi hanno dovuto attendere parecchio prima di avere notizie sicure dell’esame che dovranno affrontare e dopo dubbi e preoccupazioni a metà febbraio sono venuti a conoscenza di quello che li attenderà. Noi del Salice ci siamo chiesti cosa davvero ne pensano e abbiamo sottoposto a tutti gli allievi del quinto anno un sondaggio con le domande più frequenti. Ecco i risultati

Domanda 1

A causa della diffusione della pandemia del Covid-19 la maggior parte delle ore scolastiche di quest’ultimo anno sono state svolte a distanza. La Dad ha permesso agli studenti di non perdere l’anno e soprattutto, come si può osservare dal grafico, è riuscita a garantire una preparazione discreta, per il 75%delle persone. La problematica nasce dal fatto che il 20% degli studenti si sente molto insicura e pone molti dubbio al riguardo della preparazione acquisita.

Domanda 2

In molti Paesi dell’Unione Europea la maturità è stata abolita e questa soluzione è stata condivisa dal70% degli studenti dell’ultimo anno di Valsalice, i quali vorrebbero verosimilmente che in Italia succedesse qualcosa di analogo. Il 30% di loro ritiene che non sia possibile valutare sufficientemente la preparazione sul programma scolastico in seguito alla Dad, mentre il 41% pensa che basti basarsi sulle valutazioni periodiche valutando il percorso dell’anno. I restanti studenti ritengono che l’Esame di Stato non debba essere eliminato poiché sancisce la fine del percorso liceale, rappresentando dunque qualcosa di significativo piuttosto che, come pensa solamente il 3% circa,  di essenziale.

Agnese: «Quello che perdiamo con la didattica a distanza» – La Voce e il Tempo

Scuola e didattica a distanza. Di seguito la testimonianza di Agnese, una studentessa maturanda del liceo salesiano Valsalice riportata su la Voce e il Tempo.

Agnese: «Quello che perdiamo con la didattica a distanza»
Scuola e pandemia – Abbiamo chiesto ad una maturanda del liceo salesiano Valsalice di Torino di scrivere come si vive l’ultimo anno delle superiori «a distanza»

(Di Redazione – 12 Marzo 2021)

Se mi chiedessero: «Agnese, preferisci la sveglia alle 6 e la corsa per non perdere il pullman oppure accendere la web-camera del tuo computer e sederti al tavolo della tua camera, ancora in sonno veglia?», probabilmente risponderei d’istinto: la seconda opzione. Ma la verità è che, per quanto sia bello passare dall’essere ancora in pigiama all’essere «già» in pigiama, la didattica a distanza è solo un’eco lontano della vera scuola.

A parer mio, la nuova modalità non ha nulla a che vedere con la scuola tradizionale. Mi spiego: la scuola è la chiacchierata con la compagna mentre aspetti l’apertura delle classi; è lo sguardo che si incrocia per le scale; è la battuta che provoca la risata; è il volto turbato prima dell’interrogazione; è il «face to face» col professore; è l’attesa della campanella; è il mettersi ogni secondo in discussione. Insomma, la scuola è relazione, apprendimento, gioia, tristezza, crescita personale… è vita!

Al contrario, la lezione da remoto diviene un mero meccanismo di ascolto – prendo appunti – capisco – ripeto. E tu sei quel quadretto a piè di schermata, solo, stereotipato e un po’ fragile, con le tue angosce e le tue felicità che non puoi condividere; con tanti desideri, tanti aneliti, tante parole, tanti perché e tanti come, che pian piano rinchiudi in te stesso e divengono calore di fiamma lontana.

Non si può dunque paragonare il vivere della scuola col vivacchiare della didattica a distanza, la lezione in presenza con quella da remoto, l’immensità con la limitatezza. Dico questo e ne sono convinta, perché arrivati in quinta liceo sembra un lontano ricordo la scuola ordinaria, tra i banchi, senza mascherine, con i professori e i volti «nudi» dei compagni.

Ma «di necessità, virtù» dicevo all’inizio, e, da maturanda ringrazio sia di esser riuscita a fare la maggior parte dei miei anni di liceo nella normalità, sia per lo sforzo cercato per creare una modalità che non disperdesse nel nulla gli anni passati.

Nessuna luce in fondo al tunnel? Beh, sì: la maturità. Infatti, se pur l’incertezza sia stata la linea guida di questi ultimi mesi, sembra che, in questa situazione, proprio la maturità sia l’unica piacevole certezza. Innanzitutto, perché la prova finale promuove la messa in gioco del candidato, che dà voce di sé con una relazione iniziale personale. Quindi i professori valutano le capacità acquisite e perfezionate negli anni, e non solo negli ultimi cinquanta minuti. Inoltre, l’assenza di scritti è sicuramente un ulteriore aspetto positivo, in quanto limita l’incognita e riconosce il cammino senza racchiudere l’individuo in base all’andamento della prova stessa.

Infine, la bellezza di avere, probabilmente, gli stessi professori (con cui il rapporto è divenuto un vero legame), in un momento così importante della propria vita e che per sempre sarà ricordato, è un vero e proprio onore.

Dunque, a questo punto posso dire che preferirei mille volte sentire il suono della sveglia quasi all’alba e vedere dal pullman appena preso per un fiato, la città che lentamente si sveglia mentre vado a scuola.

Agnese DONNA
III Liceo Classico, Valsalice

Personaggi in cerca d’autore: Carolina Kostner – Il Salice

Nasce una nuova rubrica in collaborazione con Valsonair dal titolo “Personaggi in cerca di autore“. La prima storia ad essere raccontata è quella di Carolina Kostner, campionessa del pattinaggio su ghiaccio. La parte più interessante della sua storia sta nel suo percorso, nel duro cammino che si trova dietro alle sue vittorie. Riportiamo l’articolo pubblicato il 20 febbraio 2021 su “Il Salice“, di Carola Cogno.

Inizia con Carolina Kostner una rubrica in collaborazione con Valsonair. Si intitola “Personaggi in cerca d’autore” ed è uno storytelling che settimana dopo settimana i nostri redattori scriveranno su una personalità a loro cara nell’ambito dello sport, della politica, della società o della letteratura. Dopo alcune lezioni propedeutiche sul racconto, ogni redattore scriverà uno storytelling che poi leggerà ed interpreterà in radio a Valsonair prima di essere intervistato dai dj. Di seguito trovate lo script e al fondo il podcast da ascoltare se preferite la voce alla parola scritta.

La pista è un po’ come un palcoscenico. Ci sono gli spettatori, ci sono i giudici: mille sguardi puntati su di te e milioni di occhi che ti seguono da lontano, da uno schermo. Ma diversamente dai teatri, dove il pubblico si nasconde nell’ombra, nel pattinaggio domina la luce. Luce che illumina gli spalti, che illumina la pista e si riflette sul ghiaccio. Puoi vedere tutti, incrociare ogni sguardo.

Altra differenza: nei teatri ci si aspetta che gli attori e i ballerini si muovano e recitino su un palco, in una posizione rialzata rispetto agli spettatori che li possono osservare solo frontalmente.  Nel pattinaggio non è così: ti ritrovi invece risucchiata in una voragine, al centro di un cono rovesciato, circondata dal pubblico. Dai tutta te stessa perché sei osservata nella tua totalità, proprio a trecentosessanta gradi. Ti tremano le gambe, ti viene la nausea e hai veramente freddo con quel vestitino di tulle. Per fortuna hai i guanti, ma non servono a molto: tremi lo stesso, (più per la paura che per la temperatura in realtà).

Ecco allora che entri lentamente in pista, un piede dopo l’altro, ma improvvisamente non ti ricordi nemmeno più come si faceva ad andare avanti ed è come se dovessi reimparare a pattinare. Sei a Vancouver nel 2010, stai partecipando alle Olimpiadi.  Ti chiami Carolina, Carolina Kostner. Hai lavorato tanto per essere lì, in Canada: ti è costato tanto sudore, tanta fatica e allenamento. Ma ormai sei arrivata. Sei pronta, sei preparata. La musica inizia, ma qualcosa non va. Cadi, cadi, cadi e cadi di nuovo.  Cadi per quattro volte e scivoli all’ultimo posto. Non puoi fare altro che prenderti la testa tra le mani e scoppiare in lacrime. Hai deluso tutti: il tuo paese, i tuoi cari, i tuoi genitori e soprattutto te stessa.

I Media, tra testate giornalistiche e Social, non fanno che scagliarsi contro di te, criticare e mettere in dubbio le tue capacità, tanto che su Facebook vieni addirittura definita Cadolina. Cosa farne allora di questo pattinaggio? Perché non smettere e mollare tutto? Voi cosa avreste fatto, vi sareste rialzati? Perché Carolina l’ha fatto, mossa da una passione infinita per lo sport, da un amore che ha sempre fatto trasparire in tutti i modi. Non solo a parole, ma proprio anche nei gesti, nel suo modo di pattinare. Proprio quell’ amore senza cui non sarebbe andata avanti e non avrebbe raggiunto grandi risultati anche dopo Vancouver.

Si perché dovete sapere che Carolina è caduta tante volte, letteralmente e metaforicamente, nel corso della sua carriera. Carriera che è stata proprio costellata di vittorie e sconfitte e che potremmo immaginare, non come una linea retta sempre in crescendo, ma come un’onda con tutte le sue discese e salite. Successi incredibili ma anche ultimi posti, squalifiche, cadute su cadute e tante, tante critiche. Carolina, prima italiana a vincere l’oro ai mondiali, terza a Sochi, campionessa italiana per nove volte e europea per cinque, medagliata altre cinque volte ai Campionati del mondo. E potremmo andare avanti, ma non basterebbe a elencarne le vittorie, così, senza un contesto, senza contestualizzare. Sarebbe troppo arido, troppo scialbo.

La parte più bella della sua storia sta nel suo percorso, in quel duro cammino che si cela dietro i suoi podi conquistati. Prendiamo il 2012 per esempio, quando ha vinto i mondiali. È stata perfetta. Non una caduta, non una mano per terra o un piede fuori posto. Eppure era la decima volta che partecipava ai mondiali. La decima! Ciò significa che dopo dieci anni di tentativi, per quell’unica volta è riuscita a salire sul podio più alto.  E usciva tra l’altro da un periodo molto difficile della sua carriera, dopo le olimpiadi di Vancouver del 2010.  Una Vancouver che per lei è stata un disastro totale, come sappiamo.

Ma dopo Vancouver la rinascita nel 2012, con la vittoria ai mondiali e agli europei. Poi Sochi e la medaglia di bronzo. Immaginatevi la gioia per una vittoria così significativa, un vero e proprio riscatto dopo Vancouver. Un 2014 che quindi sembrava essere la stagione di Carolina, l’anno in cui aveva raggiunto l’apice della sua carriera, ma che in realtà si rivelò lungi dall’essere tutto rosa e fiori.  Finite le Olimpiadi infatti si innescò tutto un complesso meccanismo che portò Carolina alla squalifica. Un anno e quattro mesi senza gareggiare per un atleta che in dodici anni non aveva perso un mondiale.  Per una sua azione, un suo errore? Sì e No. Carolina fu infatti accusata di complicità e di omessa denuncia nel caso di doping del suo ex-fidanzato, Alex Schwazer. Alex, marciatore dei 50 km e vincitore a Pechino nel 2008, risultò positivo al test anti-doping effettuato poco prima dell’inizio delle olimpiadi di Londra 2012.

Un’altra sfida quindi per Carolina, questa volta giudiziaria. Ma indovinate un po’? Nel Dicembre del 2016 aveva già ripreso gli allenamenti, pronta a rientrare in gara a gennaio dello stesso anno.  E ha continuato a pattinare, partecipando alle gare delle stagioni successive e alle olimpiadi di Pyongyang. Nemmeno la pandemia e un infortunio all’anca l’hanno fermata, per cui ad oggi non si è ancora ritirata.  Vancouver, la squalifica, la pandemia, l’infortunio. Eventi che non l’hanno allontanata dal ghiaccio, ma che certamente hanno lasciato il loro segno, un segno che si percepisce anche nel suo modo di pattinare.  Forse è semplicemente dovuto alla maggiore età, o a una maggiore esperienza, ma io credo che anche le sconfitte subite abbiano giocato un ruolo decisivo nella sua maturazione.

Sebbene infatti abbia sempre avuto un’eleganza innata, è stata comunque capace di coltivare la sua artisticità e accrescerla con il tempo, tanto da essere capace di toccarti, di emozionarti.  E questo è cruciale. Non dimentichiamoci infatti che in questa disciplina l’interazione con il pubblico è fondamentale, perché il pattinaggio non è solo uno sport, ma anche un’arte, molto vicina al teatro e alla danza. Non parliamo infatti solo di una serie di movimenti e virtuosismi fini a se stessi, ma un’armonia di gesti che sono in qualche modo volti ad emozionare. Ecco Carolina ha sempre insistito tanto su questo aspetto, migliorando tantissimo a livello di interpretazione ed espressività e diventando la portavoce del lato più artistico del pattinaggio. Forse anche grazie alle sue cadute, alle sue sconfitte.

Ed eccolo, il potere della sconfitta. Ti distrugge, ti lascia a pezzi, ma è potente. Credo che Carolina sia ben conscia di questo e anche ben consapevole di quanto alcune esperienze siano state significative per lei. Significative perché le hanno permesso di crescere, di raggiungere altri obiettivi.

D’altronde le sconfitte possono lasciarci un qualcosa di positivo: tutto sta in come le affrontiamo. Lei non è rimasta ferma, statica, non ha mollato. È andata avanti, stagione dopo stagione.  Qualche volta è stato il suo momento ed è stata capace di afferrarlo, altre volte invece non è andata altrettanto bene. Molti per questo l’hanno definita incostante, io la definirei umana.  Cosa sarebbe infatti il pattinaggio senza le cadute?  Chiedete a qualsiasi pattinatore: dietro ogni salto eseguito alla perfezione, si celano migliaia di cadute. Cadere vuol dire imparare, vuol dire prendere confidenza con il ghiaccio. Senza caduta non c’è tecnica, non ci sono salti, né trottole né passi. Senza cadute non c’è nulla.  Mi ricordo ancora una delle mie prime lezioni sui pattini: ci sedevamo sul ghiaccio, per imparare a conoscerlo e a non temerlo.

Ecco credo che cadere abbia lo stesso effetto, ti aiuta semplicemente ad affrontare la paura.  Vedete Carolina è sempre stata definita come un angelo, una libellula, perché lei non pattina, ma vola, levita. E forse questa sua capacità deriva proprio dal suo percorso: è caduta, caduta, caduta e ricaduta, ma poi ha  imparato a volare.

Per sentire il podcast su Valsonair clicca qui

Valsalice, lo spettacolo con gli studenti diventa un talent per il web – la Repubblica

Si è concluso sabato scorso, 13 febbraio, il talent show a distanza “TuSiQueValsales 2021” del Liceo Salesiano di Valsalice. Il quotidiano la Repubblica nella sezione di Torino di oggi dedica un pezzo all’evento con alcuni interventi del direttore dell’Opera don Pier Majnetti. Di seguito l’articolo a cura di Ottavia Giustetti.

Valsalice, lo spettacolo con gli studenti diventa un talent per il web

Nell’era Covid, “Tu si que Valsases” è l’alternativa della scuola salesiana
Il direttore: “Una soluzione tecnologica per riprendere vecchie abitudini”

Tra le tante abitudini che la pandemia ha mandato in soffitta nell’ anno passato, c’è lo spettacolo di fine anno dei figli a scuola. Ma qualcuno che proprio non ha voluto rinunciarvi, ha inventato una ingegnosa alternativa, che si è rivelata sorprendentemente di successo. E’ il caso della scuola salesiana Valsalice di Torino che per mantenere la tradizione di uno spettacolo annuale che coinvolge gli studenti di talento nel giorno della festa di Don Bosco, ha messo su un talent show con selezioni e finale e tanto di diretta su youtube per amici e parenti.

Una trovata ben riuscita grazie a lavoro, passione e ironia di ragazzi e professori che in men che non si dica hanno messo in piedi un vero studio di registrazione, e che alla fine ha messo a segno numeri da record se si paragonano a quelli di un normalissimo spettacolo scolastico. Sabato sera, quando era il momento di votare l’esibizione da far vincere, erano collegati alla diretta web circa 1800 utenti, e oltre 1400 hanno concretamente inviato la propria scelta per determinare il podio finale. “Tu si que Valsales”, così è stato battezzato il talent, richiamando il titolo del format, nato in Spagna e trasmesso in Italia da Canale 5. E come su quel palcoscenico si sono viste esibizioni di ogni tipo, dalla recitazione, al ballo al canto.

«Purtroppo abbiamo dovuto chiudere il teatro della scuola per molti mesi – racconta il direttore del Valsalice, don Pier Majnetti – e alla fine abbiamo pensato di trovare una soluzione tecnologica per riprendere quelle vecchie abitudini che ci erano precluse dalla pandemia. Hanno fatto quasi tutto i ragazzi con un impegno e un entusiasmo che ci ha molto favorevolmente impressionati. Alla fine il risultato è stato davvero di qualità e seguitissimo. Basti pensare che il nostro teatro conta duecento posti e, alla fine, gli spettatori sul web sono stato quasi dieci volte tanti».

I ragazzi interessati a partecipare hanno inviato video di un minuto alla scuola, nei quali si esibivano in uno sketch che gli riusciva particolarmente bene, dal ballo alle imitazioni alle ricette.

«Abbiamo invece registrato noi a scuola le esibizioni di canto per uniformarne la qualità» dice don Majnetti. Qualche piccolo investimento è stato indispensabile, «ma non molto, il più lo hanno fatto i ragazzi e i docenti con il loro entusiasmo e la professionalità».

Due puntate: una per la selezione e l’altra per la sfida finale che si è svolta addirittura in diretta.

«La differenza rispetto al passato è che molte più persone hanno potuto assistere all’esibizione del figlio, del nipote o anche solo dell’amico».

I sostenitori per raccogliere voti si sono scatenati invitando amici e parenti a tele votare.

«Alla fine ci siamo così divertiti – dice il direttore – che è già partita l’idea di replicare con i genitori sul palco».

Per rivivere l’evento

Per chi l’avesse persa, qui il link per rivedere la prima serata di TU SI QUE VALSALES e la finale.

Salesiani Valsalice: la finale di “TuSiQueValsales 2021”

Un talent a distanza per iniziare il nuovo anno e festeggiare San Giovanni Bosco nel rispetto delle norme vigenti. Infatti, se non è possibile andare al Festival, il Festival viene a casa tua! Questa l’idea che hanno realizzato i giovani del Liceo Salesiano di Valsalice, grazie all’evento “TuSiQueValsales 2021“. La prima serata si è svolta lo scorso sabato, 6 febbraio, con la diretta YouTube e la presentazione dei concorrenti. Grande finale invece prevista per questo sabato, 13 febbraio, alle 19.30 in diretta live streaming YouTube  sul canale di Valsalice.

Per chi l’avesse persa, qui il link per rivedere la prima serata di TU SI QUE VALSALES.
Complimenti ai concorrenti e un ringraziamento al dream team di Valsonair! Ora è partito il countdown per la finale di sabato prossimo!

Salesiani Valsalice: Valsa non si ferma, anche in Dad

Le attività del Valsalice non si fermano grazie alla didattica a distanza. Di seguito tutte le iniziative messe in campo dalla Scuola Paritaria Salesiana di Valsalice.

(13 DICEMBRE 2020)

Valsa non si ferma, anche in Dad

Purtroppo la pandemia di questi mesi ci ha impedito di svolgere in presenza lezioni ed attività ma la continuità didattica e il percorso formativo della nostra scuola non si è interrotto. Memore del lavoro svolto in primavera e sorretto dagli attestati di stima e condivisione pervenuti, Valsalice ha continuato a “fare” scuola seppur in maniera non tradizionale. All’interno e fuori dall’orario scolastico in mod0 da permettere a tutti i ragazzi di completare il loro sapere anche attraverso altre occupazioni.

Tra le proposte

  • l’incontro con Patrizia Saccà, atleta paraolimpica di tennis tavolo all’interno di un percorso formativo nelle ore di Educazione Fisica;
  • l’incontro organizzato dall’area di Scienze per i quarti anni con la dot.ssa Guermani, il dott. Potenza e il dott. Giacardi sul tema dei trapianti e delle donazioni d’organo con intervento di una paziente trapiantata;
  • la partecipazione nell’ambito di Fisica dei quarti e quinti anni dello Scientifico all’International Cosmic day e  ad una Masterclass sul progetto Fermi;
  • un “Caffè letterario” aperto ad un gruppo di fidati “lettori” tra Biennio e Triennio in cui si discute di libri e di altre forme narrative;
  • la visione in streaming della commedia di Plauto “Epidicus” per tutto il liceo Classico e per i terzi anni dello Scientifico;
  • l’inizio del progetto di PCTO per due classi del terzo anno che vedrà la creazione di un ipertesto dantesco;
  • il termine della realizzazione del cortometraggio “L’eletto” della 3 classico A inserito all’interno del PCTO;
  • la ripresa dall’inizio di ottobre dell’attività del Salice con post quotidiani su Instagram e sul giornale online di contenuti giornalistici;
  • la ripresa degli incontri dell’MGS del Biennio e del Triennio;
  • lo svolgimento per le classi del terzo anno del Corso di salute e sicurezza per il PCTO;
  • la partecipazione della 3 sc B e 4 sc B all’incontro con il dott. Manfredi dell’AIRC nell’ambito del progetto “Incontri per la ricerca
  • lo sportello a distanza per allievi in difficoltà scolastica
  • gli incontri di orientamento per l’Università
  • la partecipazione di alcuni allievi a “Politicall

Non solo: in questi giorni stanno ripartendo molte attività extracurricolari che caratterizzano il nostro carisma e le iscrizioni sono state moltissime, a sottolineare la volontà di non perdere il legame, nonostante la distanza, con la scuola e con i compagni.

Sono in procinto di riprendere

I GRUPPI FORMATIVI E DI VOLONTARIATO con referenti don Mario e Donatella Da Rios

IL CORSO DI ORIENTAMENTO FILOSOFICO “STAY HUNGRY, STAY FOOLISH” (prof. Borrione)

IL CORSO DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA “SCIENTIFICAMENTE DIVULGANDO” (prof. Codebò, Garino, Melchionda)

LA WEB RADIO (prof. Montersino)

LA PALESTRA DI MATEMATICA (prof.ssa Micheletti)

IL CORSO DI PREPARAZIONE AI TEST UNIVERSITARI (prof. Varaldo)

“Aspettando Natale” a Valsalice si dice Valsathon

“Aspettando Natale”, il classico appuntamento di scambio di auguri natalizi del Liceo di Valsalice quest’anno si è svolto online con l’iniziativa Valsathon come si riporta nell’articolo apparso su Il Salice a cura di Vittoria Dante e Giovanni Ricci.

Nonostante non sia stato possibile festeggiare tutti insieme nel cortile come ogni Natale, Valsalice ha organizzato “Valsathon”, una diretta streaming sul canale YouTube del Liceo per fare gli auguri a tutta la famiglia della scuola, dai genitori ai professori agli allievi passando dai salesiani. Valsathon si è svolto anche per le Medie con la formula del Meet. Valsathon richiama esplicitamente associazioni benefiche ben più illustri, ma Valsalice in quest’anno particolare si è proposto di finanziare il nuovo reparto di nefrologia e gastroenterologia dell’ospedale Regina Margherita.

La serata è stata caratterizzata da video realizzati dalle classi, la canzone “Mary did you know” cantata dal gruppo MGS, un video sulla vita quotidiana e un divertente backstage con Donatella Da Rios, Don Mario e gli auguri del Preside. La serata è stata registrata in modo tale da poterla rivedere anche dopo Natale.

Prof. Paolo Accossato

Esami di Maturità a Valsalice: diciassette volte 100!

Ottimi risultati agli esami di maturità del Liceo Salesiano di Valsalice. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera con qualche scatto dei ragazzi e delle ragazze che quest’anno hanno affrontato l’esame di Stato.

Diciassette volte 100

Un Esame diverso, figlio del Covid. Non più facile ma semplicemente differente. La Matura seguìta alla chiusura per coronavirus ci ha fatto capire alcune cose, sicuramente prima scontate ma altrettanto certamente non pienamente comprese. Via, a ruota libera.

L’importanza del contatto. La necessità quasi fisica di riallacciare gli sguardi. Esame in presenza lo hanno chiamato: essere presente significa esserci e non demandare ad uno schermo la verifica della propria identità. Noi siamo in quanto persone, docenti ed allievi, non conglobati di pixel. “Vi ringrazio per l’attenzione e posso dire di essere contento di avervi rivisto dopo tanto tempo” ha detto un ragazzo prima di lasciare l’aula al termine dell’esame. E’ stata la frase più intensa degli interi lavori di Maturità. “Contento di avervi rivisto” perchè per tre mesi quel contatto visivo attraverso lo schermo significava solo meccanicamente “vedersi”. La vista è altro, se no perchè Dante avrebbe demandato a questo organo la comprensione di Dio? Quel ragazzo era felice e lo eravamo anche noi. E non (solo) per l’esame.

L’utilità della Dad. Mai etimologia fu più opportuna. “Utile” deriva dal latino “utor” che significa usare, servirsi di. Della didattica a distanza ci siamo serviti, l’abbiamo utilizzata. Subito (in senso di tempo) e al meglio (in senso qualitativo). I docenti l’hanno utilizzata, gli allievi ne hanno fruito. La Dad è stato il meccanismo per non spegnere la luce, lo strumento piegato alla didattica e non viceversa. Non può che essere così in un sistema culturale di trasmissione di saperi in cui l’uomo è ancora al centro. Poteva essere un salto nel buio, alla maturità abbiamo sperimentato che non è stato così. La paura poteva essere che i concetti trasmessi durante la didattica a distanza non si fossero radicati, non fossero diventati “sapere”. Non è stato così e i ragazzi lo hanno dimostrato con esami tutti all’altezza.

L’emozione del ringraziamento. Tante volte si è detto che oggi i grazie non hanno più luogo nella società moderna. Tutto è dato per ovvio, anche nell’educazione, anche nell’insegnamento. Il riconoscimento di un cammino culturale ed umano compiuto insieme scivola nella superficialità della percezione di chi vede tutto per scontato. Per fortuna non è sempre così ed allora quando un presidente di commissione chiede al termine del colloquio ai maturati come questa scuola li ha educati, cosa di loro ha tratto fuori (e-ducere significa proprio quello), è corroborante sentire dalla parola sincera dei ragazzi il grazie per le iniziative culturali e formative, l’interesse per la crescita della persona, gli sforzi per l’aiuto nel cammino.

Giusto, anche i risultati. Parole, parole, parole. Perchè i numeri quest’anno sono un po’ più nascosti. Niente tabelloni affissi, il covid nega l’emozione della lettura diretta e dal vivo dei risultati finali. Un altro rito di passaggio che vola via come le sentenze della Sibilla portate via dal vento. I numeri però ci sono e oltre a definire, parlano. E ci dicono che di quattro sezioni (due di Scientifico tradizionale, una di Scienze Applicate, una di Classico) alla fine sono sbocciati diciassette 100 (6 con lode di cui 3 nella sola classe del Classico) su un totale di 82 maturandi, più del 20% dei candidati. Più altre 15 valutazioni comprese tra il 90 e il 99 a sottolineare la bontà del lavoro svolto.

(30 giugno 2020)