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Don Bosco di Cuneo: riparte l’attività della Sala della Comunità Cinema-Teatro

Qui di seguito, si pubblica la notizia a cura della redazione di TargatoCn.it riguardo l’avvio della nuova programmazione della Sala don Bosco di Cuneo. La prima delle proposte è dedicata al Sinodo dei Giovani.

 

Riapre la sala cinema del Don Bosco di Cuneo

Al via il 22 settembre con l’iniziativa “Prova a prendermi”, in occasione del sinodo dei giovani

Accanto all’ordinaria programmazione cinematografica del sabato e domenica (che prenderà il via il 22 settembre), nella stagione 2018/2019 la Sala presenta un cartellone ricco di eventi che spaziano dal cinema, al teatro senza dimenticare la grande musica e il balletto della Royal Opera House.

La prima delle proposte è dedicata al Sinodo dei Giovani indetto da Papa Francesco che si aprirà a Roma il 3 ottobre (XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo Dei Vescovi 3-28 ottobre, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”). La Sala della Comunità Cinema Teatro Don Bosco è tra le 60 sale che sono state selezionate a livello nazionale dall’ACEC (Associazione Nazionale Esercenti Cattolici) per la realizzazione del progetto “Prova a prendermi: desideri, paure e inquietudini dei giovani”: una breve rassegna di film e una tavola rotonda per provocare la comunità cuneese a riflettere su tematiche che rappresentano punti nodali della condizione giovanile attuale.

In collaborazione, a livello territoriale, con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Cuneo, la sala propone un programma articolato in tre momenti. Giovedì 27 settembre apre l’iniziativa un incontro con la figura carismatica di don Gigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, in Toscana: una serata di dialogo a tutto tondo sulla condizione giovanile e sulle tensioni che la attraversano, per farci provocare su ciò che vediamo ma soprattutto su ciò che non riusciamo a vedere dei nostri giovani e sulle proposte che, come comunità cristiana e civile, siamo chiamati a fare loro. Venerdì 12 ottobre, visione del film Gli sdraiati (Italia, 2017): partendo dalle suggestioni del libro di Michele Serra, Francesca Archibugi si interroga, con il timbro ironico e graffiante che la caratterizza, sul rapporto in atto tra una generazione di adolescenti che appare sdraiata, senza nerbo e senza prospettive, e un mondo adulto disorientato, privo dell’autorità delle generazioni precedenti e sfiancato da un giovanilismo imperante che impedisce a tutti il passaggio all’adultità responsabile.

Ma questa rappresentazione del mondo giovanile corrisponde alle storie che come genitori, educatori, insegnanti, datori di lavoro incrociamo tutti i giorni? I nostri giovani si riconoscono e ci riconoscono nello spaesato papà interpretato da Claudio Bisio? Venerdì 19 ottobre, visione del film Tutto quello che vuoi (Italia, 2017): anche Francesco Bruni, che con questo film ha vinto tre Nastri d’Argento e due David di Donatello, parte dalla narrazione di un rapporto intergenerazionale. Cosa possono mai avere in comune un anziano poeta, la cui mente si sta smarrendo nei labirinti dell’Alzheimer (interpretato da uno straordinario Giuliano Montaldo) e un ventiduenne borgataro scapestrato, ignorante e turbolento (il giovane Andrea Carpenzano)? Due mondi tanto distanti forse possono trovare un punto di incontro accompagnandosi in un viaggio alla ricerca della ricchezza del cuore.

La vitalità, l’irruenza giovanile a confronto con la malattia e lo smarrimento nel passato della vecchia, il tutto amalgamato dalla forza di rompente della parola poetica. Una proposta coraggiosa, che frantuma gli schemi sociali contemporanei che tendono a relegare ogni generazione e fase della vita, in un proprio ambito separato dalle altre. Tutti gli eventi hanno inizio alle ore 21 e sono ad ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti.

Infine, completa la preparazione al sinodo, la proiezione in prima visione dal 4 al 7 ottobre del film di Wim Wenders Papa Francesco Un uomo di parola: un viaggio personale del grande regista tedesco insieme al Papa argentino, per scoprire il senso del messaggio che Josè Bergoglio sta costruendo per la Chiesa del duemila, nella sua capacità di leggere la contemporaneità alla luce della autenticità del Vangelo. Un documento che trae origine da quattro interviste che Wenders ha potuto fare a Bergoglio negli ultimi due anni. (Biglietti: intero 7 euro, ridotto 5 euro – Orari da definire).

 

Mgs Piemonte e Valle d’Aosta in pellegrinaggio da Papa Francesco

Da Torino a Roma, passando per Firenze ed Assisi con una tappa mariana finale: Loreto. Sono 75 i km in totale percorsi nei vari tratti del pellegrinaggio, tra e nelle visite.
Circa 200 giovani della Ispettoria Salesiana del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, frequentanti le diverse opere SDB ed FMA, hanno vissuto la bella esperienza del cammino sinodale proposto fortemente dalla Chiesa Italiana in vista dell’incontro con Papa Francesco: una occasione unica per pregare e per riflettere in vista del Sinodo dedicato ai giovani che si celebrerà in ottobre.

Il racconto dell’esperienza nelle parole di don Stefano Mondin, delegato di Pastorale Giovanile, ed organizzatore dell’iniziativa:

La prima tappa ci ha visti ospiti della nostra casa salesiana di Firenze, dove si è potuto giocare e pregare insieme, condividere la palestra e le aule per dormire, ed allo stesso tempo, durante le due giornate del soggiorno, visitare i significativi luoghi della cristianità che la città di Dante può offrire.
Il secondo momento dell’itinerario ha portato il gruppo a risiedere presso Gualdo Tadino così da poter dedicare due intere giornate alla visita della vicina Assisi, confrontandoci con il santo Francesco e con il suo modo di “ricostruire” la Chiesa. Abbiamo ripercorso i suoi passi e ci siamo fatti raccontare dai frati francescani chi era e come vivesse. Da pellegrini abbiamo continuato a camminare, in particolare sino all’Eremo delle carceri dove abbiamo vissuto il momento del sacramento della riconciliazione.
La terza tappa ci ha visti arrivare, come i pellegrini della storia, sino a Roma. Gli incontri al Circo Massimo, il sabato, e in Piazza San Piero, la domenica, insieme con Papa Francesco  hanno ravvivato in tutto il gruppo il profondo desiderio di comunione con il Papa e lo stupore per la bellezza di poter condividere unitamente a tanti altri giovani il nostro essere Chiesa. Uno stimolo forte e tanti spunti concreti per un cammino serio verso sogni grandi, dove la sorgente è eterna: Dio!
Il ritorno è stato caratterizzato dal passaggio a Loreto: cammino e preghiera chiedendo a Maria un aiuto per poter perseverare negli impegni che abbiamo assunto in queste giornate e gioire delle mete raggiunte.
Nei sette giorni si è vissuto fortemente il desiderio di condividere i diversi momenti dell’esperienza. La presenza insieme di Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e giovani ha reso questa condivisione il vero valore aggiunto dello stare assieme. La bellezza della nostra Italia, l’arte cristiana e la gioia della partecipazione della fede comune ci hanno altresì donato molteplici spunti per approfondire quel cammino che la Chiesa ci chiede con il Sinodo.
La speranza che ci è rimasta nel cuore è quella di riuscire a continuare “a camminare” negli impegni presi, sostenuti dalla gioia di un percorso che ci vede in cordata come giovani del Movimento Salesiano e che continuerà nelle varie attività dell’anno grazie alle proposte che si svilupperanno nelle diverse opere e alle numerose attività ispettoriali.

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Ecco il documento finale della riunione presinodale

Si è tenuta a Roma dal 19 al 24 Marzo 2018 la riunione presinodale che anticipa il Sinodo dei Vescovi sui Giovani, che si terrà nella capitale dal 3 al 24 di Ottobre  dal titolo “I Giovani, la Fede e il Discernimento Vocazionale”.

300 giovani provenienti da tutto il mondo si sono confrontati per arrivare ad un Documento Finale condiviso che è stato  consegnato ai 300 padri sinodali che si incontreranno ad Ottobre alla XV Assemblea Generale Ordinaria.

Il documento finale che ne è venuto fuori sintetizza le problematiche dei giovani di oggi che, sebbene siano provenienti da contesti culturali e religioni diversi, vivono gli stessi disagi. Esso desidera configurarsi come una bussola per la Chiesa, un posto dove trovare le risposte per andare avanti.

Qui di seguito, si può accedere alla versione inglese del documento:

Le carceri minorili: periferie esistenziali a cui andare incontro, luoghi di rilancio e fortificazione della fede

Nelle scorse settimane si è svolto a Roma l’incontro con i cappellani delle carceri minorili italiane. E’ stata l’occasione per un confronto e la richiesta di poter entrare meglio nelle attività che quotidianamente i cappellani svolgono nei territori.

Da questa occasione, nasce la lettera che i Cappellani indirizzano ai responsabili del Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile (Snpg), chiedendo che il prossimo Sinodo di ottobre sia un momento per fare “i nostri ragazzi partecipi del cammino della Chiesa universale. Crediamo che i nostri ragazzi siano testimoni di umanità e di fede, proprio grazie al cammino di recupero intrapreso a seguito del reato”.

Così è nata la proposta di considerare gli Istituti penali per minori “punti di sosta dei cammini che i giovani delle diocesi italiane compiranno ad agosto per giungere a Roma”, all’ incontro con Papa Francesco, perchè, come si legge nella lettera, “le riflessioni di giovani detenuti possono essere anch’esse spinta per superare prove e difficoltà. Anche questo può, anzi deve essere, il Sinodo dei giovani: un tentativo di camminare davvero insieme verso un obiettivo comune. Il Sinodo può essere l’inizio di un progetto di collaborazione tra il Servizio di Pastorale giovanile diocesano e la realtà del l’Istituto penale per minori”. 

Si evince dalla lettera un desiderio di abbracciare quella “chiesa in uscita” di Papa Francesco, come “quell’andare incontro alle periferie esistenziali – scrivono i cappellani -, può trovare risvolto anche nelle carceri, espressione non soltanto di compassione e consolazione, ma luogo di rilancio e fortificazione della fede. Anche in una cella di carcere, su un letto, all’aria, in cappella, Dio ascolta la voce di questi giovani, di questi figli. Non è questo il senso del Sinodo? La Chiesa deve ascoltare le aspirazioni e i sogni anche di questi suoi figli in questi luoghi di restrizione. Anche qui si annuncia che il regno di Dio è in mezzo a noi e si sperimenta la forza della gioia del Vangelo”.

Una bella lettura, in questo tempo quaresimale particolarmente adatto per riflessioni che toccano la misericordia e il perdono, e “un’occasione per ascoltare tutti i giovani, anche quelli che si trovano lontano, anche quelli rinchiusi all’interno di una cella. La realtà del carcere minorile può e deve essere una risorsa della Chiesa, uno spazio giovane anche se pur ristretto”, come affermano i cappellani degli istituti penali per minori nella lettera, manifestando il desiderio che “i diversi direttori della Pastorale giovanile delle diocesi, in modo particolare quelli dove è presente un carcere minorile, prendessero contatto con noi cappellani per costruire insieme cammini di rinascita, di riconciliazione e inserimento. Il che implica sinergia tra il cappellano e direttore del Servizio, uno studio di attività e laboratori di fede da poter portare avanti insieme. Non abbiate paura di investire energie e tempo collaborando con noi che spendiamo con gioia il nostro in ascolto dei molti bisogni dei giovani ospiti nelle strutture di pena. Noi abbiamo urgenza che il grido di aiuto arrivi a tutti voi. Non lasciateci soli nell’aiutare questi nostri ragazzi. I giovani che escono dal carcere hanno bisogno di aiuto concreto, sono essi stessi ‘opere segno’ di cui tanto si parla nella Chiesa. Hanno bisogno di casa, lavoro ma soprattutto di accoglienza nelle nostre comunità. Come cappellani, comprendiamo le difficoltà nel realizzare tutto questo, ma crediamo anche che tutti noi insieme dobbiamo avere il coraggio di osare per realizzare concretamente il Vangelo, attraverso opere che promuovono il rispetto e la dignità di coloro che si sentono emarginati dalla società”.

Questa lettera, qui di seguito consultabile nella sua versione integrale, desidera essere “un piccolo segnale di dialogo: ci piacerebbe che non restasse solo nelle buone intenzioni dei livelli centrali, ma che diventasse un dialogo fecondo e sereno nei territori. Anche se saranno collaborazioni nascoste, saranno feconde come il lavoro delle radici per gli alberi” come ha affermato Don Michele Falabretti, Responsabile CEI – Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, il quale ha redatto la versione finale della lettera con Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani, che ha firmato l’intero documento e successivamente diffuso a tutti i referenti diocesani di Pastorale giovanile.

 

Don Rossano Sala: i giovani chiedono una Chiesa che ascolti, che accolga, che sia viva e autentica

Don Rossano Sala, Segretario speciale del Sinodo dei Vescovi del 2018, in esclusiva per ANS – Agenzia Info Salesiana parla dei giovani e della riunione pre-sinodale.

In una lunga e profonda intervista don Rossano Sala, parla della situazione giovanile, della Chiesa e del prossimo Sinodo, illustrando chiaramente la necessità di ascoltare il mondo dei giovani. Il tema del prossimo Sinodo interpella da vicino i Salesiani, che vivono per i giovani, e li interroga e li invita a vivere questa esperienza come figli di un santo che con i giovani seppe vivere un rapporto di fiducia, amicizia e familiarità.

Cosa significa questa riunione pre-sinodale dei giovani?

Il Sinodo pensato da Papa Francesco è un momento per dare la parola ai giovani, un momento in cui la Chiesa deve convincersi che non si può parlare dei giovani se non li lasciamo parlare, se non li abbiamo prima ascoltati. L’incontro pre-sinodale è un momento in cui i giovani possono dire le loro opinioni senza filtri.

Cosa desiderano e cosa chiedono alla Chiesa i giovani?

Molte conferenze episcopali manifestano che i giovani non chiedono nulla alla Chiesa, che sono irritati dalla presenza della Chiesa e non si sentono a proprio agio al suo interno. Ci chiediamo: questi sono giovani nichilisti, sono giovani che ci odiano? No! Dietro queste considerazioni ci sono delle motivazioni che dovrebbero farci riflettere.

Quindi, cosa succede con i giovani?

I giovani sono più di altri scandalizzati dagli scandali sessuali ed economici. I giovani si aspettano come sacerdoti dei ministri preparati, disponibili al dialogo… Sono molte le motivazioni per cui i giovani non ci seguono, perché non siamo significativi per loro… Invece, vogliono una Chiesa che diventi una casa, una famiglia, una Chiesa che sia un luogo di accoglienza, dove un giovane si possa sentire bene…

I giovani chiedono che la Chiesa sia una famiglia. Non è questo un messaggio salesiano?

Per noi Salesiani questo discorso è bello e importante. Abbiamo ricevuto da Don Bosco quello che viene chiamato lo spirito di famiglia. Il fatto che un giovane si senta a casa, si senta accolto, possa parlare apertamente ed entrare in un contatto di tipo familiare fa parte della nostra spiritualità. Pensiamo a cosa significa la Lettera da Roma di Don Bosco, che parla di fiducia, amicizia, familiarità…

Ecco la video-intervista:

(Articolo tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana)

 

Si segnala, inoltre, l’approfondimento dell’edizione del 25 marzo 2018 di “Credere“, a cura di Emanuela Citterio, che focalizza l’attenzione su Don Rossano Sala e la sua spiegazione sul perché la Chiesa si sta mettendo in ascolto delle nuove generazioni:

DON ROSSANO SALA: SONO OTTIMISTA PERCHÉ CONOSCO I GIOVANI DI OGGI

Scelto dal Papa come segretario del Sinodo dei giovani, il 47enne sacerdote salesiano spiega perché la Chiesa si sta mettendo in ascolto delle nuove generazioni

Testo di Emanuela Citterio

«Lavorare con i giovani è stata l’esperienza più entusiasmante della mia vita. Chi sta con loro non può che essere ottimista». A confidarlo è don Rossano Sala, uno dei due segretari speciali del Sinodo dei vescovi sui giovani, che si terrà dal 3 al 24 ottobre a Roma. Nato a Calò di Besana, in Brianza, don Rossano è sacerdote salesiano dal 2000 e ha sempre vissuto in mezzo ai ragazzi: per due anni a Brescia nell’oratorio e nel collegio salesiani, per quattro anni nella scuola superiore di Bologna, per altri sei anni di nuovo a Brescia come direttore dell’Istituto , che comprende una parrocchia, un oratorio, una scuola superiore e un centro di formazione professionale. Nel 2010 gli è stato chiesto di portare questa esperienza a livello universitario, prima a Torino dove ha insegnato per due anni Teologia, e dal 2012 a Roma alla Pontificia università salesiana, dove è docente di pastorale giovanile.

Don Rossano è anche direttore di Note di pastorale giovanile, rivista che da cinquant’anni si occupa dell’accompagnamento di tutti coloro che lavorano con i giovani. In questi anni è riuscito a unire un’esperienza sul campo «bella, gratificante e impegnativa» alla riflessione teorica. E forse è proprio per questo che papa Francesco l’ha scelto – in modo, comunque, del tutto inaspettato – insieme al padre gesuita Giacomo Costa per accompagnare un evento che vede la Chiesa interrogarsi sulle sfide che riguardano le nuove generazioni.

In questi giorni, fino al 25 marzo, si svolge a Roma il presinodo, una novità assoluta: 300 giovani da tutto il mondo si sono confrontati per arrivare a un documento condiviso che sarà consegnato nelle mani dei 300 padri sinodali che si riuniranno a ottobre. «Anche questa è un’invenzione di papa Francesco», spiega don Rossano. «Per ascoltare innanzitutto coloro di cui si sta parlando». Al presinodo ognuna delle 114 Conferenze episcopali del mondo ha inviato due o tre giovani, ma sono stati invitati anche aderenti ad altre confessioni cristiane e altre religioni, non credenti o appartenenti ad associazioni giovanili non confessionali, e ragazzi che hanno vissuto o vivono situazioni particolari, come il carcere, la tratta di persone, la tossicodipendenza.

UNA CHIESA IN ASCOLTO

«Vogliamo ascoltare qui e adesso le domande dei giovani che vivono all’inizio del terzo millennio, non rispondere a domande precostituite che i giovani facevano una volta ma ora non fanno più», afferma don Rossano. «L’idea è che tutti i giovani in tutte le situazioni possano partecipare, anche attraverso i social media e il sito www.synod2018.va . È un bel segno di una Chiesa che vuole essere universale, un gesto di ascolto a 360 gradi».

Sui giovani don Rossano è ottimista a ragion veduta: «Chi ne parla male, in genere, non li frequenta. Se si sta con loro, si scopre come siano davvero la ricchezza del mondo e della Chiesa, per il loro entusiasmo, la loro voglia di fare. Certo, cercano accompagnamento e aiuto, però sono una promessa. A volte si dice che i giovani sono il futuro. In realtà sono il presente. Sono gli adulti del futuro, ma sono anche i giovani di oggi. E sono il presente della società e della Chiesa».

Ma perché questa attenzione sui giovani in questo momento storico? «Un Sinodo si fa perché c’è qualche sfida importante che la Chiesa ritiene opportuno affrontare», risponde don Rossano. «Alla fine di ogni assemblea sinodale il Papa chiede ai partecipanti su cosa vogliono discutere nella successiva, e questa richiesta viene fatta anche alle Conferenze episcopali.

Il tema emerso a maggioranza, alla fine del Sinodo sulla famiglia, è stato quello dei giovani. Si è trattato, quindi, di una richiesta della Chiesa universale, che poi il Papa ha fatto sua, declinando il tema su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.

Cosa sta dietro questa richiesta? Probabilmente una fatica da parte della Chiesa di essere generativa nei confronti dei giovani. Anche perché siamo in un tempo di metamorfosi: la Chiesa sa che alcuni strumenti della sua tradizione non funzionano più, perché sta cambiando il mondo. Pensiamo solamente al mondo digitale: non abbiamo una tradizione ecclesiale che ci dice cosa dobbiamo fare, perché semplicemente non c’è mai stato prima di adesso. Questo signica che la Chiesa deve interrogarsi sui
nuovi linguaggi, su come interagire coi giovani che vivono in un mondo virtuale, di fronte a un cambiamento antropologico di questa portata. Vuol dire che ci sono delle novità che ci interpellano e che ci chiedono di metterci in un atteggiamento di discernimento. Non possiamo far finta che non esista il mondo globalizzato o il mondo digitale. Anche a livello educativo c’è la necessità di rispondere alle domande delle nuove generazioni che sono — in realtà, lo sono da sempre — la porzione più
delicata e promettente della società, ma anche quella più a rischio. I giovani sono sismografi e sentinelle dei cambiamenti, cioè quelli che li sentono per primi, per questo ci richiedono di impegnarci di più».

SPAZIO ALL’AUDACIA

Ma questo Sinodo potrebbe anche avere un effetto “collaterale”: «Aiutarci a riscoprire la giovinezza della Chiesa», afferma don Rossano. «Cosa vuol dire, per la Chiesa, assumere o riassumere un dinamismo giovanile? Intendo dire: un dinamismo di entusiasmo, coraggio, capacità di rischiare, mettersi in gioco in maniera rinnovata, non aver paura del cambiamento, essere desiderosa di andare incontro alle persone così come sono, svecchiarsi rispetto ad alcuni stili e modalità di essere?».

Parlare di “giovinezza della Chiesa”, soprattutto in Europa, suona quantomeno azzardato, con una gerarchia ecclesiale lontana, anche anagraficamente, dal mondo giovanile: «Questo è vero», risponde don Rossano. «I giovani, però, sono spesso più vicino ai nonni che ai padri e alle madri. Il punto è cosa vuol dire assumere per la Chiesa un ruolo di “anzianità vera”. Il Papa lo sottolinea molto: il legame fra gli anziani e i giovani è un legame importante, perché anziano vuol dire anche sapiente, che ha una padronanza della vita che i giovani non hanno, una visione più ampia. Molte Conferenze episcopali rivelano piuttosto il fatto che la Chiesa non riesce a intercettare le domande dei giovani. È interessante che la Chiesa sia saggia, il problema è che non sia vecchia nel senso di continuare a proporre dei modelli che sono superati».

Per ovviare a questo problema, il Sinodo punta sull’ascolto e il discernimento, attraverso tappe ben precise: il 6 ottobre 2016 è stato annunciato il tema, il 13 gennaio scorso è stato pubblicato il documento preparatorio, il 25 marzo si chiuderà il presinodo, a fine maggio uscirà lo “strumento di lavoro”, e infine tutto il materiale raccolto verrà discusso a ottobre al Sinodo, che durerà quasi un mese. L’assemblea si chiuderà con delle proposizioni che verranno consegnate al Papa, il quale preparerà un’esortazione apostolica che dovrebbe uscire a marzo del prossimo anno.

UNA CHIESA CHE SIA CASA

«In questo momento si legge molto la nostalgia spirituale dei giovani», anticipa don Rossano, che sta già facendo sintesi dei contributi arrivati dalle Conferenze episcopali e attraverso il questionario online, al quale hanno risposto 200 mila giovani di tutto il mondo. «Una Conferenza episcopale ha detto che abbiamo a che fare con una “generazione mistica”, alla ricerca di trascendenza in un mondo dominato dall’immanenza, dove sembra che il consumo sia al primo posto. Certo, i ragazzi consumano. Ma non sono riempiti da questo e se ne rendono conto. Molte ricerche mostrano che sono alla ricerca più di beni relazionali che materiali, soprattutto nel nostro mondo occidentale, in particolare di amicizia, amore, famiglia.

Paradossale, in un momento in cui la famiglia vive una crisi per molti motivi. E quando parlano della Chiesa la intendono nell’ottica familiare. Sono alla ricerca di una Chiesa che non sia istituzionale, ma accogliente, una Chiesa che sia casa». «I giovani sono anche spesso critici nei confronti della Chiesa», continua don Rossano. «Ma a mio parere molte delle loro critiche sono costruttive. Molti tengono le distanze e non chiedono nulla alla Chiesa. Quando si chiede loro perché, rispondono: “È fonte di scandalo dal punto di vista sessuale o economico”; “I ministri sono impreparati nei nostri confronti, non riescono a cogliere le nostre domande, non sono in grado di accompagnarci”; “Molte volte la liturgia della Chiesa e le omelie non dicono niente alla nostra vita”. Quando si va in profondità, ci si accorge che le loro sono critiche verso una Chiesa che vogliono più santa, vera,
coerente». Don Rossano sogna una Chiesa che faccia leva sul bene che c’è nei giovani: «C’è un’immagine molto bella nella Bibbia, quella del giovane Giosuè. Mosè muore e gli affida il popolo e lui non sa bene cosa fare.

“Sii forte e coraggioso”, gli dice. È un’espressione che mi colpisce molto. Mi sembra sintetizzi il messaggio che papa Francesco rivolge ai giovani, ma anche alla sua Chiesa: “Sii forte e coraggiosa”».

Gli insegnavo a camminare: Proposta di Lettura in preparazione al prossimo Sinodo

In un tempo nel quale si avverte l’emergenza educativa e la comunità cristiana è impegnata a riflettere sul grande tema della educazione, è necessario mettersi in ascolto della Parola di Dio, che è il massimo esperto di questo campo.

La Bibbia non propone una teoria dell’educazione né offre le indicazioni metodologiche che spettano alle scienze dell’educazione, ma è ricca di una saggezza pedagogica, che sarebbe un peccato trascurare.

“Gli insegnavo a camminare – Bibbia e Educazione” di Francesco Mosetto edito da LAS – ROMA presenta cinque percorsi biblici. Il primo delinea come, secondo le Scritture del Primo Testamento, “Dio educa il suo popolo”. Il secondo è dedicato ai maestri di sapienza, il cui insegnamento è trasmesso negli scritti detti appunto “sapienziali”. Il terzo invita a guardare a Maria e Giuseppe “educatori” di Gesù. Nel quarto osserviamo il cammino educativo che Gesù maestro fa compiere ai discepoli. Il quinto capitolo è dedicato a san Paolo, pastore ed educatore delle giovani comunità che ha fondato.

 

 

I giovani del San Paolo ed il Sinodo sui Giovani

La commissione giovani dell’Unità pastorale 5 della diocesi di Torino, di cui fa parte l’Oratorio salesiano San Paolo, promuove un incontro per i giovani dai 17 anni in su per condividere il cammino del Sinodo che Papa Francesco ha proposto. Serata di ascolto reciproco , di conoscenza, inizio per nuove sinergie e andare incontro ad altri giovani del territorio.

 

 

Partecipa anche TU! Riunione presinodale dei giovani 19 – 24 marzo 2018

La Riunione presinodale che si svolgerà a Roma dal 19 al 24 marzo 2018 ha l’obiettivo di dare la possibilità ai giovani di presentare ai Padri Sinodali, che si riuniranno in Assemblea nell’ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, un documento in cui esprimono il loro punto di vista sulla realtà, le loro idee, il loro sentire, le loro proposte. Vi parteciperanno 315 ragazzi e ragazze in rappresentanza dei giovani dei 5 Continenti. 

Si vogliono però coinvolgere il più possibile i giovani di tutto il mondo. Attraverso i social network anche coloro che non parteciperanno fisicamente alla Riunione presinodale, potranno unirsi a quanti si incontreranno a Roma. Tutti sono invitati a partecipare al racconto collettivo e a far sentire la propria voce, affinché i frutti della Riunione presinodale siano il più possibile espressione dell’intero mondo giovanile.

La Traccia di lavoro

La Traccia di lavoro sarà il punto di riferimento per i lavori della Riunione presinodale. Essa va letta alla luce del Documento Preparatorio e della Lettera del Papa ai giovani, con i quali è in continuità.

Nella Traccia di lavoro è possibile individuare buona parte delle premesse che hanno motivato il progetto “15# (hashtag) per raccontarsi”. “La Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani – dobbiamo ascoltare i giovani.” (Papa Francesco, Catechesi del 4 ottobre 2017).  Si cerca in questo modo di attuare al meglio l’obiettivo fissato nel punto 7 della Traccia di lavoro: “La pubblicazione di questa traccia contenente le domande che orienteranno i lavori della Riunione pre-sinodale vuole essere una forma di coinvolgimento di ciascun giovane e dei gruppi giovanili del mondo intero, affinché possano prepararsi per dare il loro contributo online durante la Riunione pre-sinodale”.

La Lettera d’invito

Alcuni giovani invitano gli altri giovani a partecipare all’evento. L’invito è rivolto a tutti: a chi appartiene in modo più o meno deciso alla Chiesa Cattolica, alle altre confessioni cristiane o ad altre religioni e a chi non crede in Dio. Il Sinodo riguarda tutti i giovani. Rispondendo all’invito, si prenderà parte al percorso che la Chiesa sta compiendo.

15 #hashtag per raccontarsi

#ChiSonoIo #diversità #futuro #VitaDigitale #interiorità #Gesù #credo #chiamato
#scelte #guida #Chiesa #protagonista #piazza #proposte #linguaggi

 

“Come possiamo far sentire la voce di tutti i giovani del mondo?

Come trasmettere le paure e le speranze, le ferite e i sogni di milioni di nostri coetanei?

Ogni frammento di vita, in ogni angolo del pianeta, ha diritto di entrare in quell’aula.

Aiutaci a portarlo attraverso la nostra voce:

#DilloAFrancesco. 

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#sym4synod: il Movimento Giovanile Salesiano verso il Sinodo dei Vescovi 2018

Se il 2018 è stato recentemente definito da diversi media “l’anno dei giovani”, è certamente anche merito del fatto che la XV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà a Roma dal 3 al 28 ottobre 2018.

Sarà dedicata, per volontà di Papa Francesco, a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il Movimento Giovanile Salesiano (MGS) cammina con la Chiesa verso questo importante appuntamento universale.

In questi ultimi mesi, i gruppi del MGS hanno partecipato, lì dove sono presenti, alle consultazioni delle diocesi e conferenze episcopali (Sinodi diocesani e nazionali dei giovani, sondaggi, consultazioni di ogni tipo) e hanno diffuso tra i giovani il questionario online pubblicato dalla Segreteria del Sinodo dei Vescovi nel mese di giugno dell’anno scorso. Le risposte e i dati raccolti in quest’ultimo sondaggio mondiale, conclusosi al termine del 2017, sono tutt’ora oggetto di elaborazione, e contribuiranno alla stesura del cosiddetto Instrumentum Laboris del Sinodo. Quest’ultimo è, appunto, lo strumento di lavoro che guiderà i lavori dei padri sinodali nel mese di ottobre. Il documento, la cui pubblicazione è attesa per il mese di giugno, prenderà spunto dal già noto Documento Preparatorio e includerà i contributi raccolti grazie alle risposte delle Conferenze episcopali e delle Unioni dei religiosi, al Seminario internazionale sulla condizione giovanile organizzato dalla Segreteria del Sinodo nel settembre 2017 e, infine, alla cosiddetta “Riunione Pre-Sinodale”.

Quest’ultima rappresenta una vera e propria novità: dal 19 al 24 marzo 2018 la Segreteria del Sinodo dei Vescovi ha convocato a Roma circa 300 giovani, provenienti non solo da diverse realtà ecclesiali cattoliche, ma anche altre religioni o istanze giovanili non connotate religiosamente. L’obiettivo di questa convocazione è quello di ascoltare direttamente la voce dei giovani, attraverso una selezione mondiale che mira a dare spazio anche a punti di vista diversi da quelli che la Chiesa ascolta più abitualmente. Il Movimento Giovanile Salesiano sarà presente anche in questa occasione.

In vista di questo e degli altri appuntamenti di avvicinamento al Sinodo, nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Giovanni Bosco il MGS vuole ribadire il suo impegno a camminare con la Chiesa lanciando l’hashtag #sym4synod. SYM è l’acronimo inglese di Movimento Giovanile Salesiano (Salesian Youth Movement): la scelta, infatti, è quella di proporre un unico hashtaginternazionale da affiancare a quello ufficiale #Synod2018 in tutti i racconti (foto, video, articoli) sulle tappe di avvicinamento al Sinodo che i gruppi del MGS pubblicheranno sulle reti sociali nel corso dei prossimi mesi.

Lo scopo è affiancare, non sostituire: per non creare canali paralleli di comunicazione, ma piuttosto contagiare con la gioia salesiana il flusso comunicativo che investirà questo appuntamento mondiale. Il messaggio è semplice e intuitivo: “il SYM-MGS per il Sinodo”, il Movimento Giovanile Salesiano si mette al servizio del cammino sinodale di tutta la Chiesa, affinché la Buona Notizia raggiunga tutti i giovani.

Per saperne di più sul cammino sinodale, e per condividere ciò che ogni gruppo del MGS nel mondo vivrà in avvicinamento all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi di ottobre, l’appuntamento è online: #sym4synod #Synod2018.

 

Articolo tratto da Ans.it

Festa don Bosco 2018