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Cristiani, giovani e martiri. Una mostra a Valsalice “Luce del Mondo, sale della Terra” – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Silvia Scaranari pubblicato su La Voce e il Tempo.

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Luce del Mondo, sale della Terra è la mostra sui giovani martiri predisposta dalla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre e visitabile dal 22 gennaio al 1° febbraio presso l’Istituto Salesiano Valsalice di Torino (Viale Thovez 37 – ore 8-17)

Già Tertulliano nel II sec. d. C. scriveva che “il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani” e mai epoca del passato ha visto sangue cristiano sparso in tutto il mondo come il XX secolo. E il XXI, per ora, sembra mantenere la stessa tendenza.

A partire da san Giovanni Paolo II, per proseguire con Papa Benedetto XVI e l’attuale Francesco, la denuncia della situazione si è fatta incalzante. Nel secolo scorso si calcolano 45 milioni di cristiani uccisi per la loro fede, un genocidio.

Oggi si stima che un cristiano ogni sette subisca persecuzioni, con un totale di 360 milioni di persone che vivono la loro fedeltà a Cristo a rischio quotidiano della vita. La denuncia viene da  Aiuto alla Chiesa che Soffre ma anche da Open Doors, entrambi enti che annualmente pubblicano documentati report sulla situazione in essere.

L’Africa subsahariana, l’epicentro del cristianesimo globale, è ora anche l’epicentro della violenza contro i cristiani, per effetto dell’estremismo islamista, mentre la Corea del Nord è tornata al primo posto, secondo la World Watch List (WWL) del 2023. Salita nella classifica la Repubblica delle Comore dove negli ultimi anni solo gli stranieri in transito possono professare una religione diversa dall’islam.

La presenza di persecuzioni in paesi con alta presenza di islam jihadista non è novità, ma è drammaticamente salita alla ribalta negli ultimi anni la situazione di paesi di antichissima tradizione cristiana.

L’odio anticristiano, misto a follie etno-nazionaliste, ha causato lo sfollamento di più di 100.000 cristiani dal Nagorno Karabakh, o Artsakh, occupata lo scorso autunno dall’Azerbajian, nel colpevole silenzio della grande stampa.

Meno note, ma certamente non meno tragiche, sono le notizie che giungono dal cattolicissimo Nicaragua dove una dittatura senza senso, guidata dal Presidente Ortega, ha deciso di cancellare il volto cristiano del Paese incarcerando vescovi, sacerdoti, e comuni fedeli, mentre in Colombia la persecuzione aumenta di anno in anno ad opera delle bande della criminalità organizzata a cui la Chiesa si oppone.

La mostra che Valsalice offre ai torinesi, composta di 18 pannelli su casi recenti e recentissimi, vuole far conoscere da un lato la brutalità della persecuzione, dall’altro la bellezza della testimonianza.

Oggi, come ieri, la Chiesa perseguitata è una Chiesa di ragazzi. Oltre i confini del ricco e anziano “Occidente” le comunità cristiane sono composte per gran parte di ragazzi e bambini.

Solo in India – che nel 2023 ha superato la Cina quale Paese più popoloso al mondo – si contano circa 16 milioni di ragazzi e ragazze cristiani, il doppio rispetto all’Italia.

Tra i diversi casi presentati il giovanissimo Akash Bashir ucciso il 15 marzo 2015. «Non preoccuparti mamma, e poi sarei felice di morire per salvare altre vite».

Così rispondeva il giovane Akash alla madre preoccupata che il figlio potesse venire ucciso mentre prestava servizio volontario come agente di sicurezza della parrocchia cattolica di St. John a Youhanabad, sobborgo di Lahore.

E proprio qui, per impedire l’ingresso nella chiesa super affollata per la S. Messa domenicale ad un kamikaze che portava uno zaino pieno di esplosivo, gli si para davanti e, dopo avergli intimato di fermarsi, lo abbraccia con forza. I due muoiono in una tremenda esplosione ma i 2000 fedeli all’interno sono salvi.

Samaru è un ragazzo di 15 anni, convertitosi al cristianesimo presso la Chiesa Pentecostale di Kenduguda, un villaggio dello Stato di Odisha, India. Lo descrivono come un giovane appassionato e innamorato del Signore.

Per questo il 4 Giugno 2020 viene rapito da casa sua da una banda di estremisti religiosi indù insieme a due suoi cugini e viene lapidato a morte. Sgozzato, il suo corpo viene mutilato e sepolto nella foresta.

Sempre un’altra giovane, Suor Marie-Sylvie Kavuke Vakatsuraki, delle Piccole Sorelle della Presentazione di Nostra Signora, medico, dolce e sempre disponibile, prestava servizio in un presidio ospedaliero.

Muore bruciata viva la notte del 20 Ottobre 2022, a pochi chilometri da Butembo, in un attacco ad opera di terroristi dell’ADF (Alleanza delle Forze Democratiche) un gruppo affiliato all’ISIS (Stato Islamico di Siria e Iraq).

Tre casi fra decine. Solo nel 2023 sono 20 i missionari uccisi in diversi parti di mondo, senza contare le migliaia di laici.

Eppure, il cristianesimo non muore.

Da duemila anni, a ondate ripetitive, qualcuno ha cercato di eliminare Cristo dal mondo ma senza successo, anzi!

Anche oggi Cristo si manifesta con forza al mondo con il suo dono di verità, perdono e amore, unici strumenti veri per dare Luce al mondo e Sale alla terra.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli esempi dei martiri salesiani Rodolfo Lunkenbein e Simão Bororo per la difesa della terra

Dal sito infoANS.

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Per la Giornata Missionaria Salesiana (GMS) 2023, dedicata al tema “Cura del creato, la nostra missione”, e in prossimità della ricorrenza mensile delle missioni salesiane, ricordiamo la testimonianza di due martiri che hanno dato la propria vita per difendere la terra: don Rodolfo Lunkenbein, SDB, e l’indigeno Simão Bororo.

A metà del XX secolo cominciarono ad emergere grandi progetti per esplorare le risorse dell’interno del Brasile e, per realizzarle, tutto ciò che era di ostacolo doveva essere eliminato. Così i gruppi indigeni più fragili iniziarono a chiedere aiuto per la natura minacciata dall’agrobusiness: i Bororo del Mato Grosso perdevano le loro terre, vedevano il loro territorio ridursi e gli splendidi paesaggi del Brasile centrale sostituiti da estesi campi di monocoltura di soia…

È in questo contesto che il giovane Rodolfo Lunkenbein inizia il suo percorso missionario a Meruri, villaggio indigeno bororo nel Mato Grosso.

Trovò un gruppo già ridotto e stanco di combattere, senza prospettive per il futuro, scoraggiato. Assumendo i nuovi orientamenti della Chiesa postconciliare, Rodolfo combatté perché si realizzasse il programma voluto dal CIMI (Conselho Indigenista Missionário): Chiesa rinnovata nella sua opera missionaria, opzione per i più svantaggiati, nel loro caso, gli indigeni, e lotta per la terra.

Fino all’ultimo momento della sua vita lavorò con i Bororo, preparando i terreni per le piantagioni; morì con abiti sporchi di terra, sudore e macchiati di sangue… la terra che cercò di recuperare affinché i Bororo potessero vivere in pace e armonia.

Nel momento supremo il suo amico Simão non ebbe paura di rischiare la vita andando a difenderlo; morì ore dopo perdonando i suoi assassini.

Simão, missionario indigeno tra la sua gente, muratore e costruttore di case, che conosceva il segreto delle erbe della campagna, che sapeva trattarle e con esse curare e lenire disturbi e malattie. Simão amico dei bambini; Simão che sognava terre fertili piene di uccelli, animali, frutti e fiumi puliti… Simão scelto da Dio per il suo momento supremo insieme a Padre Rodolfo: il martirio.

La loro memoria sopravvive e stimola ad essere custodi del creato, vivendo in armonia con la natura e in pace con tutti.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

90° del martirio di San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

Oggi, 25 febbraio 2020, festeggiamo la ricorrenza 90° del martirio di San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario, due importanti figure di santità salesiana che diedero la propria vita in missione in Cina.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

25 febbraio: 90° del martirio di San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

(ANS – Roma) – In uno dei suoi sogni profetici Don Bosco aveva visto elevarsi al Cielo due grandi calici con i quali i suoi figli avrebbero innaffiato la missione salesiana in Oriente: uno era pieno di sudore e l’altro di sangue. Trascorsi alcuni decenni, dalla Cina don Luigi Versiglia avrebbe scritto ad un altro salesiano che gli aveva inviato un calice sacro in dono: “Il nostro venerabile Padre, Don Bosco, quando ha sognato la Cina, vide due calici pieni del sudore e del sangue dei suoi figli… Possa il Signore far sì che io restituisca ai miei superiori e alla nostra Pia Società il calice che mi è stato offerto. Che trabocchi, se non del mio sangue, almeno del mio sudore!”.

Luigi Versiglia, nato a Oliva Gessi (Pavia) il 5 giugno 1873, a dodici anni entrò nell’oratorio di Valdocco dove conobbe Don Bosco. Ordinato sacerdote (1895), dopo essere stato Direttore e maestro dei novizi a Genzano di Roma, nel 1906 guidò la prima spedizione missionaria salesiana in Cina. Nel 1918 i Salesiani ricevettero dal Vicario apostolico di Canton la missione di Shiu Chow. Don Luigi Versiglia ne fu nominato Vicario Apostolico e il 9 gennaio 1921 fu consacrato Vescovo. Fu un vero pastore, tutto dedito al suo gregge. Diede al Vicariato una solida struttura con un seminario, case di formazione, progettando egli stesso varie residenze e ricoveri per anziani e bisognosi. Curò con convinzione la formazione dei catechisti.

Callisto Caravario nacque a Cuorgné (Torino) l’8 giugno 1903 e fu allievo all’oratorio di Valdocco. Ancora chierico, nel 1924, partì per la Cina come missionario. Venne mandato a Macao, e poi per due anni nell’isola di Timor, edificando tutti per la sua bontà e il suo zelo apostolico. Il 18 maggio del 1929 mons. Versiglia lo ordinò sacerdote.

Il 25 febbraio 1930 i due missionari viaggiavano in barca per una visita pastorale alla missione di Linchow. Al momento dell’Angelus una banda di pirati bolscevichi li intercettò, esigendo un salvacondotto o il pagamento di un’ammenda elevata. Durante le trattative, i comunisti salirono a bordo e, trovando tre giovani catechiste, vollero portarle con loro. I due missionari si interposero eroicamente e furono attaccati col calcio delle armi da fuoco e con bastonate, fino a quando non caddero feriti. Mons. Versiglia e don Caravario furono legati, mentre i pirati saccheggiavano i loro beni e bruciavano libri e breviari. Uno dei banditi, strappando i crocifissi che una catechista aveva in mano, gridò: “Perché ami queste croci? Noi non le tolleriamo, le odiamo con tutta l’anima, non le vogliamo in alcun modo e ci opponiamo a loro tanto quanto possiamo!”. Le giovani poterono vedere i missionari confessarsi a bassa voce l’un l’altro, prima di essere fucilati in un vicino bosco di bambù. Così i due calici sognati da Don Bosco furono elevati al Cielo!

Giovanni Paolo II li beatificò il 15 maggio 1983 e li canonizzò il 1° ottobre 2000. In occasione della beatificazione disse parole di grande valore: “Il sangue dei due Beati sta alle fondamenta della Chiesa cinese, come il sangue di Pietro sta alle fondamenta della Chiesa di Roma. Dobbiamo quindi intendere la testimonianza del loro amore e del loro servizio come un segno della profonda convenienza tra il Vangelo e i valori più alti della cultura e della spiritualità della Cina. Non si può separare, in tale testimonianza, il sacrificio offerto a Dio e il dono di sé fatto al popolo e alla Chiesa della Cina”. Quel popolo che oggi soffre come altri per l’epidemia del coronavirus e soprattutto desidera il riconoscimento di una vera libertà civile e religiosa.

A motivo di quest’anniversario, il Superiore dell’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” con sede a Hong Kong ha diramato un messaggio nel quale afferma: “Nel 2020 la nostra Congregazione celebra il 90° anniversario del martirio dei Santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario. Ricordiamo il loro contributo alla nostra congregazione salesiana e in particolare alla nostra Ispettoria CIN. Dal 25 febbraio al 13 novembre 2020 si svilupperanno celebrazioni e attività per i nostri protomartiri salesiani. Spero che sapremo imparare lo spirito del martirio da questi due Santi, attraverso le diverse attività che stiamo organizzando quest’anno.

A volte si dice che la vita religiosa è un ‘martirio bianco’, incruento; ma direi che ogni cristiano partecipa al ‘martirio bianco’, se mette in pratica il Vangelo e porta la propria croce. Cari fratelli e sorelle, modelliamoci sull’esempio dei santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario!”

24 Marzo: XXV Giornata di Preghiera per i Missionari martiri

“NON ABBIATE PAURA” è il tema scelto per vivere la XXV Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri .

In occasione della sua celebrazione, il 24 marzo 2017,  la Diocesi di Torino con l’Ufficio Missionario, l’Ufficio per la Pastorale Giovanile, l’Ufficio per la Pastorale Universitaria, l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e l’Istituto Missionari della Consolata hanno organizzato una Veglia di preghiera con testimonianze alle ore 20.45 presso il Santuario della Consolata.

Fare memoria dei martiri significa acquisire una capacità interiore di interpretare la storia oltre la semplice conoscenza.
Quest’anno il Progetto di solidarietà legato alla giornata del 24 marzo è dedicato alle Chiese sorelle della Siria.

Per maggiori informazioni, Visita il sito della Diocesi di Torino.