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Il nuovo direttore del Colle: “Guardo ai giovani con speranza S. Bosco è l’esempio” – Don Giovanni Rolandi

Domenica 8 dicembre 2019, il quotidiano La Stampa, nella sezione dedicata alla provincia di Asti, riporta il colloquio con il nuovo direttore del Colle Don Bosco, don Giovanni Rolandi. Di seguito il testo dell’articolo dedicato, a cura di Marina Rissone.

Il nuovo direttore del Colle “Guardo ai giovani con speranza S. Bosco è l’esempio”

MARINA RISSONE – CASTELNUOVO DON BOSCO

San Giovanni Bosco è sempre stato per lui uno spirito guida. Don Giovanni Rolandi per i prossimi tre anni è il direttore del Colle Don Bosco di frazione Morialdo. Un legame invisibile fra il salesiano, l’Africa e la Terra dei Santi. Territorio che, come Don Bosco, gli ha dato i natali. Qui ha vissuto infanzia e adolescenza e nel 1991 ai Becchi fu nominato sacerdote dall’arcivescovo di Nairobi, John Njue. Paese dove ancora oggi vivono papà Carlo, mamma Maria Grazia e il fratello Mario, già legatore alla scuola grafica dei Becchi.

Don Rolandi, 56 anni, scorre i ricordi, ancora nitidi, passati a Castelnuovo, a giocare, studiare e pensare al futuro. Ai Becchi dal 1974 al 1977, Giovanni frequenta la scuola media e proprio sui banchi di scuola arriva il primo segnale verso il cammino salesiano. Tornare oggi dopo oltre trent’anni di assenza nella Terra dei Santi, è per il direttore una sensazione di nostalgia e gioia che si uniscono alla voglia di lavorare per il bene della comunità.

«E’ stata una sorpresa – spiega – . Non ho mai pensato di poter tornare in questa veste. La volontà di Dio ha deciso. Il rettor maggiore, don Angel Artime, ha scelto il futuro del Colle Don Bosco, non più sede della scuola grafica e di cucina, che ha chiuso i battenti lo scorso anno. Mio compito sarà creare un dialogo, una rete, con le sedi di Torino Valdocco e San Luigi di Chieri per essere luogo di esperienza, spiritualità e accoglienza di pellegrini, gruppi, con il rettore don Ezio Orsini». Il direttore ripercorre la sua vita.«I miei genitori – racconta – scelsero Castelnuovo perché mio padre iniziò a lavorare alla cantina sociale Terre dei Santi. Il destino ha aiutato a trovare la mia vocazione».

Tutto partì a scuola: «Ai Becchi l’allora direttore, don Domenico Rosso, mi mise la pulce nell’orecchio. La trama della mia vita fu subito chiara: Don Bosco era il mio futuro. Frequentai il liceo ginnasio a Torino Re Rebadeungo e Val Salice. Nel 1983 l’inizio del noviziato salesiano a Pinerolo con i voti verso il sacerdozio. Dall’83 all’85 gli studi all’università Pontificia di Roma».

Al termine il giovane è scelto dall’ispettore don Mario Colombo per la missione in Kenya con l’arrivo a Nairobi. Dal 13 settembre ’85 al 2017 l’Africa diventa il cuore della missione salesiana di don Rolandi.

«Gli esordi in Nord Tanzania, nella città di Moshi. E ancora l’incarico d’ispettore Est Africa (Kenya, Sudan, Sud Sudan e Tanzania) fino al 2017».

Anno in cui torna alla sede di Roma dove si occupa del settore missioni, coordinando corsi di formazione, e il progetto Europa, dall’Irlanda all’Ungheria, «per iniettare l’esempio di Don Bosco ai giovani».

Con la sua visione mondiale il direttore conclude: «Come San Giovanni non mi lamento e guardo al mondo giovanile con speranza. Sono contento di Papa Francesco. Non voglio però essere cieco ai problemi: tornando in Italia noto che la questione migranti non è affrontata nel modo giusto. Sono un ottimista realista».

Formazione Professionale Valle d’Aosta: rinasce la Scuola Cogne

Rinasce la Scuola della ditta Cogne acciai speciali dedicata alla formazione professionale per gli operai valdostani del domani. Il percorso formativo si svolgerà nei locali messi a disposizione nello stabilimento aostano e sarà realizzato dal Cnos-Fap del Don Bosco di Châtillon. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano La Stampa, nella sezione Aosta&Regione.

Accordo tra Regione, Confindustria e acciaieria

IL CASO – Rinasce la Scuola Cogne due anni di formazione per gli operai del domani

F. S. – Rinasce la Scuola Cogne, dalle cui fila, tra il 1938 e il 1995 sono usciti gli operai specializzati dell’acciaieria valdostana. Agli allievi andranno circa 600 euro al mese per due anni.

Attraverso la firma di due protocolli d’intesa tra l’assessorato regionale agli Affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti, Confindustria e Cogne Acciai Speciali Spa, 14 giovani valdostani tra i 18 e i 29 anni, disoccupati, avranno la possibilità di accedere a due anni di formazione specifica per l’industria 4.0 e trovare impiego nel settore industriale locale.

I ragazzi interessati (in possesso di diploma in discipline tecniche, meccanica, elettrica e elettronica, o con cinque anni nella manutenzione del settore industriale) possono già da ora raccogliere la documentazione per il riconoscimento delle esperienze pregresse. A luglio si svolgerà la selezione. Ad oggi i possibili candidati che si diplomeranno l’anno prossimo sono un’ottantina tra studenti del Don Bosco, del Corrado Gex e del Brambilla di Verrès. Il percorso formativo si svolgerà nei locali messi a disposizione dalla Cogne nello stabilimento aostano e sarà realizzato dal Cnos-Fap del Don Bosco di Châtillon. Durerà due anni con 2.000 ore complessive. I partecipanti potranno ottenere la qualifica di tecnico delle manutenzioni meccaniche o di tecnico delle manutenzioni elettriche. Al termine si profilano possibili assunzioni da parte della Cogne o da aziende iscritte a Confindustria Valle d’Aosta. Ai ragazzi andranno circa 15 mila euro. La somma proviene per metà dal Fondo sociale europeo (che per tutto il progetto eroga 500 mila euro) e per l’altra metà da 13 borse di studio messe a disposizione dall’acciaieria e da una messa a disposizione da Nuova Carpenteria Aosta.

«Questa iniziativa corale risponde alle esigenze reali del territorio – dice l’assessore Luigi Bertschy -. Non c’è analisi di bisogno più sbagliata di quella che non trova occupazione finale».

Inaugurata la mostra “Leonardo Experience”

Il Liceo Scientifico San Lorenzo di Novara sta rendendo omaggio al grande genio toscano Leonardo Da Vinci in queste giornate che vanno dall’11 al 16 novembre 2019 con l’evento “Leonardo Experience”. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo grado.

La Stampa, nella sezione di Novara, pubblica per l’occasione un video di presentazione della mostra a cura del direttore dei Salesiani di Novara, don Giorgio Degiorgi, e degli allievi che hanno preso parte all’evento.

 

“Non poteva passare sotto silenzio un anniversario così importante, soprattutto in un liceo scientifico. I 500 anni dalla morte di Leonardo sono stati l’occasione per riattualizzare un genio della storia italiana. E allora abbiamo iniziato a presentare da una settimana ai ragazzi delle altre scuole una mostra interattiva proprio su questa figura”.

(Don Giorgio Degiorgi)

L’evento si concluderà Sabato 16 Novembre 2019 con l’Open Day del Liceo Scientifico che si svolgerà dalle 15.00 alle 17.00.

Il parroco della “movida spirituale” ai Salesiani di Cuneo: don Mauro Mergola

Si riporta l’articolo pubblicato il 10 Ottobre 2019 da La Stampa, dedicato a don Mauro Mergola e il suo ingresso ai Salesiani di Cuneo.

Il parroco della “movida spirituale” ai Salesiani di Cuneo: “La nostra chiesa senza confini”

Don Mauro Mergola arriva da San Salvario a Torino

«Il nostro confine non è fatto di muri, ma è l’incontro con le persone, per costruire una comunità che contribuisce al bene del territorio e presta attenzione a chi, nella vita, ha ricevuto di meno».

Don Mauro Mergola è il nuovo parroco della chiesa di San Giovanni Bosco e direttore dei Salesiani di Cuneo.

Sostituisce don Michele Molinar, che dopo 9 anni è stato trasferito a Torino. Don Mauro ha fatto il percorso inverso. Dieci anni nel capoluogo piemontese, in una realtà complessa come quella di San Salvario, quartiere di 14 mila parrocchiani, tra i più multietnici e multiculturali della città e con tanti problemi, legati anche al traffico di stupefacenti.

Oltre a impegnarsi

«perché, come diceva don Bosco, i ragazzi diventino onesti cittadini e buoni cristiani»,

don Mauro ha introdotto progetti «rivoluzionari», come l’housing sociale e la «movida spirituale», con la chiesa aperta tutti i sabati fino a notte inoltrata. «Eravamo l’unico locale chiuso nella piazza del divertimento – spiega -. Invece di chiedere ai giovani di entrare, abbiamo lasciato la porta spalancata. Dopo un po’ di iniziale diffidenza, hanno iniziato a entrare. Chi per visitare, chi per pregare, chi per vomitare la sbornia, chi per parlare, anche di argomenti scomodi, dalla Chiesa ricca ai preti pedofili. Un successo perché i ragazzi discutevano liberamente di tutto e non si sentivano giudicati. Poi abbiamo messo anche un calciobalilla e il ping pong, per far capire che è possibile divertirsi senza sballarsi, che il vero divertimento non rovina, ma rigenera».

Un’esperienza da ripetere anche a Cuneo?

«Perché no, ma sono qui prima di tutto per inserirmi, conoscere, capire, non per vendere un “brand”. La città è molto bella e piacevole, ma una sera sono passato in bici davanti al Movicentro: una ventina di persone dormono nel sottopasso. Una situazione che mi inquieta».

E apre una parentesi sulla questione migranti.

«Bisogna investire molto nell’accompagnamento educativo, civico e professionale, affinché ciascuno possa trovare il suo posto. Ma la linea non è mai dare soldi, per evitare che diventi assistenzialismo».

Prosegue:

«L’accoglienza indiscriminata non funziona: serve equilibro tra diritti e doveri, altrimenti questi ragazzi diventano viziati. Anche loro hanno qualcosa da dare. Un cittadino è colui che costruisce il territorio in cui vive. Uno straniero è chi pensa solo a sé stesso, consuma e spreca ciò che gli viene dato. A volte, anche gli italiani sono stranieri nel loro Paese».

Pensando all’oratorio, don Mergola richiama la sua passione calcistica.

«Sono tifoso della migliore (Juve, ndr) e mi sento un po’ come l’allenatore Sarri: entrato in una squadra vincente, spero di continuare a guidarla ad alti livelli. Merito di chi mi ha preceduto. Don Molinar era del Toro? C’è pure chi tifa Inter, purtroppo – sorride -. Ma tranquilli: don Bosco ci ha abituati a stare dalla parte degli ultimi».

La Stampa: Con una mostra i salesiani celebrano i 60 anni a Bra

Si riporta l’articolo pubblicato su La Stampa il 15 settembre 2019 in merito alla mostra celebrativa dei 60 anni di attività dei salesiani a Bra.

Con una mostra i salesiani celebrano i 60 anni a Bra

I primi salesiani arrivarono a Bra nel luglio del 1959, provenienti da Fossano. Si era appena conclusa la costruzione del palazzo che si affaccia su quello che oggi è viale Rimembranze, e la piccola comunità – guidata da don Corrado Bruno – ne prese possesso, iniziando a programmare l’anno scolastico, che si sarebbe avviato il primo di ottobre. Ma il momento della «consacrazione» pubblica della loro presenza fu martedì 8 settembre di quell’anno, quando anche i confratelli si unirono alla processione della Madonna dei fiori. E domani, dalle 17 nei cortili dell’istituto, si avvieranno i festeggiamenti per i 60 anni di permanenza a Bra.

Nell’ex conceria

Spiega don Alessandro Borsello, nuovo direttore e successore di don Vincenzo Trotta:

«La presenza dei salesiani a Bra è sempre stata molto amata. In questi lungo periodo, sono stati tanti i confratelli che hanno vissuto qui una parte della loro vita, educando i giovani e formandoli per il futuro».

Aggiunge:

«Oggi l’opera è molto vivace: abbiamo una scuola media, un Centro di formazione professionale, un oratorio e ospitiamo anche gli studenti dell’Istituto professionale del “Guala”. La mostra che inaugureremo lunedì sera (domani, ndr) ripercorre questo periodo e ne mette in luce le peculiarità e le trasformazioni».

Aggiunge Franco Burdese, docente del Cfp e curatore – insieme a molti colleghi, ex allievi e cooperatori salesiani – dell’esposizione:

«Abbiamo cercato fotografie d’antan e di oggi per raccontare 60 anni di vita e lavoro dei salesiani e dei laici che collaborano con loro. Ascolteremo tante testimonianze di confratelli che sono passati nella casa di Bra e oggi sono in qualche altra opera del Piemonte salesiano».

Sono attesi inoltre il sindaco Gianni Fogliato, Domenico Dogliani, storico dirigente della Ferrero, il direttore di Confindutria Cuneo Giuliana Cirio, tanti industriali e imprenditori amici dell’opera.

Dopo la riunione celebrativa in istituto, ci si sposterà tutti alla Novella, l’ex conceria di via Piumati, che la famiglia Revello (proprietaria della Dimar e dell’immobile) ha messo a disposizione gratuitamente per realizzare la mostra. Previsto anche un momento di Festa di compleanno con torta e brindisi collettivo. L’esposizione sarà aperta tutti i pomeriggi, a ingresso gratuito, fino
al 31 gennaio. R. S.

Don Bosco Borgomanero: don Giuliano Palizzi – “Insegnare amore e coraggio. Sorridendo”

Si riporta l’articolo redatto da Alberto Infelice e pubblicato su La Stampa il 6 settembre 2019 in merito alla testimonianza di don Giuliano Palizzi a Borgomanero: “Dai Salesiani c’è un maestro che insegna il coraggio”

“Insegnare amore e coraggio. Sorridendo” – La Stampa, 6 settembre 2019

Ci sono casi fortunati nella vita, grazie ai quali le persone e le comunità possono essere beneficiate da incontri che cambiano in meglio il loro modo di essere.

Un caso fortunato per Borgomanero è certamente stato che la via di don Giuliano Palizzi incrociasse quella della città. Direttore del Collegio dei Salesiani per sedici anni, in due periodi tra il 1991 e oggi, è stato per diverse generazioni di borgomaneresi un esempio.

Qui però debbo confessare un irrimediabile conflitto di interessi, del quale mi scuso con i lettori. Don Giuliano è un mio amico da molti anni. Di più, è un maestro. Mio e di molti altri che lo hanno conosciuto e che con lui sono cresciuti, nel mio caso prima ancora che arrivasse a Borgomanero.

Con il suo stile asciutto e umile, ieri Giuliano ha scritto su Facebook un saluto e un ringraziamento a chi gli è stato vicino in questi lunghi anni e a chi ora gli permette ora di restare a Borgo come vice direttore dei Salesiani. Quello che la sua modestia gli impedisce di raccontare è quanto il suo lavoro instancabile sia stato importante per tanti giovani che da qui sono partiti.

Giuliano ha insegnato il sorriso, ha insegnato a tanti giovani a lavorare, con forza e orgoglio, con la testa alta, con i propri valori da condividere e da difendere a ogni costo, visto che quei valori sono il rispetto degli altri, la promozione dei giovani, la cura e il rispetto di chi soffre, il riscatto dalla povertà, materiale e morale, la battaglia per un mondo più giusto.

Giuliano ha insegnato con l’esempio e non a parole che la difesa dei più deboli è un dovere da perseguire con forza e con il sorriso stampato sulla faccia, ma con determinazione e fermezza, una fermezza che si nutre di amore e compassione.

In un mondo come il nostro, sempre difficile per i giovani, Giuliano ha insegnato che nessuno è mai troppo giovane per essere valorizzato e responsabilizzato. La sua scommessa sui giovani è stata concreta e coraggiosa. Ho iniziato a lavorare con lui quando ancora non avevo sedici anni. Ci ha difesi, incoraggiati, valorizzati, strapazzati quando era il caso. Ci ha insegnato il coraggio.

Ora, per fortuna, don Giuliano resta a Borgomanero. Ancora tanto altro darà a questa comunità. Per tanto ancora ci saranno nuovi giovani che gli saranno riconoscenti.

CNOS-FAP Vigliano Biellese: Boom di iscritti ai nuovi corsi

Si riporta l’articolo pubblicato su La Stampa-Biella il 31/08/2019 in merito al successo di iscrizioni riscontrate per i corsi attivati dal CNOS-FAP di Vigliano Biellese.

L’ISTITUTO PROFESSIONALE DI VIGLIANO
Boom di iscritti ai nuovi corsi del Cnos-Fap. Una strada aperta verso il mondo del lavoro

Anche quest’anno hanno riscosso un grande successo i corsi attivati dal Cnos-Fap di Vigliano: da quello per acconciatori a quello per termoidraulici passando per meccanici, elettricisti e saldo-carpentieri.

Quella del Cnos-Fap è una scelta di studio che si differenzia dalle altre poiché consente a tutti quei ragazzi che non amano trascorrere ore chiusi in aule scolastiche di confrontarsi con le proprie capacità, relazionandosi immediatamente con il mondo del lavoro. Infatti tutti i corsi, oltre a essere totalmente gratuiti (finanziati dalla Regione e dal Fondo Sociale Europeo), prevedono la possibilità di effettuare periodi di stage in aziende dove, un giorno, potrebbero essere assunti.

«Il Cnos-Fap è una scuola che ben si adatta ai ragazzi che amano l’idea di spendersi nel mondo del lavoro – spiega il referente per la comunicazione Stefano Ceffa -. Parliamo di 990 ore all’anno suddivise tra lezioni teoriche e pratiche».

Quelli del Cnos-Fap di Vigliano sono corsi che registrano regolarmente il «tutto esaurito» prima ancora della chiusura delle iscrizioni.

Nell’anno scolastico 2019-2020, a fronte di un «over booking» per le lezioni in meccanica e acconciature, ci sono ancora alcuni posti liberi per idraulico ed elettricista. La prossima settimana si svolgeranno gli esami di recupero, che daranno il via al nuovo anno formativo.

«A seguito dei risultati degli esami, saranno in molti a rivolgersi alla nostra scuola per pensare alla prosecuzione del loro percorso formativo – dice ancora Ceffa -. In questo senso lo sportello lavoro e orientamento potranno dare utili supporti».

Il corso che ottiene sempre maggiori consensi è quello per acconciatori.

«Sono sempre più le adolescenti che, conclusa la terza media, di fronte alla possibilità di scegliere tra un liceo o un istituto tecnico, optano per un corso che, nel volgere di tre anni, offre la possibilità di lavorare a stretto contatto con la bellezza – spiega -. Analogamente sono molti i giovani che si vedono impiegati nel mondo della meccanica di precisione, dimostrando di avere le idee chiare rispetto alle opportunità offerte dal mondo delle energie rinnovabili e dell’automazione industriale».

Intanto sono aperte le iscrizioni alle lezioni gratuite rivolti agli adulti: persone che, dopo essersi ritrovate senza lavoro, decidono di reinventarsi seguendo uno dei corsi organizzati dal Cnos-Fap. Si tratta di corsi altamente qualificati al termine dei quali è molto facile trovare occupazione. Infatti, su circa 60 persone che lo scorso gennaio si sono iscritte, sono già 40 quelle che hanno trovato un impiego. Mai come quest’anno, del resto, le aziende hanno dimostrato una simile necessità di manodopera specializzata. Merito sicuramente degli indirizzi attivati dal Cnos-Fap: operatore in import-export, manutentore di impianti meccanizzati, addetto al magazzino e logistica e alle macchine utensili, ma anche corsi di carpenteria e lattoneria. Questi corsi inizieranno a novembre e si concluderanno ad aprile. Per frequentarli basta avere più di 18 anni.

Salesiani Vallecrosia: l’iniziativa di Specchio dei Tempi per i bambini mai andati in vacanza

Una colonia per bambini che non sono mai andati in vacanza, che non hanno mai visto il mare: l’iniziativa promossa da Specchio dei Tempi. Si riporta l’articolo pubblicato su La Stampa l’8 agosto scorso, nella sezione dedicata alla cronaca di Torino, in merito all’iniziativa di Specchio dei Tempi che ha voluto offrire ai piccoli torinesi più bisognosi un soggiorno in riva al mare, nella casa salesiana di Vallecrosia (Imperia).

TORINO. Una colonia per bambini che non sono mai andati in vacanza, che non hanno mai visto il mare. Quella di Specchio dei Tempi può sembrare una scelta controcorrente, visto che l’ultima colonia del Comune, in quel di Loano, è un edificio ormai deserto che nessuno vuole prendere in gestione cancellando così la tradizione di offrire ai piccoli torinesi più bisognosi un soggiorno in riva al mare e non limitato alle attività, pur importanti ma solo giornaliere, dei numerosi «Centri estivi».

L’iniziativa di Specchio dei tempi, quest’anno arrivata alla seconda edizione coinvolgendo un centinaio di bambini dalla terza alla quinta elementare nelle due settimane a cavallo di giugno e luglio, è stato però il naturale arricchimento di altri progetti di assistenza e aiuto resi possibili dalla generosità dei lettori de La Stampa.

Dei cento bambini ospitati nella casa salesiana di Vallecrosia (Imperia), dove solo una strada li separava dal mare, dalla spiaggia e dai suoi giochi, una parte erano figli di quel centinaio di mamme sole aiutate da Specchio ad affrontare una vita dov’è difficile riuscire a pagare le bollette, fare domanda per la casa popolare, figurarsi permettersi di mandare i figli in vacanza. Altri erano i bambini di chi si è rivolto allo Specchio Point di via Santa Maria 6 dove si dà una mano a chi ha bisogno di un aiuto economico per pagare la mensa scolastica piuttosto che l’affitto e dove a una mamma non è parso vero che ai due suoi figli venisse offerta la possibilità di trascorrere una settimana al mare compresa una giornata da trascorrere al parco acquatico «Le Caravelle» di Ceriale.

«Un tempo – ha raccontato la donna – ci è capitato di passare davanti al parco ma non ce lo siamo mai potuto permettere…».

Altri bambini sono arrivati a Vallecrosia segnalati dalle scuole torinesi con le quali Specchio ha in piedi una parte dei suoi tanti progetti.I 100 bambini di 11 nazionalità diverse ospitati a Vallecrosia – 50 per turno – sono stati seguiti da una dozzina di animatori ed educatori provenienti dal mondo salesiano e coordinati da Elena Scavino, 23 anni, futura laureata in Giurisprudenza, che ha parole di tenerezza per bambini che,

«per la prima volta, trascorrevano un periodo relativamente lungo lontani dalla loro famiglia».

Nessuno, come accade in ogni colonia, ha chiesto di essere riportato indietro. Certo, qualcuno ha vissuto momenti di imbarazzo quando gli assistenti hanno dovuto fare quasi una colletta per fornire loro un ricambio d’abiti ché lo zainetto con il quale erano arrivati conteneva poco o niente e anche il kit – costume, asciugamano, ciabatte – offerto da Specchio dei tempi s’era rivelato insufficiente.

«Momenti subito superati dalla gioia di condividere con altri bambini felicità e gioco».

Sorride Elena Scavino sottolineando la mancanza, per motivi che si possono immaginare, di smartphone e gadget elettronici fra i piccioli ospiti:

«Una benedizione – dice – che ha permesso loro di giocare con gli altri, di fare gruppo, di divertirsi».

O anche solo di scoprire il mare come Said che, pur di superare il terrore che gli incuteva l’ignota massa d’acqua, ha pensato bene di tuffarsi con sei braccioli, tre per braccia.

CNOS-FAP Vigliano Biellese: dal contabile al lattoniere “Gli over 40 ritrovano lavoro”

Si riporta l’articolo oggi pubblicato su La Stampa nella sezione dedicata alla cronaca di Biella in merito ai corsi per adulti “over 40” promossi dal CNOS-FAP di Vigliano Biellese.

Dal contabile al lattoniere “Gli over 40 ritrovano lavoro”

Dal contabile al muratore, fino al lattoniere: passa attraverso i mestieri di una volta la rivincita di tutti quei quarantenni che, da un giorno all’altro, hanno perso il lavoro. E infatti, sulla sessantina di persone che lo scorso gennaio si sono iscritte ai corsi per adulti del Cnos-Fap di Vigliano biellese, sono già 40 quelle che hanno trovato un impiego.

Per alcuni si tratta di un contratto rinnovabile, per altri di un tirocinio annuale, ma mai come quest’anno le aziende hanno dimostrato una simile necessità di manodopera specializzata. Merito sicuramente degli indirizzi attivati dal Cnos-Fap: operatore in import-export, manutentore di impianti meccanizzati, addetto al magazzino e alle macchine utensili, ma anche corsi di carpenteria e lattoneria.

«Generalmente i riscontri li abbiamo dopo qualche mese dal termine dei corsi ma quest’anno – dice il referente dell’Istituto Stefano Ceffa -, appena concluse le lezioni, la maggior parte dei nostri studenti stava già lavorando».

Il corso che ha ottenuto il maggior consenso è quello per addetto alle macchine utensili:

«Mi sono trovato una classe di persone volenterose e motivate. Ora, tutti gli iscritti, sono già stati inseriti in realtà lavorative»,

spiega Valeria Dalle Rive.

«Principalmente le mie lezioni di import-export sono state seguite da quarantenni che avevano bisogno di reinventarsi: su 13 iscritti, 7 stanno già lavorando»,

racconta Cristiano Marcone.

«Gestisco i corsi lattoneria e carpenteria con i migranti – conclude Marika Romano -. Una classe straordinaria con persone volenterose e spendibili nel modo del lavoro».

Quest’anno i nuovi corsi (come sempre gratuiti) inizieranno entro novembre e si concluderanno ad aprile. Per frequentarli basta avere più di 18 anni. Sarà possibile iscriversi presso la sede di Vigliano entro settembre.

E.B.

Liceo classico salesiano di Valsalice: record di cento alla maturità

Si riporta la notizia pubblicata su “La Stampa” – Torino – riguardo alla classe terza B del Liceo classico salesiano di Valsalice che ha fatto il record di cento alla maturità:

Una classe da record tra le mura del liceo salesiano Valsalice. Una storia lunga cinque anni rende qualsiasi gruppo unico, ma la III B dell’indirizzo classico si è scoperta ancora più speciale di fronte ai tabelloni della maturità: su 20 ragazzi, oltre la metà ha preso un voto superiore al 92. E sette hanno tagliato il traguardo del 100 nonostante le difficoltà della nuova prova finale: Erasmo Giachino, Federica Trinch, Ilaria Carrega, Luigi D’Auria e Virginia Manzo hanno preso il massimo dei voti, con Stefano Barbero e Margherita Audisio premiati addirittura con la lode. Un’eccellenza che i professori si aspettavano, ma non in queste proporzioni: «È sempre stata una classe sopra la media, al talento molti hanno aggiunto impegno e metodo. Merito dei ragazzi, poi, essere stati capaci di trascinarsi gli uni con gli altri verso l’alto anno dopo anno. Ma il pieno di 100 non ce lo aspettavamo: molti arrivavano con tanti crediti del triennio, ma tra chi ha fatto l’exploit negli scritti e chi ha stupito all’orale si sono tutti meritati il massimo dei voti» racconta Stefano Bove, insegnante di latino e greco per tutti e cinque gli anni di liceo. Chiusi, con una maturità da applausi, anche per merito dell’ultimo saluto di gruppo prima delle prove scritte, la tre giorni nel parco di Villa Lascaris a studiare insieme come da tradizione.

«Abbiamo passato tre giorni a Pianezza, è stato molto utile per rendere al meglio nelle prove, ma soprattutto uno splendido epilogo per il nostro percorso, tra di noi e coi professori», ammette Margherita Audisio, il primo 100 e lode che ora si preparerà per entrare a Medicina. Stefano Ferrero, invece, per il suo futuro ha scelto fisica: «Cinque anni fa ho scelto di fare il classico, era una sfida con me stesso: sapevo di essere più portato per le materie scientifiche, ma non volevo trascurare quelle umanistiche, comunque una mia passione. Adesso mi concentrerò su quello che voglio diventare, senza mai dimenticare le esperienze vissute qui».

Come il film per il concorso dantesco a Ravenna girato l’anno scorso, il ricordo più bello della maggior parte della classe:

«Ogni ragazzo ha fatto la sua parte – ricorda il professore responsabile dell’iniziativa, Paolo Accossato – da chi si è occupato del trucco a chi ha scritto la sceneggiatura, passando per gli attori che hanno dovuto interagire con un regista professionista. Ha aiutato a cementare un gruppo che, così unito, ha raggiunto questi traguardi importanti».

Con un pieno di sorrisi e di amicizie da portarsi dietro tutta la vita.